Eva Frapiccini - Berlinfoto Fatzer racconta di vite - Goethe

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Eva Frapiccini - Berlinfoto Fatzer racconta di vite - Goethe
Essere deboli è umano e perciò deve cessare
Una mostra fotografica di Eva Frapiccini e Franziska Hauser
Nell’ambito di „Brecht Camp 2“ – GI Turin 2011
Eva Frapiccini - Berlinfoto
Fatzer racconta di vite allo sbando, di un soldato consapevole dell'imperialismo della guerra, dei suoi
compagni ingenui, disertori. L'opportunismo della compagnia rivela la verità di una progressiva rovina e
corruzione delle aspettative umane.
Quanto conta questo per una persona del nostro tempo, rispetto ad un'altra vissuta negli anni '70 e al
tempo di Brecht? Forse per noi, è più semplice leggere questa fine come l'unica possibile.
Ma la visione di un uomo è molto diversa da quella di una donna? Che cosa avrebbe fatto una donna in
uno stato di degrado e frustrazione prolungato? Forse se ne sarebbe andata, o sarebbe restata, perchè
non c'era via di fuga. Come tutti, anche io incontro le persone frustrate e tristi, mi passano accanto tutti i
giorni, ma è più facile concentrarmi sulla mia vita, per non essere travolta. E' quello che fa Fatzer, nella
tragedia muore, ma alla fine, al di là delle donne o degli uomini, e della loro diversità verso i motivi verso
la vita, possiamo dire che Fatzer l'individualista nella Storia ha vinto.
Berlino mi ha accolto con le sue regole colorate, e col suo freddo accogliente, la sua capacità di essere
moderna e antica al tempo stesso, mi ha fatto sentire ferma nel movimento e viceversa. Berlino è
cadente ad Est, e moderna ad ovest. Per questo ho immaginato il viaggio di una ragazza, che si muove
da una condizione all'altra, senza meta. Esattamente come il viaggio tracciato per noi nel Fatzer, non c'è
redenzione, solo un viaggio tra passato e futuro e viceversa, ma forse dopo tante certezze ed etichette, ci
resteranno in tasca solo le idee.
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