La Salute - Dolce Vita

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La Salute - Dolce Vita
Sabato 6 dicembre 2008
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Borgosesia
La Salute
Anche in Italia un nuovo mix di erbe che, mischiato al tabacco, promette gli stessi effetti della marijuana
Spice, la droga “furba”
La sostanza si trova in vendita nella categoria delle “smart drugs”
Si chiama Spice, è la nuova
smart drug, “droga furba”,
che impazza tra gli adolescenti europei, in particolare del centro Europa,
Le prime
“droghe
naturali”
nascono negli
anni Novanta
tanto che il Ministero della
Salute tedesco ha cominciato a predisporre degli
studi per capire gli effetti
reali di questa nuova sostanza sull’organismo. Spice, ossia spezia, poiché
altro non si tratta che di
un mix di erbe varie, che,
mescolate con il tabacco
e fumate, danno, pare, ef-
fetti simili alla marijuana.
Il fenomeno delle simildroghe, definite droghe
vegetali per alludere ad
una maggiore naturalità e
minori effetti, da contrapporre alle droghe di sintesi
chimica, comincia alla fine
degli anni Novanta, proprio sull’onda delle campagne mediche e di informazione contro il dilagare
di ecstasy e pasticche varie
nelle discoteche europee.
Non a caso il fenomeno si
diffonde per primo a Ibiza,
tempio del divertimento
discotecomane,
dando
inizio al business degli
smart shop. Diffusi anche
in Italia, rivendono sostanze e prodotti, come spiega
Anna Petroni nel suo “Droghe legali. Il nostro agente
tra smart shop e farmacie”,
Castelvecchi, «Situandosi
Pillole, erbe e pasticche
proprio sul mutevole confine tra ciò che è legale e
ciò che non lo è», individuando due tipologie di
rivenditori: «Per qualcuno
l’iniziativa di aprire un negozio che vende sostanze
stupefacenti perfettamente legali è un modo di
esplorare i confini degli
Sostanze poco
conosciute, che
promettono
effetti da
“sballo” senza
incappare in
guai con la
legge. Ma queste
droghe sono
davvero sicure?
stati alterati di coscienza
senza sporcarsi la fedina
penale, al tempo stesso
guadagnandoci su, oppure c’è in ballo una specie
di missione educativa finalizzata a guidare i giovani
verso esperienze controllate e di origine naturale,
allontanandoli dal sordido
mercato degli inaffidabili
spacciatori «Che non sai
mai cosa ti vendono davvero». Energizzanti/afrodisiaci, allucinogeni/rilassanti sono le macrocategorie
di classificazione dei prodotti, che vengono invece
fruiti, secondo Petroni, da
due tipologie di clienti: «I
“mistici”, alla ricerca di un
percorso evolutivo interiore, che preferiscono le sostanze naturali, e i “profani”, che invece, tendono a
non fare distinzioni tra chimico e naturale, purché la
sostanza in questione sia
efficace e riesca a produrre l’effetto desiderato».
(al.zac.)
Il medico del Sert: «Smart shop: troppi furbi che se ne approfittano». Gracis: «Servono regolamentazioni»
Meno proibizionismo e più regole
«I ragazzi sono i più esposti ai rischi, vanno tutelati e informati»
«Non conosciamo gli effetti a lungo termine di
queste sostanze, si sa per
ora davvero poco, solo
che “Spice” è un mix di
erbe aromatiche, al gusto
di essenze diverse, utilizzate per profumare gli
ambienti, – spiega Vincenzo Amenta, dirigente medico responsabile del Sert
Amenta: «Gli
effetti di una
sostanza si
conoscono
dopo anni»
di Borgosesia – che pare
produca un effetto simile
a quello della cannabis;
secondo alcuni eliminerebbe la sonnolenza e provocherebbe allucinazioni,
con effetti prolungati nel
tempo, da sei a otto ore.
Ovviamente, quanto più
è protratto e maggiore il
contatto con l’organismo,
maggiori sono gli effetti
che ne deriverebbero. Il
problema è che in Italia
occorre che tali tipologie
di sostanze siano rese illegali, altrimenti non è possibile cominciare uno studio approfondito, come
invece stanno già facendo
in Germania. Per esempio,
solo oggi cominciamo a
vedere i danni, psicosi,
effetti depressivi, del consumo pluriennale della
marijuana “moderna”, che
spesso contiene residui
di sostanze pesticide, o
della skunk, che contiene
il 20% di principio attivo
contro il 5% di quella tradizionale. Si tratta quasi
sempre di ragazzi molto
giovani con psicosi e depressioni». Sugli smart
shop, i bazar delle droghe, o pseudo tali, legali,
l’opinione è chiara: «Dietro questo commercio
c’è la speculazione più
totale, che si approfitta
della voglia di sballo e gali e illegali circolanti in
del desiderio di fuga dalla Italia. Siamo convinti che
realtà». «Per questo serve il consumatore, reso coninformazione. – spiega sapevole delle caratteriMatteo Grastiche delle
cis, direttore
sostanze che
editoriale de Gracis: «Il
assume e dunLa Dolce Vita, proibizionismo que dei danni
una rivista inche provocadipendente non serve,
no nell’organidi stili di vita facciamo
smo, sia molto
alternativi di- informazione»
più incentivastribuita negli
to a smettere o
smart shop e
a ridurne l’utinelle edicole
lizzo rispetto
delle princiad una politipali città – Lo scopo del ca repressiva e proibizionostro lavoro editoriale è nista, che sappiamo ormai
proprio fornire dati e noti- bene da parecchi esempi,
zie su tutte le sostanza le- produce l’effetto contra-
Vincenzo Amenta
rio». In questo senso, tra i
rivenditori di smart drugs
c’è «Chi mette in vendita
consapevolmente erbe e
sostanze diverse, mettendo in campo studi anche
approfonditi a livello di
etnobotanica, e altri che
invece non hanno scrupoli, né interesse a fare informazione. In ogni caso non
si sono ad oggi riscontrati
casi di morte dopo l’assunzione di sostanze acquistate in questi negozi,
che arrivano a 60 unità in
tutto il paese. Per tutelarsi
e tutelare in consumatore
sta nascendo un’associazione che li raggruppa,
Un mercato
ancora
fluttuante, senza
confini precisi,
che sbanda tra
astuzie
commerciali
e rivenditori
seri che fanno
ricerca
Gli smart shop
chiedono
maggiori
regolamentazioni
nell’ottica proprio di regolamentare
maggiormente la vendita di questi
prodotti ed evitare blitz,
come quello compiuto
la settimana scorsa dalla
polizia di Ferrara, che ha
denunciato alcuni negozianti in base all’articolo
82, induzione all’uso di
sostanze stupefacenti, un
reato d’opinione». Prima di essere ritirata dal
mercato, in questo tipo
di negozi fino a qualche
tempo fa si poteva acquistare anche la Salvia Divinorum, un’erba utilizzata
dagli sciamani per entrare
in trance, «Una delle più
forti sostanze psicoattive
presenti in natura», spiega Amenta, «Pericolosissima - commenta Gracis
– da non utilizzare a livello ludico. La diffusione
di informazioni in questo
senso è stata fondamentale per toglierla dal mercato».
(al.zac.)