LUCA DUBBINI Matricola n. 1002015 Corso di Laurea

Transcript

LUCA DUBBINI Matricola n. 1002015 Corso di Laurea
LUCA DUBBINI
Matricola n. 1002015
Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in GIURISPRUDENZA
La clausola compromissoria nell’arbitrato societario
Il lavoro svolto si focalizza sull’istituto giuridico dell’arbitrato societario
disciplinato dal d.lgs. 5/2003. Attraverso l’analisi della clausola compromissoria,
inserita nello statuto societario o nell’atto costitutivo, si è arrivati a delineare le
caratteristiche tipiche dell’arbitrato societario e i suoi limiti oggettivi e soggettivi.
L’arbitrato societario gode del favor del legislatore che ha voluto fortemente
mantenere in vita gli articoli 34, 35, 36 del d.lgs. 5/2003 anche a seguito
dell’abrogazione dello stesso a soli sei anni dalla sua entrata in vigore.
L’istituto in questione fornisce alle società un mezzo di risoluzione delle
controversie più celere e meno formale rispetto all’arbitrato di diritto comune e si adatta
perfettamente alle controversie insorte in ambito societario grazie alla sua specificità ed
immediatezza.
Attraverso un percorso graduale sono stati trattati alcuni punti chiave
dell’istituto e nella maggior parte di essi si è giunti alla soluzione di dibattiti controversi
sia in dottrina che in giurisprudenza.
Nella fase iniziale si affronta il tema dell’introduzione, soppressione e modifica
della clausola compromissoria, indicando quali società sono interessate dall’istituto ex
d.lgs. 5/2003 e definendo la natura giuridica dell’istituto trattato.
Il secondo capitolo si concentra sul dibattito dottrinale e giurisprudenziale
riguardante la possibile coesistenza tra arbitrato societario ex d.lgs. 5/2003 e arbitrato di
diritto comune. Attraverso il confronto tra la tesi del “doppio binario”, favorevole
all’ultrattività dell’arbitrato disciplinato dal codice di rito, e quella “dell’esclusività”,
favorevole all’esclusività della disciplina speciale, l’analisi svolta porta, sulla base di
alcune pronunce chiave della Suprema Corte, alla “bocciatura” del doppio binario in
materia endosocietaria.
Tramite il percorso intrapreso si è riusciti ad inquadrare anche il difficile
dibattito relativo alla responsabilità disciplinare, ex art. 28 l. 89/1913, di quei notai che
procedono ad accettare clausole compromissorie non conformi al modello definito dal
d.lgs. 5/2003.
Procedendo nel lavoro intrapreso il capitolo terzo tratta i limiti oggettivi della
clausola compromissoria e si sofferma sul tema della disponibilità dei diritti.
In particolare il capitolo analizza le controversie riguardanti le delibere
assembleari - quelle in cui sono coinvolti gli amministratori della società - e la non
compromettibilità di quelle controversie in cui è obbligatorio l’intervento del pubblico
ministero.
Il capitolo quattro procede trattando una delle caratteristiche fondamentali della
clausola compromissoria ex art 34 d.lgs. 5/2003, ossia il principio secondo cui la
nomina del collegio arbitrale deve avvenire necessariamente, a pena di nullità, ad opera
di un soggetto estraneo alla società, favorendo così una maggiore imparzialità
dell’istituto e una forte legittimità del lodo pronunciato.
Procedendo oltre, l’elaborato tratta della domanda di arbitrato, dell’intervento dei terzi e
dell’efficacia e impugnabilità del lodo, giungendo a sottolineare la forte
“giurisdizionalizzazione” dell’arbitrato societario, senza tuttavia negare la sua natura
privatistica.
Infine, si è scelto di analizzare l’istituto dell’arbitrato gestionale delineato
dall’art. 37 del d. lgs. 5/2003. Lo strumento in questione, profondamente differente
rispetto all’arbitrato societario, è un mezzo utile per dirimere quei contrasti gestionali,
definiti di deadlock, che potrebbero paralizzare l’attività d’impresa. Attraverso
un’apposita clausola, il cui contenuto si differenzia sensibilmente rispetto alla clausola
compromissoria ex art 34 d.lgs. 5/2003, è possibile demandare lo stallo opinionale
insorto ad un terzo, la cui decisone avrà, tuttavia, carattere amministrativo e non
giurisdizionale.tto