del 28 Giugno
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del 28 Giugno
Del 11 Ottobre 2015 Estratto da pag.2 Del 11 Ottobre 2015 Estratto da pag.2 Dai baresi ai francesi e tedeschi così è divisa la torta della refezione IL RETROSCENA /NELLE AZIENDE SANITARIE SI RIPETONO GLI STESSI NOMI NON fosse altro perché queste aziende si contano sulle dita di una mano. Basta leggere i nomi delle ditte che qualche mese fa erano in gara per spartirsi l’appalto per la ristorazione in tutte le sedi Rai in Italia, in pratica una torta da 54 milioni di euro per i prossimi 5 anni. In lotta fra loro c’erano multinazionali del calibro di Sodexo e Elior, entrambe francesi, l’inglese Compass, la tedesca Dusman e poi le bolognesi Cir e Camst e l’onnipresente romano- barese Cascina. Alla fine quella torta se l’è aggiudicata il gruppo Ladisa spa. Il gruppo barese (12 milioni di pasti all’anno, 2500 dipendenti, 460 impianti serviti, gestisce anche ristorazione per varie mense scolastiche in Puglia e per Guardia di finanza, Polizia e Carabinieri in quasi tutta Italia) è una grossa realtà circondata da quei giganti con fatturati da nove zeri che hanno gareggiato per l’appalto Rai. Ma in Puglia e in Piemonte è proprio Ladisa a trovarsi tra i principali gruppi nel settore della ristorazione. Quest’anno dovrebbe fatturare circa 100 milioni di euro. Quasi tutti i pazienti degli ospedali baresi mangiano pasti preparati da questa azienda che in realtà è fra le poche, se non l’unica, presente realmente sul territorio regionale con un grosso stabilimento nella zona industriale di Modugno costato una decina di milioni di euro. Gli appalti per la ristorazione dell’Asl Bari e per il Policlinico sono infatti gestiti da Ladisa. Nell’azienda sanitaria locale barese il servizio è gestito in ati (associazione temporanea di imprese) proprio con il gruppo La Cascina Global Service ed è in proroga, dopo la decisione del nuovo direttore generale Vito Montanaro di sospendere l’iter della nuova gara da 37,8 milioni di euro per irregolarità nella scrittura del bando da parte della precedente direzione generale. Irregolarità «tali – era scitto nella delibera con cui si cancellava il vecchio bando – da incidere notevolmente sulla possibilità di massima partecipazione da parte delle ditte del settore». Al Policlinico, invece, fino all’avvio della nuova gara da 52 milioni, il servizio in proroga è sempre in ati con la costola di Cascina, ovvero Coop Solidarietà e lavoro.Sono proprio queste ultime ad avere i maggiori interessi sulla ristorazione negli ospedali pugliesi. L’Asl di Taranto, infatti, è gestita da Solidarietà e lavoro, l’Asl Bat è in ati tra Cascina e Pastore.A Lecce, dove fino all’arrivo di Giovanni Gorgoni (nuovo dirigente dell’area Salute della Regione) alla guida dell’Asl il servizio era in proroga da anni e non si vedeva uno straccio di gara dagli anni Novanta del secolo scorso, la ristorazione era un affare nelle mani di Cascina in ati con l’inglese Compass. Poi c’è l’Asl Brindisi, dove il servizio è stato in proroga (3,6 milioni di euro per 8 mesi) fino al 30 giugno scorso all’ati composta dalla francese Gemeaz Elior insieme a Brin Mense. A Foggia, invece, la ristorazione è un affare della Cir, ma i pasti degli Ospedali Riuniti sono nelle mani della transalpina Sodexo, un gigante con decine di migliaia di impiegati nel mondo e un fatturato che si aggira attorno ai 15 miliardi di euro. (a.cass.)