Omofobia, archiviato il caso Giacomini-Cia
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Omofobia, archiviato il caso Giacomini-Cia
Copia di 6f7359ec2a883146426e391c02de4332 26 Trento TRENTINO DOMENICA 13 MARZO 2016 Con lo spinello sulla pista da sci: in 7 finiscono nei guai ◗ TRENTO La pattuglia di carabinieri sciatori della compagnia carabinieri di Cles Si fumavano uno spinello come fosse un a sigarette in pista del Tonale. E nell’appartamento che avevano preso in affitto avevano una riserva d’erba. E così la vacanza di sette ragazzi della repubblica Ceka è finita con una denuncia. Il tutto è iniziato con un controllo della pattuglia di carabinieri sciatori della stazione di Vermiglio che ha colto un gruppetto di giovani mentre consumavano uno spinello nel bel mezzo delle piste da sci del Tonale. I ragazzi non si sono più di tanto scomposti quando hanno incrociato lo sguardo dei militari, che li hanno avvicinati reputandoli piuttosto allegri, ai quali hanno candidamente ammesso di fare regolarmente uso di marijuana. La perquisizione dell’appartamento occupato dalla comitiva ha infatti portato al sequestro di una trentina di grammi di erba e di alcuni frammenti di hascisc. La droga era custodita all’interno di un pensile della cucina, insieme ai prodotti alimentari nella disponibilità di tutti, e in giro per casa erano presenti alcuni grinder, che hanno avvalorato l’ipotesi che lo stupefacente fosse stato “importato” per un uso personale. I carabinieri ricordano che affrontare discese sotto l’effetto di detta droga (come di ogni altro stu- pefacente o dell’alcol) è assolutamente pericoloso: chi fuma marijuana (gli effetti di tale stupefacente possono durare anche quattro ore), tra le altre cose vive stati di euforia e può sperimentare sensazioni che alterano la percezione della realtà limitando il coordinamento e l’equilibrio. Alla stregua di chi si pone alla guida di un’auto dopo aver «fumato», per costoro la possibilità di causare incidenti è quindi molto alta Omofobia, archiviato il caso Giacomini-Cia Per il giudice la frase è sì forte ma rientra nel linguaggio politico attuale L’amarezza del consigliere provinciale, la sodisfazione del segretario dei Laici ◗ TRENTO Una frase forte e provocatoria ma il linguaggio politico in Italia «è ormai ridotto a questi livelli» e quindi non c’è reato. Così ha deciso il giudice Forlenza chiamato a prendere posizione sull’opposizione all’archiviazione presentata dal Claudio Cia. La vicenda è quella nota che vedeva nelle vesti dell’imputato Alessandro Giacomini, segretario dei Laici Trentini per i diritti civili. Che all’indomani della morte del transgender rivano Samuelle Daves aveva scritto un post attaccando il consigliere provinciale Cia. «Ora dobbiamo usare armi non convenzionali. Ad ogni suicidio legato all'omofobia va corrisposto un politico di turno, ad esempio Claudio Cia è un assassino ha ucciso Samuelle». Queste le parole di Giacomini che aveva convinto Cia ad andare in procura e assieme al suo avvocato, Marcello Paiar, aveva presentato due distinte denunce: una per diffamazione e l’altra per istigazione a delinquere. La procura aveva chiesto l’archiviazione del procedimento e c’era stata l’opposizione da parte di Cia. Il fascicolo era quindi arrivato nelle mani del giudice Forlenza che ha disposto l’archiviazione. «La frase, pur essendo forte e provocatoria - scrive il giudice - è scriminata, siccome inquadrata nella polemica politica, dall’esercizio del diritto di critica. Il linguaggio politi- Alessandro Giacomini Claudio Cia co in Italia è purtroppo ridotto a questi livelli, la gente è assuefatta e il sistema pare abbia metabilizzato questi “florilegi” coltivati succulentemente dal sistema mass-mediale perché fa audience. Insomma, nell’ambito della critica politica le espressioni utilizzate possono essere anche aspre, pungenti, demolitrici, purchè non gratuitamente volgari, come del caso di specie. La continenza è un concetto “elastico”, la frase in questione è stata espressa con modalità iperboliche proprie del linguaggio politico odierno». Da qui l’archiviazione. «Il giudice - è il commento a caldo di Claudio Cia - nella sua sentenza, ahimè, nel esprime rassegnazione per lo squallore che caratterizza il confronto politico, riconosce una consuetudine a cui da tempo ci siamo assuefatti e che in qualche modo conferisce legittimità e sdogana un agire che nulla ha a che fare con la politica. Da questa sentenza ne viene un triste messaggio: in nome della politica tutto è lecito. Non ci si meravigli dunque, di tutti gli eccessi che la caratterizzano e che la squalificano agli occhi della gente. Diceva André Malraux, "non si fa politica con la morale, ma nemmeno senza"». E poi, rivolto diretta- mente a Giacomini: «Ora, ringalluzzito dall'archiviazione della querela, non oso immaginare quale e con quanto livore vomiterà la sua cattiveria contro di me, con toni da osteria mediatica». Pronta anche la replica del segretario dei Laici Trentini (che per la sua difesa si era affidato all’avvocato Mauro Bondi). «Il consigliere Claudio Cia - scrive in un comunicato stampa - con una provocazione inaccettabile ha deciso di devolvere una piccolissima ma molto piccola parte del suo stipendio ad una associazione che accomuna alla Gestapo le comunità gay, apostrofandole Gaystapo . Per questa inaccettabile provocazione ho pubblicato il seguente post: "ora dobbiamo usare armi non convenzionali. Ad ogni suicidio legato all' omofobia va corrisposto un politico di turno, ad esempio Claudio Cia è un assassino ha ucciso Samuelle”. Il consigliere Claudio Cia ha pensato di querelarmi per diffamazione ma il giudice del tribunale di Trento ha respinto la denuncia di Claudio Cia, considerando il mio post una legittima critica politica. Le persone come Claudio Cia d'ora in poi staranno più attente a provocare la sensibilità di chi non la pensa come loro. Come Alessandro Giacomini e come Laici Trentini per i diritti civili continueremo a monitorare affinché non ci siano più inaccettabili provocazioni». val di non «Disturba» i soccorsi in un incidente: 20 mila euro di multa ◗ TRENTO Si era «messo in mezzo» rendendo difficile e arrivando anche a rallentare le operazioni di soccorso dei vigili del fuoco in favore dell’automobilista che era bloccato nella sua macchina, finita fuori strada. Aveva anche minacciato i pompieri che, una volta finito l’intervento, aveva denunciato il fatto. Ed è così che un 40enne di Tassullo si è trovato davanti al giudice con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Accusa per la quale ha patteggiato venti giorni di reclusione che sono stati convertiti in una multa da ben 20 mila euro (con sospensione condizionale dell’esecuzione della pena). I fatti risalgono al maggio dello scorso anno quando i vigili del fuoco volontari di Nanno erano stati chiamati ad intervenire su un incidente stradale. In particolare una macchina era finita fuori strada e dentro l’abitacolo c’era una persona. I pompieri hanno quindi iniziato le manovre per assicurare il mezzo e quindi recuperarlo. Ed è stato in questo frangente che si è fatto avanti l’imputato quarantenne che si sarebbe messo letteralmente in mezzo «invadendo» la zona dedicata alle manovre dei vigili del fuoco. Che lo avrebbero invitato più volte a spostarsi, senza però ottenere il risultato sperato. E alla fine sarebbe anche arrivata la minaccia, da parte del quarantenne. Della serie «io faccio quello che voglio e vi denuncio tutti». A quel punto, per cercare di portare avanti l’intervento evitando ulteriori situazioni di pericolo, un pompieri si era preso il compito di cercare di tenere lontano l’uomo dall’area interessata al soccorso. Venerdì la vicenda giudiziaria è quindi arrivata alla fine con il via libera al patteggiamento ai 20 giorni convertiti in una multa dal valore importante. Il Presidente, i membri del Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale del Distretto Tecnologico Trentino Habitech partecipano al dolore della stimata collaboratrice Martina e dei suoi familiari per la perdita inaspettata dell’amato papà Il Consiglio di Amministrazione, la Direzione e tutto il personale assieme ai Residenti, ai familiari e ai volontari dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona “San Valentino” - Città di Levico Terme sono vicini alla Presidente Martina Dell’Antonio e alla famiglia per l’improvvisa scomparsa dell’amato papà I colleghi del Distretto Tecnologico Trentino Habitech si stringono a Martina e ai suoi familiari partecipando al loro dolore per la perdita del padre LODOVICO DELL’ANTONIO LODOVICO DELL’ANTONIO LODOVICO DELL’ANTONIO Rovereto, 13 marzo 2016 Levico Terme, 13 marzo 2016 Rovereto, 13 marzo 2016 Operatori telefonici qualificati saranno a disposizione per la dettatura dei testi da pubblicare PAGAMENTO TRAMITE CARTA DI CREDITO: VISA, MASTERCARD, CARTA SÌ Si pregano gli utenti del servizio telefonico di tenere pronto un documento di identificazione per poterne dettare gli estremi all’operatore (ART. 119 T.U.L.P.S.)