L`UNIONE SARDA L`UNIONE SARDA Ecomostri, rivolta in Costa
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L`UNIONE SARDA L`UNIONE SARDA Ecomostri, rivolta in Costa
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna Rassegna sta mpa Beni culturali della Sardegna Segni di una grande civiltà a cura del Servizio Promozione Testata L’UNIONE SARDA Data 25 agosto 2013 Sezione Prima pagina e Primo piano Polemiche su stazzi ed emiri. La denuncia dei Marzotto: «Ristrutturazioni«Ristrutturazioni-choc» Ecomostri, rivolta in Costa A Porto Cervo un “alveare” di 18 mila metri cubi Per il popolo di Porto Cervo è l'ecomostro di Liscia di Vacca: una lottizzazione sulla collina da 18.000 metri cubi realizzata grazie a un vecchio piano. È in regola con la legge e ha superato il vaglio del Comitato di architettura. «Votai contro e fui estromesso», racconta l'architetto Enzo Satta. Nella zona di Abbiadori, invece, grazie al piano casa, al posto di una vecchia villa bassa sta sorgendo una costruzione che oscura il mare: l'hanno segnalato Marta e Diamante Marzotto. Polemica anche sul primo sì ai progetti del Qatar mentre prosegue l'indagine sul villaggio Harrods. Di CATERINA DE ROBERTO A PAGINA 2 Colata di cemento sulla Costa Sulla collina 18.000 metri cubi grazie a un vecchio progetto PORTO CERVO Lo chiamano tutti l'ecomostro di Liscia di Vacca : 18.000 metri cubi di puro cemento sulla collina che domina la Marina di Porto Cervo. Ignorarlo è impossibile, con la sua ingombrante sagoma che incombe sullo skyline della Costa Smeralda. Opporsi pure perché per la legge è tutto a posto. E, a quanto pare, anche per le regole di decoro e buon gusto che l'ex regno di Karim si è dato cinquant'anni fa, quando da queste parti costruivano Vietti e Couelle. Il villaggio ha ottenuto il via libera del comitato di architettura col voto contrario di Enzo Satta. «Dopo quel voto - racconta l'architetto - sono stato fatto fuori dal comitato». LA STORIA È una storia che conosce bene il progettista di fiducia dell'Aga Khan che su quell'ipotesi di lottizzazione ci aveva lavorato molti anni fa. Il piano di fabbricazione di Arzachena - si parla degli anni Settanta - aveva previsto su quella collina 18.000 metri cubi. I terreni allora appartenevano all'Aga Khan. «Il principe mi incaricò di valutare che tipo di insediamento si potesse realizzare», racconta Satta: «Si fece un progetto di massima per circa 7.000 metri cubi, diecimila in meno del consentito. Era impensabile andare oltre. Ma poi non se ne fece niente». Nel frattempo la Costa Smeralda passò alla Starwood e l'Aga Khan uscì di scena. Il lotto venne ceduto a Enrico Preziosi (imprenditore dei giocattoli) in cambio della sua villa, che fu incorporata nell'hotel Pitrizza, e fu poi rivenduta a un'agenzia immobiliare. Oggi appartiene alla società Terra Gallurese ma si favoleggia di interessi di illustri personaggi del mondo della moda. La nuova società, in ogni caso, è andata avanti secondo l'iter previsto e nel 2006 ha ottenuto dal Comune di Arzachena la concessione edilizia. Il progetto è firmato da Gianni Gamondi, l'architetto - tra le altre cose - della Certosa. Si è tornati così all'originaria previsione di 18.000 metri cubi per 70 appartamenti. «Purtroppo - spiega ancora Enzo Satta - questo è uno di quei casi in cui non si comprende che la qualità, soprattutto in luoghi come la Costa Smeralda, rende più della quantità. È sbagliato anche come investimento. Al di là di questo, a stupirmi non è tanto l'imprenditore privato che agisce come crede. Ma la Sovrintendenza dov'era?». Dalla denuncia di Marta Marzotto agli stazzi dell'emiro I miracoli del piano casa PORTO CERVO Magìe del piano casa: butti giù una villa storica , in linea con l'architettura del luogo, e tiri su una costruzione nuova di zecca, lievitata al punto giusto. Come succede a Monti Tundi, Abbiadori. O trasformi in ville 27 stazzi galluresi come sta facendo l'emiro del Qatar. MONTI TUNDI Il caso di Abbiadori è stato segnalato da due storiche frequentatrici della Costa Smeralda, Marta Marzotto e sua figlia Diamante. La concessione edilizia è stata rilasciata a marzo 2013 alla società Villamar per ampliamento di un fabbricato. La proprietaria, di fatto, è una ricca signora russa. «È un vero scempio», racconta Diamante Marzotto: «Anzitutto, la vecchia villa, che era bassa e discreta, è stata completamente rasa al suolo e il nuovo fabbricato è molto più vistoso e deturpante dal punto di vista paesaggistico. Impedisce la vista a mare da diversi appartamenti. Se poi, come si dice in giro, sarà rivestita in marmo, lo scempio sarà completo. È incredibile che sia concessa una cosa del genere e nessuno dica niente». IL QATAR Intanto, grazie al piano casa, sono passate in sede di conferenza di servizi, le ristruttturazioni dei tre stazzi nel Comune di Olbia che presumibilmente apriranno la strada agli altri 24 di Arzachena. Non una gran cosa, in realtà: appena 159 metri quadri in tutto. «La montagna ha partorito un topolino», scrive il Gruppo di intervento giuridico: «Delle due l'una, o il piano da un miliardo di euro della Qatar Holding è una balla colossale oppure si tratta di un banale tentativo di aggirare le normative, nonché la giurisprudenza costante, che richiedono la valutazione unitaria degli impatti sull'ambiente del programma di interventi turistico-edilizi». Critico, ma per altre ragioni, anche l'architetto Enzo Satta: «Non sono contrario alla ristrutturazione degli stazzi, ma certamente non trasformandoli in ville con piscina. È indispensabile la programmazione urbanistica e l'intervento di tecnici che conoscano bene l'architettura del luogo e non è questo il caso». Colpa dell'emiro? «Mi viene da ridere al pensiero che il Qatar, con tutto quello che sta succedendo, si occupi di tre stazzi. L'operazione è frutto del vecchio staff del Consorzio».( c.d.r. )