Corre voce… - Anzio Space

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Corre voce… - Anzio Space
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Corre voce…
Nel periodo di ristrettezze come quello che sta
attraversando l’Italia, Anzio rimane pur sempre un
laboratorio importante per la verifica della capacità
di un’amministrazione di sprecare o meno risorse
pubbliche e della volontà di gestire al meglio o al
peggio le risorse umane che vi lavorano.
Nei mesi scorsi attraverso un’agenzia interinale, il Comune ha assunto
una quindicina di dipendenti, ovviamente tutti rigorosamente amici
della casta, con contratto a tempo determinato per attività orientate
a logiche di risultato dell’amministrazione (delibera n. 72 del
18/05/2011). Questi nuovi dipendenti sono stati assunti per sei mesi e
corre voce nelle stanze di Villa Sarsina di una possibile stabilizzazione
per tutto il 2012.
Premesso che il lavoro è importante, nel pieno rispetto dei nuovi
dipendenti e di chi ha sentito la necessità di fare queste assunzioni,
ci domandiamo se questa operazione nell’attuale momento di crisi
economica fosse proprio così inevitabile e se non sarebbe stato meglio
pagare straordinari (facendo il piacere di tanti dipendenti disponibili
a lavorare un po’ di più, e ai quali sempre meno il Comune concede ore
in surplus a causa delle ristrettezze di cassa) e utilizzare il personale
già in servizio, magari quello meno impegnato, per raggiungere i
risultati prefissati dal Comune.
Un nuovo dipendente costa ogni mese circa 2.500 € ai cittadini, che,
moltiplicato per le 15 unità arriva ad un costo mensile aggiuntivo di
37.500 euro. Alla fine dei sei mesi siamo ad una spesa 226.000 euro. Se
poi, come corre voce, i nuovi dipendenti verranno stabilizzati anche
per tutto il 2012, lascio al lettore il semplice calcolo.
Ma come: per gli straordinari ci sono problemi di cassa, e per le nuove
assunzioni no?
Crediamo che un Comune come il nostro che ha in organico più di
200 dipendenti, tra operai, amministrativi, funzionari e dirigenti, non
avrebbe avuto difficoltà a trovare personale disponibile a fare qualche
ora di straordinario per contribuire al raggiungimento degli obiettivi
dell’amministrazione, con un grande risparmio per le casse comunali
e un conseguente vantaggio per le tasche dei cittadini.
Cittadini stanchi di essere sempre più tassati per accontentare i
giochetti di palazzo.
Andrea Mingiacchi
INTERVISTA A GARZIA:
IL PUNTO SUL PRG
“Il piano regolatore deve essere come un’orchestra armoniosa”
CRIMINALITA’ ORGANIZZATA:
CHIESTA UNA COMMISSIONE
Interrogazione all’ex ministro Maroni
BERNARDONE:
TRASPARENZA E NUOVE IDEE
Il segretario Pd anziate fa il punto sul nuovo programma
LA PACE SBARCA AL MUSEO DELLA GUERRA
Parla Colantuono:
la mostra a Roma sullo sbarco e il punto sul museo
MARATONA DI NEW YORK:
IL SOGNO DI OGNI ATLETA
Anche Anzio e Nettuno alla corsa della Grande Mela
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA:
CHIESTA UNA COMMISSIONE
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Qui Radio Nerone
Un’interrogazione all’ex Ministro Maroni per verificare l’eventuale
esistenza di condizionamenti mafiosi nel Comune di Anzio
Premessa fondamentale – Questo articolo
non vuole accusare nessuno, né prendere le
posizioni di qualcuno. La sua unica funzione è
solo quella di provare a capire il perché di tale
richiesta.
Veniamo ai fatti: in data 3 novembre 2011 è
stata presentata dai senatori Vita, Carofiglio,
Lumia e Casson e dal deputato Touadi (tutti
esponenti del Pd) un’interrogazione all’ex
Ministro dell’Interno Roberto Maroni in cui
si chiede l’invio di una “commissione d’accesso
per verificare condizionamenti da parte della
criminalità organizzata” nel Comune di
Anzio. Nel testo dell’interrogazione viene fatto
un miscuglio di nomi, date e fatti accaduti
sul territorio negli ultimi trent’anni: vengono
tirati in ballo amministratori presenti e passati,
legami di parentele tra politici e ed esponenti
di clan della ‘ndrangheta, ecc. Resta da capire il
perché di tale richiesta da parte di personaggi
che con Anzio hanno poco a che fare. È vero
nel territorio, da anni, si sono radicate cellule di
Camorra e ‘ndrangheta (come testimoniato dai
processi “Appia” e “Mithos”, in corso a Velletri
e al quale fanno riferimento i parlamentari),
ma finora ci sono stati solo sporadici episodi.
È vero che la costruzione del nuovo porto fa
gola per chi vuole riciclare denaro sporco così
come il piano regolatore, ma su quali elementi
si pensa ad un condizionamento da parte
dell’amministrazione? Sarebbe opportuno che
i signori senatori prima di alzare un polverone
con fatti che hanno appreso solo per sentito
dire verifichino: il quartiere di Falasche si
trova ad Anzio, non a Nettuno, come riportato
nell’interrogazione.
Da prendere in considerazione c’è anche il
rapporto di Edoardo Levantini, presidente
del coordinamento antimafia di Anzio e
Nettuno che scrive al presidente dell’omonima
commissione parlamentare Giuseppe Pisanu
e dichiara che da anni Anzio e Nettuno
“subiscono una pesante pressione da parte
delle organizzazioni di stampo mafioso”. Poi si
fa cenno a una serie di episodi
che
puntualmente
finiscono
nell’interrogazione: non sarà mica che i
parlamentari hanno fatto un copia e incolla
senza saperne nulla? Stando alla realtà dei fatti
pare proprio di sì. Ad Anzio tutti tacciono. Il
Pd locale si chiama fuori con un comunicato
dal titolo: “Serve vigilanza ma non occorre
strumentalizzare e generalizzare”, l’assessore
Garzia e il Sindaco parlano di “offesa alla
città”, ma nello stesso tempo il primo cittadino
ha chiesto un incontro con il prefetto di Roma
Giuseppe Pecoraro per capire quali elementi ci
siano per nominare la commissione. Detto ciò
un appunto al sindaco, per togliere qualsiasi
dubbio, va fatto: dato che ha chiesto un
incontro con il prefetto nella stessa riunione,
farebbe bene a sottoscrivere il protocollo sui
flussi finanziari per l’operazione porto, così da
scoraggiare eventuali tentativi di riciclaggio di
denaro sporco.
C’è anche chi, però, in tutto questo ha già dato
la sua sentenza: si tratta del senatore dell’Idv,
Pedica, il quale ha detto che il “Comune di
Anzio va sciolto e che addirittura lui scenderà
in piazza per chiederne lo scioglimento”. Ma
sulla base di che cosa? Se ha delle prove le tiri
fuori e se proprio vuole scendere in piazza che
scendesse ad Anzio, solo per togliersi i suoi
dubbi. Però se non c’è nulla da temere per quale
motivo non dovrebbe venire la commissione?
Leonardo Tardioli
A volte si sbaglia
Nello scorso numero di novembre,
nell’articolo dal titolo “Una muraglia cinese”
a firma vi Vito Colagrossi, avevamo scritto:
“Il Supermercato affiliato SMA è chiuso
dalla fine di ottobre per scadenza di
un contratto che non è stato rinnovato
perché la proprietà, a quanto si dice ad
ogni angolo della zona centrale, avrebbe
richiesto il raddoppio dell’affitto: si dice
da 6.000 euro mensili a 12.000. Possibile?
Si chiederanno i cittadini. È possibile che
si è trovato qualcuno che ha accettato tali
esose condizioni economiche? Sembra
proprio di sì. Sembra che il locale sia stato
preso in affitto da una ditta cinese, non
si sa bene per la vendita di quali articoli,
che ha fornito tutte le necessarie garanzie
economiche, compresa, sempre a quanto
sidice, una fideiussione bancaria”
A tal proposito siamo stati contattati
dal figlio del proprietario che ha
confutato le nostre errate considerazioni.
Assumendoci la responsabilità di aver agito
superficialmente per non aver verificato la
fondatezza della notizia, né ascoltato la parte
in causa, abbiamo offerto a Pietro Giannini
la più ampia disponibilità a spiegare, quando
vuole, dalle colonne del nostro giornale,
come sono andate veramente le cose. red
Più indennità,
più rispetto!
Carissimi governatori, scartabellando
qualche dato che riguarda le indennità a voi
corrisposte dalla Repubblica di Anzio per
il comando del suo popolo, sono rimasto
scandalizzato! Sindacus! Ma come puoi
tollerare che in un anno di intenso lavoro,
voi governanti, veniate rimborsati solo per
un totale di 250.000 euro? È vergognoso!
Ricorda, che voi avete in mano un piccolo
impero e questo trattamento non lo meritate.
Pertanto, ti esorto e vi esorto di imporvi e
di prendervi tutto ciò che vi spetta! Io da
Imperatore e vostro consigliere d’eccezione,
non posso sopportare di vedere miei pari
con questi miseri guadagni!
Caro Lucianus! Immagino che non vi
aumentiate lo stipendio a causa delle
ristrettezze economiche dovute alla crisi?
E capisco! Tuttavia, pur non avendola
mai conosciuta personalmente nella mia
Roma, mi sono documentato per darti una
bella dritta! Il decreto legislativo 138/2011
prevede che entro la fine dell’anno i comuni
passono istituire consigli tributari per
la lotta all’evasione. Con i tuoi generali
potresti istituirla, come prevede la legge,
e far incassare al comune il 100% dei soldi
del popolo evasore. Così.. caro Sindacus da
una parte prosciugheresti le entrate di tutti
i plebei che lavorano e si arricchiscono col
mercato nero, che ad Anzio sono veramente
un’infinità, e dall’altra incasseresti tutto
il denaro necessario per l’aumento delle
indennità di tutta la corte!
Su, su Lucianus.. fatti rispettare e fatevi
rispettare!
Ultimo e prezioso consiglio, a capo di questa
commissione contro gli evasori fiscali metti i
tuoi generali più valenti, e meno legati con la
vita economica della città, come ad esempio
Patrizio Placidi, Alberto Alessandroni, Italo
Colarieti, e vedrai che nessun evasore avrà
più scampo!.. E i forzieri di Villa Sarsina
strariperanno!
E mi raccomando! Se tutto va come credo,
mi aspetto un banchetto in mio onore a base
di caviale e un porto di champagne.
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PRG: “COME UN’ORCHESTRA ARMONIOSA”
Parla l’Assessore Garzia che sull’edilizia risponde:
“Anzio non è terra di conquista, serve qualità”
Assessore quali sono i correttivi da
apportare al piano regolatore e dove c’è
più urgenza?
“In questi giorni ho presentato una delibera
di salvaguardia e indirizzo che prevede
alcuni punti fondamentali:un censimento
dello stato di attuazione dell’edificazione,
cioè a quanto siamo arrivati come sviluppo
del piano regolatore, per poi da qui partire
con uno stato di rilevazione, vedere i servizi
primari e secondari che dovevano essere
fatti e non lo sono stati, l’approvazione di
un regolamento edilizio che non è stato
ancora portato in consiglio comunale per
una serie di motivi burocratici e la richiesta
di portare la Bucalossi (tassa pagata
dal cittadino per ottenere un permesso
a costruire) all’impiego totale del 100 %,
mentre oggi il Comune ha destinato, per le
opere di urbanizzazione, la tassa al 50%
e l’altra metà in altri capitoli di spesa.
Queste sono una serie di situazioni che
prevedo come correttivi propedeutici per
reimpostare il piano che è partito troppo
veloce e serviva per dare sviluppo alla città.
Nella delibera c’è lo studio approfondito
dei piani quadro: il nostro territorio è
diviso in 13 piani con i sottopiani dove
ci sono, nel dettaglio, le aree di servizio e
sottoservizio. Ogni tecnico sa come quella
zona dovrà essere progettata e sviluppata,
il piano nel 2004 è stato approvato, ma
con l’auspicio e la raccomandazione che
i piani quadro si sarebbero dovuti fare in
modo dettagliato e analitico. Questi sono
elementi di correzione fondamentale: come
per un pilota di formula uno lo è impostare
una strategia della corsa prima della gara.
Io sono un assessore della città di Anzio
e quindi sono in dovere di denunciare le
carenze e non fare faziosità politiche; in
questo senso la mia posizione non è vista
di buon grado ma vado avanti”. Esordisce
così l’assessore, che prosegue illustrandoci
le carenze presentate dal Prg: “È stata
fatta una grande polverizzazione in fase
progettuale dove andava più esteso il
discorso dei comparti, cioè fare dei maxi
comparti e non polverizzare a macchia di
leopardo tutte le aree. I correttivi principali
erano quelli propedeutici per l’attuazione
del piano:oggi siamo ancora in tempo per
fare alcuni correttivi ma bisogna serrare le
file e correre ai ripari”.
Problemi anche sull’organico degli
uffici:“Ho fatto una richiesta al sindaco
per intensificare l’organico; mi ha risposto
che non si può fare perché c’è mancanza
di fondi; io mi attengo a quello che lui
dispone: se ritiene giusto mandare avanti
così l’ufficio io alzo le mani, perchè
diventa veramente difficile farlo. Le risorse
tecnico-umane sono scarse e perciò diventa
difficile anche fare controlli che è la cosa
più importante. Bisognava prevederne un
impiego maggiore per svolgere un lavoro
di verifica a priori di quello che doveva
essere realizzato. Questo è stato un aspetto
trascurato, è stata una grossa lacuna
attuare un piano così senza strumenti di
sicurezza e di controllo. Si tratta di una
mancanza di responsabilità”. Poi continua
sul regolamento edilizio “la sua funzione
è quella di regolamentare quello che oggi
viene interpretato in modo favorevole o
dubbioso secondo le esigenze. Io credo che
in una civiltà evoluta e democratica ci
debbano essere regole chiare per tutti che
vanno rispettate e applicate, non regole
vincolate da rapporti di simpatia. Ci deve
essere uno strumento di lettura che regoli in
modo preciso come debba essere progettato
e costruito un immobile. Un piano
regolatore deve iniziare la costruzione
come un’orchestra, in maniera armoniosa,
oggi è carente in tanti quartieri la persona
che vive la realtà quotidiana subisce
delle mancanze che vanno a deficitare
la vita ordinaria. È fondamentale ridare
un’armonia di sviluppo al Prg così che nel
giro di qualche anno vengano risolte queste
problematiche: bisogna iniziare a costruire
i servizi, ciò che non è stato fatto in questi
anni.” Agganciandosi poi al discorso su
come tutelare chi costruisce: “Si tratta di
una legge di mercato che stiamo vivendo
anche con la borsa: quando c’è differenza
tra domanda e offerta si creano degli
squilibri di prezzo. Bisogna stabilire quale
delle due sia più importante; noi abbiamo
prodotto un’eccessiva offerta a quella che
era la necessità e quindi si sono venute
a creare condizioni in cui il prezzo al
mq dell’immobile viene ridotto in modo
drastico. In altri comuni limitrofi il prezzo
è quasi il doppio. Occorre are un’edilizia
di qualità altrimenti si va a discapito della
popolazione”.
Infine conclude facendo due battute sulla
vicenda, riguardante proprio il piano
regolatore, che ha visto coinvolti i consiglieri
Monti e Godente: “Con il regolamento
edilizio approvato l’incomprensione non si
sarebbe verificata: loro non hanno fatto tre
villini in più, c’è stata solo una discordanza
sulla distanza tra un edificio e l’altro che,
applicando una teoria si poteva fare,
interpretandola in un altro modo no. In
mezzo c’era l’interpretazione corretta di
un dispositivo che diceva cosa si doveva
fare. Ecco perchè mi batto affinché ci sia
al più presto un regolamento chiaro”. E
proprio in conclusione ci tiene a chiarire
che, sotto l’aspetto edilizio, Anzio non è
terra di conquista: “ La mancanza di un
regolamento non significa che ognuno
che viene costruisce in modo banditesco.
Esistono leggi del codice civile, poi
ogni Comune applica i loro aspetti. Il
regolamento edilizio ha la funzione di
mettere i puntini sulle i”.
Alcune voci parlano di critiche
che le sono arrivate proprio dalla
maggioranza.
“Io faccio politica perché credo nel principio
della nostra città: viene prima di tutto il
rispetto del bene comune. Mi sono sentito
in dovere di denunciare un problema che
esiste realmente, ho messo in luce in modo
responsabile il fatto con lettere al sindaco e
al direttore generale, ma non ho avuto un
riscontro che sia stato positivo o negativo;
quindi ho deciso di rapportarmi con tutti i
cittadini parlando ai giornali. La delibera
rimane agli atti poi qualcuno si assumerà
le responsabilità di tutto questo”.
Leonardo Tardioli
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
SI RIACCENDE LA POLEMICA
TRA I PESCATORI
Il Comandante li mette in riga: “Con l’anno nuovo tutti
in ordine”
A causa di un articolo di un periodico locale
si è creata una polemica tra le differenti
categorie di pescatori. Un’intervista ad un
pescatore dei pescherecci ma sopratutto
alcune domande tendenziose senza risposte
di una giornalista, rivolte alla piccola pesca
a mezzo stampa, creano un pretesto per
dei chiarimenti. In sintesi, la piccola pesca
viene letteralmente attaccata e accusata di
essere privilegiata rispetto ai pescherecci. La
banchina è in fermento, un gruppo di soci
si riunisce animato e sdegnato, qualcuno
risponde: “Noi dobbiamo difenderci dalle
calunnie. Ci sono biologi di tutto il mondo
che studiano gli effetti sull’ecosistema delle
nostre reti da posta e di quelle a strascico
dei pescherecci e sono questi studiosi che
decidono chi deve fare il fermo biologico, ci
sono dei motivi ben chiari, poi hanno scritto
che vengono rimborsati con stipendi da
cassaintegrati, è vero, ma solo per i marinai.
Per il fermo di un mese del peschereccio,
un armatore viene rimborsato con svariate
migliaia di euro a seconda della grandezza
della barca. Inoltre - continua il pescatore nonostante il fermo di un mese e del sabato
e della domenica, i pescherecci ogni anno
fanno molte più giornate dei gozzi della
piccola pesca, per il semplice fatto che basta
un po’ di vento e mare per bloccare in porto
le barche più piccole. Per questo motivo
noi lavoriamo anche i festivi”. Interrompe
un collega della piccola pesca: “Per
quanto riguarda la vendita del pesce sulla
banchina lo vendiamo nello stesso modo
dei pescherecci e non temiamo nessun
controllo visto che il nostro pesce è ancora
vivo dentro le cassette e il nostro statuto
prevede la vendita del pesce se questo non
è soggetto a trasporto. Abbiamo parlato con
il presidente di una delle cooperative dei
pescherecci per avere chiarimenti e ci ha
risposto che non condivide l’iniziativa di un
soggetto anonimo che si è fatto intervistare
e che ci ha messo in cattiva luce”.
Negli stessi giorni il Tenente di Vascello,
Antonio Cilento, Comandante del Porto di
Anzio, ordina due riunioni per entrambe
le categorie della pesca. Da nessuno vuole
sentire polemiche verso altri, esigendo da
ogni categoria il rispetto delle regole a mare e
l’ordine e la pulizia in banchina. Per la piccola
pesca è stato dato l’ordine imperativo di non
occupare troppo la banchina con gli attrezzi
e di mettere targhette di riconoscimento sui
segnali galleggianti delle reti. Ai proprietari
dei pescherecci è stato invece raccomandato
che la misura delle maglie delle reti sia
regolamentare e sono state date misure ben
precise sulla grandezza dei pesci da scaricare
in banchina (ad esempio un merluzzo non
potrà essere inferiore a 25 centimetri).
Il Comandante si batterà contro ogni tipo
di pesca abusiva a partire dalle barchette
che escono dalle spiagge. Insomma le regole
per la convivenza ci sono e nessuno ne può
pretendere a proprio piacimento, basta
rispettarle. red
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BREVI:
LO SPACCO DI ANZIO.
FLI e PD fuori dall’aula e salta il
Consiglio Comunale
È mancato il numero legale al secondo
appello.
Così,
l’ultimo
consiglio
comunale è stato sospeso per mancanza
del raggiungimento del numero legale.
Questo dopo che i rappresentanti del FLI,
primo fra tutti Mario Pennata, raggiunti
a passi veloci da quelli del PD, sono
usciti dall’aula chiedendo una seconda
chiama alla quale hanno risposto in
15 anziché 16. Pennata si era sentito
“offeso” dopo che per ben due volte non
gli era stata data la possibilità di spiegare
pubblicamente quali fossero le sue
intenzioni che lo stavano portando tra
le file del FLI. Bruschini, dal canto suo,
non ha potuto che prendere atto, atto
soprattutto che, parole sue, “FLI si colloca
con l’opposizione” e ribadendo, poi, che
non ha alcuna intenzione di dimettersi e,
anzi, si ripresenterà alle prossime elezioni.
Prima di allora vorremmo sapere se nel
Consiglio Comunale di Anzio esiste
ancora una maggioranza in grado di
governarci. red
Nettuno, l’Adsl arriva nelle
scuole comunali
A Nettuno nelle scuole primarie e
secondarie di I grado è stata attivata la
connessione veloce Adsl, un servizio che
permetterà di migliore l’uso di internet
nei laboratori informatici degli edifici
scolastici. La linea e l’apparato router
saranno gestiti da un unico gestore
affinché le scuole siano autonome e
abbiano un unico interlocutore in caso di
malfunzionamenti.
Cultura, al Chris Cappell
presentazione del libro
“Canne Mozze”
Sabato 3 dicembre, ore 17, presso la
biblioteca “Chris Cappell” di Anzio, sarà
presentato il libro “Canne Mozze” di Mario
Leocata, scrittore, sceneggiatore e autore
televisivo. Partendo dalla storia vera di un
ragazzo fuggito dalla Calabria per salvarsi
da miseria e sopraffazione, l’autore sviluppa
un intreccio di vicende, legate a 6 famiglie
di Vaco, cariche di violenza, sopraffazione
e turbinose passioni sentimentali, la cui
faida parte dai primi del ‘900 per arrivare
ai giorni nostri.
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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LA PACE SBARCA AL
MUSEO DELLA GUERRA
Colloquio con Patrizio Colantuono sul Museo di Anzio con pochi fondi e locali inadeguati
Sembra proprio che le nostre istituzioni
cittadine se ne rammentino solo nei
giorni a ridosso della commemorazione
dello sbarco alleato del 22 gennaio, poi
per il resto dell’anno il museo che ricorda
quell’importante pagina di guerra, sembra
essere messo nel dimenticatoio.
Per fortuna di Patrizio Colantuono e dei
soci del ‘Centro di ricerca e documentazione
sullo sbarco e la battaglia di Anzio’, alla
bassa considerazione che i più illustri
cittadini anziati hanno del museo, fa da
contrapposizione l’enorme interesse che esso
ha ancora tra tanti americani ed inglesi, quasi
tutti parenti di quei soldati che oltre 67 anni
fa combatterono e, in alcuni casi, morirono
sulle nostre spiagge.
Il museo, che dal gennaio del
1994 è ospitato presso una sala
di Villa Adele presenta, nella sua
suddivisione tematica in quattro
aree, tutta una serie di vetrine e
bacheche che espongono armi,
decorazioni, piani di battaglia,
locandine e giornali d’epoca,
oltre a molte uniformi originali
quasi sempre regalate proprio dai
veterani che l’hanno indossate
nella campagna d’Italia.
Una raccolta bellissima che
ha una sola pecca, quella di
essere collocata in un ambiente
piccolo, con molti cimeli che
sono pressoché accatastati uno sull’altro, e
in alcuni casi posti, per guadagnare spazio,
troppo in alto e quindi difficilmente visibili.
Tutto questo mentre il più piccolo museo
dello sbarco di Nettuno (non vogliamo
riaccendere polemiche campanilistiche, ma
la raccolta è decisamente più misera), in
primavera ha avuto dal Comune la possibilità
di trasferirsi in un’ala del Forte Sangallo
appositamente allestita per esso.
Se poi pensiamo che è proprio di questi giorni
la grande mostra tematica sullo sbarco di
Anzio che è allestita con oltre 300 fotografie
inedite dello sbarco, nelle sale museali del
‘Vittoriano’ a Roma, ci viene da domandarci:
ma è così impossibile dare al museo dello
sbarco una sede più grande e più degna?
Proprio partendo da questa considerazione
abbiamo incontrato Patrizio Colantuono,
ideatore e presidente del Centro. La nostra
conversazione è subito andata alla mostra
di Roma e alla collaborazione che da ben tre
anni il Museo di Anzio dà alla Provincia, per
la realizzazione di questo genere di eventi.“In
passato abbiamo fornito foto, uniformi,
oggettistica. Stavolta il professor Gentiloni,
curatore della mostra, si è mosso andando
a reperire il materiale soprattutto all’estero,
in Germania, Inghilterra e Stati Uniti. La
parte, secondo me, più bella della mostra
del Vittoriano sono le foto riguardanti lo
sfollamento. Soprattutto quelle della zona di
Santa Teresa, con i camion pronti a portare
gli abitanti di Anzio e della campagna
limitrofa, prima a Napoli e poi in Calabria
e Sicilia. Si vedono moltissime persone e
tanti potrebbero riconoscersi... Ho fatto
richiesta, insieme al Comune, di poter
portare la mostra di Roma ad Anzio per il
prossimo gennaio, in modo da festeggiare
in questo modo il 68° anniversario. Queste
foto, insieme alle 280 che sono nel nostro
museo, potrebbero formare una bellissima
panoramica su quel periodo, e su quello che
è stato lo sbarco”.
A questo punto abbiamo cominciato a
parlare più approfonditamente del Museo.
Un museo che carte alla mano, viene visitato
ogni anno da oltre 40 mila persone.
“La maggior parte dei visitatori sono
stranieri, tutti molto organizzati. Arrivano
con piantine, libretti e chiedono mille cose. Ci
sono poi i parenti di quelli che hanno donato
cimeli e che vogliono vedere dove sono stati
sistemati. Purtroppo l’ambiente è quello che
è, ci sarebbe bisogno di più spazio, dalla
possibilità di creare dei percorsi tematici
fino a quella di dare spazio alla visione del
materiale documentaristico che possediamo
in grande quantità… addirittura abbiamo
anche una jeep d’epoca che non possiamo
esporre. È un vero peccato anche perché
il museo, con la sua notorietà, potrebbe
essere un volano per l’economia della città.
Lo dimostra la giornata del 22 gennaio,
quando grazie anche all’interessamento
del TG3, l’attività del nostro museo viene
pubblicizzata; o anche la manifestazione
sulla spiaggia con l’intervento di mezzi
anfibi, di camion, di tende campo e di tanti
gruppi volontari. La città si riempie di turisti,
così come i bar, i ristoranti…”
Un museo che, come ci dice Colantuono, vive
grazie soprattutto al volontariato. “Non è per
fare polemiche, ma il rapporto di visite tra
coloro che entrano nel nostro museo e quelli
che vanno nel museo archeologico
è di 80 a 20. Però mentre al
Comune il museo archeologico
costa 150 mila euro l’anno, a noi
ci viene data una quota di 4.000
euro, che tra l’altro quest’anno non
è neanche arrivata. Ma di spese
ce ne sono e tante, anche perché
cerchiamo sempre di reperire
nuovo materiale. Ad esempio
ho comprato da poco un elmetto
britannico proveniente dalla nave
‘Sparta’, che colò a picco davanti
alla nostra costa con oltre 200
marinai a bordo”.
Per concludere, il Comune è
intenzionato o no a trovarvi una
nuova collocazione? “Abbiamo fatto la
richiesta degli ambienti scolastici che sono su
via XXI aprile, sarebbe l’ideale per noi, anche
per la presenza di un piccolo giardino. C’è
la presa di posizione negativa della preside,
ma sono ambienti comunali e se c’è la piena
volontà…”
Speriamo che prima o poi si trovi la
soluzione giusta per dar modo a tutti
di ammirare un museo che non è solo
di Anzio, ma che fa parte della storia
della seconda guerra mondiale e quindi
dell’umanità; un museo che, come è
scritto sul sito internet, non è solo una
fredda raccolta di oggetti di guerra, ma
è soprattutto “Un messaggio diretto ai
giovani che non hanno fortunatamente
conosciuto gli orrori di quel periodo,
affinché, ricordando i giorni duri di
Anzio, continuino a battersi in difesa della
democrazia e della pace”.
Maurizio D’Eramo
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Barriere, pennelli, incomprensioni
Dopo mesi di ruspe e eventi finalmente una luce. ma qualcuno, ritardatario, si sveglia
L’ultimo mese ci eravamo lasciati con un po’
di amarezza, visto il prosieguo dei lavori, ma
anche con un barlume di speranza, essendo
stati, un mese fa, in attesa di un ennesimo
incontro chiarificatore con Amministrazione
(nella persona del sindaco Bruschini), Sib
(sindacato balneari), associazioni e tecnici
dell’ARDIS (l’agenzia regionale redattrice
del progetto). Le associazioni legate al mare
ed in particolare alla pratica degli sport
acquatici, ma anche i sostenitori dell’istanza
ambientale, da febbraio, mese di inizio dei
lavori, hanno osteggiato in particolar modo
la barriera soffolta che avrebbe creato, di
fatto, un’interdizione del mare aperto a tutti
e tutto senza soluzione di continuità per
quattro chilometri e mezzo. L’incontro c’è
stato e qualcosa nel panorama di questi lavori,
almeno da questo punto di vista è cambiato.
La barriera, inutile e dannosa, verrà, nel
primo stralcio dei lavori (quello, per capirci,
in corso d’opera dal Tortuga a Tor Caldara)
abbassata ad almeno un metro e mezzo
sotto il livello del mare con aperture di non
meno di 20-30 metri al centro. Per quanto
riguarda i lavori che riguarderanno la parete
a sud, quindi dal Tortuga a Capo d’Anzio,
l’ARDIS ha assicurato che verranno progettati
i soli pennelli longitudinali, soluzione
adottata in gran parte del mondo.
Rimane comunque un intervento che
seriamente cambierà i connotati di una
costa e che lascia feriti e sconfitti gli amanti
dell’ambiente e i sostenitori del rispetto per il
mare, ma qualcosa, come più volte affermato,
bisognava fare per proteggere la costa
dall’erosione, e queste modifiche possono
essere un compromesso accettabile.
Rimane il senso di impotenza di fronte ad una
macchina messa in moto senza il controllo ed
il parere di tutti gli interessati da simili opere.
Come sia stato possibile che nessuno prima
dell’inizio dei lavori si sia fatto venire un
dubbio? Da anni si parlava di questi lavori,
nessuno ne sapeva nulla? E soprattutto, come
è possibile che, a parte sparuti sostenitori di
cause perse, nessuno si sia dato da fare per
capire quello che stava succedendo e solo
ora dopo mesi pare svegliarsi un minimo di
interesse?
Ancora oggi dopo articoli sui giornali,
interviste su radio e tv, manifestazioni, c’è
ancora un gran pasticcio di notizie, per lo
più false su questi famigerati lavori a mare….
Sembra incredibile!
Eppure qualcuno, piano piano, qualcosa,
seppur poco, ha ottenuto e questo è
comunque una buona notizia.
Occorre ora rimane in vedetta e controllare
ogni singolo passo, ogni singolo masso
posto in mare, perché, forse non si è capito,
ma la questione è troppo importante!
Bruno Pepe
PROTEGGERSI DAI LADRI D’IDENTITÀ
Il convegno della 00042 ha analizzato le frodi nel settore dei finanziamenti
Chi conosce qualcuno a cui è stato clonato un
bancomat, una carta di credito o a cui è stato
intestato inconsapevolmente un contratto
telefonico o di altro tipo? In Italia una persona
su quattro è vittima del furto d’identità, una
frode in forte aumento anche a causa della
scarsa informazione e disattenzione. Eppure
imparare a conoscere il fenomeno e difendersi
dai “ladri d’identità” è semplice, come è emerso
nel convegno “Il credito al clonatore. Il rischio
del furto d’identità nel settore del credito
al consumo”, organizzato dall’Associazione
Culturale 00042 e tenutosi sabato 26 novembre
ad Anzio.
Il furto d’identità consiste nell’ottenere
indebitamente le informazioni personali di un
soggetto (persona o azienda) al fine di sostituirsi
in tutto o in parte al soggetto stesso compiendo
azioni illecite in suo nome o ottenere credito
tramite false credenziali. Molto spesso
spuntano improvvisamente somme addebitate
in conto corrente o bollettini con rate da pagare
per acquisti non fatti; il consumatore è così
costretto a dimostrare la propria estraneità e
spesso rischia di essere bollato come “cattivo
pagatore” nelle liste nere del credito, con enormi
problemi nelle future richieste di finanziamento.
Riportare alla normalità la propria situazione
può richiedere anche mesi.
L’amministrazione centrale sta costruendo
un valido strumento, il cosiddetto “sistema
informatico” (illustrato nel corso del
convegno), che consentirà finalmente agli
operatori finanziari di accertare l’identità
di chi hanno di fronte, il tutto a proprio
vantaggio e a quello del cittadino che richiede
un finanziamento o un servizio. Ma tutto
ciò sarà sufficiente? Possiamo difenderci
ulteriormente? Di sicuro sì: questo grande
sistema informatico (che speriamo sia
operativo al più preso) deve essere affiancato
da una condotta responsabile da parte del
consumatore per esporsi il meno possibile alle
azioni criminali dei “ladri di identità”. Le regole
da seguire sono semplici: proteggere al meglio
i propri dati personali come le credenziali di
accesso al sito della propria banca e ai diversi siti
dove si è registrati; conservare in luoghi sicuri i
documenti quali buste paga, dichiarazioni dei
redditi ecc. Ad esempio, se si deve cestinare
qualche documento o delle fotocopie di esso,
conviene distruggerlo. Tra le altre regole da
seguire: fornire i propri dati solo ad aziende
conosciute e di buona “reputazione”; utilizzare
sui propri pc e smartphone antivirus e
firewall costantemente aggiornati; controllare
frequentemente le operazioni sul conto
bancario o postale in modo da intercettare in
breve tempo i movimenti anomali; infine in
caso di smarrimento o furto di documenti,
provvedere alla denuncia il prima possibile.
Dopotutto prevenire è meglio che curare!
Fabio Monosi
dicembre 2011_n.35
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Space - Città
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Anzio Space
TUTTI PAZZI PER IL PARKOUR
La disciplina nata in Francia è sempre più diffusa in Italia e dalle nostre parti
Sappiamo dai ricordi di scuola che la via più breve tra due punti
è una linea retta. Da A a B si prende la riga e via. Sappiamo però
che nella vita di tutti i giorni arrivare dal punto A al punto B è un
compromesso con sensi unici, strade chiuse, muri, pareti. E ci sembra
ovvio che sia così. Ebbene, non tutti la pensano allo stesso modo,
in particolare coloro che praticano il Parkour, una disciplina che
nasce in Francia negli anni ottanta e che da pochi anni si è spostata
anche in Italia dove si va lentamente diffondendo, finanche dalle
nostre parti. Eros, un TRACEUR (così si dicono i praticanti della
disciplina) e istruttore in una palestra di Aprilia, definisce il Parkour
come “L’andare da un punto iniziale A ad un punto finale B nella
maniera più fluida e col minore dispendio di energie possibile, in
una corsa lineare, cercando di bruciare il percorso col minor numero
di pause possibile”. Sembrerebbe semplice, ma questo vuol dire che
quello che comunemente è un ostacolo, per chi fa Parkour è invece
un appiglio per andare da un’altra parte, in maniera più o meno
acrobatica a seconda della necessità. Peculiare di questa disciplina
è che non nasce in una palestra, ma ci arriva solo successivamente.
L’origine e destinazione del Parkour è l’ambiente circostante nella
più vasta accezione possibile: la città, la spiaggia, ovunque. Difatti
dice Eros: “questo sport è nato per strada e l’allenamento in palestra
aiuta, permette di capire quello che puoi fare e non fare, ma se in
palestra riesci a fare cose particolari e poi fuori no, vuol dire che ti
stai allenando male”. Ecco, continua Eros, questo è l’essenziale del
Parkour: “In un certo senso il Parkour è simile alle arti marziali, la
competizione non è prevista se non solo con noi stessi perché, con
ogni ostacolo che non riusciamo a superare, vediamo i nostri limiti e
gradualmente tentiamo di superarli, crescendo sia mentalmente che
fisicamente, in modo che quell’ostacolo diventi poi una cosa facile,
allargando pian piano il nostro orizzonte”. Uno sport da solitari
quindi? No di certo, anzi: “soprattutto è condivisione, non sto mai
in competizione con gli altri. Certo, la sfida riguarda te stesso, però
la condivisione ti aiuta a progredire perché ci si aiuta a vicenda”.
Alla fine Eros ci spiega che “dire” cos’è il Parkour ad un’altra persona
si può soltanto in termini molto generali, ma per quanto riguarda
cos’è veramente bisognerebbe viverlo. Date un’occhiata al canale
Youtube dell’Associazione 00042 (http://www.youtube.com/user/
Associazione00042) per scoprire in cosa consiste questa peculiare
disciplina!
Gino Querini
Due podisti di Anzio e uno di Nettuno alla corsa della Grande Mela
MARATONA DI NEW YORK: IL SOGNO DI OGNI ATLETA
Il fascino di New York, la bellezza del ponte di Verrazzano uniti all’energia
della corsa. È la maratona di New York, la gara podistica più amata e
attesa al mondo, che anche quest’anno nel primo week-end di novembre
ha accolto circa 47mila runners provenienti da tutto il mondo. La nazione
che ha avuto più partecipanti è stata l’Italia con 3500 corridori, di cui due
atleti di Anzio e uno di Nettuno. Per l’atletica Anzio sono scesi in campo
Simona Croce e Gianluigi Guido, che per il loro decimo anniversario di
matrimonio hanno deciso di regalarsi una “romantica maratona”. Invece
per l’Olimpia Nova Athletica Nettuno ha gareggiato Fabio Serafinelli.
Amici di corsa e nella vita, compagni di viaggio in un’avventura che
è il sogno di ogni atleta. Una corsa emozionate ma difficile: 42 km da
percorrere lungo i cinque quartieri della città, Staten Island, Brooklyn,
Queens, Manhattan e Bronx. I due coniugi hanno già partecipato
ad altre gare di questo tipo, sanno cosa vuol dire correre per tutti quei
kilometri, mantenere la calma, gestire il tempo e non mollare, anche
quando si va in crisi con le gambe che diventano pesanti e il cervello che
ti dice di fermarti. Gianluigi ha alle spalle tre maratone di Roma e una
di Berlino. Sua moglie, invece, ha esordito in quella di Berlino. “ La gara
nella capitale tedesca è stata veramente difficile – racconta Simona l’ho finita con una tale sofferenza da ripromettermi di non fare più i 40
km. Invece mai dire mai”. I due coniugi, infatti, hanno preso il volo per
New York, destinazione la maratona della Grande Mela. Per entrambi è
stata la prima 42 km sul terreno newyorkese; mentre per Fabio è stato il
debutto assoluto su questa distanza. Simona e GianLuigi hanno chiuso
rispettivamente in 4h19’11’’e 3h21’19’’, Fabio in 3h11’07’’.
“New York è una città unica - continua la podista dell’Atletica Anzio
- quando sei lì ti sembra di essere al centro del mondo. Quando corri
riesci a cogliere le sfaccettature della metropoli e la cosa che ti rimane
nel cuore, oltre ai panorami mozzafiato, è il calore della gente che ti
trascina come un’onda dall’inizio alla fine. Così nonostante il percorso
difficile, le manine e i sorrisi dei bimbi, le urla di incitamento, le persone
che, nonostante gravi handicap, come protesi o cecità, sono lì felici di
non mollare, ti danno un’energia incredibile. Mi sono emozionata,
commossa, non lo dimenticherò mai. E un ringraziamento speciale va al
nostro compagno di viaggio, Fabio Serafinelli”. Anche l’atleta della società
nettunese è soddisfatto: “Ho deciso di fare la mia prima maratona a New
York per il fascino della città, per il numero di partecipanti, non so se
tornerò ancora e se migliorerò il tempo, l’importante è aver dato tutto me
stesso”. La prossima sfida per i podisti di Anzio e Nettuno sarà la mezza
maratona Roma-Ostia, in programma a febbraio. La corsa continua,
pronta per regolare nuove emozioni e tanta energia. L.C.
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n.35_dicembre 2011
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Arch. Giuseppe NICOLO’:
“NON FACCIAMO COME GLI STRUZZI”
Grande successo di partecipazione all’assemblea dei dissidenti del Consorzio
Domenica 6 novembre, presso la Multisala
Lido, si è tenuta l’assemblea dei socisostenitori del Comitato dei Dissenzienti
del Consorzio di Lavinio per illustrare le
ultime novità sulla querelle che va avanti da
molti mesi. Tra le oltre duecento persone che
hanno risposto all’invito degli organizzatori,
era presente anche il consigliere comunale
Pennata che alcuni mesi fa, quando ricopriva
la carica di capogruppo del PDL al Comune,
aveva fatto un’interrogazione al sindaco
Bruschini per avere ragguagli sulle modalità
della convenzione stipulata tra Comune e
Consorzio.
La prima novità illustrata da Riccardo Brio,
addetto stampa del Comitato e presidente
dell’assemblea, è stata l’apertura da parte
del Capo Procuratore della Repubblica di
Velletri, dottor Silverio Piro, di un fascicolo
sul Consorzio, atto a verificare la possibilità
di reati amministrativi e penali.
Subito dopo vi è stato l’intervento del
Presidente del Comitato arch. Nicolò, che
ha ripercorso la storia del Consorzio privato
e volontario di Lavinio, diventato negli
anni pubblico e obbligatorio, senza però la
minima traccia di documenti a riguardo,
attraverso la proiezione sullo schermo
cinematografico di tutta la documentazione
comprovante le ragioni dei dissidenti. La
relazione si è soffermata, poi, sulla validità
o meno dell’azione della Gerit Equitalia.
Nicolò ha spiegato, mostrando leggi e
sentenze di Cassazione, che questo ente
non può compiere azioni repressive (fermo
amministrativo, ipoteca degli immobili)
per i reati consortili (per legge si intendono
volontari) che non sono equiparabili ai
tributi (tasse obbligatorie) per i quali
queste azioni sono invece previste. Proprio
per questi motivi ha invitato i presenti e i
cittadini associati a non avere alcun timore
per le cartelle che eventualmente dovessero
pervenire soprattutto se si riferiscono ad
addebiti relativi ad un periodo superiore ai
cinque anni.
Dopo la relazione si è aperto il dibattito
nel quale hanno preso la parola molte delle
persone presenti in sala. La maggior parte si
è lamentata delle modalità con cui vengono
spedite le cartelle esattoriali; “perché –hanno
chiesto in tanti- “a me arriva e al mio vicino
di casa no?”
Come più volte è stato detto in passato, la
mancata trascrizione pregiudizievole sui
rogiti notarili che informa gli acquirenti che
sull’immobile grava un tributo consortile
(oltre ad essere indicatore del fatto che forse
il tributo non spetta), ha portato col tempo
a non avere una precisa mappatura di chi e
di quanti siano i ‘soci’ del Consorzio; proprio
questa mancanza e il tentativo di ‘ricostruirla’,
aveva portato il Presidente del Consorzio
Antinori (come lui stesso ci ha spiegato
nell’intervista rilasciataci e pubblicata sul
numero di giugno) a chiedere una ‘prorogatio’
al suo mandato, che sarebbe dovuto scadere
alla fine del 2010, anche se tale opportunità
amministrativa sembrerebbe non essere
contemplata nello Statuto del Consorzio.
Quasi tutti gli intervenuti (proprietari di
seconde case) hanno chiesto chiarezza e
trasparenza sulle spese e sull’operato del
Consorzio, mentre qualcuno se l’è presa
direttamente col Comune, reo di aver
abdicato al Consorzio una serie di attività e
lavori per i quali i cittadini pagano già.
A corollario dell’assemblea, c’è stata anche
la presentazione dei membri del Comitato;
il Presidente dell’Assemblea ha chiesto
la votazione per ratificare la validità e la
rappresentatività degli stessi in relazione alla
finalità dello Statuto e al conseguimento dello
scopo sociale che è la chiusura del Consorzio.
Il Comitato votato ed eletto all’unanimità
è composto: Arch. Giuseppe Nicolò,
(presidente), signor Lanci (vicepresidente),
avv. Rinaldi (consulente legale), Signor Valeri
(tesoriere), Riccardo Brio (addetto stampa),
e dai signori Bugnatelli, Piacente, Cericola e
Boscardini in qualità di consiglieri.
“Sul manifesto che ha invitato i cittadini
all’Assemblea - ha spiegato Nicolò - c’è la
figura di uno struzzo che mette la testa nella
sabbia. È arrivato il momento di tirarla fuori
perché solo così possiamo difendere i nostri
diritti”.
Maurizio D’Eramo
UMBERTO SPALLOTTA NUOVO
SEGRETARIO CITTADINO DEL
P.R.C.
A novembre si è svolto l’ottavo Congresso del
Circolo ‘Ernesto Che Guevara’ del Partito di
Rifondazione Comunista – Federazione
della Sinistra di Anzio, convocato per
rinnovare le cariche. Le votazioni che hanno
sancito la vittoria con il 75% delle preferenze
del primo documento, e la creazione del
nuovo Comitato Direttivo nelle persone di
Battistini, Busiello, Capomaggi, Carbone,
Cofini, Macrì, Pesci, Spallotta, Teramani,
Ubertini e Zecchinelli.
A succedere a Roberto Busiello, chiamato
quale nuovo Segretario del Circolo, è stato
indicato all’unanimità Umberto Spallotta.
Quarant’anni, professore, iscritto al partito
dal 2006, il nuovo eletto ha subito voluto
indicare la linea del suo mandato che sarà:
“consequenziale a quella condotta negli
anni passati con il Compagno Busiello, con
il quale abbiamo condiviso ogni azione o
iniziativa. Continuare nelle lotte fin qui
intraprese per portare avanti i diritti dei
lavoratori e le battaglie sociali che ci hanno
caratterizzato in questi anni, come quelle
dell’acqua pubblica. Insomma, essere un
valore aggiunto alla vita politica di Anzio”.
M.D’E.
dicembre 2011_n.35
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Lavinio - Space
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Anzio Space
GIOVANI DISOCCUPATI E SENZA FUTURO
D’inverno la crisi del lavoro si fa sentire di più, quando le attività stagionali restano ferme
In Italia, com’è noto, la disoccupazione
giovanile ha raggiunto quota 30%. Si tratta di
una realtà drammatica che getta luci sempre
più inquietanti sul nostro futuro. Infatti,
maggiore è la difficoltà a trovare lavoro per
un giovane o una ragazza, più complicato
sarà per lui o lei provare a programmare la
propria vita, a trovarsi un/a compagno/a,
a generare dei figli e così via. Inoltre se i
giovani non lavorano sarà difficile pagare
le pensioni degli anziani, contravvenendo
in tal modo al patto tra generazioni che
nel secondo dopoguerra ha permesso la
crescita del benessere sociale nel nostro
paese come negli altri paesi industrializzati.
Ci sembra palesemente irrazionale una
società in cui gli anziani finanziano le
giovani generazioni con le loro pensioni,
in cui le ricchezze accumulate in passato
permettono la sopravvivenza di milioni
di persone stritolate da lavoretti precari,
periodi d’inattività, corsi di formazione
costosi e spesso inutili. L’irrazionalità si
fa parossistica se si pensa che quasi tutti
i media, quasi tutte le forze politiche e i
governi d’Europa insistono nel promuovere
l’allungamento
dell’età
pensionabile,
costringendo gli anziani a restare a lavoro e
impedendo ancora di più l’occupazione dei
giovani.
Il territorio di Lavinio non è immune da
queste problematiche: numerosissimi sono i
disoccupati di tutte le età. Durante la stagione
invernale, poi, chiudono molte attività
stagionali legate al turismo, desertificando
ancora di più il panorama sociale di Lavinio,
che, infatti, langue in lunghi periodi di
stagnazione. Siamo convinti che se finora
la situazione non è divenuta esplosiva lo
dobbiamo alla presenza dell’economia
sommersa, che attraversa purtroppo molti
settori della nostra città come la ristorazione,
il settore turistico/alberghiero, l’edilizia,
la pesca e l’agricoltura. Del resto, se il
numero dei disoccupati è grande, maggiore
è il potere di ricatto di chi può offrire un
posto di lavoro, cosicché è oggettivamente
difficile per un lavoratore reclamare diritti e
contributi. Molti vedono come un miraggio
quelle conquiste che trenta o quaranta
anni fa i ceti popolari ottennero al termine
di lotte secolari. Le nuove generazioni in
molti casi non si riconoscono o hanno
scarsa fiducia nei sindacati. Chi lavora,
magari nelle fabbriche che circondano il
nostro territorio, lo fa spesso grazie ad un
contratto precario, senza diritti, ignorato
colpevolmente dai sindacati. In questa
situazione cresce la sfiducia dei disoccupati
e dei lavoratori nelle istituzioni, nelle forze
sociali e politiche che infatti vengono viste
con indifferenza e ostilità.
In questo deserto sociale gli unici “valori”
che rimangono a queste persone sono
le promesse patinate della pubblicità, i
modelli di consumo che occhieggiano dai
cartelloni nelle strade o che scintillano dalle
tv o da internet. Si tratta però per lo più
di miraggi, di miti irraggiungibili o quasi
date le scarse disponibilità economiche
di cui dispongono. In questo ambiente di
anonimato e disgregazione sociale non sono
da sottovalutare i rischi di guerra tra poveri,
dato che ad un livello ancora inferiore ad un
disoccupato italiano si trova il lavoratore
immigrato che viene sfruttato in modo
disumano nelle aziende agricole e nei cantieri
edili, e per questo viene spesso visto come
un pericoloso concorrente dai lavoratori
locali. Se poi si aggiungono le differenze
di lingua e cultura, diventa difficile parlare
di solidarietà e integrazione all’interno del
tessuto sociale. Ovviamente non è certo
colpa degli immigrati se nel nostro territorio
c’è scarsità di lavoro, le responsabilità
sono a nostro avviso nel modello sociale
dominante, che non è più caratterizzato da
un giusto intervento pubblico in economia e
dal ruolo rivendicativo e solidale delle forze
sindacali e politiche, ma tale percezione non
è patrimonio di massa, così cresce invece in
molti una sorda rabbia che non raramente
acquista toni razzisti.
Abbiamo incontrato qualcuno di loro e
ci siamo fatti raccontare le loro storie.
Inizia V. di 29 anni: “Fino a due anni fa
la mia famiglia aveva un ristorante sul
mare, poi per una lite tra parenti abbiamo
dovuto chiuderlo, così mi sono trovato a
compiere lavoretti saltuari, qualche volta
nel campo dell’elettricità, dove posseggo un
diploma, altre volte nel campo dell’edilizia,
ma si tratta di impieghi temporanei che
non lasciano certezze per il futuro”. Più
problematica è la vicenda di T. 35 anni:
“Fino a pochi anni fa lavoravo in una ditta
che si occupava di reti di trasmissione
dati, poi quest’azienda ha chiuso e così
mi sono dovuto adattare a fare dei lavori
di elettricista al nero, presso cantieri o
privati. Riesco con fatica ad andare avanti
e a non far mancare nulla a mia moglie e
ai miei figli, ma spesso mi serve l’aiuto
dei parenti”. S. 29 anni invece ha fatto di
necessità virtù: “Il lavoro non c’è è vero, ma
da un po’ di tempo mi arrangio comprando
moto e auto usate tramite e-bay, per poi
rivenderle una volta rimesse a punto. Non
guadagno tanto è vero ma almeno evito di
spaccarmi la schiena in qualche cantiere.
Certo se dovessi avere dei figli, non credo
potrei continuare in questa maniera”. F. di
28 anni ha una figlia a carico ma è separato
dalla compagna e vive in famiglia: “Passo
i miei giorni tra i cantieri edili cercando
occupazione, qualche volta la trovo ma solo
per una o due settimane, poi ricomincia la
mia odissea. Non mi voglio abbattere ma
è drammatico continuare così, mio padre
aveva una falegnameria, ma a causa di
alcuni impianti fuori norma è stata chiusa
e per riaprirla ci vogliono troppi soldi”. Li
lasciamo con un senso d’angoscia, può un
paese abbandonare milioni persone al loro
destino come fa con questi ragazzi?
Umberto Spallotta
Anzio Space
Space - Politica
n.35_dicembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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BERNARDONE:
TRASPARENZA, LEGALITÀ E NUOVE IDEE
Intervista al segretario del Pd anziate che mette in campo programma e confronto
con i cittadini per costruire l’alternativa vincente alle prossime elezioni comunali
È partita su iniziativa del segretario del PD,
Ivano Bernardone, la complessa macchina
che porterà al programma del partito.
Le proposte e le idee degli iscritti e dei
simpatizzanti, di categorie, professionisti ed
esperti dei vari settori verranno raccolte e
sintetizzate dalla segreteria del partito.
Segretario, ci parli del nuovo programma
che state preparando.
“Il PD ha già elaborato una mole enorme di
idee ed ha la capacità di fare sintesi di questo
suo patrimonio. Abbiamo l’ambizione, in
tempi non sospetti e lontani dalle elezioni,
di presentarci alla città con un progetto
e offrirlo al confronto aperto con tutti in
modo che possa arricchirsi attraverso la
partecipazione diretta dei cittadini.
Puntiamo a cercare il contributo di
chiunque vorrà condividere un modo
alternativo di gestire questo territorio.
L’azione del PD, la scelta dei suoi
rappresentanti, le coalizioni e le alleanze
a cui potrà aderire si baseranno solo ed
esclusivamente sulla condivisione di un
progetto politico chiaro ed autorevole”
Quali saranno i punti fondanti?
“Prima di ogni cosa vogliamo che la
città si riappropri della politica: quella
fatta di onestà, etica, correttezza dei
comportamenti priorità massima al bene
comune, persone serie e capaci. Vogliamo
trasparenza, vogliamo sapere fino in
fondo chi ci governa, come si guadagna
da vivere, che competenze ha e se è
all’altezza di decidere per noi. Servono
forze ed energie nuove in grado di
interpretare l’esigenza di cambiamento,
spazio al ricambio non solo di teste ma
sopratutto di idee e modi agire. Anzio è
ingessata da decenni di cattiva politica ed
ora più che mai occorre ridarle respiro”
Un’altra faccenda è quella relativa alla
richiesta, fatta da tre senatori del PD, di
insediare ad Anzio una commissione di
accesso agli atti per verificare l’eventuale
inquinamento della vita amministrativa
da parte della criminalità organizzata.
Queste richieste sono motivate da fatti
criminosi avvenuti nei nostri territori
e al centro di importanti processi alla
criminalità organizzata. Cosa pensa a
riguardo?
“Quella dei parlamentari è un’azione
meritoria a cui spero seguiranno le dovute
iniziative del Prefetto e del nuovo Ministro
degli Interni perché si faccia piena chiarezza
sulle reali condizioni del nostro territorio
rispetto a fenomeni che sappiamo bene essere
presenti ed insidiosi. Nel mese di giugno io
per primo ho presentato un’interrogazione in
consiglio comunale chiedendo che il Comune
di Anzio si costituisse parte civile nel processo
alle cosche mafiose denominato Sfinge, per
fatti accaduti nel nostro territorio. “
L’interrogazione dei senatori però
sembrerebbe basata anche su fatti che
forse non c’entrano nulla con la mafia ad
Anzio, è vero?
“Innanzitutto certi fatti, benché estranei
alle attività delle cosche, non depongono
a favore della legalità nel territorio e
contribuiscono comunque a dipingere un
quadro non incoraggiante. Detto questo il
PD di Anzio responsabilmente ha segnalato
che mescolando tra loro cose incomparabili
si presta il fianco a facili strumentalizzazioni
ed è infatti avvenuto che il sindaco si è
limitato a replicare ai passaggi opinabili
dell’interrogazione parlamentare ed ha
potuto invece tacere sui tanti gravi fatti
raccontati in inchieste serissime. Bene questo
“tacere” o il rispondere in modo evasivo
sulle reali condizioni del territorio è proprio
ciò che non dobbiamo consentire. Quando
la minaccia per un territorio è quella della
criminalità organizzata ci aspettiamo che
la politica sana reagisca compatta in favore
della trasparenza. Sia ben chiaro che nessuno
scredita Anzio, al contrario i senatori del PD
e noi con loro, la difendiamo rivendicando
chiarezza ed attenzione a problemi di
sicurezza e legalità che ci sono e devono
essere fronteggiati”.
Un nuovo centro anziani ad Anzio
Colonia. Il sindaco è favorevole. Qual è la
posizione ufficiale del PD?
“Siamo ovviamente favorevoli all’apertura
di un nuovo servizio sociale. Ai due centri
esistenti sono iscritti circa duemila anziani
ognuno; un numero spropositato rispetto
alla reale ricettività dei locali peraltro
concentrati a Lavinio ed Anzio Centro.
Inoltre destinare un immobile comunale
ad un servizio comunale disciplinato da
un regolamento comunale mi sembra
una cosa buona e semplice che ha anche
il vantaggio di risparmiarci le scandalose
rincorse a cui abbiamo più volte assistito
per l’accaparramento dei locali con
metodi non trasparenti da parte degli
amici degli amici.”
La sua opinione politica sul nuovo
Governo Monti?
“Il governo Monti è la migliore soluzione
possibile raggiunta grazie all’autorevole
azione svolta dal presidente Napolitano.
In questo contesto così delicato però
credo assuma un grande valore anche il
senso responsabilità del PD, che in questa
situazione politica avrebbe vinto senza
dubbio le elezioni ma ha rinunciato al
suo vantaggio elettorale in favore di un
governo che con immediatezza affronti
l’emergenza. Superiamo contrapposizioni e
polemiche ma non trascuriamo le differenze:
tra chi sostiene questo governo c’è chi ha
portato il paese nel baratro in nome di
interessi più che particolari e c’è chi cerca
di salvarlo anteponendo con generosità
ai propri possibili vantaggi immediati il
futuro di tutti. È bene che quel senso di
responsabilità che sta animando la scena
nazionale si faccia largo anche qui ad Anzio
dove la destra è allo sbando ed ha lasciato
la città nell’abbandono totale. Anche qui
occorrono persone e idee nuove in grado di
restituire speranza e fiducia.”
Alessandro Tinarelli
dicembre 2011_n.35
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Sono 2 milioni i giovani italiani che non studiano né lavorano
L’ESERCITO DELLA GENERAZIONE “NEET”
Non studiano e non lavorano. Sono la
generazione “neet”, brutale acronimo
anglosassone per “not ineducation, employment or training”. In Italia il numero è sempre
più alto. Nel 2010, 2.2 milioni di giovani dai
15 ai 29 anni sono stati riconosciuti in questa
categoria; quasi un ragazzo su quattro. È una
percentuale che non si cambia neanche se si
prova ad alzare l’asticella fino all’età di 35 anni,
per includere coloro che hanno terminato un
corso di laurea o di specializzazione, poiché il
20% di loro non lavora. Un
esercito che scivola verso i
confini del mercato e rischia
di non contribuire al sistema
previdenziale.
Anche
la Banca d’Italia lancia
l’allarme e nel suo rapporto
sulle Economie regionali
fotografa il fenomeno dei
neet: a maggio si attestavano
al 22,1% secondo i dati
Istat. Tra il 2005 e il 2008
(periodo antecedente alla
crisi) la soglia dei giovani
che “restano a casa” era pari al 20%.
Il conto della crisi lo stanno pagano soprattutto
loro. La crescita della disoccupazione,
testimoniata dall’aumento di chi tra i neet
è in cerca di un lavoro, si uniscono anche i
fenomeni di scoraggiamento che portano i
ragazzi fuori da ogni circuito occupazionale e
formativo. Il meridione presenta i numeri più
alti, infatti dei 2,2 milioni di neet tra i 15 e 29
anni, ben 1,2 milioni (oltre la metà) si trova
nelle regioni del Sud. Per non parlare della
proporzione tra uomini e donne: le ragazze
neet sono il 26,4%, mentre la percentuale
maschile scende al 20,5%. La maggior parte
di questi giovani vive a casa con i genitori,
specie al Sud, dove accade tre volte su quattro.
Chiamarli bamboccioni semplifica ma non
risolve il problema. Quale potrebbe essere
la soluzione? Con l’attuale crisi il fenomeno
è peggiorato. Sarà possibile sperare in un
cambiamento con il nuovo governo Monti?
Quando il lavoro non c’è, fanno riflettere i dati
sul livello d’istruzione. Sono ancora troppi
coloro che si limitano alla terza media o alla
licenza elementare, sebbene a soffrire per la
mancanza di lavoro siano più i diplomati o
laureati. Le alternative sono rimaste poche:
ritornare sui banchi di scuola o imparare
un mestiere, magari attraverso corsi di
formazione. Ma la scelta per molti è restare
Neet. Purtroppo, però, i genitori non vivono
per sempre e crescendo sono sempre meno le
opportunità di lavoro. Occorre quindi trovare
da soli gli stimoli e le giuste opportunità per
vivere la propria vita in autonomia.
Melania Maranesi
L’esibizione spontanea dei ragazzi del “Coro Lavinium” tra cult song e “waka waka”
IL CHORAL MOB SCALDA LA PIAZZA
Una, due, cinque, dieci, quindici voci, il
suono di una tastiera. Erano le 17,15 del 23
ottobre e d’improvviso nella piazza Pia di
Anzio si iniziano a percepire delle note, una
musica, una canzone senza capire da dove
provenissero ma poi, seguendo “l’orecchio”, le
persone si avvicinavano incuriosite e davanti
ai loro occhi si è aperta la visione di un
gruppo di ragazzi vestiti con jeans e maglietta
verde, diretti da un maestro. Un coro a tutti
gli effetti che cantava canzoni che non siamo
abituati ad attribuire ad un coro, perché
associamo l’attività corale solitamente ed
erroneamente solo alle celebrazioni religiose.
In realtà esistono diversi modi di fare coro
e il nostro Coro, il CORO LAVINIUM,
cantava canzoni arrangiate a più voci come
“Barbara Ann” dei Beach Boys, “Estate” dei
Negramaro e “Somebody to love” dei Queen.
La gente intorno continuava ad avvicinarsi,
qualcuno faceva qualche foto, altri una
ripresa col telefonino, e qualcuno batteva le
mani a tempo di musica; le voci dei soprani,
bassi, tenori e contralti si fondevano facendo
giungere al pubblico una sonorità colorita
di sorrisi, di volti divertiti e in alcuni casi di
simpatiche coreografie; l’atmosfera si è via
via resa più calda al suono del djambè che
dava il ritmo al tormentone dei mondiali
2010, “Waka waka” di Shakira. La mission
di questo, come di altri Choral mob, è stata
quella di far conoscere sul territorio questa
realtà corale nata nel 2005, formata da giovani
a cui piace cantare e comunicare attraverso il
canto questa loro passione. Il Coro Lavinium
ha un vasto repertorio che spazia dalla
musica polifonica rinascimentale a quella
contemporanea, dai canti gospel e spiritual
alle più recenti canzoni pop e rock, tra le
sue esperienze annovera molte rassegne,
concerti e il secondo
e terzo posto al
concorso regionale di
Formello, tra l’altro
ci tocca da vicino
perché è stato ideatore
e organizzatore di
MusicAntium,
il
primo festival di cori
giovanili
svoltosi
proprio ad Anzio lo
scorso luglio. Il canto
corale e il coro sono delle realtà importanti
per i giovani, oltre al divertimento, sono
un’opportunità di crescita sia dal punto di
vista musicale (perché durante le lezioni
si studia oltre al brano da cantare anche la
tecnica vocale) che personale all’interno del
gruppo e di confronto con gli altri. Chiunque,
tra i 15 e i 30 anni, può entrare a far parte del
Coro Lavinium, che attualmente ha sede in
via Volturno 4b a Villa Claudia. Le lezioni si
tengono il lunedì e il mercoledì dalle 18,30
alle 20,30. Per ulteriori informazioni wwww.
corolavinium.it.
Serena Giardino
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La band presto farà tappa sul nostro territorio, cresce l’attesa…
ASPETTANDO IL CONCERTO DEGLI SKASSO
Contaminazione del levare e “linea dura”
sulle orme del movimento 2Tone. Queste le
parole d’ordine degli Skasso. Nati a Ciciliano e
cresciuti nel mondo che la provincia romana
offre a chi ha un debole per lo ska, nei prossimi
mesi saranno presenti anche sul nostro
territorio per esibirsi di fronte al popolo del
litorale. La batteria di Franco, intrecciandosi al
basso di Matteo, detta i tempi per incontrare
poi le chitarre di Simone e Patrizio, le
quali, rigorosamente e sapientemente nate
per onorare il levare, creano un’atmosfera
straordinaria quando costruiscono una vera e
propria alchimia interagendo con le percussioni
di Giancarlo e la voce di Davide.
Durante i loro concerti si percepisce subito
nel gruppo una particolare intesa tra tutti
i componenti che, venendo da esperienze
musicali differenti tra loro, lasciano entrare
influenze di vario genere nell’espressione dello
Ska prodotto. Con esempi come quello dei
Madness, dei The Special, dei Selecter, ma anche
di gruppi italiani come BlueBeaters, Aretuska,
Radici nel cemento, gli Skasso stanno cercando
di portare il loro “Ska Contaminato” in giro
per l’Italia, autopromuovendosi con serate,
interviste e partecipazioni speciali nel territorio
di Roma e provincia, come si può leggere
sulla copertina dell’album SkAsso e riSkAsso
“SelfMadeProgect”. Importanti collaborazioni
hanno visto il gruppo partecipare a molti
eventi rilevanti del territorio prossimo alla
Capitale. Il primo EP degli SkAsso, “Live Teatro
dell’Applauso”, cd demo estratto dall’omonimo
concerto tenuto a Tivoli Terme, seguito a
distanza di un anno dal primo lavoro in studio
della band “SkAsso e riSkAsso”, vede la speciale
partecipazione del trombettista dei Radici nel
Cemento Stefano Cecchi e contiene sette brani
autoctoni, una cover di un classico italiano e
due cover di brani dei Clash, a dimostrazione
di come l’esplorazione musicale della band
non si fermi a nessun confine prestabilito. Il
levare come sinonimo di controtendenza è
uno dei principali messaggi che lanciano gli
Skasso nelle loro serate, nelle quali si denota
una fusione sonora tra i diversi elementi del
gruppo, che, a loro detta, è l’elemento “chiave”
del progetto. In attesa di una loro discesa
dalle nostre parti, nel frattempo vi invitiamo
a vistare l’omonima pagina di facebook per
saperne di più su una band che è pronta a
regalarci momenti indimenticabili.
Valerio Bruni
Al cinema il western della Corea del Sud omaggia Sergio Leone
IL BUONO IL MATTO IL CATTIVO
Un omaggio coreano del regista Kim Jee-woon
al film capolavoro di Sergio Leone, “Il buono
il brutto il cattivo (1966)”. La profondità e
l’ampiezza di questo western della Corea del
Sud è impareggiabile ed è molto adatto ad
essere visto al cinema.
La storia è semplice. In Manciuria, negli anni
‘30, un treno transcontinentale è attaccato da
tre uomini che cercano la “mappa del tesoro”
lasciata dalle truppe giapponesi. Sono uomini
che sopravvivono con le loro convinzioni
e che s’incontrano per destino. Oltre loro
anche le truppe giapponesi, un partigiano per
l’indipendenza coreana e un gruppo di banditi
vogliono prendere la mappa nelle proprie mani
e così la ricerca diventa una battaglia confusa e
ingarbugliata. Chi sarà il vincitore finale?
Attori famosi del cinema coreano interpretano
il ruolo dei tre personaggi principali: Jung
Woo-sung recita il buono, Lee Byung-heon fa il
cattivo e Song Kang-ho interpreta il matto. Dei
tre il cattivo ha un maggiore impatto. Possiede
una buona dose di follia, carisma e fascino
del male. Uccide crudelmente senza pietà e le
sue azioni sono avvincenti. Il matto è un tipo
inafferrabile. Sembra a volte scaltro, a volte
stupido oppure un uomo straordinario. Ha
quasi il fascino dell’anarchico. Il buono, Jung
Woo-sung, è alto e snello e la sua linea e i suoi
movimenti sono vistosi. Degna di visione è la
scena in cui il buono spara col fucile salendo su
un cavallo che corre a tutta velocità.
La parte interessante è la successione delle
azioni. Il film comincia con la convenzione
western dell’attacco al treno, mostra la lotta a
colpi di fucile nel grande mercato a cui succede
il dramma dell’inseguimento e della mischia
in cui la gang, il gruppo dei banditi e truppe
giapponesi combattono con i tre uomini nella
grande pianura. Per godere queste scene è
senz’altro adatto il grande schermo. Ma siccome
tutti i personaggi cercano soltanto di ottenere il
tesoro, manca la complessità della storia che il
film di Sergio Leone invece ha.
Yoshiro Izumi
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La Fondazione Placido Puliatti realizza un progetto in acqua per la riabilitazione dei ragazzi disabili
CINQUE EURO PER LA DISABILITÀ
Una distesa di prato verde spezzata qua e là dai colori vivaci dei
fiori circonda l’edificio recentemente ristrutturato del Centro Argos
nella zona di Tre Cancelli a Nettuno. Il centro è un’importante
struttura riabilitativa per bambini e ragazzi con gravi disabilità visive,
neuromotorie e cognitive, che offre accoglienza e sostegno anche alle
loro famiglie. All’interno, coordinate da una equipe di specialisti, si
svolgono diverse attività: dalla stimolazione visiva alla fisioterapia,
dalla logopedia alla musicoterapia e alla riabilitazione in acqua grazie
alla modernissima piscina di cui il complesso si è dotato di recente.
Il Centro Argos è sede anche della Fondazione Placido Puliatti
Onlus (F.P.P.O), che dal 2006 offre sostegno economico e morale
alle famiglie dei bambini disabili meno abbienti. Qualche giorno
fa abbiamo intervistato per il nostro canale youtube (Associazione
00042) Agatina Puliatti, Presidente della F.P.P.O, alla quale abbiamo
chiesto di raccontarci com’è nata la fondazione. A.P. “Il Centro Argos
opera da parecchi anni senza avere l’accreditamento della Regione
Lazio, per questo motivo abbiamo avuto la necessità di cercare l’aiuto
della società civile. La Fondazione Placido Puliatti onlus dal nome di
mio padre, una persona non vedente che l’ha fondata, nasce al fianco
del Centro Argos e ha il compito di raccogliere fondi per permettere
alle famiglie con disagio economico di accedere ai servizi del centro.
Sono molti gli obiettivi raggiunti. Quest’anno abbiamo un progetto
legato all’acqua, si chiama In Assenza di Gravità con cui cerchiamo
di raccogliere 22.000 euro che garantiranno in modo assolutamente
gratuito a 20 bambini disabili del territorio in situazioni economiche
disagiate, 640 ore di attività specialistica in acqua presso la piscina
del Centro Argos.” A supporto di questa iniziativa la F.P.P.O. ha
curato diversi eventi tra cui la Lotteria di beneficenza “In Assenza di
Gravità”, che con soli 5 euro permette a chiunque fosse interessato, di
vincere uno o più dei 40 premi (tra cui un Ipad Apple, un notebook
e una TV LCD) messi a disposizione da moltissimi commercianti
della zona. L’estrazione dei premi avverrà il 18 dicembre alle ore 18,00
presso il Centro Argos (via S. Maria Goretti 78/A, zona Tre Cancelli
a Nettuno) durante una bellissima festa prenatalizia. È possibile
sostenere l’iniziativa anche attraverso una donazione sul c/c postale
n. 7212651, indicando nella causale Progetto “In Assenza di Gravità”.
Sito web: www.fondazioneplacidopuliatti.org
Manuela Vela
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RITRATTI DI DONNA
EMANUELA
Villa Claudia. Domenica. Trenta ottobre
duemilaeundici. Sono a casa e come ogni
domenica che si rispetti sono al computer. Lavoro.
Penso. Scrivo. Aspetto. Aspetto che qualcuno alle
dodici in punto mi porti nello studio un bicchiere
di Sauvignon freddo e un paio di tartine con la
bottarga. Una pratica questa che mi rimanda a
‘l’ora dello sgoccetto’ di Giovan Lorenzo Bernini,
soltanto che per ‘Gio’ lo ‘sgoccetto’ posticipava la
cena e precedeva la lettura in famiglia. Ogni sera,
nella sua casa romana in via della Mercede, Bernini
figlio amava leggere alla madre, alle sorelle e ai
fratelli, ‘sempre pigri’ la Secchia rapita del Tassoni,
il Morgante di Luigi Pulci. ‘Però, quello che in casa
piace di più, è un poema napoletano di Giulio
Cesare Cortese, La Vaiasseide’. Si legge a pagina
centocinquanta del bellissimo libro di Maurizio
Fagiolo Dell’Arco ’l’immagine al potere - vita di
Giovan Lorenzo Bernini’. Il ricordo del mio scultore preferito mi distrae e mi
distoglie dai miei doveri e come se non bastasse il programma domenicale
cambia improvvisamente. Spengo il computer. Mi vesto velocemente. Tuta
grigia e Converse Chuck Taylor All Star High bluchiaro comprate da Enrico
in Marocco. Squilla il telefono di casa. Rispondo. E’ Barbara: Giù, Enrico
resta due giorni in Marocco, vuoi le scarpe? - Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii –
rispondo. E sususu a ‘ridereacrepapelle’. Barbara comincia a parlare della
mia fissazione per le scarpe in generale e per le Bensimon in particolare.
Quando in un viaggio nella fantastica Bayeux, in Normandia, mi era presa
fittafitta non per la La tapisserie de Bayeux l’arazzo della regina Matilde che
illustra gli avvenimenti chiave della battaglia di Hastings un prezioso ricamo
eseguito su pezze di lino greggio con fili di lana di otto colori naturali lungo
68,38 m definito l’antenato del fumetto, ma per le Bensimonnnnnnnn, il
maglione alla dolcevita, la bandana al collo e il tennis. E ancora sususu un
mondo di risate. Ricordi senza nostalgie. Ricordi punto. Ogni volta che
indosso le Converse bluchiaro penso a Barbara. La mia amica. L’amica che
non mi abbandona. Che mi vuole bene a prescindere. Che mi stima e non
pensa che io sia presuntuosa. Alle nostre risate fatte di niente. Alla nostra
allegria. Alla determinazione di vivere con intelligenza. Senza sconti. Senza
sprechi. Ieri. Più di oggi. Meno di domani. Prendo la chiave del garage. Mi
auguro di trovare Carolina con le ruote ancora gonfie. Spero. Una speranza
senza disperazione. Che bello il soleee! Esco. Sono allegra. Mi dirigo verso
la vineria ‘Il Ber…Bene’ di Fabrizio Sparagna. Ho un appuntamento. Devo
incontrare Emanuela Irace. Arrivo in tempo. Mi
piace accogliere. Emanuela la conosco. Poco. Ci siamo già incontrate.
Incontri impegnativi. Costruiti sulle parole. Incontri di persone. Idee.
Rabbia. Bisogno di cambiare. Sono le dodici. Da Fabrizio c’è grande
fermento. Tanti ragazzi. Giovani uomini. Il sole alla fine di ottobre mette
tutti d’accordo. Rende tutti allegri. Alcuni di loro li conosco. Vincenzo,
Alberto. Degli altri non ricordo i nomi. Tutti bravi. Educati. Simpatici
e rispettosi. Mi vedono. Mi salutano. Scelgo un tavolo per due. Mi siedo.
Sono in curiosità. Mi giro a sinistra e vedo timido, ma ancora vestito di
fiori e di foglie, il ‘gelsomino degli angeli’, la Mandevilla. Fiori biancopuro
finemente striati di giallo alla base. Profumatissimi. Qualcuno giace esausto
vicino alle mie All Star High bluchiaro. Penso di raccoglierlo. Mi distraggo.
Abbandono il pensiero. Abbandono il fiore. E’ arrivata Emanuela. Capelli
lunghi biondi. Elegante. Profumatissima. Mi alzo le vado incontro ci
stringiamo la mano. Con lei sua figlia Ishtar. Undici anni. Emanuela
conosce molto bene Fabrizio Sparagna. Quasi parenti. Si salutano e si
abbracciano. Ishtar, Emanuela e Fabrizio. Il caos tutto intorno aumenta e
l’eccitazione per le partite di calcio in programma
nel pomeriggio, contribuiscono a rendere tutto
molto estivo. E’gradevole stare insieme e ognuno
per proprio conto. I problemi ci sono. Sono tanti.
Ognuno di noi li trattiene dentro. Una domenica di
sole risolve la vita anche se per poco. Emanuela ed
io ci sediamo. Ishtar si organizza. Ha un libro con
sé. Si mantiene a distanza. Guardo attentamente
Emanuela. Questo incontro è diverso dagli altri
incontri. Lei è arrivata pronta a raccontarsi. A
raccontare le sue esperienze. I suoi impegni
sociali. Politici. L’avvocato Mario Marcellini mi
aveva inviato un messaggio. Mi aveva scritto che
Emanuela era una donna interessante. Intelligente.
Forse potevo intervistarla. Eccomi pronta ad
ascoltare Emanuela. Quarantotto anni famiglia
napoletana ( proprio come la famiglia Bernini).
Comincia a parlare della sua vita. Cugina del
famoso regista e sceneggiatore napoletano Francesco Rosi. - La mamma di
Francesco e mia nonna Margherita erano sorelle. Noi a casa lo chiamiamo
‘Zio Franco’. - Una vita di spostamenti e viaggi. La vita di Emanuela. Nata a
Roma. Si trasferisce con la famiglia a Ferrara. Frequenta il primo anno di
università a Londra. Si laurea in Scienze Politiche a la ‘Sapienza’ Università
di Roma con una tesi sulle donne. Curiosa. Ama le sfide. Mettersi in gioco.
Leggere e fare politica. E’ molto impegnata. Mi cita tanti autori. Tanti libri.
Tante popolazioni che lei aiuta attraverso organizzazioni internazionali.
E poi IShtar si avvicina. Discreta. Una bambina adorabile. Ascolta e pian
piano comincia a interagire con la mamma. Ishtar per tutti Ishy. ‘Ishtar la
Grande Madre è nuda, poiché la Verità non ha bisogno di coprirsi di veli.
Sul suo capo spicca l’emblema lunare. Nella mano destra Ishtar ha una
coppa, simbolo di gioia e abbondanza perché contiene il nettare della Vita.
Nella sinistra, un loto, fiore che nasce sott’acqua ma che diventa di purezza
ineguagliabile una volta sbocciato alla superficie. Il significato è dunque
chiaro e fedele all’assioma del vero magista: “Ex tenebris ad Lucem...”. (Tratto
da: “I Misteri della Donna” di M. Esther Harding - Ed Astrolabio ) Ishtar
bambina. Undici anni. Suggerisce. Integra. Ricorda i momenti brutti vissuti
con mamma Emanuela. L’incendio del 2008. Il computer resta accesso.
Si surriscalda e brucia tutta la mansarda e tutto il patrimonio librario che
Emanuela possedeva. Tutti i libri che amava. - Non si è salvato nulla. Un
passato di studio che non ho più -. Emanuela cambia registro. Volta pagina.
Le chiedo delle sue figure femminili di riferimento. - Mamma Antonia
cantava sempre. Aveva una bella voce. Ma le canzoni che cantava erano
canzoni fasciste e io mi vergognavo. Era nata a Napoli Mergellina nel 1931.
Una famiglia di Giuristi. Bancari. Nonna Margherita la mamma di mio
padre la cugina di zio Franco -. Sorride mentre parla di nonna Margherita.
La sua una famiglia colta. Ricca. Radici solide. Emanuela ha scelto per sé
altre strade. Lei non si è accontentata dei suoi retaggi. Delle sue eredità
facili. Lei ama costruirsi la sua realtà. Senza sconti. Senza sprechi. Ieri. Più
di oggi. Meno di domani. E’ mezzogiorno. L’ora stregata e magica, quando
le ombre sono corte , e la rabbia tenta di fermare il mondo per sempre. E’
per rompere il sortilegio che a quest’ora suonano le campane delle chiese.
Suonano anche
oggi (domenica diciannove novembre duemialeundici) ma anche oggi
l’incantesimo non è riuscito. Il mondo non si è fermato. (liberamente tratto
da Edgarda Ferri, Piero della Francesca, Milano, A. mondatori, 200, pag.
291). Mentre scrivo e mi ‘srologo’ il cervello, puntuale, come ogni domenica,
a mezzogiorno, arriva il mio Sauvignon e le mie tartine con la bottarga.
Giusi Canzoneri
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LA RICETTA DEL MESE
Ravioli di patate ai funghi
Lo sapevi che....
– Per evitare che la farina sia attaccata dai tarli del cibo, conservarla in
frigo.
– Per sbucciare facilmente le mandorle basta immergerle in un
contenitore con dell’acqua e lasciarle un minuto al microonde.
– Un cucchiaino di acciaio nel collo di una bottiglia aperta di spumante
impedisce che la bevanda perda frizzantezza.
– Se mentre si monta la panna questa impazzisce si può mettere in un
barattolo con dell’acqua. Dopo 10 minuti che si sbatte vigorosamente si
otterrà, colando i liquidi, un ottimo burro.
– Per evitare che le patate, fritte o arrosto, assorbano troppi grassi
durante la cottura, bisognerà prima sbollentarle in acqua bollente.
– Per far sì che una torta non cresca a forma di “cupola” aver cura che il
composto non superi la metà dell’altezza della tortiera.
– Se vi avanzano ravioli o tortelli, create un goloso timballo mescolandoli
con besciamella e parmigiano e facendo gratinare tutto al forno.
– Per ottenere un roast beef cotto al punto giusto, mezzo chilo di carne
deve stare sul fuoco 20 minuti. In questo modo, l’interno resta rosato e
morbido.
– Quando si preparano le salse a base di farina, bisogna mettere prima
la farina e poi i liquidi, in modo che non si formino grumi.
– Se adoperiamo funghi surgelati, venduti in busta mix di varietà,
aumentiamone la quantità perché perdono acqua in cottura. Mettiamoli
in padella così come sono, tagliandoli solo dopo averli cotti se sono di
grosse dimensioni.
Elisabetta Civitan
Ingredienti per 4 persone:
-320 g di patate bianche
- 160 g di funghi porcini
- 4-5 rametti di prezzemolo
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 4 spicchi d’aglio
- sale
- pepe
- 250 ml circa di brodo vegetale
- 100 g di ricotta vaccina
- 40 g di Parmigiano Reggiano
- noce moscata
- 160 g di farina
- 1 uovo
- 200 g di funghi champignon
- 2 cucchiai di panna
PrOCEDIMENTO:
Lavate le patate sotto acqua corrente e spazzolarle; cuocerle a
vapore per 40 minuti, oppure lessarle in acqua bollente per 30
minuti. Nel frattempo pulite i funghi porcini eliminando la
parte terrosa del gambo con le radichette, lavateli brevemente
sotto acqua fresca corrente e ridurli a cubetti di un paio. Lavate
il prezzemolo, selezionarne le foglie e tritarle finemente con la
mezzaluna su un tagliere. Mettete in un padellino metà olio, 2
spicchi d’aglio spellati e affettati e farli dorare a fiamma vivace.
Toglierli e unire i porcini. Lasciate che comincino a sfrigolare,
quindi unire un pizzico di sale, una grattugiata di pepe e un
cucchiaino di prezzemolo tritato. Cuocete a fiamma molto dolce
per 10 minuti, coperto, girando di tanto in tanto. Se il fondo di
cottura dovesse asciugarsi troppo aggiungere poco brodo vegetale
caldo. Terminata la cottura, mettete i porcini nel mixer e tritarli
grossolanamente, metteteli in una ciotola e far raffreddare; unite
la ricotta, il Parmigiano grattugiato e un pizzico di noce moscata.
Amalgamate bene gli ingredienti mescolando con una forchetta,
coprite il tutto con pellicola trasparente e conservate in frigorifero
fino al momento di utilizzare. Quando le patate sono cotte,
sbucciatele e schiacciatele con lo schiacciapatate in una terrina;
unite la farina setacciata, l’uovo e un pizzico di sale. Lavorate
gli ingredienti fino a ottenere un impasto morbido e omogeneo.
Infarinate molto bene la spianatoia e stendere l’impasto in una
sfoglia di 2 millimetri circa. Con un bicchiere rovesciato ricavate
dei dischi di 6-7 cm circa di diametro. Lavorate un disco alla
volta farcendolo con un cucchiaino di ripieno di ricotta, quindi
piegare a mezzaluna e sigillare accuratamente i bordi. Riporli,
man mano che si farciscono, in un vassoio coperto da una
tovaglietta molto ben infarinata. Pulire i funghi champignon e
affettarli. Mettete in una padella il restante olio, gli altri spicchi
d’aglio spellati e affettati e farli dorare a fiamma vivace. Toglierli
e unire gli champignon. Cucinarli come avete fatto in precedenza
con i funghi porcini. A fine cottura stemperate con un cucchiaio
di panna e unite una grattugiata di pepe. Lessate i ravioli in
abbondante acqua salata e scolarli, un minuto dopo essere venuti
a galla, direttamente con la schiumarola dentro la padella con
la panna e i funghi tenuta su fiamma bassa. Appena si saranno
scolati tutti, alzate la fiamma e amalgamate con delicatezza. Unite
un po’ di prezzemolo grattugiato e servire immediatamente.
Buon appetito!
E. C.
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Una passeggiata cittadina per scoprire la bellezza e non solo del Platanus orientalis
I PLATANI DEL PARADISO SUL MARE
Alto, maestoso, elegante. Foglie grandi, un’ampia
chioma verde-brillante. È il Platanus orientalis,
un albero originario dell’Asia e del Mediterraneo
orientale e molto diffuso anche in Italia. Adatto a
parchi e giardini urbani, è ampiamente utilizzato
a scopo ornamentale. Ad Anzio lo troviamo a
Villa Adele e lungo la Riviera Zanardelli, dove
si possono ammirare diversi esemplari che in
questo periodo regalano un’immagine suggestiva
della stagione autunnale. Molti di questi platani
sono stati messi a dimora negli anni venti, in un
momento di particolare splendore per la nostra
città che coincise con la costruzione del Paradiso
sul mare, quando l’architettura liberty e la
frequentazione del bel mondo avevano rimesso
Anzio in una posizione di grande prestigio sulla
costa tirrenica. Da allora gli alberi sono cresciuti
acquistando maestosità ed eleganza. Il Platanus
orientalis è infatti un albero longevo e resistente,
cresce rapidamente e attecchisce con maggiore
facilità su terreni argillosi e umidi. Arriva ad
essere alto fin oltre quaranta metri ed ha un
tronco rastremato, la sua corteccia è liscia e tende
a sfogliarsi, mettendo in evidenza la nuova scorza
sottostante, spesso molto chiara. Le grandi foglie
dal lungo picciolo sono molto eleganti ed incise
fino ad oltre la metà del lembo, sono palmate
con cinque lobi appuntiti e caduche. Durante
la stagione autunnale, passeggiando lungo la
riviera Zanardelli, si può cogliere la bellezza
di questi alberi che prendono colori più caldi.
Le loro foglie, prima di cadere, assumono un
colore caldo, un giallo sfumato d’ocra. I fiori sono
riuniti in infiorescenze pendule sferiche e anche
i frutti sono sferici e dotati di lunghi peli, che si
disperdono nell’aria quando giunge la primavera.
Il platano ha in genere un grado allergenico
debole, inoltre limitato nel tempo al solo periodo
della fioritura, tra aprile e maggio.
I platani sono essenze autoctone spontanee da
tempo immemorabile nel nostro territorio, come
in tutta l’Italia centro-meridionale, dove sono
però in contrazione, stanno cioè sensibilmente
diminuendo a causa della forte antropizzazione
e della crescente impermeabilizzazione dei
suoli, per effetto dell’incremento costante della
superficie urbanizzata. È un albero che necessita,
infatti, di terreni freschi di origine alluvionale e
cresce vigorosamente in posti molto luminosi. In
natura, per queste ragioni, lo si trova soprattutto
in prossimità di corsi d’acqua. La piantumazione
ad opera dell’uomo, invece, ne privilegia la
collocazione lungo le strade e nei parchi, perché
con la sua grande chioma fornisce molta ombra.
Non è un caso, infatti, che ad Anzio lo troviamo
sia all’interno di villa Adele sia lungo la riviera
Zanardelli. Nel prossimo numero di Anzio
Space conosceremo meglio un’altra essenza
autoctona del nostro litorale: il Quercus ilex,
nome scientifico del ben noto leccio.
Filippo Valenti
“ riflessione parziale:
disegnato e non animato sono sempre indignato “
Anzio Space
Rubriche
n.35_dicembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
21
Spor t e ambiente
TOLFA
UN PAESE DALLE MILLE SORPRESE
A Nord di Roma un gioiello naturalistico,
archeologico e mineralogico
DETTI PORTODANZESI
“Finchè dura fa verdura” detto in rima
senza apparente significato vuol dire che
quando qualcosa resiste, tipo un rapporto
interpersonale o un’automobile, tiriamo a
sfruttarla.
“Vope, vope , pijane tante e magnane
poche”, un detto molto comune tra i pescatori. Le Vope sono un
pesce di terza categoria vendibile ma non eccellente a tavola.
“Cor tempo e co’ la paija se matureno le nespole e la canaija”,
significa che scoprire gli inganni di truffatori e furbetti è solo una
questione di tempo, basta aspettare come si attende che maturino
le nespole e un tempo questo frutto era molto diffuso nel centro di
Anzio.
“Vorrei esse’ come te e ceco a ‘n’occhio”, frase da invidiosi. Si
vede una persona talmente benestante che si farebbe a meno di un
occhio pur di essere nella sua condizione.
“Me sembri er fio der cane de nsignore...” detto ad una persona
ben vestita e tirata a lucido, per derisione.
“Stamo in ventre de vacca” questo detto è molto comune ad Anzio
che grazie alla sua posizione geografica ha condizioni climatiche
favorevoli. Si usa anche come metafora per una situazione
personale o di gruppo vantaggiosa e solida.
“Chi magna da solo se strozza” si dice quando una persona
mangia senza offrire nulla a chi gli è vicino.
“Ha fatto sciacqua Rosa evviva Agnese” di qualcuno che ha
sperperato tutto il denaro che aveva in breve tempo.
“Fai prima a sartacci sopra che a giracci ‘ntorno” per descrivere
una persona più larga che alta.
Dal gruppo facebook:”Detti popolari portodanzesi”.
amministrato da Pina Salustri e Alessandro Tinarelli
SMS - Space
Anzio-Space dà
spazio ai lettori
Scriveteci un sms
al: 3337350189
“Bravi i ragazzi dell’Anzio-Surf che
hanno organizzato qui ad Anzio
la finale del campionato junior di
surf! Se ne parla poco, ma Anzio
è un luogo amato da molti ragazzi
proprio per le sue onde” Be
Cari lettori, oggi vi parleremo di Tolfa, un piccolo paese a soli 70
km da Roma, circondato da una natura incontaminata, boschi e
pascoli; ma anche da interessanti siti archeologici dei periodi etrusco,
romano, medioevale. Senza dimenticare l’artigianato artistico di
legnami, pellami, ceramica, lavori in ferro battuto. Lo sviluppo
urbano del paese di Tolfa ci permette di seguire chiaramente le fasi
storiche ed economiche che hanno determinato questa espansione
urbanistica, anche se sono scarse le notizie su chi fece costruire i
palazzi più belli ed esattamente quando vennero edificati. Poco si sa
del periodo medioevale e degli edifici più importanti di quell’epoca:
il Castello, il Palazzo Baronale e la Chiesa di Sant’Egidio. Del periodo
Rinascimentale abbiamo una descrizione di Tolfa tutt’altro che
lusinghiera del poeta Annibalcaro, che si dice abbia abitato nel Palazzo
Baronale e sappiamo che Agostino Chigi, appaltatore delle cave di
allume dal 1501 al 1520 fece costruire la chiesa della Sughera, ma non
sappiamo dove abitasse nei suoi soggiorni a Tolfa né tantomeno se
uno dei palazzi rinascimentali sia stato fatto costruire da lui.
Vivendo in un territorio che ha visto il susseguirsi di tutte le
civilizzazioni dalla preistoria ai giorni nostri, i tolfetani hanno sempre
avuto un’innata passione per l’archeologia. Nel 1866 fu fondata la
prima associazione archeologica tolfetana denominata: “Onorevole
società dei cittadini della Tolfa” ne facevano parte: Alessandro Bartoli
storico locale, Benedetto Pergi segretario comunale, il Dott. Valeriani
medico condotto del paese e Giovanni Antomarchi un corso ufficiale
dell’esercito francese di stanza a Tolfa. Alessandro Bartoli ottenne
dalle autorità pontificie un permesso di scavo e i soci rinvennero
alcuni reperti etruschi di notevole importanza che in parte furono
portati al Museo Gregoriano (oggi Musei Vaticani) ed in parte furono
venduti a vari musei europei quali: il Louvre, l’Hermitage e il British
Museum. Con loro prese contatto l’archeologo tedesco Otto Bendorf
e il suo collega Wolfgang Helbig. La moglie di quest’ultimo, Nadeja
Schakowskoy ricchissima nobildonna russa, mediò l’acquisto di
alcuni reperti, in particolar modo quelli denominati del ‘Maestro
della Tolfa’, per l’Università di Mosca e per il Museo di Karlsruhe.
Negli anni ‘50 il Prof. Angelo Stefanini, ispettore onorario delle Belle
Arti, istituì all’interno del Palazzo Comunale il primo nucleo del
museo.
Il territorio del comune di Tolfa, situato tra il mare e l’alta collina,
fa parte di una più ampia area geografica dell’antiappennino laziale
situata in provincia di Roma e denominata “Monti della Tolfa”. L’area
riveste un’enorme importanza naturalistica e ciò è dovuto sia alla
particolare posizione geografica, al centro della penisola dove il clima
continentale si incontra con quello mediterraneo, sia alla gestione
collettiva a proprietà indivisa secondo le leggi sugli usi civici, di
buona parte del territorio. Mi raccomando, non soffermatevi solo nel
paese di Tolfa, ma visitate anche i Monti della Tolfa ricchi di splendidi
boschi, cave di allume e miniere abbandonate; ci sono poi molti
sentieri percorribili anche semplicemente per un bel Picnic.
Per informazioni consultare: www.comuneditolfa.it
Per domande e curiosità potete scrivere alla mail:
[email protected]
http://blogasan.blogspot.com
Space - Sport
dicembre 2011_n.35
12
22
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Space-Politica
Anzio Space
Continua la storia della scherma ad Anzio
I ‘MONELLI’ DI ANZIO
CONTRO I CAMPIONI
Avevamo lasciato il racconto della nascita
della scherma ad Anzio al 1972, quando grazie
all’aiuto di un Dirigente della FIS regionale,
Ferdinando Casilli era riuscito ad affiliare il
circolo anziate alla Federazione. Per Casilli
era tempo di nuove preoccupazioni, c’era da
trovare una sede stabile, dei validi aiutanti
che lo affiancassero nell’insegnamento,
programmare le gare da disputare.
La sede venne localizzata dapprima nei locali
dell’ex Azienda Autonoma di soggiorno e
Turismo, in riviera Zanardelli e poi a S.Teresa,
mentre ad affiancare Casilli cominciarono ad
esserci dei validi maestri come Marcoccia,
proveniente dal gruppo Carabinieri, e
Palmiero di Monterotondo, che riuscirono a
portare anche un po’ di quel sano agonismo
che Casilli non aveva, non avendo avuto alle
spalle un’attività da atleta vero e proprio.
Di tornei dove il gruppo poté dimostrare
tutto il suo valore ne vennero e parecchi. Ad
esempio ricordiamo la grande affermazione
nel campionato regionale dell’ottobre 1973
che si disputò a Roma, dove il circolo anziate
portò in finale i suoi due più validi atleti del
momento: Eraldo Casilli e Cristina Matteucci.
Come riportò l’indomani il ‘Messaggero’: “ad
accrescere il merito dei finalisti e degli altri
schermitori della cittadina tirrenica, tutti,
infatti, sono riusciti a superare facilmente
almeno il primo turno eliminatorio di una
competizione che ha visto la partecipazione
di tutte le società laziali ed in particolare
società che vantano antiche tradizioni e
successi nazionali ed internazionali”. Mentre
Casilli junior riuscì solo a sfiorare il podio,
arrivando quarto, la Matteucci poté fregiarsi
del titolo di campionessa regionale 1973-74,
terminando il torneo con una sola sconfitta.
Ma fra i tornei disputati nel periodo d’oro
del circolo, il più famoso rimase, a memoria
di tutti, quello disputato a Jesi, nell’estate
di quel 1973. Un torneo passato alla storia
come ‘il torneo dei Maestri’, molto atipico
non solo per la sua formula a squadre, che
contrappose sulla pedana uno schermidore
ad arma, ma soprattutto per il fatto che gli
organizzatori vollero far cimentare circoli
famosi ed affermati a livello nazionale, con
quelli più piccoli.
Fu proprio in quest’ottica che la FIS
marchigiana, vista la notorietà che il circolo
neroniano di Casilli aveva avuto nelle sue
prime apparizioni, decise di invitarlo. Un
torneo ad altissimo rango dove si cimentarono
i più grandi atleti italiani, alcuni dei quali
provenienti da vittorie o piazzamenti d’onore
in competizioni olimpiche o mondiali, ma
che dimostrò ancora una volta la forza del
giovanissimo gruppo anziate (ricordiamo
che il più ‘vecchio’ era Eraldo Casilli di soli
17 anni), che non solo, alla fine, arrivò sesto
in classifica, ma che dette filo da torcere a
tutti quanti gli altri circoli, compreso quello
dell’Aeronautica militare che si aggiudicò la
vittoria.
Ricordiamo i nomi degli appartenenti
alla squadra che scese in campo quel
giorno: Antonio Mennella (sciabola),
Lucio Capasso (fioretto maschile), Cristina
Matteucci (fioretto femminile) e Francesco
Mastropietro (spada).
L’anno dopo il momento d’oro del circolo
cominciò a offuscarsi, insieme alle condizioni
di salute del suo fondatore; sempre più malato,
Casilli si vide costretto ad abbandonare nelle
mani dei suoi aiutanti, e poi in quelle del figlio
Eraldo, la guida tecnica del circolo. Purtroppo,
essendo un vero e proprio ‘patron’, la sua uscita
di scena portò ad un piccolo sbandamento
dell’attività del circolo; alcuni atleti, primi
fra tutti Matteucci e Mennella, decisero di
abbandonare il circolo e passare al Gruppo
Carabinieri, dove poterono continuare con
più mezzi a disposizione la loro carriera
sportiva, cosa che ormai il piccolo circolo
di Anzio non poteva più permettersi (un po’
come è accaduto pochi anni fa con la giovane
campionessa anziate Camilla Mancini, che
è dovuta emigrare nel circolo scherma di
Frascati). Non ci scordiamo del resto che esso
si reggeva soprattutto sulle risorse economiche
messe a disposizione dal Casilli stesso.
Ferdinando Casilli morirà, dopo una lunga
malattia, nel 1985; per alcuni anni alla sua
memoria venne organizzata dal circolo anziate
la Coppa Casilli, poi la cosa venne meno.
In compenso nel 1998 nacque il Memorial
Luca Antelmi, un evento sportivo che per
anni è stato a carattere nazionale, nato
per ricordare Luca, sottotenente pilota
dell’aeronautica militare, valido schermidore,
nonché figlio di un dirigente del circolo
anziate, morto nel 1997 in un incidente di
volo. Patrocinato dal Comune, il Memorial
Antelmi è stato un evento che ha attirato
sempre moltissimi appassionati nella sua
naturale sede di ‘tiro’ di Piazza Garibaldi.
Purtroppo quest’anno il memorial è saltato, si
dice per le poche risorse messe a disposizione
per l’evento. E a proposito di Antelmi, va
ricordato che anche la palestra del circolo è
intitolata a lui.
A questo punto, scusate, ma credo sia
doveroso aprire una piccola polemica con
il Comune di Anzio e col circolo, rei di
aver troppo presto messo nel dimenticatoio
un uomo che ha fatto tanto per la gioventù
della città neroniana. Capisco la volontà dei
genitori di Luca di ricordarne la figura, ma il
memorial (sperando che possa essere ripreso
quanto prima) credo sia più che sufficiente.
La palestra, il luogo dove Casilli dedicò tutte
le sue risorse sia fisiche sia economiche, non
può che non essere titolata che a lui. Se lo
merita. Non si può far finta che Casilli non sia
mai esistito. Ha dato tanto per questo sport
in questa città, ed è una cosa imperdonabile,
per non dire di peggio, essersi scordato di lui.
Maurizio D’Eramo
Anzio Space
Space - Sport
n.35_dicembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
23
Un modulo più offensivo, bel gioco e 8 punti, frutto di 2 vittorie, 2 pari e 1 sola sconfitta
L’ANZIOLAVINIO C’È: MISTER LANZA CONVINCE
S’inizia a vedere il gioco e i risultati con l’arrivo
sulla panchina anziate del nuovo mister Carlo
Lanza. C’eravamo lasciati con due pesanti
sconfitte rimediate dall’undici biancazzurro.
Ma, da quel momento ad oggi sono passate
5 giornate di campionato in cui sono arrivati
8 punti, frutto di 2 vittorie, 2 pari e 1 sola
sconfitta. Come dicevamo, i nuovi schemi e il
nuovo modulo più offensivo del nuovo mister
iniziano a portare il bel gioco e soprattutto
i punti. Dopo 12 giornate, il team anziate si
trova a metà classifica con 16 punti, lontana 10
punti dalla vetta occupata dal Salerno Calcio
del presidente Lotito.
Ma, tralasciando la vetta del torneo, traguardo
irraggiungibile, l’obiettivo restano i playoff
che sono distanti solamente 3 punti, grazie ad
una classifica molto corta che vede 9 squadre
racchiuse in appena 4 punti. L’obiettivo post
season è quello che la società si è prefissata
ad inizio stagione, con la consapevolezza che
si può e si deve far meglio dello scorso anno
e dunque, raggiunta la quota salvezza si deve
poter dare quel qualcosa in più alzando un
po’ l’asticella in modo da far felici anche i
tanti tifosi che seguono la squadra in casa
e in trasferta. La rosa a disposizione è di
prim’ordine, la sociètà è sana e ci sono dei
dirigenti molto competenti. I presupposti per
puntare in alto ci sono tutti.
Analizziamo meglio il cammino fin qui
svolto da capitan Guida e compagni. Dopo
la batosta interna contro il Cynthia, c’è stato
subito il riscatto la domenica seguente,
quando i biancazzurri sono tornati dal
Fattori di Civitavecchia con i 3 punti grazie
ad un 2-1 centrato in rimonta grazie alle reti
dei due “baby” biancazzurri, ovvero in due
classe ‘93 Trippa e Tornesi. Il filotto positivo
è continuato nel turno successivo quando
dal Bruschini è tornato a casa un Boville con
le ossa rotte, sotterrato dalle 4 reti firmate
Gallaccio, Guida, Antonelli e Martelli. Un
punto importante è arrivato alla 10 giornata
contro l’Astrea, squadra ostica a cui l’Anzio
ha strappato un punto (2-2) grazie alle prime
2 reti in maglia anziate di Amassoka. L’unica
sconfitta di questo mini ciclo di partite è
arrivata in casa contro il Porto Torres (1-2,
Gallaccio) squadra terza in classifica con tanti
ex giocatori professionisti. Nell’ultimo turno
che analizziamo è arrivato un pari contro
l’ex capolista del girone, il Budoni (1-1) con
goal di Fioravanti. Chiudiamo con una bella
notizia, il centrocampista Riccardo Trippa è
stato convocato nella rappresentativa U18 di
serie D. Speriamo possa seguire le orme di
Valerio Giordani che partito da lì è arrivato nel
professionismo.
Fabrizio Tirocchi
CALCIO, IL PUNTO SU NETTUNO E FALASCHE
Campionato di Promozione, la squadra nettunese perde terreno. Bene quella di mister Bindi
Continua il buon momento delle due
nostre squadre impegnate nel campionato
di Promozione. Partiamo dal Nettuno che
avevamo lasciato al secondo posto e che
ritroviamo dopo 12 turni di campionato
in quarta posizione con 27 punti. Ha perso
un po’ di terreno dalla capolista S.M.Mole
che guida la classifica ma, il campionato è
ancora lungo e le credenziali per stare lì in
alto con le grandi ci sono tutte. In questi 5
turni che analizziamo, sono arrivati 3 pareggi
e 2 vittorie. Sono proprio i tanti pareggi che
stanno frenando un po’ la corsa del team
di Neno Cesarini. Ci sono almeno 6 punti
lasciati per strada in questi 3 pareggi, 6
punti che avrebbero visto il Nettuno ad un
solo punto dalla vetta. Purtroppo la realtà
è diversa, e, classifica alla mano, la vetta è
lontana 7 punti. Le due vittorie di questo mini
ciclo sono arrivate alla 10 e alla 11 giornata,
un 4-0 casalingo rifilato al Rocca di Papa (2
Rinaldi, Bastianelli, Montella) e un 2-0 in
trasferta al Velletri (Mangili, Bastianelli).
Nell’ultimo turno prima di andare in stampa è
arrivato uno 0-0 contro la Pescatori Ostia con
tanti rimpianti per le almeno 3 palle goal non
finalizzate nella ripresa. Nel prossimo turno
il Nettuno affronterà la difficile trasferta di
Palocco. Speriamo che la squadra continui
a giocare bene e che la capolista rallenti un
po’ la marcia, visto che è ancora imbattuta in
campionato.
Passiamo al Falasche che, come ogni anno
pur cambiando tanti giocatori, si trova sempre
nell’elite del calcio regionale e questo grazie
ad una società sana, dirigenti competenti e
tanti bravi ragazzi. Veramente complimenti
alla squadra di Mr. Bindi. Dopo 12 giornate
il Falasche si trova 5° in classifica con 22
punti, arrivati grazie a 7 vittorie, 1 pareggio
e 4 sconfitte. Nei 5 turni che analizziamo
il Falsche ha vinto 2 partite, pareggiato 1
ed è stato sconfitto 2 volte. Le vittorie sono
state raggiunte tutte in casa, 3-1 al Sabotino
(Porcari, Maggiore, Lauri) e contro il
S.Pietro e Paolo (3-1, Loria, Buchicchio,
Della Santa). Purtroppo una delle sconfitte è
arrivata immeritatamente nell’ultimo match
disputato contro il S.M.Mole, un 2-1 con
rigore sbagliato all’ultimo minuto di partita
da Della Santa. Nel prossimo turno Papagna
e compagni se la vedranno contro il fanalino
di coda Rocca di Papa. Ci auguriamo un
pronto riscatto e un proseguo di campionato
sempre ad alti livelli.
F.T.
Space - Comunicati
dicembre 2011_n.35
24
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Anzio Space
QUESTIONE MENSE
AMBULATORIO ANZIO CENTRO E ANZIO COLONNA
Circa 45 famiglie chiedono formalmente
di non usufruire della mensa scolastica ed
avere un aula per i propri figli
L’ attività ambulatoriale delle Infermiere Volontarie del Comitato locale di
ANZIO-NETTUNO-ARDEA
è un servizio messo a disposizione dei cittadini anziati e nettunesi da circa
20 anni. La Capogruppo del servizio ambulatoriale è Sorella Mosti Daniela,
la quale organizza e coordina il servizio all’interno dell’ambulatorio di Anzio
centro e Anzio colonna: due ambulatori gestiti da circa dieci Infermiere
Volontarie che si alternano in turno, 365 giorni all’anno dal lunedì al sabato,
svolgendo un servizio di assistenza alle persone anziane principalmente
offrendo prestazioni sanitarie: parametri vitali, controllo glicemico, terapia
iniettiva intramuscolare su prescrizione medica, piccole medicazioni,
aerosol terapia sempre su prescrizione medica, ma soprattutto ascolto e
supporto psicologico.
Le Infermiere Volontarie svolgono un servizio per tutti gli anziani bisognosi
di cure e fondamentalmente un ausilio a coloro i quali si sentono soli e senza
conforto, ed è per questo motivo che sono state riservate agli utenti anziani
presenti nell’area urbana servizi di ascolto e di educazione sanitaria con uno
sportello chiamato appunto “Centro Ascolto”. Molte persone sole hanno
potuto avere un punto di riferimento molto importante per esprimersi e
raccontarsi in una quotidianità spesso desolante che può suscitare ansie
e paure e soprattutto per gli anziani. Sentirsi invece ancora utili ed in
grado di suscitare l’interesse e l’attenzione di qualcuno, sostiene le persone
sole ed anziane nel recupero delle relazioni interpersonali combattendo
l’isolamento.
Nel campo della prevenzione si è provveduto ad organizzare e svolgere
presso i due ambulatori, una campagna per la prevenzione e la diagnosi
delle patologie del diabete ed uno screening, sulle malattie respiratorie e
cardiovascolari,grazie al generoso contributo e sensibilità dimostrata della
Sig.ra Lidia Salvini che ha offerto alla Croce Rossa un macchinario per lo
screening delle malattie cardiocircolatorie. Attualmente si sta provvedendo
alla pianificazione di una presenza medica per aggiungere, sempre maggiori
possibilità di assistenza. Ad oggi nei due ambulatori si contano circa 7.000
prestazioni sanitarie annuali e in molti casi gli interventi delle Infermiere
Volontarie contribuiscono a salvare la vita ad anziani assisiti , il cui controllo
periodico e all’attenzione loro prestata ha consentito, un’attivazione precoce
ed efficace del servizio del 118 del locale pronto soccorso.
La Croce Rossa è presente, aiuta e lavora per attivare una gamma di servizi
sociali, sanitari, culturali e ricreativi presenti nel territorio al servizio della
comunità.
Siamo circa quarantacinque famiglie che richiedono tramite un
protocollo,con tanto di firme certificate, alla dirigente scolastica
della scuola C.Collodi di Lavinio, di non poter far partecipare, per
motivi personali, i nostri figli alla mensa scolastica. Difatti sia a dire
dell’Assessore delle Politiche della Scuola ed Edilizia Scolastica, sia del
Ministero competente, non vi è obbligatorietà ad usufruire del servizio.
Abbiamo chiesto alla dirigente scolastica di avere in concessione
un aula all’interno del plesso per poter utilizzarla durante la pausa
pranzo. La risposta è stata negativa. Non ci sono spazi da destinarci.
La riflessione che ci siamo fatti è la seguente: come mai cittadini che
non vogliono aderire alla mensa per vari motivi e che tra l’altro non
vogliono gravare sulle casse comunali non vengono tutelati? Che non ci
siano spazi ci crediamo poco, perché cosa vieta ai bambini di portarsi
il pranzo a sacco da casa e consumarla nella mensa stessa oppure
nell’aula in cui risiedono visto che rimarrebbe vuota? In aggiunta,
molti dei nostri figli lamentano disagi sulla scarsa qualità dei pasti
somministrati, che in più battute li inducono a non mangiare e a non
finire un pasto completo. Ci chiediamo quale sia la vera motivazione
alla squalificazione di tale nostra proposta; perché non c’è un reale
sforzo da parte delle istituzioni e dell’amministrazione a trovare
una soluzione capace di appianare le divergenze? Perché non si
tenta perlomeno un compromesso per fare le cose giuste? Alla luce di
così poca collaborazione ci viene da pensare che bisogna avere qualche
amico al posto giusto per poter godere di servizi … e senza dimenticare
che in mezzo a tutto questo ci sono i bambini. Come mai per le attività
extrascolastiche si presta molta più attenzione che non per le famiglie
che ad oggi contribuiscono per le spese della carta igienica e scottex per i
bagni, acqua per dissetare i propri figli, assicurazioni e in ultimo battuta
spese varie perla raccolta di fondi che poi non si sa bene a cosa siano
destinati. Visto che stiamo parlando di istituti pubblici, ci chiediamo di
che scuola dell’obbligo si tratta se non c’è una giusta predisposizione a
tutelare bambini e andare in contro alle necessità delle famiglie.
Continuiamo a chiederci… Ma ad essere onesti conviene?
L.D.
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LA FERRAMENTA DI LUCIO
Via Flavia, 17 è l’indirizzo dove si trova la ferramenta di Lucio che
con la sua famiglia gestisce il fornitissimo negozio dal 2006.
Cominciano prestissimo la mattina, l’orario d’apertura è 7,30! E
l’offerta dei prodotti è veramente vasta per l’idraulica, l’elettricità, il
giardinaggio, la duplicazioni delle chiavi e il “servizio tintometrico”.
Che cos’è? Semplice, ogni colore o tonalità, da qualsiasi tipo di
materiale provenga, viene analizzato da un macchinario che indica
l’esatta composizione dei toni per riprodurlo.
Privati ma anche ditte edili si rivolgono con fiducia a Lucio per
consulenze ed assistenza. Qui trovano tutte le soluzioni e la cortesia
di persone che amano quello che fanno.
Sui volantini che periodicamente vengono distribuiti troverete
le migliori offerte delle più importanti marchi, Maurer, Bosch,
Yamato, Eurovernici, Calce del Brenta.
Il negozio è aperto dal lunedì al sabato con orario 7,30-13,00
e 15,30-19,30, senza giorno di chiusura settimanale. Se poi la
domenica avete voglia di dedicarvi ai piccoli lavori in casa o
sistemare quel rubinetto che perde Lucio e i suoi vi aspettano anche
la domenica dalle 9,30, solo la mattina però…
Anzio Space
Space-Lettere a [email protected]
n.35_dicembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
25
Regali natalizi:
ai fini delle imposte sui redditi e dell’iva
a cura di Marco Minoccheri
Il trattamento fiscale degli omaggi, regali di natale, cesti di natale con vini
e panettoni, torroni, confetture e regali come spese di rappresentanza,
è una fattispecie comune che si presenta in questo periodo di natale e
che necessita di un inquadramento nell’ambito delle imposte Ires, Irap
ed Iva.
Per le imprese tali spese vengono inquadrate dunque tra le spese di
rappresentanza e sono deducibili ai fini delle imposte sui redditi (IRES,
IRPEF, IRAP) fino a 50 euro di valore unitario
Se invece il valore unitario supera euro 50,00 tali spese sono deducibili,
con delle limitazioni e cioè nel limite dell’importo annuo massimo
deducibile, ottenuto applicando ai ricavi della gestione caratteristica le
seguenti percentuali:
- Ricavi gestione caratteristica fino a 10.000.000,00 di euro - l’importo
massimo deducibile è pari a 1,3%
- Ricavi gestione caratteristica oltre i 10.000.000,00 di euro e fino a
50.000.000,00 di euro - l’importo massimo deducibile è pari a 0,5%
- Ricavi gestione caratteristica oltre i 50.000.000,00 di euro - l’importo
massimo deducibile è pari a 0,1%
Diversa è invece la deducibilità ai fini delle imposte sui redditi (IRPEF,
IRAP) per i professionisti, anche in tal caso, il costo dei beni oggetto di
cessione gratuita o omaggio alla clientela è deducibile dal reddito a titolo
di spesa di rappresentanza, però solo nel limite dell’1% dei compensi
percepiti nel periodo d’imposta; ed i costi sono deducibili per cassa.
Ai fini dell’IVA sia per le imprese che per i professionisti invece tali costi
sono:
- detraibili, se il costo (o valore) unitario del bene non è superiore a
25,82 euro;
- indetraibili, se il costo (o valore) unitario del bene è superiore a 25,82
euro.
È necessario ricordare che nel caso di acquisto di confezioni di beni, per
individuare il limite di € 25,82 euro, qualora l’omaggio sia rappresentato
da più beni costituenti una confezione unica, è necessario considerare il
costo dell’intera confezione e non quello dei singoli componenti.
Conseguentemente, in relazione all’acquisto di un cesto regalo di costo
superiore a € 25,82, ancorché composto da beni di costo unitario
inferiore a tale limite, la relativa IVA è indetraibile.
Vogliamo contribuire a rendere Anzio una città che sia:
• vivibile e interessante per i giovani
• viva culturalmente
• all’avanguardia nell’ecologia e la preservazione del territorio
• arricchita dalla diversità etnica che la contraddistingue
Non siamo convinti di avere la risposta a tutte le domande o di
essere i migliori, siamo semplicemente un gruppo di persone
giovani (chi di corpo, chi di spirito) che vogliono darsi da fare per
migliorare il territorio in cui vivono.
Al momento abbiamo tre iniziative:
• Anzio Space, che puoi scaricare su www.anziospace.com
• Shingle22J, Biennale d’Arte Contemporanea di Anzio e di
Nettuno, info su www.shingle22j.com
• Il Centro Polivalente per i Giovani e la Cultura, che
vorremmo costruire.
UNISCITI A NOI!
Anzio-Space - Mensile di cultura e politica
Registrazione presso il Tribunale Civile di Velletri, n. 7 del 12-03-2009
Direttore responsabile: Maria Chiara Mingiacchi
Caporedattore: Luisa Calderaro ([email protected])
Coordinatore di redazione: Silvia Arena
Coordinatore Space Donna: Roberta Treglia ([email protected])
Garante del lettore: Avv. Enrico Maria Morelli ([email protected])
Direttore IT: Stefano Murgia
Progetto e grafica: Domenico Condello
Composing e grafica: Bruno Pepe
Foto: Pietro Frisina
Redazione: Andrea Mingiacchi, Stefano Chiappini, Maurizio D’Eramo,
Elisabetta Civitan, Fabrizio Tirocchi, Publio Razza,
Alessandro Tinarelli, Cristiano Di Rosa, Quirino Pollastrini,
Yoshiro Izumi, Melania Maranesi, Gino Querini,
Umberto Spallotta, Erjon Brachini, Valerio Bruni, Manuela Vela,
Giusi Canzoneri, Serena Giardino, Leonardo Tardioli.
Stampa: Tipografia Capriotti, via Pordenone 19, Pomezia (RM)
-Distribuzione GRATUITA su tutto il territorio di Anzio e NettunoEditore: Associazione Culturale 00042, Via della pineta 10A, Anzio (RM)
Presidente: Andrea Mingiacchi
Si vive di più andando cinque minuti al massimo
su una moto come questa di quanto non faccia
certa gente in una vita intera… ma la vita è un
brivido che vola via… è tutto un equilibrio sopra
la follia. Ciao Marco
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Mi si nota di più se faccio
la rete fognaria,
o se faccio i fuochi
d’artificio????
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