Partorirai con gran dolore... ma perché se si può evitare?
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Partorirai con gran dolore... ma perché se si può evitare?
dicembre 2008 PREVENZIONE E INFORMAZIONE Ginecologia PAGINA Partorirai con gran dolore... ma perché se si può evitare? DOTT. GIUSEPPE FORTE* “Partorirai con dolore”: sembrava finora non solo una legge divina ma una cruda realtà ineluttabile che la natura ha riservato alla donna, a fronte del privilegio esclusivo della procreazione. Ebbene sembra che ciò non sia più vero, vista la sempre più rapida diffusione del parto indolore. Il momento del parto, per lati positivi e negativi, è certamente un qualcosa di indimenticabile per una donna. Tra le “negatività e tra le preoccupazioni che maggiormente viene denotata tra le donne, vi è la paura del dolore derivante dal parto. Pur essendo, quello del dolore durante la nascita del piccolo, un problema percepito in maniera singolare da persona a persona, esso è stato oggetto di studi sin dai tempi antichi. Il parto indolore si ottiene oggi mediante l’esecuzione dell’anestesia epidurale. La tecnica si realizza con l’introduzione di un catetere nello spazio epidurale attraverso il quale si inietta l’anestetico. L’anestesia epidurale è ritenuta la metodica più sicura ed efficiente per eliminare il dolore del travaglio da parto. Essa lascia inalterata la sensibilità cutanea, consente la da persona a persona, per cui è perfettamente tollerato da molte signore, mentre altre lo percepiscono come molto intenso. Il desiderio di attenuare o far scomparire il dolore nelle partorienti ha basi antichissime e sono stati proposti moltissimi rimedi più o meno validi; la storia riporta che il dr John Snow a Londra pratica l’analgesia con cloroformio alla Regina Vittoria per la nascita del principe Leopoldo nel 1853 e nel 1857 per il parto della principessa Beatrice: questo metodo comportava la perdita di coscienza della gestante e la non percezione dell’immenso piacere del contatdeambulazione e soprattutto to immediato con il neonato. fa sì che la contrazione non Con il tempo quindi è prevalsia più percepita come doloro- sa l’idea che il parto, vista, sa. anche, la grande componente Il dolore da parto, nelle sue emotiva, deve essere vissuto caratteristiche principali e ge- dalle partorienti nel pieno delnerali, si compone di una par- le proprie capacità fisiche e te viscerale (uterina) che pre- psichiche per cui la tecnica vale nel primo stadio del tra- che più riusciva ad attenuare vaglio e di una somatica (peri- la componente algica, manteneale) che prevale nel secon- nendo la percezione della do. contrazione e della necessità Le fibre afferenti (proprie del di collaborare attivamente alle sistema simpatico) sono quel- varie fasi del travaglio e della le che conducono le sensazio- nascita era l’analgesia spinale ni dolorose; queste sono re- con le sue varianti peridurale sponsabili della trasmissione o epidurale (sinonimo) o condel dolore nella prima fase del tinua e subaracnoidea. travaglio, quando sono preva- Il parto può avvenire in seguilenti le modificazioni dell’ute- to alle modificazioni morfoloro. Il perineo è invece ricoper- giche e strutturali degli organi to da fibre somatiche che affe- genitali e a una adeguata posiriscono al midollo spinale a li- zione del feto. vello lombare e sacrale, re- Entrambe queste condizioni sponsabili delle afferenze do- dipendono quasi interamente lorose dovute allo stiramento dalla capacità contrattile della del perineo (secondo stadio muscolatura uterina. del travaglio). In un parto normale in una siIl dolore influisce sul funzio- gnora alla prima gravidanza e namento di vari apparati della con presentazione naturale donna: in particolare dell’ap- (cefalica) si possono distinparato endocrino, dell’appara- guere quattro fasi: to cardiovascolare, dell’appa- Il periodo preliminare; rato respiratorio e del sistema Il periodo dilatante; metabolico. Il periodo espulsivo; Il dolore del parto è l’evento Il periodo del secondamento; che più allarma la donna: l’e- Le doglie iniziano col periodo sperienza quotidiana dimostra dilatante e terminano a secontuttavia che questo sintomo è damento avvenuto. percepito in maniera diversa Durante tutto questo periodo il dolore non presenta la stessa caratteristica, ma si modifica sia per qualità, sia per intensità e per luogo di percezione. Questo perché durante il travaglio vengono interessate, con modalità diverse, strutture anatomiche viscerali e cutanee che hanno una innervazione sensitiva completamente differente. I dolori del periodo dilatante vengono in Uno dei capolavori fotografici di Anne Geddes genere percepiti come sordi, crampiformi, aumentano d’intensità durante l’apertura dell’ostio e raggiungono il loro massimo ad una dilatazione di 6-8 cm, sono dovuti in parte alle contrazioni uterine, allo stiramento dei vari legamenti dell’utero ma soprattutto alla dilatazione del collo uterino che è dotato di una ricca rete di terminazioni nervose sensitive. I dolori del periodo espulsivo sono avvertiti come acuti, laceranti e d’intensità maggiore rispetto a quelli del periodo dilatante. Sono dovuti all’iperdistensione della vagina, del perineo, della vulva, alla compressione esercitata dalla testa del feto sui nervi sacrali ed otturatori, ed alle lacerazioni perineali o all’episiotomia. I dolori del secondamento dipendono dalla compressione dell’utero e dai punti di sutura delle lacerazioni e dell’episiotomia. Per raggiungere il cervello ed essere percepiti come sofferenze questi stimoli attraversano il midollo spinale a diversi livelli e con fibre nervose di vario calibro e natura, ed è a su queste strutture anatomiche che agiscono le tecniche di analgesia descritte in questo articolo. Lo spazio peridurale può essere raggiunto per due vie: tramite gli spazi interspinosi del rachide cervicale, toracico, lombare, o tramite la membrana sacro-coccigea (peridurale caudale). La via di accesso può essere quella mediana, sulla linea che congiunge le spine vertebrali, oppure paramediana. Il nostro gruppo utilizza di norma la prima. Si delimita lo spazio in cui si intende eseguire l’iniezione: per l’analgesia del parto questo corrisponde a quello tra la 4°- 5° vertebra lombare poi si indossano guanti sterili, si esegue un’accurata sterilizzazione della cute, si pratica una anestesia locale e si inserisce l’ ago fino a livello del legamento interspinoso che si apprezza per la particolare resistenza, si raccorda con la siringa riempita di soluzione fisiologica: si esercita una pressione sullo stantuffo: mentre la punta dell’ago si trova sui legamenti è presente una resistenza assoluta, ma appena la punta emerge dal legamento giallo dentro lo spazio peridurale, tale resistenza improvvisamente scompare: il pistone scivola in avanti e l’iniezione avviene con una tale facilità che sembra di scaricare il contenuto in uno spazio vuoto. Dopo la localizzazione dello spazio si effettuano dei test di conferma, tra i quali il più importante è quello di aspirazione, ci si assicura cioè che non esca liquor quindi di non aver perforato la dura madre: solo dopo questo controllo si somministrano dosi frazionate di anestetico, o si introduce un catetere. Per eseguire questa procedura si possono utilizzare la posizione seduta o il decubito laterale: nel caso di gestanti è più semplice utilizzare la seduta Questa tecnica antalgica si basa sul posizionamento di un cateterino di materiale plastico (vinile, nailon, teflon) del diametro di 0,6 mm. nello spazio peridurale, localizzato con la tecnica descritta sopra, attraverso il quale si iniettano in tempi successivi dosi di anestetico locale in modo da ottenere una analgesia modulabile nel tempo. Il catetere viene fatto risalire per circa 4 cm, quindi la punta si trova a livello della 2°-3° vertebra lombare. Col tempo si è giunti alla nascita di una tecnica denominata come peridurale o epidurale. Essa consiste in un’anestesia locale che comprende l’iniezione di sostanze attraverso un catetere posizionato nello spazio epidurale. La sua applicazione pratica prevede l’inserimento, nella suddetta zona epidurale, di un ago; una volta raggiunto lo spazio, al suo interno viene iniettato, in unica soluzione o in soluzioni ripetute, l’anestetico. Il tema del “parto indolore” viene trattato anche all’interno del dibattito politico, poi- 7 ché esso viene considerato come un servizio che lo Stato, per mano del Servizio Sanitario Nazionale, dovrebbe erogare gratuitamente. È notizia recente quella del tanto dibattuto “problema” del parto indolore che entra a far parte delle prestazioni erogate gratuitamente dal servizio sanitario nazionale. Al termine della riunione il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha detto: “La manovra è stata approvata dalle Regioni ora ci riserviamo nuovi incontri per un approfondimento sui costi. È stato un colloquio molto costruttivo con le Regioni, con un certo distinguo sull’introduzione di criteri di appropriatezza nei Lea: alcune regioni, soprattutto la Lombardia, si ritengono penalizzate perché questi criteri ce l’hanno già”. Noi crediamo che oltre al discorso costo beneficio la partoanalgesia potrebbe costituire un deterrente al ricorso al taglio cesareo, per tutte quelle donne che a priori e per tanti motivi non desiderano partorire per via vaginale. Ma lasciamo stare….. I problemi e gli intoppi sono ancora tanti per metterein pratica a pieno regime questa tecnica di analgesia, per cui potremmo affrontare questo argomento in un nuovo articolo a proposito del Taglio Cesareo sì e del Taglio cesareo no. Voi cosa ne pensate ? *Responsabile U.O.C. Ostetricia e Ginecologia Osp. S. Rocco - Asl Ce 2 Sessa Aurunca