Norma città solidale prog_sintesi [modalità

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Norma città solidale prog_sintesi [modalità
“Assoc. Culturale I CICLOPI”
Comune di Norma
Provincia di Latina
Norma città solidale
L’accoglienza degli sfollati dallo sbarco
americano ad Anzio nella seconda guerra
mondiale
22 gennaio 1944
Progetto realizzato con il contributo dell’Amministrazione Provinciale di Latina
Mostra documentale sul periodo “dello
sfollamento”
La mostra si prefigge:
di sensibilizzare il maggior numero di cittadini e enti al fine di raccogliere ogni
fotografia o altro documento risalente al periodo dello sbarco degli americani ad
Anzio, utile a documentare “lo sfollamento” dei tanti cittadini di Anzio, Nettuno e
Cisterna costretti a rifugiarsi a Norma.
di creare un fondo documentale da mettere a disposizione dei cittadini, degli
studenti e degli studiosi.
di rafforzare il legame tra le popolazioni dei comuni che vennero
drammaticamente sconvolte durante l’ultima grande guerra mondiale e rinnovare
lo spirito di solidarietà tra i cittadini che contraddistinse la popolazione normense
in quel drammatico 1944.
di raccogliere e catalogare, a conclusione della mostra, tutti i documenti
presentati e inserirli in un archivio digitale, consultabile liberamente su internet.
Mostra documentale sul periodo “dello
sfollamento”
Organizzazione della mostra e allestimento
Creazione di un gruppo di lavoro composto da studiosi locali e
cattedratici
Creazione di un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti dei
Comuni di Norma, Anzio, Nettuno, Cisterna e Cori e dalle Provincie
di Latina e Roma.
Raccolta di documenti e fotografie dell’epoca.
Elaborazione del programma della mostra.
Allestimento degli spazi espositivi fissi.
Allestimento di uno spazio espositivo per la proiezione di films,
immagini di repertorio cinematografico e televisive all’interno del
sito archeologico dell’Antica Norba.
Creazione di un archivio digitale consultabile da internet.
Redazione e pubblicazione degli interventi e dei contributi
presentati alla mostra.
Pannello 1
LO SBARCO AMERICANO AD ANZIO
Pannello 2
LO SBARCO AMERICANO AD ANZIO
http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Shingle
L'Operazione Shingle fu un'operazione militare organizzata dagli eserciti alleati contro le forze
dell'asse nella zona di Anzio e di Nettuno, durante la campagna d'Italia, nella seconda guerra
mondiale. L'attacco, comandato dal Maggiore Generale John P. Lucas, aveva lo scopo di aggirare
le forze tedesche attestate sulla linea Gustav e di conquistare Roma. La lunga battaglia che ne
derivò è comunemente conosciuta come "battaglia di Anzio" e l'operazione stessa come "sbarco di
Anzio". Il 25 dicembre 1943 il Primo ministro inglese Winston Churchill e il Presidente americano
Franklin D. Roosevelt pianificano in una riunione nella città di Cartagine i termini dell’operazione
Shingle, ovvero lo sbarco alleato oltre la Linea Gustav, per alleggerire la pressione sui reparti alleati
impegnati nel difficoltoso sfondamento della linea. Programmato inizialmente per il 20 gennaio,
lo sbarco venne effettuato due giorni dopo alle ore 2.00, questa operazione aveva lo scopo di
tagliare le più importanti vie di comunicazione dei tedeschi verso il fronte della Linea Gustav, e
alleggerire la pressione proprio su quel fronte di guerra, che stava costando molte vite agli eserciti
alleati.
Gli anglo-americani tenevano in particolar modo alla riuscita di questa operazione, e già dal
settembre 1943 la popolazione fu fatta sfollare. Precedentemente allo sbarco le acque del Tirreno
vennero ripulite dalle mine subacquee e, dopo aver individuato preventivamente le postazioni
difensive nel settore, cinque giorni di violenti bombardamenti ne prepararono il terreno.
L'iniziale superiorità numerica e di mezzi degli attaccanti fu bilanciata dalla lentezza nel
consolidare la testa di ponte, ritardo che fece sì che i tedeschi si riorganizzassero offrendo
un'accanita resistenza nei mesi a seguire, fin quasi a ricacciare in mare gli alleati.
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LO SBARCO AMERICANO AD ANZIO
http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Shingle
Il giorno 22 gennaio 1944, mentre si susseguivano gli attacchi anglo-americani nel difficile
tentativo di superare i fiumi Rapido e Garigliano sulla Linea Gustav, gli eserciti alleati iniziarono a
sbarcare un grosso contingente di truppe su un'ampia fascia costiera tirrenica che andava da Tor
San Lorenzo, oggi frazione di Ardea, fino a Torre Astura, nel territorio comunale di Nettuno. Alle
ore 2,45 del 22 gennaio 1944 al comando del generale John P. Lucas sbarcò al porto di Anzio il VI
Corpo d'Armata USA, formato dalla 1ª divisione inglese del generale Penney, la 45ª divisione di
fanteria statunitense del generale W. Eagles, la 1ª divisione corazzata USA, la 3ª divisione fanteria
USA e numerosi reparti di Rangers e Commando britannici. Su un altro arenile nel frattempo,
chiamato Peter Beach, adiacente all'attuale località del Lido dei Gigli, pose piede (nonostante la
presenza in zona di un campo minato) il 1º Battaglione The Loyal Regiment, il 2º Battaglione The
North Staffordshire Regiment e il 6º Battaglione The Gordon Highlanders della 2ª Brigata di
fanteria. Imponente era lo schieramento navale alleato, che contava su 4 incrociatori, 24
cacciatorpediniere e 6 navi da trasporto, senza contare le centinaia di mezzi da sbarco e mezzi
anfibi. Kesselring comandante delle forze tedesche in Italia, fu colto totalmente alla sprovvista da
questo sbarco a sud di Roma, infatti le forze tedesche in quel settore contavano solamente due
battaglioni della 29. Panzergrenadier-Division (29ª divisione panzergrenadier)[3].
In aggiunta verso mezzogiorno sbarcò la 2ª Brigata Servizi Speciali seguita dalla 24ª Brigata
Guardie, dal 5º Battaglione The Grenadier Guards, dal 1º Battaglione The Scots Guards e dal 1º
Battaglione The Irish Guards. Infine a nord di Anzio prese piede, supportata da commando, parte
della 1ª divisione britannica, tra Anzio e Nettuno furono lanciati due battaglioni di paracadutisti
americani e a sud della stessa città sbarcò la 3ª divisione USA[4]. In 24 ore sbarcarono sul sito
prestabilito oltre 36.000 soldati alleati, mentre la copertura aerea fu assicurata dai caccia del XXII
ASCO statunitense che effettuarono 465 passaggi sulla testa di ponte e 165 a difesa del naviglio
ormeggiato al largo per contrastare la reazione dei cacciabombardieri tedeschi, che realizzarono
infatti sei incursioni articolate in un centinaio di azioni.
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LO SBARCO AMERICANO AD ANZIO
http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Shingle
Il giorno dopo il generale J.P. Lucas poteva già contare su oltre 50.000 uomini, ma la sua tattica fu forse troppo
prudente: anziché scatenare le sue forze contro un nemico sguarnito e impreparato, ritenne opportuno rafforzare
la testa di ponte, consentendo ai tedeschi di rinforzarsi e consolidare le posizioni. Il porto della città iniziò ad essere
bombardato dai tedeschi mediante un potente cannone, l'Anzio Annie, situato nella galleria di Ciampino, a circa 30
km di distanza in linea d'aria. Anzio rappresentò il perno di tutta l'operazione e fu anche il centro abitato che subì
più danni. Oltre alle vittime civili, gran parte del patrimonio edilizio della città andò distrutto o semidistrutto. Lo
sbarco si protrasse anche nei giorni successivi ed ebbe termine solo il 31 gennaio, quando approdarono le ultime
unità anglo-americane. Il 24 gennaio iniziò ad avanzare la 1ª Divisione britannica del generale Penney verso
Moletta, con sul suo fianco destro la 3ª Divisione USA che raggiunse il Canale Mussolini. Intanto sanguinosi scontri
continuavano sulla linea Gustav tra gli alleati e i tedeschi, e solo il 29 gennaio Lucas decise di passare all'attacco
uscendo finalmente dalla testa di ponte, a sua disposizione vi erano oltre 70.000 uomini, 500 cannoni, quasi 250
carri armati e oltre 5000 veicoli di vario tipo. Ma ora il generale americano non si trovò più ad affrontare due
battaglioni, bensì un'improvvisata ma molto efficiente 14ª Armata, per un totale di 8 divisioni, agli ordini del
generale Eberhard von Mackensen. La 3ª divisione USA e la 1ª britannica attaccarono in direzione di Cisterna e
Campoleone, ma furono bloccate dalla reazione tedesca, riuscendo solo a far avanzare di poco il fronte.
Mentre gli scontri intorno a Cassino si facevano sempre più aspri, anche se a favore degli alleati, il generale Lucas il
2 febbraio ricevette l'ordine di fermare il suo VI Corpo d'armata, rinforzare le posizioni e prepararsi alla difesa.
Infatti tra il 3 e il 4 febbraio von Mackensen lanciò un forte contrattacco per saggiare la resistenza nemica verso il
saliente di Campoleone, seguito da un altro poderoso contrattacco il giorno 6 febbraio contro il VI Corpo USA in
direzione Carroceto e Aprilia, che vennero conquistate dai tedeschi il 9 febbraio scacciando con l'aiuto del 76º corpo
corazzato e del 1º corpo paracadutisti gli inglesi del generale Penney.
Il 15 febbraio gli Alleati tentano un nuovo sfondamento della Linea Gustav a Montecassino con l'ausilio di un
violento quanto inutile bombardamento dell'antica Abbazia di Montecassino, mentre nel settore di Anzio gli alleati
vengono ricacciati fino alla linea del fronte del 29 gennaio: solo la netta superiorità aerea gli permise di non
indietreggiare ulteriormente. Questo fatto, insieme agli esigui risultati da lui conseguiti, destituirono il 23 febbraio
il generale Lucas a favore di Lucian Truscott.
Continui attacchi tedeschi si susseguirono fino al 3 marzo, quando un efficace contrattacco della 3ª divisione
americana arrestò in località Ponte Rotto un ennesimo attacco tedesco, riconquistando qualche posizione. Per
qualche settimana su questo fronte non si registrano più movimenti[5]. Intanto l'aggiramento e la conquista alleata
di Montecassino si concluse il 18 maggio. Solo il 21 maggio Truscott ricevette l'ordine dal comandante della 5ª
Armata Usa, generale Mark Wayne Clark, di sferrare un massiccio attacco contro le postazioni tedesche alle 6:30
del 23 maggio, in contemporanea con l'8ª Armata britannica che attaccherà in forze da nord per sfondare la Linea
Senger (già linea Hitler) e penetrare nella valle del Liri.
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LO SBARCO AMERICANO AD ANZIO
di Padre Annibale Gabriele Saggi
Brano tratto dal libro: “Norba e Norma nella archeologia e nella storia”
Una nuova guerra la più terribile e vasta che la storia ricordi era scoppiata nel 1939. Le potenze cosiddette
dell'Asse, Germania, Italia e Giappone si erano schierate contro l'Inghilterra, la Russia, la 'Francia e l'America
era intervenuta nella lotta a protezione dell'Inghilterra. Purtroppo anche i piccoli Stati furono coinvolti nella
mischia, come la Polonia, la Grecia, il Montenegro la costa Africana e I'Egitto. La gioventù di Norma come
quella di tutte le città italiane era sotto le armi dispersa sui fronti più disparati; dalla 'Russia a Giarabub. Il
paese era in comprensibile ansia per essi, quando la mattina del 22 gennaio 1944 i primi Normesi che ebbero
modo di guardare la marina di Anzio e Nettuno la videro stranamente popolata da una moltitudine di navi
da guerra. Gli Americani del Nord con forze navali grandissime si erano attestati sul litorale con lo scopo
strategico di aprirsi una via per Roma, di tagliare in due con un cuneo le armate d'Italia e di avere una base
mobile, perché navale, in caso d'insuccesso. A queste considerazioni si aggiungevano le ragioni della difesa,
perché se il nemico avesse voluto sloggiarli doveva scendere necessariamente allo scoperto nella pianura
pontina controllata dall'aviazione palmo a palmo. La vista della forza americana sul lido del mare gettò una
ondata 'di' eccessivo ottimismo che da principio sgomentò i tedeschi. Norma fu salva per miracolo dai
cannoneggiamenti e bombardamenti. Corse voce che qualcuno dei nostri concittadini fosse nella direzione
delle artiglierie americane per schivare i colpi. Del resto la direzione quasi obliqua dei tiri e la inesistenza di
fortificazioni e soprattutto le mani della Madonna salvarono il paese, che in breve tempo si popolò fuori
modo; si arrivò ad una popolazione di 35.000 abitanti. Tutte le case furono piene; ripulite anche le stalle. I
coloni della bonifica lasciarono i poderi recando con sé i capi di bestiame che erano loro rimasti. Anche le
capanne e le campagne furono affollate. Nel timore che le bestie fossero requisite dai militari tedeschi, si
macellavano ovunque vaccine, suini e pecore a pochissimo prezzo.
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LO SBARCO AMERICANO AD ANZIO
di Padre Annibale Gabriele Saggi
Brano tratto dal libro: “Norba e Norma nella archeologia e nella storia”
Mancava il sale. Qualcuno a rischio della vita valicava i monti e andava a procurarselo; si cambiava un
chilo di sale con un chilo di olio. Nella notte c'erano i fuochi artificiali. Il fronte di Anzio al minimo allarme
apriva uno sbarramento di cannoni e mitragliere con altissimo raggio dove non poteva penetrare nessun
aereo nemico. Piovevano i razzi illuminanti che davano bagliori alle campagne come fosse giorno. Ogni
mattina c'era l'ora del bombardamento: squadre di aerei solcavano n cielo per destinazioni varie. Stragi e
distruzioni dove giungevano. Tutta la pianura fu crivellata da voragini provocate dai bombardamenti a
tappeto. Intanto nel paese da parte dei tedeschi avvenivano requisizioni di persone e caccia agli inglesi o
americani che di notte venivano lanciati dagli aerei per collaborare e dirigere l'opera partigiana. Quando
passò finalmente il fronte, gli americani lasciarono: la palude pontina come un immenso deposito di
viveri e' rifornimenti. Dai paesi vicini tutti andavano ad approvvigionarsi di scatolame, vestiti, scarpe e
sigarette. I Normesi poi e i Sermonetani, visto un treno 'lì dappresso abbandonato e carico di bianco
cotone in fiocchi, coltivato nella nostra terra, se ne impadronirono. Tutte le ragazze fecero filarelli di
legno col quale si tessevano bellissimi maglioni e soffici calzette. Come dopo ogni guerra, non mancò la
così detta strage degli innocenti: ragazzi ed operai accorsi a frugare nel terreno abbandonato dai soldati
furono orribilmente lacerati dagli scoppi delle mine e dagli altri ordigni guerreschi rimasti inesplosi.
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LO SBARCO AMERICANO AD ANZIO
di Padre Annibale Gabriele Saggi
Brano tratto dal libro: “Norba e Norma nella archeologia e nella storia”
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I GIORNI DELLA RESISTENZA
di Don Fernando De Mei
Brano tratto dal libro: “Norma cinque secoli di storia”
La resistenza di Norma all'oppressione tedesca non fu come quella di tanti altri paesi, un
'opposizione armata, con partigiani riforniti di bombe a mano e con un bel fazzoletto rosso al
collo, fu una resistenza più modesta, quasi direi intelligente, guardinga, fatta di buon senso e
soprattutto di tanta prudenza. La mattina dello sbarco, 22 gennaio 1944, apparvero sul vicino
orizzonte del nostro mare le numerose navi da guerra, che avevano già incominciato a gettar
fuoco dai loro cannoni. Dall'alto della rupe di Nonna si vedevano vicine e pareva che da un
momento all'altro dovessero giungere i liberatori. Lo smarrimento che si notò nei Tedeschi, il
passare di molti di essi che si ritiravano attraverso i monti confermò la persuasione che fra
qualche ora sarebbero giunti gli Americani; ci fu anche chi disse di averli visti, di averci perfino
parlato. Il giorno dopo incominciarono invece ad arrivare gli sfollati, che i bombardamenti e le
ripetute cannonate avevano cacciato dalle case e dalle loro terre: era povera gente spaventata e
senza niente, che veniva a Norma da Cori, da Cisterna e dalla pianura, come in un luogo più sicuro.
Le grotte vicine, le stalle, ogni bugigattolo ospitò qualcuno, cosicché, in breve il piccolo paese, con
i suoi tremila abitanti, giunse ad accogliere trentamila persone. Nonna, che allora era un paese
povero, accettò con amore, come meglio poté gli arrivati e quelli che ogni giorno vi salivano per gli
scoscesi viottoli, e prese a spartire il suo già poco pane con loro, con gli sfollati. Giunsero anche
cinque soldati del battaglione S. Marco, uno r'ei quali era ferito e vennero nascosti nell'asilo.
Ricordo Suor Ferdinanda che, come per gli sfollati così per questi poveri giovani smarriti,
desiderosi solo di rivedere le loro case, fu come una sorella, assistendoli finché non riuscirono, uno
dopo l'altro, a tornare nei loro paesi. Due polacchi, forse anch'essi persuasi d'una vicina
liberazione, per non continuare a combattere si rifugiarono nella soffitta della chiesa. Anche per
questi non mancò una benevola protezione e il necessario soccorso.
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I GIORNI DELLA RESISTENZA
di Don Fernando De Mei
Brano tratto dal libro: “Norma cinque secoli di storia”
Di tutto e di tutti s'interessava il parroco Don Vincenzo Zaralli, consigliando e operando, aiutando
questi e i partigiani. Infatti ce ne furono alcuni nascosti nella montagna: due ufficiali italiani e due
americani; questi si erano gettati col paracadute. Dei due italiani seppi dopo il nome, uno era
Americo Mei, allora studente d'ingegneria, il quale, dopo il 29 ottobre 1943, giorno in cui suo
fratello, il sottotenente Armando, venne arrestato, fu mandato dalla Giunta Militare Centrale nella
zona dei Lepini, dove si diceva che s'erano formate bande armate. Ma da noi c'erano soltanto i
Tedeschi, e Arnerico questi trovò, decisi a respingere ad ogni costo l'avanzata degli Alleati.
Giuseppe Intersimone, nel suo libro "Cattolici nella Resistenza Romana“ - Edizioni Cinque Lune,
Roma - aggiunge: «Con l'appoggio morale del vescovo ausiliare di Velletri, mons. Salvatore Rotolo,
che si trovava a Norma a causa delle vicende belliche, e con gli aiuti forniti da don Romualdo Biondi,
priore dell' Abbazia di Valvisciolo, dal principe Caetani, dall' umile ed eroico don Vincenzo Zaralli,
arciprete di Norma (medaglia di bronzo) e del parroco di Sermoneta, ad Amerigo Mei fu possibile
mettersi in contatto con elementi sicuri della zona, raccogliere e organizzare gli .sbandati e i numerosi
prigionieri alleati che se ne stavano nascosti». Per aiutare i patrioti e i prigionieri alleati nascosti
nella campagne di Norma, ogni giorno una donna passava per le famiglie a raccogliere un po' di
mangiare che lei stessa poi portava loro sulla montagna. A proposito di tali aiuti il detto autore
ricorda: «il silenzioso lavoro svolto da Maria Mancini, unitamente ai fratelli Annibale e Giuseppe», i
quali con gravi rischi e sacrifici spartirono con essi il loro poco mangiare e li nascosero e li
aiutarono a fuggire nei momenti del pericolo.
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I GIORNI DELLA RESISTENZA
di Don Fernando De Mei
Brano tratto dal libro: “Norma cinque secoli di storia”
Dei sacrifici e dell'abnegazione di Mons. Rotolo, di Don Vincenzo e di questi ultimi avrebbe potuto
parlare a lungo il tenente Vittorio Gozzer, il secondo di cui conoscemmo dopo il nome, patriota di
grande valore, che comandava allora il gruppo di partigiani che operavano nella zona di Norma.
Questi avrebbe potuto ridire i numerosi episodi di simpatia ed enumerare i tanti aiuti avuti
dall'intera popolazione che, nonostante la sorveglianza, le minacce, i rastrellamenti, le
perquisizioni, preferì dividere con i partigiani il poco cibo che aveva, i rischi e i pericoli, anziché
denunciarli.
Il 4 aprile 1944, Amerigo Mei, responsabile dei raggruppamenti dei Monti Lepini, partì da Norma e
andò a Roma per trovare aiuti, e qui fu arrestato. La lotta però non si arrestò; essa continuò,
ostacolando il passo al nemico, con l'unica arma possibile: quella della resistenza passiva. Passato
l'improvviso smarrimento avuto subito dopo lo sbarco degli Alleati a Nettuno, i Tedeschi erano
ritornati a percorrere le vie del paese con la primitiva baldanza; quasi ogni giorno venivano a
rastrellare gli uomini per portarli giù a scavare le trincee. Dopo i primi rastrellamenti il paese si
organizzò alla difesa; dalle finestre che sporgevano verso il piano le donne presero ad osservare
tutti i movimenti dei Tedeschi, così, ogni volta che vedevano salire una macchina, davano il
segnale "ecco i Tedeschi". Allora si vedevano gli uomini fuggire sui tetti, nei sotterranei, nelle
soffitte, e in pochi secondi il paese si svuotava, prendendo un aspetto strano, dove si vedevano
solo le donne che spiavano sulla porta o dietro i vetri delle finestre. C'era poi chi veniva scoperto
dentro una cassa, chi sotto al pagliericcio del lena e, passata la bufera, questi fatti diventavano la
cronaca del giorno, oggetto di risate e di piacevoli commenti; era una parentesi alla tanta
tristezza.
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I GIORNI DELLA RESISTENZA
di Don Fernando De Mei
Brano tratto dal libro: “Norma cinque secoli di storia”
Una mattina presto tutto il paese fu circondato da più di 300 soldati tedeschi, pochi potettero
fuggire nei nascondigli; e la Chiesa Nuova, piantonata da soldati e da mine, venne riempita di
uomini rastrellati dai letti, in camicia e perfino in mutande. Anche allora il desiderio di libertà
spinse alcuni alle più impensate trovate: uno si nascose dietro la statua di S. Antonio, un altro si
distese nella bara del Cristo Morto, un terzo infine si rivestì dei sacri paramenti in attesa di
celebrare la messa. Intanto di fuori c'erano le donne che piangevano, qua e là scoppiavano raffiche
di mitragliatrice, sparate per intimorire il paese, le notizie più strane passavano di bocca in bocca,
tutto pareva fatto per spaventare, per suscitare la ribellione e la vendetta. Ma anche allora si ebbe
prudenza. La prudenza fu come la parola d'ordine di quei giorni, della quale si parlava e si
raccomandava. Giungemmo perfino a farci amico un soldato tedesco che conosceva l'italiano, un
certo Paolo Blind, che ci fu utile tante volte per calmare i colleghi o per scacciare i finti Tedeschi,
che venivano a depredare le case. . A Norma vi erano due importanti obiettivi militari, che
controllavano tutto il campo di battaglia: un osservatorio con un 'alta antenna nella villa del
seminario ed un altro al principio del paese, nella via del Polverino. Bombardarli significava far
crollare tutto il vecchio abitato, che accoglieva le trentamila persone. Agli amici partigiani della
montagna, che trasmettevano informazioni agli Alleati, venne esposto il pericolo e pregati di non
segnalare tali località; dai tedeschi si ottenne che togliessero quell'alta antenna, che richiamava
l'attenzione dei bombardieri. Così, amici e nemici furono convinti che bisognava salvare Norma,
perché Norma, in quel momento, significava tanti vecchi, tante donne, tanti bambini.
Pannello 8
I GIORNI DELLA RESISTENZA
di Don Fernando De Mei
Brano tratto dal libro: “Norma cinque secoli di storia”
Fu quella nostra una pesante resistenza, contro l'imprudenza, contro la smania di fare gli eroi, di
volersi vendicare. Avremmo voluto tagliare i tanti fili del telefono, sparare alle spalle dei Tedeschi
che sfasciavano le porte, spogliavano le case, rastrellavano gli uomini. Bastava ai pastori un fucile
per difendere, tra le rocce delle montagne, i loro armenti che venivano ogni giorno depredati. Ma
tutti, e questo sembrò il miracolo, resistettero alla tentazione della difesa e della vendetta, poiché
tutti eravamo convinti di dover salvare ad ogni costo il paese, perché volevamo restituire sani e
salvi alle loro case quelli che avevano avuto fiducia in Norma. Eravamo riusciti ad ottenere di non
trasformare il nostro paese in campo di battaglia col porvi delle batterie; ma, nelle ultime ore
alcuni fascisti vi piazzarono un cannone presso le prime case alla Vignola e, per difendere la ritirata
dei Tedeschi, si misero a sparare come matti. Ma già parlavamo con gli Alleati e perciò non
risposero.
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LE ELEZIONI DEMOCRATICHE
di Don Fernando De Mei
Brano tratto dal libro: “Norma cinque secoli di storia”
Elezioni democratiche
Nei primi mesi dell'anno 1940 si prese a parlare delle carte annonarie, continuando
per tutto l'anno e in quelli che seguirono. Accanto agli atti di amministrazione
ordinaria appare di continuo, nei documenti di archivio, come attività principale del
Comune l'urgenza della distribuzione di queste carte per zucchero e grassi, per pane e
generi di minestra. Il 31 dicembre 1942 cessò per Norma l'istituzione del podestà e al
Signor Mario Marcelli seguì come commissario prefetti zio il Signor Giuseppe
Cassoni, che ricevette tale nomina il22 gennaio del 1943 e la tenne fino al termine
dell'anno. A Cassoni seguì, ugualmente come commissario prefetti zio, l'avvocato
Alfredo Garisto, il quale anche lui durò poco, fino al 17 maggio 1944. Possiamo dire
che, col ritirarsi del Signor Giuseppe Cassoni, Norma rimase senza una guida, perché
la nomina del commissario prefettizio fu praticamente solo apparente. Al di sotto
della "Rave" c'erano i cannoni che sparavano, dentro l'abitato di giorno i Tedeschi che
facevano rastrellamenti e di notte gli sfollati che per sfamarsi rubavano per le case,
sulle montagne stavano nascosti i partigiani che bisognava aiutare; chi poteva
fuggire, fuggiva. In questa completa assenza di autorità si pose a capo del paese un
certo Signor Luigi Achille Bellomo, che si trovava a Nonna come affittuario delle
corrisposte comunali.
Pannello 10
LE ELEZIONI DEMOCRATICHE
di Don Fernando De Mei
Brano tratto dal libro: “Norma cinque secoli di storia”
Coraggioso ed ambizioso, non avendo nulla da perdere, si mise a trattare con la stessa
disinvoltura coi Tedeschi e con gli Alleati, coi fascisti e poi coi partigiani, ottenendo e
per lui e per la opolazione ciò che era necessario: il mangiare, qualche sacco di farina.
Negli atti comunali il Bellomo incomincia ad apparire come sindaco nella metà di
maggio del 1944, cessando l' 11 novembre dello stesso anno con la nomina a
commissario prefetti zio del Signor Romolo Petriconi. Fu il sindaco Bellomo che
accolse gli Alleati a Nonna e il 3 giugno decretò: «Per ricordare il giorno 27 maggio
1944, in cui le truppe alleate hanno fatto il loro ingresso a Norma, diamo il nome di "Via
della Liberazione" alla strada già chiamata "Via Costanzo Ciano", la quale
denominazione viene abolita». Così la strada del vecchio Comune che fu la "Via
Marengo" cambiò per la terza volta il suo nome. Nel marzo del 1946 si ebbero, dopo gli
orrori della guerra, le prime elezioni comunali e il giorno 24 dello stesso mese venne
nominato sindaco il Geom. Teofilo Mazzoli, che rimase in carica fino al 7 febbraio
1951, seguito dal commissario prefetti zio Dott. Vincenzo Buonopane. Il 24 giugno
1951, nelle seconde votazioni, fu eletto sindaco il Signor Guglielmo Felici, dopo del
quale, nella terza consultazione, venne ad essere a capo del paese l'insegnante
Giacomo Gente, nominato il lO giugno 1956.
Fonte documenti
N°
COGNOME
NOME
CITTA’
Archivio
Di Stato
Latina
Pistillucci
Franca
Norma
Saggi
Serena
Norma
Collepardi
Maria Palma
Norma
Ponzi
Cristina
Norma
Santucci
Stefania
Norma
Guarnacci
Mario
Norma
Celano
Giuseppe
Norma
Fam. Di Pietro
Latina
De Mei
Don Fernando Norma
Gente
Adolfo
Cisterna
Coluzzi
Luciano
Norma
CONTATTO
Fonti documenti
N°
COGNOME
NOME
Comune
CITTA’
Norma
Museo
Sbarco di
Anzio
Magaudda
Antonio
Latina
Coluzzi
Beatrice
Norma
Marafini
Patrizio
Cori
Cassoni
Alessandro
Roma
Cassoni
Tiziana
Roma
CONTATTO