Tappa 1 - Partenza da Piazza Re Enzo Tappa 2

Transcript

Tappa 1 - Partenza da Piazza Re Enzo Tappa 2
Tappa 1 - Partenza da Piazza Re Enzo
Tappa 2 - I portici di Piazza Maggiore
Palazzo d'Accursio presenta le arcate a sesto acuto su pilastri cruciformi del Palatium Bladi (il “Palazzo della biada”, per via
dalla sua prima destinazione a deposito pubblico di granaglie), rimesse in luce in seguito ai restauri di Antonio Zannoni del
1885-87. Sul lato nord si sviluppa il possente portico del rinascimentale Palazzo del Podestà, che inserisce nel contesto
bolognese elementi “all’antica” tratti dal lessico delle più celebri architetture romane, come le arcate del Colosseo. Gli
imponenti piloni tardo quattrocenteschi del loggiato voluto da Giovanni II Bentivoglio presentano una decorazione in bugnato
“ad modum rosarum”.
Tappa 3 - I portici da Piazza Maggiore alla sede delle antiche Scuole dell’Archiginnasio
Sul lato orientale di Piazza Maggiore si trova il portico dei Banchi, realizzato su disegno di Jacopo Barozzi a partire dal 1565.
Quest’ultimo loggiato mantiene ancora ben in vista le volte a crociera eseguite nel primo Quattrocento e conservate dal
Vignola all’interno dell’involucro cinquecentesco. A seguire il portico dell’Ospedale della Morte, antico centro assistenziale e
di accoglienza tardo medievale, a cui si affianca il portico dell’Archiginnasio, noto anche come Pavaglione, realizzato da
Antonio Terribilia nel 1563, con le sue 30 arcate sviluppate per 139 metri di lunghezza.
Tappa 4 - Le diverse tipologie degli “sporti”
In numerosi edifici tardo medievali bolognesi sono ancora riconoscibili i caratteristici “sporti”, ossia strutture edilizie su
archeggiature in pietra o in muratura i cui volumi si dilatano su strade secondarie, giungendo a occupare lo spazio pubblico
attraverso un gioco di aggetti che può arrivare a condizionare l’illuminazione e la ventilazione delle vie. L’itinerario consente
di ammirare lungo Via de' Toschi gli ampi sporti arcuati della casa Caccianemici (n.civico 11), in Via Marchesana (n.civico 1)
le archeggiature rinascimentali degli sporti quattrocenteschi, fino alle strutture pensili delle case Schiavina tra Via Clavature
e Via Drapperie. Infine, lungo Via Sampieri, le murature aggettanti degli sporti della casa Gaddi Pepoli, risalenti al primo
Quattrocento.
Tappa 5 - I portici di Via Santo Stefano
Il lungo porticato di Palazzo Salina Bolognini Amorini (n.civico 9-11) é composto da più segmenti che corrispondono alle fasi
di sviluppo del palazzo, mentre casa Bianchi-Pasquini (n.civico 13) presenta un alto portico su colonne di arenaria dal fusto
scanalato e ampie volte a crociera. A seguire le case Beccadelli -Tacconi, una serie di edifici porticati in cui spiccano, al
n.civico 15 la splendida arcata di portico rinascimentale che prende la forma di un maestoso arco trionfale e al n. 17 il
raffinato portico di primo Quattrocento su colonne spiraliformi. Il successivo portico presenta i caratteristici sostegni
ottagonali con capitelli a “foglie d’acqua”. Al n.civico 43, si può infine ammirare il portico architravato del Palazzo Vizzani,
raro esempio di portico voltato a botte per la sua intera lunghezza, realizzato nel tardo Cinquecento.
Tappa 6 - I portici di Strada Maggiore
L’arioso porticato tardo medievale che si estende a lato della Basilica di S. Maria dei Servi fu avviato nella seconda metà del
XIV secolo e realizzato come un lungo padiglione sopraelevato rispetto al piano stradale, con ampie volte a crociera
sostenute da esili colonnine in marmo veronese. Al n.civico 19 ammiriamo poi lo slanciato portico ligneo della casa Isolani,
uno degli esempi meglio conservati di portico tardomedievale, che presenta ancora le strutture in elevato dell’impianto
costruttivo originale. Altrettanto particolare è il portico davanti alla chiesa di San Bartolomeo, che sfrutta il loggiato del
cinquecentesco Palazzo Gozzadini e i cui possenti piloni presentano raffinate candelabre in arenaria con decorazioni
“all’antica”.
Tappa 7 - I portici di Piazza della Mercanzia
Lo spazio irregolare è dominato dalla Loggia della Mercanzia (1384), capolavoro dell’architettura tardogotica, che presenta
un maestoso loggiato coperto da due ampie volte a crociera cuspidate retto da pilastri polistili che svettano su di un muretto
che ne accentua lo slancio verticale. Al n.civico 3 della piazza si elevano anche i portici lignei delle case Seracchioli, frutto di
una reinvenzione stilistica novecentesca, operata tra il 1924 e il 1928 sulla base di un progetto di Guido Zucchini con la
collaborazione del pittore Augusto Sezanne. Il portico ligneo attuale fu infatti riproposto a cento anni di distanza dalla sua
demolizione per conferire al contesto ambientale un carattere neomedievale.
Tappa 8 - I portici di Via Zamboni
Ai nn.civici 16 e 18 il neoclassico Palazzo Malvasia presenta diverse soluzioni porticate, che vanno dalle ariose arcate
settecentesche alle colonne quattro-cinquecentesche. Al n.civico 20 seguono i portici tardo rinascimentali di Palazzo
Magnani e al n.civico 22 le arcate doriche del portico di Palazzo Malvezzi Campeggi. Sul lato opposto della via si estendono
le 35 campate del portico rinascimentale edificato a lato della chiesa di S. Giacomo Maggiore. Concepito come percorso
cerimoniale coperto e “all’antica”, il portico di San Giacomo (realizzato tra il 1477 e il 1479), presenta colonne scanalate e
rudentate con capitelli pseudo corinzi in arenaria, volte a crociera e un fregio con rilievi in terracotta che raffigura profili di
teste imperiali inseriti all’interno di valve di conchiglia.
Tappa 9 - I portici lignei di Via Marsala
Inoltrandosi lungo Via Marsala e superata Via Oberdan, si raggiungono i portici lignei della casa Grassi e delle antistanti
case Boncompagni, che bene esemplificano l’architettura domestica bolognese duecentesca interpretata alla luce della
cultura di fine Ottocento. Il portico su alte travi in legno della casa Grassi, edificato al di sopra di un robusto muretto con
parapetto in selenite (blocchi di gesso cristallino), proseguiva in lunghezza fino all’adiacente portico in pietra, ma
quest’ultimo tratto venne raso al suolo per esigenze di viabilità pubblica tra il 1911 e il 1913.
Tappa 10 - Il portico commerciale di Via dell’Indipendenza
Con l’apertura del tracciato di Via dell’Indipendenza il paesaggio urbano bolognese si arricchisce di una nuova tipologia di
portico a destinazione prevalentemente commerciale. Si adottano quindi soluzioni storiciste, ricorrendo a modelli neo
rinascimentali e neo cinquecenteschi, anche se non mancano curiosi pastiches neogotici e rare inserzioni di gusto floreale,
come nel caso del portico della Palazzina Majani di Augusto Sezanne al n.civico 4. La strada mantiene anche larghe
porzioni di portico storico, come le arcate settecentesche dell’ex seminario arcivescovile (oggi Grand Hotel Majestic già
Baglioni), su cui si innesta il bel tratto di portico rinascimentale lungo Via Manzoni.
Tappa 11 - Arrivo in Piazza Re Enzo
Il percorso può continuare proseguendo facoltativamente lungo Via Ugo Bassi, raggiungendo Piazza Malpighi e da lì
inoltrandosi verso Porta Saragozza e il portico di San Luca.
Tappa facoltativa 12 - I portici di Via Nosadella, Via Cà Selvatica, Via Santa Caterina
Da Piazza Malpighi, proseguendo per Via Nosadella, caratterizzata da un porticato continuo, ricco di accorgimenti
prospettici, si raggiungono Via Cà Selvatica e Via Santa Caterina, con i caratteristici portici lignei architravati. Qui troviamo
un’architettura del portico ridotta ai minimi termini, legata a un’ edilizia domestica tardomedievale a basso costo ancora
largamente sopravissuta anche in altre parti della città, come nelle vie Mirasole, San Leonardo, Centotrecento e altre ancora.
Tappa facoltativa 13 - Il portico di San Luca di Via Saragozza
All’esterno di Porta Saragozza si snoda il portico di San Luca, costruito tra il XVII e il XVIII secolo come percorso
devozionale coperto per raggiungere il santuario della Vergine di San Luca. Il portico, lungo 3796 metri e intervallato di 15
stazioni di pellegrinaggio, fu edificato su progetto di Gian Giacomo Monti ed è composto di due parti distinte: un tratto di
pianura (1520 m) e uno di collina (2276 m.), raccordati dall’arco del Meloncello. Il portico di San Luca è stato alterato nel
corso degli ultimi due secoli da un’urbanizzazione aggressiva lungo il tratto di pianura, mentre nel tracciato collinare
continua in buona parte a mantenere i caratteri originari.
Con il Patrocinio di: Comune di Bologna
Si ringrazia per il contributo alla realizzazione dell’evento per la Delegazione FAI di Bologna:
il Prof. Francesco Ceccarelli e il Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, Granarolo, Tenuta Santa Cecilia alla
Croara, Compagnia del Teatro dell’Argine