Moda e business su misura

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Moda e business su misura
Economia
martedì 22 gennaio 2013
laRegioneTicino
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La Borsa svizzera in leggera flessione
TI-PRESS
Giornata tranquilla con i mercati statunitensi chiusi per festività nazionale
Smi a -0,44 per cento
Zurigo – Chiusura in calo ieri per
la Borsa svizzera, trascinata al ribasso dalla contrazione di Richemont e
da realizzi di guadagno. Il listino
principale Smi ha terminato a
7’336,05 punti, in flessione dello
0,44%. L’indice allargato Spi è uscito
dalle contrattazioni a quota 6’751,27
(-0,39%). Le Borse americane sono rimaste chiuse per il Martin Luther
King day e quindi la giornata è stata
piuttosto tranquilla, hanno rilevato
gli operatori.
A Zurigo sotto le luci della ribalta
figurava Richemont. Il titolo del
gruppo ginevrino di beni di lusso ha
lasciato sul terreno il 5,59% (a 74,30
franchi). Nel terzo trimestre dell’esercizio 2012/13, chiuso a fine dicembre, l’impresa ha incrementato il
fatturato del 9% rispetto allo stesso
periodo contabile precedente, a 2,86
miliardi di euro. A tassi di cambio
costanti, la progressione è del 5%.
Peggio delle attese: gli analisti interrogati dalla Reuters avevano pronosticato in media una crescita delle
vendite del 10% in euro e del 7,6% a
cambi costanti. Gli operatori hanno
relativizzato il calo di ieri e rammentato che il titolo negli ultimi dodici
mesi era salito di oltre il 50%. Le ven-
dite in Cina hanno perso il loro smalto e la Banca cantonale di Zurigo ha
ridotto il suo giudizio sull’azione del
produttore di orologi e gioielli. Sulla
scia di Richemont ha sofferto anche
Swatch Group, in discesa dell’1,92%
(a 510,00 franchi).
Fra i bancari Ubs ha recuperato
sul finale, chiudendo con un lieve
rialzo dello 0,06% (a 16,03 franchi),
Credit Suisse ha dal canto suo guadagnato lo 0,64% (a 26,59 franchi),
mentre Julius Bär non ha registrato
variazioni (36,53 franchi). Quanto
agli assicuratori Swiss Re è arretrata
dell’1% (raggiungendo quota 69,15
franchi), Zurich dello 0,31% (a 255,90
franchi).
I due giganti farmaceutici hanno
chiuso ieri in flessione: -0,41% per
Novartis (a 60,90 franchi) e -0,40%
per Roche (a 198,70 franchi). Nestlé
ha virato di nuovo in negativo sul finale, terminando con un -0,24% (a
63,25 franchi). Fra i titoli maggiormente sensibili ai cicli congiunturali, Abb ha perso lo 0,61% (a 19,56 franchi), Geberit lo 0,28% (a 215,70 franchi), mentre Adecco è salita
dell’1,18% (a 51,45 franchi) e Holcim
dell’1,52% (a 70,25 franchi).
ATS/RED
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‘Fashion valley’ ticinese sotto i riflettori. La testimonianza di un’idea diventata realtà
negger –. A banchieri, direttori
d’azienda e via dicendo non
chiediamo di recarsi in un negozio per scegliere una camicia,
ma andiamo noi da loro con modelli e tessuti. Poi prendiamo le
misure e diamo il via alla produzione». Una produzione che
la ditta di Agno affida a mani
thailandesi.
E la ricetta funziona. Basti
pensare che «l’azienda è stata
fondata nel 2008», ovvero agli
albori della crisi che ha quasi
messo in ginocchio l’economia
mondiale. Nonostante ciò, gli
affari di A pennello sono andati
in crescendo. Segno che in questo ambito c’era un certo margine di manovra? «In passato
ho lavorato come direttrice delle
vendite in un’altra azienda e ho
viaggiato in tutto il mondo –
racconta la titolare –. Per me
era importantissimo essere sempre ben vestita, ma talvolta non
avevo proprio il tempo di andare per negozi. E ho pensato: sarebbe bello se venissero loro da
me». Un’idea che Emmenegger
ha poi sviluppato, trasformandola in realtà. «Ho avuto il coraggio – sottolinea – di lanciarmi in un settore che stava sparendo dal nostro territorio». In
che senso? Nel senso che «una
volta in Ticino c’erano molte camicerie che però, una dopo l’altra, sono state costrette a chiudere. Ho dunque portato una nuova idea e un nuovo modo di pre-
La camiceria, un settore ‘con futuro’
Il caso
Piace anche la possibilità di ‘fare rete’ sul territorio
Bellinzona – «È un ambito certamente interessante» quello in cui si è sviluppata la ‘Fashion valley’ ticinese, secondo Stefano Rizzi, responsabile della Divisione dell’economia del Dipartimento finanze ed economia
(Dfe). Interessante e legato a una storia decennale dato che, ricorda Rizzi, «da tempo» il
Ticino attrae aziende attive nel campo della
moda: «La Zegna (Ermenegildo Zegna, ndr)
per esempio è presente dagli anni Settanta».
Ma cos’è che attrae queste aziende? «Dipende. Generalmente – rileva il responsabile
della Divisione dell’economia – piace il fatto
che sul territorio esistano diverse realtà di
questo tipo. Ed è quindi possibile ‘fare rete’ e
disporre di personale» qualificato e che conosce questo mondo. Senza poi dimenticare
che si possono trovare le caratteristiche tipiche della Svizzera: si vive bene, si hanno a
disposizione determinati servizi, non si è
L’elettronica di consumo potrebbe deludere i mercati finanziari
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sentarsi al cliente».
Ma quali vantaggi presenta il
cantone per un’attività come
questa? «Sfrutto principalmente
due fattori», spiega la titolare
della camiceria. Il primo: «La
vicinanza della scuola di moda
ticinese». Il secondo: «La vicinanza con l’Italia. Agno non dista molto da Milano, una città
che influenza molto la moda». E
la manodopera italiana? «Per
ora non la utilizziamo, anche
perché in Ticino siamo solo
quattro collaboratori che si occupano della creazione». D’accordo. Ma questo settore può
ancora crescere? «Certo. Anche
perché – conclude Emmenegger – le aziende, ma anche i ristoranti e via dicendo, tendono
oggi a presentarsi sempre più
professionalmente. E in molti
pensano a una divisa». Meglio,
se su misura.
POL
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Bellinzona – Si accendono i
riflettori sul Ticino della moda.
D’altronde, che la vallata a sud
del Gottardo si stia via via trasformando in una ‘Fashion valley’ è un fatto che non poteva
passare inosservato: dall’Italia,
da dove emigrano prestigiose
firme, alla Svizzera romanda,
dove il quotidiano Le Temps ha
dedicato più articoli a questo
settore in crescendo. In quello
pubblicato lo scorso 20 novembre si sosteneva addirittura che
il territorio – dal punto di vista
logistico – fosse oramai saturo e
si ricordavano i grandi nomi
(Armani, Guess, Gucci, Prada,
Tom Ford e via dicendo). In un
secondo servizio, apparso il 20
dicembre sullo stesso quotidiano, si titolava che ‘Il Ticino ispira moderatamente la Svizzera
romanda’. I modelli di business,
tra i quali spicca per l’appunto
la Fashion valley, risultano infatti difficilmente ‘esportabili’.
Ma non per questo privi di interesse. L’azienda A pennello di
Agno, per esempio, ha successo
pur portando avanti un’attività
che sembrava destinata a sparire. Quella delle camicie (e non
solo) su misura.
«La nostra idea innovativa è
quella di andare direttamente
dal cliente. E oggi siamo attivi in
tutta la Svizzera, anche perché
forniamo pure ‘uniformi’ per
ospedali, aziende eccetera – spiega la titolare Monica Emme-
Milano – La Silicon Valley rischia di deludere.
Nei prossimi giorni i colossi dell’hi-tech, da
Google ad Apple passando per Ibm e Microsoft,
presenteranno i loro risultati trimestrali. E le
attese degli analisti sono più basse rispetto ad
altre occasioni: per le 13 società hi-tech che finora hanno presentato i conti gli utili sono in calo
dell’11% soprattutto a causa di Intel, che ha accusato una contrazione dei profitti del 27%. Per
l’87% delle aziende tecnologiche che devono ancora presentare i conti, gli utili totali sono attesi
in calo del 3,5%. Mountain View darà il calcio
d’inizio alla stagione delle trimestrali hi-tech
oggi. L’attenzione sarà non solo sulla spinta della società nel mobile, ma anche sullo stato di salute della domanda di pubblicità online: un segnale di crescita in questo settore sarebbe positivo perché indicherebbe una maggiore fiducia
delle aziende e la loro disponibilità a investire,
anche in pubblicità. Sempre oggi è in calendario
la trimestrale di Ibm.
Domani sarà invece la volta di Apple, sulla quale sono puntati gli occhi di Wall Street dopo il recente calo dei titoli di Cupertino, scesi in più oc-
casioni sotto la soglia dei 500 dollari. A preoccupare gli osservatori per Apple sono la crescente
concorrenza sul mercato degli smartphone, il
possibile ingresso di Cupertino nel segmento
dei cellulari low cost e le recenti indiscrezioni
su un rallentamento degli ordini di iPhone 5. I
risultati trimestrali saranno i primi a includere
tre mesi pieni di vendite di iPhone 5, lanciato lo
scorso settembre: le consegne complessive sono
attese a circa 48 milioni e si attende un calo
dell’utile per azione a 13,45 dollari dai 13,87 dollari dello stesso periodo dell’anno precedente. I
ricavi sono previsti salire a 54,92 miliardi di dollari. Microsoft comunicherà la propria trimestrale il 24 gennaio, dopo la chiusura di Borsa.
Gli occhi saranno puntati sulle vendite del sistema operativo Windows 8, lanciato in ottobre. Il
suo avvio – secondo gli osservatori – è stato lento perché non si tratta di un semplice upgrade e
richiede investimenti di tempo, ma il suo impatto finale potrebbe essere positivo sui conti e sui
titoli Microsoft, che potrebbero trarne slancio
nella seconda parte dell’anno. Il 30 gennaio sarà
la volta di Facebook presentare i conti.
Commercio tedesco troppo forte
Investimenti, patrimoni in calo
Francoforte – Nel 2012 l’attivo della bilancia commerciale tedesca, rapportata al Pil, ha superato la soglia di guardia stabilita
dalla Commissione Ue, arrivando a livelli “che mettono a rischio la stabilità”. È quanto scrive l’Istituto di ricerca economica Ifo. “La bilancia commerciale tedesca ha raggiunto un valore
di 169 miliardi”, ha chiosato il presidente dell’Ifo, Hans-Werner
Sinn, pari al 6,4% del Pil. La Commissione Ue considera un livello superiore al 6% rischioso per la stabilità. Se la Germania dovesse continuare a superare la soglia stabilita da Bruxelles potrebbe incorrere in sanzioni. Per l’anno in corso l’Ifo prevede un
attivo nella differenza tra export e import pari al 6,6% del Prodotto interno lordo.
Zurigo – I patrimoni dei fondi di investimento in Svizzera si sono attestati a circa 712 miliardi di franchi a fine dicembre, in calo di 6 miliardi rispetto a novembre, ma in crescita di oltre 80 miliardi (+13%)
nell’arco di un anno. “La maggior parte dei nuovi capitali è stata investita nei fondi obbligazionari. I fondi del mercato monetario hanno registrato i maggiori prelievi, questa tendenza è tuttavia diminuita nettamente verso la fine dell’anno”, osserva Matthäus Den
Otter, direttore della Swiss Funds Association Sfa, citato in un comunicato. Nel solo mese di dicembre le entrate nei fondi obbligazionari sono state superate dai deflussi dei fondi del mercato monetario; di conseguenza il volume complessivo è diminuito di quasi 99
milioni di franchi.
lontani da metropoli come Milano e Zurigo e
via dicendo. Un ruolo importante lo gioca
inoltre la formazione. «Il Ticino – spiega infatti Rizzi – si è adattato e forma dei profili
adatti a lavorare in questo ambito». E poi si
ha a disposizione «un ampio bacino di manodopera a cui fare riferimento». Un problema
potrebbe invece essere rappresentato dalla
mancanza di spazio, soprattutto per chi si
occupa della logistica.
POL
Calano gli ordini per l’industria
Berna – Le commesse all’industria svizzera sono scese lievemente
nel terzo trimestre 2012. Rispetto al periodo corrispondente dell’anno
prima è stato registrato un calo dello 0,7%, indica l’Ufficio federale di
statistica (Ust) in una nota. Gli ordini in portafoglio sono in flessione
del 3,6%. Stando ai dati ancora provvisori, nel trimestre in esame la
produzione è cresciuta del 2,2% e il giro d’affari del 2,3%. L’Ust – che
ha modificato la statistica – ha fornito anche alcuni dati mensili relativi a produzione e fatturato. In luglio la produzione è diminuita del
2,7% rispetto allo stesso mese del 2011, in agosto è invece aumentata
del 4,5% e in settembre del 6%. I dati sono contrastanti a seconda dei
rami d’attività. La produzione e distribuzione di energia ha registrato una progressione del 10% nel terzo trimestre, il maggiore incremento, a fronte di un calo del 10,1% dell’industria tessile e dell’abbigliamento. Il giro d’affari è risultato in flessione in luglio (-3,4%), per
poi crescere nettamente in agosto (+5%) e in settembre (+6,6%).
Boeing 787, indagini sulle batterie
Milano – Le autorità nipponiche e americane sulla sicurezza dei trasporti hanno dato un’accelerata alle indagini conducendo ieri un sopralluogo alla Gs Yuasa, la società di Kyoto che fornisce le batterie
agli ioni di litio al Boeing 787 finite nel mirino a causa dei possibili rischi legati al sovraccarico. Un funzionario del ministero dei Trasporti di Tokyo e due della Federal aviation administration (l’Authority
Usa) hanno avuto colloqui coi tecnici della Gs Yuasa su progettazione
delle batterie e processi produttivi dopo il guasto che la scorsa settimana ha costretto un Dreamliner Ana all’atterraggio di emergenza
e, ultimo episodio di una serie di incidenti, ha giustificato il blocco dei
cinquanta nuovi Boeing già operativi nel mondo. «Lo scopo dell’iniziativa è controllare se le attività su progettazione e produzione sono
state completate nel modo coretto», ha detto in una conferenza stampa
Shigeru Takano, a capo del pool investigativo giapponese per conto
del Civil Aviation Bureau (Cab), nel resoconto dei media locali. Con il
fermo dei suoi 27 Dreamliner, l’avveniristico modello fatto in gran
parte in fibra di carbonio, Ana ha annunciato ieri che cancellerà ben
141 voli (di cui 18 internazionali) da mercoledì 23 a domenica 27 gennaio, in aggiunta ai 72 eliminati dal 19 al 22 gennaio. Anche il principale competitor Jal, che conta sette aerei 787 nella sua flotta, ha dovuto cancellare la tratta Tokyo-San Diego del 27-28 gennaio.