Scheda film - Cineteatro Baretti

Transcript

Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
19 marzo 2013
PORTOFRANCO è realizzato:
Con il contributo di:
Unicredit Group - Cineforum Circolo Torino
In collaborazione con: Goethe Institut di Torino | Associazione culturale Russkij Mir |
Wic.it - Web Image CommunicaƟons | Libreria Therese Profumi per la mente |
Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza | Rossorubino
Portofranco rispetta l'ambiente e sceglie la carta riciclata
I GATTI PERSIANI di Bahman Ghobadi
Con:
Durata:
Genere:
Nazionalità:
Sceneggiatura:
Fotografia:
Montaggio:
Scenografia:
Negar Shaghaghi, Ashkan Koshanejad, Hamed Behdad
106 minu
Dramma co
Iran, 2009
Bahman Ghobadi, Hossein M. Abkenar, Roxana Saberi
Touraj Aslani
Hayedeh Safiyari
Bahman Ghobadi
Un film di denuncia, girato senza autorizzazione,
dal grande valore morale e arƟsƟco
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
www.cineteatrobaretti.it - [email protected]
I
Gaƫ
Persiani,
Persiani,
girato
clandes namente dal regista
iraniano Bahman Ghobadi, è un
film che racconta il mondo della
musica underground di Teheran.
Indie Rock, Heavy Metal, Hip Hop,
Ele ronica: musica “occidentale”,
cantata in persiano, a raverso la
quale i giovani un pò borghesi di
Teheran cercano banalmente di
conne ersi al flusso della cultura
globale aggirando i mille divie
impos dalle autorità.
Un ragazzo e una ragazza che hanno
già avuto dei guai con la gius zia
iraniana decidono, una volta uscii
di prigione, di formare una band
rock. Si tra a di un’a vità proibita
dal regime e i due debbono cercare
gli altri componen cercando di
non farsi scoprire. Al contempo
iniziano a pianificare la fuga dal
Paese che li opprime a raverso
l’acquisto di passapor
falsi.
Questo consen rebbe loro di
avere anche la speranza di poter
suonare in Europa. Ma i documen
costano cari e il rischio che la
polizia interrompa brutalmente la
loro a vità si fa sempre più forte.
Ci sono film che hanno un valore di
denuncia che va al di là della loro
qualità ar s ca.
“Nessuno conosce i ga persiani”
è la traduzione le erale di questo
film di Ghobadi, di etnia curda
e ci adinanza iraniana. Film
povero e complesso. È l’inedita
descrizione di una labirin ca e
so erranea Teheran che le guide
e i turis stranieri ignorano. E una
docufic on sulle innumerevoli
(secondo Ghobadi, più di 300)
bande di musica rock, rap, punk,
che pullulano nell’underground di
una metropoli con circa 7 milioni
di abitan . Fanno da collante
narra vo due giovani musicis ,
una cantante e un rocker, da
poco scarcera , che cercano di
me ere insieme una band per farsi
conoscere all’estero e magari poter
espatriare. Non vogliono fuggire
dal paese, vorrebbero solo essere
liberi di poter vedere, ascoltare,
conoscere. È la storia di un sogno,
nella speranza di una società un
po’ più libera. Girato in fre olosa
semiclandes nità con un finale
pessimista.
Il bello de I Gaƫ Persiani sta nel
non essere, come sarebbe stato
facile, un film retorico: il termine
“diri umani” non è mai nemmeno
evocato, e i grandi discorsi su
libertà ed oscuran smo sono
accuratamente evita . Protagonista
è il desiderio puro e semplice di
fare musica, con tu o ciò che essa
può significare: un piccolo spazio di
autodeterminazione che i giovani di
Teheran che più sentono di essere
taglia fuori dal mondo si ritagliano
tra can ne, cunicoli, contrabbando.
Questa prospe va minuta, nella
sua grande umiltà, rende il film
estremamente efficace.
Ne emerge un’immagine un pò
confusa, in cui - a parte la musica
- tu o è lasciato sullo sfondo.
A par re dalle autorità, sempre
evocate come un’ombra che
incombe sulla normalità quasi
ingenua dei giovani musicis , ma
mai mostrate in viso. Forse, ci
piacerebbe sapere qualcosa di più
sulle leggi, sulla quo dianità, sulle
condizioni della gente, piu osto
che assistere a una sequela di
video musicali; ma il bello del film
sta anche nel non dilungarsi in
descrizioni un pò pedan lasciando
spazio prima di tu o allo stupore.
“Sono
Sono invecchiato 17 mesi in quei
17 giorni di riprese”,
riprese”, dice Ghobadi
e aggiunge: ““Per
Per l’Islam la musica è
impura perché fonte di allegria e di
gioia. SenƟre cantare una donna è
considerato un peccato...”.
peccato...”.
Premio ex aequo della giuria di
“Un Certain Regard” a Cannes
2009. Inedito in Iran. Scri o da
Ghobadi con Hossein M. Abkenar
e Roxana Saberi, la sua compagna,
detenuta e condannata a 8 anni
durante i giorni del fes val, con
l’accusa di spionaggio e per avere
acquistato una bo glia di vino.
Postproduzione a Berlino.
Il regista e i suoi collaboratori non
possono più tornare in patria, pena
l’arresto.
Prossimo appuntamento: 2 aprile 2013
UN MIO AMICO (Ein Freund von mir)
Regia di Sebas an Schipper [ Germania • 2006 • 84’ ]
Versione originale in tedesco con soƩoƟtoli