credo signore - Diocesi di Bergamo
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Diocesi di Bergamo QUARESIMA 2017| Schede per l’animazione liturgica domenicale IV domenica di Quaresima CREDO SIGNORE sguardi capaci di FEDE L’ Eucaristia ha inizio con la processione d’ingresso, opportunamente accompagnata da un canto. Le luci possono essere poche o soffuse nell’aula, mentre il Crocifisso del presbiterio è ben illuminato. Giunto alla sede, il presidente si rivolge ai fedeli con segno di croce ed il consueto saluto. Invita, quindi, l’assemblea all’atto penitenziale. Il sacerdote introduce la preghiera invocando il Signore Gesù. Segue la richiesta di perdono letta da un lettore che, al termine della lettura, getta pochi grani di incenso nel braciere ai piedi del Crocifisso. Dopo un breve momento di silenzio, il sacerdote (o il cantore) intona il Signore, pietà, cui fa eco l’assemblea. Presidente: Fratelli e sorelle, la liturgia di questa quarta domenica di Quaresima ci invita, più di ogni altra, a riflettere sullo sguardo. Il cieco vede con gli occhi di carne e poi vede con gli occhi del cuore che si aprono nel momento in cui crede in Gesù, professando la sua fede in lui. È la fede la luce che permette agli occhi di vedere, senza di essi infatti un occhio, seppur sano, non sarebbe in grado di scorgere nulla. Invocare il Signore perchè aumenti la nostra fede. I tre lettori salgono sul presbiterio e si recano ai piedi della croce. Sacerdote: Signore Gesù, ci hai fatto passare dalle tenebre alla luce e continui a visitarci con la grazia del tuo Spirito. Lettore: Viviamo la fatica di riconoscere in Gesù la vera luce che illumina l’esistenza umana, strappandola dalla cecità e dalle tenebre dei nostri limiti e delle nostre fragilità. Il lettore offre incenso nel braciere. Sacerdote (o cantore): Signore, pietà! Assemblea: Signore, pieta! Sacerdote: Signore Gesù, luce e vita dei credenti, sei passato fra noi beneficando e sanando. Lettore: Confessiamo la tentazione di chiudere gli occhi, che spesso diventano uno schermo sul quale proiettiamo tutti i nostri incubi che poi realizziamo di giorno. Il lettore offre incenso nel braciere. Sacerdote (o cantore): Signore, pietà! Assemblea: Signore, pieta! Sacerdote: Signore Gesù, tu illumini la notte del mondo con lo splendore della tua gloria. Lettore: Spesso ci lasciamo avvolgere dalle tenebre dell’indifferenza, del pessimismo e dello scoraggiamento, spegnendo la luminosa gioia di appartenerti. Il lettore offre incenso nel braciere. Sacerdote (o cantore): Signore, pietà! Assemblea: Signore, pieta! Sacerdote: Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Assemblea: Amen SUGGERIMENTI PER L’OMELIA A PARTIRE DALL’IMMAGINE Uno sguardo d'amore ridona e rinnova la vita. Un uomo rinasce da uno sguardo che ha il gusto della misericordia e che restituisce dignità. Gli occhi di Gesù sono penetranti, entrano nelle tenebre della vita del cieco, la sollevano, consolano, confortano. Soprattutto aprono una prospettiva nuova, gettano una luce nuova che da senso e pienezza alle azioni quotidiane. Questa luce è la fede che nasce dal rapporto vivo e grato con Gesù, che discosta dai nostri occhi le bende dell'egoismo e ci fa esclamare: “Credo, Signore!”(Gv 9,38). Una schiera di fantasmi assiste al miracolo della fede. Sono i farisei, gli uomini della legge, che non cercano e non incontrano lo sguardo salvifico di Gesù. Coloro che credono di vedere sprofondano nelle tenebre, rendendo ciechi i loro occhi. CHIAVI DI LETTURA 1. L’immagine racconta la parte finale del vangelo: il secondo incontro tra Gesù e il cieco nato. 2. Sullo sfondo molto leggere le figure dei giudei e farisei, di chi interviene per cercare di ostacolare Gesù. 3. Punto centrale dell'immagine è lo l’incrocio di sguardi. Gesù e il cieco nato sono posti di fronte in primo piano. Il loro sguardo parla. Gli occhi del cieco sono doppiamente guariti: oltre al mondo, riescono a vedere e riconoscere il Signore.