Agosto da incubo: scorte quasi finite

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Agosto da incubo: scorte quasi finite
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LA PROVINCIA DI VARESE
LUNEDÌ 25 AGOSTO 2014
L’altra città
Senzatetto e poveri
Agosto da incubo: scorte quasi finite
Dalla Caritas alle suore di via Luini fino alla Croce Rossa, il problema è serio. E le richieste aumentano
Sempre più difficile fornire un pasto a tutti: «Tante le persone che hanno bisogno». Si pensa a una rete
sempre riuscite a dare a tutti
È stato il mese dei re- qualcosa, ma per quanto l’impecord questo agosto 2014, ma nes- gno dei volontari sia costante, il
suno festeggia il Guinness. Le magazzino delle scorte è quasi
piogge battenti, che per tutta vuoto» racconta suor Maddalel’estate hanno imperversato sul- na, madre superiora della conla città, i fulmini di tre volte sopra gregazione di via Bernardino
la media dell’ultimo decennio Luini, che si affida alla Provviarrivati a 2.037 - come conferma denza.
il Cesi, Centro elettronico speriAnche Melissa Carollo, rementale italiano - e poi l’ondata sponsabile alimentare per la
di furti che ha colpito negozianti Croce Rossa, conferma che «quee privati cittadini, fino ad arriva- sto è il primo anno che gli alire al sovraffollamento in questo menti non ci sono arrivati dalla
ottavo mese in cui molti hanno Gea – l’ente che fornisce alimenti
rinunciato alle vacanze.
non commerciabili di produzioA sommarsi a questi sono altri ne controllata Cee - Abbiamo
due record forse ancora più pre- organizzato tre collette alimenoccupanti: il calo delle donazioni tari quest’anno, ma per quanto la
di prodotti alimentari di prima risposta sia stata buona, dobbianecessità e l’aumento
mo stare attenti a
di persone che versaquanto diamo per esno in difficoltà econo- «Dobbiamo sere sicuri di far arrimiche.
vare a tutti qualcosa».
ROMEO TOFANI
Dai primi di maggio
stare
più attenti
a quanto
diamo
a ciascuno»
La segnalazione, partita dagli Angeli Urbani, che si sono trovati
costretti a non riuscire a soddisfare le richieste degli indigenti, è in realtà comune a tutti gli
enti benefici della città.
A far la coda in attesa di un
pasto non sono solo stranieri ma
anche molti italiani, che nella
conta dell’associazione di piazza
Trieste è di 150, il 31% degli
iscritti. «È una difficoltà generale - spiega don Marco Casale,
responsabile di Caritas - C’è molta sensibilità da parte di chi dona,
ma dal 2008, anno della crisi, i
poveri sono raddoppiati».
E così come Caritas anche la
Croce Rossa e le Suore della Riparazione si ritrovano a dover
ridurre l’offerta agli assistiti. «Le
difficoltà sono iniziate verso i
primi di maggio. Ad oggi siamo
L’aiuto dell’Iper
Diversa è la situazione
del Banco Alimentare
“Nonsolopane”, che
nella seconda metà di
giugno aveva annunciato attraverso la sua
pagina Facebook la raccolta, con
l’impiego di circa mille volontari,
di 850 quintali di alimenti in 50
punti vendita differenti.
Graziella Buglia, nel ruolo di
coordinatrice, parla di «un agosto che è sempre imprevedibile.
A volte riceviamo tanto, altre volte no. Venerdì per esempio l’Iper
ha donato venti casse, che significa duecento chili di beni alimentari».
Quanto all’aumento di coloro
che richiedono un aiuto l’incremento è stata minore rispetto ad
altre organizzazioni, passando
da 2.600 persone fino a toccare
la soglia delle tremila. La raccolta
è incentrata su alimenti non de-
Tutte le associazioni che si occupano di raccogliere il cibo per gli ultimi lamentano difficoltà nel rispondere ai crescenti bisogni della città
peribili quali pasta, riso, carne in
scatola, conserve e legumi, ma
anche prodotti consumabili subito senza preparazione alcuna,
come pane e focacce spesso accompagnate da formaggio, per
coloro che non hanno casa.
Proprio per questa emergenza
alimentare sta prendendo forma
il progetto che metterà in rete e
in comunicazione fra loro queste
e altre associazioni di sostegno
solidale, così da reindirizzare gli
aiuti secondo i bisogni di ciascuno.
E così anche la Caritas, con
don Marco Casale, è all’opera per
il progetto di ”Emporio Solidale”, che vorrà essere un’ulteriore
risposta alle esigenze di coloro
che lottano contro una crisi che
ancora colpisce. 1
Il nuovo progetto
Apre un Emporio Solidale
dove si “compra” con i punti
Sichiamerà“EmporioSolidale”ilnuovo progetto di Caritas che verrà inaugurato questo autunno in risposta all’incremento delle famiglie in ristrettezze economiche.
«Sarà come un supermercato. – raccontadon Marco Casale,responsabile
della Caritas varesina – Verrà assegnata una tessera a punti, coi quali le
famiglie potranno “acquistare” i beni
di cui avranno bisogno».
Ilsistemaapunti,attribuitiinbasealla
situazione economica in cui la fami-
glia versa, al numero e all’età dei suoi
componenti, permetterà di selezionareiprodottidicuii“clienti”avranno
bisogno. «L’obiettivo – continua don
Marco–èproporreunserviziomirato,
permettendoaibisognosidiscegliere
in base alle loro necessità personali».
L’idea è di incrementare la quantità
elaqualitàdeiprodotti,comprendendo anche quei beni alimentari freschi,
quali frutta, verdura, latticini e carne,
che non è possibile recuperare attraverso altri enti benefici e che non si
possono distribuire in pacchi confezionati.L’iniziativa,chevedràsorgere
la sua sede nel quartiere della Brunella, farà fronte al notevole aumento di
persone in difficoltà registrato dall’organizzazione a partire dal 2008
fino ad oggi. «La crescita dei poveri è
stata molto forte, ma chi dona fa quello che può. La crisi ci ha colpiti tutti»
prosegue il prelato per spiegare le ragioni di queste difficoltà nel sostegno
dei cittadini più disagiati.
Così questo autunno, carrello alla mano, molte famiglie potranno fare la
spesa scegliendo i prodotti di cui hanno davvero necessità, perché anche
poter esprimere una preferenza è risposta alla dignità umana di ciascuno
di noi. R. TOF.
è quasi certo che se la meriti:
Antonio ha voluto intraprendere un percorso di rinascita e Varese lo ha adottato.
Veniamo ad oggi. Tramite l’intercessione di Antonio De Rinaldis, un altro cittadino costantemente al suo fianco, l’uomo abita in un piccolo locale
messo a disposizione dai Rangers d’Italia, corpo di volontari
che ha come scopo la protezione
dell’ambiente naturale, la prevenzione del degrado ecologico,
la protezione civile e la protezione degli animali.
Vicino alla loro sede di via Pascoli, il senzatetto ha un riparo
per sé e per Stellina in una casetta di legno, fa qualche lavoretto
di giardinaggio e sta riprendendo a camminare con le sue gambe.
Quella del signor De Rinaldis è
un’altra voce autentica di questa
bella storia: «Ho letto l’articolo
sul vostro giornale e, passando
da via Dandolo, un giorno ho
incontrato Antonio. Da allora ci
vediamo spesso: beviamo un
caffè, fumiamo qualche sigaretta, gli faccio compagnia. E
con me tanti altri: oltre ai
Rangers anche il personale
paramedico dell’Asl gli è stato vicino».
Il prossimo obiettivo da raggiungere, il lieto fine vero e
sospirato, il tassello mancante ad una vita con nuovi crismi di normalità è un vero
lavoro: «E Antonio lo merita
e merita aiuto nel cercarlo –
conclude il benefattore –perché ha voglia di uscire dalla
sua situazione precaria, perché non ha mai gettato la
spugna e non si è mai lasciato
andare, come avrebbe potuto, all’alcol ed alla trasandatezza».
Un aiuto in cui verrà coinvolto anche il Comune di Varese.
«Stiamo cercando di prendere appuntamento con il sindaco Attilio Fontana per
coinvolgere i servizi sociali e
le loro reti». 1 Fabio Gandini
LA STORIA (QUASI) A LIETO FINE
I varesini non abbandonano Antonio
Ora ha una casetta e cerca un lavoro
I
l lieto fine è ancora tutto
da scrivere ma certi messaggi arrivano al cuore
come le boccate d’aria ai
polmoni affamati di ossigeno.
«Antonio ha ancora un tetto
sopra la sua testa, ha ricevuto
numerosi aiuti e sta cercando un lavoro. Grazie».
Parole di Alessandra Lamperti, giovane donna di Bobbiate che per prima ci ha guidati nel mondo di questo senzatetto siciliano di mezza età
da diversi mesi a Varese.
Alessandra lo ha conosciuto
vicino al tribunale, zona nel
quale si accampava con la sua
cagnolina di nome Stellina senza un posto dove dormire, senza
niente da mangiare e con uno
smarrimento impossibile da immaginare e da commentare dal
basso di una tastiera.
Alessandra lo ha aiutato insieme ai suoi amici, ha instaurato
con lui un rapporto consuetudinario fatto di conforto ai suoi
bisogni primari, gli ha comprato
uno zaino nuovo e gli ha soprattutto pagato di tasca propria una
settimana all’hotel Stelvio
quando i carabinieri sono stati
costretti a sfrattarlo dal suo giaciglio di fortuna nei pressi del
palazzo di giustizia. Aver reso
noto il gesto della ragazza sul
nostro giornale ha scatenato
quella che viene comunemente
definita come una “catena della
solidarietà”, ma altro non è che
la dimostrazione del cuore di
tanti varesini: l’uomo di origine
catanese ha ricevuto l’appoggio
di tanti altri privati che rimangono a noi sconosciuti ma a cui
va un grazie grande come la loro
umanità.
I bar della zona di sua “residenza” gli hanno offerto le colazioni
e – durante il maltempo continuo dei primi giorni di agosto –
Antonio ha avuto la possibilità
di passare alcune notti in un altro hotel. Quando una persona
attrae a sé così tanta attenzione
Addio al giaciglio da senzatetto