esce quando riesce. maggio 2016 - Centro Volontari Cooperazione
Transcript
esce quando riesce. maggio 2016 - Centro Volontari Cooperazione
REPORT BOLIVIA Report Bolivi Foglio di Informazione & Collegamento con la Realtà boliviana edito in La Paz dal Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo esce quando riesce - n°1 anno 8 Maggio 2016 Progetto “QUINOA BIOLOGICA – PER di quelle del complesso B e di vitamina E con ottime proprietà antiossidanti. NUTRIRE L'ALTIPIANO” I benefici della quinoa sono per tutti. Può essere un ottimo alimento per celiaci vista l’assenza di glutine. Inoltre, per il suo alto apporto proteico e la ricchezza in fibra rispetto ai normali cereali, è indicato per i diabetici per il suo basso indice glicemico. È un ottimo controllore del colesterolo per i suoi grassi insaturi e per la fibra. Per il vegetariano si profila come un alimento cardine della dieta, per la presenza di proteina e di ferro di origine vegetale. Per lo sportivo può considerarsi idoneo per i carboidrati, le proteine e i minerali presenti. La quinoa (Chenopodium quinoa) appartiene alla stessa famiglia degli spinaci e delle barbabietole, ma viene classificata commercialmente come pseudocereale, rispecchiandone tutte le caratteristiche ad eccezione di un più alto tasso proteico e dell’assenza di glutine. Pianta sacra per la popolazione degli Inca, nella lingua quechua ha il nome di “chisiya mama” ovvero “madre di tutti i semi”. Resistente 4000 metri produzione favore del alla siccità e coltivabile da 0 a slm, ne venne disincentivata la dai conquistadores spagnoli in grano per produrre pane, alimento sacro e basico per la cultura cristiana cattolica del tempo. Quando ci si rese conto della difficile adattabilità del frumento alla geografia e al clima andino, la coltivazione della quinoa riprese il sopravvento. Le proprietà della quinoa sono multiple: contiene un ridotto contenuto di carboidrati rispetto ai cerali, tutti gli aminoacidi essenziali (alquanto raro nel mondo vegetale), grassi insaturi quali omega 3 e omega 6, un tenore in fibra insolubile che può raggiungere il 15%. Per quanto concerne i micronutrienti spiccano, fra i minerali, alte concentrazioni di magnesio, ferro, fosforo e zinco mentre per le vitamine vi è la presenza Report Bolivia Il signor Guglielmina hanno deciso quest’anno: Mario Mamani e sua moglie del municipio di Machacamarca di coltivare 10 campi di quinoa ne conoscono il valore e le 1 potenzialità e vedono le imprese che sono cresciute intorno alla città di Oruro, alcune delle quali esportano all’estero. Facciamo due chiacchiere e mi raccontano il processo di semina, raccolta e lavorazione della quinoa. Nel loro spagnolo approssimativo mi fan capire il duro lavoro che c’è dietro al sacchettino da 250 g che compriamo al supermercato. Loro vorrebbero ottenere un prodotto di qualità ma vivendo isolati e lontani dalla città fanno fatica a trovare i canali di vendita e mancano i soldi per comprare macchinari semiindustriali che possano aiutarli nel loro lavoro. Come Mario e sua moglie, altre 240 famiglie sono nella stessa identica situazione: hanno un potenziale ma non riescono a farne risaltare il valore, non potendo così vivere con la dignità che si meriterebbero per il duro lavoro svolto nel campo. Partendo da questi presupposti, CVCS, in collaborazione con Fundación Sartawi Sayariy, opera in Bolivia, nel dipartimento di Oruro specificatamente nel municipio di Machacamarca con il progetto “Quinoa biologica, per nutrire l’altipiano”. Si è deciso di intervenire quindi in tutta la filiera, fornendo sementi migliorate, ottimizzando la coltivazione ma soprattutto operando sulla trasformazione, la più carente per mancanza di pratiche di buon igiene e di tecnologia. Per esempio, nella trasformazione, la quinoa deve subire un processo di lavaggio per eliminare le saponine, responsabili di un gusto amaro dell’alimento; questo processo viene fatto con un metodo tradizionale (una secchiata d’acqua e poi la quinoa viene messa al sole ad essiccare) a discapito dell’igiene e della qualità del prodotto che non può essere venduto ed è idoneo solo al consumo famigliare. Nel corso di questo anno l’obiettivo principale sarà quello di dotare il Municipio di un piccolo stabilimento, un forno per la produzione di pane e altri prodotti tipici a base di quinoa affinché si possano ottenere prodotti di qualità adatti al consumo umano, facendo lavorare soprattutto le donne, che per tradizione svolgono il compito di trasformazione della quinoa in prodotto finito. (alcune delle signore beneficiarie del progetto quinoa, all’opera in uno dei primi corsi di trasformazione) Ci auguriamo tutti che Mario e Guglielmina possano beneficiare di questo progetto ottenendo un prodotto sano e di qualità e che, per una volta, siano anche i piccoli produttori e non solo le grandi imprese ad avere una fetta del mercato della quinoa, come da tradizione in questo bellissimo altipiano boliviano. NICOLO’ VILLA IL POTERE DEI DESIDERI Il Centro Qalauma si propone di riabilitare e reinserire nella società giovani adolescenti (130 ragazzi e 15 ragazze) che hanno infranto la legge, di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Si tratta di un’iniziativa “pilota” e quindi in continua evoluzione. Grazie alla ONG CVCS sto avendo la possibilità di creare dei percorsi, mediante la realizzazione di laboratori e colloqui individuali, con la finalità di orientare e supportare un gruppo ragazzi/e che a breve riacquisteranno la loro libertà. Molti di loro sono spaventati e preoccupati per ciò che li attenderà fuori, ormai sono anni che vivono dietro le mura di Qalauma, in questo periodo sono cambiati e quindi spesso si ritrovano con quesiti importanti come: Cosa farò fuori dal centro? Come la gente mi giudicherà? Come faccio a reinserimenti socialmente, in una società che in questi anni è cambiata tanto e che io non conosco più come un tempo? Quali saranno i miei obiettivi ora? Sono questi gli interrogativi a cui vorremmo che ciascuno rispondesse. Gli adolescenti transizione, in l’acquisizione sociali. E’ Report Bolivia stanno vivendo un momento di una fase in cui si richiede di molte competenze promolto importante pertanto 2 orientare i giovani in una maniera molto decisiva, affinché possano raggiungere degli obiettivi importanti nel loro futuro. Differenti studi hanno rilevato che i ragazzi con un basso livello self efficacy (autoefficacia percepita, ossia la convinzione che le persone possiedono riguardo alle proprie capacità) e una bassa autostima sono coloro che più facilmente si lasciano coinvolgere in attività trasgressive soprattutto sotto la pressione dell’influenza di un gruppo di pari. Per questa ragione stiamo cercando di potenziare il loro sentimento di autoefficacia, il riconoscimento delle loro abilità e dei punti di forza, e di aumentare il loro autocontrollo, cosa molto importante per evitare situazioni problematiche. ciascun ragazzo ha potuto riflettere sui suoi sogni e le sue possibilità. Sono emersi per ciascuno di loro almeno 3 desideri: diventare avvocato, istruttore di palestra, cuoco, aprirsi un ristorante, diventare ingegnere, o aprirsi una propria piccola impresa di costruzione... Il nostro ruolo, pertanto, è quello di aiutare i ragazzi a riconoscere le loro abilità tecniche, competenze cognitive e relazioni, costruire un progetto di vita e mantenere un modo di pensare positivo nei confronti di loro stessi e del loro futuro. Ciò che cerchiamo di offrire è un orientamento e un supporto volto alla pianificazione di un progetto di vita coerente con le caratteristiche personali del ragazzo e del contesto. Il processo di orientamento inizia sempre come un momento in cui si ascolta il ragazzo, si cerca di far emergere e far riconoscere a loro stessi i loro punti di forza, accettare i loro limiti e si conclude con la presa di responsabilità del ragazzo e l’elaborazione di un progetto di vita. L’obiettivo è quello di far muovere in ciascun ragazzo la parte desiderante, aumentare la percezione di controllo sulla propria vita e sulle proprie scelte ossia aiutarli a costruire competenze di scelta, competenze progettuali, ascoltarli, informarli, formarli. I desideri e i sogni dei ragazzi di Qalauma E’ da queste possibilità che poi ciascuno di loro costruirà il suo progetto di vita. Interessante, sempre nella stessa sessione di gruppo, è stato farli partecipare ad una attività formativa. Ad esempio mediante il semplice utilizzo di una bacchetta (che in gruppo dovevano portare a terra poggiandola sull’indice e non potendola afferrare), per analogia, hanno potuto riflettere su elementi della realtà come l’importanza di coordinarsi in gruppo e comunicare, ma soprattutto sulla presa di responsabilità ( e non sul dare la colpa agli altri o alla società). Alcuni dei ragazzi hanno smesso di desiderare, infatti credono che la loro vita andrà sempre nella stessa direzione, per altri invece l’esperienza Qalauma li ha così cambiati che non sanno più chi realmente sono e cosa vorrebbero dalla loro vita, altri ancora hanno un desiderio ma non sanno come raggiungerlo. Il protagonista del processo è il desiderio del ragazzo, a seconda dei casi si tratterà dunque di aiutare la persona a far emergere il suo desiderio in maniera responsabile, mobilitare le sue risorse interne e reperire le risorse esterne fino a giungere all’apertura di nuove possibilità. Durante il lavoro in gruppo si è infatti cercato di far emergere la parte desiderante, Report Bolivia Le attività svolte dalla nostra volontaria Francesca coi ragazzi prevedono spesso corsi con giochi che hanno l’obiettivo di far provare sensazioni ai ragazzi da discutere poi in gruppo, applicandole poi alla realtà che li aspetta fuori. 3 Sapere cosa si desidera raggiungere significa avere una meta, sentirsi responsabile delle proprie azioni, essere protagonista della propria vita. In qualche modo qualcosa si sta muovendo in ciascuno di questi ragazzi, il nostro unico augurio è che mediante il nostro servizio (che potrebbe essere paragonato al ruolo della bussola per un viaggiatore) ciascuno di loro ritrovi il suo cammino. Nulla di tutto questo si sarebbe potuto realizzare senza il supporto di 5 volontarie (future assistenti sociali) che ci supportano ogni giorno nelle nostre attività. Certamente anche loro sono un buon esempio per i ragazzi in quanto dimostrano che per raggiungere i propri obiettivi bisogna, spesso, fare dei sacrifici e mettersi in gioco per imparare il più possibile. Per quanto riguarda me, sono felice di partecipare a questo progetto ma non posso nascondere che molti sono i momenti di difficoltà, infatti spesso sono costretta a scontrarmi con la società boliviana non ancora ben disposta a mettere in atto iniziative per il reinserimento sociale. Oltre a questo ovviamente c’è il fattore distanza, ci sono giorni in cui mi sveglio con una gran voglia di casa e dei miei amici ma poi mi consolo dicendo che qualcosa nel mio piccolo lo sto facendo ed è in qualche modo qualcosa di importante. Spesso sono i ragazzi stessi a caricarmi in maniera positiva; le loro storie, il loro cercarmi per parlare, le loro risate durante i laboratori, i primi risultati positivi che ho potuto riscontrare in alcuni di loro sono la mia nuova energia per andare avanti e non perdere la voglia di investire al massimo le mie forze in quello che faccio ogni giorno con loro. FRANCESCA TRICARICO Evo Morales traballa, il panorama politico boliviano. Citando la rivista “Internazionale” la rovina di Evo Morales è la tentazione di se stesso. Il 21 febbraio 2016 è andato in scena il referendum per la modifica della costituzione: per non rassegnarsi a lasciare il suo posto a qualcun altro, lo scopo delle votazioni era quello di dare al Presidente la possibilità di un quarto mandato elettorale consecutivo. (nella foto il Presidente dello Stato Plurinazionale di Bolivia, Evo Morales) Un governo, quello del MAS (Movimento Al Socialismo), partito politico di Evo, che ha fatto tanto per il popolo boliviano ma che ora barcolla di fronte ad evidenti mancanze: scandali e corruzione avanzano, mancano politiche in settori bisognosi e in regioni ‘dimenticate’ ed aumentano le denunce per abuso d’ufficio. È così che uno dei Presidenti che appare al mondo fra i più amati ora si trova in seria difficoltà, con la satira che aumenta e la censura difficilmente controllabile. Tre sono gli scandali che hanno contribuito a far perdere il referendum al Presidente: il fondo indigena, nato per sostenere gli agricoltori, da cui sono stati sottratti milioni di pesos boliviani; in secondo luogo il favoreggiamento d’appalti pubblici per 576 milioni di dollari alla azienda cinese “Camc Engineering” che fattura 4 volte il PIL della Bolivia, diretta da Gabriela Zapata, sua ex compagna ora in carcere; infine la “Evonovela” culmina con la notizia di un figlio, Ernesto Fidel, (i nomi di battesimo del Che e di Castro) avuto dalla stessa Zapata, tenuto nascosto al mondo e dichiarato morto ma in realtà vivissimo. Si è profilata così la prima sconfitta politica del Presidente dal 2005, con una opposizione disorganizzata e confusa. Si prospetta, per le prossime elezioni del 2020, la candidatura di un politico scelto tra le file del MAS che possa essere manovrato da Evo stesso, rendendo plausibile una sconfitta del partito per questo motivo. Con la mancanza di un controllo fiscale adeguato, un progetto di una centrale nucleare all’orizzonte (nonostante le enormi risorse spese in favore dell’ambiente), un calo della crescita per una economia troppo legata all’esportazione del petrolio e dei suoi derivati, una aumento del costo della vita e dell’inflazione e una crescita del narcotraffico (la Bolivia è il terzo produttore al mondo di cocaina), il panorama politico boliviano traballa, dando l’impressione che ci sia un conto alla rovescia per l'istituzione di un movimento contro Evo Morales. NICOLÒ VILLA Report Bolivia 4 Responsabilizzazioni giustizia della Continua il cammino della Bolivia verso una giustizia riparativa sempre più efficiente, o meglio, continuano ad essere aperte le porte boliviane alla cooperazione italiana per una collaborazione al miglioramento dei propri metodi di giustizia, soprattutto in campo giovanile. Temi in cui, specie negli ultimi anni, si sono impegnate su molti fronti le ONG ProgettoMondo Mlal e CVCS, in particolare nel progetto di giustizia giovanile restaurativa nel centro di reintegrazione per giovani ‘Qalauma’, un progetto dimostratosi esempio per l’intera nazione e al quale si stanno ispirando tutti i dipartimenti boliviani. Il 14 febbraio 2016, presso il collegio degli avvocati di La Paz è stato organizzato il seminario “Problemi nella giustizia: conseguenze nel sistema penitenziario”, promosso dal Ministero degli Interni boliviano, attraverso “Regimen Penitenciario” (Direzione Penitenziaria) e da ProgettoMondo. All’evento erano presenti il direttore di Regimen Penitenciario, Jorge Lopez, l’ex magistrato boliviano, Ivan Lima, il vice presidente di ProgettoMondo Ivana Borsotto con il direttore locale del programma di giustizia giovanile di ProgettoMondo, Roberto Simoncelli, la responsabile in Bolivia di CVCS Paola Toncich e l’ambasciatore italiano, Placido Vigo. Mentre, come relatori principali dell’evento, hanno gentilmente presenziato l’ex Magistrato italiano Gherardo Colombo ed il Professor Adolfo Ceretti, in missione in Bolivia, già da molti giorni, per attività di formazione sui sistemi di giustizia riparativa. L’ex magistrato italiano Gherardo famoso per l’inchiesta ‘Mani Pulite’ Report Bolivia Colombo, divenuto Il seminario è stato un successo e una vittoria per la cooperazione italiana, poiché, dopo i ringraziamenti di Regimen Penitenciario alla cooperazione per la nuova direzione intrapresa dal settore giudiziario penale boliviano grazie ad una riforma integrale di questo ambito, hanno seguito gli interventi ad opera di Ivana Borsotto e dell’ambasciatore italiano a sottolineare l’utilità e l’importanza del lavoro svolto a Qalauma dalla cooperazione italiana. Grazie anche al lavoro di anni dei progetti di giustizia finanziati da quest'ultima, infatti, si é contribuito all'emanazione del “Codigo Niña, Niño y Adolescente” emesso nel luglio del 2014, che permetterà ai ragazzi/e minorenni di ottenere una giustizia più equa. Ringraziate, quindi, anche le controparti locali, Adolfo Ceretti e Gherardo Colombo (i due sono ormai da tempo in collaborazione in ambito di formazione giudiziale e penale) hanno dato nuovi spunti di riflessione per la giustizia penale boliviana. Grazie ad un' analisi sociologica, Ceretti ha dimostrato come una politica punitiva e sanzionante non garantisca la sicurezza del cittadino ma aumenti, al contrario, la paura e fomenti la creazione di una società dell’esclusione, piuttosto che quella dell’inclusione. Di fatto proprio con il confronto di due azioni diverse, una dettata da una politica punitiva e l’altra da una politica riparativa, si evince come l’ambito restaurativo e di responsabilizzazione dell'aggressore riduca evidentemente la recidività. Nel suo intervento, l’ex magistrato Gherardo Colombo, si è invece concentrato sull’ambito della lotta alla corruzione, riportando la famosa inchiesta ‘Mani Pulite’, ottima proposta di confronto per la Bolivia per insistere su una riforma del sistema giudiziario, in cui spesso l’ingiustizia prevarica, come per esempio con l’utilizzo della detenzione preventiva senza sentenza. Continuando il suo intervento, l’ex magistrato Colombo ha parlato del suo percorso che l’ha portato a dedicarsi alla formazione dei giovani sui meccanismi della giustizia riparativa, sottolineandone gli aspetti positivi e di come possa crescere il benessere della popolazione, il tutto con una buona risposta della controparte locale. Infine il discorso di chiusura tenuto dall’ex magistrato boliviano Ivan Lima, ha delineato i ringraziamenti per gli interventi di Ceretti e Colombo e per gli spunti di riflessione che hanno potuto fornire per il miglioramento del sistema giudiziario boliviano. Dopo una breve analisi del panorama boliviano si è passati ad analizzare delle opzioni per una riforma del sistema giudiziario, dimostrandosi ancora una volta molto positivo e importante l’impegno della cooperazione italiana in Bolivia, che si 5 guadagna un grande applauso per il costante impegno nei propri progetti. MARTINO RADIN (volontario MLAL) Report Bolivia si pubblica in La Paz, [email protected] CVCS Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo Vuoi aiutarci nel portare avanti i nostri progetti? Ogni piccola goccia d'acqua contribuisce a riempire il secchio … Dona quanto vuoi, tante piccole donazioni contribuiranno ad appoggiare i nostri progetti in Bolivia. Da sinistra: Ivan Lima ex magistrato boliviano; Prof.re Adolfo Ceretti; Roberto Simoncelli direttore locale di ProgettoMondo; On. Placido Vigo, ambasciatore italiano in Bolivia; Jorge Lopez direttore di Regimen Penitenciario; Gherardo Colombo ex magistrato italiano; Ivana Borsotto vice presidente di ProgettoMondo. Nella causale Bolivia” scrivi “Appoggio progetti Credito Cooperativo Cassa Rurale di Lucinico, Farra e Capriva IBAN IT23 M086 2212 4010 0400 0060 012 Ti ricordiamo che ogni donazione è fiscalmente deducibile C.F. 91000280312 Report Bolivia 6