A Bordeaux il primo Diploma universitario di
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A Bordeaux il primo Diploma universitario di
A Bordeaux il primo Diploma universitario di Potatura al mondo A Bordeaux la potatura si imparerà, d’ora in poi, all’Università e gli studi attingeranno, per la parte pratica, al “saper fare in vigna” di Simonit&Sirch – Preparatori d’uva. La prestigiosa Università della capitale francese del vino ha infatti istituito il primo e unico Diploma universitario di Potatura e scelta germogli al mondo. Il corso è promosso dall’ ISVV – Institut des Sciences de la Vigne et du Vin de l’Université de Bordeaux e da Simonit&Sirch – Maîtres Tailleurs de Vigne, filiale francese della società creata oltre 20 anni fa in Friuli da Marco Simonit e da Pierpaolo Sirch. Il percorso di formazione, unico nel suo genere, partirà nell’autunno 2016 e combinerà le ultime ricerche dell’ISVV con la solida esperienza dei Preparatori d’uva. La parte teorica (30% delle ore) sarà svolta dai professori dell’ISVV e verterà su materie quali l’anatomia e la fisiologia della vite e la patologia vegetale. La parte pratica (70% delle ore) sarà svolta dai tutor della S&S-Maîtres Tailleurs de Vigne, e riguarderà i principi del Metodo Simonit&Sirch di potatura, i diversi sistemi di allevamento delle viti, l’organizzazione e la gestione di un cantiere di potatura. Agli studenti sarà insegnato, forbici alla mano, come eseguire al meglio la potatura delle vigne, facendo loro applicare in pratica la metodologia di taglio rispettosa del flusso della linfa messa a punto da S&S. La qualità del loro lavoro sarà valutata attraverso l’utilizzo dei supporti di verifica di S&S. Il corso durerà complessivamente 120 ore e si articolerà in 3 momenti. Il primo sarà dedicato all’insegnamento del Metodo S&S e si terrà, l’ultima settimana di ottobre e la prima di novembre, nelle aule e nelle vigne del ISVV a Bordeaux. Seguirà in febbraio una settimana di potatura pratica nelle vigne delle aziende dove S&S applicano già il loro Metodo, in diverse zone di produzione (Medoc, Sauternes, Saint Emilion, Grave). A conclusione, una settimana in aprile, nelle medesime aziende, per la parte della scelta germogli. Il libro di testo sarà la traduzione francese del Manuale di potatura di Marco Simonit. Il Diploma è aperto a tutte le persone con più di18 anni, con priorità a coloro che già lavorano nel settore e vogliono specializzarsi. La frequenza è obbligatoria. A chi supererà gli esami (teorico, pratico e tesina finale) l’Università di Bordeaux rilascerà un Diploma. È a Modena, città del Circuito, il miglior ristorante del mondo Riconoscimenti internazionali, primati nelle classifiche mondiali: le città d’arte spiccano nel 2016 per la quantità di titoli enogastronomici ricevuti. È di ieri la notizia che l’Osteria Francescana dello chef Massimo Bottura, a Modena è stata riconosciuta quale “Miglior ristorante del mondo” nella prestigiosa classifica dei “The World’s 50 best restaurants 2016”. Da otto anni nella top-ten della classifica dei migliori ristoranti del mondo, quest’anno Francesco Bottura ha raggiunto la vetta: la sua Osteria Francescana, a Modena, è il miglior ristorante del mondo. Nelle sue parole, il segreto per questo successo è stato “Conoscere tutto e poi dimenticare tutto ma prima conoscere tutto”. Grazie a questo riconoscimento mondiale ci sarà una spinta ulteriore per il turismo enogastronomico, che lo chef definisce come “masticare il territorio”. Questo primato assoluto si aggiunge alla ricca messe di titoli che nel 2016 sono stati riconosciuti alle Città d’Arte della Pianura Padana, in campo gastronomico. Da quest’anno infatti Parma è capitale creativa della gastronomia UNESCO. Il riconoscimento, per la prima volta attribuito a una città italiana, rappresenterà la gastronomia con i suoi prodotti di qualità comeParmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e culatello, entrando a far parte della lista Unesco in cui si contano oltre 60 città di 32 Paesi diversi, facendo da volano per lo sviluppo economico e la promozione turistica. Anche le città d’arte lombarde possono esprime al meglio la propria vocazione gastronomica nel 2017, grazie al riconoscimento ERG – European Region of Gastronomy. Le nostre città di Bergamo, Brescia e Cremona oltre a Mantova, riunite nei confini della regione Lombardia Orientale, hanno già avviato i lavori per presentare il meglio della loro produzione alimentare e vitivinicola, le esperienze del gusto, i ristoranti, le scuole di cucina e tutto ciò che ruota attorno all’enogastronomia. Il riconoscimento ERG intende migliorare la qualità della vita dei cittadini europei, puntando sulle diverse culture alimentari, su sostenibilità e salute, sull’innovazione. “È significativo che nell’anno successivo all’EXPO dedicata a Nutrire il pianeta le città del Circuito ottengano così tanti premi e riconoscimenti. Dopo anni di lavoro, finalmente raccogliamo i frutti degli investimenti in agricoltura, in sperimentazioni, in divulgazione delle tipicità e delle eccellenze italiane”: questo il commento di Giacomo Galazzo, presidente del Circuito. “Vogliamo ricordare anche i numerosi prodotti delle nostre città, tutelati dai marchi DOP, DOC e IGP; gli chef stellati; le Strade del Gusto; le cantine, i caseifici, le acetaie e i prosciuttifici che aprono le loro porte ai turisti. Insomma, il nostro patrimonio gastronomico che finalmente diventa famoso in tutto il mondo”. www.circuitocittadarte.it Ufficio Stampa Ornella Gamacchio Circuito Città d’Arte della Pianura Padana Cell 333 9493621 Email [email protected] Il Circuito Città d’Arte della Pianura Padana è un’associazione fondata nel 1997 da città appartenenti a tre diverse regioni dell’Italia settentrionale, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Attualmente aderiscono al Circuito 10 città – Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Modena, Monza, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia – tutte legate, oltre che dal territorio, da denominatori comuni: centri storici a misura d’uomo che si affiancano a luoghi di grande interesse naturalistico, cucine prelibate con gustose varianti locali e una vita culturale vivace con eventi musicali, letterari, teatrali, artistici e cinematografici di valore internazionale. Obiettivo del Circuito è incrementare il turismo nelle città aderenti all’associazione e fornire ai turisti un sistema di informazioni snello e veloce per conoscere le principali attrattive delle personalizzati. città e una serie di itinerari Siglato il protocollo CreaAccademia dei Georgofili Agricoltura, sicurezza alimentare, valorizzazione delle produzioni tipiche e di qualità. Ma anche progresso del settore agricolo e forestale, tutela dell’ambiente e sviluppo rurale sono al centro della convenzione siglata oggi fra il CREA e l’Accademia dei Georgofili, rispettivamente nelle persone di Salvatore Parlato, Commissario Straordinario del CREA, e Giampiero Maracchi, Presidente dell’Accademia dei Georgofili. La convenzione nasce con l’intento di favorire l’attuazione di programmi di ricerca e di sviluppo mirati e legati ai bisogni reali del territorio, incentivando il trasferimento tecnologico e la diffusione dell’innovazione nei settori più strategici. In quest’ottica verranno promossi progetti e iniziative congiunti, destinati a incoraggiare lo sviluppo locale attraverso l’integrazione di pratiche innovative e conoscenze scientifiche, quali ad esempio le tecniche colturali compatibili coi cambiamenti climatici. Verranno intraprese, inoltre, azioni di formazione e comunicazione tecnico-scientifica, volte a stimolare l’incremento del grado di innovazione delle imprese e la valorizzazione del capitale umano e a rafforzare la rete dei Centri di ricerca. In questo modo sarà promosso il coinvolgimento diretto delle imprese e dei centri tecnologici nella progettazione e realizzazione delle innovazioni e dei processi di sviluppo. «Quello siglato quest’oggi con l’Accademia dei Georgofili – ha spiegato Salvatore Parlato, Commissario Straordinario del CREA – èun protocollo molto importante per condividere le conoscenze nei comuni ambiti di intervento e per contribuire alla diffusione e alla crescita dell’innovazione nonché al rilancio dei territori coinvolti. Quando si parla della ricerca, operare in sinergia è oggi più che mai un’esigenza stringente che permette di moltiplicare il valore dei risultati che verrebbero raggiunti singolarmente». Giampiero Maracchi sottolinea che i Georgofili nei loro 263 anni di storia hanno rappresentato per le Istituzioni pubbliche un punto di riferimento costantemente presente per lo sviluppo delle conoscenze nella attività agricole, nella gestione del territorio e delle acque, nella promozione delle popolazioni e dei territori rurali. Hanno contribuito così allo sviluppo della moderna agricoltura non solo come un’attività rilevante di carattere economico, ma anche come luogo di crescita culturale per il Paese. Questo è lo spirito con il quale oggi si inizia una collaborazione concreta con quelle che rappresenta la rete pubblica della ricerca agricola di maggior rilevanza nazionale. L’Accademia con i suoi 900 Georgofili distribuiti su tutto il territorio nazionale e le sue sette sezioni territoriali, rappresenta una risorsa preziosa per il futuro del Paese. La Tiella, le alici e l’oliva – Storia, Tradizione e Degustazione Acqua, farina e un pizzico di tradizione torna La Tiella, le alici e l’oliva di Gaeta – Storia, tradizione e degustazione – XIII edizione – SABATO 18 e DOMENICA 19 GIUGNO, a Gaeta (LT), in P.zza XIX Maggio, l’evento che festeggia il gusto e la cultura dei nostri prodotti tipici, con assaggi, stand e musica organizzato da Associazione Gaetavola e Comune di Gaeta. I prodotti tradizionali rappresentano per i territori un importante volano di sviluppo, non che un fattore determinante dell’esperienza turistica tanto da poter essere definiti paesaggio sensoriale. I prodotti enogastronomici contribuiscono alla salvaguardia del territorio, mantenendo vive le diversità culturali, in contrapposizione alla cultura dell’omologazione finalizzata all’esclusiva produzione di massa; con l’idea di valorizzare i nostri prodotti tradizionali e ribadirne l’importanza, l’associazione Gaetavola organizza questa manifestazione, perché mangiare è molto più che alimentarsi, perché il cibo è anche diffusione della cultura, sostegno al territorio e ai produttori locali, emozioni e piacere. Tutto ciò contribuisce a mantenere vivi i saperi e i sapori di cui sono custodi i territori e le tradizioni locali a loro legati. I prodotti che presentiamo nella manifestazione, pertanto, sono espressione della filosofia che punta alla valorizzazione della diversità intesa come prodotti esclusivi di un territorio. Novità di questa edizione le Ciammelle Elenesi dolce antico e misconosciuto, Gaetavola ritiene importante la valorizzazione dl questo dolciume in quanto parte delle nostre tradizioni gastronomiche nonchè del paesaggio sensoriale del nostro territorio. La Tiella, le alici e l’oliva di Gaeta cibo e territorio, due giorni di festa per un mix di cultura, emozioni e piacere. I Protagonisti: La Tiella – Un cibo vincente La tiella di Gaeta ha origini antiche e nasce da un luogo ricco di tradizioni gastronomiche, e da un territorio che produceva delle varietà notevoli di prodotti agricoli. Inoltre non possiamo trascurare certamente la posizione geografica, l’orografia e le opportunità provenienti da ricchi commerci e dal celeberrimo porto, oltre a essere stata Gaeta terra di confine e d’immigrazione per centinaia di anni. Leggenda narra che a inventare la tiella fu il giovane Ferdinando IV di Borbone. Sovrano con abitudini molto popolari, amava stare in mezzo alle persone comuni, vestito di semplici indumenti, in modo da confondersi con il suo popolo. Fu così, che il giovane re un giorno, sotto mentite spoglie, girovagando nell’amato borgo di Gaeta vide una massaia che preparava l’impasto per il pane: stimolato dalla fame (…o dalla bella donna) la invitò a stendere la pasta sottile e di metterla in una teglia di rame, le fece aggiungere della scarola cotta che la massaia aveva pronta in una in una zuppiera sul tavolo, olio e olive di Gaeta, le fece stendere un altro disco di pasta per chiudere il tutto per poi poterla infornare. In realtà la tiella ha una lunga storia. Infatti, la tiella nasce da una storia di emigrazione, da un incontro culturale e da contaminazioni linguistiche e gastronomiche. Tutto ebbe inizio nel 1508, quando Ferdinando il Cattolico diede inizio con la somma di 100.000 ducati ai lavori di ampliamento delle fortificazioni della città con la costruzione di un nuovo fronte di terra, bastioni furono ultimati nel 1538 dall’Imperatore Carlo V. Un lavoro imponente, durato circa 30 anni, quella che oggi definiremmo una manovalanza. “grande Opera”, che richiese numerosa Furono reclutati oltre ai locali lavoratori provenienti da tutti i territori italici tra cui circa 500 scalpellini pugliesi per lavorare la pietra, elemento principale per la costruzione dei poderosi bastioni. Molti di questi scalpellini, vista la durata temporale dei lavori, furono seguiti anche dalle loro famiglie, che si stabilirono nel borgo di Gaeta, creando così contaminazioni culturali e linguistiche. Tra le varie cose portate in questo viaggio sicuramente c’erano gli utensili da cucina tra cui la “tigella” caratteristica teglia di rame in cui ancor oggi in puglia viene fatta la torta di riso e cozze. Quando s’incontrano genti provenienti da luoghi diversi, forse è proprio il modo di cucinare che subisce le contaminazioni maggiori: infatti, è proprio in questo contesto, attraverso la fusione di questi due “mondi”, che nasce la tiella così come oggi la conosciamo. La tiella rispetta pienamente le caratteristiche della dieta mediterranea, è preparata o con i prodotti della terra come cipolle, scarola , spinaci ecc o con i il pescato locale di pesce azzurro o con polpi, calamaretti ecc. Questa gustosa pietanza è altamente equilibrata, racchiudendo in se tutti i principi della piramide alimentare. infatti, è composta da carboidrati che forniscono l’energia necessaria per il funzionamento del nostro corpo, dalle verdure ricche di fibre, vitamine e sali minerali, e condita con olio extravergine e ricca, a secondo del ripieno, di pesce azzurro o di verdure; al contrario non contiene zuccheri né grassi, se non quelli buoni contenuti nel pesce azzurro e nell’olio, ed ha un basso contenuto calorico pur potendo corrispondere ad un pasto completo. La differenza tra la tiella e le altre pizze ripiene sta nel fatto che il ripieno delle tielle di verdura è preparato a freddo con l’uso di sale e una sapiente manipolazione. Questa tecnica fa si che le vitamine e i sali minerali non vengano dispersi con la bollitura. La tiella è un pietanza completa, compatta e facilmente trasportabile, con un elevata conservabilità. Il prodotto, infatti, riesce a conservarsi almeno per tre giorni senza l’utilizzo del frigo. L’Oliva Allora Enea , alle navi si affretta ed i suoi rivede. Poi, costeggiando, il corso suo rivolge al porto di Gaeta e getta l’ancora: ferme sul lido posano le navi. (Eneide, libro VI, 1300-1304) Quei marinai scorgono che piccoli frutti di colore verde cupo galleggiano sulle onde del mare. Incuriositi li raccolgono e notano che sono olive a loro già note, cadute da alberi piantati lungo la costa e pendenti sul mare. Le mangiano e si accorgono che sono gustose al palato: l’acredine dell’oliva ed il salato del mare, del quale sono impregnate, rendono il frutto saporito. Da qui, secondo la leggenda, è sorta la specialità dell’oliva di Gaeta in salamoia. Anche in questo caso accanto alla leggenda vanno però evidenziate le peculiarità che hanno reso famoso questo prodotto: innanzitutto il microclima ideale del territorio d’origine, che gode da una parte dei benefici influssi del mare nel quale è proteso, e dall’altra dalla vicinanza dei Monti Aurunci che, abbastanza alti, proteggono dai freddi venti del nord. Ne deriva un piacevole clima estivo ed un inverno mite nel quale l’ulivo ha trovato il suo habitat naturale; la storia della città di Gaeta che ha contribuito alla diffusione dell’oliva nel mondo, anche se attualmente è Itri il maggior produttore; infine i benefici effetti sulla salute di questo prezioso alimento, diventato un punto cardine della dieta mediterranea e sicuramente un punto cardine dei condimenti della tiella. Le Alici Le Alici salate altra antica tradizione Gaetana, e vera novità di questa edizione, nascono dall’esigenza di conservare a lungo questo saporito pesce azzurro tramite la conserva sotto sale. Private della testa e delle interiora vengono conservate, dopo una apposita procedura, in vasi di coccio cilindrici, intervallate e mischiate a strati di sale. Dopo circa 2 mesi sono pronte a essere diliscate e mangiate. Il Tortano Il Tortano è il dolce della tradizione pasquale di Gaeta, differisce da quello napoletano che è generalmente salato (Il Casatiello); originariamente la Pasqua era l’unico periodo dell’anno in cui veniva preparato, annunciando anche l’arrivo della primavera, quando, almeno una volta, secondo natura le galline cominciavano a fare le uova, che sono il suo principale ingrediente. Della primavera porta visivamente anche i vividi colori: il giallo forte dell’impasto dato dai tuorli dell’uovo, il bianco del naspro, la glassa che lo ricopre fatta con albume e zucchero montati e il rosso e il verde delle decorazioni soprastanti fatte di zucchero colorato con le essenze di fragola o kermes e menta, oggi spesso sostituite da confettini colorati. Le Ciammelle Le Ciammelle di Gaeta o Elenesi sono un dolce tipico del Borgo di Gaeta. Si presentano come delle pallette irregolari dal gusto genuino e sono composte da ingredienti semplici come farina, uova e olio extravergine di oliva. Sono ricoperte di naspro (glassa) di zucchero, cotte e profumate con una buccia di limone. Le ciammelle Elenesi devono il loro nome al borgo di Gaeta, che diventato comune autonomo dal 1897 al 1927 prese il nome di Elena, in onore della regina moglie del re Vittorio Emanuele III. L’origine di questo dolce pare sia da attribuire al Pasticciere Luigi Simeone, che le ha realizzate utilizzando una ricetta familiare tramandata di generazione in generazione fin dall’inizio dell’1800. La pasticceria Simeone era ubicata nel borgo di Gaeta, precisamente nella prima parte di via Indipendenza. Le ciammelle erano il dolce, insieme ai tozzi, delle feste familiari. Tale prodotto ben rappresenta la pasticceria semplice e sana di una Gaeta di altri tempi, ma purtroppo ad oggi è acquistabile solo in tre pasticcerie cittadine e spesso solo su ordinazione. Il Follaro – dal IX sec ai nostri giorni Dal IX al XII secolo il Ducato di Gaeta visse il suo periodo più felice sviluppandosi, nel momento di massima estensione territoriale, da Terracina fino al Garigliano ed alle isole Ponziane. Il conio di monete, i Follari, fu sicuramente prova tangibile dell’indipendenza e dell’autonomia della città di Gaeta e ci testimonia la sua capacità commerciale, economica, politica e militare. Il Follaro era prevalentemente usato per il mercato locale, mentre per i commerci esteri venivano utilizzate monete d’oro e d’argento ( monete bizantine, longobarde ecc. ). Gaetavola ha utilizzato nelle sue manifestazioni, sin dal 2003, la riproduzione cartacea di questa antica moneta del ducato di Gaeta, un quadratino di carta che ha rappresentato il soldo di scambio per le degustazioni di tutti gli eventi dell’associazione, con lo scopo di contribuire a divulgare la storia della città. Dal 2011 l’Associazione Gaetavola riproduce in metallo il Follaro fatto coniare in rame da Riccardo II dell’Aquila (1105-1111), con lo scopo di caratterizzare maggiormente le proprie manifestazioni e realizzare un “ponte” emotivo e specialmente tangibile con la storia della città. Un Follaro vale 0,50 €cent. IL PROGRAMMA: Sabato 18 giugno Ore 18,00 Apertura stand ed inizio degustazioni Ore 18,30 La tiella in diretta a cura delle massaie di Gaeta Ore 19,00 Musica da gustare DJ Set Livio Batosi Vocalist Erasmo Lombardi Di Perna Domenica 19 giugno Ore 18,00 Apertura stand ed inizio degustazioni Ore 18,30 La tiella in diretta a cura delle massaie di Gaeta Ore 19,00 Musica da gustare DJ Set Livio Batosi Vocalist Erasmo Lombardi Di Perna Birra del Borgo Day, il più grande beer festival estivo Da venerdì 17 a domenica 19 giugno Borgorose torna ad accogliere il Birra del Borgo Day, il grande evento estivo dedicato alla birra di qualità nato per celebrare il compleanno di Birra del Borgo, quest’anno l’undicesimo. Tre giorni dedicati alla birra e non solo, tante novità e ospiti speciali prenderanno parte al più grande festival estivo dedicato alla birra. Dove? In quel di Borgorose (RI), più precisamente nella sua storica villa comunale, da venerdì 17 a domenica 19 giugno. Stiamo parlando delBirra del Borgo Day, la manifestazione che Birra del Borgo organizza ogni anno per festeggiare l’anniversario dell’azienda radunando amici, produttori, partner, musicisti, cuochi, appassionati e curiosi. 130 spine da tutto il mondo con 36 birrifici italiani e una selezione di birre straniere siglata Beerfellas, daranno voce al primo obiettivo del festival: quello di essere un luogo in cui la qualità e la centralità della birravengono ribadite con forza e convinzione, assolute. Ecco i nomi dei birrifici partecipanti: Almond ’22, Aurelio, B04, Birradamare, Il Chiostro, Croce di Malto, Etnia, Free Lions, La Fucina, Hilltop Brewery, Lambrate, Il Mastio, P3Brewing, Turbacci, Oxiana, Birrificio di Cagliari, Birrificio del Forte, Troll, Birra dell’Eremo, Extraomnes, Opperbacco, La Casa di Cura, ‘A magara, Montegioco, Bibibir, BI-DU, Buskers, L’Olmaia, Donkey, MC77, Maiella, MashUp Brewing, Pontino, Hibu, Mukkeller, Ebers. Gli appassionati ritroveranno numerosi appuntamenti legati al mondo della birra che racconteranno idee, novità sulla scena brassicola e abbinamenti insoliti oltre ad un ricco programma di seminari, laboratori e tasting accanto all’immancabile cotta pubblica. Per organizzare al meglio l’area food del festival Birra del Borgo ha deciso di affidarsi a Gabriele Bonci, grandissimo interprete del cibo di strada, che preparerà un’invitante selezione di pizze farcite, panini e hamburger. Accanto alle sue proposte troverete il Trapizzino di Stefano Callegari, vestito a festa per l’occasione tra “gusti” classici e inediti. Il Birra del Borgo Day metterà in comunicazione il linguaggio dei suoni con quello dei sapori ospitando tredici concerti live di street band rock e blues che si alterneranno sul palco per ribadire quanto musica e birra rappresentino un binomio inscindibile. Il sottofondo musicale dell’evento vedrà protagonisti nomi importanti come Orchestraccia, Adriano Viterbini e Mark Hanna. Famiglie e bambini potranno godere dell’evento grazie all’area bambini allestita da KIKIDS, mestieri per gioco. Tavoli gioco gratuiti e un programma ricco di attività a ciclo continuo per bambini dai 4 agli 11 anni. Spazio alla fantasia e alla creatività con workshop e laboratori dedicati. Il Birra del Borgo Day nasce da un pensiero dove coincidono gusto e sperimentazione, incontro e scoperta, bontà ed estetica, tradizione ed innovazione, dove musica, birra e cibo danno vita a nuove, insospettabili forme. La birra farà da collante tra forme di cultura diverse, tra il piccolo centro e la grande città, tra musica e gusto, arte e convivialità. A breve online su birradelborgo.it il programma completo del festival ORARI DEL FESTIVAL Venerdì 17 giugno dalle 18.00 alle 1.00 Sabato 18 giugno dalle 12.00 alle 2.00 Domenica 19 giugno dalle 10.30 fino al tramonto INFO INGRESSO Ingresso Gratuito E’ necessario acquistare i gettoni per le consumazioni (1 euro = 1 gettone) Con un gettone si ha diritto a 0,10 cl di birra alla spina, con 2 gettoni 0,20 e così via Costo bicchiere 3 euro Formula bicchiere + 8 gettoni = 10 euro Consumazioni food a partire da 1 gettone Gli oli vincitori di Ercole Olivario 2016 protagonisti a Vinòforum Gli oli extravergine d’oliva vincitori della XXIV edizione dell’Ercole Olivario, il Concorso Nazionale per la Valorizzazione delle Eccellenze Olearie Italiane, saranno protagonisti nelle cucine diVinòforum – Lo Spazio del Gusto, affiancando i piatti e le pizze che 30 grandi chef stellati, nazionali e internazionali, e 10 tra i migliori maestri pizzaioli della Penisola prepareranno per l’occasione. Nomi del calibro di Heinz Beck, Francesco Apreda, Gianfranco Pascucci, Massimo Viglietti, Roy Caceres, i fratelli Costardi, Gianfranco Casa, Edoardo Papa, Salvatore Di Matteo, Antonio Starita, Raphael Francois, Victor Gutierrez e molti altri ancora, sceglieranno gli extravergine che meglio si addicono alle loro estrose preparazioni, potendo attingere da un ventaglio di prodotti di altissima qualità, con aromi e sapori estremamente variegati. Una vetrina importante per sottolineare ancora una volta il valore aggiunto rappresentato dall’olio extravergine d’oliva in cucina, punto di partenza essenziale per la buona tavola. Ecco le aziende vincitrici che, credendo nell’importanza di creare delle sinergie per far comprendere al grande pubblico la vera qualità dell’olio italiano, hanno aderito alla manifestazione portando le proprie eccellenze olearie: Azienda Agraria Alfredo Cetrone, Azienda Agricola Misiti Adria, Azienda Agricola Biologica Paola Orsini (Lazio), Azienda Agraria Viola, Azienda Eugenio Ranchino, Azienda Agraria Marfuga (Umbria), Azienda Agricola Buoni o del Buono Maria Pia (Toscana), Azienda Cassini Paolo (Liguria), Frantoio Galantino (Puglia), Società Agricola Ceraudo Roberto S.r.l. (Calabria). Vinòforum – Lo Spazio del Gusto, manifestazione dedicata al cibo e al vino di qualità giunta al suo tredicesimo anno di vita, andrà in scena da venerdì 10 a domenica 19 giugno negli spazi diLungotevere Maresciallo Diaz a Roma.