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IL TEMA ESPOSITIVO: UN ESEMPIO DI TRACCIA E DI SCALETTA Il tema espositivo è una delle tipologie di testo più diffuse. Anche fuori dalla scuola, infatti, ci capiterà spesso di scrivere testi espositivi: un esempio possono essere le relazioni che spesso, durante una attività lavorativa, si è chiamati a presentare. Il tema espositivo è illustrato sul vostro libro di testo “Lo spazio linguistico”, vol. B, alle pagine 267-­‐268. Le caratteristiche dei testi espositivi in generale sono illustrate alle pagine 245-­‐249. Infine, a pagina 284, si può vedere un esempio di scaletta di un testo espositivo. Tale scaletta si articola in tre parti: 1) introduzione 2) corpo centrale 3) conclusione Proviamo ora a immaginare un possibile tema espositivo, incentrato su un argomento che è stato oggetto di studio. -­‐ Per scrivere questo tema, bisognerà in primo luogo leggere attentamente la traccia e individuare, al suo interno, le parole-­‐chiave. -­‐ Si passerà poi alla scaletta che costituisce, come si potrà vedere, uno sviluppo della traccia. -­‐ Seguirà la stesura vera e propria che costituisce, a sua volta, uno sviluppo della scaletta. -­‐ Naturalmente l’operazione conclusiva sarà la revisione del testo (con la correzione di tutti gli errori che inevitabilmente si commettono in fase di stesura). TEMA ESPOSITIVO -­ TRACCIA La poesia adotta spesso una serie di figure retoriche, attraverso le quali manipola il linguaggio giocando con i suoni, disponendo le parole in un ordine diverso dal consueto, attribuendo alle frasi significati nuovi o inaspettati. Illustra le figure retoriche che hai finora studiato, con esempi tratti dai testi che hai letto a scuola e spiega perché, a tuo avviso, le figure retoriche potenziano le capacità espressive del linguaggio. Attraverso una attenta lettura di questa traccia, e l’individuazione delle parole-­‐chiave in essa contenute, si può costruire una scaletta del tema. Esso può essere articolato in 3 parti (che abbiamo qui distinto con colori diversi). 1. Un’ampia introduzione La parte introduttiva di un tema può essere più o meno ampia. In questo caso, l’argomento da trattare è molto vasto. Di conseguenza, questa introduzione può essere divisa in due parti: una premessa generale e un approfondimento della premessa. 1a. Introduzione/premessa generale -­‐ Parole chiave: poesia, linguaggio, figure retoriche Argomento: le caratteristiche del linguaggio poetico Premessa generale sul linguaggio. Differenza tra linguaggio denotativo e linguaggio connotativo. -­‐ Il linguaggio connotativo esiste anche nella lingua di ogni giorno. -­‐ È particolarmente importante per la poesia, proprio grazie alle figure retoriche. 1b. Introduzione/approfondimento della premessa -­ Parole chiave: suoni, ordine, significato. Argomento: classificazione delle figure retoriche. a) Le figure di suono grazie alle quali la poesia comunica sensazioni ed emozioni anche a prescindere dal significato delle parole. -­‐ Possibile conseguenza: difficoltà di tradurre la poesia da una lingua all’altra -­‐ Enumerazione delle figure di suono e loro definizione. b) Le figure dell’ordine, che dispongono le parole in modo insolito, allontanandole, creando simmetrie, moltiplicando l’uso delle congiunzioni o abolendolo… -­‐ Enumerazione delle figure dell’ordine e loro definizione. c) Le figure del significato, che usano le parole con un senso diverso dal consueto. -­‐ Enumerazione delle figure di significato e loro definizione. 2. Un corpo centrale -­‐ Parole chiave: illustrare, esempi In questa parte del tema si dovranno presentare alcuni esempi, scelti adeguatamente, in modo da rappresentare tutte o buona parte delle figure retoriche studiate. Forniremo qui un solo esempio per ogni gruppo di figure, ma naturalmente il tema sarà tanto più ricco quanto meglio sarà sviluppato il corpo centrale. -­‐ Per illustrare le figure di suono, si possono citare esempi di allitterazione (Foscolo, Alla sera: «quello spirto guerrier ch’entro mi rugge») e molti altri esempi tratti dai testi studiati. -­‐ Per illustrare le figure dell’ordine, si possono citare esempi di chiasmo (Petrarca, Zephiro torna: «Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena») e molti altri esempi tratti dai testi studiati. -­‐ Per illustrare le figure di significato, si possono citare esempi di metonimia (Foscolo, In morte del fratello Giovanni: «la tua pietra») e molti altri esempi tratti dai testi studiati. 3. Conclusione Parole chiave: spiegare, perché In quest’ultima parte del tema, si dovrà costruire un ragionamento logico a dimostrazione di una tesi (le figure retoriche potenziano le capacità espressive del linguaggio). Questa parte del tema avrà dunque, in un certo senso, natura argomentativa. Non è però necessaria la discussione di un’antitesi, tipica appunto del testo argomentativo. Un buon modo per concludere il tema può consistere nel ricollegarsi alla premessa, “chiudendo il cerchio” del ragionamento. Ecco la scaletta di una possibile conclusione del tema: Il linguaggio della poesia è capace di mostrarci le cose sotto una veste nuova, esprimendo contenuti molto profondi. Le figure retoriche sono un mezzo espressivo assai potente, che consente al poeta di comunicare meglio i propri contenuti. Per esempio in Petrarca, nel sonetto Zephiro torna, le figure retoriche utilizzate -­‐ personificano le cose inanimate; -­‐ sottraggono le caratteristiche umane agli esseri che dovrebbero averle. A causa di queste immagini, il lettore è indotto a riflettere sulla personale sofferenza del poeta di fronte al rinascere della vita e sulla differenza tra la natura, che rinasce sempre, e l’esistenza umana, che è destinata a finire. Quest’esempio ci dimostra che, in breve spazio, la poesia concentra una grande quantità di informazioni, potenziando le possibilità espressive del linguaggio. Infatti per capire una poesia è spesso necessario rileggerla molte volte, andando sempre più a fondo, scoprendo i rapporti tra le parole e il loro significato. In fondo, è proprio questa la caratteristica del linguaggio connotativo di cui parlavamo all’inizio. Esso infatti può: -­arricchire le informazioni che le parole ordinariamente ci danno -­ farci scoprire la “ricchezza” contenuta in qualcosa che non costa nulla, cioè appunto la parola. AVVERTENZA: mentre la scaletta può, anzi deve, essere articolata in modo schematico, la stesura finale del tema non deve mai esserlo. Il tema deve avere sempre forma discorsiva, anche se deve essere scritto in modo da seguire l’impostazione logica della scaletta.