IL PIDIDA INCONTRA I BAMBINI E ADOLESCENTI LAVORATORI
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IL PIDIDA INCONTRA I BAMBINI E ADOLESCENTI LAVORATORI
IL PIDIDA INCONTRA I BAMBINI E ADOLESCENTI LAVORATORI Roma, 27 Ottobre 2006 Coordinamento Per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza INCONTRO MONDIALE DEI MOVIMENTI DI BAMBINI E ADOLESCENTI LAVORATORI Roma, 27 Ottobre 2006 Dal 15 al 29 ottobre 2006, si è svolto a Siena il III Incontro Mondiale dei Movimenti di Bambini e Adolescenti Lavoratori di Asia, Africa e America Latina. Per 11 giorni i bambini e adolescenti delegati dei tre continenti si sono incontrati, a porte chiuse, per discutere liberamente dei temi che li riguardano. Nell’ambito dell’appuntamento senese il 27 di ottobre è stato previsto un girono di incontro di dibattito con la società civile a Roma, presso la sede dell’UNICEF Italia. DELEGATI AJAY KUMAR RATHORE ALI SHAHZAD ANGEL ERNESTO XÓN MORALES ARIEL JOSÉ DANTE ZAPANA AWA NIANG AYAAMMA BENJAMINE ABLAVI AGBODJAN DAVID SARAVIA SANCHEZ GILBERT MAURICE OUÉDRAOGO JACY ORE PAIMA JUSSARA JOLIE TUYSHIME JOSEP ZERPA KHURSHED SHERNAZAROV NISHAN ISLAM RAJAN ODBILEG MONKHTUY ODILE AGBADI PARBAN RAI PATRICK ESTEBAN GONZÁLEZ GAETE SHARON VANESSA VARGAS GIRALDO TADIWANASHE JUSTINA CHIGODO TAMBAKÉ TOUNKARA UDAYA PRASAD KANKANILAGE VICTOR HUGO DOMINGUEZ VILLABA PAESE DI PROVENIENZA INDIA PAKISTAN GUATEMALA ARGENTINA SENEGAL INDIA TOGO BOLIVIA BURKINA FASO PERU’ RWANDA VENEZUELA TAJIKISTAN BANGLADESH MONGOLIA BENIN NEPAL CHILE COLOMBIA ZIMBABWE GUINEA CONAKRY SRI LANKA PARAGUAY I bambini e adolescenti si sono divisi in due gruppi di lavoro. Il primo ha incontrato quanti, giornalisti e esponenti della società civile, hanno voluto ascoltare la loro opinione per capirne in maniera autentica la realtà. Il secondo ha lavorato di concerto con le organizzazioni italiane che aderiscono al PIDIDA (Per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza), alla redazione di un documento comune sul lavoro minorile per la lotta allo sfruttamento e il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini lavoratori. I BAMBINI E GLI ADOLESCENTI LAVORATORI INCONTRANO IL PIDIDA1 Delegati dei bambini e degli adolescenti lavoratori presenti: DELEGATI AJAY KUMAR RATHORE ANGEL ERNESTO XÓN MORALES ARIEL JOSÉ DANTE ZAPANA AWA NIANG AYAAMMA BENJAMINE ABLAVI AGBODJAN JACY ORE PAIMA JUSSARA JOLIE TUYSHIME JOSEP ZERPA NISHAN ISLAM RAJAN PARBAN RAI TAMBAKÉ TOUNKARA UDAYA PRASAD KANKANILAGE PAESE DI PROVENIENZA INDIA GUATEMALA ARGENTINA SENEGAL INDIA TOGO PERU’ RWANDA VENEZUELA BANGLADESH NEPAL GUINEA CONAKRY SRI LANKA Coordinatore Adulto: MONICA CANU/CHIARA CURTO. Coordinatore Bambino: PARBAN RAI, Nepal Saluti di Benvenuto di Chiara Curto, UNICEF ITALIA. Presentazione delle Organizzazioni del PIDIDA presenti e della loro missione da parte dei rispettivi rappresentanti. MONICA CANU – ITALIANATs ALDO RIGGIO – ITALIANOSTRA BARBARA BALDARACCO – VIS PAOLA GUMINO – LA GABBIANELLA VIVIANA BALASTRO – SAVE THE CHILDREN ITALIA FABRIZIA SEPE – CIAI CENTRO ITALIANO AIUTI ALL’INFANZIA CHIARA CURTO – JENNIFER DAL PIAN – UNICEF ITALIA ANJA LIESECKE – PRONATS (Berlino) 1 Il seguente testo riproduce fedelmente quanto detto dai bambini e adulti presenti all’incontro del 27 Ottobre presso la sede dell’UNICEF Italia. LA VOCE DEI BAMBINI E DEGLI ADOLESCENTI LAVORATORI Mi chiamo ANGEL ERNESTO XÓN MORALES, vengo dal Guatemala, ho 15 anni e appartengo al Movimento del MOLACNATs2. Buongiorno a tutti mi chiamo JACY JUSSARA ho 16 anni, vengo dal Perù, appartengo al MOLACNATs. Sono molto felice di essere qui con voi. Prima di tutto buongiorno, mi chiamo ARIEL JOSÉ DANTE ZAPANA, ho 17 anni, vengo dall’Argentina e appartengo al MOLACNATs. Il mio nome è JOSEP ZERPA, sono un rappresentate del MOLACNATs, vengo dal Venezuela e ho 16 anni. Il mio nome è NISHAN ISLAM RAJAN, vengo dal Bangladesh, appartengo all’organizzazione CHILD BRIGATE. Faccio anche parte del movimento nazionale dei bambini e degli adolescenti lavoratori. Ho 15 anni. Il mio nome è PARBAN RAI, rappresento CONCERN - NEPAL, lavoro in un cava di pietra e ho 15 anni. Il mio nome è UDAYA PRASAD KANKANILAGE, vengo dallo Sri Lanka. Rappresento il movimento nazionale, ho 17 anni. Lavoriamo per migliorare le condizioni di vita dei bambini del mio paese. Il mio nome è AYAAMMA vengo dall’India, rappresento il movimento dei bambini lavoratori a livello nazionale e continentale, ho 18 anni. Il mio nome è TAMBAKÉ TOUNKARA e vengo dalla GUINEA CONAKRY, sono stato un bambino lavoratore. Ho 20 anni e sei mesi, mi occupo del Comitato che segue il questionario per l’UNGASS e i programmi di partenariato con UNICEF, PLAN INTERNATIONAL, SAVE THE CHILDREN e altre organizzazioni. Mi chiamo BENJAMINE ABLAVI AGBODJAN, vengo dal Togo e sono una rappresentante dei bambini lavoratori africani, MAEJT3. Ho 15 anni. Io mi chiamo JOLIE TUYSHIME, vengo dal Ruanda, ho 18 anni. (Segue la presentazione degli accompagnatori) Io mi chiamo Yaovi Aimé Bada appartengo all’ONG ENDA che lavora con i bambini e adolescenti lavoratori in Senegal. Sono assistente alla comunicazione. Mi chiamo Kangaye Awa, lavoro per CARITAS in NIGER. CARITAS appoggia ai bambini lavoratori. 2 MOLACNATs - Movimiento Latinoamericano y del Caribe de los niños y adolescentes trabajadores. Il coordinamento MOLACNATs (Movimenti e Organizzazioni Latino Americane e del Caribe di Bambini e Adolescenti Lavoratori), nato nel 1997, raggruppa tutte le organizzazioni di NATs presenti nel continente. 3 MAEJT - Moviment Africain des Enfants et Jeunes Travailleurs, Movimento Africano di Bambini e Giovani Lavoratori. Mi chiamo Ganapathi Magalu, vengo dall’INDIA, lavoro per THE CONCERNED FOR WORKING CHILDREN. E’ un’associazione direttamente coinvolta con i bambini lavoratori. Ho 47 anni. Vorrei fare una nota, quando si parla di diritti dei bambini, noi non abbiamo diritto di chiedere a un bambino la sua età se noi non diciamo prima la nostra. Mi chiamo Krishna Kumar Tripathy, rappresento BUTTERFLIES, mi occupo dei bambini lavoratori a Nuova Delhi che lavorano sulla strada. Diamo appoggio a BAL MAZDOOR UNION che è una organizzazione di bambini lavoratori e di strada. Mi chiamo Uditha Gunaratne, vengo dallo SRI LANKA, siamo partner dell’associazione NATIONAL NETWORK OF CHILDREN, che noi appoggiamo. Questa organizzazione ha una sezione dedicata ai bambini lavoratori. Ho 38 anni. Mi chiamo Jiyam Shrestha, lavoro per l’organizzazione CONCERN - NEPAL, lavoro con i bambini e gli adolescenti lavoratori. Sono qui come adulto-accompagnatore. Ho 40 anni. Mi chiamo Shamsul Alam, lavoro per SCSD - SAVE THE CHILDREN SVEZIA E DANIMARCA in BANGLADESH, sono qui per accompagnare il ragazzo dal BANGLADESH. L’organizzazione di appartenenza di questo ragazzo (CHILD BRIGATE) è completamente gestita dai bambini. Io mi chiamo Henry Alexander Castillo, accompagno la delegazione Latino Americana. Vengo da Bogota. Lavoro per l’organizzazione Pequeño Trabajador. Ho 28 anni. Il mio nome è Olga Leticia Alvaro Pol vengo dal Guatemala, accompagno la delegazione dell’America Latina. Accompagno Angel. Ho 29 anni. Io sono Morales Batz Edgar Rolando, sono qui come adulto accompagnatore del movimento guatemalteco. Io sono Antonio Añazco Jara, vengo dal PARAGUAY, accompagno la delegazione Latino Americana. Ho 26 anni. (I delegati dei tre continenti scelgono il loro Coordinatore. Viene nominato: PARBAN RAI, Nepal) COORDINATORE, PARBAN RAI, Nepal: Noi vogliamo ringraziare tutti per l’ospitalità, per averci concesso questo spazio per parlare e per il tempo che ci dedicate. Iniziamo il dibattito, invito i mie colleghi a pensare in termini di tempo, risposte e domande brevi. (Seguono gli interventi dei diversi delegati) Noi apparteniamo al Movimento Mondiale, siamo i rappresentanti dei bambini e degli adolescenti lavoratori provenienti da diversi paesi, veniamo da tre continenti: America Latina, Africa, Asia. Abbiamo lavorato dal 15 al 25 ottobre, a Siena, all’organizzazione del movimento mondiale e alla sua struttura. La struttura sarà formata da un’assemblea e da un organo di coordinamento4. L’assemblea si riunirà ogni tre anni. Invece l’organo di coordinamento, composto da 3 membri per continente più un accompagnatore, si riunirà ogni 2 anni. Il nostro obiettivo è di avere il nostro spazio per poter partecipare, essere riconosciuti come bambini e adolescenti lavoratori, uguali a tutti gli altri bambini. Noi lavoriamo perché ne abbiamo bisogno, per poter rispondere alle nostre necessità, perché abbiamo bisogno di comprare le cose che ci servono per vivere e andare a scuola. Che cosa vogliamo raggiungere nei prossimi anni, ve lo racconterà il mio collega. Vado direttamente al punto. Noi bambini e adolescenti lavoratori organizzati nel movimento mondiale, vogliamo: 1. un mondo dove tutti i diritti di tutti i bambini e di tutti gli adolescenti siano rispettati e protetti, 2. un mondo dove possiamo sviluppare il nostro pieno potenziale, 3. un mondo dove vi sia la scelta di un lavoro dignitoso. (VISIONE5) Abbiamo elaborato anche un PIANO D’AZIONE. Abbiamo cercato di mettere i punti essenziali. Riteniamo fondamentale: 1. Il rafforzamento della nostra formazione. Rafforzare la conoscenza che abbiamo dei nostri diritti, il valore di un lavoro degno e il nostro protagonismo come attori sociali, politici, culturali, ecc…; 2. Rafforzare la comunicazione e l’informazione. Farci conoscere come movimento. 3. Rafforzare l’organizzazione. - Rafforzare il Movimento Mondiale dei NATs; - Aiutare a creare Forum Nazionali e a rafforzare i movimenti locali; - Prendere in considerazione i bambini e le bambine più emarginati (disabili) nel movimento; - Rafforzare la collaborazione con i nostri partner e con le ONG che ci aiutano; - Creare delle reti con agenzie nazionali e internazionali, gruppi di appoggio, istituzioni, Governi, ONG; 4. Promuovere attività economiche nella prospettiva dell’economia solidale (commercio equo); 5. Condividere le nostre esperienze produttive che permettono di rafforzare e rendere più degno il nostro lavoro a livello locale, regionale e mondiale; 6. Migliorare la nostra condizione sul luogo di lavoro, vogliamo che i bambini passino da condizioni di lavoro sfruttato a lavori in condizioni degne; 7. Rivedere le leggi e le politiche sul lavoro minorile; 8. Creare delle reti di collaborazione e rivendicare perché ci sia protezione e sicurezza per i bambini/e sul luogo di lavoro. 9. Celebrare il 20 Novembre e il 9 Dicembre (Giornata Mondiale dei Bambini e Adolescenti Lavoratori). 4 (Integrazione) ASSEMBLEA GENERALE: 9 bambini/e e adolescenti lavoratori delegate e 4 adulti accompagnatori per continente si riuniranno ogni 3 anni per scambiare esperienze e buone pratiche, rinnovare il piano d’azione. La prossima assemblea si terrà in Africa nel 2010. COMITATO MONDIALE DEL MOVIMENTO: 3 bambini/e e adolescenti rappresentanti e 1 adulto per continente si riuniranno ogni 2 anni per elaborare programmi a livello mondiale, realizzare delle valutazioni periodiche e prendere decisioni. Il primo incontro si terrà in America Latina nel 2007. STRUTTURA DI APPOGGIO: Nel 2005 è stato creato un Forum di Adulti composto da organizzazioni e individui che appoggiano i movimenti di bambini e adolescenti lavoratori direttamente e indirettamente per coordinare le iniziative di lobby e sensibilizzazione a livello mondiale. 5 “A WORLD FREE OF CHILD TRAFFICKING, NO DISCRIMINATION AND NO VIOLENCE AGAINST CHILDREN. ALL THE WORLD’S CHILDREN ARE UNITED AND ENJOY THEIR RIGHTS.” (“Un mondo libero dal traffico di bambini, senza discriminazione e violenza verso i bambini, dove tutti i bambini del mondo sono uniti e godono dei loro diritti.”) Abbiamo sottoscritto questo PIANO D’AZIONE per cercare di scambiarci delle informazioni e per decidere le azioni da intraprendere con i nostri partner, nei diversi continenti. In quanto bambini lavoratori di 3 continenti diversi, ci siamo riuniti per trovare delle soluzioni. Veniamo da contesti diversi ma partiamo da esperienze comuni. Noi lavoriamo non solo perché ne abbiamo necessità ma anche perché è il nostro diritto, perché ci dà dignità e perché fa parte delle nostre culture. E’ un modo per assumerci delle responsabilità, ovviamente a nostra misura, e siamo orgogliosi di questo. Noi attraverso il nostro lavoro capiamo molte cose e ci formiamo. In questi giorni siamo riusciti anche a stilare una dichiarazione finale. Nella dichiarazione abbiamo parlato di noi e di quello che abbiamo fatto durante l’incontro di Siena. Abbiamo elaborato delle richieste per i Governi e per le Organizzazioni, per avere da parte loro più impegno. Abbiamo parlato del questionario di monitoraggio della UNGASS sulle condizione dei bambini lavoratori e questo ci ha permesso di fare un primo passo per entrare in relazione con il lavoro dei diversi continenti. Abbiamo deciso durante questo Meeeting che il 9 Dicembre sarà la Giornata Mondiale del Bambino e dell’Adolescente lavoratore. Abbiamo scelto questo giorno perché ricorre l’Anniversario della Prima Dichiarazione dei Bambini e Adolescenti Lavoratori a livello mondiale, fatta nel 1996, a Kundapur (India). E’ importante che questa data, un giorno, sia conosciuta da tutti i bambini del mondo. Le persone che lavorano con i bambini dovrebbero informare i bambini del significato di questo giorno. Invitiamo anche le persone, qui presenti, a celebrare questo giorno con noi e a promuoverlo. Vorrei aggiungere a quanto detto dalla mia collega dell’Africa. Le azioni previste dal PIANO D’AZIONE, sono individuate a livello nazionale, regionale e internazionale. Nel mondo molti bambini lavorano non per proprio interesse ma perché lo devono fare per la propria sopravvivenza. Vogliamo lavorare su due livelli, vogliamo sviluppare noi stessi come persone e vogliamo preservare i nostri diritti di bambini. Sul luogo di lavoro c’è sfruttamento, noi vogliamo che questo sfruttamento smetta di esistere, vogliamo che i luoghi dove lavoriamo e le condizioni di lavoro, siano dignitose. COORDINATORE, PARBAN RAI, Nepal: Se avete domande per quello che riguarda la nostra Dichiarazione e il nostro Movimento, siete invitati a porcele. Annalisa Cipriani, Italianostra: Una prima spiegazione su una serie di documenti. Un punto che avete inserito nella dichiarazione ci preoccupa perché va contro lo sfruttamento. Dichiarate che siete contro l’embargo dei prodotti fatti dei bambini. Questo entra in contraddizione contro tutta una serie di azioni che si stanno facendo per modificare questo commercio e questo sfruttamento. E’ un documento del 1996, io so che ancora c’è discussione su questo. AYAAMMA, India: Le persone qui presenti pensano che non acquistando i prodotti dall’India si farà del bene per i bambini indiani, non è così. Voi boicottate dei prodotti dei nostri paesi pensando di agire per il nostro bene però non vi rendete conto delle conseguenze. Il Governo Indiano ha preso questa decisione senza che venissero consultate le persone, non si è pensato a delle soluzioni alternative. Senza lavoro i bambini dove vanno? I bambini in particolare non sono mai stati consultati su questo. La situazione non sta aiutando i bambini in India, prima almeno si sapeva dove lavoravano. Ora i bambini lavoratori sono scivolati nell’invisibilità e nella clandestinità e quindi la situazione è molto peggiorata rispetto a prima. Prima di prendere decisioni bisogna consultare i bambini in quella situazione specifica, allora sì che li si aiuta! Prendere decisioni senza consultarci non avrà per noi dei buoni risultati. Annalisa Cipriani, Italianostra: C’è un equivoco di fondo nella mia domanda. Noi sappiamo che sul lavoro minorile le multinazionali hanno profitti enormi, quindi il denunciare questo sfruttamento lo consideriamo un valore etico, morale, per migliorare le condizioni di lavoro, per dare dignità a questo lavoro, per far riconoscere questo lavoro. Per dividere i profitti a favore dei diritti di questi bambini, responsabilizzando i governi, che sottoscrivano accordi commerciali sulla pelle dei bambini. DAVID SARAVIA SANCHEZ, Bolivia: Noi come Movimento Mondiale valorizziamo il lavoro ma critichiamo le condizioni di lavoro. Valorizziamo il lavoro perché ci forma e ci dà dignità. Molte persone interpretano male, il traffico, prostituzione, non sono lavori, noi come Movimento riteniamo che questi siano crimini che vanno puniti. Noi come movimento stiamo attenti a tutte le situazioni lavorative di questi bambini, facciamo loro delle proposte, li invitiamo a entrare nel movimento perché possano uscire dai contesti di sfruttamento. E’ importante che venga riconosciuto che noi possiamo fare dei lavori alternativi, come ad esempio stampare delle cartoline, fare delle magliette, … Dar voce alla nostra creatività. E’ importante che la società riconosca il nostro lavoro e il nostro diritto al lavoro. E’ importante che venga riconosciuto che sono lavori di qualità e che non pensino sempre che tutto quello che noi facciamo voglia dire sfruttamento. Anche questa è una realtà. E’ arrivato anche il momento di far vedere anche la realtà dei movimenti dei bambini e degli adolescenti lavoratori. E’ importante lavorare per sensibilizzare e informare le persone, iniziando da oggi stesso. NISHAN ISLAM RAJAN, Bangladesh: Io lavoro molto con le ONG, sono in condizione di acquisire diverse informazione. Le Organizzazioni Internazionali e i Governi, prendono molte decisioni riguardo ai bambini. Raramente ci consultano prima. Di solito prendono le decisioni senza chiederci nulla. La situazione classica, mia e di molti bambini, … io non posso sopravvivere senza lavoro. Nel momento in cui ho deciso di venire all’incontro mondiale, ho fatto molti straordinari per poter guadagnare dei soldi in più, per poterli dare a mia madre. Ci sono molti bambini che vivono in queste condizioni. Se volete prendere delle decisioni che riguardano i bambini, per favore prima parlate con i bambini e discutete con loro. Perché questa è la situazione vera. E’ meglio lavorare per far sì che il nostro salario sia garantito e l’ambiente di lavoro sia migliore e sicuro. CHIARA CURTO: Io vorrei sapere che tipi di lavoro svolgono i ragazzi? Quanti lavorano e basta e quanti di loro riescono a lavorare e ad andare a scuola o comunque a giocare ad avere una vita di adolescenti? Quanti di loro sentono di lavorare in una situazione di sfruttamento? Se c’è qualcuno di loro che crede di avere una situazione lavorativa sicura, qualcuno di voi si sente tutelato? Qualcuno di voi è felice del suo lavoro? TAMBAKE’ - Senegal: Vorrei chiarire i vostri dubbi e le vostre inquietudini rispetto al lavoro minorile. Quello che dobbiamo considerare è che quando le persone parlano di sfruttamento, ci sono due tipi di sfruttamento: - Uno sfruttamento legato ai bambini - Uno sfruttamento legato al lavoro Quando un bambino produce il suo prodotto la cosa più importante per lui è avere del denaro per potersi garantire la sopravvivenza, per poter rispondere ai suoi bisogni. E’ anche vero che acquistare prodotti fatti dai bambini, capire in che contesto vengono fatti è a volte difficile e richiede tempo. Nel momento in cui voi dite al bambino che volete sabotare il suo lavoro, il bambino lo interpreta come se voi voleste impedirgli di avere un vita migliore, di poter sopravvivere. E quindi non capisce, quello che voi volete dire, ovvero che non ci sia sfruttamento. La cosa più importante da fare, visto che voi capite la situazione, cercare di instaurare un dialogo con i bambini lavoratori. I bambini hanno l’esperienza, vi raccontano la loro realtà. Voi così sarete informati della realtà dei bambini lavoratori e sarete informati dei rischi delle importazioni dei loro prodotti. La cosa più importante, secondo me, lavorare intorno a un tavolo di dialogo perché è l’unico modo per arrivare a una soluzione comune. Aldo Raggio, Italianostra: Vado per slogan. Prima questione: l’età. A livello internazionale si è bambini fino a 18 anni. Nei paesi in via di sviluppo, ma anche in paesi europei, si è adulti a 14 anni. La prima azione è sulle leggi nazionali di riconoscimento dei diritti del lavoro (14-18). Poi c’è il problema dei minori di 14 anni. Il secondo aspetto di collaborazione è informare anche i bambini che esistono diverse forme organizzative del lavoro. Terzo aspetto è di sperimentare insieme, le Organizzazioni dei Bambini Lavoratori e chi aiuta i bambini lavoratori, per trovare altre forme più dignitose, più qualificanti di lavoro. E questo è un grosso problema di alleanze politiche. BENJAMINE ABLAVI AGBODJAN, Togo: Vorrei dare rispondere alla domanda strutturata su cinque punti. Io sono apprendista parrucchiera, e lavoro dal Lunedì al Sabato. Durante la settimana svolgo il mio lavoro e arrivo ad avere una certa somma di denaro. La padrona alla fine della settimana divide il guadagno del negozio tra tutte le collaboratrici ma, la divisione è molto difficile. Non c’è stato nessuno che mi ha costretta a lavorare. Quando ho scelto di lavorare, sono stata io a negoziare con la padrona del negozio insieme a mio fratello, sono riuscita ad ottenere 500 franchi alla settimana. Però ci sono delle settimane in cui non abbiamo abbastanza lavoro e percepiamo un salario inferiore. Io cerco di fare altri lavori, vendo caramelle, … per arrivare alla fine del mese e per migliorare le mie condizioni di vita. Io non posso dire essere contenta, ma non può esserci una persona che mi dice che non posso lavorare perché questo è l’unico modo in cui riesco a vivere. ARIEL JOSÉ DANTE ZAPANA, Argentina : Con rispetto alla domanda, ci sono tantissimi tipi di lavoro: vendere caramelle, sugli autobus, vendere acqua alle stazioni, ... Io prima lavoravo in un mercato e trasportavo i pacchi, ora grazie al movimento sto lavorando in una organizzazione che lavora nel Municipio. Il mio lavoro è di formazione, far conoscere agli altri cos’è la partecipazione, cos’è il protagonismo. Io studio all’ultimo anno (delle superiori), il mio lavoro è adeguato al tempo che devo dedicare allo studio. Lavoro metà giornata, poi posso studiare, giocare e stare con i miei amici … si può essere bambini in qualsiasi momento. NISHAN ISLAM RAJAN, Bangladesh: Il mio lavoro è informale. Non posso lamentarmi, se lo faccio vengo picchiato. Inizio alle 3.00 di notte fino alle 7.00 del mattino. Il mio lavoro consiste nel travasare il latte dai camion ai furgoncini che poi li consegnano ai negozi. Io lavoro con un gruppetto di ragazzi, riceviamo mezzo dollaro al giorno, quindi quando abbiamo finito dobbiamo andare a cercare altri lavori perché il nostro guadagno non è sufficiente per sopravvivere. In queste condizioni è molto difficile andare a scuola. Spesso veniamo picchiati quando facciamo degli errori, specialmente i bambini più piccoli. E’ molto difficile andare a lavorare alle 3.00 del mattino, se arriviamo in ritardo, spesso, ci dimezzano lo stipendio. In queste condizioni è molto difficile andare a scuola, anche se molti bambini lo desiderano. UDAYA PRASAD KANKANILAGE, Sri Lanka: Vorrei rispondere al terzo punto della domanda: se i bambini riescono ad andare a scuola oltre che a lavorare. Vi rispondo con la mia esperienza personale. Oltre a lavorare vado anche a scuola e ho il tempo di giocare. Qui abbiamo diversi paesi con una realtà diversa, in SRI LANKA noi abbiamo la possibilità di scegliere di lavorare. Ogni paese presenta delle situazioni diverse. Grazie a questo Movimento, la mia vita è cambiata in modo radicale. Il mio lavoro è formativo, mi dà l’opportunità di apprendere molto perché mi occupo di persone diversamente abili. Sono orgoglioso della mia vita e della mia situazione, perché ho un buon lavoro. TAMBAKÉ, Guinea Conacry: Io penso che da quello che ho sentito e parlando anche dell’esperienza Africana ci sono due tendenze: Ci sono bambini che sono contenti perché attraverso il lavoro arrivano a soddisfare i loro bisogni. Scelgono il lavoro e della possibilità offerta loro dalla criminalità. Scelgono di lavorare come alternativa alla prostituzione, alla droga, alla vita di strada e sono contenti di essere chiamati bambini lavoratori al posto di essere chiamati delinquenti. La seconda tendenza, i bambini che non sono contenti, sono poveri quindi sono costretti a lavorare. Questi bambini pensano che ci si occupa molto dei bambini lavoratori e non di loro. Questi bambini sono esclusi. Sto facendo l’esempio dell’Africa perché è la situazione che conosco meglio, non parlo degli altri paesi. So che ci sono organizzazioni che si occupano di bambini in queste condizioni, ma in Africa i fondi vanno prevalentemente a finanziare progetti per i bambini e gli adolescenti lavoratori. COORDINATORE, PARBAN RAI, Nepal: Stiamo finendo l’incontro, colleghi, dei movimenti dei bambini e adolescenti lavoratori. Vorrei in chiusura, condividere la mia esperienza. In NEPAL ci sono 2,6 milioni di bambini che lavorano. Io lavoro in una cava di pietre, mi occupo di rompere le pietre. Durante il lavoro, una scheggia mi ha colpito e ho perso l’occhio. Ci sono molti casi simili al mio, molti i casi di bambini che lavorano in condizioni pericolose. Quindi ci stiamo riunendo in un Movimento Mondiale dei Bambini e Adolescenti lavoratori per migliorare la nostra condizione e speriamo che voi vogliate unirvi a noi nella nostra lotta e vogliate stare al nostro fianco. Avete avuto il tempo di ascoltarci e per questo vorrei ringraziarvi. MONICA CANU: Questo è stato l’inizio di un dialogo. Il PIDIDA preparerà questo documento sul lavoro minorile e sono tutti d’accordo di condividere questo documento con voi. Sarà condiviso con voi appena pronto. Se da parte vostra verranno altre proposte saranno considerate e valutate. Ancora grazie a tutti.