relazione - Associazione Italiana GIST
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relazione - Associazione Italiana GIST
Dott.ssa Federica Grosso (Struttura Semplice Trattamento Medico Sarcomi Adulto, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milano) Intervento al 1° Incontro nazionale A.I.G. “Approfondimento medico sui GIST: parliamone con i pazienti.” Milano, 1 Marzo 2008 La Rete Nazionali Tumori Rari: cos’è e come opera Il problema dei tumori rari è rilevante in oncologia. Se considerati insieme tutti i tumori rari arrivano ad avere la stessa incidenza di un tumore frequente. Sono considerati rari gruppi di tumori con incidenza < 5/100.000 abitanti l’anno e, considerati tutti insieme, rappresentano circa il 15-20% di tutti i tumori. I tumori rari, come le malattie rare in genere, comportano difficoltà particolari. Le competenze cliniche non sono sempre raggiungibili con facilità dalla persona malata, in quanto i centri che ne dispongono sono dispersi geograficamente. Inoltre, il trattamento dei tumori rari richiede spesso approcci multidisciplinari, e dunque la dispersione geografica delle competenze risulta ancora più frequente. Di fatto, i tumori rari sottendono un elevato grado di migrazione sanitaria, all’interno e verso l’esterno del Paese. Dunque la collaborazione è vitale nell’assistenza a questi pazienti. Ovviamente, anche la ricerca trae beneficio dalla collaborazione, perché solo da questa possono scaturire casistiche cliniche di sufficiente numerosità. Oggi, la telematica può rendere più facile la collaborazione a distanza tra medici e strutture sanitarie. I tumori rari costituiscono dunque un ambito prioritario per la sperimentazione della telematica nell'organizzazione dell'assistenza oncologica, con lo scopo di migliorare la qualità di cura e favorire la ricerca. Sulla base di queste premesse è nata la Rete Tumori Rari. Si tratta di una collaborazione permanente tra strutture sanitarie con lo scopo di migliorare la qualità di cura ai pazienti con "tumore raro", con i seguenti obiettivi primari: • assimilare la diagnosi e il trattamento nei centri partecipanti secondo criteri comuni (si definisce "logico di rete" il paziente il cui caso viene affrontato nell'ambito della Rete secondo criteri condivisi); • realizzare la condivisione a distanza di casi clinici fra i centri partecipanti (si definisce "virtuale di rete" il paziente il cui caso sia condiviso a distanza nell'ambito della Rete); • promuovere un razionale accesso alle risorse di diagnosi e cura, limitando se e quanto possibile la migrazione del paziente (si definisce "fisico di rete" il paziente che sia trattato in più centri della Rete). E’ fattibile una collaborazione di questo tipo grazie al fatto che nella definizione della strategia terapeutica ci sono alcuni tempi critici che possono essere condivisi anche in maniera virtuale, senza che il paziente si sposti. Uno dei punti fondamentali, per esempio, è un giusto inquadramento istologico e questo non richiede necessariamente lo spostamento del paziente, ma semplicemente l’invio dei vetrini; allo stesso modo la definizione di quale sia la migliore strategia terapeutica può essere fatta anche solo sulla base della storia clinica del paziente e della visualizzazione della diagnosi patologica e delle sue immagini radiologiche. Ci sono invece delle tappe dell’iter terapeutico che possono essere effettuati solo in alcuni centri di riferimento per la patologia e che, grazie alla collaborazione in Rete, possono essere razionalizzati (ovvero il paziente si sposta solo nel momento in cui è necessario e se è necessario). Nella figura che segue è rappresentata la cartina dei centri della Rete. Più di 100 strutture oncologiche italiane e 350 oncologi distribuiti su tutto il territorio nazionale vi partecipano attivamente. Il progetto della Rete Tumori Rari è stato avviato nel 1997 dall’Istituto Nazionale Tumori di Milano all’interno della collaborazione in ambito “G7”, finalizzata alla costituzione di reti oncologiche nazionali interconnesse a livello internazionale. La definizione e validazione della Rete Tumori Rari è stato quindi oggetto di un progetto di ricerca finalizzata, supportato dal Ministero della Salute, coordinato dalla SS Trattamento Medico Sarcomi Adulti della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori di Milano. Nel 2005 grazie ad un ulteriore finanziamento del Ministero dell’Innovazione Tecnologica e del Ministero della Salute è stato possibile procedere ad un miglioramento tecnologico del progetto. Il modello prevede la presenza di centri provider, che hanno funzione di consultazione e forniscono teleconsulti su un determinato tumore, e di centri user che registrano i pazienti in Rete e possono richiedere teleconsulti. Un centro che chiede un teleconsulto su un determinato tumore, può, a sua volta, essere un centro che eroga teleconsulti su altri tipi di tumori. Tutti i centri condividono a priori dei principi comuni di trattamento. Il modello di funzionamento della rete. Il modello di funzionamento della Rete è schematizzato in figura 2. chirurgia radioterapia chemioterapia All’inizio della storia clinica i dati di un paziente vengono inseriti all’interno della scheda della rete; il caso viene condiviso e discusso con un centro di riferimento (centro provider) per quel determinato tumore e viene definita una strategia terapeutica. Se il paziente necessita di alcuni trattamenti, come la chemioterapia o altre terapie sistemiche come quella con Glivec che possono essere effettuate vicino al domicilio, il paziente inizierà presso il centro user della Rete vicino al proprio domicilio il trattamento e, solo e se vi sarà la necessità di fare dei trattamenti più specializzati (ad esempio chirurgia piuttosto che la radioterapia) si sposterà verso il centro di riferimento della Rete. Il prototipo Il prototipo è molto semplice: è una scheda clinica sul web, anonimizzata, in un sito protetto, composta di tutte le componenti di una normale cartella clinica cartacea. Allegata a ciascuna scheda clinica del paziente di Rete c’è un sistema di messaggistica (analoga ai comuni messaggi di posta elettronica) che consente ai medici che condividono il caso di scambiarsi dei messaggi sul paziente stesso garantendo la tutela del dato sensibile. Inoltre tutti i messaggi che vengono scambiati su quel paziente vengono stoccati in un database e mantenuti in memoria. Oggi tramite la Rete è possibile ottenere diversi tipi di consulti: il teleconsulto clinico, il consulto patologico, il consulto per condivisione continuativa. Il tele consulto clinico corrisponde ad un parere fornito da un centro provider sulla definizione della strategia terapeutica ottimale per quel paziente sulla base delle informazioni disponibili nella scheda di Rete. il consulto istologico corrisponde alla revisione dei preparati istologici in un cento di riferimento della rete. Quest’ultimo prevede che i vetrini vengano inviati nel centro di riferimento. Tramite questo tipo di consulto è, ad esempio, possibile che tutti i pazienti affetti da Gist possano avere l’analisi molecolare che ad oggi è fattibile solo in un numero limitato di strutture oncologiche. Il consulto per condivisione continuativa significa che il paziente viene gestito in comune tra centro user e un centro provider in tutte le tappe dell’iter diagnostico terapeutico. Questa modalità è stata implementata negli ultimi anni per i cosiddetti ‘pazienti fisici di Rete che espletano parte del trattamento vicino a domicilio e parte del trattamento nel centro di riferimento. Tramite questo modalità di condivisione è possibile anche che i centri che condividono il paziente prenotino tra di loro le visite per conto del paziente stesso, senza che questi debba provvedervi in prima persona. Nel centro di riferimento il paziente accede ad un ambulatorio dedicato in cui il suo caso è noto e troverà nell’ambulatorio gli specialisti adatti per essere coinvolti per quel particolare problema; per esempio, se il quesito è di tipo misto, troverà nell’ ambulatorio della Rete l’oncologo medico e il chirurgo. Tra gli obiettivi principali della Rete vi è l’incentivazione della ricerca clinica sui tumori rari, che tra l’altro è importantissima per il miglioramento della qualità della cura. La Rete collabora sin dal suo nascere con l’Italian Sarcoma Group che è il gruppo collaborativo italiano di ricerca sui Gist e sui sarcomi e questo ha permesso che molti pazienti accedessero tramite la Rete agli studi clinici attivi solo in alcuni centri. In questo senso un esempio importante è stato quello dei due studi condotti sui Gist, GIOTTO focalizzato sulla storia naturale della malattia e REGISTER focalizzato sulla diagnosi patologica, che in poco più di un anno hanno reclutato un migliaio di pazienti ciascuno, un numero veramente inatteso per una patologia così rara. Entrambi gli studi sono stati condotti attraverso la Rete e il numero di pazienti inseriti nei due studi è stato superiore a 1500 pazienti. I numeri della Rete Dal 2003 ad oggi sono stati gestiti in rete circa 2800 pazienti. Sono condivisi attivamente più di 800 pazienti. Ogni settimana nell’ambulatorio della Rete gestito da oncologi medici e chirurghi vengono visitati 5 ai 10 pazienti. Il futuro della Rete L’obiettivo per il futuro è di integrare la Rete con le prestazioni del Sistema Sanitario Nazionale. Il recente finanziamento del Ministero della Innovazione Tecnologica e della Salute ha permesso non solo un aggiornamento della piattaforma informatica, ma anche di ridefinire il modello. In questo senso è previsto che accanto ai centri che collaborano con la Rete vi sia un Centro Servizi che si occuperà dell’help desk informatico e di tutte le attività logistiche legate alla rete (ad esempio la spedizione dei vetrini e delle immagini radiologiche). I temi legali sono stati affrontati con un consulente che si occupa di diritto di Internet, adeguando il modello della Rete alle normative vigenti in materia di privacy; è stato redatto un regolamento della Rete e sono state definite le responsabilità dei membri e dei centri che partecipano alla stessa. Inoltre è stata rivista l’informativa al paziente e il consenso che gli viene chiesto di firmare prima che i suoi dati vengano inseriti nella rete. In sintesi L’esperimento della Rete Tumori Rari, che è una collaborazione permanente tra centri clinici che operano per migliorare la qualità della cura e l’assistenza dei pazienti con tumore raro, ha fatto capire che la cooperazione in questo campo è fattibile. Il nuovo modello della Rete aiuterà a formalizzare tutti quei servizi che già sono disponibili, certificandoli anche nell’ambito di un sistema di qualità e al termine di questa seconda fase di sperimentazione è auspicabile che la Rete venga integrata in una operatività regolare del Servizio Sanitario nazionale,con l’obiettivo di migliorare la qualità della prestazione, diminuendo la migrazione sanitaria e di conseguenza i costi sociali . §§§