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DESCRIZIONE DELL’ESPERIENZA
LA MISURA DEL TEMPO
L’esperienza è stata progettata nell’ambito del Nucleo di Ricerca Didattica dell’Università di
Torino, coordinato dal Prof. F. Arzarello
Quadro di riferimento e motivazioni
•
•
L’esperienza è rivolta a una prima classe elementare, si tratta di una attività di lungo periodo
che prevede interventi quotidiani e per tutta la durata dell'anno scolastico.
Il tempo è una dimensione fondamentale del nostro modo di conoscere la realtà: si configura
come una struttura ordinatrice che si affina progressivamente attraverso un lento processo.
Il campo di esperienza tempo ha una forte connotazione affettiva perché ogni attività richiede
sia continui rimandi a eventi personali o famigliari, passati e presenti, sia riferimenti a desideri o
speranze future. Nel tempo inoltre si costruisce progressivamente la memoria storica della
classe.
L’esperienza intende fornire uno “scenario” significativo, con regole e linguaggi famigliari già
conosciuti nei contesti della famiglia o della scuola dell’infanzia, all’interno del quale i bambini
possano esplicitare le conoscenze già acquisite e costruirne delle nuove. Tutta l’esperienza
intende valorizzare soprattutto il momento “sociale” della discussione, intesa come
negoziazione di significati e di pratiche culturali socialmente condivise, e finalizzata alla
costruzione collettiva delle conoscenze.
Finalità, obiettivi specifici e scelte di contenuto
•
•
•
Le finalità generali del progetto sono principalmente due:
o la percezione del tempo come successione ordinata di eventi, misurabili e comparabili
tra loro e la sua rappresentazione;
o la costruzione della retta numerica, inizialmente contestualizzata nel campo di
esperienza tempo, intesa come rappresentazione e sintesi dei diversi aspetti del numero
naturale (cardinale, ordinale, ricorsivo e di misura).
Alcuni obiettivi specifici delle attività incentrate sul tempo sono di tipo trasversale e interessano
discipline diverse, come la storia, le scienze e la lingua.
Gli obiettivi in campo matematico fanno riferimento a:
o aspetti ordinali e ricorsivi del numero;
o premisura e misura (unità convenzionali di misura e loro successive divisioni);
o rappresentazione di durate, di eventi, di sequenze mediante linee del tempo, diagrammi
circolari e diagrammi di flusso;
o rappresentazioni statistiche (istogrammi, tabelle);
o costruzione di algoritmi.
I tempi e i contenuti scelti per i conseguimento degli obiettivi sono illustrati in modo dettagliato
nel racconto dell’esperienza (vedere “percorso”).
Riferimenti teorici
•
L’esperienza è stata progettata nell’ambito del Nucleo di Ricerca Didattica dell’Università di
Torino, coordinato dal Prof. F. Arzarello. Si è fatto riferimento ai testi:
o Bulgarelli, Dal Molin, Gilardi, Il tempo nei bambini e la matematica degli orologi,
Dossier di documentazione del N.R.D. di Torino.
o Bartolini Bussi, Verso il concetto di tempo, “Bambini”, settembre/ottobre 1988.
o Falteri, Lazzarin, Tempo, memoria, identità, La Nuova Italia.
o Bartolini Bussi, Boni, Ferri, Interazione sociale e conoscenza a scuola: la discussione
matematica, CDE, Modena.
o Pontecorvo, Ajello, Zuccheraglio, Discutendo di impara, La Nuova Italia.
o
o
o
o
o
Vygotsky, Pensiero e linguaggio, Giunti.
Gelman, Gallistel, La comprensione del numero nel bambino, 1978.
Cobb et al., Interactin and learning, 1992
Arsac, Germain, Mante, Probleme ouvert et situation-probleme, 1988.
Brousseau, Fondements et méthodes de la didactique des mathématiques, 1986.
Percorso
Quello che segue è il racconto testuale dell’esperienza così come si è svolta in classe durante il
corso dell’anno. L’intervento didattico è stato costruito (e raccontato) sulla base di un modello
progettato all’interno del Nucleo di Ricerca Didattica.
1. ANALISI A PRIORI DELLE CONOSCENZE
L’analisi a priori serve come punto di partenza, definisce a priori ciò che, presumibilmente, sanno o
non sanno i bambini rispetto al sapere da insegnare. Le conoscenze, le non-conoscenze e gli
eventuali misconcetti individuati a priori, verranno poi sottoposti a verifica nella fase
dell’accertamento.
Conoscenze pregresse:
“saperi”:
•saper ordinare la sequenza di un evento conosciuto, individuando tra due eventi quello che
viene prima e quello che viene dopo;
•saper riconoscere eventi irreversibili;
•conoscere alcuni significati della parola tempo;
“saper fare”:
•saper utilizzare simbologie come contrassegno;
misconcetti:
o lo scorrere del tempo è vissuto in modo soggettivo, è legato alla qualità dell’esperienza e
non è uniforme;
non conoscenze:
•significato e uso delle unità convenzionali della misura del tempo;
•conoscenza degli strumenti che misurano il tempo (orologi e calendari);
•confronto di durate di tempo in base alle unità convenzionali;
•riconoscimento e scrittura dei numeri entro il 30;
•ordinamento dei numeri entro il 30;
•uso di tabelle e di altre rappresentazioni statistiche (istogrammi).
2. PRIMA FASE: Accertamento
2.1. Discussione sul tempo
Periodo: settembre.
Materiali e strumenti: registratore.
Spazi e tempi: 1 intervento di 2 ore per la classe intera.
Descrizione dell'attività.
L'attività è prevista per i primi giorni di scuola, quando viene presentata la “parete del tempo” (vedi
descrizione più avanti). L'insegnante propone agli alunni di raccontare ciò che sanno o ciò che
pensano sul tempo.
Poiché si tratta di una delle prime discussioni collettive è importante creare un clima in cui tutti i
bambini possano esprimersi senza timori e senza essere prevaricati dai compagni più esuberanti. E'
bene quindi stabilire o, se è già stato fatto, ricordare le regole che è necessario osservare per
procedere ad una discussione ordinata (alzare la mano per parlare; aspettare il proprio turno; non
intervenire se qualcun'altro sta già parlando; ascoltare gli interventi degli altri; fare solo interventi
relativi all'argomento; spiegare il più chiaramente possibile il proprio punto di vista; chiedere
spiegazioni quando non si comprende l'intervento di un compagno o dell'insegnante). Di solito la
presenza del registratore è di aiuto, perché la necessità che la registrazione risulti chiara e
facilmente comprensibile per un successivo riascolto, porta gli alunni ad autoregolarsi. In alcuni
casi sarà necessario invitare tutti i bambini ad esprimersi, sollecitando eventualmente quelli che non
intervengono spontaneamente.
Più che una vera discussione si tratta di una intervista collettiva stimolata dalle seguenti domande:
•Cos'è il tempo? Cosa significa questa parola?
•Chi ha inventato il tempo?
•Quali sono le cose più vecchie che esistono?
•Ti accorgi che il tempo passa? Come te ne accorgi?
•A cosa serve l'orologio?
•Cosa succede al tempo se l'orologio si ferma?
•Cosa riesci a fare in un'ora?
•Cosa riesci a fare in un minuto?
Al termine dell'intervista si chiede poi ai bambini di rappresentare con il disegno:
•il ricordo più vecchio;
•un fatto o un avvenimento che avverrà sicuramente.
In seguito l'insegnante "porgerà la mano" ad ogni bambino scrivendo accanto ai disegni ciò che
l'alunno ha voluto rappresentare.
Il riascolto della registrazione permetterà di ricondurre le risposte ad alcune categorie generali
riguardo ai significati che i bambini danno al tempo e come lo percepiscono.
2.2. Diagnosi (messa a punto dell’analisi a priori)
Conoscenze pregresse:
“saperi”:
• la maggioranza degli alunni dimostra di saper ordinare eventi naturali e non, che si
succedono nel tempo (“prima giocavo con i giochi da piccola ... da grande andrò a
lavorare ... poi diventerò una nonna”);
• tutti i bambini sanno riconoscere i diversi significati di tempo meteorologico e di tempo
tempo. Di quest’ultimo le risposte mettono in evidenza:
• l’aspetto soggettivo, psicologico (“il tempo è una cosa della mente”; “i giorni non sono
tutti uguali: la domenica dura pochissimo”; “il tempo è quando ho fame”);
• l’aspetto di misura (“con l’orologio conto i minuti per arrivare dalla nonna”; “l’orologio
serve per le mamme quando devono andare a lavorare e per me quando devo fare i
compiti”);
• l’aspetto ciclico (“prima ci sono le foglie sugli alberi, poi non ci sono più perché sono
cadute, ma poi ci sono di nuovo”);
• l’aspetto del cambiamento (“il tempo passa, cambia sempre qualcosa”; “io mi accorgo
che il tempo passa perché le cose si rompono e poi le buttiamo via”; “noi diventiamo
più grandi e più intelligenti”);
• l’aspetto universale e cosmico (“il tempo esiste ancora adesso, ma esisteva prima ancora
che noi esistessimo sulla Terra”);
misconcetti:
• tra orologio e tempo esiste un rapporto di causa/effetto, per cui se si ferma l’orologio si
ferma anche il tempo (“l’orologio guida il tempo, se l’orologio si ferma il tempo non
funziona”);
• realtà e fantasia hanno ancora confini indefiniti, per questo:
o l’irreversibilità degli eventi non è riconosciuta da tutti (“ritorna tutto da capo e i
grandi tornano piccoli”);
o una buona parte dei bambini identifica gli eventi futuri certi con desideri, speranze o
paure (“da grande sarò un giocatore dell’Inter”; “il tempo si fermerà e io rimarrò
bloccata”).
Grado di coinvolgimento:
a parte alcuni casi particolari, i bambini sono generalmente ben disposti a raccontare il loro pensiero
e le loro esperienze, anche se per qualcuno le competenze linguistiche ancora incerte rappresentano
un ostacolo all’esposizione.
3. SECONDA FASE: Attività collettive
3.1. Attività intorno alla parete del tempo
Periodo: anno scolastico.
Materiali e strumenti: cartelloni mensili per la registrazione delle presenze, degli avvenimenti
importanti, delle condizioni meteorologiche; un calendario mensile; la ruota dei mesi; la ruota della
settimana; la ruota della giornata; un orologio da parete; stampini con i simboli della situazione
meteorologica.
Spazi e tempi: interventi quotidiani in classe con tempi diversi.
Descrizione dell'attività.
Si tratta di una attività di lungo periodo che prevede interventi quotidiani e per tutta la durata
dell'anno scolastico. Sono previste sia situazioni problema, sia attività “di apprendistato”, ma si
tratta in prevalenza di attività collettive più alcune esercitazioni individuali programmate per la
seconda parte dell'anno.
Il cartellone del mesario riporta per la prima volta una successione ordinata di numeri, anche se
occorre precisare che ogni numero rimane fortemente contestualizzato, in quanto mantiene la
proprietà di essere il nome, l’etichetta, di un giorno particolare (data).
Nel primo periodo di scuola questa successione ordinata di numeri risulta particolarmente utile e
importante in quanto ad essa gli alunni fanno continuamente riferimento, come a una sorta di
alfabetiere, per ricercare la scrittura dei numeri che conoscono, o conoscono in parte, come
filastrocca, oppure per verificare l’ordine dei numeri (quale viene prima, quale viene dopo).
lunedì
Tutte le attività hanno come riferimento un grande tabellone
domenica
denominato “la parete del tempo”, dove trovano posto:
•un orologio analogico da parete;
sabato
martedì
•due calendari mensili, di tipo lineare e a foglietti;
•la “ruota della settimana”, suddivisa in 7 settori, uno per
venerdì
mercoledì
ogni giorno della settimana;
•la “ruota dei mesi”, suddivisa in 12 settori, uno per ogni
giovedì
mese dell'anno;
•la “ruota della giornata”, suddivisa in 4 settori di
DIC GEN
ampiezza diversa, relativi a: mattina, pomeriggio, sera,
NOV
FEB
notte;
•il cartellone del mesario, cioè un grosso tabellone su cui
giornalmente vengono registrati la data, le presenze, le
OTT
MAR
condizioni meteorologiche, gli avvenimenti importanti
per la classe (vedi avanti).
SET
APR
3.1.1. La “parete del tempo” viene attrezzata nei primi giorni
AGO
di scuola (settembre) con:
LUG GIU MAG
•il calendario;
•la ruota della settimana;
•la ruota dei mesi;
•l’orologio.
Gli oggetti che la compongono vengono presentati come
mattino
"strumenti per contare il tempo". Di ognuno di essi viene
notte
chiarito il funzionamento attraverso una breve discussione
collettiva.
pomeriggio
Si osserva prima di tutto il calendario mensile.
sera
L’insegnante verifica che il significato di ogni sua parte sia compreso a tutti: in particolare il
numero che indica l'anno, il nome che indica il mese, il numero e il nome che contraddistinguono i
giorni della settimana e le altre eventuali simbologie.
In parallelo si osservano le ruote dei mesi e della settimana, che hanno lo scopo di evidenziare la
ciclicità di queste scansioni temporali. Le due ruote, realizzate in modo che sia visibile solo il
settore di un mese o di un giorno della settimana, vengono fatte girare in modo che compaiano uno
dopo l’altro, su una ruota, i nomi dei mesi e, sull’altra, i nomi dei giorni della settimana.
I nomi vengono letti dall’insegnante o dagli alunni che sono in grado di farlo; i bambini che
conoscono già le sequenze dei mesi e dei giorni della settimana, sono invitati a confrontare ciò che
sanno con quello che viene letto sulle ruote. Si seleziona quindi su ogni ruota il settore relativo al
mese e al giorno della settimana in cui si svolge l’attività.
3.1.2. Il primo giorno del mese di ottobre viene aggiunto il mesario relativo a quel mese e vengono
concordate con gli alunni le seguenti consegne:
“Useremo questi strumenti per tenere il conto del tempo che passiamo a scuola, quindi tutte
le mattine, a cominciare da oggi, dovremo ricordarci di metterli in funzione. Ci faremo
aiutare dal calendario.
Sul cartellone del mesario ci sono scritti nella prima colonna tutti i vostri nomi. Tutte le
altre colonne sono bianche, ma in cima ad ognuna c’è scritto un numero, ogni numero è un
giorno del mese. Uno per volta, cercherete il vostro nome e colorerete la casella vicina.
Tutte le caselle vicine ai nomi sono sotto al numero 1, infatti oggi è l’1 ottobre. Rimarranno
vuote le caselle dei bambini che oggi non sono in classe, cioè sono assenti, perché sono
malati o non hanno potuto venire a scuola per qualche altro motivo.
Dobbiamo girare anche la ruota dei mesi perché ieri era l’ultimo giorno del mese:
settembre è finito e oggi comincia ottobre.”
I bambini vengono quindi invitati a turno a “mettere in funzione i vari strumenti”:
- vengono ruotate nella giusta posizione le ruote del mese e quella della settimana;
- sul cartellone del mesario l’insegnante colora la casella del primo giorno del mese;
- nello stesso modo ogni alunno, a turno, cerca il proprio nome nell’elenco e colora la propria
casella della presenza.
A questo punto l’insegnante aggiunge al tabellone un foglio su cui sono elencati i simboli
meteorologici e li illustra spiegandone il significato:
“Sul mesario c’è lo spazio per dare altre informazioni su ogni giorno: sopra la data nella
striscia del tempo, possiamo stampare il simbolo che dice che tempo fa oggi.”
Si sceglie il simbolo adatto per indicare la situazione meteorologica e si riporta con uno stampino
nell’apposito spazio.
Il mesario prevede anche uno spazio (striscia degli avvenimenti importanti) in cui è possibile
annotare le ricorrenze o gli avvenimenti particolarmente importanti che riguardano la vita della
classe (compleanni, feste, visite di ospiti, gite, ecc.):
“Negli spazi che restano ancora vuoti, potremo scrivere le cose importanti che ci
succederanno: le feste, i compleanni e tutto quello che ci sembrerà importante ricordare.
Sarà come scrivere una specie di diario. E in qualsiasi momento potremo rileggere ciò che
è già successo.”
Tutte queste operazioni verranno ripetute ogni mattina, all’inizio sarà necessario l’aiuto
dell’insegnante, soprattutto per individuare all’interno della tabella la casella relativa alla presenza
di ogni bambino, con il passare del tempo gli alunni impareranno a svolgere tutti i compiti da soli e
l’insegnante avrà solo una funzione di controllo.
L’insegnante distribuisce due schede da mettere nel quaderno: una riporta i simboli meteorologici,
l’altra dà spiegazioni sul cartellone del mesario (VEDI DOCUMENTO: OGGETTO
DIDATTICO).
Nei giorni seguenti, e per tutto il resto del mese, la ruota dei mesi rimarrà ferma, mentre sarà
necessario girare la ruota della settimana; colorare le presenze relative ad ogni giorno di scuola;
indicare per ogni giorno la situazione meteorologica e, quando è il caso, gli avvenimenti da
ricordare.
All’inizio di ogni mese il cartellone del mese appena terminato dovrà essere sostituito con quello
del mese entrante e conservato per altre attività.
3.1.3. Alla fine di ogni mese la rilettura del mesario può dare lo spunto a parecchie attività di
conteggio relativamente a:
•numero di presenze e di assenze, da registrare eventualmente su un apposito cartellone;
•giorni di scuola e di festività;
•andamento della situazione meteorologica.
I conteggi potranno essere eventualmente rappresentati con istogrammi.
3.1.4. La presenza di ricorrenze particolarmente significative, o il riferimento ai giorni della
settimana, consentono di fare osservazioni del tipo:
•Se oggi è ... domani sarà ..., dopodomani sarà ...
•Se oggi è ... ieri era ..., l’altro ieri era ...
•Il giorno precedente di ... è ...
•Il giorno successivo di ... è ...
•Se oggi è ... quanti giorni mancano a ...?
•Se oggi è ... quanti giorni sono passati da ...?
•È successo prima/dopo un certo fatto o un altro?
•È più vecchio/recente un certo fatto o un altro?
Osservazioni di questo genere inizialmente sono da farsi collettivamente, registrandole
eventualmente sul quaderno, poi, durante la seconda parte dell’anno, quando gli alunni hanno
acquisito con una certa sicurezza i meccanismi della lettura e della scrittura, si possono proporre
come esercitazioni individuali.
Inoltre, il confronto tra mesari diversi permette di verificare che ci sono mesi più lunghi e mesi più
corti, cioè che per ogni mese cambia il numero dei giorni.
3.1.5. Intorno ai mesi di novembre/dicembre si possono affrontare attività finalizzate ad
approfondire le conoscenze sulla giornata.
Occorre esplicitare prima di tutto che il termine giornata viene usato per non fare confusione con il
giorno, che generalmente nel linguaggio corrente si fa coincidere con le ore di luce. Con giornata si
intende invece il succedersi di un periodo di luce e di uno di buio. Altro motivo di possibile
confusione può essere la diversa durata dei periodi di luce e di buio nelle stagioni dell’anno.
L’obiettivo è far riflettere gli alunni sul succedersi ciclico delle giornate, sull’alternanza tra luce e
buio e sulla sequenza mattino, pomeriggio, sera e notte.
Per ciascuna delle quattro parti in cui si suddivide la giornata è possibile individuare alcuni eventi
caratterizzanti, che i bambini possono illustrare. La sequenza degli eventi caratteristici potrà
costituire la storia della loro giornata.
La storia della giornata può diventare uno dei primi libri di lettura. Realizzato con un cartoncino
rettangolare da piegare “a fisarmonica” e munito di due cordoncini alle due estremità, può essere
letto in modo lineare, con un inizio e una fine, oppure, legando i cordoncini, in modo circolare
come eventi che si ripetono in modo perpetuo.
La ciclicità di questi eventi può essere ben rappresentata con la “ruota della giornata”: un cerchio
suddiviso in 4 settori di ampiezza diversa, relativi a mattina, pomeriggio, sera, notte, contraddistinti
con 4 colori diversi.
La ruota della giornata va aggiunta agli altri strumenti per contare il tempo.
3.1.6. Verso il mese di gennaio, quando ormai i bambini usano con sicurezza tutti gli strumenti
della “parete del tempo”, è possibile avviare un’ulteriore riflessione sul calendario, e sulle ruote dei
mesi e della settimana. L’insegnante pone le seguenti domande:
•Come funziona la ruota della settimana/dei mesi?
•Ogni quanto tempo bisogna farla girare?
•Quante volte bisogna farla muovere perché faccia un giro completo?
•Quando tempo passa per farle fare un giro completo?
L’obiettivo è quello di chiarire bene che per far fare tutto un giro alla ruota della settimana e
ritornare al giorno di partenza, occorrono 7 rotazioni, una al giorno; invece, con la ruota dei mesi,
per ritornare al mese di partenza, occorrono 12 rotazioni, una al mese. Quando la ruota della
settimana avrà fatto un giro completo sarà trascorsa una settimana intera, mentre quando la ruota dei
mesi avrà fatto un giro completo sarà trascorso un anno intero.
È importante anche far riflettere i bambini che, per quanto lo stesso giorno della settimana o lo
stesso mese si ripetano ciclicamente, si tratta in realtà di eventi diversi, irreversibili e non ripetibili,
che hanno in comune solo in nome.
Al termine della discussione è utile scrivere un testo collettivo da tenere nel quaderno.
3.2. Le candele misura-tempo
Periodo: novembre/dicembre
Materiali e strumenti: il numero necessario di candele della stessa lunghezza.
Spazi e tempi: 1 incontro di 1 ora in classe, un’intera giornata, 1 incontro in classe di 2 ore.
Descrizione dell'attività.
I bambini stanno affrontando un’altra esperienza riguardante l’ambiente della scuola. Si vuole
registrare su un tabellone, con testi e fotografie, l’utilizzo degli spazi della scuola nell’arco di
un’intera giornata. Viene scelto il mercoledì perché, oltre alle normali lezioni in classe, sono
previste diverse attività di laboratorio.
3.2.1. Il giorno precedente all’esperienza, l’insegnante propone di registrare sul tabellone
predisposto anche la durata delle diverse attività a cui i bambini parteciperanno il giorno successivo.
“Visto che non siete ancora capaci a contare il tempo con l’orologio, useremo le candele,
perché, oltre a far luce, possono anche servire a misurare quanto tempo passa. Avete già
osservato una candela? Sapete cosa succede quando si accende?”
L’insegnante accende una candela e chiede ai bambini di osservare per alcuni minuti, in silenzio,
cosa succede. Quindi spegne la candela e chiede di disegnarla come la vedono in quel momento e
come si immaginano che sarà dopo 5 minuti e dopo mezz’ora.
I disegni vengono raccolti e appesi alla lavagna, quindi inizia la discussione. I bambini sono invitati
a illustrare ciò che hanno disegnato e a argomentare le loro ipotesi.
Alla fine viene steso un breve testo nel quale si registra l’esito della discussione: la fiammella si
muove, si allunga e si accorcia, e intanto scioglie la cera; la cera gocciola nel portacandele e la
candela si accorcia: più passa il tempo e più si accorcia.
3.2.2. Il giorno dopo viene accesa una candela all’inizio di ogni attività e spenta alla fine. Ci sarà
così una candela per la lezione di italiano, una per l’intervallo del mattino, una per la mensa … e
così via. In un certo momento della giornata, la classe, suddivisa in due gruppi, partecipa
contemporaneamente a due laboratori diversi, pertanto, per quella attività specifica, vengono
utilizzate due candele, accese e spente nello stesso tempo. Tutte le candele una volta spente
vengono etichettate per essere successivamente riconosciute.
3.2.3. Le candele vengono disposte secondo l’ordine in cui sono state accese e riprodotte su un
cartellone quadrettato e sul quaderno. I bambini osservano:
•“le candele sono messe a onda”;
•“ci sono candele più cortine e altre più lunghette”
•“ci sono candele che sono quasi lunghe uguali”
•“la candela corta vuol dire che è stata accesa di più, è passato più tempo”
•“allora vuol dire che abbiamo lavorato di più”
•“anche la candela dell’intervallo è un po’ corta, quella dell’intervallo del pomeriggio è
ancora più corta”
•“certo, perché l’intervallo del pomeriggio dura di più!”
L’insegnante chiede se è possibile stabilire quale attività è durata di più e quale è durata di meno.
Si decide di confrontare le candele e di disporle in “ordine” a cominciare da quella più corta,
perché corrisponde all’attività che è durata di più. Le candele così disposte vengono nuovamente
riprodotte sul cartellone quadrettato e sul quaderno.
L’insegnante chiede ai bambini di commentare con una frase la serie ordinata di candele. Le frasi
vengono lette e discusse insieme. Infine si sceglie quella in cui “il più e il meno si scambiano di
posto”:
“Se la candela è meno lunga allora vuol dire che è passato più tempo;
se la candela è più lunga, allora vuol dire che è passato meno tempo”.
3.3. Le bottiglie del tempo
Periodo: da dicembre in avanti.
Materiali e strumenti: il numero necessario di bottiglie di plastica trasparente di dimensioni e forma
diverse, inchiostri di china, bicchierini di plastica da caffè.
Spazi e tempi: interventi quotidiani in classe con tempi diversi.
Descrizione dell'attività.
Anche questa è una attività di lungo periodo che prevede interventi quotidiani e per tutta la durata
dell'anno scolastico. Prende l’avvio dalle considerazioni fatte dai bambini, e conseguenti al
confronto tra i mesari, riguardo la diversa durata dei mesi.
3.3.1. L’insegnante propone di usare un’altra “macchina” per contare il tempo: si può misurare la
“lunghezza” dei mesi aggiungendo ogni giorno un bicchierino di acqua colorata in una bottiglia. Si
decide di operare in questo modo:
•ogni giorno corrisponde a un bicchierino colmo di acqua con 5 gocce di colore rosso
•martedì, mercoledì, giovedì, venerdì  1 bicchierino
•lunedì  3 bicchierini (anche per il sabato e la domenica)
La bottiglia dovrà ogni volta essere chiusa, altrimenti (è già stato sperimentato) l’acqua evapora.
Al rientro dalle vacanze natalizie si pone il problema di quanti bicchierini aggiungere per
completare la bottiglia di dicembre. I bambini contano i giorni di vacanza sul mesario di dicembre e
versano altrettanti bicchierini di acqua colorata di rosso nella bottiglia. Quindi contano i giorni di
vacanza sul mesario di gennaio: lo stesso numero di bicchierini di acqua colorata, questa volta di
azzurro, verrà versato in un’altra bottiglia di dimensioni e forma diverse da quella di dicembre.
3.3.2. Durante il mese di gennaio l’insegnante che conduce l’attività si ammala e rimane assente per
qualche giorno. I bambini si incaricano, senza darsi una organizzazione precisa, di versare ogni
giorno i bicchierini di acqua azzurra nella bottiglia. Alla fine del mese, le bottiglie di dicembre e
gennaio vengono confrontate. C’è la stessa quantità di acqua? Apparentemente no: i livelli sono
diversi. Eppure i mesari indicano lo stesso numero di giorni. Cosa è successo? Forse durante
l’assenza dell’insegnante i bicchierini non sono stati aggiunti correttamente? C’è un modo per
controllare che nella bottiglia di gennaio ci sia proprio l’acqua per tutti i 31 giorni del mese?
La prima proposta dei bambini è di questo tipo:
“Mettiamo il bicchierino vicino alla bottiglia e segniamo
una tacca dove arriva, poi lo rimettiamo e segniamo
un’altra tacca, andiamo avanti così e contiamo 31
bicchierini”.
La prova dimostra che uno sull’altro ci stanno pochi bicchierini.
Come mai?
Alcuni bambini osservano che questo succede perché
“la bottiglia è più larga del bicchierino e anche l’acqua
quando è dentro si allarga, invece nei bicchierini l’acqua
sta più stretta”.
La discussone continua con altre proposte che si rivelano poco utili a risolvere il problema fino a
quando un bambini propone:
“Prendiamo 31 bicchierini del caffè tutti uguali e li riempiamo tutti fino al livello
giusto. Se abbiamo messo l’acqua per tutti i 31 giorni, riusciamo a riempire tutti i 31
bicchierini, se qualche giorno ci siamo dimenticati di rovesciare l’acqua nella bottiglia,
qualche bicchierino resta vuoto”.
Una compagna subito corregge:
“Non ci vogliono 31 bicchierini, basta che ne riempiamo uno 31 volte, però ogni volta
dobbiamo svuotare il bicchierino”.
Al termine dell’operazione di travaso si scopre che nella bottiglia di gennaio ci sono proprio 31
bicchierini di acqua azzurra. Allora, come mai una bottiglia sembra più piena dell’altra?
I bambini cominciano ad intuire che c’entra la forma delle bottiglie e si conclude che
“nella bottiglia più larga anche l’acqua si allarga e allora sembra più bassa1”.
3.4. Il tempo di una fiaba
Periodo: gennaio/febbraio2.
Materiali e strumenti: testo modificato della fiaba “I 3 porcellini”; schede con il testo della fiaba;
strisce colorate; un cartellone; un orologio digitale da comodino, tipo sveglia.
Spazi e tempi: 5 incontri di 2 ore in classe.
Descrizione dell'attività.
L’attività ha l’obiettivo di costruire una linea del tempo che, pur rimanendo ancora fortemente
contestualizzata, è anche la prima rappresentazione della retta dei numeri naturali da 0 a 7.
La linea del tempo è la raffigurazione simbolica di una settimana, ha l’origine in corrispondenza del
punto 0 ed è costituita da parti consecutive uguali che rappresentano durate uguali, cioè i giorni
della settimana. I numeri indicano la successione e la progressione dei giorni.
Questo modello di retta dei numeri rappresenta una grandezza continua (tempo), ma i giorni
vengono conteggiati come grandezze discrete.
3.4.1. L’attività prende lo spunto dalla lettura del testo modificato della storia “I 3 porcellini”. La
storia si sviluppa nell’arco della settimana (dal lunedì alla domenica) e nel testo sono stati inseriti
alcuni riferimenti temporali.
Dopo la lettura collettiva i bambini vengono invitati a riflettere sui tempi della fiaba:
•Quanto dura secondo voi questa fiaba?
•Quanto tempo passa da quando la mamma allontana i porcellini da casa, a quando si
ritrovano tutti per fare la festa?
•Quanto tempo ci mette il primo porcellino a costruire la casa di paglia?
•Quanto tempo ci mette il secondo porcellino a costruire la casa di legno?
•Quanto tempo ci mette il terzo porcellino a costruire la casa di pietra?
•Quali sono le parole che ve lo fanno capire?
È probabile che qualche alunno confonda la durata della vicenda (una settimana) con la durata della
narrazione (alcuni minuti), in ogni caso, poiché è possibile che il dubbio esista pur non venendo
espresso, è bene far chiarezza su questo aspetto, misurando quanto dura effettivamente la lettura
della fiaba con l’aiuto di un orologio digitale.
3.4.2. L’insegnante distribuisce le schede con la sequenza della fiaba: ogni segmento della sequenza
rappresenta un giorno della settimana. Durante la rilettura della storia si individuano gli
avvenimenti caratterizzanti, da rappresentare poi con un disegno, e le parole del tempo.
3.4.3. In un altro incontro l’insegnante apre una discussione sulla durata e sulla misura della
giornata:
“Le giornata durano tutte lo stesso tempo, oppure ci sono giornate più lunghe e giornate
più brevi? Quale strumento usiamo per contare quanto è lunga una giornata?”
1
2
In seguito i bambini faranno altre esperienze dello stesso tipo nel laboratorio di scienze.
Gli alunni conoscono i numeri almeno entro il 9. Hanno lavorato sugli aspetti cardinali, ordinali e ricorsivi del numero.
La riflessione sull’orologio (analogico e digitale), come strumento (contatore) che misura la durata
di un giorno si deve limitare alle ore. Facendo anche riferimento alle ruote dei mesi e della
settimana, occorre osservare che in un giorno intero la lancetta delle ore fa esattamente 2 giri
completi dell’orologio, corrispondenti a 24 ore. Per rendere l’idea della durata delle varie parti del
giorno si può far muovere velocemente la lancetta delle ore facendo mimare dai bambini le azioni
che quotidianamente compiono durante la giornata.
“Quando finisce un giorno e ne inizia un altro? Voi vi accorgete che è finito un giorno?
Come ve ne accorgete? Cosa state facendo in quel momento?”
Per rendere esplicito quanto avviene allo scadere di un giorno, si può realizzare un vero e proprio
“coup de théatre” che generalmente affascina e stupisce i bambini. Dopo aver oscurato la classe e
aver sincronizzato una sveglia digitale sugli ultimi minuti della ventitreesima ora, si attende in
silenzio lo scoccare della mezzanotte osservando come i numeri cambiano sul quadrante. I bambini
osserveranno con stupore che allo scoccare della mezzanotte tutti i numeri si azzerano: quello è il
momento preciso in cui un giorno finisce e ne comincia un altro.
Per evidenziare questo momento, alla ruota della giornata viene aggiunto un nastro colorato in
corrispondenza delle ore 24.
3.4.4. A questo punto la fiaba può essere rappresentata con una striscia (linea del tempo) suddivisa
in 7 parti uguali, una per ogni giorno della settimana.
Per realizzare le strisce relative ad ogni giornata si utilizza la ruota della giornata. La ruota viene
posizionata all’inizio di una striscia di carta in corrispondenza del nastro che indica l’inizio del
giorno. Facendo ruotare progressivamente la ruota, si segnano sulla striscia di carta le tacche che
individuano l’inizio e la fine delle diverse parti della giornata: notte, mattina, pomeriggio, sera,
notte, fino a ritornare al nastrino colorato.
LUNEDÌ
notte
0
mattino
pomeriggio sera
notte
1
La striscia, di grandi dimensioni, viene esposta su una parete della classe; ogni giornata può essere
caratterizzata con frasi o disegni relativi agli avvenimenti della fiaba. L’origine della striscia è
indicata con uno 0, che rappresenta l’inizio del primo giorno della storia, cioè del lunedì. Il numero
dei giorni non indica la data, come avveniva sul mesario, ma l’ordine in cui si susseguono i giorni e
coincide con la “tacca” (immagine del nastrino colorato) posta tra un giorno e l’altro.
Quindi: alla fine del lunedì è trascorso il primo giorno; alla fine del martedì è trascorso il secondo
giorno; alla fine del mercoledì è trascorso il terzo giorno; ... alla fine della domenica è trascorso il
settimo giorno.
È bene accertarsi che tutti abbiano compreso la rappresentazione scorrendo la striscia verso destra e
facendo domande del tipo:
•Dove c’è il numero 0 quanti giorni sono passati? Quanti ne restano per arrivare alla fine
della settimana?
•Dove c’è il numero 1 quanti giorni sono passati? Quanti ne restano per arrivare alla fine
della settimana?
•...
•Dove c’è il numero 7 quanti giorni sono passati? Quanti ne restano per arrivare alla fine
della settimana?
3.4.5. Usando la linea del tempo così fabbricata si possono inventare molti “giochi” che avviano ad
una lettura della linea tenendo ancora presente il contesto del tempo ma focalizzando già
l’attenzione sui numeri e sui loro rapporti.
È molto importante la lettura nei due sensi, collegata al significato del più e del meno. Scoperte
significative sono:
•il + fa andare avanti;
•il - fa andare indietro;
•+ 0 e - 0 fanno stare fermi.
Esempi di situazioni inventate dai bambini e/o proposte dall'insegnante:
•Partiamo da 0 e raccontiamo cosa succede con il +1.
•Partiamo da 7 e raccontiamo cosa succede con il -1.
•Da 2 a 5 passano 3 giorni.
•Sono al 3, se passano 4 giorni arrivo al 7.
•Sono al 6, 2 giorni fa ero al 4.
•Da lunedì a giovedì passano 3 giorni.
•Sono al martedì, se passano 4 giorni arrivo a sabato.
•Sono al venerdì, 2 giorni fa ero al mercoledì.
E’ importante far mimare da tutti i bambini a turno le diverse situazioni sulla linea del tempo per
accertarsi della reale comprensione del significato.
3.4.6. In un altro momento l’insegnante chiede:
“Come è possibile disegnare una striscia della storia dei porcellini che stia nel quaderno?”
L’obiettivo è far esplicitare dagli alunni che occorre rimpicciolire la striscia mantenendo
l’uguaglianza delle parti che rappresentano le giornate (cioè la distanza tra i numeri), in quanto
rappresentazioni di durate uguali.
Viene così costruita una striscia analoga a quella appesa alla parete, ma ovviamente più piccola, in
modo che possa essere messa nel quaderno. Viene anche prodotto un testo collettivo che racconta e
spiega tutta l’attività.
LUNEDÌ
0
MARTEDÌ
1
MERCOLEDÌ
2
3
GIOVEDÌ
VENERDÌ
4
SABATO
5
DOMENICA
6
7
3.5. Il cartellone delle assenze
Periodo: aprile/giugno3
Materiali e strumenti: i mesari, un cartellone quadrettato con l’elenco degli alunni; la striscia del
tempo dei “3 porcellini” riprodotta sul quaderno.
Spazi e tempi: 1 incontro di 2 ore in classe.
Descrizione dell'attività.
L’attività consente di allungare la retta dei numeri e di decontestualizzarla in parte: il contesto
tempo è posto in secondo piano e vengono privilegiati gli algoritmi di conteggio fra grandezze
discrete (i giorni di assenza).
Nello stesso momento l’attività utilizza il significato di unità di misura: la retta dei numeri viene
utilizzata come una sorta di righello che serve a conteggiare il numero delle assenze.
3.5.1. Il lavoro è motivato dalla necessità di contare il numero delle assenze degli alunni per poterle
poi riportare nel registro di classe. Per questo motivo l’insegnante presenta un cartellone dove, in
una colonna, sono elencati i nomi degli alunni: ogni alunno dovrà colorare, in corrispondenza del
proprio nome, tanti quadratini quanti sono i suoi giorni di assenza. Saranno i bambini stessi a
proporre di usare come “documenti” di riferimento i mesari dei mesi passati.
3
In questo momento dell’anno gli alunni conoscono i numeri almeno entro il 20, hanno avuto esperienza di strutture
additive del tipo combina e trasforma, sanno calcolare in riga addizioni e sottrazioni entro il 20.
L’insegnante chiede:
“Vi ricordate? La striscia del tempo della storia dei porcellini arriva fino al numero 7, i 7
giorni di una settimana.
Adesso ciascuno di voi dovrà disegnare un’altra striscia del tempo, quella delle assenze:
dovrete contare i vostri quadratini bianchi in ogni mesario e poi li disegnerete uno di fianco
all’altro vicini al vostro nome.
Prima di farlo, però, provate a immaginare quanto verrà lunga la vostra striscia: di più o di
meno di quella dei porcellini? Perché?
Si raccolgono le ipotesi dei bambini, e le eventuali motivazioni, si raggruppano e si registrano sulla
lavagna.
I mesari vengono distribuiti agli alunni suddivisi in gruppi, che dovranno conteggiare per ogni mese
le assenze di ogni singolo bambino. Tutti i dati vengono riportati su una tabella.
In un secondo tempo, ogni alunno, a turno, viene chiamato a colorare la propria striscia. Prima
vengono registrate le assenze di ottobre, poi quelle di novembre, ecc. Per ogni giorno di assenza gli
alunni colorano un quadratino, ogni mese ha un colore diverso.
La stessa tabella viene riportata sul quaderno.
3.5.2. In un momento successivo, ciascun alunno confronta la propria striscia delle assenze con
quella della storia dei “3 porcellini” per verificare la correttezza delle ipotesi.
È probabile che in questo momento (se non è già stato fatto durante l’esplicitazione delle ipotesi)
qualche alunno esprima perplessità sulla “compatibilità” delle due strisce del tempo. L’insegnante
avvia una discussione per far riflettere sulle differenze tra la striscia del tempo dei “3 porcellini” e
quelle delle assenze.
A questo punto l’insegnante propone:
“La striscia dei porcellini non ci serve, dobbiamo pensare a un’altra striscia del tempo che
ci aiuti a contare le assenze. Come deve essere fatta? Quanto deve essere lunga?”
Si apre una nuova discussione durante la quale devono essere stabiliti i criteri per realizzare la
nuova striscia del tempo:
•la distanza tra un numero e l’altro deve essere uguale al quadratino di una assenza;
•la striscia deve essere lunga almeno come la più lunga striscia delle assenze.
Al termine della discussione, in fondo al cartellone viene tracciata una retta, l’origine è indicata con
il numero 0 e coincide con l’origine di tutte le strisce delle assenze; in corrispondenza della fine di
ogni quadratino viene segnata una tacca e in corrispondenza di ogni tacca viene scritto un numero
progressivo (sull’esempio della striscia del tempo dei porcellini).
In questo modo il totale delle assenze di ogni bambino può essere calcolato velocemente,
verificando semplicemente in corrispondenza di quale numero termina la striscia.
Per facilitare i conteggi, la stessa retta dei numeri viene riportata su una striscia di carta in modo da
poterla utilizzare come un cursore, facendola scorrere sulla tabella.
3.5.3. L’osservazione dell’istogramma delle assenze consente di fare valutazioni di tipo statistico,
soffermandosi sul confronto tra le lunghezze delle varie strisce:
•La striscia di Nicolò è la più lunga, quindi Nicolò ha fatto più assenze di tutti.
•Le strisce di Valentina e Diego sono le più corte, quindi Valentina e Diego hanno fatto meno
assenze di tutti.
•Le strisce di Valentina e Diego sono lunghe uguali, quindi Valentina e Diego hanno fatto lo
stesso numero di assenze.
Oppure facendo riferimento al significato intuitivo del termine moda (il totale di assenze che ricorre
più frequentemente).
Esempi di situazioni inventate dai bambini e/o proposte dall'insegnante:
“Scriviamo le storie con il linguaggio della matematica”:
•Luca ha fatto 4 assenze a ottobre, 3 a novembre, 2 a gennaio e 3 a febbraio, in tutto 12
assenze.
4+3+2+3=12
•Luca ha fatto 12 assenze, Nicolò ne ha fatte 14. Per averne tante come Nicolò, Luca deve
fare ancora 2 assenze.
12+2=14
•Nicolò ha 14 assenze, Diego ne ha 9. Diego ha 5 assenze di meno.
14-9=5
•Valentina ha 9 assenze, Luca ne ha 12. Luca ha 3 assenze di più.
12-9=3
•Valentina e Diego hanno tutti e due 9 assenze. Valentina ne ha 2 a ottobre, 2 a
novembre, 1 a dicembre e 4 a febbraio. Diego invece ne ha 3 a ottobre, 4 a novembre, 1 a
dicembre e 1 a febbraio.
9=2+2+1+4=3+4+1+1
•Nicolò ha 14 assenze, prima di Natale ne aveva 5 di meno, infatti ne aveva 9.
14-5=9
In seguito si può far svolgere ai bambini numerosi esercizi di calcolo in avanti e indietro sulla linea
invitandoli ad usare una rappresentazione mentale della linea stessa o usando in alternativa le dita
per contare.
3.5.4. negli ultimi giorni di scuola, mesari vengono incollati uno all’altro fino a formare una lunga
striscia che rappresenta tutto l’anno scolastico.
La striscia viene srotolata in corridoio, i bambini la osservano discutendo tra loro e fanno
considerazioni riguardo gli avvenimenti accaduti durante l’anno. L’insegnante invita ad osservare
anche la disposizione dei quadratini colorati che rappresentano le presenze. I bambini fanno
considerazioni del tipo:
•quasi sempre i quadratini colorati sono a gruppi di 5;
•qualche volta ci sono gruppetti da 3 o da 4;
•nei gruppetti da 5 il primo quadratino è sempre un lunedì, l’ultimo è un venerdì, quello
di mezzo è un mercoledì …;
•invece i quadratini bianchi sono molte volte a gruppi di 2;
•se sono di più, allora vuol dire che era vacanza;
•nei gruppi da 2 il primo è sempre venerdì e il secondo è sempre la domenica.
L’insegnante propone:
“Quest’anno avete imparato a usare i numeri per contare, proviamo a vedere quanto siete
diventati bravi: chi riesce a contare tutti i giorni di scuola? Come si può fare per contare
velocemente e senza sbagliare4?”
I bambini cominciano immediatamente a contare le singole caselle toccandole e dicendo 1, 2, 3 …,
alcuni si sbagliano, perdono il conto, ricominciano da capo. Fino a quando qualcuno comincia a
suggerire che si possono contare i gruppi da 5: “è facile contare i gruppi da 5 perché sono come
le dita della mano”.
Si registrano alla lavagna tutti i gruppi da 5, poi quelli da 4, da 3 … e così via. Poi si procede al
conteggio: 5, 10, 15 … All’inizio tutti seguono il conteggio, poi bisogna affidarsi ai bambini più
competenti.
L’insegnante propone:
“Due gruppi da 5 sono come un gruppo da 10. Anche contare i gruppi da 10 è facile e si fa
ancora più in fretta.”
Si registrano nuovamente alla lavagna i gruppi da 10, quindi si procede al loro conteggio (10, 20, 30
…). Gli altri gruppi vengono conteggiati separatamente e poi tutti i risultati vengono registrati come
somma. Es. 160 + 14 + 17 + 9 =
L’insegnante invita a trovare altri gruppi da 10 nascosti nei numeri e sulla lavagna si scrive:
160 + 13 + 17 + 9 =
4
I bambini durante l’anno hanno già affrontato numerose esperienze di conteggio.
10 + 10 + 3 + 7 + 9 =
10 + 10 + 10 + 9 =
In questo modo è possibile completare il conteggio e arrivare al risultato finale. I bambini sono
orgogliosi e felici di essere riusciti a contare un numero così grande.
Metodi di insegnamento/apprendimento, risorse/strumenti e procedure
•
•
•
È stato dato particolare risalto al momento sociale della discussione, in qualche occasione i
bambini hanno lavorato in gruppo.
Sebbene la gran parte delle attività siano state condotte dall’insegnante dell’ambito scientifico,
anche gli altri docenti della classe (ambito linguistico, lingua 2) hanno collaborato durante tutto
il percorso, sia intervenendo direttamente nel procedere dell’esperienza, sia approfondendo
problematiche riguardanti soprattutto la lingua italiana e la storia.
Le risorse e gli strumenti necessari alle diverse fasi di realizzazione dell’esperienza erano
presenti a scuola oppure sono stati facilmente reperibili.
Valutazione
Fasi:
• Fine primo quadrimestre
Si vuole verificare la conoscenza della successione dei giorni della settimana.
Periodo: fine gennaio.
Materiali e strumenti: scheda individuale.
Spazi e tempi: ½ ora circa, gli alunni lavorano individualmente.
Descrizione della prova.
Distribuire agli alunni la scheda da completare, spiegando l’esempio.
COMPLETA LA TABELLA
IERI ERA ...
OGGI È ...
DOMANI SARÀ ...
lunedì
MARTEDÌ
mercoledì
SABATO
GIOVEDÌ
MERCOLEDÌ
DOMENICA
SABATO
DOMENICA
• Al termine dell’intervento “Il tempo di una fiaba”
Si vuole verificare la comprensione dei tempi relativi alla fiaba.
Periodo: fine febbraio.
Materiali e strumenti: scheda individuale.
Spazi e tempi: ½ ora circa, gli alunni lavorano individualmente.
Descrizione dell’attività.
Distribuire agli alunni la scheda da completare, spiegando l’esempio.
LEGGI BENE LE DOMANDE E CERCA IL CARTELLINO CON LA RISPOSTA GIUSTA
COME NELL’ESEMPIO.
IN QUALE GIORNO DELLA SETTIMANA COMINCIA LA STORIA?
LUNEDÌ
IN QUALE GIORNO DELLA SETTIMANA FINISCE LA STORIA?
QUANTI GIORNI DURA LA STORIA?
IN QUALE GIORNO DELLA SETTIMANA I PORCELLINI LASCIANO LA CASA DI
MAMMA E PAPÀ?
QUANTI GIORNI CI METTE IL PRIMO PORCELLINO A COSTRUIRE LA SUA
CASETTA DI PAGLIA?
QUANTI GIORNI CI METTE IL SECONDO PORCELLINO A COSTRUIRE LA SUA
CASETTA DI LEGNO?
QUANTI GIORNI CI METTE IL TERZO PORCELLINO A COSTRUIRE LA SUA
CASETTA DI PIETRA?
IN QUALE GIORNO DELLA SETTIMANA IL LUPO FINISCE NELLA PENTOLA PIENA
DI ACQUA BOLLENTE?
LUNEDÌ
DOMENICA
MARTEDÌ
SABATO
7 GIORNI
3 GIORNI
1 GIORNO
2 GIORNI
• Al termine dell’intervento “Il cartellone delle assenze”
Si vuole verificare la capacità di interpretare la tabella delle assenze, e operare conteggi usando
come riferimento la RN.
Periodo: maggio.
Materiali e strumenti: scheda individuale.
Spazi e tempi: 1 ora circa, gli alunni lavorano individualmente.
Descrizione dell’attività.
Distribuire agli alunni la scheda da completare, spiegando l’esempio.
LEGGI BENE LE FRASI E CERCA IL CARTELLINO CON LA RISPOSTA GIUSTA
COME NELL’ESEMPIO.
Ha fatto più assenze di tutti …..DIEGO…..
Ha fatto meno assenze di tutti …………………….
Nicolò ha fatto lo stesso numero di assenze di …………………… e di ……………………..
Alba ha fatto lo stesso numero di assenze di …………………….
Diego ha fatto ……….. assenze in più di Elena.
Matteo ha ……….. assenze in meno di Manuel.
Silvia ha ………… assenze in più di Linda.
Loriano ha …………. assenze in meno di Elisa.
Per averne come Diego, Luca deve fare ancora ………….. assenze.
GIANMARIA
9
DIEGO
2
3
LORIANO
ELENA
4
FEDERICA
8
• Fine secondo quadrimestre
Si vuole verificare la capacità di operare conteggi usando come riferimento il calendario.
Periodo: giugno.
Materiali e strumenti: scheda individuale.
Spazi e tempi: 1 ora circa, gli alunni lavorano individualmente.
Descrizione dell’attività.
Distribuire agli alunni la scheda da completare, spiegando come devono procedere.
Antonio dice:
Oggi è il 7 maggio ed è martedì.
Quale sarà la data del prossimo
martedì?
Cosa gli rispondi? ……………………………..
Che ragionamento hai fatto? ……………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
Laura dice:
Oggi è il 3 dicembre ed è giovedì.
Che giorno sarà il 10 dicembre?
Cosa le rispondi? ……………………………..
Che ragionamento hai fatto? ……………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
Risultati e ricaduta sul resto della didattica
•
•
I risultati della valutazione in itinere e finale hanno dimostrato sia il raggiungimento degli
obiettivi specifici di tipo più disciplinare e quindi legati ai contenuti, sia il raggiungimento delle
finalità generali del progetto relative alla percezione del tempo e alla costruzione dei diversi
significati della retta numerica.
Inoltre, la metodologia di lavoro adottata ha dato l’avvio alla costruzione di competenze quali:
o saper porre problemi e saper ricercare possibili strategie di risoluzione;
o sapersi confrontare all’interno di una discussione, saper esporre le proprie opinioni e
saperle argomentare;
o saper riflettere sui percorsi e sui processi attivati per raggiungere un certo obiettivo;
o saper riflettere sulle conoscenze acquisite.
Storia e collaboratori dell’esperienza
L’esperienza era già stata sperimentata negli anni passati, questa volta sono state aggiunte le attività
più legate alla misura del tempo (“le candele misura-tempo” e “le bottiglie del tempo”) e i conteggi
finali dei giorni di scuola. La sua prima stesura era stata realizzata in collaborazione con il Nucleo
di Ricerca Didattica dell’Università di Torino, coordinato dal Prof. F. Arzarello.
Appendice 1
La descrizione dei materiali prodotti (strisce del tempo, macchine per contare il tempo, libri) sono
stati descritti all’interno del percorso.
Appendice 2
Elenco degli insegnanti coinvolti nell’esperienza:
• Luisella Picco (area linguistica)
• Dianella Lupo (lingua 2)