Il Grinta - Sala

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Il Grinta - Sala
127 ore di Danny Boyle
Usa/Gran Bretagna -- drammatico -- 1h e 30’
cast James Franco,
Franco, Amber Tamblyn
Teso ed emozionante, una storia vera incredibile con uno strepitoso Franco.
Aron Ralston ha 26 anni, è bello, in forma, pieno di amici, con una famiglia lontana ma che cerca di stargli
vicino il più possibile e un lavoro che lo appaga. E ha anche una passione: le escursioni nella natura più
sperduta, in bici o a piedi, da solo o in compagnia, con le sue cuffie sempre sulla testa e un’infinito desiderio di
libertà. E’ con questo spirito che una mattina di aprile del 2003 lascia il suo appartamento, non risponde al
messaggio in segreteria della madre, non dice al suo collega di lavoro dove sia diretto e parte alla volta del Blue
John Canyon, nello Utah. Lì incontra due ragazze a cui fa da guida, per poi riprendere la sua escursione in
solitaria. Purtroppo la sfortuna vuole che, scendendo un crepaccio, Aron muova una grossa pietra che gli cade
sulla mano destra, intrappolandolo nelle viscere della terra. Nessun modo di comunicare col mondo, solo
poche gocce d’acqua, qualche attrezzo e un coltellino svizzero (ma fabbricato in Cina) con cui inizialmente
tenta di scheggiare la roccia ma che, dopo 127 ore, allo stremo delle forze, gli servirà per compiere un atto
estremo di salvezza.
La sfrenata abilità registica di Danny Boyle al servizio di una storia con un unico protagonista, bloccato in un
unico set. Sembrerebbe un controsenso, se non fosse che il regista britannico (premio Oscar per The
Millionaire) ha anche questa volta colpito nel segno raccontando la vera storia di Ralston (a lato una delle
autentiche foto che lui stesso si scattò durante quei terribili giorni) con una passione e un coinvolgimento
unici. E ha di nuovo guadagnato gli onori dell’Academy, con 6 nomination all’Oscar tra cui miglior film,
sceneggiatura e interprete. Boyle disintegra il film in mille pezzi, spezzettandolo in multipli flashback o futuri
immaginari, dividendo lo schermo continuamente per offrirci una panoramica unica e completa sia del povero
ragazzo intrappolato tra le rocce, sia di quello che nella sua mente passa in quei drammatici momenti. E un
unico, immobile, piccolissimo set non pregiudica affatto il poter raccontare la storia come fosse un film
d’azione, lasciando il pubblico molto spesso senza fiato. Ma ai momenti più avvincenti si alternano anche
scene più intimiste e drammatiche. Il corvo che ogni mattina sorvola la testa di Aron quasi come un lugubre
presagio, il misero quarto d’ora di sole giornaliero che gli viene concesso dalla natura e con il quale riesce ad
avere un minimo sollievo tra quei massi ghiacciati, la lucidità che piano piano viene meno, fino ad una
delirante (ma estremamente dolorosa) sequenza in cui Aron si impersona ospite di un ipotetico talk show
televisivo: una scena che offre tra l’altro a James Franco, mai così bravo (ma per la statuetta è ancora presto)
il pretesto di sdoppiarsi in multiple personalità e di offrirci un’interpretazione memorabile.
Ma si sa, il pubblico è voyeurista, e il momento più atteso è ovviamente quello della “liberazione”. Ebbene sì,
lascia incollati alla poltrona, sfido chiunque a riuscire a proferire parola durante quei tragici secondi (che Boyle
però “smorza” in un montaggio abbastanza frenetico). Alla fine, quando Ralston rivede la luce, tutto ciò che
rimane è un forte e profondo senso di rispetto. E il finale, criticato da molti per la sua eccessiva spinta sul
pedale della commozione, è invece doveroso nell’omaggiare un uomo che con il suo coraggio ha vinto “la
pietra che lo aspettava lì da tutta la sua vita”.
Paolo Bassani
Il Grinta
di Joel ed Ethan Coen, con Jeff Bridges, Matt Damon
Usa 2010; western - durata 1h e 52’
Mattie Ross è una quattordicenne fermamente
intenzionata a portare dinanzi al giudice, perché venga condannato alla pena capitale, Tom Chaney l'uomo che ha
brutalmente assassinato suo padre. Per far ciò ingaggia lo sceriffo Rooster Cogburn non più giovane e alcolizzato ma
ritenuto da tutti un uomo duro. Cogburn non vuole la ragazzina tra i piedi ma lei gli si impone. Così come, in un certo
qual modo, gli verrà imposta la presenza del ranger texano LaBoeuf. I tre si mettono sulle tracce di Chaney che, nel
frattempo, si è unito a una pericolosa banda.
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