camerun una galleria d`uomini

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camerun una galleria d`uomini
CAMERUN
UNA GALLERIA D'UOMINI
1° giorno
Italia-Douala
Voli di linea. Partenza per Douala, dove l’arrivo è previsto in serata. Pernottamento all’hotel Sawa.
2° giorno
Douala-Garoua
Douala, capitale economica che sorge sulla riva sinistra del fiume Wouri. Animata e dinamica, la
città si è ingrandita rapidamente grazie al suo porto fluviale situato sull’estuario del Wouri,
posizione privilegiata rispetto ai porti sull’oceano. I visitatori stranieri sono poco interessati dai
quartieri industriali laboriosi o dalle strade commerciali su cui si affacciano compagnie marittime,
banche e società di import-export, ma preferiscono ritrovare la vera Africa nei mercatini brulicanti di
acquirenti, nei piccoli banchetti che espongono sigarette o noci di cola, presso i mercanti ambulanti
che offrono ai passanti una piccola scelta di mercanzia: dovunque si vende, si baratta, si tratta il
prezzo con un sorriso. Opportuna una visita al centro artigianale ricchissimo di oggetti, statue e
maschere in essenze pregiate. Pasti liberi e transferimento dopo pranzo in aeroporto per l’imbarco
sul volo per Garoua. Cena e pernottamento in Hotel a Garoua.
3° giorno
Pouss-Maga
Partenza di primo mattino sulla strada asfaltata che porta verso nord e poi verso est fino al confine
con il Tchad. Qui, ai bordi del fiume Logone e del lago di Maga sorge il grosso villaggio di Pouss,
piacevolmente ombreggiato da palme borasso. E’ noto per il suo fantasmagorico mercato del
martedì in cui si incontra il miscuglio di genti che ben dimostra quale crogiolo di etnie sia il Camerun.
Ogni gruppo razziale presenta delle caratteristiche precise che rendono i propri membri identificabili:
donne Mousgoum dalle labbra e narici trapassate da inserti decorativi di "calebasse" (zucca), Peulh
M'Bororo ornate di tatuaggi sui volti dai tratti fini, Massa dalla statura elevata e guance mirabilmente
scarificate. Al mercato si vende e si baratta un po’ di tutto: riso, pesce, legumi, tessuti, birra di
miglio, chincaglieria, gioielli. Visita alle ultime "case ad obice" dei Mousgoum, straordinario esempio
di architettura spontanea in fango ormai abbandonata per la difficoltà di costruzione. La pista corre
lungo l'argine artificiale del lago Maga, creato nel 1979 per assicurare alla regione una vasta ed
importante riserva d'acqua. Il lago alimentato dal fiume Logone e da numerosi “mayo”, termine
fulbe che indica i corsi d'acqua a carattere stagionale, garantisce l'irrigazione di ampie risaie e di
altre produzione agricole oltre a fornire grandi quantità di pesce. Un'escursione con un'imbarcazione
locale permette di scoprire la vita sul lago e, con un po' di fortuna, di avvistare cicogne, cavalieri
d'italia, spatole, e i tanti uccelli che qui trovano rifugio. Pernottamento in un piccolo hotel a Maga.
4° giorno
Koza-Oudjilla
Col di Koza è un interessante passaggio in territorio Matakam, tra colline punteggiate da una
miriade di stupendi saré dalle sagome svettanti. Questi saré di montagna sono costituiti da molte
capanne erette in pietra legata con argilla e coperte da stuoie grossolane di miglio. Una piccola
porta permette l’accesso mantenendo l’interno buio e fresco. Il capo famiglia aggiunge una donna
al suo harem? Nessun problema! Si annettono al saré per lei una camera, un granaio, un
magazzino ed una cucina. Come a Oudjilla, località isolata e raggiungibile tramite una pista
impervia, nota per uno dei più curiosi e smisurati "saré", abitazione di un capofamiglia Podoko
famoso nella regione grazie allo schieramento di una cinquantina di mogli che lo hanno arricchito di
un’ampia discendenza. Poiché ogni donna ha diritto a quattro capanne, la sua famiglia copre uno
spazio importante. Visita dell’abitazione padronale, semi-interrata per proteggersi dalla calura, e
delle strutture circostanti. Campo.
5° giorno
Tourou
Il paesaggio dei Mandara accompagna il viaggiatore verso la prossima meta. Ecco le piccole
comunità immerse nella verzura, tra i campi di miglio, dove l’incontro con la gente risulta
particolarmente gustoso. Ma il “coup de foudre” oggi colpirà a Tourou, piccolo villaggio sul confine
con la Nigeria nel quale il giovedì convergono gli abitanti della regione per dare vita
all’animatissimo, coloratissimo mercato settimanale, uno dei più tipici del nord del Cameroun. Del
tutto singolare il settore della vendita della birra di miglio curato dalle donne Hidè, riconoscibili grazie
al tipico copricapo: una mezza zucca dipinta di rosso e decorata. Unica la danza di questi elmetti tra
la folla… un colpo d’occhio da non perdere! ma zucche e vistosi “piercing” metallici sulle narici delle
donne non rispondono solo a canoni estetici ma descrivono con precisione lo stato civile della
signora. Notte in un piccolo Hotel nella cittadina di Mokolo.
6° giorno
Rhumsiki
Si continua verso la regione dei Kapsiki, territorio dai paesaggi imponenti disseminato di picchi
vulcanici, secondo André Gide "uno dei siti più belli del mondo". Il mercato di Mogodè che si svolge
sotto uno spettacolare dito di lava, il villaggio di Rhumsiki, perduto in un panorama grandioso di
spuntoni di lava, la visita delle case tradizionali, l'incontro con "lo stregone del granchio", con i
tessitori, le vasaie, i fabbri, sono momenti indispensabili per la comprensione della realtà socioeconomica dei Kapsiki. Animiste, queste genti assistono ora alla cristianizzazione della popolazione
più giovane. Il culto dei morti è fondamentale ed un funerale è un evento che travolge tutta la
popolazione in canti, danze e grandi libagioni. A Rhumsiki cena e pernottamento nei locali
“boukarous” del Campement, specie di bungalows ottimamente situati di fronte ad uno spettacolare
spuntone di lava.
7° giorno
Roumsiki-Garoua
Una pista tra gli splendidi paesaggi dei Monti Mandara scende a valle in direzione di Garoua, grosso
centro urbano e produttivo ed anche unico vero porto fluviale del paese. Quando la stagione e il
livello dell’acqua lo permette le mercanzie, cotone innanzitutto, possono scorrere da qui fino alla
Nigeria ed al Fiume Niger raggiungendo l’Oceano Atlantico dopo un percorso di 1600 chilometri
circa. Cena e pernottamento in Hotel.
Dall’8° al 11° giorno
Alantika
Una pista porta fino al piccolo villaggio di Wangay in cui si lasceranno le auto e da dove comincia
finalmente il trekking. Dopo due ore di marcia in pianura si raggiungono i primi insediamenti koma,
dai quali poco dopo si comincia la salita verso i villaggi più isolati. Il sentiero è un saliscendi tra colli
e vallette punteggiate da minuscoli villaggi; si incontrano ancora donne vestite con i tipici “cachesexe”, gonnellini di foglie, e uomini armati di arco e frecce. Il trekking tocca punti spettacolari
favorendo al tempo stesso l’incontro ed il contatto con questa popolazione di agricoltori che a fatica
strappa i raccolti ai terrazzamenti in bilico fra le rocce. I villaggi si presentano come agglomerati di
tonde capanne di fango dal tetto di paglia; attraverso un’anticamera si passa alle costruzioni adibite
a camere, magazzini, ripostigli, stalle, fino alla casa dei feticci, isolata, mini-santuario dove i Koma
custodiscono gelosamente i loro oggetti più preziosi: strumenti rituali, lance ed i crani degli antenati.
Le cerimonie sono imperniate sui riti della fertilità, della morte e della conoscenza: semine, raccolti,
funerali ed iniziazioni sono occasione per riunire la popolazione e tener vive le tradizioni. In
particolare fin dalla tenera infanzia i Koma si ritirano a più riprese, secondo le classi d’età e quindi
di conoscenza, in una specie di “università della savana” dove imparano non solo le tecniche di
coltivazione, ma anche e soprattutto la religione ed il modo di servire gli avi e le divinità. Come nella
maggior parte delle religioni animiste, il dio dei Koma si è allontanato dal mondo dei vivi dopo averlo
creato, ma fortunatamente ha lasciato innumerevoli divinità subalterne che fanno da collegamento
tra lui e gli uomini: i geni, che popolano il cielo, la terra e le acque, e gli antenati. Così per conciliarsi
la simpatia delle divinità vengono sacrificati molti animali e fatte offerte. Durante queste celebrazioni
vengono ingurgitate enormi quantità di birra di miglio indistintamente da tutti, anziani, donne e
bambini, e la comunità inizia una vera e propria maratona di danza che la terrà sveglia per giorni, e
notti, in un baccano infernale di fischietti, corni, flauti, tamburi e sonagli legati alle caviglie dei
danzatori. E’ a questo punto allora che appaiono i celebri bouffons - péteurs (buffoni che provocano
il riso lanciando peti), il viso sporco di fuliggine e di laterite, agghindati con berretti piumati e corna di
bovini: con risa stridenti e voci in falsetto se la prendono con i non-iniziati, con le donne ed in
particolare con i bambini. Le genti Koma, suddivise in vari gruppi che parlano dialetti diversi, sono
forse l’ultima etnìa veramente autoctona d'Africa. Isolato completamente dal resto del mondo e
protetto dalla natura impervia di questa zona, questo popolo ha continuato a vivere nei suoi
massicci-rifugi come in un’isola deserta ed ha conservato nella sua purezza originale le tradizioni e
la religione. Ottenendo così il nome “Koma”, “selvaggio”, donato dai loro vicini camerunesi. Molte
donne Koma non presentano gli incisivi, estratti in tenera età per ottenere, secondo la credenza,
una numerosa progenie. I Koma, al contrario del resto del paese, non hanno né re né sultani, ma
anziani che detengono il potere effettivo in ciascun villaggio, che è una piccola comunità
indipendente. Campi.
12° giorno
Wangay-Rey Bouba
Si costeggia il Parco della Benoué, Rey Bouba, un frammento di medioevo. Il lamidato fu fondato
nel 1804 dal Bouba Ndjida che per trent'anni perseguitò le tribù animiste della regione per
islamizzarle ed asservirle. Qui il "lamido" (equivalente di sultano) è capo spirituale e temporale
assoluto e vive circondato dai suoi dignitari e dalle autorità religiose. Impossibile visitare il palazzo,
protetto da una alta muraglia di “banco”. Attraverso l'unica enorme porta fiancheggiata da colonne
in legno lavorato si intravede il viavai di servi, dignitari, donne addette alla cucina, alle pulizie, tutte a
seno scoperto come è d’uso, eunuchi a torso nudo dal distintivo perizoma di cotone bianco che si
consacrano alla sostanziosa schiera di mogli del sultano: un vero villaggio dalle regole precise,
austero, impenetrabile, all'interno del villaggio. Campo.
13° giorno
Rey Bouba-Garoua
Il venerdì è giorno di mercato, un'occasione per incontrare i Peulh M'Bororo della regione che qui si
danno convegno, gli uomini bardati dei loro smisurati copricapo, le donne dai volti mirabilmente
tatuati e scarificati. Rientro a Garoua ed imbarco la sera sul volo per Douala e continuazione sul
volo internazionale.
14° giorno
Italia
Imbarco sul volo di linea ed arrivo in Italia.
una galleria d’uomini
un itinerario in 14 giorni
Prezzo per persona in doppia con guida locale francofona
La quota comprende:
I voli internazionali a/r in classe Economy
I voli interni in Camerun
Sistemazione in camere/bungalows/tende doppie come da programma
Trasferimenti da e per gli aeroporti in Camerun
Circuito a bordo di fuoristrada
Tutte le escursioni e le visite citate nel programma
La quota non comprende:
Tasse aeroportuali, security tax & fuel surcharge (da calcolare al momento della conferma
del viaggio)**
Il visto d’ingresso (€ 115,00)
L’assicurazione medico/bagaglio (€ 70,00)
I pasti a Douala.
Bevande, mance, eventuali tasse d’imbarco da pagare in loco, extra di natura personale,
quanto non espressamente citato
HARMATTAN Srl - via Marignana, 98 - 31021 Mogliano V.to
Tel. 041 8122956/041 5420641 Fax 041 8122938
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