Rilevamenti
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Rilevamenti
www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Cazza e lasca Primi passi 1 sibile trovarsi nella condizione di avere il GPS fuori uso, ed è comunque interessante, culturalmente edificante e, se vogliamo, divertente, conoscere e saltuariamente tenere allenati, i modi per effettuare un corretto rilevamento e un preciso punto nave. Rilevamenti NAVIGAZIONE COSTIERA E PUNTI COSPICUI Un rilevamento è una misurazione - utilizzando una bussola da rilevamento - di un punto e dell’angolo che questo descrive rispetto alla prua della nostra barca (rilevamento polare), oppure rispetto al nord magnetico (rilevamento bussola). DISEGNO 1. Può essere utile a vari scopi: come si diceva, in navigazione a fare un punto nave o a tenere sotto controllo una possibile rotta di collisione con un’altra imbarcazione; oppure, in rada all’ancora a verificare se questa ara. Ovviamente, per ottenere rilevamenti utili a definire un punto nave, si devono avere dei punti da rilevare a vista e, perciò, dovremo trovarci nelle condizioni di navigazione costiera, in definitiva quella che maggiormente si pratica. Questi punti devono essere punti cospicui, cioè riconosciuti sulla carta stessa e su essa riportati con estrema precisione: fari, torri, tralicci, campanili, palazzi molto alti, cime di monti, faraglioni, piccole isole, ecc.. Non è un caso se le carte nautiche riportano in dettaglio una fascia dell’entroterra della costa, più o meno profonda in virtù della visibilità dal mare. Scegliendo uno o più punti cospicui, si deve notare il loro livello di visibilità dalla barca e se sono riportati sulla carta nautica. Naturalmente, più ci si allontana dalla costa, più i punti dovranno trovarsi alti sul livello del mare per essere avvistati; senza che questo induca a pensare a una perdita di precisione nella definizione del punto nave, anzi. Di notte, gli unici punti cospicui affidabili sono i fari e i fanali. Per una buona precisione è meglio avere due rilevamenti quanto più ortogonali possibile, evitando di rilevare due punti vicini tra essi (i due rilevamenti descrivono un angolo eccessivamente acuto), o quasi opposti (i due rilevamenti descrivono un angolo eccessivamente ottuso). Foto C. Borlenghi/Rolex Non perdiamo la bussola Saper effettuare un rilevamento e un conseguente punto nave, fa parte dell’arte della navigazione e può tornare utile in qualsiasi momento 56 Settembre 2004 di Giuseppe Mancini on l’avvento dei GPS e dei plotter cartografici, sempre più si è persa l’abitudine di fare il punto nave utilizzando la tecnica del rilevamento. Purtroppo questa s’impara quasi a memoria, giusto per riuscire a superare l’esame in Capitaneria di Porto; poi, addio, non si utilizza mai più. Senza nulla togliere all’importanza e al valore dei moderni strumenti di navigazione -che hanno migliorato la nostra “vita” in mare e la sicurezza conseguente a un preciso punto nave - è importante saper fare un buon rilevamento: anche se raro, è pos- C Un traliccio dell’alta tensione, se riportato sulla carta, può essere un ottimo punto cospicuo visibile da grande distanza PUNTO NAVE CON PIÙ PUNTI COSPICUI Avendo a disposizione due o più punti cospicui, definire un punto nave è cosa estremamente semplice. Con la bussola da rilevamento si deve collimare il primo punto scelto, leggere i gradi (rilevamento bussola) e annotarli su un foglio di carta; quindi, allo stesso modo, procedere con i successivi. Una volta annotati tutti i gradi rilevati con l’ausilio di goniometro, squadretta e matita - non bisogna far altro che riportarli sulla carta nautica (ricordandosi di applicare la correzione della declinazione): alla congiunzione delle linee Top Avanzato Primi passi Questi tre simboli indicano la tipologia di argomento trattato e il loro grado di difficoltà www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Cazza e lasca Primi passi 2 Bussole da rilevamento e punti cospicui: il necessario per ottenere ottimi punti nave 3 rette, che partono dai rispettivi punti cospicui con angoli uguali a quelli rilevati, corrisponde il punto nave. Più rilevamenti si hanno a disposizione, più quest’ultimo sarà preciso. DISEGNO 2. PUNTO NAVE CON UN PUNTO COSPICUO Può capitare di avere a disposizione solo un punto cospicuo e, ovviamente, con un solo rilevamento non è possibile definire un punto nave. Tra le varie tecniche, la più semplice e più efficace, è quella che utilizza i rilevamenti polari a 45° e 90°. In questo caso entra in gioco l’elemento “tempo” e la velocità della barca, fondamentali per determinare lo spazio percorso tra i due rilevamenti. Come detto in precedenza, un rilevamento polare è quello che definisce l’angolo descritto tra il rilevamento del punto cospicuo e la prua della barca. Un esempio: se si naviga per 030° (rotta bussola) e si effettua un rilevamento bussola di 085° di un punto, questo 58 Settembre 2004 sarà chiaramente a dritta dell’imbarcazione e avrà un rilevamento polare di 55° (85°-30°= 55°). DISEGNO 3. Per prima cosa, si deve porre molta attenzione alla rotta e alla velocità dell’imbarcazione, che non devono variare durante lo svolgimento dell’operazione. Poi, muniti di bussola da rilevamento e cronometro, individuato un punto cospicuo si effettua un primo rilevamento polare a 45°. Da quel preciso momento, si fa partire il cronometro per computare il tempo che si impiega fino al momento in cui si rileva il punto cospicuo al traverso, cioè con un rilevamento polare di 90°. Lì si blocca il tempo e, considerando la velocità della barca, si calcola lo spazio percorso. Con i rilevamenti a 45° e a 90° di uno stesso punto e la rotta dalla barca, si è venuto a creare un triangolo rettangolo del quale un cateto è determinato dal segmento di rotta percorsa, di cui conosciamo lo spazio; il secondo cateto è descritto dalla distanza tra la barca e il punto cospicuo al momento del rilevamento a 90°, distanza uguale a quella percorsa. Avendo la distanza dal punto cospicuo, il suo rilevamento bussola, e la rotta di navigazione che si sta seguendo, si possono riportare questi dati sulla carta nautica e definire il punto nave. Esempio: si naviga con rotta bussola 280°, alla velocità di 8 nodi, con la costa a sinistra; avvistato un faro, si attende che il suo rilevamento polare sia di 45°, che corrisponde a un rilevamento bussola di 235° (280°-45°= 235°); ciò avviene alle ore 03:35. Continuando con rotta e velocità costanti, alle ore 04:20 si rileva lo stesso faro perfettamente al traverso, cioè con un rilevamento polare di 90° e perciò con un rilevamento bussola di 190°. Tra gli attimi in cui si sono effettuati i due rilevamenti sono trascorsi 45 minuti, in cui la barca ha percorso 6 miglia; con questi dati, si riporta sulla carta una retta che passa per il faro, con orientamento 190° (pari all’ultimo rilevamento bussola): la barca sarà su questa retta, alla distanza di 6 miglia dal faro. DISEGNO 4. E’ importante tenere presente che tale procedimento si basa su una tecnica di navigazione stimata, dove velocità e rotta della barca assumono grande valenza. Tanto più il mare agitato o altri elementi rendono improbabile la costanza di questi due fattori, tanto meno preciso sarà il punto nave ricavato. Un faro o una torre, in prossimità di una costa bassa, sono gli unici punti utili su cui poter fare un rilevamento 4 RILEVAMENTO CON RADIOGONIOMETRO I radiofari sono dei punti cospicui a tutti gli effetti, con la differenza che emettono impulsi radio invece che lampi luminosi. Sono rilevabili dai radiogoniometri, in pratica, bussole da rilevamento che collimano la direzione da cui provengono le onde radio. Anche se questo strumento è quasi del tutto caduto in disuso sulle barche da diporto, i radiofari esistono ancora e funzionano benissimo. Rispetto a un tradizionale rilevamento a vista, è possibile fare un rilevamento di un radiofaro in mare aperto, a notevole distanza dalla costa. Se tale distanza dal radiofaro supera le 45 miglia, la curvatura terrestre inizia a influenzare la linearità delle onde radio; in questo caso è ancora possibile effettuare dei rilevamenti con un radiogoniometro, ma avendo l’accortezza di applicare la formula di Givry ai gradi rilevati, formula che calcola e corregge la distorsione appor tata dalla curvatura del globo. Settembre 2004 59