È arrivato “Mister Prezzi”
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È arrivato “Mister Prezzi”
Anno III - n. 244 domenica 9 dicembre 2007 È il giorno dell’Arcobaleno Si apre alla Nuova fiera di Roma l’assemblea della Sinistra e degli Ecologisti Pina Sozio La prima giornata è stata densa di lavori, con otto workshop tematici aperti a tutti: dall’ambiente alla pace; da economia e welfare ai diritti di cittadinanza; dalle ecomafie all’etica pubblica; dalla cultura ai migranti. Senza dimenticare i morti sul lavoro di questi giorni a pagina 2 È arrivato “Mister Prezzi” Via libera al garante per controllare il caro-vita. I consumatori: è un’arma spuntata Giovanni Verardi “M Indonesia a rischio disboscamento Negli ultimi 50 anni circa 74 milioni di ettari di foresta sono andati perduti 2 ister Prezzi”, ovvero un imparziale garante del regolare andamento del costo dei beni. Questa la figura istituzionale alla quale la Commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera, inserita in un emendamento alla Finanziaria. In attesa del voto sull’intero testo di bilancio, previsto per la fine della prossima settimana e sul quale è prevedibile il ricorso al voto di fiducia su uno o più maxiemendamenti, prendiamo confidenza con questa nuova istituzione. “Mister Prezzi”, com’è intuibile dal nome, è un garante per la sorveglianza dei prezzi, che opererà presso il ministero per lo Sviluppo economico. Il suo compito principale è vigilare sull’andamento dei prezzi e riferire sulle eventuali anomalie al ministro per lo Sviluppo economico, il quale riferirà a sua volta all’Antitrust; sarà nominato Assemblea della Sinistra e degli Ecologisti, il programma Oggi, dalle ore 9.30, l’Assemblea si svolgerà in plenaria e sarà divisa in due momenti. Una prima parte nella quale interverranno “testimonial” qualificati e interlocutori sui temi dei forum. Nella seconda parte, invece, i quattro segretari dei movimenti politici: Alfonso Pecoraro Scanio, Oliviero Diliberto, Fabio Mussi e Franco Giordano. Informazioni: www.lassemblea.org dal presidente del Consiglio su proposta del ministro per lo Sviluppo e resterà in carica per tre anni. Come si legge nel testo del- dei consumatori e dei prezzi” e sarà nominato dal presidente del Consiglio dei ministri su proposta del ministro dello Sviluppo economico, tra i Il suo compito principale è vigilare sull’andamento dei prezzi e riferire sulle eventuali anomalie al ministro per lo Sviluppo economico. Sarà nominato dal Presidente del Consiglio e durera in carica tre anni l’emendamento che lo contiene, il garante “sovrintende alla tenuta ed elaborazione delle informazioni richieste agli ‘uffici prezzi’ delle Camere di Commercio, all’Istat, ai competenti uffici del ministero delle Politiche agricole e anche alla presidenza del Consiglio (dipartimento per la programmazione economica) per i servizi di pubblica utilità”. “Mister Prezzi” – continua il documento - si avvarrà, per la circolazione delle informazioni, del “portale delle imprese, dirigenti di prima fascia dello stesso ministero. Un supereroe accolto a braccia aperte, dunque? Non proprio. Sulla nuova figura si sono espressi con cauto ottimismo le associazioni dei consumatori, soddisfatte in linea di principio sull’istituzione di un garante per il controlli dei prezzi, dopo i rincari di 1210 euro nel 2007 e i 1.360 euro previsti dai consumatori per il 2008. Ma la ritengono un’arma spuntata. Denunciano infatti Adusbef e Federconsumatori che bi- ENERGIA SOLARE PARTE LA SFIDA sogna “dotare questa figura anche di poteri sanzionatori”, pena l’inefficacia della sua azione. Opinione simile è stata espressa anche dal Codacons, secondo cui “non serve a nulla sorvegliare i prezzi al dettaglio se non si ha un reale potere di intervento” e dall’Aduc, che considera “Mister Prezzi” una figura che “non serve a nulla perché non ha nessun potere in merito”. Coldiretti ha invece auspicato che l’istituzione del garante sia “l’occasione per favorire nelle città l’apertura di mercati gestiti direttamente dagli imprenditori agricoli delle campagne, per ridurre le intermediazioni, combattere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola e contribuire ad aumentare la concorrenza sul mercato”. Insomma, “benvenuto Mister Prezzi”, ma a patto che possa servire realmente a far dimenticare i rincari del 22% della pasta e del 15% di pane, latte e formaggi, solo per citarne alcuni: incubi che il 2007 ha riservato a tutti gli italiani. 3 Il Nobel Rubbia alla guida del panel. Al via il termodinamico a concentrazione L’importanza dei simboli Alessio Postiglione Quanto sono importanti i simboli? Tanto. I simboli veicolano concetti importanti in modo esemplare, pregnante e paradigmatico. E non è un caso che la Cosa Rossa sia diventata Sinistra Arcobaleno, con l’arcobaleno che da microscopico, nella bozza del primo logo, ha infine eguagliato la grandezza dei caratteri della parola Sinistra. Ieri e oggi a Roma, l’incontro fra le forze rappresentate dai Verdi, da Prc, dal Pdci e dalla Sinistra Democratica, con gli interventi di Franco Giordano, Alfonso Pecoraro Scanio, Oliviero Diliberto e Fabio Mussi, è anche un’occasione per parlare di nuovi progetti politici ed identità. Nasce una Sinistra plurale ed attrezzata per risolvere i rebus della modernità. I Verdi ed il ministro Pecoraro Scanio, da subito, avevano puntato sulla bandiera della Pace come “tratto” che fosse il collettore delle energie nuove e vitali che si delineavano alla nascita del soggetto unitario. “Tratto” come metafora di un’identità forte e liquida; un melting pot dove varie anime del pensiero ambientalista, democratico, a difesa dei diritti civili, plasmano un linguaggio nuovo, che conosce la sua storia, sa da dove viene, ma non si pone limiti riguardo le mete da raggiungere. Chiarisce, infatti, il copogruppo verde Angelo Bonelli che “il tratto grafico dell’assemblea della Sinistra e degli ecologisti guarda al futuro: rappresenta l’incontro di culture diverse per costruire una Sinistra moderna e innovativa”. “L’arcobaleno rappresenta la pluralità e la ricchezza della Sinistra, degli ecologisti, di chi vuole tutelare l’ambiente, il lavoro, i giovani, la ricerca, i diritti”. “Non sarà una ‘Cosa rossa’ – ha sottolineato Pecoraro Scanio - ma una ‘Cosa arcobaleno’, una ‘Cosa nuova’”. La bandiera Arcobaleno, infatti, è nata con le battaglie politiche del movimento pacifista non violento, che ha trovato in prima linea intellettuali del rango di Picasso, che disegnò la bandiera con la colomba, e Bertrand Russell; e che i Verdi, per primi, hanno rappresentato nella scena politica europea. Il carattere realmente innovativo del soggetto unitario ci consente già di fare alcune considerazioni. Da molti anni, infatti, è invalsa, ahinoi, una retorica del riformismo che, subito appiattitasi sui mantra del pensiero unico, ha comportato un’involuzione centrista delle maggiori culture della Sinistra alternativa in Italia. Non è la ex ‘Cosa Rossa’, allora, ad essere radicale o massimalista, ma erano la Cosa 1 e la Cosa 2 a non saper dire più “qualcosa di Sinistra”. I Verdi non si sono mossi. Soni rimasti sempre lì, in compagnia dei premi Nobel Rubbia, Al Gore, IPCC. La politica nuova e riformatrice è qui. 2 domenica 9 dicembre 2007 La Sinistra fa il pieno di ambiente Pecoraro: il Partiro democratico è partito dal Segretario, noi invece iniziamo dal programma dalla prima U n’ondata di gente, circa 5 mila persone, ha partecipato ieri alla prima giornata degli stati generali della nascente federazione a sinistra. A differenza delle tipiche con- ne e del pubblico. Un passo delle forze della sinistra alternativa verso un soggetto che, per il leader dei Verdi, assomiglierà più “ai social forum che ai partiti tradizionali”. Proprio Pecoraro propone che vi sia a febbraio Un passo delle forze della sinistra alternativa verso un soggetto che, per il leader dei Verdi, assomiglierà più “ai social forum che ai partiti tradizionali”. Nel 2008 primarie sul programma vention di partito, questo incontro si è aperto come una festa della democrazia: tesserati, associazioni, movimenti insieme ai pezzi da novanta, ministri, parlamentari, leader di partito, tutti fra la gente, curiosi di ascoltare, senza troppe formalità. Dopo mesi di lavoro Rifondazione, Verdi, Sd e Pdci hanno portato a termine il primo passo: la costruzione di una federazione della sinistra arcobaleno che da domani si misurerà concretamente sulla scena politica. Valentino Parlato, direttorefondatore de “ll Manifesto” al suo ingresso ha detto: “C’è aria di champagne di buona marca” e una “festa” ha definito il meeting anche il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, entusiasta della discussio- “una grande primaria sul programma”, sottolineando che l’intenzione dei quattro partiti della sinistra è di fare l’esatto contrario del Partito Democratico: “il Pd è partito dal segretario, noi invece partiamo dal programma”. Sui leader di partito provenienti dall’ex Pci ha pesato la critica di Pietro Ingrao, deluso dalla forma federativa della nuova formazione, ma che forse parteciperà alla seconda giornata di lavori, insieme a Fausto Bertinotti. E Rifondazione Comunista è forse il partito che ha avuto i maggiori dissensi interni: la corrente di “Sinistra critica” capitanata da Salvatore Cannavò ha deciso di abbandonare il partito per segnare un distacco netto rispetto alla strada scelta. In questa prima giornata di lavori si è comunque IN POCHE RIGHE Finanziaria\1: l’ambiente protagonista Via libera a un consistente pacchetto di misure ‘Verdi’. La commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato alcuni emendamenti a favore del clima e dell’ambiente. In particolare, arriva il fondo ‘un centesimo per il clima’, a cui sarà destinato un centesimo di euro per ogni litro di benzina acquistato alla pompa e per ogni 6 kw/h di energia elettrica consumata. La gestione del fondo sarà sottoposta al controllo di quattro saggi. Per pubblicizzare l’iniziativa la Finanziaria stanzia un milione di euro per tutto il 2008. Altra misura ad alto impatto ambientale quella che prevede l’istituzione di un fondo per il ripristino del paesaggio presso il ministero dei Beni culturali: per consentire interventi di demolizione di ecomostri nei siti italiani dell’Unesco sono stanziati 15 mln l’anno per il triennio 2008-10. Gli interventi sono individuati di concerto con il ministero dell’Ambiente. Arriva anche un provvedimento per la valorizzazione e il recupero delle ferrovie dismesse, con i percorsi che saranno destinati ad itinerari cicloturistici. Per l’operazione sono stanziati 2 mln per il 2008. Finanziaria\2: Balducci, bene approvazione norma per tv locali “L’approvazione in commissione Bilancio dell’emendamento sulle tv locali e’ un segnale d’attenzione ai problemi dell’emittenza locale”. Lo afferma la deputata dei Verdi Paola Balducci. ”Ci auguriamo - rileva - che questo sia un incoraggiante auspicio per l’assegnazione in futuro di ulteriori risorse alle tv locali che rappresentano una risorsa fondamentale per una corretta informazione nel nostro Paese”. tracciato un percorso. La Costituente infatti intende proporre una carta d’intenti, una proposta che da subito sarà messa in un circuito partecipativo dal basso. A livello europeo, secondo Monica Frassoni, europarlamentare dei Verdi, è meglio presentarsi al voto in gruppi separati: “Siamo tutti d’accordo e l’esperienza ci ha insegnato che il lavoro suddiviso in aree europee di appartenenza politica porta molti più frutti rispetto al lavoro di gruppi che si riconoscono nell’identità nazionale”. La giornata è stata densa di lavori, con otto workshop tematici aperti a tutti: dall’ambiente alla pace; da economia e welfare ai diritti di cittadinanza; dalle ecomafie all’etica pubblica; dalla cultura ai migranti. Senza dimenticare i morti sul lavoro di questi giorni, ci si è confrontati sui temi del lavoro e del precariato e si sono affrontati i temi forse più scottanti in questi giorni in vista di Bali, cioè quelli del cambiamento climatico e della necessità di un rafforzamento delle politiche ambientali mondiali. I gruppi di lavoro hanno avuto due coordinatori (un uomo e una donna) e una personalità dalla riconosciuta esperienza nella materia trattata, con il compito di istruire la discussione e di stilare un rapporto finale che verrà sottoposto alla seduta plenaria di domani. Alfonso Pecoraro Scanio: Oggi nasce una cosa nuova che non ha nulla a che vedere con i partiti tradizionali, soprattutto con il modello sovietico. Indonesia a rischio disboscamento Negli ultimi 50 anni circa 74 milioni di ettari di foresta sono andati perduti Andrea Drudi I n Indonesia si stima che oltre l’80% delle attività di disboscamento violino la legge. Ogni anno circa 2,8 milioni di ettari di foresta vengono abbattuti illegalmente, compresi addirittura gli alberi che si trovano nei parchi na- Senza un’azione urgente, il 98 per cento delle rimanenti foreste sulle isole di Sumatra e il Borneo potrebbero sparire entro il 2022 zionali e, secondo l’Agenzia investigativa per l’ambiente, l’Unione europea è il principale acquirente di questo legname. L’abbattimento degli alberi ha molti effetti dannosi. Infatti lo spogliamento del terreno causa l’erosione del suolo, riduce le specie e gli esemplari di animali selvatici che vi abitano con maggiore pressione sulle specie a rischio di estinzione. Una volta tagliati a raso gli alberi, il terreno viene di solito drenato per la costruzione di canali per il trasporto dei tronchi. Nonostante sia vietato, la biomassa residua viene rimossa col fuoco per diminuire l’acidità del terreno, concimare ed eliminare potenziali parassiti. In questo modo vengono rilasciati gas serra in una quantità stimata di 1,8 miliardi di tonnellate all’anno: il 4 per cento delle emissioni globali da meno dello 0,1 per cento delle terre emerse, tanto da portare l’Indonesia al terzo posto tra i Paesi inquinanti dopo due colossi come Stati Uniti e Cina. E senza pagare dazio, perché è considerata una nazione in via di sviluppo e dunque non è obbligata a ridurre la quota di gas serra, secondo i dettami del protocollo di Kyoto. Diverse Ong presenti sul territorio, peraltro, hanno denunciato l’abuso dei permessi rilasciati da funzionari del governo e la corruzione di agenti di polizia, di solito con l’aiuto di potenti interessi a livello politico ed economico. Pertanto, perseguendo quasi esclusivamente i singoli individui che abbattono gli alberi, si finisce per trascurare il nocciolo della questione, ovvero i veri istigatori che da questa attività traggono profitto. In tal modo si rischia di focalizzarsi sulla povera gente che, pur commettendo un atto illegale che deve essere punito, non ha alternative dal punto di vista economico e spesso è obbligata a prendere parte alle attività di disboscamento. Senza un’azione urgente, il 98 per cento delle rimanenti foreste sulle isole di Sumatra e il Borneo potreb- bero sparire entro il 2022, con gravi conseguenze per la popolazione locale e la fauna selvatica tra cui i rinoceronti, le tigri e gli elefanti. Secondo il rapporto degli esperti del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente “Il veloce tasso di rimozione degli alberi, l’uccisione degli orango e la frammentazione della restante foresta intatta, costituisce una grave emergenza ambientale’’. L’Indonesia ha fatto anche una richiesta affinché i consumatori occidentali rifiutino il legname di contrabbando: ‘’Stiamo facendo appello alla coscienza del mondo intero: non comprare il legno non certificato’’, ha dichiarato il Ministro dell’ambiente Rachmat Witoelar. La soluzione più efficace per proteggere le foreste consisterebbe nel consentire alle popolazioni locali di sfruttarne le risorse. Per combattere il disboscamento abusivo è infatti necessaria una presa di coscienza del valore inestimabile delle risorse forestali, per il bene della popolazione ma anche degli animali selvatici che vi vivono. È in corso una stretta collaborazione tra le istituzioni locali, i produttori di legno e il WWF per sostenere la popolazione nell’adozione di una politica di sfruttamento sostenibile della foresta, delle sue risorse e nello sviluppo di fonti di reddito alternative. Sono nate così nuove attività come la coltivazione di riso selvatico e di pepe della Tasmania, la produzione di sculture in legno e di oli essenziali, nonché l’impiego di diverse piante officinali. Negli ultimi 25 anni, nel Borneo sono state scoperte più di 420 nuove specie vegetali. Si sono ottenuti i primi successi anche nella lotta contro il bracconaggio e il commercio illegale di animali: nel Borneo un produttore di olio di palma si è impegnato a proteggere la foresta compresa nella sua zona di concessione, e pertanto anche gli animali che vi abitano. domenica 9 dicembre 2007 Il Nobel Rubbia alla guida del panel. Al via il termodinamico a concentrazione Giovanni Verardi S benefici che scaturiranno da questa tecnologia: riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili e delle emissioni di gas ad effetto serra, diffusione di un modello di sviluppo locale integrato e coerente con le strategie di sviluppo sostenibile, promozione delle energie rinnovabili e rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale. Ecco la cronotabella e i dettagli: i progetti pilota partiranno nel 2008 e sarà onere delle istituzioni interessate reperire i finanziamenti necessari. Compito fondamentale in questa prima fase spetterà alla task force presieduta da Carlo Rubbia, consulente del ministro dell’Ambiente per le fonti rinnovabili, che dovrà predisporre un piano di sviluppo e coordinare le attivita’ contenute dei protocolli d’intesa sottoscritti con le Regioni. Probabilmente il primo impianto ad entrare in esercizio sarà in Calabria, in provincia di Crotone, e si chiamerà Pitagora: “nei tre mesi che decorreranno da quando il protocollo sarà operativo - ha infatti affermato il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero - è prevista L’Italia ha la possibilità di essere tra i primissimi Paesi al mondo ad avviare la produzione con la tecnologia che permette l’accumulo. Calabria, Lazio e Puglia sono le prime Regioni ad aver sottoscritto i protocolli d’intesa con il dicastero la definitiva localizzazione, possibilmente in aree non di pregio per l’ambiente e l’agricoltura, oltre alla definizione del cronoprogramma del progetto industriale e scientifico”. Orgoglio e soddisfazione trapelano dalle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio e dal premio Nobel Carlo Rubbia. Il ministro, in particolare, ha affermato che “si faranno le centrali grazie a incentivi che dovrebbero arrivare a 25 centesimi/Kw per impianti di 50 MegaWatt e per circa 20 anni. Una proposta – ha proseguito Pecoraro – che ricalca il modello spagnolo e non si ferma soltanto all’Italia, ma è frutto di un lavoro internazionale: dai rapporti con la Germania all’impegno avviato con la Spagna, fino allo sviluppo in Nord Africa e in particolare in Tunisia. E’ un passo molto significativo – ha continuato - a dimostrazione concreta di un ambientalismo del fare: il piano dà seguito a quanto previsto nel Dpef e nella legge Finanziaria ed è prevista in futuro la costruzione di almeno dieci centrali del genere in Italia”. L’ auspicio finale del ministro dell’Ambiente è rivolto a un altro ministro, Pier Luigi Bersani: “E’ pronta la proposta per un decreto specifico da inviare, in settimana, al ministero dello Sviluppo economico”, ha dichiarato infatti il leader dei Verdi. Dalle parole, dunque, si passa subito ai fatti. R ESTRATTO DALLA FINANZIARIA APPROVATA AL SENATO CAPO XVI MISSIONE 18 - SVILUPPO SOSTENIBILE E TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE ART. 80 (Misure a tutela del territorio e dell’ambiente e sui cambiamenti climatici) 1. Il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con le regioni e gli enti locali interessati, tenuto conto dei piani di bacino, adotta piani strategici e di intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico e per favorire forme di adattamento dei territori. A tal fine sono utilizzate le risorse iscritte sulle autorizzazioni di spesa di cui alla legge 18 maggio 1989, n. 183, e al decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493, come determinate dalla Tabella F della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Per l’attuazione delle disposizioni di cui al presente comma nonché delle disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 e` autorizzata la spesa di euro 265 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a valere sulle risorse di cui alla legge 18 maggio 1989, n. 183. 2. È istituito nello stato di pre- La tecnologia attualmente più diffusa per la produzione di energia elettrica da solare termodinamico utilizza dei collettori parabolici lineari. Da circa 20 anni sono in esercizio nove grandi impianti termoelettrici solari di questo tipo in California, nel deserto del Mojave. Si tratta di Kramer Junction (SEGS, Solar Electric Generating Systems) per una potenza elettrica complessiva di oltre 350 MW. Nella primavera del 2007, sempre negli Stati Uniti è entrata in esercizio la prima centrale americana di nuova generazione. Nevada Solar One, per una potenza di capacità installata di 64MWh. In Europa è la Spagna ad avere avviato a partire dal 2004 un vigoroso programma industriale per la realizzazione di una trentina di centrali della potenza complessiva di circa 1300 MWh, di cui la grande maggioranza prevede la tecnologia degli specchi parabolici lineari. In questi impianti, il campo solare ha una struttura modulare ed è costituito appunto da collettori parabolici lineari collegati in serie. Ogni collettore è di fatto costituito da un riflettore di forma parabolica, un semplice specchio di vetro, in grado di concentrare i raggi solari su un tubo ricevitore nel fuoco della parabola. Tramite un fluido portatore di calore, che circola nei tubi ricevitori, viene alimentata una stazione di potenza che si trova all’interno del campo solare. Il calore così prodotto viene trasformato in vapore acqueo allo scopo di generare elettricità. La temperatura tipica di operazione varia dai 390 °C ai 550°C a seconda del tipo e delle dimensioni degli impianti. Le tecnologie più avanzate presentano una serie di innovazioni che permettono innanzitutto di accumulare il calore così prodotto e renderlo disponibile quando richiesto dall’utente, eliminando la variabilità intrinseca della sorgente solare tradizionale. Altre importanti innovazioni sono l’aumento dell’efficienza di produzione elettrica e la progressiva riduzione dei costi con l’obiettivo di rendere questa tecnologia competitiva con i combustibili fossili nell’arco di un periodo di una decina di anni. Le potenzialità del solare a concentrazione potrebbero aumentare considerevolmente se l’energia elettrica prodotta in Paesi a forte insolazione fosse esportata a regioni con maggiore domanda e minore insolazione. Come è noto, in gran parte dei Paesi europei, le società di distribuzione sono tenute alla fornitura di energia elettrica tramite un contributo percentuale proveniente da fonti rinnovabili. Una frazione considerevole di tale “energia verde” potrebbe essere soddisfatta con il CSP, installato ad esempio nelle zone desertiche del Sahara, caratterizzate sia da una favorevole esposizione alla radiazione solare sia da un’escursione stagionale molto ridotta. L’energia elettrica prodotta nel Nord Africa potrebbe essere trasferita alla rete elettrica europea per mezzo di linee di trasmissione in corrente continua ad alta tensione, tecnologia già disponibile e con costi accettabili. FONTI RINNOVABILI visione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un fondo per la promozione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica attraverso il controllo e la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, nonché per la promozione della produzione di energia elettrica da solare termodinamico. A decorrere dall’anno 2008 sono destinate al fondo di cui al presente comma risorse per un importo annuale di 40 milioni di euro a valere sulle risorse di cui al comma 1. Entro cinque mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto, individua le modalità di utilizzazione del fondo, anche prevedendo iniziative di cofinanziamento con regioni ed enti locali o con altri soggetti, pubblici o privati, nonché mediante l’attivazione di fondi di rotazione. Estratto integrale dal capitolo IX sezione 11 “Obiettivi di Kyoto” pagina 152 del dpef 2008-2011 Dpef 2008-2011 tavolta sul solare si fa sul serio. Non che finora gli sforzi non siano stati positivi, pensiamo su tutti al Conto Energia, anzi. Ma la task force presentata dal ministero dell’Ambiente nei giorni scorsi rappresenta un’idea nuova e rivoluzionaria: un gruppo di esperti, guidato dal premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia per promuovere la ricerca sulle nuove fonti rinnovabili, a cominciare dal solare termodinamico a concentrazione, che permette l’accumulo anche in condizioni sfavorevoli di irraggiamento solare. Questo avanzatissimo sistema di produzione di energia utilizza collettori parabolici lineari, costituiti da specchi di vetro, che hanno la funzione di concentrare i raggi solari su un tubo ricevitore; ad oggi nel mondo sono in esercizio nove grandi impianti di questo tipo in America, precisamente in California, per una potenza elettrica di oltre 350 megawatt. Ma c’è chi si è mosso in questa direzione anche in Europa: la Spagna ha infatti avviato dal 2004 un programma industriale per la realizzazione di una trentina di centrali per una potenza di 1.300 megawatt/ora. L’Italia ha quindi la possibilità di essere tra i primissimi Paesi al mondo ad avviare la produzione di energia dal solare a concentrazione, grazie appunto alla task force voluta dal ministero dell’Ambiente: Calabria, Lazio e Puglia sono, infatti, le prime Regioni ad aver sottoscritto i protocolli d’intesa con il dicastero, candidandosi ad ospitare i primi progetti pilota di tali impianti. Da registrare anche la possibile futura partecipazione anche della Sardegna. Il ministero, orgoglioso di questo importante passo verso lo sviluppo del solare in Italia, ha elencato, durante la presentazione del progetto, i diversi IL SOLARE TERMODINAMICO A CONCENTRAZIONE la scheda tecnica Energia solare, parte la sfida 3 s2EVISIONEDEIMECCANISMIDIINCENTIVODIPRODUZIONE elettrica da fonti rinnovabili attraverso l’erogazione di certificati verdi e conto energia; s3TABILIZZAZIONEDEGLIINCENTIVIINCONTOENERGIAPERSOstenere la produzione di energia da fonte solare fotovoltaica e solare termodinamica a concentrazione; s2EALIZZAZIONEDIALMENO-7INSTALLATIDIENERGIA da fonte solare termodinamica a concentrazione; s3TABILIZZAZIONE PER GLI INCENTIVI VOLTI ALLA PROMOZIONE del solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento; s0ROMOZIONE TELERISCALDAMENTO PER GRANDI UTENZE DA solare termico (solarthermie); s)NTERVENTIDIAUTOIMPRENDITORIALITËNELCOMPARTODELLA produzione di componenti e tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili; s3VILUPPODELLAPIATTAFORMANAZIONALEPERLAPRODUZIOne di idrogeno da fonti rinnovabili; s3VILUPPODELPOTENZIALEDAFONTEEOLICADAMOTOONDOso e forze maremotrici, nonché definizione delle competenze per interventi off-shore; s)NCENTIVAZIONEESEMPLIlCAZIONEAUTORIZZATIVADELLUSO del micro- e piccolo eolico e del micro-idroelettrico; s0ROMOZIONEDELLUSODELLATECNICADIGEOTERMIAABASsa entalpia. 4 domenica 9 dicembre 2007 di Alessandro Zan Etichette e riconoscibilità Marco Nottola - Paola Tuccillo La Sinistra l’Arcobaleno la Laicità Oggi la storia è cambiata, le ideologie da prima Repubblica sono cadute, le tradizioni politiche ci hanno lasciato in eredità idee e identità forti ma frammentate, forse troppo frammentate. Servono un ago e un filo: quest’ultimo potrebbe essere il concetto di laicità. Prima di tutto però dobbiamo fare pulizia e sgomberare il campo da equivoci: va tolto al significato di “laicità” quel senso di contrapposizione politica, di cui negli ultimi anni questo termine è stato caricato. La laicità non è uno strumento di lotta politica: non è né un’arma con cui attaccare un avversario, né uno scudo con cui difendersi. Secondo la sentenza della Corte Costituzionale n.209 del 1989 la laicità dello Stato è un “principio supremo dell’ordinamento costituzionale italiano”. E’ un principio universale che può fare da collante tra tradizioni diverse, è quel principio che caratterizza tutta la legislazione di uno Stato nei suoi orientamenti fondamentali. Ripensare la laicità, tornare a riflettere sui suoi significati può sembrare di questi tempi un po’ fuori moda o per certi versi rischioso, addirittura controproducente. E invece, proprio nella fase politica che stiamo vivendo, è necessario continuare a discutere di laicità, per accelerare un processo riformatore che si faccia carico di riportare le istituzioni pubbliche a divenire sostenitrici della convivenza e dello scambio delle diverse posizioni senza che ne prevalga una sola a scapito di tutte le altre. La proposta su cui voglio provare a riflettere è quella della necessità di una nuova ricerca, politica e sociale, sulla laicità. Un lavoro di ridefinizione di un termine che è parte fondamentale della nostra politica. E per questo serve una laicità che non sia ideologica, che non sia polemica. Serve un humus fertile che possa far crescere sullo stesso terreno identità, tradizioni e sensibilità diverse. In effetti la società evolve molto rapidamente, proponendo sempre nuove articolazioni e nuovi problemi la cui soluzione non può essere improvvisata. L’unità della Sinistra Arcobaleno, uscita oggi dopo la due giorni degli Stati generali, dovrà contribuire a governare la trasformazione sociale e ciò comporterà necessariamente il dovere per ognuno di misurarsi con l’esistente, fare delle proposte, aprirsi ad un confronto più largo possibile. Compito della Sinistra Arcobaleno sarà quello di dare vita ad un forte confronto sociale per far sì che la regola o la legge che segue la dialettica e la partecipazione non abbia un valore puramente arbitrario, ma cerchi di corrispondere ad esigenze e bisogni diffusi. La laicità delle istituzioni non significa indifferenza verso i valori, non corrisponde ad una grigia neutralità verso le istanze che si muovono nel Paese, ma valorizza le spinte positive che vengono dalla collettività attraverso i principi costituzionali – e la loro lettura in chiave moderna – che sono i fondamenti del nostro ordinamento. Ecco che una sinistra forte e responsabile dovrebbe, a mio avviso, a fronte di una società che non è cosi ideologizzata come un tempo nelle proprie scelte culturali e politiche ma proiettata verso la più ampia diversificazione, assumere a pieno la laicità, perché solo attraverso questa impostazione può avanzare il processo democratico. Solo questo atteggiamento di disponibilità concorre a incentivare il confronto reale delle diverse identità e tradizioni e prepara il terreno per nuove sintesi culturali e politiche che includano le diverse sensibilità secondo un criterio di reciproca lealtà. Un lavoro faticoso, ma necessario se si vuole che nel centrosinistra prevalga un atteggiamento di accoglienza in un quadro di grandi valori comuni, senza la logica dei veti incrociati. L’ampio confronto che precede ogni seria e non arbitraria decisione rappresenta un punto di forza rispetto a ciò che accade oggi nel centrodestra e forse già nel Partito Democratico, dove l’iniziativa politica è prevalentemente plasmata sulle decisioni del capo. Il principio di laicità, proprio perché esalta le pluralità e la coesistenza civile, diventa un vaccino necessario contro la tentazione di affidare la propria fiducia a un solo capo potente, capace secondo molti di interpretare i bisogni della maggior parte della società, a cui esso peraltro non appartiene. La vera sfida consiste nel garantire dentro il centrosinistra il rispetto delle pluralità e dei valori di ciascuno, senza che nessuno possa in qualche modo pensare di dover rinnegare la propria identità. L’approccio di una vera laicità consente, inoltre, di non pregiudicare le libertà individuali di ciascuno,di non mediare sui diritti delle persone, come invece accadrebbe se ci si concentrasse su una sintesi al ribasso. La laicità, dal mio punto di vista, è la via di uscita che può permettere questa operazione politica e culturale nel nostro Paese. Forse vale la pena tentare. “Il Natale è alle porte e con esso gli acquisti natalizi. Presto o tardi i regali si trasformeranno in immondizia e non sarebbe male se ognuno di noi facesse attenzione a dei piccoli loghetti, sempre di più spesso presenti sui prodotti o sulle loro confezioni. Ognuno dei loghi che riporteremo di seguito garantisce a chi acquista la sicurezza di un prodotto che rispetta, in un modo o nell’altro, l’ambiente. Per riconoscere un prodotto che ci dia la certezza di un suo riutilizzo o riciclaggio in fase di dismissione, un aiuto ci viene dato da alcune tipologie di etichette e/o certificazioni poste sulla confezione. Tra le più importanti e conosciute abbiamo: l’etichetta tedesca “Blauer Engel”, viene rilasciata se l’intero ciclo di vita del prodotto è caratterizzato da un ridotto impatto ambientale, se il prodotto è conforme a tutti gli aspetti di protezione ambientale - contenuto di sostanze pericolose, emissione di inquinanti, risparmio di energia – e se rispetta gli standard di sicurezza (tutela della salute). l’ecolabel viene esposto direttamente sia su un prodotto, sia su un servizio caratterizzati da un ridotto impatto ambientale nell’intero ciclo di vita. Questo marchio permette di certificare la sostenibilità della gestione dei boschi e la rintracciabilità dei prodotti legnosi commercializzati e trasformati. È il marchio che l’Ente per l’Ambiente Statunitense (EPA) conferisce ai computer a ridotto consumo energetico. L’adozione di questo marchio prevede il rispetto di limiti massimi di consumo nella fase di stand by, mentre non pone limiti sui consumi nella fase di utilizzo. Il logo FSC (Forest Stewardship Council) su un prodotto indica che il legno usato per fabbricarlo proviene da foreste gestite in modo ecologicamente compatibile, socialmente utile ed economicamente conveniente. Si può trovare su tutti i derivati della cellulosa: carta, tovaglioli, carta igienica, fazzoletti, ecc. e fissa il contenuti minimi di materiale certificato. È un marchio ecologico statunitense che viene concesso a prodotti che rispondono a requisiti individuati come significativi per la riduzione dell’impatto ambientale nelle fasi di produzione, uso e smaltimento: riduzione dell’inquinante atmosferico, uso sostenibile delle risorse naturali e corretta gestione dei rifiuti. Agricoltura biologica Il marchio europeo dell’agricoltura biologica viene rilasciato sui prodotti alimentari con almeno il 95% degli ingredienti provenienti da agricoltura biologica. Iso 14001 È una norma di sistema che definisce i requisiti organizzativo-gestionali di tipo ambientale, che un’organizzazione deve soddisfare per ottenere il riconoscimento di un certificatore esterno indipendente. Transfair (marchio di garanzia del Commercio Equo e Solidale) ha lo scopo di diffondere nella grande distribuzione i prodotti Equo Solidali. Garantisce che i prodotti siano stati lavorati senza causare sfruttamento e povertà nei Paesi del Sud del Mondo e che vengano acquistati e commercializzati secondo i principi del commercio equo e solidale. White swan Etichetta ecologica assegnata a prodotti, non alimentari, caratterizzati da un ridotto impatto ambientale lungo tutto il loro ciclo di vita. Quindi, con un po’ di attenzione, oltre a fare un regalo ai nostri cari, avremo la possibilità di farne uno a noi stessi ed all’ambiente che ci circonda. Buoni acquisti e occhio all’etichetta! A che ora inizia il viaggio su Marte? Gianni Milano Verona è sempre stata nell’immaginario comune la culla dell’eterno amore tra Romeo e Giulietta, il luogo sacro della rappresentazione e dell’opera lirica, ma da oggi diventa anche il luogo dell’inverosimile, la porta di collegamento con l’universo cosmico, il luogo dove fantascienza e realtà si fondono, dove la vita e l’immaginazione si deformano fino a raggiungere il futuro attraverso un inaspettato salto dimensionale. Nei pressi di Piazza Brà, a pochissimi metri dalla maestosa Arena, è possibile organizzare un viaggio al di là di ogni immaginazione futuristica, che offre la possibilità a pochi eletti, che iscrivendosi via internet (www.giramondo.it) possono tentare la sorte sperando di essere estratti, di vivere un’esperienza unica quanto incredibile: il VIAGGIO SU MARTE. Sembrerà strano eppure accade. Mara e Marco Armellini, due magnifiche quanto normalissime persone di circa cinquant’anni, titolari delle agenzie Giramondo distribuite in lungo ed in largo in Italia, all’estero e forse anche su qualche altro pianeta, custodiscono un segreto stellare: raggiungere il pianeta rosso. Due ore ininterrotte di emozioni fortissime dalle prime operazioni del pre-partenza fino al momento dell’inaspettato ritorno con i piedi per terra che avviene attraverso uno stargate illuminatissimo, un cancello tra stelle e vita quotidiana. Due ore di tempo per chi resta sulla terra, ma da quando inizia il viaggio su Marte è come se si fosse dilatato il tempo e come se i parametri e le unità di misura con cui tentiamo di orientarci e di saldarci al nostro pianeta, avessero di colpo, ma con grazia, perso ogni significato. Nessuno può immagi- nare quello che si vive realmente facendo il viaggio su Marte. Nessun libro, nessun film di fantascienza può tentare di descrivere quello che si vede, quello che si ascolta e quello che si prova in questo viaggio. E’ un brivido costante, tra paura, stupore, ammirazione, e serenità smisurata. Una proiezione della vita umana, dovutamente modificata e riproposta con una traslazione spazio temporale violenta per un cervello umano che si trova a dover vivere fatti e situazioni, che appariranno certamente consueti tra diecimila anni ed in luoghi come Marte, posti solamente a circa 75 milioni di chilometri dalla nostra beneamata Terra. E’ stata sicuramente l’esperienza più forte e stravagante della mia vita. Non si ha il tempo di orientarsi, di tentare di capire dove ci si stia camminando, cosa si stia facendo e soprattutto con chi si stia interagendo. Milioni di stimoli, provenienti da tutte le direzioni possibili, in ogni infinito secondo… L’incontro con Ikell, il comandante dell’astronave, potrebbe sicuramente convincere qualunque scettico dell’esistenza e della funzionalità di altri esseri viventi che popolano il nostro sistema solare. Una intelligenza artificiale capace di rispondere in diverse lingue su numerose discipline con grande velocità e con una smisurata proprietà di linguaggio e di contenuto. E poi come se non bastasse il ritorno sulla Terra lascia per almeno una giornata un simpatico senso di vuoto. Il viaggio su Marte è un’opportunità che dovrebbero avere tutti per poter apprezzare la meravigliosa complessità della vita umana e delle sue continue evoluzioni.