Didactic Strategies and Technologies for Education: Incorporating
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Didactic Strategies and Technologies for Education: Incorporating
Didactic Strategies and Technologies for Education: Incorporating Advancements STORYTELLING NELL’EDUCAZIONE INTERCULTURALE internazionalizzazione dell’esperienza educativa, partecipazione a progetti internazionali e confronto interculturale BRUNO Rosa Tiziana* *Scrittrice CAPITOLO 30 Area principale dell’esperienza: umanistica Abstract: Lo storytelling è usato spesso come metodo di insegnamento. Tuttavia, questa pratica rischia di produrre una banalizzazione dei contenuti, se non utilizzata correttamente. E’ nostra convinzione che lo storytelling in ambito interculturale vada gestito in modo da privilegiare l’aspetto relazionale e creativo. Alla luce di questo, abbiamo avviato una pratica di narrazione intitolata “Staffetta di scrittura creativa”. Si tratta di un progetto condotto in collaborazione tra scuole ed enti pubblici che coinvolge alunni residenti anche in continenti diversi, permettendo la creazione di laboratori di convivialità delle differenze e la costruzione di legami significativi tra bambini di diversa provenienza geografica e sociale. La sede dello scambio è virtuale, grazie ad un ambiente telematico appositamente predisposto. I risultati sono stati positivi: i bambini hanno sviluppato la capacità di relativizzare i punti di vista e hanno acquisito interesse verso altre realtà geografiche e culture, scoprendo nuovi alfabeti, fino a recepire le differenze come occasione di arricchimento. Key Words: storytelling, intercultura School grade: scuole primarie e dell’infanzia Topic: apprendimento attraverso la scrittura e il gioco creativo Age range of the students: 5 - 10 anni 1) DESCRIZIONE DELL’ESPERIENZA INTRODUCTION: In un tessuto sociale caratterizzato dall’intreccio di varie culture, il confronto e la cooperazione diventano esigenze primarie. Occorre ricercare obiettivi comuni, come antidoto allo scontro distruttivo, per creare assieme una società in cui realizzarsi, in un clima pienamente interculturale1 La scuola, come luogo privilegiato di incontro, può sviluppare percorsi di 1 S. Zamagni 2001, passim riflessione, studio e condivisione. Del resto questi sono obiettivi esplicitamente previsti dalla normativa scolastica italiana (Decreto L.vo n. 59/2004). Un ottimo strumento per la didattica interculturale può essere lo “storytelling”. Una definizione semplice e precisa del termine “storytelling” può essere essere presa in prestito dal testo di Salomon che lo descrive come “l’arte di raccontare storie”2. L’arte del racconto è una forma di comunicazione nata insieme all’uomo3 e per questo motivo appartiene all’intera’umanità, quindi ad ogni popolo e ad ogni cultura. Non a caso Barthes afferma che “innumerevoli sono i racconti del mondo”4. La narrazione, dunque, è un’ottima base su cui costruire percorsi interculturali, con l’obiettivo di conoscere e confrontarsi con civiltà e culture differenti. Attraverso la narrazione, si può esplorare il mondo tutti insieme, nella considerazione che la diversità è una ricchezza. Con lo storytelling bambini e ragazzi possono appropriarsi di atteggiamenti consapevoli di comunicazione e cooperazione, in maniera creativa e giocosa. Inoltre, con il supporto di attività come il cooperative learning e brain storming i bambini riescono ad esprimere il loro pensiero liberamente e quindi a confrontarsi facilmente con l’altro. L’applicazione del cooperative learning, in un progetto che tende a sviluppare l’uso creativo della parola e il confronto, risulta importante perché serve ad instaurare all’interno della classe un clima di co-formazione in cui il docente non è più l’attore principale del processo, ma interagisce partecipando senza un ruolo di leader. Questo permette agli alunni di aumentare il proprio senso di responsabilità nel processo d’apprendimento e di avvertire un maggior senso di “libertà” espressiva. Il metodo del brain storming è anch’esso molto utile perché permette la generazione di idee in gruppo, evitando di dare subito un giudizio di valore. I commenti degli altri stimolano una reazione a catena delle idee, ovvero stimolano la creatività che è essenziale per l’attività del narrare. Context La “Staffetta di scrittura creativa” è uno specifico percorso educativo ideato e sperimentato dal 2004 al 2012. Il progetto è basato sull’utilizzo dello storytelling come pratica didattica interculturale nella scuola Primaria e ha coinvolto alunni dai 5 ai 10 anni, di diversa provenienza geografica e culturale. Il progetto ha avuto inizio dopo l’accordo del 1997 tra il Ministero italiano dell’istruzione, il Ministero delle Attività Culturali ed alcune autorità di enti locali per l’attivazione sperimentale di un progetto che rendesse l’educazione occasione di crescita dell’Italia come trait d’union tra l’Europa e il Mediterrano. Infatti in seguito a quegli accordi in 2000 was born the Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo (BIMED)5, una associazione di autorevoli enti locali, con l’incarico di avviare una procedura culturale sperimentale. A partire dal 2004, in ambito didattico, la BIMED ha elaborato il progetto interculturale “Creative Writing Relay”. 2 C. Salmon 2007, pag. 5 E. M. Foster 1991, passim 4 R. Barthes 1969, pag. 7 5 BIMED, Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo, based in Salerno, Italy 3 E’ nato così un vero miracolo di narrazione a più voci: alunni di varie città d’Italia, d’Europa e di altri continenti, sono stati incoraggiati a raccontare storie in forma orale e, successivamente, scritta. Partendo dall’incipit di uno scrittore, ai bambini di una scuola è stato dato l’incarico di scrivere un capitolo e di trasmetterlo alla scuola successiva, per far proseguire la storia. La staffetta è andata avanti, percorrendo dieci scuole, una dopo l’altra, fino ad arrivare alla fine del racconto. Il progetto è durato un intero anno scolastico e si è concluso con la creazione di un vero e proprio libro formato dai dieci capitoli scritti dai bambini delle scuole, dislocate nelle diverse nazioni partecipanti. Il passaggio del testimone (della storia) da una scuola all’altra ha permesso dei momenti di confronto intensi e la nascita di relazioni tra i bambini delle varie scuole, sebbene a distanza. Inoltre, l’incontro diretto con lo scrittore è risultato stimolante e insolito per gli alumni. Hanno scoperto che una pagina scritta può diventare persona, ovvero che la narrativa è qualcosa di vivo e intrigante. Comunicando direttamente con un autore i bambini hanno acquisito maggiore forza nell’esprimere le loro idee e fantasie, sentendosi guidati da un autentico esperto di narrazione. Obiettivi: General aims (obiettivi generali) - uso corretto ed efficace dello storytelling nella didattica interculturale - acquisizione dell’interesse verso nuove culture, alfabeti, lingue e scritture, al fine di recepire le differenze come occasione di arricchimento - sviluppo delle capacità creative nell’uso della parola scritta e orale Specifc aims (obiettivi specifici) - rintracciare differenze e analogie nelle diverse culture; - sviluppo della capacità di considerare il punto di vista altrui; - superamento di stereotipi e preconcetti nei confronti di altri popoli e culture Tools (strumenti di monitoraggio e valutazione) Lo scambio tra gli alunni di differenti città e nazioni è avvenuto in sede virtuale. Grazie ad un sito on line appositamente predisposto6 e sfruttando i mezzi tecnologici moderni come e-mail, chat, forum è stato possibile per tutti gli insegnanti, ovunque dislocati, seguire periodicamente il lavoro degli alunni. La supervisione è stata affidata allo scrittore autore dell’incipit che, insieme agli insegnanti, ha seguito l’evoluzione della storia, fino alla sua conclusione. Lo scrittore ha, inoltre, fornito suggerimenti ai docenti per una migliore valutazione del lavoro svolto. Ogni capitolo è stato analizzato nella sua struttura linguistica e concettuale per valutare il progressivo sviluppo delle capacità creative linguistiche e il livello di scambio interculturale in corso. Un esperto supervisore della BIMED ha coordinato il progetto, favorendo il contatto tra le varie scuole e tra lo scrittore e gli alunni. Resources 6 www.bimedescriba.it Il progetto ha visto coinvolti, come parte attiva, i docenti di 140 scuole Primarie pubbliche, dislocate in diverse città d’Italia, d’Europa e del Sud America. Gli alunni protagonisti sono di un’età compresa tra i 5 e i 10 anni, di ogni estrazione sociale e culturale. BACKGROUND Se è vero che lo storytelling è una bussola, un modo per aprire i piccoli alla coscienza del mondo, allora la didattica non può prescindere dalla narrazione. Questo è spiegato molto bene da P. Brooks, il quale afferma anche che il racconto genera nel lettoreascoltatore la volontà di arrivare a scoprire “una versione significativa della vita” 7. Non a caso Bruner afferma che “il narrare è una pratica culturale e sociale potente”8 ovvero stabilizza e rinnova la vita sociale perché permette la continua “negoziazione dei significati” (J. S. Bruner, Acts of meaning. Four lectures on mind and culture, Harvard University Press, 1990). Dunque, per il bambino le storie che ascolta e quelle che racconta rappresentano esercizi di esplorazione e di padroneggiamento del mondo. Nella pratica scolastica, questo avviene di già. Lo storytelling è usato sempre più spesso dagli educatori come metodo di insegnamento.9 Alcuni esempi importanti sono rintracciabili nel sito della “EducationWorld Corporate” based in San Diego, California, che rappresenta una risorsa online per educatori di tutto il mondo. I tre progetti più interessanti sono: “Cinderella around the world”, “Multicultural Cinderella Folk Tales” and “Not Just Another Cinderella”10 “Cinderella around the world” è il progetto della professoressa Susan Silverman, insegnante presso Comsewogue School District in Port Jefferson Station, New York, USA. Susan Silverman ha creato online molti links di tecnologia per l’insegnamento 11. "Cinderella can be used as a springboard in various disciplines. The multi-disciplinary opportunities are ideal for worldwide collaborative learning” Silverman explained.12 Il progetto chiamato “Multicultural Cinderella Folk Tales” è opera di Laura Monson della Cordova Middle School in Phoenix, Arizona. Grazie ad esso gli studenti di 4-6 anni imparano le differenti versioni di Cenerentola, dai diversi paesi del mondo, online. Il terzo progetto “Not Just Another Cinderella” combina online gli studi di Storia Sociale e di Linguaggio Artistico per studenti dai 6-8 anni. 13 Tuttavia i progetti scolastici basati sullo storytelling fino ad oggi non hanno mai utilizzato la narrazione come strumento di “relazione”, ovvero capace di mettere in contatto bambini di nazioni differenti, e non hanno quasi mai privilegiato il gioco creativo, facendone il fulcro dell’intero percorso. Ma è essenziale che l’arte della narrazione sia gestita in maniera tale da privilegiare l’aspetto relazionale e creativo, perché la sua componente essenziale è proprio il gioco creativo reciproco. Solo così è 7 8 9 P. Brooks 1995, passim J. S. Bruner 1990, p. 74 C. Salmon 2007, passim The projects are available on the website <www.educationalworld.com> 11 N. Strangman 2002, passim 12 www.educationworld.com 13 http://web.archive.org/web/20010601145009/http://www.plainfield.will.k12.il.us/heritagegr/Webque st/Cinderella/lesson-template1.htm 10 possibile evitare che lo storytelling diventi un banale mezzo di controllo e manipolazione sociale. Infatti, se è vero che l’idea di narrazione è diventata oggi promiscua perché l’arte del racconto si è estesa ovunque, è anche vero che in campo scolastico il mix di didattica e narrazione può risultare pericoloso se non ben calibrato, perché incide sulla identità (in formazione) del bambino, incollandola ad una realtà precostituita ed immutabile. Il rischio è che il ragionamento del bambino sia incanalato in forma di stereotipi e generalizzazioni.14 Se in maniera arguta Walter Benjamin osservava, capita sempre più di rado incontrare persone che sappiano raccontare qualcosa come si dovrebbe15, questa osservazione è ancor più valida in ambito scolastico. Il senso profondo della narrazione risiede non tanto nell’importanza dei contenuti quanto nel gioco creativo del raccontare e nelle funzioni cognitive e identitarie che esso mette in moto. Le storie, ovvero i racconti, sono delle costruzioni e si sovrappongono alla vita che intendono rappresentare, al di là dello stato delle cose.16 Le discipline scolastiche, invece, sono lo studio della realtà da un punto di vista il più possibile oggettivo. Mischiare male le due cose, racconto e didattica, può significare confondere oggettività con soggettività. Se lo storytelling contamina la didattica, il rischio è che concetti fantastici, ovvero frutto di invenzione, prendano il posto della realtà. Alla luce di queste considerazioni, è stata avviata la pratica di narrazione della “Staffetta di scrittura creativa”. Staffetta di scrittura creativa Questa pratica di narrazione ha permesso la nascita di racconti fiabeschi cuciti insieme in una trama organica, pensata e ideata in varie città italiane e angoli del mondo, nel pieno rispetto della soggettività dei partecipanti e del principio della “realtà” cui ogni istituzione scolastica deve sottomettersi. Ogni racconto inventato dai bambini ha preso il via dall’incipit di uno scrittore che è stato consegnato ad una prima scuola con il compito di redigere il capitolo iniziale e di inviarlo, poi, alla scuola successiva, per la stesura del capitolo seguente. Così via, per l’intero anno scolastico, fino alla conclusione della fiaba, composta in totale da dieci capitoli. La tecnica utilizzata dai docenti per la conduzione dei laboratori di storytelling in classe è stata il brian storming, in un ambiente di cooperative learning per facilitare la generazione di idee in gruppo, evitando i giudizi di valore e stimolando la creatività. . Gli alunni vengono chiamati a raccontare storie, ad inventarle, a comunicarle. L’insegnante che organizza il laboratorio di narrazione scritta, prima ancora di iniziare la produzione di un testo, invita i bambini ad esplorare l’argomento, raccontando e raccontandosi. La metodologia della Staffetta ha reso il format di straordinaria rilevanza pedagogica e didattica proprio perché ha unito scuole di differente posizione geografica e culturale. Sono stati coinvolti gli alunni di 140 scuole, dal 2004 fino ad oggi. Le scuole Primarie fuori dal territorio italiano che hanno partecipato sono: la Annanhill Primary School di Kilmarnock (Scozia), la Scuola Primaria Statale Italiana di Madrid e la Scuola Primaria “Cristoforo Colombo” di Buenos Aires (Argentina). 14 15 16 C. Salmon 2007, passim W. Benjamin1936, passim Bentivolgio 1993, passim Figure 1. Storytelling becomes an intercultural meeting place Development stages Lettura dell’incipit e discussione: in questa prima fase i ragazzi hanno letto l’incipit esprimendo le loro idee sull’argomento oggetto della Staffetta, raccontano episodi che li riguardavano, spiegando le loro perplessità, ponendo domande e cercando risposte. Lettura di storie classiche sul tema: la seconda fase è consistita nella lettura di storie classiche sul tema proposto nonché del capitolo elaborato dalla scuola precedente. I bambini sono stati chiamati a discutere i contenuti appena letti, entrando così in contatto con i ragazzi autori del capitolo precedente, ovvero di una scuola situata in un altro Paese. Il confronto è avvenuto a distanza, in ambiente virtuale. Questo scambio è stato essenziale per conoscere i differenti punti di vista, per comunicare emozioni e sensazioni, per arricchire la propria immaginazione, per esercitare la curiosità verso lingue straniere. Le osservazioni scaturite da tale confronto narrativo sono servite come base per la scrittura del capitolo di competenza. Attraverso questo scambio virtuale e l’esercizio del racconto orale, i bambini hanno intrecciato relazioni, in una crescita comune. Narrazione scritta: nella terza fase si è avvenuto il passaggio dalla lettura alla scrittura. I bambini hanno di volta in volta proposto le soluzioni possibili per il proseguimento della storia, ovvero per la redazione del capitolo di propria competenza, tenendo conto delle dichiarazioni d’intenti della scuola precedente. In pratica i bambini hanno rispettato l’impostazione data al racconto da chi li ha preceduti, facendo però evolvere la storia verso nuove mete. Infine, ai bambini della decima scuola, ovvero l’ultima, è toccato tirare le somme per redigere il capitolo conclusivo. Realizzazione del libro e incontro: nella quarta ed ultima fase la fiaba è stata pubblicata ovvero è divenuta un autentico libro (in Italiano, ma in futuro si potrebbe pensare d’inserire un testo a fronte in varie lingue), presentato presso il Salone Internazionale del Libro di Torino. Proprio in quella sede, i ragazzi delle scuole partecipanti alla Staffetta si sono incontrati in una serie di giornate dedicate al confronto e allo scambio narrativo. L’incontro dal vivo ha consentito l’ampliamento dello scambio relazionale interpersonale tra i partecipanti al progetto. Strong points Il punto di forza di questa pratica didattica è proprio lo scambio comunicativo concreto tra alunni, anche residenti in diverse città e nazioni. Si tratta in assoluto di un esperimento unico nel suo genere, perché di solito i progetti interculturali attuati nelle scuole, pur prevedendo talvolta scambi comunicativi tra alunni residenti in differenti nazioni, in nessun caso si servono dello storytelling come gioco creativo. Risulta molto interessante notare come I contributi narrativi provenienti dai diversi angoli del mondo evidenziano gli aspetti tipici delle culture locali. L’ambientazione dei fatti narrati svela paesaggi differenti, situazioni climatiche tipiche e abitudini di vita peculiari. Seguendo il percorso narrativo che scaturisce dalle idee dei bambini delle diverse nazioni, emerge con chiarezza la possibilità di confronto nella diversità. Lo storytelling offer una splendida possibilità di dialogo con l’altro, pur nella diversità, senza scontro. Anzi, gli elementi differenti che emergono diventano fonte di ricchezza. In questo modo I bambini esploraro ambienti differenti in maniera giocosa, con naturalezza, scoprendo che la diversità li arricchisce. Questa esperienza concreta rappresenta per i bambini un’ottima occasione per superare pregiudizi e preconcetti. Gli alumni sono uniti nel raggiungimento di uno scopo commune: la narrazione di una storia. Per dare vita ad un racconto che abbia un senso, devono necessariamente collaborare, in armonia, con gioia. Così sperimentano concretamente la collaborazione nella diversità. Ma, sprattutto, sperimentano la narrazione come forma avanzata di ospitalità. Ogni gruppo di bambini ha invitato gli altri ad entrare nel proprio mondo (interiore ed esterno) e si è dichiarato disponibile ad interagire con il mondo altrui. E’ avvenuto un vero scambio. Inoltre, la narrazione condotta in questo modo ha scatenato stupore e curiosità verso tutto ciò che è “diverso”, imparando a mettere in discussione il proprio mondo. Failings Forse il progetto andrebbe approfondito e migliorato dal punto di vista linguistico, prevedendo la trascrizione dei racconti in Inglese e nelle varie lingue in uso nei Paesi coinvolti nel progetto. Critical issues La pratica della “Staffetta di scrittura creativa” pone l’attenzione sui processi di apprendimento del bambino, in modo che siano garantite le condizioni necessarie per interagire in un ambiente didattico e relazionale favorevole ad una formazione integrata della persona. Viene implementata una vera e propria ecologia dell’apprendimento che porta a pensare la classe e la scuola come entità da poter modificare, ricorrendo alla creatività dei singoli soggetti e sostituendo le lezioni, gli esercizi, le interrogazioni con altri strumenti, come ad esempio lo scambio di conoscenze e di emozioni tra alunni di diverse città e nazioni. L’obiettivo è la costruzione di ambienti favorevoli ad apprendere per portare i bambini ad acquisire competenze disciplinari e comunicative. L’azione didattica della “Staffetta di scrittura creativa” è orientata a questo obiettivo e si basa su due presupposti teorici: 1. il legame indissolubile tra gli aspetti relazionali e quelli affettivi propri dello sviluppo del pensiero di ognuno; 2. il concetto di apprendimento come processo, che si realizza attraverso la socializzazione delle esperienze individuali e la sperimentazione dei modelli operativi in un ciclo continuo. SOLUTIONS AND RECOMMENDATIONS Risulta essenziale, per migliorare l’efficacia didattica dello storytelling, la trascrizione della fiaba creata dagli alunni in varie lingue. Non è sufficiente, infatti, che avvenga uno scambio verbale via internet in lingua italiana. E’ necessario che a questo scambio verbale ne corrisponda anche uno scritto, ovvero che il libro finale prodotto contenga la traduzione dei dieci capitoli del racconto, in varie lingue, specialmente in lingua inglese. Questo per dare maggiore risonanza agli idiomi nell’immaginario dei bambini, attribuendo ad essi pari dignità ed importanza, e anche per esportare con facilità il progetto in altre nazioni. Immagini: [le copertine dei libri realizzate negli ultimi anni] FUTURE RESEARCH DIRECTIONS La didattica nella scuola è sempre più proiettata verso un ampio utilizzo dello storytelling in classe. Questa tendenza rende urgente e necessaria una programmazione capillare ed una metodicità ben strutturata. Obiettivi come l’educazione all’ascolto, all’alterità e al decentramento dei punti di vista, non sono perseguibili attraverso percorsi frammentari e occasionali. E’ indispensabile, dunque, ideare e implementare sempre nuovi progetti basati sul gioco creativo della narrazione. By exploring story territory orally and written, we explore ourselves. Teachers who value a personal understanding of their students can learn much by noting how a child compose the story in the telling. Through this same process, teachers can learn a great deal about themselves. Story is the best vehicle for passing on factual information. Cultural elements linger in children’s minds when communicated by way of a narrative. The ways of other cultures acquire honor. The facts about how plants and animals develop, how numbers work, or how government policy influences history (any topic, for that matter) can be incorporated into story form and made more memorable if the listener takes the story to heart. Children at any level of schooling who do not feel as competent as their peers in reading or writing are often masterful at storytelling. Figure 3. A cover of a book from the Creative Writing Relay 2011 CONCLUSION Il senso profondo della narrazione risiede non tanto nell’importanza dei contenuti quanto nel gioco creativo del raccontare e nelle funzioni cognitive e identitarie che esso mette in moto. Pertanto, l’uso dello storytelling nella didattica potrebbe risultare pericoloso perché in grado di incidere sulla identità (in formazione) del bambino, incollandola ad una realtà precostituita ed immutabile. Attraverso la narrazione, il ragionamento del bambino può essere incanalato in forma di stereotipi e generalizzazioni, qualora il racconto si riduca a rappresentare la storia da un solo punto di vista, nascondendo la realtà nella sua complessità. Al contrario, usato correttamente, lo storytelling è una bussola, un modo per aprire i piccoli alla coscienza del mondo. Pertanto, nella didattica interculturale, diventa necessario utilizzare lo storytelling come strumento di scambio, contribuendo a creare una relazione creativa, diretta e libera tra alunni di culture e nazioni diverse. La pratica di narrazione della “Staffetta di scrittura creativa” consente la nascita di racconti fiabeschi cuciti insieme in una trama organica, pensata e ideata in vari angoli del mondo, nel pieno rispetto della soggettività dei partecipanti. Infine, permette ai bambini di acquisire l’abilità al confronto e di recepire le differenze culturali e geografiche come opportunità di sperimentazione del gioco creativo. arricchimento, attraverso la concreta REFERENCES FOSTER 1927. Morgan Edward, Aspetti del romanzo, trad it. Garzanti, Milano 1991 Benjamin Walter, Der Erzähler. Betrachtungen zum werk Nikolai Lesskows, in «Orient und Occident. Staat-Gesellschaft-Kirche. Blätter für Theologie und Soziologie», n. 3, ottobre 1936, pp. 16-33. Ed. It., Il narratore. Considerazioni sull’opera di Nikolaj Leskov, in Id., Angelus Novus, Torino, Einaudi, 1962. BENJAMIN 1936. BARTHES 1969. Roland, Intruction à l’analyse structurale du récit, in “L’analisi del racconto”, trad. 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Attraverso questo scambio virtuale e l’esercizio del racconto orale, i bambini hanno intrecciato relazioni, in una crescita comune. Dimensione di innovazione didattica di riferimento partecipazione a progetti internazionali, confronto interculturale, sviluppo della creatività attraverso lo storytelling Obiettivi specifici dell’aspetto particolare - scambio di punti di vista e idee tra alunni di scuole situate in differenti città d’Italia e in altre nazioni. - stimolazione della curiosità nei confronti di culture e lingue differenti. Strumenti di monitoraggio e valutazione si è proceduto ad una sistematica osservazione dell’avanzamento della storia, affidando la rilettura dei singoli capitoli allo scrittore. Lo scrittore ha svolto, dunque, funzione di supervisore, coadiuvando sia il monitoraggio che la valutazione. Tale valutazione è stata sviluppata in forma non quantitativa, ma descrittiva e qualitativa, a partire dalle informazioni disponibili ovvero i capitoli redatti dagli alunni. Lo scrittore ha fornito, inoltre, una continua e costante assistenza on line ad alunni e insegnanti, al fine di coadiuvare lo scambio tra le scuole nonché il corretto svolgimento del gioco creativo. Fasi di sviluppo The reading of the incipit and classic stories: questa pratica ha permesso ai bambini di approfondire anche tematiche del passato, scoprendo che molte di esse si ripercuotono sulla situazione presente e ne sono la spiegazione. Inoltre I bambini hanno scoperto attraverso la lettura di fiabe classiche che le emozioni e sentimenti non conoscono confini temporali e nemmeno geografici Lettura del capitolo scritto da altri: la fase di lettura del capitolo scritto dai bambini della scuola precedente è fondamentale per poter creare il capitolo successivo. Questo ha reso l’interesse verso gli argomenti trattati dagli altri bambini ancora più forte. La discussione intorno alle tematiche affrontate, alle soluzioni che i bambini della scuola precedente avevano immaginato, ha aumentato la curiosità e al tempo stesso l’identificazione con l’altro “lontano”. I bambini hanno infatti scoperto che le soluzioni immaginate dai loro coetanei residenti in un altro paese o continente erano assolutamente in sintonia con il loro sentire. In questo modo hanno sperimentato concretamente analogie e similitudini, pur nella diversità degli ambienti culturali e delle realtà paesaggistiche dei fatti narrati. Inoltre, in questa fase, i partecipanti hanno sperimentato concretamente la narrazione come forma avanzata di ospitalità. Ogni singolo capitolo scritto da un gruppo di bambini era una porzione della stessa stessa storia e rappresentava un invito rivolto gli altri ad entrare nel proprio mondo, ad interagire per costruire insieme una storia nuova. Strumenti didattici utilizzati An expert supervisor from BIMED coordinated the project and facilitated contacts between schools and between pupils, teacher and the writer. The exchange between pupils from different places happened in the virtual world. Thanks to a web site dedicato specifacamente a questo progetto and to communication tools such as email or chat, teachers could follow pupils’ work from all their various locations. The author of the incipit, the beginnings of the stories, was given the task of supervising the single chapter. The writer also gave suggestions to the teachers as to how to evaluate their pupils’ work. The chapter writed in this phase was analysed in its linguistic and conceptual structure. Punti forti This project offre una grande possibilità di scambio tra alunni. Soprattutto lo scambio emotivo è molto forte e permette di cogliere concretamente le analogie e le similitudini nel modo di sentire, anche tra bambini che vivono calati in culture differenti. Altro punto di forza è la guida dello scrittore, essa è di fondamentale importanza perché serve a mantenere salda la “rotta verso la meta” e permette ai bambini di confrontarsi direttamente con un artista della narrazione. Da questo confronto prende vita uno scambio intenso che è alla base del gioco creativo. Punti deboli un punto debole di questa fase è costituito dal limite del colloquio a distanza che non può ovviamente essere paragonato ad uno scambio ravvicinato, sebbene i mezzi virtuali siano di grande aiuto. Questo problema è stato in parte ridotto dall’incontro a Torino, fra i partecipanti al progetto. Tuttavia non tutti coloro che hanno seguito il percorso di formazione interculturale hanno potuto partecipare all’incontro di persona. Infatti molti bambini non riescono ad affrontare un viaggio così lungo, per vari motivi. Un altro punto critico sono le Lingue. Sarebbe opportune e arricchente poter narrare in tutte le lingue parlate nei paesi dei partecipanti, ma questo appesantirebbe il progetto e dunque la scelta è limitata alla sola lingua italiana (accompagnata in pochi casi da quella inglese). critical issues Questa fase della “Staffetta di scrittura creativa” è una delle più importanti perché permette la creazione di un ambiente didattico e relazionale molto favorevole. La lettura dell’incipit dello scrittore e degli altri capitoli consente uno scambio intenso di idee ed emozioni. In questo modo i bambini scoprono le similitudini che li legano ai propri coetanei, nonostante le distanze geografiche e culturali. Leggendo i capitoli scritti dagli altri, i bambini vengono a contatto con diverse realtà e diversi modi di pensare. Attraverso la narrazione esplorano il mondo. grazie alla creatività dei singoli soggetti e allo scambio di conoscenze e emozioni tra alunni di diverse nazioni, la classe diventa un’entità da poter modificare. Anche il confronto con lo scrittore, che segue l’evoluzione della storia, è molto importante perché rafforza il gioco creativo. Per comprendere quanto sia prezioso questo scambio e il clima che lo caratterizza può essere utile leggere alcuni passi di una email che ho inviato a tutti i bambini della staffetta nel 2011, in qualità di docente e scrittrice: ”Forse voi non lo sapete e nemmeno lo immaginate, ma il sogno di ogni scrittore è incatenarsi. Incatenare i propri pensieri ai pensieri dei suoi lettori. Congiungere il proprio sentire con il resto del mondo. Perché non si vive per vincere, tanto meno per dominare, ma si vive per capire ed amare. La scrittura, appunto, è una delle forme d’amore possibili. Ci aiuta a comprendere e ci permette di amare. Scrivere è donare una parte di sé agli altri, realizzando uno scambio di idee, di emozioni, di quesiti, di riflessioni. Con la staffetta creativa, cari bambini, il mio sogno di scrittrice ha raggiunto la sua massima realizzazione. Ho potuto vedere le mie parole camminare, giungere fino a voi, mischiarsi con i vostri pensieri e poi tornare indietro completate, cambiate, migliorate, impreziosite…dalle vostre. Solitamente allo scrittore non è dato sapere cosa accadrà delle sue parole. Intuirà il loro successo dalle recensioni o dal numero dei libri che venderà, ma non ci sarà nessuno che partirà dalle sue righe per continuare la narrazione come se fosse una cosa viva. Nella “Staffetta di Scrittura Creativa”, invece, tutti si raccontano, e ognuno può scoprire cosa le proprie parole hanno provocato. Confesso di aver letto con commozione i capitoli scritti da voi e di essermi ritrovata nelle vostre righe, sempre, perché in fondo sono rimasta un po’ bambina anch’io… Grazie per aver creato dalle mie parole una storia così bella, piena di fantasia e di paesaggi differenti, che a rendono meravigliosamente unica, in grado di abbracciare tutto il mondo con le sue sfumature. Grazie per aver accettato questo scambio coraggioso. Oggi risulta spesso difficile aprirsi agli altri, comunicare profondamente e liberamente. Fortuna che c’è la scrittura, fortuna che ci siamo incontrati, fortuna che le vostre maestre sono coraggiose come voi. Vi abbraccio tutti, a distanza, nella speranza di poterlo fare presto anche da vicino. Rosa Tiziana Bruno” Ciò che ha reso veramente efficace questo progetto è stato l’obiettivo comune da raggiungere insieme: la narrazione di una storia. Questo obiettivo ha promosso comportamenti di aiuto e sostegno reciproco. Grazie allo storytelling i bambini hanno sperimentato, concretamente e praticamente, forme di cooperazione anche interculturale.