Siamo alla canna del gas ma l`alternativa c`è

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Siamo alla canna del gas ma l`alternativa c`è
Il Giorno
16 febbraio 2006
Siamo alla canna del gas ma l’alternativa c’è
L’emergenza della crisi del gas, che si è tradotta in una diminuzione dell’approvvigionamento, ha
costretto il nostro Paese a ricorrere alle riserve strategiche. Si impone quindi una riflessione a più
livelli sulla dipendenza e sulla sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
Quando il Governo Italiano pensa di fronteggiare la crisi riattivando centrali ad olio combustibile
(che tradotto in cifre significa circa 30 euro in più nella bolletta), suggerendo agli italiani di usare il
forno a microonde e mettere il coperchio sulla pentola rileva, con tutta evidenza, il ritardo nella
definizione di una strategia di medio/lungo periodo.
Da questa situazione nasce la necessità che il nostro Paese supporti l’idea di una politica energetica
comune che, come espresso anche dalla Presidenza Austriaca nel suo programma, stabilisca, a
livello europeo, gli standards di sicurezza degli approvvigionamenti e inquadri lo sviluppo delle
energie rinnovabili.
Uno dei primi obiettivi da raggiungere è quello di alleggerire gradualmente la nostra dipendenza dai
combustibili fossili, soprattutto per svincolarci dalle oscillazioni di prezzo del petrolio e
dall’instabilità politica delle regioni da cui questo proviene. Per quanto riguarda il gas, questa crisi
ci insegna che dobbiamo differenziare l’approvvigionamento, ad esempio con impianti di
rigassificazione che, opportunamente localizzati, permetterebbero l’importazione di gas liquido da
diverse parti del mondo, aggirando il rischio di ricatto politico dei Paesi fornitori monopolisti.
Oltre al problema dell’approvvigionamento, occorre insistere di più sull’uso consapevole
dell’energia: sicuramente c’è bisogno di campagne informative rivolte ai cittadini ma, soprattutto, si
deve puntare sull’efficienza energetica delle infrastrutture, dei trasporti, dell’edilizia pubblica.
Questo è l’obiettivo del Libro Verde sull’Efficienza Energetica, prodotto dalla Commissione
europea che lancia la sfida di una diminuzione delle domanda del 20% entro il 2020, e che si
tradurrebbe in un risparmio di 60 miliardi di euro all’anno.
Qui c’è lavoro per tutti, anche per le istituzioni locali.
Infine, c’è l’enorme potenziale delle energie rinnovabili che presenta , ancora oggi, molti margini di
sviluppo: ad esempio nello sfruttare, per il nostro Paese, la grande risorsa fornita dal solare termico.
E ancora l’idrogeno, l’eolico, la biomassa, che sono da incentivare e promuovere maggiormente.
Serve dunque un più forte impegno, evitando di scaricare le responsabilità assegnando la colpa della
crisi attuale al freddo in Russia.
È necessaria una nuova politica energetica proprio per evitare, come si dice, di rimanere alla canna
del gas.
Antonio Panzeri