Sfida raccolta

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Sfida raccolta
Più
famiglia
nella scuola
Periodico di informazione della C.E.F.A. Associazione di Famiglie per l’Educazione e la Cultura
Sfida
Educare insieme:
la scuola che fa bene
di Gianni Vicari
Direttore Iunior International
N
el preparare, alcuni giorni fa,
una relazione sul tema “Scuole
promosse da Genitori”, ho riletto
alcuni paragrafi della Carta dei principi delle scuole Faes, realizzata nel 1977, e sono
rimasto particolarmente colpito - come se
lo leggessi per la prima volta! - dall’art. 2,
comma 3 in cui si dice esplicitamente che i
genitori sono i primi e principali educatori
dei figli ed è di loro pertinenza la scelta del
tipo di educazione da dare loro.
Il tutto è avvalorato anche da illustri
documenti di riferimento come l’art. 26
della Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo e l’art. 30 della Costituzione
della Repubblica Italiana: oggi, più che mai,
abbiamo bisogno di rimettere a fuoco questo
tema sostenendo tutti i padri e le madri ad
affrontare con coraggio questa sfida.
Recentemente il Ministro della Pubblica
Istruzione Italiana, Maria Stella Gelmini, in
occasione della giornata europea del Genitore che aveva come tema “Educare insieme: la scuola che fa bene”, ha sottolineato
che l’emergenza educativa è diventata una
priorità nella società attuale che è sempre
più orientata a traguardi di successo personale, ma poco sensibile alla formazione
umana e alle relazioni interpersonali significative.
“Educare insieme: la scuola che fa bene”...
in questa bellissima espressione è sintetizzato il nostro progetto scolastico in cui è presente la collaborazione Famiglia e Scuola
e la bellezza e l’efficacia che questa stessa
alleanza produce nelle realtà educative della
CEFA.
Forte di questa convinzione mi accingo
a comunicare al Parlamento Europeo il
prossimo 16 novembre una breve relazione
su “Presentaciòn de buenas practicas de
participaciòn de las partes interesadas” in
quanto ospite dell’OIDEL (Organisation
International pour le droit à l’Education et
Liberté d’Enseignement), di cui il FAES è
membro ormai da molti anni.
Anno 3 - n. 3 - NOVEMBRE 2010
raccolta!
Un nuovo anno scolastico inizia e con esso riprende
la sfida educativa che ci vede coinvolti in piena
sinergia con le famiglie dei nostri alunni
della Prof.ssa Mirella Rossi
Ufficio Studi CEFA
“È
emersa, accanto alla preoccupazione per l’emergenza, la volontà di raccogliere la sfida e la consapevolezza
di una radicata speranza…”
Sono queste le parole con le quali si conclude
la Relazione del Gruppo di Studio dei Genitori
presentata alla Tavola Rotonda del 12 giugno
scorso.
Sono le conclusioni a cui si è arrivati dopo un
attento studio del testo “La sfida educativa”
soprattutto per la sezione dedicata alla famiglia.
Questo percorso critico ha preso le mosse
dall’emergenza educativa che attraversa
trasversalmente tutti gli ambiti della vita civile
della nostra società, per mettere in luce il deficit
educativo, di cui essa soffre. Si rilevano ormai
con facilità gli insuccessi e i fallimenti che vanno
allargando in modo allarmante il tessuto sociale,
pieno di strappi e lacerazioni, a volte abbastanza
vistosi.
Dall’emergenza si è passati poi alla sfida
educativa, che vede in prima linea i genitori e la
famiglia. Quante iniziative, quanto volontariato,
quanti movimenti e associazioni operano per
contrastare direttamente e indirettamente le
tendenze negative, amplificate a dismisura dai
mezzi di comunicazione sociale!
Da questa considerazione si aprono i percorsi
della speranza. Occorre recuperare una buona
vista, un campo visivo idoneo a leggere la realtà
non sulla base di un vago idealismo o di una fede
proiettata nell’aldilà, ma neanche sulla base di un
piatto empirismo, ma un campo visivo completo:
quindi uno sguardo ravvicinato sul dato concreto
e uno sguardo che questo dato trascende, cioè il
senso profondo della vita e delle cose.
Bisogna ritornare ai fondamenti, agli interrogativi
di base per non confondere l’effimero con
l’essenziale in un circolo vizioso di imperativi indotti.
Realisti e lungimiranti. Nel contesto in cui viviamo
Più Famiglia nella Scuola - Anno 3 N. 3 - novembre 2010
non è facile essere né realisti né lungimiranti.
Viviamo l’attimo fuggente e la realtà si identifica
con il nudo dato di fatto privo di collegamenti
e di spessore. E’ impossibile pertanto spingere lo
sguardo oltre il contingente e di conseguenza
acquisire quella dimensione di lungimiranza che
è speranza costruttiva per un futuro migliore.
Tornano alla mente le parole di Jean Guitton
“abbiamo il dovere di essere intelligenti” cioè
recuperare un campo visivo a 360°.
Quanto valgono queste considerazioni se riferite
alla cultura e all’educazione a cui per altro si ispira
la Carta dei Principi del FAES, oggi più attuale che
mai!
La cultura indica la nostra storia sulla quale e
nella quale realisticamente ci siamo costruiti e
l’educazione è quel lavorio personale in cui quella
storia diventa la “mia” storia. “L’educazione
deve riprendere il suo ruolo, cioè diventare una
elaborazione riflessiva della cultura”. Solo in
questo modo radici culturali e familiari, tradizioni
potranno essere rigenerate e trasmesse con
arricchimenti nuovi e con modalità in sintonia con
i tempi.
La famiglia, la scuola, gli ambiti sociali sono tutte
componenti fondamentali in cui ci troviamo a
vivere. Lo sforzo allora, oggi, è quello di recuperare
da un lato la capacità di leggere la realtà nella
pienezza dei suoi molteplici aspetti e dall’altro
di coltivare una fitta rete di relazioni autentiche
perché attraverso di esse la persona matura,
costruisce la sua personalità e sviluppa una
dimensione relazionale di importante significato
sociale.
L’esperienza della nostra realtà educativa è
proiettata attraverso il suo Progetto Educativo,
la partecipazione allargata delle famiglie, dei
docenti, di quanti operano nelle nostre strutture,
verso questo nuovo modello di scuola con una
speranza piena di futuro.
Un anno speciale
di Caterina Contenti
Direttrice Petranova International
È
sempre emozionante l’inizio di
un nuovo anno scolastico: “le
famiglie storiche” che si muovono
con passo sicuro, apprezzando le novità
della scuola e le nuove famiglie (tante!!!)
subito accolte in un’atmosfera di allegria e
amicizia; le docenti che, con la passione e
la professionalità di sempre, sono la colonna del Petranova International; i piccoli
che corrono e ridono nei corridoi con i
loro grembiuli colorati; le bambine della
Primaria che hanno sempre da raccontare
o chiedere qualcosa e le ragazze della
Secondaria che da un anno all’altro si trasformano in “piccole donne”…
Passato il periodo più impegnativo, abbiamo voluto inaugurare insieme questo
nuovo anno scolastico che si preannuncia
davvero speciale: il trend delle iscrizioni
ha superato le nostre aspettative. Il prossimo anno, poi, festeggeremo i primi 30 anni
del Petranova International e sono ormai
tante le ex alunne che si sono inserite con
successo nel ciclo della Scuola Secondaria
Superiore. Il progetto di BILINGUISMO
è stato ulteriormente potenziato e si è arricchito di nuove modalità e iniziative: dai
gemellaggi attraverso Skype all’aumento
della compresenza dell’insegnante madrelingua, all’adozione di testi per bambini
inglesi ( e non per italiani che imparano
l’inglese!). La partecipazione dei genitori
a tutti gli strumenti della collaborazione
educativa, dal colloquio con la docente
tutor alla riunione informativa sulla
didattica e gli incontri di orientamento
pedagogico, aumenta sensibilmente ogni
anno con crescente soddisfazione di tutti.
Tutti risultati raggiunti INSIEME ed è per
questo che INSIEME vogliamo festeggiare
perché l’inizio della scuola per le famiglie delle scuole FAES è anche inizio o
“ripresa” di un percorso che ci vede uniti
e “complici” nel progetto più importante
della nostra vita: fare dei nostri figli e
alunni delle Persone complete, libere, responsabili, ricche di umanità e cultura.
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Come i mass media falsano
l’immagine della famiglia
Speciale: La sfida educativa
La grande mutazione
di Gianluigi De Palo
Presidente Forum delle Associazioni Familiari del Lazio
I
media, soprattutto la televisione, sono ormai diventati un luogo di conflitto, un moderno campo di battaglia in cui ci si contende l’affermazione
di diverse immagini o idee di famiglia e di socialità. E la dialettica tra
rappresentazione e rappresentanza può così talvolta tradursi in crisi di
fiducia nei processi stessi di mediazione, generando per esempio sospetto
nei confronti di parte dell’informazione.
L’immagine che la televisione dà della famiglia è spesso artefatta, falsa.
Un prezzo da pagare alla inevitabile spettacolarizzazione insita nel piccolo schermo? In parte sì, anche se questo vale in realtà per tutti i media. Il
tran tran non può interessare narrativamente. Ma un conto è raccontare
una storia, come fa per esempio il cinema (anche se occorrerebbe vedere
come), altro conto è affermare di rappresentare la realtà. Come avviene
in tivù.
Si punta unicamente sul sensazionalismo e su ciò che è trasgressivo. O,
quantomeno, è il registro dominante. La famiglia, insomma, deve sempre
andare in crisi. La regola di fondo è diventata: va dove ti porta il cuore. Prevale un’etica debole dell’inclusione. Insomma, basta volersi bene. Domina
un ideale individualista. Che è il contrario dell’essenza stessa della famiglia.
Uno dei principali problemi che occorre segnalare come vera emergenza
dei nostri tempi è che l’urlare in maniera sragionata
e sconclusionata dei titoli col solo scopo di catturare
l’attenzione del pubblico (“La famiglia uccide più
della mafia…”; “La famiglia uccide come il cancro…”), è un fenomeno che ha via-via caratterizzato, in modo sempre più preoccupante, anche
dei media più antichi, tradizionali, un tempo
ritenuti ferme ed affidabili fonti informative,
come i giornali e l’informazione su carta stampata.
Non c’è niente di più bistrattato della famiglia
oggi. Non solo a livello mediatico, ma anche e
soprattutto a livello culturale. Quando si parla
di famiglia la si immagina come qualcosa di
vecchio, di stantio, di sorpassato. Vengono alla
mente fotografie sbiadite ed in bianco e nero.
Situazioni noiose, ripetitive, grigie. Niente di più
falso, niente di più irreale. C’è una bellezza nel
dire sì per tutta la vita ad una donna. C’è una
bellezza e una gioia che, da quando è nato il
mondo, ci spinge a fare un figlio. Ad alzarci la
notte per cullarlo, a dare la vita per lui. Un figlio è la nostra proiezione nel futuro e, conseguentemente, una parte della proiezione nel futuro del
nostro Paese.
La persona al centro
L
della persona umana
Una lettura sociologica
dell’attuale contesto educativo
di Sergio Belardinelli
Professore ordinario di
Sociologia dei processi culturali e comunicativi
Università di Bologna
La lettura sociologica dei processi educativi offertaci
da Luigi Frudà, professore dell’Università “la Sapienza”,
nell’ambito della Tavola Rotonda del 12 giugno scorso
sulla sfida educativa, si è aperto con un interrogativo: “La
grande mutazione, a che punto siamo?”.
L’illustre sociologo ha analizzato gli aspetti più rilevanti del
nostro attuale contesto sociale, sottolineando la profonda
mutazione dei modelli socio-culturali di riferimento.
Il Prof Frudà, grazie ad interessanti dati a corredo, ha
potuto evidenziare diverse questioni davvero inquietanti:
dalla traumatica mutazione della struttura economica
all’allarmante crisi demografica del nostro Paese, dalla
crescente complessità urbano-metropolitana ai nuovi processi migratori inevitabilmente correlati a nuove incognite
culturali e sociali, al riposizionamento dei ruoli delle donne
a livello individuale, familiare, di gruppo e sociali, con le
conseguenti mutazioni, strutturali e culturali, intervenute
sull’istituto familiare e sui nuovi stili di vita.
L’intervento si è concluso con un interrogativo aperto:
“Che fare allora di fronte a questo nuovo quadro sociale e
culturale?”.
Secondo la sua analisi, tre sono le piste da seguire per affrontare l’emergenza e la sfida educativa:
1. “Introdurre correttivi strutturali di medio e lungo periodo
(politiche-cultura).
2. Interpretare il mutamento: progettare comportamenti
adattivi (spazio-tempo-stili di vita).
3. Ricentralizzare il ruolo della famiglia, ri-educando le
famiglie.”
Indicazioni senz’altro impegnative, che fanno intravedere
una possibile speranza di ripresa e che coinvolgono in
primis la famiglia e poi la Scuola, l’Università quali poli insostituibili di educazione e di cultura.
Luigi Frudà
direttore del Dipartimento
di Sociologia e Comunicazione
Università La Sapienza di Roma
Genitori al lavoro
di Veronica Paliotta
Gruppo di studio genitori Iunior
e scuole CEFA-FAES da anni operano nella convinzione che
i genitori sono i primi responsabili dell’educazione dei figli.
Convinte della necessità di un’unità di obiettivi tra famiglia
e scuola nel lavoro educativo si sono prefissate di facilitare e stimolare l’impegno dei genitori come educatori, offrendo
loro occasioni di approfondimento e aiutandoli a scoprire le loro
capacità educative.
È nella consapevolezza della necessità di sostenere i genitori a
riscoprire la bellezza del loro compito di offrire ai figli un’educazione completa, armonica, di qualità e fondata sulla dignità
della persona che viene loro proposto periodicamente un percorso di studio, così come è avvenuto nell’ultimo anno scolastico, quando un gruppo di genitori ha concentrato la propria
attenzione sul volume curato dal Comitato per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, La sfida educativa.
L’Educazione come generazione
Le riflessioni si sono focalizzate sull’educazione nell’odierno contesto sociale, segnato da dinamiche di mutamento di costumi
che hanno inciso profondamente sul processo di socializzazione
e formazione delle nuove generazioni.
L’“emergenza educativa”, a cui il Comitato fa riferimento, implica una nuova sfida per il coinvolgimento, in primis, dell’uomo e
della nostra stessa civiltà.
In questo richiamo gli ambiti fondamentali come la famiglia e
la scuola – per essere attori dello stesso processo educativo –
sono chiamati a collaborare insieme per mettere al centro la
persona, valorizzando la sua umanità.
È questo il decisivo principio antropologico che sta alla base del
rapporto-proposta: la formazione del soggetto autenticamente
umano, per la quale i genitori e i maestri delle scuole FAES, come
nel passato, si propongono di lavorare con passione educativa.
La speranza e la responsabilità
L
a sfida educativa, il “Rapporto-proposta sull’educazione”, pubblicato dal “Comitato per il
Progetto Culturale” della Conferenza Episcopale Italiana, presieduto dal Cardinale Camillo Ruini, costituisce un po’ l’ultimo richiamo e insieme un tentativo di risposta a quella “emergenza
educativa”, sulla quale, come è noto, Benedetto
XVI insiste ormai da diversi anni.
Il semplice fatto di nascere uomini implica dunque
che abbiamo bisogno di educazione. Ne abbiamo
bisogno, non per diventare buoni cattolici o buoni
cittadini, ma semplicemente per trovare la nostra
strada, per sentirci a casa nel mondo che abitiamo
e diventare ciò che siamo: uomini, appunto.
Viviamo in una società “ipotetica”, orgogliosa della propria “debolezza” normativa e intellettuale. La
maggiore libertà di cui tutti godiamo, i grandi mezzi
di comunicazione di cui disponiamo avrebbero esigito soprattutto maggiore responsabilità da parte
di tutti i soggetti coinvolti nei diversi processi educativi. Invece abbiamo abdicato proprio su questo
punto.
In questi anni abbiamo parlato molto di amicizia tra
genitori e figli e tra maestri e allievi, molto di tecniche educative, ma troppo poco di educazione, os-
“Il semplice fatto di
nascere uomini implica
dunque che abbiamo
bisogno di educazione”
sia di responsabilità, serietà, doveri; abbiamo parlato troppo poco di bellezza, di passione, di questioni sostanziali collegate ai valori, alle convinzioni,
alle tradizioni culturali dei popoli, senza accorgerci
che in questo modo stavamo semplicemente fuggendo da noi stessi e oggi lo scontiamo in termini
di spaesamento, sradicamento, disagio sempre più
profondo sia da parte degli adulti che dei giovani.
Ci siamo erroneamente illusi che l’educazione potesse essere una materia da “esperti”, dimenticando così le poche e semplici evidenze elementari
su cui, da sempre, si fondano tutte le vere relazioni
educative: convinzioni profonde, amore, esempio
e, soprattutto, nessuna pretesa di essere padroni
della situazione.
Elusa la questione del significato vero dell’educare, di fatto abbiamo eluso anche la vera posta che
è in gioco nell’educazione: un ideale di umanità,
un ideale antropologico, tutta una tradizione, una
storia, che ci interpellano e di cui dobbiamo farci
carico, ognuno con la nostra libertà. Anziché puntare alla formazione della persona, ci siamo affidati
alle metodologie, ai “saperi” da trasmettere, alla
neutralità delle nozioni e dei valori insegnati, generando così disinteresse psicologico e relativismo
ideologico, ma nessuna vera formazione.
Famiglie, mondo della scuola, mondo del lavoro,
operatori del mondo dei media, tutti sono chiamati
a confrontarsi con l’odierna “sfida educativa”. Ne
va di uno dei fondamentali dell’esistenza dell’uomo. Potremmo anche dire che la “questione antropologica” si gioca oggi soprattutto sul piano educativo.
di M.Paola Vandenbulcke – Ernesto Casara
Gruppo di studio genitori Petranova
I
l Gruppo di Studio costituito dai genitori delle Scuole Petranova e
Iunior ha sostenuto il FAES nell’ approfondire e organizzare la Tavola
Rotonda sul testo “La Sfida Educativa”, il libro del Comitato per il
Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che
nasce come risposta alla Lettera del Santo Padre Benedetto XVI indirizzata alla Diocesi e alla Città di Roma “…sul compito urgente dell’educazione”.
Gli incontri del Gruppo di Studio, arricchiti anche da ottime cene, hanno permesso di approfondire il testo, destando grande interesse per i
temi trattati, il grado di approfondimento, la loro contemporaneità e il
messaggio di speranza, che mettono al centro del mondo la persona
e ridonano uno sguardo ampio agli orizzonti dell’essere umano e al
suo futuro.
Durante gli incontri del gruppo è emersa l’attenzione su 3 temi: L’emergenza (legata ai negativi fenomeni sociali rilevati nella società italiana). La sfida (tentata da chi nel nostro paese oggi cerca di preve-
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nire, dare risposte, promuovere comportamenti virtuosi). La speranza
(delle persone e delle famiglie di vedere realizzato un futuro migliore
per i loro figli).
Nei nostri dibattiti serali, ci siamo resi conto che, in qualità di genitori
di ragazzi che frequentano scuole FAES (che hanno nella collaborazione scuola-famiglia una delle prerogative fondanti), abbiamo a disposizione diversi punti di forza per una risposta efficace, tenuto conto
anche delle crescenti pressioni che il mondo del lavoro ed il sistema
dei consumi esercitano sulla famiglia.
Riconoscersi già sostenuti per fronteggiare la sfida posta dall’emergenza ci ha fatto provare un sentimento di sollievo ed allo stesso tempo un senso di forte responsabilità per l’impegno particolare cui ci
sentiamo chiamati, un sentimento di speranza infine nel rilevare che
altre associazioni e gruppi si muovono in maniera analoga, aprendo
la possibilità a future sintonie e sinergie.
La targa in memoria del nostro ex Presidente e amico Arrigo
Persichetti, consegnata a sua moglie dal Prof. Piero Sandulli,
in occasione della tavola rotonda da lui moderata il 12
giugno scorso presso la Biblioteca Nazionale di Roma
Più Famiglia nella Scuola - Anno 3 N. 3 - novembre 2010
Alla scoperta
delle nostre radici
delle Alunne V primaria Petranova
V
enerdì 1 ottobre siamo andate ai Musei
Capitolini con le maestre Susy e Maria, per
conoscere meglio le origini di Roma e per
prepararci al progetto “Roma ieri, oggi e
domani”. Per fortuna quel giorno, che era iniziato
con delle brutte nuvole che minacciavano pioggia,
si è trasformato in una giornata calda e soleggiata.
Abbiamo cominciato con la visita della domus, la
casa dei Romani più poveri, e poi siamo salite alla
piazza del Campidoglio al cui centro domina la statua di Marco Aurelio che non è quella originale.
Qui sedute intorno alla fontana, abbiamo aspettato
la prof.ssa Rossi.
Quando è arrivata, siamo finalmente entrate ai
Musei Capitolini e in una sala… WOW! C’era il vero
Marco Aurelio! Bellissimo! Siamo rimaste impressionate dalla grandezza di questa scultura, in oro fuori
mentre all’interno è di bronzo. Sembrava un gigante e noi, al suo confronto, tanti nanetti. Abbiamo
visto anche la Lupa Capitolina che allattò Romolo e Remo e abbiamo scattato diverse fotografie
soprattutto ai due “gemellini”. Abbiamo visto poi
le grandiose fondamenta del Tempio di Giove. Ci
sono molto piaciuti la Medusa e lo Spinario, il preferito della maestra Susy, che rappresenta un ragazzo
che si toglie una spina dal piede.
Uscite dai Musei abbiamo visto da una terrazza il
Foro Romano e individuato il Tabularium, la tomba di Romolo, la Via Sacra e il Palatino. Mentre
passeggiavamo la prof.ssa Rossi, oltre a descriverci tutto quello che vedevamo, ne ha approfittato
per spiegarci il significato di alcuni modi di dire, ad
esempio: “Sei come la lupa del Campidoglio”, per
indicare una persona che si muove sempre e non
trova pace. Purtroppo però non siamo riuscite a
vedere il Bambinello dell’Ara Coeli,
perché la chiesa era chiusa.
Salutata la nostra guida siamo
tornate a scuola e le cuoche, visto che non eravamo arrivate in tempo per
pranzare con le altre, ci
hanno portato panini,
biscotti e succo di frutta in classe. È stata
davvero una giornata
indimenticabile!!!
Un viaggio sulle rotaie
della Costituzione
Il 4 ottobre 2010, presso la Sala della Promoteca del Campidoglio, si è svolta la presentazione dei progetti realizzati dalle scuole di
Roma per il concorso “Verso il 150° anniversario dell’Unità d”Italia – Identità nazionale e
culture a confronto”.
Hanno preso parte all’evento le classi II e III
della Scuola Secondaria del Petranova International Institute il cui spot, proiettato nell’occasione insieme ai lavori delle altre scolaresche presenti, è stato selezionato e inviato
a Torino per accedere alla fase successiva
della manifestazione, essendosi classificato
tra i primi tre.
L’incontro si è aperto con il saluto del Sindaco
di Roma Giovanni Alemanno che ha ricordato come l’Unità d’Italia abbia significato molto
anche per la stessa città di Roma che, infatti,
da 140 anni è il cuore politico del nostro Paese, ruolo ufficialmente riconosciuto anche sul
piano culturale e sociale con il recente provvedimento legislativo “Roma Capitale”.
News dai più piccoli
Il nostro inno!
Un pomeriggio
con nonno e nonna
di Chiara Velli
I
l mese di Ottobre si è aperto con un
avvenimento nuovo per le famiglie e
per i bambini dell’Asilo Nido e Scuola
dell’Infanzia “La Mongolfiera”… Per
la prima volta nella nostra scuola, tutti i
nonni hanno ricevuto l’invito a trascorrere in modo speciale il pomeriggio precedente al giorno ufficiale della loro festa
del 2 Ottobre.
Così, venerdì 1 Ottobre, a partire dalle 15.30, la nostra
hall appariva gremita
di nonni e nonne che
aspettavano trepidanti di poter raggiungere i propri
nipotini. La partecipazione è stata
quasi totale, tanti
nonni sono arrivati
da tutte le parti d’Italia
appositamente per partecipare a questo evento!
Ad accoglierli, nelle diverse sezioni del nido, una semplice, ma dolce
merenda da vivere tutti insieme. La sorpresa e la gioia negli occhi sia dei nonni,
che dei bambini, hanno reso unici quei
momenti. È stato altrettanto bello vedere grandi e piccini coinvolti nel gioco nei
vari angoli delle sezioni.
Nel frattempo, i bambini della classe dei
Verdi e i piccoli della sezione dei Gialli
della Scuola dell’Infanzia cantavano ai
loro nonni la filastrocca: “Ninna nanna,
ninna oh, il mio nonno non lo do, non lo
do proprio a nessuno perché lui è il nu-
mero uno. Mi ha cresciuto, mi ha coccolato, perciò gli sono tanto affezionato.
È sempre pronto ad ogni mio bisogno
e per me è un grande sogno, a me ha
dato tutto il cuore e perciò, io lo ricambio con tutto il mio amore.” Fra baci, abbracci e qualche piccola “lacrimuccia”
di commozione, la festa è proseguita
con la consegna di cornicette e sassolini
decorati e disegnati per l’occasione. Immancabili, a seguire, la merenda e il gioco
tutti insieme in terrazza.
Nei giorni precedenti
alla festa, i bambini
erano stati coinvolti
in numerose attività
laboratoriali dedicate ai nonni: alla
memorizzazione delle
filastrocche, e alla preparazione del lavoretto,
si erano affiancati anche la
lettura di una storia e la realizzazione di disegni e cartelloni con materiali e
tecniche differenti.
I nonni, come ha scritto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "con
la loro costante disponibilità ad aiutare,
ascoltare e comprendere, costituiscono
sicuri punti di riferimento per la vita delle
famiglie.”
Il pomeriggio di festa ha voluto rappresentare un ringraziamento e un segno di
riconoscenza per l’amore, la dedizione e
l’impegno di tutti i nonni - vicini e lontani dei bambini della nostra scuola.
Date da ricordare da “La Mongolfiera”
17/12/10
recita di Natale e invito di nuove
famiglie
14/01/11
open school nuove famiglie
E
ra ormai finito l’anno scolastico e il professor Vicari mi annunciò che uno di quei giorni saremmo andati a registrare l’inno
della scuola in una sala di registrazione a Cisterna di Latina.
Grandissima sorpresa per tutti! Il nostro insegnante di musica, il
professor Cavaglià aveva lavorato sul testo e il nostro insegnante
di musica il professor Macchia era riuscito a trovare un adeguato
accompagnamento musicale.
Era la prima volta che entravamo in una sala di registrazione, a
dire la verità piuttosto angusta. Prima di tutto abbiamo notato le
pareti grigie con delle protuberanze all’infuori. Vista di lato sembrava quasi una scacchiera. Poi non potei non osservare che
dentro non si sentiva nulla di ciò che avveniva fuori. Per la registrazione infatti è necessario il perfetto silenzio. Cantammo al
microfono con una certa emozione il nostro inno:
È una scuola che ci fa sentire
cittadini della società
e a noi basta una parola
Iunior! Iunior!
Se ci credi… se ci credi… se ci credi…
Senior ti farà!
Questo è lo stemma della scuola
tre casette con il tetto rosso
circondate da una verde aiuola
un pensiero ricamato addosso….addosso!(Rit.)
Il triangolo in alto i genitori
quello al centro invece gli insegnanti
ed in basso gli alunni, sissignori!
Per i quali lavoran tutti quanti….tutti quanti (Rit.)
Questa storia ricamata vola
stemma rosso su sfondo blu
a noi basta una parola
Iunior! Ti ci dai sempre di più…sempre di più (Rit.)
Secondo me queste poche parole significano molto. La nostra
scuola è nata per preparare noi alunni a divenire cittadini della società italiana. La scuola è come una “piccola Italia”, in cui
dobbiamo imparare a studiare, a collaborare, a rispettare le norme della convivenza. Cittadino della società oggi come Iunior e
domani come Senior.
21/01/11
open school nuove famiglie
L’attività motoria dal
punto di vista della mente
di Antonella Medoro
“Il movimento è la via principale con cui il
bambino fino a tre anni acquisisce esperienze. Lo sviluppo psicomotorio del bambino nei primi anni di vita è strettamente
legato alle esperienze motorie, cognitive,
emozionali e relazionali che il piccolo vive
nel contesto familiare e ambientale in cui
è inserito e attraverso l’esperienza con cui
entra in contatto. Attraverso il gioco e la
relazione con i coetanei e con l’adulto, il
bambino impara a conoscere se stesso,
il proprio corpo e il mondo che lo circonda.”
Questo il pensiero caratterizzante l’ incontro tenuto dalla Psicomotricista Tania Forcisi di Catania, presso la Scuola dell’Infanzia Petranova di via Pavia a settembre e
che ha dato inizio al primo dei tre incontri
previsti per l’anno formativo. Numerosa e
partecipativa la presenza delle educatrici
ed insegnanti delle scuole CEFA, molto divertite anche dalle esercitazioni richieste
dalla dott.ssa Forcisi.
Di seguito riportiamo un breve approfondimento sul tema proprio della Dottoressa
Forcisi
Più Famiglia nella Scuola - Anno 3 N. 3 - novembre 2010
Federico De Angelis
Se il movimento è emozione
La scommessa della psicomotricità, tra valenza educativa e terapia riabilitativa
Conoscersi attraverso il gioco. E’ questo lo scopo
della psicomotricità, una scienza relativamente
giovane (i primi studi risalgono all’inizio del Novecento in Francia) che oggi rappresenta una
tecnica di riabilitazione dedicata soprattutto ai
bambini in età evolutiva.
Il primo a individuare questi “stadi” evolutivi fu lo
psicologo di origine svizzera Jean Piaget (18961980) che dall’osservazione del comportamento
del bambino suddivise lo sviluppo psicomotorio
in sei stadi da 0 mesi a 12 anni. Sulla base dei suoi
studi oggi siamo consapevoli che il movimento e
il processo cognitivo devono procedere di pari
passo per un armonico sviluppo della consapevolezza del sé e della costruzione dell’Io.
E’ infatti attraverso l’osservazione dei movimenti
del bambino che si può intuire e “leggere” il suo
pensiero, la sua capacità di relazionarsi con gli
altri e il mondo che gli sta intorno.
Questa connessione tra movimento e vita interiore del bambino può, in certi momenti, essere
interrotta con un conseguente disagio psicomotorio.
La psicomotricità interviene allora su questo disagio, per riequilibrare la relazione tra il bambino
e l’esterno.
Per ottenere questo obiettivo, l’educatore (e/o
terapista) agisce attraverso il gioco spontaneo o
costruito. Giocando, spinge il bambino ad una
sperimentazione del sé attraverso l’organizzazio-
ne spazio- temporale, gli oggetti, il ritmo, l’ascolto, la motricità. In sostanza, punta a far emergere
le “emozioni” che derivano dalla sperimentazione del gioco, accompagnando il bambino in un
percorso che parte dall’azione motoria per arrivare alla rappresentazione mentale (pensiero). Il
gioco per il bambino non è, quindi, soltanto un
modo per conoscere il mondo, ma anche una
forma di comunicazione, di esperienza emotiva,
di azione trasformativa sulla realtà.
Lo psicomotricista deve essere in grado di saper
“leggere” in quale fase evolutiva si trovi il bambino per guidarlo, attraverso il gioco, alla tappa
successiva del suo viaggio di crescita. Per questo
occorre una conoscenza di tutti gli stadi dello sviluppo psicomotorio in modo da poter proporre
il gioco più appropriato, di poter utilizzare il linguaggio (parlato e corporeo) più adeguato, di
poter fornire al bambino delle strategie che gli
permetteranno, poi, di partecipare autonomamente alla realtà.
Tania Forcisi
psicomotricista
Studio di Logopedia e Psicomotricità,
via Novara 16
95129 - Catania
tel. 095/3527293
[email protected]
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Scuole CEFA? Scuole di eccellenza!
Le prove INVALSI confermano che i nostri alunni apprendono di più e meglio
L’INVALSI è L’Istituto nazionale per la valutazione
del sistema educativo di istruzione e di formazione ed ha, fra le altre, la funzione di effettuare verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze
e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva
dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione
e di istruzione e formazione professionale; in particolare attraverso la gestione del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV).
Se lo scorso anno la partecipazione al SNV è stata volontaria e ogni singola scuola ha deciso se
aderire o meno, a partire dall’anno scolastico
III Secondaria PETRANOVA
2009/10, la rilevazione ha coinvolto tutte le istituzioni scolastiche.
In attesa di poter verificare i risultati per tutte le
classi, che dovrebbero confermare il nostro livello
di eccellenza nazionale, pubblichiamo i risultati
di Iunior e Petranova alle PROVE INVALSI relativi
alla rilevazione degli apprendimenti di italiano e
matematica nella classe di fine ciclo della scuola
Secondaria.
Come risulta dalle tabelle, i risultati si attestano
ad un livello sensibilmente superiore sia rispetto a
quelli medi nazionali che a quelli regionali!
Le nostre scuole
Scuola dell’Infanzia,
Primaria e Secondaria di I Grado
“Petranova International Institute”
via Pavia 23 - Tel.06/87440912.
Limite Inf
Italiano
Limite Sup
Limite Inf
Matematica
Limite Sup
-
78,7
-
-
60,6
-
Lazio
59,6
60,9
62,3
50,2
52,2
54,3
CENTRO
60,9
61,7
62,5
51,3
52,5
53,8
ITALIA
59,8
60,3
60,8
50,6
51
51,4
PETRANOVA INTERNATIONAL
Scuola Primaria e Secondaria di I Grado
“Iunior International Institute”
via G.B. De Rossi 48 - Tel.06/44239356
Asilo Nido “Il Girotondo”
Via Pavia, 23 - Tel.06/87440912
III Secondaria IUNIOR
Limite Inf
Italiano
Limite Sup
Limite Inf
Matematica
Limite Sup
-
67,6
-
-
59,4
-
Lazio
59,6
60,9
62,3
50,2
52,2
54,3
CENTRO
60,9
61,7
62,5
51,3
52,5
53,8
ITALIA
59,8
60,3
60,8
50,6
51
51,4
IUNIOR INTERNATIONAL
Asilo Nido, Scuola dell’Infanzia
“La Mongolfiera”
(accreditato presso il comune di Roma XIX Municipio)
Via delle Benedettine 50/b - Tel.06/30602437
Asilo Nido aziendale
“La Primavera del Campus”
(presso Università Campus Bio-Medico)
Via Collatina 285
Asilo Nido
“Il Dirigibile”
Viale Ratto delle Sabine, 5/A
Tel/Fax. 06.41299057
Scadenze da ricordare!
•
•
•
17/01/2011
Pubblicazione Bando Borse di Studio scuole CEFA (Infanzia, Primaria e Secondaria)
Asilo Nido
“La Locomotiva”
18/02/2011
Via Collatina, 285 - Tel. 06.2253719
Scadenza Bando Borse di Studio scuole CEFA (Infanzia, Primaria e Secondaria)
(accreditato presso il comune di Roma VII Municipio)
Asilo Nido
“La Navetta”
28/02/2011
(Nido Aziendale Trambus)
Via L. Candoni - Tel.06/46957220
Scadenza iscrizione nuovi cicli scuole e asili CEFA
Informati su di noi
Chi siamo
Più Famiglia nella Scuola
La C.E.F.A., Associazione di Famiglie per l’Educazione e la Cultura, è un Ente Morale Regionale legalmente riconosciuto, senza finalità di lucro, fondato
negli anni ’80 da un gruppo di genitori. Lo Statuto prevede, tra le altre attività, quella di promuovere la cultura e l’educazione che vede nella famiglia
il soggetto sociale più rilevante.
A questa finalità primaria si ispira tutta la realtà educativa della CEFA che comprende oggi due Istituti comprensivi (scuole paritarie) e 6 asili nido di
diversa tipologia.
Gli Organi di governo sono composti da Genitori, chiamati ad esercitare sopratutto una partecipazione educativa in quanto primi educatori dei propri
figli così come è detto nella Carta dei Principi del FAES. Questo l’elemento fondante delle nostre scuole che le caratterizza nel panorama dell’istituzione
scolastica italiana.
La CEFA, in coerenza con il dettato del suo Statuto, organizza inoltre convegni sulla famiglia, incontri con qualificati esponenti del settore educativo,
corsi di formazione e di aggiornamento per insegnanti, corsi di orientamento familiare, concerti e spettacoli di beneficenza.
Il Progetto educativo
La CEFA è associata al F.A.E.S., Ente Morale il cui nome significa Famiglia E Scuola.
Il Sistema Educativo FAES poggia sull’ alleanza educativa tra la famiglia e la scuola, sull’ educazione personalizzata, che si realizza attraverso il
sistema tutoriale cioè l’orientamento personale dell’alunno attuato tramite la collaborazione dell’insegnante tutor e i genitori. Diretta conseguenza
dell’educazione personalizzata è l’opzione pedagogica per l’omogeneità per valorizzare la differenza. A partire dalla primaria le scuole sono femminili
e maschili. Il Progetto Educativo inoltre è attento alle trasformazioni sociali e culturali di cui coglie le esigenze più significative. Il Progetto Learning
in Progress (bilinguismo) adottato da alcuni anni è la risposta ad una richiesta di una società multiculturale.
C.E.F.A. - Associazione di Famiglie per l’Educazione e la Cultura - Via G.B. de Rossi, 48 - 00161 ROMA
Tel. 06/44254120 - Fax 06/44265322 - email: [email protected]
Periodico di informazione della C.E.F.A.
Associazione di Famiglie per l’Educazione e la Cultura
Direttore Responsabile: Alberto Michelini
Direttore Editoriale: Loris Tulli
Redazione: Via G.B. de Rossi, 48 00161 ROMA
Comitato di Redazione: Caterina Contenti, Gianni
Vicari, Mirella Rossi, Paolo Re, Vittoria Franco,
Alessia Vender.
Hanno collaborato a questo numero: Sergio
Belardinelli, Ernesto Casara, Gianluigi De Palo, Federico De Angelis, Tania Forcisi, Luigi Frudà, Antonella
Medoro, Veronica Paliotta, M. Paola Vandelbulcke,
Chiara Velli
Progetto Grafico: Velio Pazzagli
Editore: C.E.F.A. Associazione di Famiglie per
l’Educazione e la Cultura
Registrazione Tribunale: 115/2009 del
30/03/2009
www.cefa.it
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Più Famiglia nella Scuola - Anno 3 N. 3 - novembre 2010