Schema tipo di una scheda insegnante relativa

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Schema tipo di una scheda insegnante relativa
brano da leggere in classe
Il pranzo del battesimo
tratto da “Guerra a primavera” di Mario V. Pucci, ed. Bruno Mondatori
Infischiandosene della guerra, i bambini continuavano a nascere.
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Un altro Rivaldj era venuto al mondo, e questa volta nella casa di Cenzino . Ci fu dunque un altro battesimo, l’ultima
domenica di maggio: una giornata abbastanza tranquilla, scandita dal tuono lontano e regolare del cannone e con scarso
passaggio di formazioni aeree.
Gli invitati erano molti, Ia tavola a ferro di cavallo ne faceva prevedere almeno una cinquantina.
“A tavola! A tavola!” gridò Cenzino.
Fu una specie di arrembaggio. Marco si sedette accanto alla porta, per potersene andare quando avesse voluto.
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Ma un arrivo che non si sarebbe mai aspettato lo trattenne invece fino alla fine.
“Venite, venite, accomodatevi!”
La porta in cui sfolgorava Ia gran luce del meriggio si era oscurata. Si volse a guardare e non credette ai suoi occhi:
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c’era La moglie del tenente che teneva per mano i due bambini più piccoli: Adina e Rodolfo. Marco ne fu lietamente
sorpreso. Erano stati invitati, non c’era dubbio. La Signora Ninuccia si era accuratamente pettinata; l’abito, lento sulla
sua ormai evidentissima gravidanza, era quello di sempre, ma più in ordine. Ai piedi nudi non portava che due tavolette
legate alle caviglie con cinturini di stoffa: la impacciavano terribilmente nel camminare, ma... “ho provato senza, non ci
riesco, i sassi mi fanno un male da svenire!”
I commensali si strinsero sulle panche per farle posto. Quando la signora si sedette, Marco avvertì un leggero profumo di
lavanda.
Adina, di solito cosi loquace, appariva frastornata. Marco dovette prenderla di peso per farla sedere accanto a lui. Il
piccolo Rodolfo, invece, non volle staccarsi dalle gonne della madre.
Cominciò la sfilata delle pietanze. Le prime furono accolte con grandi clamori e assalite con una baldanza degna di una
lunga fame. Passavano le donne unte e sudate recando i vassoi come trofei, e piovvero nei piatti e sulla tovaglia il brodo
e Ia tacchina lessa, poi le fettuccine, e quindi, in caotico disordine, carne in padella, arrostita, fritta, abbacchi e polli in
salse diverse, mentre gl’innumerevoli fiaschi di vino facevano una spola sempre più fitta da un bicchiere all’altro.
Pochissima la verdura: unica eccezione, un’insalata tenerissima.
Marco spiegò alla meravigliata Signora Ninuccia:
“I contadini ritengono di offendere l’invitato offrendogli la verdura, dato che ne hanno in abbondanza. Lo stesso accade
per la frutta. Non faranno comparire neppure una ciliegia, vedrete.”
Cosi accadde puntualmente.
Nunzia, che dirigeva il servizio, non disdegnava ogni tanto di passare anche lei con il vassoio, soprattutto perché non
fossero trascurati i suoi familiari e Marco. Servì abbondantemente anche la signora Ninuccia e i bambini.
Adina e Rodolfo sembravano letteralmente sopraffatti. Da mesi non vedevano più tanto cibo e così buono.
“Mamma - diceva ogni tanto Ia bambina sottovoce - hai visto quanto olio?... Chissà quante uova per fare queste buone
fettuccine!”
La madre le faceva segno di tacere e di mangiare. Marco trascorse gran parte del tempo a guardare incantato quelle tre
bocche in azione. Si sentiva felice per loro e gonfio di gratitudine per il gesto generoso dei contadini. Una sola spina: il
pensiero che non sarebbero riusciti a mangiare tutto. Potendo, li avrebbe tramutati in cammelli, capaci di far provvista di
cibo per un mese! Invece, ben presto, saziata Ia fame, i bambini cominciarono a dare segni di stanchezza. Presero a
guardare con occhi prima malinconici e poi disperati i piatti che diventavano sempre più colmi senza che loro potessero
fare niente per vuotarli.
“Che rabbia - diceva sconsolata Adina - proprio non ce Ia faccio più!
Vedendo che Ia signora ogni tanto faceva scomparire qualche pietanza nelle capaci tasche del suo vestito, Marco disse:
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“Potresti portane questa roba a WaIly, a Gennaro ...”
La Signora Ninuccia volse a Marco un’occhiata di gratitudine.
“E poi - continuô Marco sempre rivolto alla bambina - è bene che lasci ancora un posticino nello stomaco: tra poco
arriveranno I dolci.”
Adina si dimenò battendo le mani.
E i dolci arrivarono: biscotti, ciambelle, torta. I bambini non seppero rinunciarvi. Rossi, congestionati, ingurgitavano i dolci
spingendoseli in gola con il cucchiaio.
Il pranzo si concluse al tramonto del sole. … Qualche buontempone volle immortalare l’avvenimento con diverse fotografie all’aperto: gruppi scomposti, vesti in disordine, bocche aperte, fiaschi branditi trionfalmente.
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Cenzino Rivaldi è un contadino, parente delle famiglia presso la quale si è rifugiato il giovane Marco per sfuggire ai
Tedeschi che occupano l’Italia (l’azione si svolge nella primavera del 1944)
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Marco non pensava che al pranzo fossero stati invitati anche gli occupanti del Casalaccio, un casolare in rovina,
perché sapeva che erano malvisti dai contadini
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Tenente: è un tenente dell’esercito italiano che, dopo l’occupazione tedesca, si è nascosto nel Casalaccio, dove lo ha
raggiunto la famiglia
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Sono due giovani del Casalaccio