9 Noterelle - Age Editrice

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9 Noterelle - Age Editrice
Noterelle in agrodolce
di Sagittarius
Tartufi e cetrioli
Savigno è un ridente paesino dell’Appennino bolognese,
ben conosciuto dagli amanti
del tartufo, che viene ampiamente utilizzato da vari ristoranti della zona. Uno di essi
era particolarmente gradito ai
componenti della “banda del
bancomat” che per ben tredici volte hanno fatto saltare in
aria gli erogatori di banconote
posti sulla via Emilia (e dintorni). Con puntuale regolarità i
malviventi andavano a festeggiare i “colpi” nello stesso ristorante di Savigno, che evidentemente li attraeva in maniera fatale e irresistibile con
i suoi piatti a base di tartufo
(annaffiato con champagne di
ottima marca).
La tavola, tuttavia, è notoriamente traditrice e l’eccesso
di bollicine può aver favorito
qualche battuta di troppo.
Com’è, come non è, i banditi sono stati arrestati dalla
Benemerita al termine della
tredicesima cena.
Commenti della popolazione:
a) i tartufi sono diventati così cari che, per gustarli, bisogna rapinare le banche;
b) se i delinquenti fossero
stati superstiziosi, non si sarebbero concessi la tredicesima cena;
c) in alternativa avrebbero
potuto almeno cambiare ristorante. A forza di andare sempre
nello stesso locale… anche i
Carabinieri si sono accorti che
quella presenza regolare (ogni
sera dopo il “colpo”) meritava attenzione;
d) viste certe disdicevoli
abitudini in uso nelle patrie
Agenti & rappresentanti di commercio - n. 3/2007
galere, i delinquenti arrestati
rischiano di passare dal godimento celestiale del tartufo…
a quello, molto più prosaico,
del cetriolo…
Chi sa legger la sentenza?
A proposito dei delinquenti, non solo la prescrizione e
l’indulto concorrono ad alimentare le loro possibilità di
“farla franca”.
La Corte di Cassazione, infatti, ha assolto un ricettatore
perché la sentenza della Corte
d’Appello risultava scritta con
grafia illeggibile. I giudici del
“Palazzaccio” hanno stabilito,
a sezioni unite, che “l’indecifrabilità della grafia dell’estensore, quando non sia limitata
ad alcune parole e non consista nella semplice difficoltà
di lettura superabile senza uno
sforzo eccessivo, è motivo idoneo per provocare la nullità
della sentenza…”.
Forse, assieme ai cancellieri
ed agli interpreti, il Ministero
della Giustizia dovrebbe assumere anche esperti grafologi
per decrittare le sentenze illeggibili! E meno male che siamo
nell’era dell’informatica.
Sempre la Cassazione, in altra sentenza (n. 27966/2007)
ha stabilito che l’espressione
“vaffa…” è ormai entrata a far
parte del comune lessico quotidiano ed ha perso il suo originario carattere offensivo.
Il noto linguista Tullio De
Mauro, già Ministro della Pubblica Istruzione, ha espresso
notevoli perplessità e si è chiesto come reagirebbero i componenti dell’organo giudicante a cui si deve la pronuncia
se venissero apostrofati nello
stesso modo, magari in pubblico, da qualcuno che, beffardamente, sventolasse sotto i loro occhi il testo della
sentenza.
Confessiamo che ci piacerebbe molto osservare la reazione delle toghe d’ermellino
mentre vengono ossequiate
con il “vaffa…” nazionale.
L’italiano è parlato all’estero?
Per restare in argomento,
molti lamentano che, al di fuori
dei confini nazionali, il nostro
idioma sia sempre meno coltivato. Tuttavia, dopo la gara di
“Formula 1” svoltasi il 22 luglio in Germania, Felipe Massa
(brasiliano) e Fernando Alonso
(spagnolo) si sono insultati in
italiano. Secondo alcuni commentatori ciò sarebbe dovuto
alla ricchezza espressiva della
nostra lingua che, per quanto
concerne la varietà, l’intensità
e il “colore” delle offese, non
ha rivali al mondo.
Confessiamo che ci mancava la soddisfazione di un simile primato…
Nomi fatali
In uno dei suoi celebri “Controcorrente” Indro Montanelli
riferiva della condanna inflitta a un tale Prof. Conficconi,
che a Milano aveva abusato di
un’allieva recatasi presso l’ abitazione del docente a “prendere” lezioni private.
Giusta la condanna – osservava Montanelli – ma la studentessa, dato il cognome del professore - avrebbe dovuto stare
in guardia.
Lo stesso commento potrebbe essere applicato a casi consimili.
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Noterelle in agrodolce
In provincia di Cuneo, ad
esempio, il capo-reparto di
un’azienda metalmeccanica
è stato arrestato con l’accusa
di aver ricattato alcune operaie assunte a tempo determinato. Come? Se le stesse non
gli avessero concesso favori di
natura sessuale, il loro contratto di lavoro non sarebbe stato rinnovato.
Certamente il comportamento del capo-reparto in questione dev’essere censurato e condannato, ma le operaie ricattate non potevano certamente
sorprendersi delle “avances”,
visto che l’imputato, secondo
quanto riportato dalla stampa,
risponde al nome di Antonio
Cazzoli...
Lo stesso discorso vale per
l’ex-presidente della repubblica israeliano, accusato da varie donne di intollerabili abusi
sessuali che lo hanno costretto
alle dimissioni. Anche in questo caso, le signore dovevano
stare in guardia.
Quando infatti ti si avvicina
uno che si chiama Katzav, la
prudenza è d’obbligo…
Certi nomi sono fatali, altri
attirano maldicenze e commenti poco piacevoli.
Cosa diranno mai, ad esempio, i tifosi dell’Avellino di fronte a prestazioni scadenti di Evacuo Felice, calciatore in forza
al loro club?
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E i sostenitori sudamericani
di Angulo Hurtado, quali epiteti lanceranno al loro beniamino in caso di reti mancate
o di passaggi sbagliati?
Qualcuno tuttavia ha pensato che non tutto il male vien
per nuocere vedendo un cartello (EVACUO… E SON FELICE!) esposto sugli spalti dai
tifosi di una squadra che giocava contro l’Avellino.
Il titolare di una ditta che
produce lassativi potrebbe infatti scegliere il calciatore come “testimonial” di un’originale campagna pubblicitaria…
Complimenti, infine, al nuovo Capo della Polizia, dott. Antonio MANGANELLI, che fin da
ragazzo, ha dichiarato, sognava una carriera nelle forze dell’ordine.
Certo che, con quel cognome, il suo destino era già
scritto!
Pompieri in mutande
I nostri beneamati pompieri
(pardon: Vigili del Fuoco) hanno attuato una originale forma
di protesta per il rinnovo del
loro contratto. Si sono recati
infatti nei pressi dell’abitazione bolognese di Romano Prodi (21 maggio) e hanno abbassato i pantaloni, facendosi immortalare in mutande.
Le foto, pubblicate sui giornali, ci hanno svelato i segreti
più intimi dei vigili del fuoco:
si sono visti infatti slip e boxer dei tipi più svariati: tradizionali, a vita bassa, a tinta
unita, a righe, a palline, a fiorellini e così via.
Peccato che nessuno avesse esposto sulle mutande il
motto dei Vigili del Fuoco:
VELUT IGNIS ARDENS. Forse
Prodi non si sarebbe scomposto, ma la frase rovente, posizionata al di sopra del pube
avrebbe potuto attirare l’attenzione di molte passanti…
Fra i curiosi presenti, un
anziano signore, con aria assai compunta, ha espresso ad
alta voce un interrogativo inquietante: ma le mutande dei
pompieri sono realizzate in materiale ignifugo? Che ne pensa
l’I.N.A.I.L.?
IPSE DIXIT
“Quando si è stretti dalla legge inesorabile dei numeri, ci
vuole fantasia. Occorre pensare alla mossa del cavallo”.
(Pier Luigi Bersani – Ministro
dello Sviluppo Economico)
P.S. Speriamo che il governo compia le auspicate mosse del cavallo e non quelle di
un quadrupede che gli assomiglia, ma emette ragli anziché nitriti.
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