Relazione Giuseppe Mari

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Relazione Giuseppe Mari
FIDAE
1.12.2016
“Amoris Laetitia” – Educare all’amore nella scuola: invito straordinario del Papa
(Giuseppe Mari*)
1. Un titolo che è un programma
“Panta elpizei”: non dispera del futuro. (…) indica la speranza di chi sa che l’altro può cambiare. Spera
sempre che sia possibile una maturazione, un sorprendente sbocciare di bellezza, che le potenzialità più
nascoste del suo essere germoglino un giorno. Non vuol dire che tutto cambierà in questa vita. Implica
accettare che certe cose non accadano come uno le desidera, ma che forse Dio scriva diritto sulle righe
storte di quella persona e tragga qualche bene dai mali che essa non riesce a superare (n. 116)
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Non rassegnarsi alle fatiche, perché la speranza cristiana non è residuale (come nel mito di
Pandora), ma fondativa: sostiene anche “contro la speranza stessa” (Rom 4,18): la fede di
Abramo si compie nella fede nel Risorto che guida i credenti oltre il limite della morte
La descrizione dell’esistente offre “dati” che sono “mandati” per l’educazione in forza della
libertà che sostanzia l’atto educativo
2. La scuola, alleata della famiglia
La scuola non sostituisce i genitori bensì è ad essi complementare. Questo è un principio basilare:
«Qualsiasi altro collaboratore nel processo educativo deve agire in nome dei genitori, con il loro consenso
e, in una certa misura, anche su loro incarico». Tuttavia «si è aperta una frattura tra famiglia e società, tra
famiglia e scuola, il patto educativo oggi si è rotto; e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia
è entrata in crisi» (n. 84); Anche se i genitori hanno bisogno della scuola per assicurare un’istruzione di
base ai propri figli, non possono mai delegare completamente la loro formazione morale (n. 263)
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La prima e piena titolarità educativa spetta ai genitori
La scuola è istituzione sussidiaria, dotata di un proprio specifico profilo consistente in
questo: comunicare e produrre cultura, operare in favore di ricerca e divulgazione scientifica
Scienza e scientismo
3. La scuola cattolica, un’alleata originale
Il Sinodo ha voluto evidenziare l’importanza delle scuole cattoliche, che «svolgono una funzione vitale
nell’assistere i genitori nel loro dovere di educare i figli. (…) Le scuole cattoliche dovrebbero essere
incoraggiate nella loro missione di aiutare gli alunni a crescere come adulti maturi che possono vedere il
mondo attraverso lo sguardo di amore di Gesù e che comprendono la vita come una chiamata a servire
Dio». In tal senso, «vanno affermati con decisione la libertà della Chiesa di insegnare la propria dottrina e
il diritto all’obiezione di coscienza da parte degli educatori» (n. 279)
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La scuola cattolica, nell’ordinamento dell’autonomia scolastica, trae ispirazione per la
propria offerta formativa dalla propria matrice confessionale
Lo sguardo di amore di Gesù non si riduce a una dinamica esistenziale. Egli è il “Lógos”,
l’incontro con lui introduce anche in una conoscenza del mondo
4. Educare all’amore nella scuola
È difficile pensare l’educazione sessuale in un’epoca in cui si tende a banalizzare e impoverire la sessualità.
Si potrebbe intenderla solo nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione. In tal modo il
linguaggio della sessualità non si vede tristemente impoverito, ma illuminato. L’impulso sessuale può essere
coltivato in un percorso di conoscenza di sé e nello sviluppo di una capacità di dominio di sé, che possano
aiutare a far emergere capacità preziose di gioia e di incontro amoroso (n. 280)
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La sfida dell’uso e del consumo
L’essere umano, “fine” e non “mezzo” (Tommaso e Kant)
Amore e donazione: un comunicare che è comunicarsi
Il dominio di sé per potersi donare
La sfida dell’educazione al matrimonio
Ordinario di Pedagogia generale, Università Cattolica del Sacro Cuore ([email protected]). Per approfondire,
cfr.: G. Mari, Educazione come sfida della libertà, Brescia, La Scuola, 2013; Id., Scuola e sfida educativa, ivi, 2014; Id.
(a cura di), La differenza maschio-femmina, Brescia, La Scuola-Morcelliana, 2016.
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