La costa a ovest di Alessandria: Marsa Matrouh, El
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La costa a ovest di Alessandria: Marsa Matrouh, El
La costa a ovest di Alessandria: Marsa Matrouh, El-Alamein Gli oltre 500 km di costa mediterranea a ovest di Alessandria presentano splendide spiagge di sabbia e località che furono teatro delle battaglie della Seconda Guerra Mondiale, di cui ancora conservano qualche ricordo. Marsa Matrouh, a 226 km dal confine libico, è una delle più popolari mete turistiche degli Egiziani. La località è ben attrezzata per accogliere il turismo balneare e le sue bianche spiagge, non ancora invase dagli enormi complessi alberghieri che caratterizzano le zone più vicine ad Alessandria, ne fanno un luogo piacevole e rilassante. In città si possono visitare il Museo del folklore, che espone tende e manufatti beduini, e il Museo Rommel, situato nel luogo utilizzato dal comandante dell'Afrika Korps come quartier generale durante la campagna di ElAlamein. Fuori città, la spiaggia di Cleopatra è situata tra formazioni rocciose ed è il luogo dove pare facessero il bagno Cleopatra e Marco Antonio. La spiaggia di Agiba, una decina di chilometri oltre la precedente, è un autentico paradiso: raggiungibile tramite un sentiero che scende dalla scogliera, è piccola e molto riservata. Un centinaio di chilometri oltre Marsa Matrouh si trova Sidi Barani, una piccola e trafficata città beduina, centro del modesto traffico alimentare e petrolifero tra Egitto e Libia. Tornando verso Alessandria (a 104 km), il piccolo villaggio costiero di El-Alamein è noto per essere stato il teatro dello scontro finale in terra africana fra gli Inglesi e le forze dell'Asse durante la Seconda Guerra Mondiale (1942). Si possono visitare il Museo di Guerra, con collezioni di armi, uniformi e reperti della battaglia di El-Alamein e di altre campagne nordafricane. A est del centro cittadino si trova il cimitero di guerra del Commonwealth, dove sono ospitate più di 7000 tombe di soldati che combatterono qui per la causa degli Alleati. 7 km a ovest del centro si trova invece il Monumento ai caduti tedeschi e, poco distante, il Monumento ai caduti italiani, anticipato dalla lapide commemorativa che ricorda l'abnegazione con cui questi soldati si batterono contro forze soverchianti: "Mancò la fortuna, non il valore". Ad ovest del Nilo le sabbie del deserto sono interrotte da una serie di depressioni di origine tettonica, la cui fertilità è dovuta alla presenza di sorgenti e pozzi: sono le Oasi del Deserto Libico, luoghi che uniscono ad una grande bellezza, ancora incontaminata dal turismo, un estremo interesse dal punto di vista archeologico. L’Oasi di el- Kharga è la più grande e la più meridionale ed è sede del Governatorato. Qui in periodo romano venne fondata la città di Hibis, come attesta un bellissimo tempio dedicato da Dario I al dio Amon. Altri monumenti importanti sono i templi di Qasr el-Ghueida, di Qasr Zayan e di Nadura e la splendida necropoli cristiana di Bagawati. L’Oasi di el-Dakhla, collegata a el-Kharga da una strada asfaltata (circa 190 km), ha anch’essa importanti vestigia archeologiche tra cui l’antica città di Balat con mastabe della VI dinastia, il tempio romano di Deir el-Haggar e la necropoli romana di Muzawaqa. Vi sono inoltre numerose piscine naturali con acqua termale. L’Oasi di Farafra, più a nord, è interessante per la bellezza del deserto che la circonda (White Desert): in alcuni punti le rocce bianchissime che lo costituiscono creano un’atmosfera lunare. L’Oasi di Bahariya è collegata da una strada asfaltata a Farafra e al Faiyum. Anche qui vi sono importanti necropoli e un tempio dedicato ad Alessandro Magno. L’Oasi di Siwa è la più occidentale e la più lontana; era celebre nell’antichità perchè sede di un importante oracolo di Giove Ammone che fu consultato, tra l’altro, da Creso e da Alessandro Magno (331 a.C.). I principali monumenti sono il tempio di Aghurmi della XXVI dinastia, le rovine del tempio di Umm el-Ebeida e la necropoli di Gebel el-Mawta (XXVI dinastia e periodo greco-romano). Vi sono sorgenti termali calde e alcuni piccoli laghi. Siwa è la più occidentale delle oasi egiziane, 550 km dal Cairo, 300 dal Mediterraneo e solo 50 dal confine libico. Situata in una depressione 12 metri al di sotto del livello del mare, è facilmente raggiungibile da Marsa Matrouh, sulla costa mediterranea, cui è collegata con pullman giornalieri. Il paesaggio è tra i più pittoreschi del Paese: dopo chilometri di deserto, Siwa appare come un "miraggio", immersa nel verde delle sue famose piantagioni di datteri e ulivi. Situata lungo la rotta che portava a Menfi, Siwa è rimasta isolata fino a tempi recenti, visitata solo dagli antichi carovanieri e da rari pellegrini che vi giungevano per consultare l'oracolo del famoso tempio di Amon. Questo isolamento ha permesso alle tribù berbere, che si stanziarono nel territorio molti secoli fa, di mantenere vive la propria cultura e le proprie tradizioni, prima fra tutte la lingua, il siwi, che costituisce ancora il principale idioma dell'oasi. E' veramente un'"oasi", soprattutto di pace, dove gli stranieri possono passeggiare tranquilli senza subire gli assalti degli abitanti (come avviene in altre parti del Paese), ma è necessario rispettare i costumi locali, cercando di non offendere le antiche tradizioni. Il capoluogo dell'oasi è Siwah, una cittadina di circa 7000 abitanti, nella quale si può visitare un picolo museo che conserva alcuni abiti e utensili tradizionali. Il centro cittadino è dominato dalle rovine dalla fortezza di El-Shali, costruita nel XIII secolo quale rifugio degli abitanti dell'oasi contro i predoni beduini. Per gli amanti dei VERI viaggi culturali alla ricerca di luoghi che mantengono una propria unità culturale, di antichi costumi, usanze e tradizioni, di dialetti originali rimasti immodificati nel corso dei secoli, non si può non dedicare un paio di giorni alla visita di uno dei luoghi più paradisiaci e straordinari dell'Egitto: l'oasi di Siwa. E' un'occasione unica per entrare in contatto con una realtà praticamente isolata dal resto del Paese, rimasta tale da secoli, senza subire le influenze esterne e soprattutto i danni che molto spesso accompagnano il turismo di massa(credo proprio ancora per poco! Alcune agenzie locali hanno iniziato ad organizzare pullman per l'oasi, cosicchè l'afflusso di turisti è sempre maggiore!). Il viaggiatore si troverà di fronte uno scenario idilliaco, quasi un miraggio tra le calde sabbie del deserto Libico: un'immensa distesa di palme colme di datteri, sorgenti d'acqua potabile, piccoli laghi, vere e proprie fonti termali: il tutto tra enormi distese di dune. Oggi Siwa conta circa 11000 abitanti, alcuni dei quali vivono ancora nelle antiche costruzioni di mattoni di fango; tutti conservano tuttora la propria identità culturale, indossano gli antichi costumi, parlano in un particolare dialetto berbero( il "siwi") assolutamente incompreso dagli altri abitanti d'Egitto. A consentire la conservazione di queste antiche tradizioni hanno contribuito la posizione geografica dell'oasi ai confini con la Libia, la determinazione degli abitanti berberi ed un vero e proprio isolamento dal resto dell'Egitto: pensate che solo agli inizi degli anni '80 venne costruita la prima strada asfaltata che collegava l'oasi ad un centro urbano, Marsa Matruh. Un paio di giorni sono sufficienti per ammirare le naturali attrattive dell'oasi: le rovine di alcuni templi(vale la pena di visitare il "tempio dell'Oracolo" dedicato al dio Amon), i resti della città di Shali(abbandonata dal 1926 dopo i danni causati da tre giorni di incessanti piogge: interessante la casa fondata da un ambasciatore canadese che oggi funge anche da museo), la "collina della morte"(il Gebel el-Maut) con le sue tombe risalenti alla XXVI dinastia e al Periodo Tolemaico. Una mezza giornata deve essere dedicata alla visita delle sorgenti e delle fonti termali dell'oasi: i cosiddetti "bagni di Cleopatra", dove un tempo le spose si bagnavano il giorno delle nozze(oggi l'aspetto è quello di un profondo stagno verdognolo dove di sicuro è sconsigliabile bagnarsi date le acque della vasca piuttosto sudicie); il "lago salato" con la sua sorgente(non fatevi sfuggire la possibilità si sorseggiare un thè nel piccolo bar adiacente, immerso tra le palme); Aghurmi e Gebel Dakhur(sito termale ottimo per fare bagni e sabbiature calde). Siwa offre anche la splendida opportunità di acquistare come souvenir prodotti dell'artigianato locale, normalmente usati nella vita quotidiana dalla gente del posto(ben diversi dai soliti oggetti in serie venduti ai turisti!!!). Come già detto, una visita decente dell'oasi richiede almeno uno, due pernottamenti. Avrete diverse scelte a disposizione: nel giro di poche centinaia di metri, infatti, troverete raggruppati la maggior parte degli alberghi di Siwa. Ve ne consiglio, in particolare, due: il "Palm Trees Hotel" e lo "Yousef Hotel", entrambi in centro e che con un buon rapporto qualità-prezzo forniscono stanze(piccole però!!!), pulite e cosa importante con l'acqua calda. State alla larga, invece, dal "New Siwa Hotel" e da "Al-Medina": se proprio non riuscite a trovare altro controllate che nel vostro letto non vi siano rimaste tracce del passaggio di qualcun altro! Come avrete capito, l'escursione in questa pittoresca oasi richiede anche un buon spirito di adattamento, a cominciare dal tragitto per raggiungerla. Due sono le possibilità a vostra disposizione! La prima è quella di viaggiare su uno degli autobus che collegano Alessandria a Siwa via Marsa Matruh(da qui per Siwa ci sono mediamente tre corse giornaliere a/r); un consiglio: è meglio prenotare! Potrete rivolgervi alle biglietterie della West Delta Bus(ad Alessandria nei pressi della stazione ferroviaria; a Siwa nella piazza centrale; a Marsa Matruh vicino alla ferrovia). La seconda possibilità è quella di raggiungere Siwa da est percorrendo la strada che collega Siwa all'oasi di Baharya. E' preferibile munirsi di jeep 4x4: la strada è asfaltata, ma il fondo stradale è in cattive condizioni. Siwa è un'oasi situata a circa 300 km a sud dalle rive del Mediterraneo e a 500 km a est dalle sponde del Nilo, ed è in fondo ad una depressione a più di 18 metri sotto il livello del mare. Per raggiungere Siwa avete due possibilità; usare la strada da Marsa Matruh o da Bahariya oppure, come facciamo noi, arrivarci da tutte le parti tranne che dalla strada. La strada da Marsa Matruh è buona, basta percorrerla per circa 310 km in direzione sudovest e siete arrivati a Siwa, arrivare da Bahariya presuppone che voi la abbiate già raggiunta da Giza, 340 km di strada buona, percorrendo quella che molto probabilmente, è la peggiore strada che voi abbiate mai visto, per altri 400 km circa. Quindi non rimane che la scelta migliore, il deserto. E quello intorno a Siwa è sicuramente tra i più belli e affascinanti che voi possiate ammirare. Oltre al deserto circostante la cosa da ammirare e ovviamente l'oasi. Sono però le sue oltre 300 sorgenti di acqua limpida, disseminate sotto i luoghi ombreggiati da palme e olivi, che fanno la bellezza e ricchezza di quest'oasi, che si presenta come un vero giardino fiorito. Il centro città e dominato dai resti dell'enclave fortificato di Shali nelle cui mura di cinta si aprivano solamente tre porte , fu fondata nel 1203 in seguito ad un violento attacco dei beduini che lasciò solamente quaranta superstiti in tutta l'oasi. I vicoli inclinati e tortuosi di Shali sono abbandonati dal 1926. Quell'anno, infatti, le piogge si accanirono per tre giorni sulle case in karshif (fango salato essiccato) e le resero inabitabili. Il minareto, a forma di camino, pare sia l'ultimo in Egitto nel quale il muezzin sale ancora in cima e chiama i fedeli alla preghiera senza l'aiuto dell'altoparlante. Sulla collina di Aghurmi, quattro chilometri ad est di Siwa, si trovano le rovine del tempio di Amon, edificato tra il 663 e il 525 a.C. Nell'antichità, numerosi visitatori, tra cui il re Dario, si recavano a Siwa per consultare l'oracolo di Giove Ammone. Ma fu la Visita Alessandro Magno nel 331 a.C., che diede fama immortale all'oracolo dell'oasi. Oggi non c'è più molto da vedere qui. Una volta si poteva salire fino in cima al vecchio minareto, ma ciò non è più permesso a causa delle pessime condizioni di conservazione dell'edificio. Gebel al-Mawta, oppure Gebel Mussaberin è la "montagna dei morti" ed è ad un chilometro a nord della città. Questa massa calcarea tutta sforacchiata, accoglie alcune tombe della XXVI dinastia e del periodo tolemaico. Ain el-Hammam o, sorgente di Juba, è la sorgente più famosa di Siwa meglio conosciuta come "I Bagni di Cleopatra". Le sue acque, di un verde intenso, sono raccolte in una piscina circolare ricoperta di alghe e di muschio. Tuttavia la schiuma che staziona a volte in superficie, non rende l'acqua un granché invitante. In particolar modo "le" turiste dovrebbero pensarci due volte prima di immergersi dato che la vista di una donna in bikini, per lo più straniera, che salta nuda (ai loro occhi) nell'acqua crea lo stesso scompiglio che si verificherebbe se voi ve ne andaste in giro nudi per il centro della vostra città. A sei chilometri da Siwa vi è un'altra piscina più appartata e pulita della precedente immersa tra le palme e un verde lussureggiante è all'oasi Fatnas chiamata anche Fantasy Island. Coloro che soffrono di reumatismi possono alleviare i dolori facendo sabbiature a Gebel Dakrur, a quattro chilometri dalla città, durano venti minuti, trascorsi i quali venite tirati fuori e vi viene offerto del tè bollente. Dicono che dopo tre giorni di questo trattamento i reumatismi scompaiano. ESTRATTI DA PROGRAMMI CHE INCLUDONO L’OASI DI SIWA MERCOLEDI’: ALESSANDRIA Giornata dedicata alla visita di Alessandria: il Museo Greco-Romano, la Necropoli di Anfushi, le catacombe di Kom ash-Shuqqafa, la zona archeologica di Kom e Dik, l’anfiteatro romano, la colonna di Pompeo e Serapeum, la Necropoli Mustafa Pasha, importante per le pitture d’epoca ellenistica e si stile greco, e la Tomba di Alabastro che è stata attribuita proprio ad Alessandro. Città fondata da Alessandro, di grandezza ed opulenza leggendarie, più volte offesa dalla storia e rinata più grande e più bella. Ma nel travagliato periodo in cui bizantini, arabi e persiani si contesero il Vicino Oriente Alessandria si avviò su un declino da cui si sarebbe ripresa solamente all’inizio del secolo scorso. Offre comunque importanti tracce archeologiche ed artistiche del proprio passato:- Kom ed Dik: resti della città romana, terme, teatro. - Museo Greco-romano: una raccolta d’arte di grande valore centrata su reperti rintracciati in Alessandria. Illustra, in un incrocio culturale (egizio, romano, greco, ebraico, cristiano, ecc.) di estremo interesse, il periodo storico che va dal III secolo a.C. al III d.C. - Catacombe di Kom ash-Shuqqafa: complesso funerario del II secolo d.C. scavato nella roccia di una collina. Complesso individuato solo agli inizi del secolo scorso è in un ottimo grado di conservazione e testimonia in modo prezioso quella koinè culturale tra mondo egizio e greco-romano che costituisce il grande specifico contributo di Alessandria alla storia dell’arte del Mondo antico; - La necropoli di Anfushi: consiste in cinque tombe del 250 a.C. Pernottamento ad Alessandria GIOVEDI’: EL ALAMEIN - MARSA MATRUH Completamento delle visite di Alessandria. Partenza quindi in pullman in direzione ovest costeggiando il Mediterraneo. Sosta ai resti di Tapo-Siris Magna, antica città fondata in età tolemaica, e quindi proseguimento per El Alamein che durante la seconda guerra mondiale fu lo scenario di una vittoria decisiva degli Alleati sui paesi dell’Asse . Nel pomeriggio trasferimento a Marsa Matruh situata su una bella baia, località balneare molto ambito dagli egiziani. Pernottamento a Marsa Matruh. VENERDI’: MARSA MATRUH – OASI DI SIWA Partenza per l’oasi di Siwa (305 km) presso il confine con la Libia. E’ lo stesso viaggio compiuto da Alessandro verso l’importante tempio di Amon dove l’oracolo doveva confermargli la discendenza divina. Si tratta di una delle oasi più pittoresche dell’Egitto. Ricca di laghetti e di sorgenti in massima parte termale, l’oasi regge la propria economia sulla coltivazione dei datteri e delle olive. Pernottamento a Siwa. SABATO: OASI DI SIWA Giornata dedicata alla visita di Siwa e delle sue famose sorgenti. Resta poco di ciò che fu l’oracolo più importante del mondo egizio: eppure l’oasi sembra ancora vivere di questa presenza, come se nulla di veramente importante fosse più accaduto dall’Antichità. Qui, come ricordato, venne Alessandro cercando legittimazione. Qui prima di lui Cambise aveva mandato il famoso esercito di 50.000 uomini con l’incarico di distruggere l’oracolo: questa immensa armata non arrivò mai, scomparve nelle sabbie del deserto e, da allora, è uno dei grandi misteri (sogni?) dell’archeologia. Shali: villaggio dominato dai resti della fortezza del XIII secolo; Tempio dell’Oracolo: costruito all’epoca della XXVI dinastia attorno al VI secolo a.C; Tempio di Amon: costruito all’epoca della XXX dinastia ; Gebel a-Mawta: necropoli di epoca tolemaica e romana. Pernottamento a Siwa. ALTRO PROGRAMMA Sabato All'arrivo nella metropoli di Alessandro Magno (differenza + 1 ora rispetto all'Italia) trasferimento allo Sheraton Muntazah hotel (cat. 4 stelle) con immediata assegnazione delle camere. L'albergo è situato in bella posizione di fronte ai giardini dell'ex palazzo reale. Nella tarda mattinata si comincia la visita di Alessandria che, dopo esser stata la splendente capitale del mondo ellenistico, nei primi secoli dell'era cristiana si trasformò nella fucina metropolitana del monachesimo orientale, diventando nel 325 sede di Patriarcato. L'inaugurazione nello scorso aprile della nuova biblioteca sorta per continuare i fasti di quella antica annoverata tra le sette meraviglie del mondo, ha riportato Alessandria sulla ribalta mondiale. Insieme alla prestigiosa istituzione si visiteranno il Museo Greco Romano, l'anfiteatro, le catacombe romane, il serapeum, il castello nell'area del porto, la chiesa di Santa Caterina e lo storico Cecil hotel nelle cui sale sarà servito un thè. Domenica Al completamento del programma di visite in Alessandria, partenza in pullman per El Alamein dove nell'autunno del 1942 ebbe luogo la battaglia che, con la sconfitta di Rommel da parte di Montgomery, capovolse le sorti della guerra in Nordafrica. Visita al cimitero di guerra con l'annesso museo e al sacrario dei caduti italiani. Quindi proseguimento per Marsa Matrouh, ex base inglese su una insenatura della Marmarica, dove si prende colazione in ristorante. Nel pomeriggio si lascia il litorale mediterraneo per l'in-terno del deserto fino a raggiungere l'oasi di Siwa situata a 60 metri sotto il livello del mare in prossimità del confine libico. Percorso di circa 500 chilometri complessivi su ottima strada asfaltata che, in condizioni di pressoché totale assenza di traffico, porta all'improvvisa apparizione dell'oasi nelle cui vicinanze taluno suppone sia scomparsa l'armata persiana di Cambise. Sistemazione per cena e pernottamento presso il Paradise Siwa hotel (cat. 4 stelle), accogliente e nuovo complesso alberghiero immerso nella verzura del palmeto e dotato di piscina termale. Lunedì Primo tour di orientamento nella grande oasi le cui palme si sviluppano rigogliosamente fino a lambire la corona di laghi e di monti disposta tutta attorno a creare, quasi un miraggio, uno scenario di alta suggestione. La mattinata sarà particolarmente riservata alla visita dei templi di Amon e di Ommo Obayda (XII secolo a.C.), insigni monumenti legati alla vicenda di Alessandro il Macedone e a uno dei più celebri oracoli dell'antichità. Altrettanto dicasi per la vicina sorgente denominata Bagno di Cleopatra. Si trascorrerà il pomeriggio nel labirinto della cittadella di Shali, un inestricabile fortilizio fatto di terra che dal XIII secolo domina l'oasi dall'alto di uno sperone: resti di abitazioni, magazzini per derrate, ricoveri per animali, piccoli orti, torri di vedetta e perfino due moschee si affollano su fondali color ocra. Al tramonto la veduta di cui si gode dalla sommità di Shali è uno dei momenti più spettacolari ed emozionanti del viaggio. Martedì La visita alla necropoli della Montagna dei Morti (Gebel El Mawta) insieme al piccolo museo locale (gioielli, strumenti musicali, ceramica, costumi, cestineria), occuperà l'intera prima parte della giornata: tra le centinaia di tombe che occhieggiano qua e là nelle falde rocciose del monte, due conservano l'eccezionale decorazione pittorica che ornava anche tutte le altre e che, con intromissioni di elementi romani, o forse anche cristiani, caratterizzava l'arte figurativa del periodo tra il I e il III secolo d.C. Nel pomeriggio una piacevole e rilassante escursione porterà a contatto degli specchi lacustri più prossimi all'oasi: il sempre mutevole silenzioso spettacolo del tramonto questa volta viene proposto nel palmeto dove si trova la sorgente di Fatnas. Si saluta l'anno nuovo con il cenone servito presso il ristorante dell'albergo. Mercoledì Mattinata libera per riposo e attività individuali. Pomeriggio di escursione in fuoristrada alla scoperta delle sorgenti che affiorano nascoste nei palmeti con fotosafari panoramico ai piedi delle rupi che circondano Siwa. Giovedì Escursione di intera giornata nel territorio a oriente di Siwa dove si trova la sorgente di Ain Qurayshat che è ritenuta la più grande di tutto il Deserto Occidentale: le sue fresche e chiare acque sono una piacevole occasione per un bagno. Poco lontano da Ain Qurayshat sta sorgendo un villaggio per ospitare i pionieri che, dopo aver dissalato il terreno, cercano di metterlo a coltura. Altro obiettivo dell'escursione è l'antico insediamento di Abu Shuruf che conserva i resti di un tempio del I secolo d.C. con annessa area cimiteriale. Particolare di rilievo: diversamente da tutte le altre, la cisterna che riceve la sorgente sotterranea di Abu Shuruf è di pianta ovale. Nei pressi i resti di un insediamento adibito a penitenziario fino agli Anni Cinquanta. Venerdì Ancora una giornata di escursione in fuoristrada. Puntando a nord-ovest di Siwa nella mattinata si visitano i villaggi di Maraqi (già gravemente colpito dall'alluvione del 1982), Balad Al Rum (castrum romano e chiesa cristiana, forse l'unica testimonianza copta nell'area di Siwa) e Bahaj Al Din. Pomeriggio di fotosafari in pieno deserto dove in località Allubak si assisterà all'ennesimo tramonto. Rientro a Siwa in serata. Sabato Partenza in pullman per la costa mediterranea che si percorre in direzione est fino a Borg El Arab: colazione in ristorante con rientro ad Alessandria nel pomeriggio. Dopo una sosta nel colorito ambiente del souk, cena presso lo storico hotel Metropol che sorge nella stessa piazza del Cecil. In nottata trasferimento all'aeroporto.