Dalla caduta del regime di Saddam Hussein avvenuta nel 2003 il

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Dalla caduta del regime di Saddam Hussein avvenuta nel 2003 il
IRAQ
Dalla caduta del regime di Saddam Hussein avvenuta nel 2003 il Paese vive in una situazione di
instabilità e insicurezza. Le minoranze etniche e religiose – i cristiani, in particolare – sono
esposte a una violenza che li sta spingendo a un vero e proprio esodo, come dimostrato le cifre:
nel 2003 i cristiani, appartenenti a 14 Chiese, erano circa un milione, oggi se ne possono contare
non più di 300mila. Peraltro, molti di loro si sono stabiliti nel Kurdistan iracheno, dove sono
oggi circa 100mila a fronte dei 30mila che erano presenti prima del 2003.
La sicurezza di quelli che non sono ancora emigrati è tuttavia molto a rischio, come dimostrano
i ricorrenti attentati che – in entrambe le annate in esame – sono stati perpetrati dai musulmani
dell’Unione Islamica del Kurdistan, partito legato ai Fratelli Musulmani. Nella Provincia curda il
livello di sicurezza si è talmente abbassato che essa è diventata per molti cristiani soltanto una
zona di transito; nonostante questo, il 7 luglio 2011, monsignor Louis Sako, arcivescovo di
Kirkouk dei Caldei, ha potuto inaugurare una nuova chiesa, dedicata a San Paolo. Costruita in un
villaggio vicino Sikanayan, su un terreno donato dal Governo centrale, essa è il primo luogo di
culto cristiano costruito dal 2003.
Analizzando ancora la presenza territoriale dei cristiani, si evidenzia come molti abbiano
trovato rifugio nei Paesi confinanti – Giordania, Siria, Libano e Turchia – anch’essi però una
sorta di “area di transito” dove rimanere fino all’ottenimento dei visti per spostarsi ancora
altrove. Secondo monsignor Basile Georges Casmoussa, arcivescovo emerito di Mossoul di Siri,
«l’80% dei nostri giovani se ne vanno o sognano di andarsene»1. Per monsignor Schlomo
Warduni, vescovo ausiliare del Patriarcato caldeo a Bagdad «l'emigrazione distrugge la nostra
cultura, la nostra storia, la nostra fede, le nostre chiese e i nostri fedeli. È una malattia
contagiosa e pericolosa di fronte alla quale non possiamo fare nulla» 2.
Queste minoranze, peraltro, sono sottomesse alla Shari’a che è l’unica fonte del diritto, realtà
che pone i cristiani in una situazione di grave disuguaglianza rispetto ai propri concittadini.
Naturalmente, essisono anche sotto-rappresentati nelle Istituzioni, tanto che, nel luglio 2010,
76 delegati delle religioni cristiane e di altre minoranze (gezzidi, sabeni), hanno lanciato un
appello affinché venissero messi a punto degli emendamenti alla Costituzione in grado di
assicurare un maggiore riconoscimento dei loro diritti.
Monsignor Casmoussa ha fatto esempi molto pratici delle ingiustizie subite dai cristiani: 1)
nell’ambito dell’insegnamento religioso a scuola, se c'è anche un solo alunno musulmano in una
classe di cristiani, egli ha diritto al corso di religione islamica, mentre, affinché i cristiani abbiano
lo stesso diritto, essi devono rappresentare il 51%. 2) nella vita culturale, ad esempio, il Governo
ha negato alla Chiesa il permesso i aprire un museo3. Questi ed altri fatti, hanno fatto dire
all’arcivescovo che «molti funzionari del Governo sono ostili alla Chiesa cattolica»4.
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Zenit, 2 maggio 2011
La Croix, 31 ottobre - 1 novembre 2011
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Zenit, 12 settembre 2010
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Zenit, 29 maggio 2011
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I cristiani, inoltre, assistono a una progressiva re-islamizzazione della società. Molti musulmani
esigono che il pagamento della tassa islamica e impongono anche alle donne cristiane rigide
regole di abbigliamento alle quali esse si adattano, vittime di una fortissima pressione sociale.
Alcune alte autorità religiose musulmane esigono poi la separazione fra uomini e donne nelle
università e, in questo ambito, va segnalata la chiusura della Facoltà di musica in quella di
Bagdad, in quanto la musica è incompatibile con l'interpretazione fondamentalista della
Shari’a5.
Sul sito internet del gruppo islamico Ansar El Islam, è stata inserita una lettera nella quale si
legge che «il segretario generale della brigata islamica ha deciso di lanciare agli infedeli crociati
cristiani di Bagdad e delle altre Province, un ultimo avvertimento, affinché essi lascino
immediatamente e definitivamente l'Iraq e raggiungano Benedetto XVI e i suoi adepti che
hanno calpestato con i piedi i più grandi simboli dell'umanità e dell'islam […] D'ora in poi, non
ci sarà più posto per gli infedeli cristiani […] A coloro che resteranno taglieremo la gola»6.
Violenze anticristiane
Il 2010 è stato segnato soprattutto dall'attentato che, il 31 ottobre, ha colpito la cattedrale sirocattolica di Bagdad, dedicata a Nostra Signora del Perpetuo Soccorso. Era la vigilia della festa di
Ognissanti e durante la celebrazione della Messa, un commando di una dozzina di uomini
armati ha ucciso subito un sacerdote e due fedeli e poi ha preso in ostaggio gli altri preti e i 300
fedeli presenti. Gli assalitori hanno sparato sulla croce con le loro mitragliatrici gridando «ditele
di salvarvi!». L’assalto condotto quattro ore dopo dall’esercito con il sostegno dei militari
americani, si è chiuso con il seguente bilancio: 58 morti tra gli ostaggi, fra cui due giovani
sacerdoti, Wassim Sabih e Thaer Saadallah Boutros, e 67 feriti.
L’ attentato è stato rivendicato dalla formazione Stato islamico dell'Iraq, affiliata ad Al-Qaeda,
che ha dichiarato: «Tutti i cristiani, le loro organizzazioni e le loro istituzioni, così come i loro
responsabili, sono obiettivi legittimi per i mudjahiddin [Combattenti del jihad], ovunque essi si
trovino». Questo attacco è stato senz’altro il più grave tra quelli realizzati dal 2003 e, da notare,
esso ha avuto luogo una settimana dopo la chiusura del Sinodo Speciale dei Vescovi per il
Medio Oriente che si era tenuto a Roma dal 10 al 24 ottobre, presieduto da Papa Benedetto XVI;
al termine dei lavori, l'Assemblea aveva attirato l'attenzione sulla situazione dei cristiani nella
regione, in particolare in Iraq. La violenza era poi continuata nei 10 giorni successivi quando
numerose case e negozi di Bagdad appartenenti a cristiani, hanno subito attacchi (13) che,
rivendicati dallo stesso gruppo terroristico, hanno causato 6 morti e 33 feriti.
A seguito dell’assassinio avvenuto il 30 novembre a Mossul, del giovane ingegnere Fadi Walid
Gabriel, i rappresentanti cristiani, fra cui numerosi vescovi, hanno abbandonato la Conferenza
che era in corso a Erbil, capitale del Kurdistan, organizzata dal Ministero per i diritti umani sul
tema «Coesistenza e tolleranza sociale», organizzata dal Ministero per i diritti umani; la
protesta si è conclusa soltanto dopo aver ottenuto l'assicurazione che la loro richiesta di
protezione sarebbe stata inclusa nel testo del Manifesto pubblicato al termine della
conferenza7. In questo contesto, i responsabili delle Chiese irachene di Bagdad, Kirkouk,
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Zenit, 20 gennaio 2011
citato da Zenit, 29 maggio 2011
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Zenit, 3 dicembre 2010
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Mossoul e Bassora, hanno poi annunciato l'annullamento delle Messe natalizie di mezzanotte,
dei pranzi e delle cene di festa e delle decorazioni natalizie.
Le aggressioni anti-cristiane sono continuate anche nel 2011. All’inizio di maggio, a Mossoul,
Ashur Yacob Issa è stato rapito e assassinato dopo che la sua famiglia non aveva potuto pagare
il riscatto (di oltre 100mila dollari) richiesto dai rapitori. Il giorno 31 dello stesso mese e sempre
a Mossoul, è stato assassinato un fedele ortodosso, Arakan Yacob. Il 2 agosto, a Kirkouk,
un'autobomba è esplosa davanti alla chiesa siro-cattolica della Sacra Famiglia, causando 13
feriti, tra cui il parroco, padre Imad Yalda; altre due autobombe erano poi state individuate e
disattivate dalle forze dell'ordine nei pressi di siti cristiani, la chiesa di San Giorgio e una scuola.
Il 15 agosto, nella stessa città, la chiesa siro-ortodossa di Sant’Efrem è stata gravemente
danneggiata da un congegno esplosivo, mentre il 2 ottobre, questa volta a Mossoul, Bassam
Paolous, cristiano di rito caldeo, è stato assassinato a colpi di fucile nel ristorante dove lavorava
dopo essersi trasferito poche settimane prima da Telkef per mettere la sua famiglia al riparo.
Nei giorni 1 e 2 ottobre, due cristiani, Bassam Isho e Emmanuel Hanna Polos, sono stati uccisi a
Kirkouk, mentre in dicembre sono stati Adnan Elia Jakmakji e la moglie Raghad El Tawil, ad
essere assassinati a Mossoul.
Violenza endemica
Molti attentati, da notare, si verificano anche in ambito islamico a seguito del sanguinoso
conflitto tra sciiti e sunniti che è in atto dalla caduta del regime di Saddam8 e che sembra
inarrestabile, soprattutto in occasione delle festività che radunano grandi folle di fedeli. Anche
se il numero di questi attacchi sembra in diminuzione rispetto a quella dei primi anni della
guerra, le cifre rimangono impressionanti (nel solo mese di maggio 2012, ben 132 persone sono
morte a seguito di atti di violenza di questa natura9).
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AsiaNews, 10/01/2012
AsiaNews, 13/06/2012