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Diocesi di Forlì-Bertinoro
ANNO PASTORALE 2011-2012
VANGELO di GIOVANNI
“L’Eucaristia
per la vita”
SCHEDA 1
EUCARISTIA E AFFETTIVITÀ
Giovanni 2,1-11
– In questo anno pastorale 2011-2012 si vuole approfondire il tema dell’EUCARISTIA e farlo calare nella vita di tutti i giorni tenendo presenti gli AMBITI proposti nel Convegno di
Verona: AFFETTIVITÀ, CITTADINANZA, TRADIZIONE, FRAGILITÀ e LAVORO E FESTA.
– Faremo questo approfondimento prendendo come punto di partenza il VANGELO SECONDO GIOVANNI in alcuni brani che possono avere un riferimento diretto o indiretto all’Eucaristia. Per una introduzione minima a questo Vangelo, proponiamo a parte la lettura
di ciò che monsignor Ermenegildo MANICARDI ha detto a Coriano il 3 ottobre scorso.
– Gli incontri che faremo vogliono inoltre portarci a fare una profonda VERIFICA della
valenza educativa che di fatto ha la nostra esperienza della Fede e in particolare la
celebrazione dell’Eucaristia con la nostra vita, tenendo presente che la Fede, se non
ha da dire qualcosa di importante e di decisivo alla nostra vita, non è vera ed autentica
Fede cristiana.
1. PREGHIERA INIZIALE
O Padre, che nella tua provvidenza mirabile hai voluto associare la Vergine Maria al
mistero della nostra salvezza, fa’ che, accogliendo l’invito della Madre, mettiamo in
pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
2. OSSERVAZIONE E MEDITAZIONE DEL TESTO
L’evangelista ci presenta il primo dei “segni” compiuti da Gesù per rivelare la sua identità
e manifestare la sua gloria ai discepoli e così spingerli alla Fede in Lui. Si tratta di una
grande scena d’ingresso, una porta d’entrata che illumina tutta la nuova economia di salvezza instaurata da Gesù.
Ha detto don Sergio Sala a Coriano: “Mettere le nozze di Cana all’inizio del Vangelo (…)
significa per Giovanni illuminare in generale tutta la nuova economia di salvezza: il vino
nuovo, l’ebbrezza dello spirito, la pienezza di grazia e di verità sostituiscono le acque
rituali del giudaismo. E il contesto delle nozze è la prima, la grande bellezza della scena:
la nuova alleanza si celebra con una festa di nozze, in un contesto di profondo amore”.
Con il Vangelo secondo Giovanni Dio, che già conoscevamo come PADRE, in Gesù Cristo
diventa lo SPOSO: Dio è il vero, grande sposo degli uomini.
Lettura di Gv 2,1-11
Questo brano del Vangelo non ha un riferimento esplicito all’Eucaristia, anche se c’è il segno del vino nuovo dato da Cristo e neppure al Matrimonio anche se molti sposi lo scelgono
per la Liturgia nuziale (gli sposi infatti non vengono neppure presentati…); la simbologia
giovannea ci porta comunque a vedere in Gesù lo Sposo della nuova Umanità salvata e ci
aiuta a comprendere la vera essenza dell’Amore. Guidati dalla relazione di don Sergio Sala, fatta a Coriano, facciamo una serie di considerazioni.
Partendo dall’affermazione che DIO È AMORE e che noi siamo stati creati a immagine di
Dio, l’uomo trova il suo centro attivo, la sua realtà più intima e profonda nell’amore; se
vogliamo essere dei veri cristiani dobbiamo essere innamorati di Cristo. L’Eucaristia ci parla del cuore di Cristo, dell’amore di Cristo e illumina il nostro povero amore di uomini, la
nostra affettività.
• L’amore è consegna di sé. Gesù si dona totalmente e Giovanni ci parla dell’amore di
Cristo come consegna personale di sé. Noi non sappiamo amare; Gesù getta luce sui nostri difetti e ci educa all’amore vero. L’affettività non è narcisismo, compiacenza interessata, fare regali: dovremmo ritrovare tutta la bellezza dell’amore come consegna di
sé. I nostri bambini non desiderano tanto giochi e altre cose, ma desiderano soprattutto
la presenza del babbo e della mamma. Anche tra gli sposi ciò che conta è la consegna di
sé; per questo quando ci si sposa non ci si può più tirare indietro; l’amore è indissolubile
perché consegna personale di sé. Questo è l’amore vero; così Gesù ci ha amati, così ha
fatto con noi. Una volta per tutte. Allora si capisce che l’amore non può essere mai un
fenomeno marginale della nostra identità e anche la sessualità non può essere confusa
con la genitalità. È tutta un’altra cosa, perché è consegna, dono di sé; nella sessualità
ci si offre pienamente all’altro.
• L’amore è relazione, è comunione. Abbiamo come non mai il bisogno di amare, ma
siamo incapaci di amare, perché la società di oggi ci spinge a chiuderci in noi stessi.
Abbiamo perduto la capacità di uscire da noi stessi, di vincere il nostro naturale narcisismo e di trovare la relazione con l’altro, la comunione; di qui la fragilità dell’amore
oggi. Noi cristiani però abbiamo una bellissima parola: COMUNIONE, che vuole proprio
dire capacità di mettersi in relazione. Nella celebrazione dell’Eucaristia domenicale
noi siamo resi capaci di formare una comunità con relazioni belle, dove c’è spazio per
la bellezza dei sentimenti, per l’espressione aperta, sincera e franca della comunione.
Quando andiamo a Messa impariamo la comunità, impariamo la gioia di stare insieme,
impariamo la bellezza della comunione, ma si tratta di una comunione vera che implica
anche il sacrificio personale.
• L’amore cela un mistero. Posso andare a Messa e rimanere assente, ma posso andare a
Messa e imparare l’amore, riscoprendo lo stupore di una presenza straordinaria di amore. Nell’Eucaristia c’è qualcosa di profondo, di invisibile agli occhi: l’amore nasconde
un mistero santo. Quando due si sposano, lo fanno perché dicono che si amano ed è
vero, ma nel profondo sono portati da un mistero santo molto più grande di loro. Oggi
siamo portati a banalizzare l’amore, l’affettività, perché viviamo in un mondo dissacrato, incapaci di segretezza, di intimità, di silenzio. Occorre riscoprire questo mistero!
3. ATTUALIZZAZIONE: I NOSTRI VESCOVI SU EUCARISTIA ED AFFETTIVITÀ
“Tra i processi di accompagnamento alla costruzione dell’identità personale, merita particolare rilievo l’educazione alla vita affettiva, a partire dai più piccoli (…). È urgente
accompagnare i giovani nella scoperta della loro vocazione con una proposta che sappia
presentare e motivare la bellezza dell’insegnamento evangelico sull’amore e sulla sessualità umana, constatando il diffuso analfabetismo affettivo. Particolare cura richiede la
formazione al matrimonio cristiano e alla vita familiare. Il rinnovamento di tali itinerari
è necessario per renderli cammini efficaci di fede e di esperienza spirituale. Questo percorso dovrà continuare anche mediante gruppi di sposi e di spiritualità familiare, animati
da coppie preparate e testimoni di unità e fedeltà nell’amore”.
L’Eucaristia è il Sacramentum caritatis (Bendetto XVI), l’espressione più grande dell’amore di Dio per l’uomo in Cristo.
Dall’Eucaristia celebrata, assunta e adorata impariamo ad amare nel modo giusto; da lì
siamo educati a comprendere e sperimentare che l’amore non è pura e semplice «attrazione» sentimentale, ma è soprattutto «donazione» della vita.
L’Eucaristia come sacrificio di Gesù che si rende presente ad ogni celebrazione, educa ad
un amore che comporta sempre offerta, dono, sacrificio e rinunce.
L’Eucaristia come banchetto della Chiesa educa ad un amore che non ha come misura
l’auto-gratificazione, ma la condivisione, specialmente con i più poveri.
L’Eucaristia come presenza reale educa ad un amore che vive lo stile della prossimità
dell’esserci costantemente, e non si limita a qualche sporadico intervento dall’alto.
Chiediamoci:
1) Quando andiamo a Messa, sperimentiamo accoglienza fraterna e relazioni calde,
segni della tenerezza del Signore verso di noi suoi figli, oppure prevale un senso
di disinteresse e freddezza di rapporti? La Messa è Gesù che dona se stesso per
noi: usciamo dalla Messa con maggiore generosità e voglia di donarci agli altri?
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2) L’educazione all’amore come viene proposta nelle nostre famiglie e nella nostra
Comunità? Che cosa pensate delle sperimentazioni affettive e sessuali precoci,
dei rapporti prematrimoniali, delle convivenze e dei divorzi?
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3) Quali obiettivi realistici possiamo darci per rinsaldare la formazione all’amore
e agli affetti dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani? Il gruppo
di coppie e di famiglie, gli incontri dei genitori potrebbero aiutare a costruire
“alleanze educative” per favorire la formazione all’amore dei più giovani? Che
cosa fare concretamente?
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4. PREGHIERA FINALE
Manda, o Padre, in mezzo a noi
lo Spirito dell’AMORE, che vinca l’egoismo,
lo Spirito della FEDE, che vinca l’indifferenza,
lo Spirito della PACE, che vinca le divisioni,
lo Spirito del PERDONO, che vinca il risentimento,
lo Spirito del SERVIZIO, che vinca ogni chiusura.
Te lo chiediamo,
per Gesù Cristo nostro Signore.
Amen.