16 - La Rivista della Scuola

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16 - La Rivista della Scuola
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LA RIVISTA DELLA SCUOLA
INSERTO SPECIALE
Elementi di
psicologia
evolutiva
chi ascolta), dove regola la gestione
dei turni (sincronizzazione), e permette, come segnale d’appello, l’inizio di una conversazione tra sconosciuti. É anche un segnale per
gestire la propria immagine personale. Chi guarda il partner è percepito come attento, dimostra competenza, credibilità, affidabilità. Favorisce la cooperazione, può servire a
richiedere e ottenere consenso e a
mostrare emozioni (tipo abbassare
lo sguardo). La fissazione oculare
(sguardo prolungato) può essere
minaccia, avvicinamento emotivo,
seduzione. La dilatazione della
pupilla è un segnale di attrazione
sessuale.
I gesti, azioni motorie circoscritte,
contribuiscono al linguaggio del
corpo. Si dividono in gesticolazione
(gesti iconici che accompagnano
l’azione del parlare), pantomima
(imitazione di azioni, scene o situazioni), emblemi (simbolici o semiotici, compiuti in sostituzione del linguaggio), deittici (di indicazione),
motori (o percussioni, come il tamburellare con le dita), linguaggio dei
segni (dei sordomuti, convenzionalizzati). I gesti sono un modo spaziale di rappresentazione simbolica,
integrano il discorso, e variano in
base alla cultura.
(A.F.) Il sistema prossemico
e aptico
La prossemica concerne la percezione, l’organizzazione e l’uso
dello spazio, l’aptica le azioni di
contatto corporeo.
La prossemica è un sistema di
riferimento della propria territorialità
riferita all’ambiente esterno. Identifica dei confini fisici ben precisi per
determinate attività. Identifica diverse zone: intima (relazioni ravvicinate), personale (la bolla spaziale personale), sociale (delle interazioni con
gli altri), pubblica (situazioni ufficiali).
L’uso dello spazio va regolato in
modo da mettere a proprio
agio/disagio il partner. La violazione
dello spazio suscita reazioni di difesa.
L’aptica concerne uno dei bisogni
della specie umana, il contatto fisico. Negli animali esiste il grooming,
contatto fisico che mantiene affiliazione, dominanza etc. Nell’infanzia
il tatto è importantissimo. Con gli
anni l’esigenza di essere toccati si
allontana sempre di più. Riguarda i
rapporti amorosi (segno di legame,
affetto, attrazione sessuale), in cui è
l’uomo generalmente a iniziare il
contatto. Serve anche a gestire rappor ti di dominanza (pacca sulla
spalla del dominante sul sottoposto). Esistono rituali (abbraccio,
congratulazioni, strette di mani). La
persona che tocca in alcune culture
o situazioni è ritenuta cordiale,
estroversa, simpatica, in altri casi
fastidiosa e irritante.
(A.F.) Il sistema cronemico
Il modo in cui l’uomo percepisce
e usa il tempo per le proprie attività.
E’ una variabile basilare. La cronemica è influenzata dai ritmi circadiani (cicli fisiologigi giornalieri come
sonno-veglia), infradiani (superiori
ad un giorno, come il ciclo), ultradiani (diversi cicli al giorno, la respirazione). Gli agenti sincronizzatori
ambientali sono gli elementi ambientali che aiutano questi cicli (giornonotte). Esistono culture veloci (industrializzazione, benessere economico, clima freddo, individualismo)
con forti vincoli temporali e basate
sulla monocronia (un’attività altamente specializzata per volta), e
culture lente (policronia, povertà,
lentezza). Ogni soggetto è portatore
di uno specifico ritmo personale: la
sincronia comunicativa è importante.
Anno XXX, 1/30 novembre 2008, n. 3
Sviluppo della
nel bambino
Le funzioni della
comunicazione non verbale
(A. F.)
Metafunzione relazionale: la
CNV par tecipa in modo attivo e
autonomo a produrre significato
assieme alla lingua. É poco idonea
a trasferire conoscenze (tranne nel
caso del linguaggio dei segni), rappresenta con difficoltà idee astratte
o qualità. La CNV ha un basso
grado di convenzionalizzazione, è
linguistica (azione del parlare inserita nel contesto). Il discorso per
Focault è collegato al potere, orientato all’ordine. Habermas dice che il
discorso è una situazione linguistica
ideale, istanza regolatrice della
società umana. Van Dijk fa una
Analisi Critica del Discorso. Il circolo
culturale di Bachtin nel XX secolo
dà vita alla teoria del dialogismo: il
significato di un testo non è determinato dal suo autore ma dalla rela-
per l’attribuzione del senso, e si
realizza in tre dimensioni: campo,
tenore, modo. Il diatesto: il contesto
non è solo una cornice agli enunciati ma penetra nell’azione dialogica.
I metodi di analisi
del discorso
L’analisi del discorso riguarda:
naturalità, contestualità, oralità,
socialità, indessicalità, sequenzialità, costruttività,dimensionalità,
significanza, regolarità. Un metodo
noto è l’Analisi Proposizionale del
Discorso, che si basa su 5 fasi: segmentazione proposizionale, reperimento dei referenti-nodi, costruzione dei modelli argomentativi, ristrutturazione per delinearizzazione
numerica e/o testuale, interpretazione. Labov fa un’Analisi Comprensiva del Discorso , che analizza la
dicotomia tra ciò che è stato detto e
ciò che è stato inteso.
(G. S.) Verso una psicologia discorsiva
data ad un apprendimento latente e
implicito. Ha una funzione relazionale perchè più che le conoscenze
riguarda il modo di relazionarsi con
il mondo, con segnali di supporto e
conferma che veicolano il cambiamento psicologico. L’efficacia della
CNV dipende dalla connessione tra
interazione e relazione. Risulta fondamentale sul piano relazionale, ed
è importante nella manifestazione
di emozioni (è un canale privilegiato), l’intimità (nella distanza ridotta),
nelle relazioni di potere (dominanza) e nella persuasione.
(A. F.) Discorso e
conversazione
Le origini della scienza
discorsiva
Il sapere scientifico è pratica
discorsiva regolata da procedure di
produzione di senso o significazione. Nella cultura occidentale il
discorso è polisemico, è sia la consistenza che si dà alla razionalità, il
prendersi cura degli eventi. Spesso
discorso significa parlare di qualcuno, o per indicare un parlare comune che implica un determinato contesto. In chiave postmoderna la psicologia mira a spiegare come opera
la mente nei contesti delle forme di
vita delle persone: il linguaggio è
uno specchio: si mette in discussione la realtà oggettiva, in favore di
una visione sociocostruzionista:
sono le pratiche discorsive a tracciare l’orizzonte di riferimento di ciò
che viene considerato reale dalle
persone. Nella versione radicale
viene a cadere la fiducia nella capacità umana di cogliere le cose
oggettivamente, nella versione
debole il sociocostruzionismo non
contesta il senso comune ma bisogna sviluppare un realismo critico
considerando sia gli aspetti della
cultura sia il punto di vista.
(A. F.) Orizzonte
teorico
dell’analisi del discorso
Lo studio dell’analisi del discorso
(AD) è una indagine sulle pratiche
che attivano i sistemi di segni. Si
basa su due assunti: natura sociocostruttiva della conoscenza (forma
e contenuto sono nella cultura), e
carattere interazionale del significato (la cultura si realizza interdividualmente). Chomsky instrada
verso linguistica testuale (aspetto
percettivo del parlare) e pragmatica
zione con il suo destinatario. La
trama polifonica enunciativa è evidenziata nell’eteroglossia. La voce
del parlante risuona insieme a quella di chi ascolta, che pare rispondere in anticipo. Per Bachtin il significato linguistico di una parola è una
potenzialtà che si realizza solo
quando incontra un contesto di
enunciazione. Divide il discorso in
generi primari semplici (immediati
della vita quotidiana) e secondari
(istituzionali, più ragionati). L’espressione organizza l’esperienza.
Garfinkel Sachs e Turner parlano di etnometodologia: si esamina la
produzione linguistica in base agli
schemi socioculturali. Si basa su
indessicalità (si considera il contesto
di uso), e la riflessività (la società è
una sola e fornisce le categorie per
interpretare e interagire). L’etnometodologia studia le pratiche discorsive e la conversazione. Questa è
regolata da procedure ad hoc (si
collega l’agire sociale ad un contesto normativo) e pratiche di glossa
(rendere espliciti gli assunti cui il
parlante si riferisce). Pronunciare
enunciati in un dato contesto significa fare società.
Secondo la linguistica testuale il
testo deve avere: coesione, coerenza, intenzionalità, accettabilità,
situazionalità, informatività, intertestualità. Secondo De Saussure la
fonazione (parole) è il pescare nella
langue. La psicologia dell’enunciazione mira a reperire le procedure
di modalizzazione del discorso, che
legano il soggetto al contesto di riferimento. Sono impor tanti i verbi
modali (sapere, potere, dovere,
volere) e gli avverbi di modo perchè
modellano l’immagine di sé che il
comunicatore vuole dipingere. Si
distingue negli enunciati un grado di
evidenzialità in cui da un lato c’è il
dato presentato come certezza dall’altro quello opinabile.
La teoria degli atti linguistici: gli
umani che discorrono costruiscono
congiuntamente mondi discorsivi. Si
deve considerare l’azione sociale
che è alla base della pragmatica linguistica dell’AD (il rapporto con il
contesto). Anche nel caso del
monologo il parlante si sdoppia perchè alla base del discorso c’è una
condivisione dell’intenzione discorsiva, resa possibile da uno sfondo
di conoscenze condivise che mira a
creare un clima di accordo. La funzione del contesto è fondamentale
Analizza la produzione, la comprensione e lo scambio del significato. Prevale una psicologia dell’azione rispetto ad una cognitiva. Si
basa sul concetto di interesse come
generatore degli effetti discorsivi.
Gli stessi processi psicologici sono
costruiti discorsivamente. Si passa
dalla rappresentazione all’azione
tramite il repertorio interpretativo. Si
creano le rappresentazioni mentali,
utili nella produzione e la comprensione del discorso, che oscilla tra
senso comune e critico. Il paradosso del discorso è che le persone
sono e non sono in grado di capirsi.
Si ha una riscoperta della retorica,
che contribuisce al processo di definizione dell’identità personale.
(G. S.) Analisi della conversazione
La conversazione è una forma
più o meno familiare di interazione
discorsiva in cui i parlanti si alternano in una attività polifonica orientata
al raggiungimento di uno scopo. La
conversazione si articola in una
sezione di apertura (avvio della
conversazione, saluti e convenevoli), lo sviluppo degli argomenti, fase
in cui c’è comunicativo diretto basato su contiguità temporale, associazione libera di argomenti, o cambio
di argomenti (si attiva tramite marcatori espliciti o impliciti) e zona di
chiusura (di norma è una conclusione dolce e simmetrica che mitiga la
separazione). Nella conversazione
c’è un processo di turnazione che è
a gestione locale. Si cambia turno
nel Punto di Rilevanza Transizionale.
Quando si verifica uno di questi
punti, l’attore può continuare a parlare, cedere il turno, richiedere il
turno, rifiutarlo. Si può verificare una
discontinuità con pause. Il silenzio
può essere interno al turno (pausa
da non occupare) o può significare
“vai avanti” in caso di rifiuti non
netti. A volte si verificano sovrapposizioni. I turni sono regolati anche
da segnali non verbali come sguardo ed espressioni facciali.
Nei tur ni si verificano anche
sequenze complementari: coppie
comunicative domanda-risposta,
saluti-saluti, adiacenti, distinte e
prodotte da diversi parlanti, in cui
chi occupa la prima parte del turno
lascia spazio al secondo. Ci sono
sequenze di turni preferenziali e
non preferenziali. I non preferenziali
sono marcati da indugio, prefazione, spiegazione del rifiuto. I preferenziali si hanno in caso di correzione (spontanea o sollecitata). Esistono inoltre delle pre-sequenze che
prevedono dei turni preliminari che
anticipano il contenuto. Insieme al
pre-annuncio (hai sentito l’ultima?)
serve ad attirare l’attenzione, o
sono funzionali all’ottenimento di un
qualcosa.
La cultura ha impor tanza sul
sistema della conversazione, ci
sono culture più loquaci e culture
più sintetiche. Ha una sua importanza la gerarchia sociale. Esistono
coppie adiacenti (per esempio i
saluti) di apertura e chiusura che
sono dipendenti dalla cultura. In
Giappone per esempio “come stai?”
è indiscreto, in Vietnam si chiede
“hai mangiato riso?”. Il “prego” o
“you’re welcome” in Giappone è
considerato offensivo.
(A. F.) Discomunicazione e
comunicazione patologica
Verso una definizione di discomunicazione
La com. può avere successo
anche senza essere esplicita. La
trasparenza semantica e intenzionale classica va superata perchè
comunicare è sempre una attività a
rischio. Si parla di discomunicazione quando si dice per non dire: gli
aspetti impliciti e indiretti vincono su
quelli espliciti e diretti. Comprende
la com. ironica, menzognera e
seduttiva, linguaggio figurato, finzione, parodia. Comunicazione e
discomunicazione comunque non
sono nettamente separate. Si ha
opacità intenzionale della discomunicazione quando l’intenzione
espressiva differisce dall’intenzione
comunicativa. Aumenta la libertà ed
è una opportunità, è intrigante e allo
stesso tempo precaria.
La comunicazione ironica
L’ironia è considerata una figura
retorica basata sull’antifrasi (si intende l’opposto del detto). C’è inversione semantica tra detto e implicito.
L’ironia può essere sarcastica (parole di elogio per indicare disprezzo),
bonaria (critica per elogio), socratica
(elegante e garbata), scherzosa
(vicina alla battuta di spirito).
Prospettiva razionalista (Grice): l’ironia è opposizione netta e formale
tra s.te e s.to. É indiretta ma chiara.
Prospettiva machiavellica: tende
a creare effetti sul partner senza
tener conto delle regole formali del
linguaggio, come disorientare o
cogliere di sorpresa. La comprensione dell’ironia (script inatteso) si
ha con la percezione dell’incongruenza rispetto alla situazione, e la
rilevazione del valore ironico come
soluzione dell’incongruenza.
Teoria ecoica (della menzione):
l’ironia è un modo per evocare il
pensiero, l’azione del partner. E’
una menzione implicita di cui si percepisce l’eco. Si parla anche di tongue in cheek, commento laterale di
sottofondo, e di ironia citazionale: l’ironia è citazione di quanto è accaduto in precedenza.
Prospettiva teatrale: l’ironia è
vista come finzione trasparente. Il
parlante fa finta di crederci ma gli
indicatori metalinguistici mostrano
la verità. É simile ad una parodia.
L’ironia è una comunicazione obliqua: mostra ciò che nasconde,
nasconde ciò che dice. Sul piano
psicologico ha diverse funzioni: consente di aggirare la censura in
maniera culturalmente corretta, permette di salvaguardare la riservatezza come ancora di salvezza
(dote del saggio messo alle strette),
di rinegoziare i significati sfruttando
l’ambiguità relazionale (fraintendimento simulato). La voce ironica è
altamente caratterizzata da tono
acuto e modulato, alta intensità,
ritmo rallentato. L’ironia è un gioco
“di fioretto”, pungente. Il commento
ironico si inserisce in uno script iro-