Carige, la sterzata di Castelbarco

Transcript

Carige, la sterzata di Castelbarco
LA NOMINA A PRESIDENTE
Carige, la sterzata
di Castelbarco
«Subito il piano
e nuovo manager»
GENOVA. Cesare Castelbarco, nuovo presidente di Banca Carige si presenta, con il suo
vice Alessandro Repetto. Nel giorno dell'addio di Giovanni Berneschi all'assemblea dei
soci, Castelbarco annuncia un taglio con il
passato. Taglio di teste (oltre a Berneschi
escono Orsero, Traverso e Scotton) e di politiche, tanto che non esclude un'azione di responsabilità per i "buchi" del settore assicurazioni. Il rilancio sarà affidato al nuovo amministratore delegato e al piano industriale.
SERVIZI» TI
ELETTO PRESIDENTE, REPETTO VICE. «POSSIBILE AZIONE DI RESPONSABILITÀ SULLE ASSICURAZIONI»
Carige, la sterzata di Castelbarco
«Amministratore delegato e piano industriale entro ottobre». Via Orsero e Traverso
GENOVA. Monitor che indicano i
cinque minuti massimi concessi per
ogni intervento (a dire il vero ben poco rispettati) e voto digitale: l'assemblea Carige che incorona i nuovi vertici della banca annuncia così, in sordina, con piccoli cambiamenti, il promesso rinnovamento dell'istituto.
Nel giorno dell'addio del presidente
Giovanni Berneschi, nella Sala delle
Grida della Borsa, in Via Venti Settembre, non si fanno vedere il nuovo
numero uno e il suo vice, Cesare Castelbarco e Sandro Repetto, ma il voto li decreta numero uno e due dell'istituto - come ampiamente previsto - con oltre il 60% dei voti per la loro lista, oltre quindi al peso della
Fondazione, che può votare per la
maggioranza meno uno.
Più tardi, nel pomeriggio, i due si
sono ritagliati lo spazio di una lunga
conferenza stampa per spiegare come sarà il nuovo istituto. Affiancato
dal vicepresidente Alessandro Repetto da una parte e il direttore generane Ennio La Monica dall'altra, Castelbarco annunciava che «è possibile un'azione di responsabilità contro
i vecchi vertici delle compagnie assicurative», un pozzo senza fondo per
la banca prima che arrivasse Guido
Alpa e oggi tra gli asset in vendita. Poche ore più tardi, si dimetteva dalla
vicepresidenza della controllata savonese Carisa Raffaella Orsero, chiudendo così l'imbarazzante stagione
della doppia veste di amministratrice
e cliente (con una posizione pesante e
criticata da Bankitalia). Si dimettono
inoltre - come chiesto da Via Nazionale - il presidente del collegio sindacale Andrea Traverso e il sindaco effettivo Massimo Scotton. Al loro posto Stefano Lunardi e Pietro Segalerba. Sono gli atti concreti che
Castelbarco - consigliere dell'istituto
dal 2007 - può portare a dimostrazione del fatto di voler fare sul serio
quando racconta «il mio impegno assoluto nel muovermi nel solco di
quanto indicato da Bankitalia». Castelbarco è costretto a una road map
dai tempi strettissimi: entro fine ottobre, ha spiegato, in ottemperanza
alle indicazioni ricevute sarà scelto il
nuovo amministratore delegato dopo aver ingaggiato un cacciatore di teste e sarà quindi stilato il nuovo piano
industriale. Nel frattempo si cerca un
acquirente per le assicurazioni, anche se non è facile. Clessidra, che pure
si era impegnata a studiare i conti, ha
fatto un passo indietro. Tuttavia, ha
detto ieri il dg Ennio La Monica, una
«importante compagnia assicurativa
europea» si è fatta avanti ed è ora impegnata in data room.
Daunaparte Castelbarco deve correre e dall'altra garantire un taglio rispetto al passato nonostante i sei anni precedenti passati in consiglio. Ieri, alle domande dei giornalisti su
questo punto, ha ricordato che proprio le dimissioni sue e di altri consiglieri è stato avviato il processo di rin-
novamento della banca, negando che
questo sia stato invece determinato
dall'intervento esterno di Bankitalia.
Un passaggio controverso dal momento che le dimissioni dei consiglieri sono sì arrivate prima della famosa relazione di Via Nazionale che
imponevano il cambio al vertice, ma
dopo che gli ispettori avevano lasciato Genova con idee già ben precise
sulle magagne dell'istituto. Ad ogni
modo, sia Repetto che Castelbarco
hanno escluso un loro passo indietro
nel caso fossero sanzionati come
consiglieri della precedente gestione
da Via Nazionale, o nel caso in cui fossero indagati dalla Procura.
I due, ora, sono impegnati nell'immaginare il futuro della banca che, è
stato sottolineato più volte, «deve rimanere un punto di riferimento soprattutto della Regione». Niente è
escluso in questo momento: «Siamo
aperti anche ad alleanze con altri istituti, a tutto quello che può essere fatto nell'interesse della banca» ha spiegato Castelbarco lasciandosi quindi
molte porte aperte in una situazione
obiettivamente difficile, tra esigenze
di rafforzamento del capitale e vendite difficili da portare avanti. La banca
Carige che si immaginano Castelbarco e Repetto è un istituto «che non si
richiude dentro l'Appennino» ed è
quindi capace di sostenere l'economia ligure guardando anche a realtà
imprenditoriali più larghe di quelle
liguri e genovesi, un istituto che «aiu-
ta le piccole e medie imprese», attento alle infrastrutture e lo shipping,
settori centrali per il territorio. Ma
tutto questo viene dopo. Viene dopo
le cessioni - il piano potrebbe essere
rivisto per includere altri asset che
non siano assicurazioni, Autofiori e
la già venduta Sgr - e dopo anche l'atteso giudizio di Bankitalia. A questo
proposito, nonostante una relazione
di controdeduzioni sia già stata spedita dal vecchio cda, Castelbarco non
ha escluso una «integrazione». Il titolo, ieri, ha chiuso in calo dello 0,21%
in una seduta difficile, con il Ftse Mib
a-1,2%.
SA. C.
Sandro Repetto e Cesare Castelbarco, vicepresidente e presidente di Carige nominati ieri dall'assemblea