Gli Ebrei - Liceo Classico Dettori

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Gli Ebrei - Liceo Classico Dettori
GLI EBREI
Chi sono?
Sono un popolo di lingua semitica, originario
dell’area mesopotamica.
Alla fine del III millennio a.C. migrarono
verso la “Terra di Canaan”, l’attuale
regione della Palestina.
Fino alla creazione dello Stato di Israele, nel
1948, si riconoscono non in un territorio
ma come popolo, in base alla propria
identità religiosa e culturale.
La religione:
“il popolo del libro”
L’Ebraismo è la prima religione monoteista.
L’affermazione della divinità unica non fu un fatto
originario, ma avvenne per gradi e fu spesso
messa in crisi da tendenze idolatre e politeiste;
in generale, tuttavia, il popolo ebraico, sin dal
patriarca Abramo, si considerò legato in
un’alleanza con Yahvèh (“Colui che è è”).
Il dio degli Ebrei è trascendente, onnipotente e
onnisciente, fa conoscere il proprio volere
direttamente o attraverso i profeti.
Il testo sacro è la Bibbia.
La concezione della storia
Per gli Ebrei tutta la storia dipende dalla loro alleanza con
Jahwè: a differenza degli altri dei “nazionali”,
costantemente solidali con il proprio popolo, il popolo
ebraico accetta e interpreta le proprie sventure e
sconfitte come punizione delle proprie colpe. Tale
punizione ha la funzione di purificare l’intero popolo.
Tutti gli eventi della storia, per gli Ebrei non sono che
singoli momenti della vicenda del patto con il loro Dio:
questo ha consentito loro di mantenere con forza fino a
oggi la loro identità, nonostante le numerose
persecuzioni che hanno dovuto affrontare. L’essenza del
patto di alleanza con Jahwè è l’esistenza stessa del
popolo ebraico, non dello stato: il popolo non scompare
quando lo stato crolla.
Storia
• 2000 a.C. circa: migrazione dalla Mesopotamia
nella terra di Canaan;
• XVIII-XVII sec. a.C.: migrazione dalla terra di
Canaan in Egitto;
• XIII sec. a.C.: migrazione dall’Egitto verso la
terra di Canaan (“Esodo”);
• XII-XI sec. a.C.: età dei Giudici e ostilità con i
Filistei.
• 1020 - 922 a.C.: nascita del regno di Israele con
Saul (1020 - 1000). Gli succedono Davide (1000
- 961) e Salomone (961 - 922).
• 922 a.C.: divisione del regno di Israele: regno
di Israele a Nord, con capitale Samaria, regno di
Giuda a sud, con capitale Gerusalemme.
• 722 a.C.: fine del regno di Israele, conquistato
dagli Assiri.
• 587 a.C.: il regno di Giuda è conquistato dai
Babilonesi e gli Ebrei vengono deportati come
prigionieri a Babilonia;
• 539 a.C.: I Persiani sconfiggono i Babilonesi e
consentono agli Ebrei di tornare in Palestina
• 331 a.C.: la Palestina viene conquistata da
Alessandro magno; alla sua morte (323 a.C.) viene
incorporata nel regno dei Tolomei.
• 198 a.C.: la Palestina passa sotto il controllo dei
sovrani Seleucidi;
• 168 a.C.: rivolta dei Maccabei e creazione di un
regno indipendente sotto la dinastia degli Asmonei.
• 6 d.C.: la Palestina diventa provincia romana.
• I – II sec. d.C.: a più riprese gli Ebrei si ribellano
all’autorità romana. I guerra giudaica (66 -70 d.C.), II
guerra giudaica (132 d.C.).
• 70 d.C.: convenzionalmente da questa data si fa
cominciare la diaspora.
La diaspora
Propriamente indica la dispersione di una comunità
che vive lontana dalla propria madrepatria. Non è
un fenomeno esclusivamente ebraico, ma per la
storia di questo popolo ha avuto un ruolo
determinante.
Dalla più antica storia d’Israele fino ai giorni nostri
nascono e fioriscono lontano dalla terra d’origine
numerose comunità ebraiche, la cui nascita e il
cui insediamento è stato spesso accompagnato
da conflittualità con le popolazioni indigene.
I principali gruppi della diaspora
• Ashkenazi: (nel medioevo questo era il nome
ebraico della Germania) indica gli Ebrei
dell’Europa centro-orientale (Germania, Russia,
Polonia, Lituania, Ungheria), rifugiati qui, a partire
dal ‘500, dai paesi della cristianità occidentale a
seguito delle persecuzioni religiose;
• Sefarditi: (dall’Ebraico “Sepharadim” = spagnolo)
indica gli Ebrei della diaspora nordafricana, passati
poi in Spagna al seguito degli Arabi; espulsi dalla
Spagna nel 1492, si trasferirono nel Nordafrica,
nell’Italia
centromeridionale,
nella
penisola
balcanica, in Turchia e (pochi) in Palestina.
Gli Ashkenazi
Nel Medioevo queste comunità nei paesi
dell’Europa cristiana subiscono discriminazioni e
periodiche persecuzioni; è precluso loro il
possesso di terre e sono relegati alle attività
connesse con la circolazione monetaria e con i
beni mobili (mercanti, banchieri, usurai).
Assolvono tuttavia per questo a una funzione
sociale importante, poiché fino al XV sec. d.C. il
prestito a interesse era considerato dalla Chiesa
un peccato ed era proibito ai cristiani.
Nascita dello stereotipo dell’Ebreo avido e
parassita.
A partire dalla rinascita economica del 400,
le attività finanziarie e capitalistiche non
sono più precluse ai cristiani, che
esercitano così una spietata concorrenza
a danno delle precedenti attività bancarie
degli Ebrei. Le persecuzioni, la difficoltà di
inserimento sociale e l’emarginazione
portano molti degli Ashkenazi a migrare
verso l’Europa orientale: la più grossa
concentrazione di Ebrei si ha in Polonia,
Lituania e Ucraina.
XV – XIX sec. d.C.
La vita nelle comunità orientali
Una parte degli Ebrei migranti, che
provengono dal mondo delle professioni,
si stabiliscono nelle città e continuano le
attività precedenti. La maggior parte di
essi si stabilisce in una moltitudine di
villaggi sparsi (shtetl, termine yiddish dal
tedesco Städtlein = "piccola città"), dove
vivono modestamente di agricoltura e
artigianato, dando vita alla lingua e alla
cultura yiddish.
Gli Ashkenazi nel XIX sec.
• Fine del XVIII sec.: secolo buona parte della
Polonia finisce sotto il controllo della Russia
zarista e questo segna per le comunità
ashkenaze l’inizio di nuove persecuzioni.
• XIX sec.: nuova migrazione, dall’Europa
orientale verso gli Stati Uniti o verso l’Europa
occidentale, specialmente verso la Francia,
dove la rivoluzione francese e poi il codice
napoleonico, con la “Dichiarazione dei diritti del
cittadino”
hanno
emancipato
gli
Ebrei,
parificandoli con gli altri cittadini.
Assimilazione sociale e culturale.