Diapositiva 1 - People.unica.it
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The evolution of altruistic punishment Robert Boyd, Herbert Gintis, Samuel Bowles, Peter J. Richerson Elisa Cozzolino, Silvia Masuri, Annalisa Panna, Giulia Pau 1 Introduzione ENIGMA: le società cooperano in grandi gruppi, sostenendo dei costi, anche se dovrebbero cooperare in piccoli gruppi. • Le persone puniscono anche nei giochi one-shot, anche se l’utilità verrebbe massimizzata non contribuendo e non punendo. • La cooperazione è evolutivamente stabile nei piccoli gruppi. • Con i gruppi più grandi la cooperazione è favorita dalla punizione e le persone sostengono costi aggiuntivi per punire sconosciuti e procurare benefici all’intero gruppo. 2 • Nella realtà l’uomo collabora con i non-relatives in grandi gruppi. •Anche se la cooperazione sarebbe meglio mantenuta in gruppi piccoli o addirittura se gli uomini interagissero attraverso relazioni: DIADICHE INTERDEMICHE IN MANIERA ASOCIALE • La punizione altruistica offre una soluzione all’enigma sopra esposto, e dati di laboratorio confermano che favorisce la cooperazione. •QUESTIONE FONDAMENTALE: perché la gente comporta costi per punire degli sconosciuti e procurare vantaggi ai non-relatives?? . 3 •Per spiegare la questione osserviamo tale modello e consideriamo una grande popolazione divisa in gruppi di dimensione n. • Ci sono due tipi di comportamento: collaboratori e disertori. I collaboratori comportano un costo pari a c per produrre un beneficio b, con payoff atteso (bx-c). Lo svantaggio sarà una costante c indipendente dalla distribuzione dei tipi nella popolazione. I disertori non sostengono costi e non producono benefici, con payoff atteso uguale a bx. • Ora aggiungiamo un terzo tipo: punitori. Essi cooperano e puniscono ogni disertore nel loro gruppo, riducendo il payoff di ogni disertore di p/n al costo di k/n per ogni punitore. •E’ importante sottolineare che in caso di punizione o cooperazione altruistica dissuadere i free-riders è differente: lo svantaggio del payoff dei collaboratori è indipendente alla numerosità dei disertori, MA la differenza di costo per chi punisce è proporzionale alla quantità dei disertori 4 Se y è la frequenza dei punitori avremo i seguenti pay-off: b(x+y)-c per ogni contribuente b(x+y)-py per ogni disertore b(x+y)-c-k(1-x-y) per punitore • Quando i punitori sono comuni, i cooperatori avranno un pay-off più elevato dei disertori • (py>c); • In aggiunta ai cooperatori, i punitori subiscono uno svantaggio pari a • k* (1-x-y); Questo rende i cooperatori free-rider di secondo ordine 5 • Ovviamente nel caso in cui i disertori siano rari, la differenza nel pay-off tra collaboratori e punitori sarà prossima allo zero. Nella realtà i punitori avranno sempre un benessere inferiore ai contribuenti e la strategia massimizzante in una popolazione isolata sarà quella di defezionare. • Tuttavia il fatto che al diminuire dei disertori diminuisca la perdita nel pay-off dei punitori porta alla stabilizzazione della pena e permette alla cooperazione di persistere. 6 • Qui si vuole dimostrare che la selezione di gruppo porta all’evoluzione della punizione altruistica quando fallisce la cooperazione altruistica. L’idea di fondo è che i gruppi più cooperativi sono meno soggetti a estinzione. Pertanto: • La punizione aumenterà in risposta alla selezione di gruppo per permetterne la sopravvivenza. I comportamento cooperativi, infatti, dipendono dalla frequenza dei punitori all’interno dei gruppi. 7 • Per dimostrare questo argomento sono stati utilizzati dei metodi di simulazione. • Si considerino N gruppi; ogni gruppo mantiene la sua densità demografica (n) costante. Gli individui interagiscono in un gioco a due stadi: 1° stadio I punitori e i collaboratori cooperano con probabilità 1-e e defezionano con probabilità e; 2°stadio I punitori puniscono tutti i disertori del 1° stadio 8 L’imitazione ha due effetti distinti: • • Crea un processo di selezione che aumenta il pay-off all’interno dei gruppi; Crea un processo di migrazione che causa la diffusione dei comportamenti da un gruppo all’altro ad una velocità proporzionale di m. Come conseguenza i disertori si diffonderanno più rapidamente tra i gruppi perché la cooperazione non ha benefici a livello individuale. La selezione sarà diretta conseguenza del conflitto tra i gruppi. 9 Questo implica che il gruppo con più disertori ha più probabilità di essere sconfitto. Si noti che la cooperazione è l’unico obbiettivo risultante dal processo di selezione. Infine indichiamo con μ la probabilità che un individuo cambi comportamento spontaneamente. La presenza di questi mutamenti e la possibilità di defezionare con probabilità di errore e, garantisce che sebbene la presenza di punitori sia elevata essi subiranno sempre dei costi, risultando svantaggiati rispetto ai contributori. 10 Gli autori hanno utilizzato due programmi di simulazione per implementare il modello, entrambi hanno prodotto i medesimi risultati. Si parte da un modello in cui vi sono 128 gruppi, di cui: •127 composti da disertori •1 composto da punitori Vi sono delle interazioni casuali tra i gruppi che possono modificare il comportamento dei giocatori. Le simulazioni sono state ripetute per 2000 periodi di tempo. Rappresentiamo graficamente i risultati che riprendono la media delle frequenze nel corso delle ultime 1000 ripetizioni di 10 simulazioni. 11 Figura 1 Nel grafico si confrontano i livelli medi di lungo periodo di cooperazione, con e senza punizione, per una serie di grandezze dei gruppi e tre tassi di estinzione (Ɛ). In caso di assenza di punizione (a) si avranno alti livelli di cooperazione solo nei piccoli gruppi. Se al contrario vi è la punizione (b) la cooperazione è mantenuta anche nei gruppi maggiori. L’aumento del tasso di estinzione provoca un aumento della quantità media di cooperazione. 12 Figura 2 Nella figura due si prendono in considerazione tre differenti tassi di migrazione. Quando essi aumentano, i livelli di cooperazione declinano in maniera precipitosa perché i punitori tendono a imitare i disertori che godono di pay-off maggiori. Anche se vi è di punizione (b) la presenza di alti tassi di migrazione non favorisce la cooperazione perché i gruppi diventano omogenei e non si evidenzia la selezione di gruppo. 13 Figura 3 La frequenza media di cooperazione di lungo periodo è sensibile anche al costo di essere puniti. Più è alta la pena (linea rossa, valore determinato come 4 volte il costo di punire), minore sarà la tendenza a disertare anche nel caso in cui il numero dei punitori è basso; quindi la frequenza di cooperazione è strettamente correlata alla punizione. Ma già quando il costo della pena si riduce a 2 volte il costo di punire (linea blu), la correlazione tra la frequenza dei cooperatori e punitori declina per i gruppi più grandi. 14 Figura 4 La punizione non aiuta l’evoluzione quando i costi sostenuti dai punitori sono fissi e cioè indipendenti dal numero di disertori perché sostengono appunto, più costi di quelli necessari. Nella figura 4 è rappresentato il livello medio della frequenza di cooperazione di lungo periodo quando i costi di punizione sono proporzionali alla frequenza dei disertori (costi variabili), fissati ad un costo costante pari al costo di cooperare c e quando non c’è punizione. 15 Vi sono delle conseguenze al mutare di altri parametri: , All’aumentare di e si riduce la quantità di lungo periodo di cooperazione. 16 Vi sono 3 varianti al modello: 1° variante. •Ogni atto di cooperazione produce un beneficio procapite di b/n per ogni altro membro del gruppo (pay-off), e il modello di estinzione è stato modificato in modo che la probabilità di estinzione del gruppo sia proporzionale alla differenza nel pay-off medio (inclusi i costi di punizione) tra i gruppi in guerra. •Quindi la presenza di punitori riduce i pay-off dell’intero gruppo. 2° variante •Si è anche studiato un modello in cui la cooperazione e la punizione sono caratteri che variano continuamente fra zero e uno. •Un individuo con valore di cooperazione x si comporta come un collaboratore con probabilità x e come un disertore con probabilità 1 – x. •Allo stesso modo un individuo con valore di punizione y, si comporta come un punitore con probabilità y e come un non punitore con probabilità 1- y. 3° variante •Abbiamo studiato anche un modello senza estinzione. •Le popolazioni sono disposte in maniera circolare e gli individui imitano soltanto gli individui posti nei due gruppi vicini. •Gli individui tenderanno a imitare i vicini che hanno avuto successo, ovvero coloro che hanno un maggiore guadagno medio perché collaboratori. 17 Conclusioni Abbiamo visto che l’evoluzione della cooperazione si comporta in maniera diversa con e senza punizione. La selezione di gruppo è solo una questione quantitativa: gli atti di selezione comportano un costo individuale di cui trae beneficio il gruppo. Il risultato è che la punizione altruistica è più efficace nella selezione di gruppo della cooperazione altruistica. 18 Nella realtà la selezione di gruppo è plausibile? In generale si, ma si verificano due diverse situazioni. In assenza di punizione la cooperazione sopravvive solo in società culturali di piccole dimensioni come quelle agricole. Con la punizione altruistica invece, la selezione di gruppo può essere mantenuta anche in gruppi più grandi. 19