I boschi di pianura. L`aspetto odierno della foresta Sabato 8 ottobre
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I boschi di pianura. L`aspetto odierno della foresta Sabato 8 ottobre
I boschi di pianura. L’aspetto odierno della foresta WORKSHOP DIDATTICO Sabato 8 ottobre Ore 15.00-18.00 Centro Visitatori dell’Oasi Cervara La storia, la flora e la fauna dei boschi di pianura Domenica 9 ottobre Ore 9.30-16.00 Visita guidata presso il Bosco di Cessalto e di Carpenedo Il workshop è rivolto ad insegnanti, naturalisti e a tutti gli appassionati dell’ambiente naturale Costo di iscrizione: € 30,00 Info e prenotazioni: 0422/23815 – 3387688499 [email protected] – [email protected] Nell’anno internazionale delle foreste l’Oasi Cervara e l’Associazione Oikos organizzano un workshop volto alla conoscenza dei residui boschi planiziali presenti nella pianura padano-veneta, testimoni dell’antica foresta di querce che ricopriva l’intera pianura. Durante la prima giornata saranno esaminate le vicende storiche, di origine naturale ed antropica, dei principali boschi passando poi alla descrizione approfondita degli aspetti naturalistici dei boschi stessi. Nella seconda giornata sarà possibile vedere direttamente gli aspetti naturalistici con la visita al Bosco di Cessalto, l’esempio più significativo di querceto-carpineto storico conservatosi nell’intera pianura veneta, mentre al pomeriggio la visita al Bosco di Carpenedo a Mestre, permetterà di conoscere oltre che il bosco antico, anche le aree riforestate nell’ambito del progetto del Bosco di Mestre. Il workshop è un’occasione per comprendere il fondamentale ruolo di riserva biogenetica dei boschi, perché all’interno dei boschi rimasti è presente un patrimonio di specie viventi che distrutto il bosco non può più essere ricreato, rappresentando spesso il rifugio estremo di organismi vegetali e animali altrimenti destinati all’estinzione locale; essi permettono dunque la conservazione di un patrimonio genetico di particolare valore perché frutto di una lunghissima selezione avvenuta nell’ambiente territoriale. In pratica rappresentano dei serbatoi biogenetici di specie che possono andare a ricolonizzare il territorio circostante attraverso serie normali. Questo processo potrà essere notevolmente favorito se in futuro (speriamo!) si arriverà ad avere la presenza di una consistente trama di siepi nel territorio sia urbano che agrario che potrà offrire a numerosi organismi notevoli opportunità di movimento, favorendo le dinamiche di collegamento e di interscambio biologico tra biotopi diversi, altrimenti isolati e difficilmente raggiungibili. Le siepi infatti rappresentano dei veri e propri “corridoi biologici”, attraverso i quali le varie specie possono espandersi nel territorio, garantendo un maggior scambio genetico tra le varie popolazioni. In passato le siepi rappresentavano il connettivo naturalistico ed ecosistemico che univa i boschi relitti, assicurando un tessuto naturalistico capillarmente diffuso in tutto il territorio, che salvaguardava continuità e unitarietà genetica ai popolamenti dei siti boschivi, con conservazione della biodiversità, della funzionalità e delle capacità omeostatiche. Oggi dunque, la difesa dell’integrità dei biotopi forestali storici e della relativa biodiversità rimane un obiettivo prioritario. Soltanto il loro patrimonio di vita selvatica può, infatti, colonizzare i nuovi boschi ricostruiti e le nuove strutture della rete ecologica territoriale, pervadendo il territorio per restituirgli la funzionalità ecosistemica deteriorata.