Sabato mariano: 17 febbraio 2007 La consacrazione di Cristo al

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Sabato mariano: 17 febbraio 2007 La consacrazione di Cristo al
Sabato mariano: 17 febbraio 2007
La consacrazione di Cristo al Tempio:
verso i "due altari" del Calvario (Arnaldo di Chartres).
Sergio Gaspari, S.M.M.
PREMESSE
1. "Francesco, fa' passare i tuoi figli per la strada di mia madre!". S. Francesco d'Assisi in
visione mistica un giorno vide i suoi figli spirituali che tentavano invano di proseguire in
un'ascesi volontaria. Gesù allora gli disse: "Francesco, fa' passare i tuoi figli per la strada di mia
madre": è la strada dell'umiltà, della fede obbedienziale ed olocaustica, strada che in Maria si
estende su 3 vie.
2. Vuoi passare gli esami da discepolo di Cristo, senza ripetere a settembre o nelle
sessioni dell'anno successivo? Studia bene due materie, suggerisce s. Atanasio Alessandrino (+
373), il grande assertore della divinità di Cristo contro Ario. Passerai egregiamente gli esami da
discepolo del Signore se studierai:
1) "La Scrittura che ci istruisce,
2) e la vita di Maria, la Madre di Dio, sono sufficienti come ideale di perfezione e norma
di vita celeste" (Atanasio Alessandrino, De virginitate).
3. Vuoi coltivare la misura alta della mariologia? Contempla in Maria la triade classica
della vita cristiana, e considera la Madre di Gesù come la garante, la tutrice triplice: della retta
fede, del retto culto e del retto comportamento cristiano.
4. Vuoi conoscere la Madre assieme al Figlio? Coltiva la mariologia, quella dal colore
rosso: la mariologia rivestita di tonalità pasquale, la mariologia integrale, totale, che rifulge nel
mistero pasquale di Cristo e fa splendere lo stesso mistero pasquale del Figlio. Allora la
mariologia sarà a protezione del mistero di Cristo. Mariologia e cristologia "inter se
convertentur": si rapportano l'un l'altra, e camminano insieme.
Il contesto, lo sfondo tematico del nostro titolo è: Maria donna di speranza, donna di
fede, donna che ama (DCE 42).
Noi accentuiamo la caritas olocaustica di Maria nella presentazione al tempio del Figlio,
evento che guarda già alla Croce.
Sintesi di quanto dirò:
1. la consacrazione di Cristo al tempio è vero atto liturgico, cioè anticipazione della
Pasqua di redenzione. Infatti: è 1) olocausto, 2) presuppone l'annunciazione (ascolto della
Parola: fides ex auditu), 3) porta alla visitazione, che è evangelizzazione, primo servizio della
carità evangelica: Maria dona la fede alla casa di Zaccaria;
2. nella presentazione al tempio si realizza già la Pasqua dal punto di vita rituale; sulla
Croce si realizzerà la Pasqua dal punto di vista storico, quella stessa inauguratasi nel tempio per
le mani pure della Vergine Madre;
3. la presentazione è l'anticipazione dell'Eucaristia: nella liturgia Cristo è il celebrante di
testa e in capo, ma nel contempo è anche il celebrato. Maria, che offre il Figlio, rappresenta la
Chiesa che celebra il mistero di Cristo, la Chiesa cioè che ogni giorno perpetua nel tempo umano
la stessa offerta di Cristo al Padre, avvenuta già nel tempio;
4. fin dalla presentazione al tempio, la Madre appare come la primizia, la fonte e il
culmine del sacerdozio ecclesiale: ella si trova all'origine del sacerdozio e vi svolge un ruolo di
fondazione e di fondamento.
TRE DOMANDE
1. Perché la caritas olocaustica della Vergine è tridimensionale? Perché percorre 3 vie:
1) la via dell'ascolto docile del Signore (la fede che ascolta richiama l'evento
dell'annunciazione)1,
2) la via dell'offerta: la consacrazione del Figlio al Padre: è la festa del 2 febbraio, la fede
celebrata che diviene culto,
3) la via della fede che stimola all'evangelizzazione e al servizio fraterno: Maria nella
visitazione introduce la famiglia di Zaccaria nella storia della salvezza.
La carità triplice in Maria dice riferimento a 3 precisi episodi della sua vita con il Figlio:
annunciazione, presentazione e visitazione, che si dilaterà nella "visitazione" degli apostoli dopo
la Pentecoste.
Sotto questa triade (fede, culto e carità) c'è un filo conduttore, unificatore che in Maria
realizza la sintonia, la consonanza con il volere del Signore (cf. DCE 41): è la sinergia con il
mistero pasquale e che conduce i credenti alla divinizzazione e santificazione.
Ma le 3 azioni (fede, culto e carità fraterna) sono divinizzanti, sintonizzanti con Dio, se
operano insieme.
Questo non è altro che l'estensione sacramentale del mistero pasquale di Cristo, il quale:
1) obbedisce al Padre, 2) si offre come vittima, 3) è il servo sofferente del Signore e missionario
del Padre.
La triade in Maria (ascolto, offerta, servizio) esplicita e definisce meglio la triade
classica della Chiesa che è: 1) ascolto della Parola che genera la fede, 2) culto come fede
celebrata, 3) carità come fede vissuta.
Questa stessa triade la ritroviamo in Benedetto XVI nell'enciclica Deus caritas est
(25/12/05). Per definire il compito onnicomprensivo e primario della Chiesa: "l'amore di Dio al
centro della fede cristiana" (cf.n.1), il Pontefice ricorre al cuore pulsante del mistero liturgico,
presentandolo nella sua triplice dimensione: "L'intima natura della Chiesa si esprime in un
triplice compito: 1) annuncio della Parola di Dio (kerygma-martyria); 2) celebrazione dei
Sacramenti (leiturgia); 3) servizio della carità (diakonia). Sono compiti che si presuppongono a
vicenda e non possono essere separati l'uno dall'altro" (n.25).
La stessa triade: 1) annuncio della Parola, 2) amministrazione dei Sacramenti, 3)
esercizio della carità, ricorre anche nei nn. 14; 19; 20; 22; 32.
2. Perché la presentazione al tempio va vista come "Eucaristia anticipata" (EdE 56)? Perché
1
Nel descrivere la chiamata e la risposta della Vergine all'annunciazione, L. Maggi annota: "Non è una
fede acritica che accetta una situazione senza discuterla. Maria vuole capire...E lei discute con Dio, lo
interpella e pone un pò di resistenza" (La chiamata di Maria, in Rocca, 1 gennaio 2007,55). Al
contrario s. Agostino (+ 430) osservava: Maria "parlò decisa a comprendere, non per diffidenza. Nel
porre la domanda, non dubitò della promessa" (Discorso 290, 5, in TMPM 3, 375). E Antipatro di Bostra
(+ dopo il 457) precisa: Maria "domandò: 'come avverrà questo?', non per contraddire, ma per imparare"
(Omelia sulla Madre di Dio 5, in TMPM 1, 615).
segna l'inizio della Pasqua, dell'olocausto nuovo, anticipo altresì dell'istituzione dell'Eucaristia
nel Cenacolo.
3. Perché nella consacrazione di Cristo al tempio si intravvedono già i "due altari" del Calvario?
Perché la presentazione è:
1) oboedientia fidei alla legge santa del Signore;
2) conduce alla Pasqua nuova: Maria offre il Figlio secondo l'economia nuova del NT;
per questo sarà presente al Calvario;
3) fruttifica nella visitazione: Maria è evangelizzatrice da Elisabetta e sarà dichiarata
Madre universale sul Calvario.
I punto:
LA PERICOPE DI LUCA 2,22-40
(NB. Attenzione: questo I punto verrà pubblicato sul Dizionario di mariologia (nuova edizione)
a cura di S. De Fiores-V. Ferrari Schiefer- S. M. Perrella, edizioni San Paolo)
A prima vista nella pericope di Lc 2,22-40, narrazione della Presentazione del Signore al
tempio, sembrano concentrarsi vistose anomalie e incongruenze. Soprattutto nei vv. 22-24 vi è
un intreccio apparentemente strano ma significativo tra il Bambino primogenito offerto al
Signore, e la Madre, la cui purificazione viene accennata in modo generico, senza la necessaria
precisione terminologica e rituale. Sono anomalie imputabili a negligenza, a disinformazione, o
corrispondono ad un preciso disegno teologico dell'evangelista, che invece sviluppa la
Presentazione, sebbene un simile rito sia sconosciuto? La narrazione di Luca 1-2 - precisa
Ortensio da Spinetoli - "è attraversata da un movimento interno che convoglia l'azione verso una
mèta preordinata...tocca il punto culminante a Gerusalemme con la Presentazione"2. In realtà la
purificazione funge da cornice, il dipinto è la Presentazione, cioè l'offerta del bambino. Il tempio
fa da sfondo. Si delinea già il sacerdozio del NT. E' posta in rilievo la partecipazione in un'unica
offerta della Vergine Madre che presenta "la vittima santa, a Dio gradita" (s. Bernardo + 1153,
Per la purificazione B. Maria 3, PL 183, 370).
1. Purificazione di Gerusalemme e del tempio. Stranamente Luca così introduce il suo
racconto: "Quando venne il tempo della loro purificazione", gr. katharismòs (v.22), mentre
avrebbe dovuto dire "sua purificazione" (della Madre), gr. kàtharsis. Inoltre, mentre kàtharsis
in Lv 12,4.6 indica la purificazione della donna, il termine katharismòs, usato da Luca, indica
l'azione della purificazione del popolo, che avviene nel rito della presentazione del Bambino.
Infatti altrove nel NT si attesta che il Figlio, ora assiso alla destra del Padre, ha compiuto il
katharismòn: la "purificazione dei peccati" (Eb 1,3). Pertanto si può affermare: mediante il
katharismòs, rito di purificazione del popolo, rappresentato da Simeone ed Anna, si ottiene la
Kàtharsis, la purificazione-santificazione secondo il NT. Del resto, l'espressione "loro
purificazione" - specifica R. Laurentin - si riferisce "a Gerusalemme e al tempio in cui Gesù
entra per la prima volta"3. E. Testa, nel rilevare la presenza attiva di Maria, aggiunge: "Anche la
Madre...coopera alla purificazione di Gerusalemme e del Popolo di Israele...Così interpretarono
2
Ortensio da Spinetoli, Introduzione ai Vangeli dell'Infanzia, Paideia, Brescia 1976, 76; cf. A.
Valentini, Editoriale, in Theotokos 6/1(1998)3-16.
3
R. Laurentin, Un anno di grazia con Maria. La sua storia, il dogma, la sua presenza, Queriniana,
Brescia 19872, 61. Gerusalemme infatti è nominata 2 volte: qui, v.22 e nel v.38: "Quanti aspettavano la
redenzione di Gerusalemme".
in Gerusalemme, nella prima metà del V sec., la pericope di Lc 2,22ss."4. E nella I Lettura della
Messa della Presentazione, Mal 3,1-4, si narra che l'angelo dell'alleanza, Cristo stesso, verrà nel
suo tempio a purificare il popolo dalle sue infedeltà.
2. Offerta di Gesù al Padre. I genitori "portarono il bambino a Gerusalemme per
offrirlo (gr. parastèsai) al Signore" (v.22) secondo la Legge del Signore (v.23). Si tratta della
consacrazione a Dio dei primogeniti maschi (Es 13,1) e del loro riscatto (Es 13,13), di cui Luca
non fa alcuna allusione, mentre tratta della presentazione secondo la Legge mosaica (vv.23-27).
Sembra che Luca qui abbia fuso la consacrazione dei primogeniti, con il gesto della
Presentazione del Bambino al tempio al momento in cui i genitori vi si recano per la
purificazione della Madre. Scegliendo non senza intenzione, il verbo parìstemi, l'evangelista
vuol mostrare Gesù presentato al Padre come Samuele o un nazireo, che adempie la prescrizione
della santificazione dei primogeniti. Inoltre vuol evidenziare che, come i sacerdoti e i leviti
"stanno davanti al santuario" (Dt 17,12; 18,5), così Gesù è posto davanti a Dio per presentargli
l'offerta di sé stesso. Ciò vuol dire che nel bambino si intravvede già il Sommo Sacerdote della
nuova alleanza (Eb 9,11-14).
3. Sacrificio di consacrazione sacerdotale e l'ombra della futura Passione.
Contemporaneamente alla purificazione della madre, avveniva il riscatto del primogenito che
apparteneva a Dio (Es 13,2). Luca, che non accenna al riscatto (Es 13,1.11-16), tratta invece del
duplice sacrificio, espiatorio ed olocaustico: l'offerta di un agnello e di una colomba. I poveri
potevano ricorrere a una "coppia di tortore o di giovani colombi" (v.24). Ma la duplice offerta in
Luca è messa in relazione con la Presentazione, che ne sottolinea meglio il carattere cultuale,
sacrificale e sacerdotale. Ossia: più che riscattato come primogenito, Gesù è presentato a Dio
quale suo consacrato che porta a compimento il culto sacerdotale dell'AT5. Ora, proprio in
questa consacrazione nuova e nel primo oracolo di Simeone (v.34) si intravvedono già l'ombra
della futura Passione e l'annuncio del Calvario: il Messia, riconosciuto nel Bambino, è destinato
all'opera della salvezza (v.26), che egli compirà realizzando la figura del Servo sofferente del
Signore (Is 42; 49; 50; 53). Questa offerta del Bambino prelude al sacrificio pasquale della
Croce: "E' il sacrificio mattutino, tra voci di gioia; verrà anche il sacrificio vespertino, sulla
croce e tra le lacrime" (s. Bernardo, Per la purificazione B. Maria 3, PL 183, 370).
4. Consacrazione del Figlio e della Madre. La purificazione della madre, che avveniva
al 40° giorno dal parto, è trascurata. Infatti Maria non è nominata. Tuttavia, quale ebrea
osservante e Madre purissima, ella umilmente obbedisce alle norme legali e rituali dell'ebraismo
(Lv 12). Sottomettendosi al rito della purificazione, che in Luca è un semplice atto
concomitante, la Vergine prende parte attiva alla purificazione del popolo. "Intimamente unita
quale Madre del Servo sofferente del Signore" (MC 7), ella si unisce al Figlio sia sul piano degli
adempimenti rituali (vv.22-24), sia nella prospettiva evocata dal secondo annuncio di Simeone
(v.35). Questo si comprende meglio, se l'espressione katharismòs, vuol dire anche - come
4
E. Testa, Maria terra vergine, 1. I rapporti della Madre di Dio con la SS.ma Trinità (Sec. I-IX),
Studium Biblicum Franciscanum, Jerusalem 1985, 304, che in nota cita Esichio di Gerusalemme, il quale
parla della purificazione dei fedeli. Esichio scrive: "Haec quidem festivitas dicitur purificationum
...oportebat eum qui propter nos servus factus est offerre pro nobis purificationem" (Disc. 6, PG
93,1467B-C). Questo sermone sull'Ipapantì costituisce la più antica omelia pervenutaci dalla Chiesa
madre di Gerusalemme sulla festa della presentazione. Esichio, della metà del V sec., nato e morto a
Gerusalemme, è chiamato il "'teologo': celeberrima lanterna che illumina, con la sua luce, tutta la terra".
5
Cf. H. Schürmann, Il vangelo di Luca. Parte prima, Paideia, Brescia 1983, 243-245.
osservano M. Schmaus e A. Feuillet - "non...purificazione, ma sacrificio, offerta,
consacrazione"6 del Figlio con la Madre.
5. Incontro del Signore con Simeone e Anna nel tempio. La frase "mentre i genitori
portavano il bambino" al tempio (v.27) indica la venuta del Signore là dove l'uomo gli aveva
edificato la dimora. "Cristo Signore", il "Salvatore" (Lc 2,11) viene a ricolmare il tempio, da
quando era scomparsa l'arca dell'alleanza. Nel tempio ora avviene l'incontro ufficiale e atteso di
Dio con il suo popolo. Lo Spirito ne avverte due rappresentanti di coloro che attendevano il
Messia: Simeone, mosso dallo Spirito, che accorre al tempio (vv.25-27), e Anna, la fedele
orante, che esplode nella lode, mentre attorno a lei si affollano "quanti aspettavano la redenzione
di Gerusalemme" (v.38).
L'arte raffigura Simeone come il Theodòchos: "colui che accoglie Dio" tra le sue
braccia, con un'evidente allusione alla Theotòkos, che sorregge Gesù. Anche se "avanti negli
anni", egli tiene accesa la fiaccola della speranza e la giovinezza dello spirito. Come la sentinella
notturna che attende l'alba, così Simeone vede che la sua veglia ora è finita. Dotato dello Spirito
e uomo dell'attesa orante, egli vede l'alba della salvezza, la intuisce e la proclama pubblicamente
nel tempio. Il cantico Nunc dimittis (vv.29-32) non è un addio crepuscolare e malinconico, ma
è invece un saluto festoso alla Parola di Dio che ora si realizza nel Bambino, stretto tra le sue
braccia7. E' il canto della salvezza universale "preparata davanti a tutti i popoli, luce per
illuminare le genti" (vv.31-32). Per questo abbandono sereno e fiducioso in Dio, da parte di un
uomo che sente ormai prossimo il tramonto, fin dal V° sec. è divenuto canto della preghiera
serale della Chiesa nella Compieta.
La vedova Anna è il ritratto della vecchiaia operosa, piena di fede e speranza, che si
consacra alla preghiera giorno e notte. Anch'ella, dotata di Spirito, come profetessa riconosce
misteriosamente in quel Bambino il Messia e lo annuncia (vv.36-38).
6. Profezia di Simeone e il "secondo annuncio a Maria". Il doppio oracolo di
Simeone è striato dal sangue e dalla sofferenza. Fede e incredulità si confrontano attorno a Gesù.
La prima profezia si presenta come un oracolo di "divisione": "Egli è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione" (v.34). Non si può restare neutrali o
indifferenti di fronte a Cristo. Il secondo oracolo, altrettanto fosco, è rivolto alla Madre: "Anche
a te una spada trafiggerà l'anima" (v.35). E' la Parola di Dio che come spada percorre il mondo e
fa strage (cf. Ez 14,17-18)? E' la spada della lotta contro il serpente (Gen 3,15)? La spada che
scende dalla Croce di Cristo e trafigge il cuore della Madre? Alcuni autori antichi pensavano,
come Origene, al dubbio come spina nel fianco della fede pura di Maria, davanti agli insuccessi
del Figlio. Si tratta, in realtà, della Madre che viene a trovarsi nel cuore della battaglia pro o
contro Cristo, di un "secondo annuncio a Maria" (RM 16), quello che prelude alla Croce8. Anche
lei deve conoscere il rifiuto e la morte: il dramma della Madre è quello stesso di Cristo, segno di
6
M. Schmaus, De oblatione Iesu in templo (Lc 2,22-24), in Acta Congressus Mariologici Mariani
1965, Romae 1967, 292; A. Feuillet, Jésus et sa Mère, d'après les récits lucaniens de l'enfance et
d'après saint Jean, Gabalda, Paris 1974, 59.
7
Il gesto di Simeone che regge tra le braccia il Bambino, richiama i riti di comunione della Messa,
allorché i fedeli, accostandosi all'altare, ricevono anch'essi, altrettanto realmente, nel pane eucaristico, il
Corpo di Cristo.
8
Cf. A. Valentini, Il secondo annuncio a Maria (RM 16): la spada di Simeone, in Mar
50(1988)290-322; A. Serra, "Una spada trafiggerà la tua vita" (Lc 2,35a). Quale spada? Bibbia e
tradizione giudaico-cristiana a confronto, Ed. Servitium - Pontificia Facoltà Teologica "Marianum",
Palazzago (BG) - Roma 2003.
contraddizione. Il progetto della salvezza, che si scontrerà pure con l'ostilità e la
contrapposizione, colpirà anzitutto il Figlio e, per lo strettissimo rapporto, pure la Madre.
NB. Fine del testo che sarà pubblicato sul Dizionario di mariologia (nuova edizione) a
cura di S. De Fiores-V. Ferrari Schiefer- S. M. Perrella, edizioni San Paolo.
II punto:
VERSO I DUE ALTARI DEL "FIAT" TOTALE DEL CALVARIO
L'offerta di Cristo al tempio è un'unica offerta sacrificale del Figlio e della Madre.
Infatti:
Maria si dona al Padre già con il "fiat" sacrificale dell'annunciazione,
offre il Figlio nel tempio antico di Gerusalemme: è il sacrificio mattutino (s. Bernardo),
per offrirlo definitivamente nella Pasqua della sua morte e risurrezione: è il sacrificio
vespertino sulla Croce e tra le lacrime (s. Bernardo),
nel tempio ella anticipa il Memoriale eucaristico del Salvatore e la "Pasqua" offertoriale
della Chiesa.
a. Unica offerta: nella presentazione di Cristo già si profila l'"Unum olocaustum ambo
(Christus et Maria) pariter offerebant": l'unico olocausto offerto nello stesso tempo da ambedue:
da Cristo e da Maria (Arnaldo Chartres, + dopo il 1156, De laudibus Virginis, PL 189,1727A)9.
Al Calvario la Vergine pronuncia il "fiat" di misericordia, gesto di compassione verso
l'umanità ferita dal peccato, si mostra solidale con i peccatori, rivela pietà e amore materno verso
la Chiesa. Il suo "fiat" di pace riconcilia nella Croce il cielo e la terra, il Creatore e la creatura.
La Chiesa etiopica parla di "Terzo" o "Nuovissimo Testamento" o "Patto di
misericordia": patto che si sarebbe concluso sul Calvario, a favore dell'umanità intera, tra Gesù
morente e sua Madre.
b. Due offerenti: sul Calvario si distinguono "due altari: uno nel cuore di Maria, l'altro
nel corpo di Cristo. Il Cristo immolava la sua carne, Maria la sua anima" (Arnaldo di Chartres,
De septem verbis Domini in cruce, 3, PL 189,1694).
Perché due offerenti? Perché Maria è cooperatrice: anche a lei una spada trafiggerà
l'anima.
Si spiega perché secondo s. Luigi Maria di Montfort, Maria doveva esser presente come
Madre, alla morte di Cristo, perché egli potesse "compiere con lei un medesimo sacrificio ed
essere immolato con il suo consenso all'eterno Padre" (VD 18). Mentre s. Bernardo,
rivolgendosi alla Vergine, estasiato, esclama: "Il Figlio è con te per preparare in te il mirabile
sacramento": "Filius tecum, qui ad condendum in te mirabile sacramentum" (Sermo 3,4, In
laudibus Virginis Mariae, PL 183,73). Il b. Giovanni Taulero (+1361) aggiunge: Maria offrì se
stessa con Cristo, come ostia viva, per la salvezza di tutti (Sermo pro festo Purificationis
BMV).
Ecco due conseguenze.
a. Il "fiat", che all'annunciazione ha concorso alla formazione di Cristo uomo nuovo, alla
Croce rende Maria Madre universale della nuova famiglia del Signore. All'annunciazione nasce
Cristo come persona singola, nel parto della Croce nascerà il corpo totale di Cristo: noi sue
9
Arnaldo, abate de Bonneval, detto di Chartres, è un monaco cistercense poco noto, ma amico e
biografo di s. Bernardo, con cui fu in corrispondenza. Il Menologio cistercense elogia Arnaldo come
celebre per dottrina e pietà: "vir doctrina pariter et pietate celebris" (EC 1,2000-2001).
membra.
b. Presso la Croce la Vergine apparirà come la primizia e il culmine del sacerdozio dei
fedeli. Ella non ha la grazia ministeriale del sacrificio dell'Ordine, ma la grazia suprema della
comunione e dell'offerta. Non regge la Chiesa come Pietro, non predica come Paolo. Il suo ruolo
si colloca a un livello eccezionale, poiché per prima ha offerto con Cristo il sacrificio che la
Chiesa celebra nell'Eucaristia.
Ella si trova all'origine del sacerdozio offerente della Chiesa e vi svolge un ruolo di
fondazione e di fondamento.
Rilievi conclusivi
1. Maria si rivela Madre in senso triplice: 1) a Betlemme, 2) qui nel tempio, quando offre
il Figlio come primogenito che appartiene a Dio10, 3) presso la Croce e nel Cenacolo, dove come
Madre fa crescere, quale formatrice dei futuri evangelizzatori, la totalità del corpo di Cristo
risuscitato.
2. Maria vive il mistero pasquale fin dalla presentazione, in un triplice senso: 1) riascolta
la chiamata avvenuta a Nazaret all'annunciazione, 2) offre il frutto della sua maternità verginale,
3) si avvia a farne dono completo sul Calvario.
3. Nella presentazione al tempio del Figlio "per offrirlo al Signore" (Lc 2,22), già si
prefigura lo stabat Mater della Vergine ai piedi della Croce. La Madre vive una sorta di
"Eucaristia anticipata", che avrà il suo compimento dell'unione col Figlio nella passione e si
esprimerà dopo la Pasqua nella sua partecipazione alla celebrazione eucaristica (cf. EdE 56).
Difatti se l'annunciazione del Signore a Maria, può esser vista come una sorta di Liturgia della
Parola, la presentazione si presenta come una Liturgia eucaristica, di risposta e di offerta a Dio
che, in Cristo, ogni giorno viene dal suo popolo, nuovo tempio dello Spirito, per donarsi quale
pane di vita.
Donna nuova e eccelsa Figlia di Sion, Maria è contemplata come l'alba del genere
umano, l'aurora del tempo salvifico, che prepara il cuore dei figli verso la pienezza della Cena
pasquale.
4. Maria è la Vergine degli inizi e del compimento:
esistono delle precise e mirabili sintonie tra l'inizio del NT e il compimento pasquale della
salvezza.
Corrispondenza tra la nascita di Gesù a Betlemme e la nascita della membra di Cristo
nella Pasqua di risurrezione.
Tra l'annunciazione a Maria e la Pentecoste apostolica.
Tra la visitazione di Maria e la "visitazione" degli Apostoli.
Tra le nozze di Cana e la Pentecoste apostolica: l'intervento della Madre a Cana non è
anticipo dello Spirito pentecostale e giorno del testamento della Vergine?
Corrispondenza tra
il "fiat" dell'annunciazione per la nascita di Cristo capo, e il "fiat" della Croce per la nascita della
nuova comunità pasquale del Risorto.
10
Un tema, quasi ignorato dalla teologia della festa del 2 febbraio, è il sacerdozio familiare, esercitato
alla presenza del sacerdozio ministeriale del tempio, da s. Giuseppe, quale capofamiglia ebreo. Tale
sacerdozio, in cui sono inseriti anche Maria e il Figlio primogenito, nella presentazione sta per
concentrarsi tutto e solo su Gesù Signore. Inoltre, i figli, dono miracoloso di Dio, vanno offerti al Signore,
custode e garante della vita: "Dono del Signore sono i figli, è sua grazia il frutto del grembo" (Sal 126,3).
Maria è anche la Vergine dei cambiamenti e delle sostituzioni: ad es. presso la Croce la
Madre offre e perde il Figlio, ma riceve i figli, fratelli di Cristo; nel Cenacolo si compie il
passaggio dalla famiglia di Nazaret alla famiglia pasquale di Cristo.
La Vergine è il preludio, l'aurora, la vigilia della redenzione, ma altresì la cerniera, la
donna della frontiera tra l'antica e nuova alleanza, il momento germinale e inizio santo del nuovo
Israele, punto di unione, il traguardo delle profezie messianiche, il vertice e compimento del
disegno salvifico, perché nel suo cuore materno è racchiusa la chiave dell'intelligenza del
misterioso disegno di Dio: Maria chiave del mistero cristiano.
5. Sintonia tra il Signore e la Madre: "i suoi pensieri sono in sintonia con i pensieri di
Dio... il suo volere è un volere insieme con Dio" (DCE 41).
a. Questa sintonia si inaugura all'annunciazione, dove la la volontà di Maria si armonizza
con la volontà insindacabile e suprema di Dio.
b. Si espleta nella presentazione di Cristo al tempio, quando già si profila l'"Unum
olocaustum ambo (Christus et Maria) pariter offerebant".
c. Si manifesterà alle nozze di Cana. Così i Padri commentavano la frase di Gesù: "Che
c'è tra e te o donna?". Gesù direbbe a sua Madre: "Nulla ci divide, o Madre, dì pure: ciò che vuoi
tu, Madre, lo voglio anch'io". Infatti "quello che la Madre chiede, il Figlio lo approva, il Padre lo
dona" (Arnaldo di Chartres, De septem verbis Domini in cruce, 3, PL 189,1694).
d. Questa sintonia tra il Figlio e la Madre raggiunge il suo apice alla Croce: sul Calvario
si compie l'"Unum olocaustum ambo offerebant". La stessa spada che colpisce il Figlio trafigge
pure l'anima della Madre.
e. Questa sintonia tra Figlio e Madre si estende alla nuova famiglia di Cristo dopo la
risurrezione. Quale capocoro e capofila della Chiesa orante e pellegrina, Maria è la Madre
dell'unità di Cristo: capo e membra. Colei che cristifica: riproduce nei figli i tratti fisionomici del
Figlio primogenito (MC 57).