La Tobin Tax nel programma dell`Unione
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La Tobin Tax nel programma dell`Unione
a5 Liberazione giovedì 9 febbraio 2006 POLITICA_SOCIETÀ L’Anm lancia un appello a pochi giorni della campagna elettorale: «La magistratura non ha parte politica, è di tutti» Magistrati ai politici: «Non ci attaccate o lo Stato andrà in macerie» asta con «attacchi, insulti e offese» alla magistratura e a singoli magistrati: «allarma e preoccupa» la scelta di una campagna elettorale costruita «delegittimando l’intera categoria». Il rischio è che «questa continua rissa, questo terremoto istituzionale provochi lo sfaldamento dello Stato» e B lasci dietro di sé «le macerie delle istituzioni, soprattutto di quelle di garanzia». L’Associazione nazionale magistrati lancia un «accorato appello a tutte le forze politiche e alle istituzioni», probabilmente riferendosi ai recenti scontri tra Berlusconi e Unione e le vicende Unipol. Il premier ha accusato una parte della magistratura di aver coperto le inchieste che riguardavano i Ds. «La magistratura non appartiene a nessuna parte politica, è garanzia per tutti: per questo lanciamo un allarme accorato, affinche' in questo periodo si eviti questo attacco continuo, sconsiderato e ingiustificato alla magistratura. Si parli piuttosto di giustizia, dei programmi da mettere in campo nella nuova legislatura per risolvere i problemi, senza accuse all'intera categoria e ai singoli magistrati, senza dare pagelle ai buoni e ai cattivi». Un tema che il sindacato delle toghe discuterà sabato in una riunione Il segretario di Rc da Vespa sotto interrogatorio. La Lega: «Terzo polo con Lombardo» Sciolti i nodi del programma. Sui Pacs restano solo le riserve della Margherita Bertinotti - Maroni è scontro sul welfare di Gemma Contin ia Teulada 66, sede storica della Rai. Ore 15, si registra la trasmissione “Porta a porta” dal titolo «Lega e Rifondazione, spine nel fianco del centrodestra e del centrosinistra». Ospiti clou, il ministro leghista del Lavoro e del welfare Roberto Maroni e il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti. L’intenzione era forse quella di trasformare Bertinotti in un punching ball, nella puntata “quattro contro uno” organizzata da Bruno Vespa con l’aiuto di due giornalisti del “calibro” del direttore del “Quotidiano nazionale” Giancarlo Mazzucca e del vicedirettore del“Sole 24 Ore” Roberto Natale. Ma “Berti”, come lo chiamano dalle parti di viale del Policlinico, è uno tosto. Non solo non si sottrae alle finte più rognose e sornione, come la gragniuola sulle “contaddizioni” aperte dal fuoco di dichiarazioni rilasciate ieri da Francesco Caruso, disobbediente napoletano candidato indipendente nelle file del Prc, che Vespa butta lì come se niente fosse tra una questione e l’altra, ma infila una serie di colpi che lasciano il segno: sulle pensioni, sul lavoro, sul fisco, sulla Tav, sulle Olimpiadi, sul programma dell’Unione, sulla droga e financo sulle foibe, di cui ricorre V oggi il giorno della memoria assolutamente voluto e imposto da Alleanza nazionale. Ma andiamo con ordine, ché le tre ore di registrazione sono state dense e senza esclusione di colpi. D’altra parte non è un mistero per nessuno che Vespa interpreta il suo ruolo come un Un fuoco di fila sulle contraddizioni “in seno all’Unione”, le dichiarazioni di Caruso, la Tav e l’Unipol, passando per il lavoro precario, la riforma delle pensioni, il cuneo fiscale e la tassazione delle rendite arbitro sul ring che intende pesare sull’andamento del “gioco” e dello scontro con il suo personale carico di passioni e propensioni, come si vedrà nel “gran finale”. Si parte con una prima schermaglia sull’appello del presidente Ciampi per un corretto svolgimento delle Olimpiadi e con una bordata di Vespa che butta sul piatto la dichiarazione di Caruso sulla Coca Cola, sponsor dominante delle Olimpiadi che ne determina la mercificazione. Il segretario del Prc precisa, ricordando il pungo chiuso degli olimpionici neri ai giochi di Messico ’68 e l’attentato agli atleti israeliani a Monaco nel ’72, che un evento sportivo alle volte è l’unico modo di rendere visibile un disagio occultato dai mezzi di comunicazione, e rivendica il diritto degli abitanti della Val di Susa o di Venezia di manifestare con la Tav o contro il Mose. E sulla Coca Cola c’è poco da dire, la posizione di Rifondazione è esplicita, e la spinta a boicottarla è il diretto risultato dei comportamenti «di sfruttamento e di violenze contro i lavoratori e contro i sindacati» che la compagnia pratica nel mondo. Mazzucca ne approfitta per chiedere come potranno conciliarsi le spinte “no global” con un presunto incarico istituzionale di Bertinotti alla presidenza della Camera, ma il segretario del Prc respinge con stizza la provocazione: «Gli incarichi istituzionali sono fuori da questa discussione, oggi». Via, liquidate le Olimpiadi, si comincia con la critica alle 300 pagine del programma dell’Unione, dentro cui, irride Maroni, c’è tutto e il contrario di tutto. Bertinotti pretende rispetto per un lavoro di molti mesi che ha visto il contributo di 12 gruppi di esperti e professionisti impregnati a mettere a fuoco ogni aspetto della vita pubblica e delle sorti del Paese nei prossimi anni, se il centrosinistra vincerà le elezioni e andrà al governo, e rivendica che dentro quel programma le posizioni del suo partito non solo non sono “annegate” ma ne marcano molti passaggi fondamentali. Alla contestazione di Natale, che ricorda come Prodi appena due sere fa ha detto “sì alla Tav”, mentre Bertinotti ripete qui “no alla Tav”, e vuol sapere se il taglio di cinque punti di cuneo fiscale previsti dal programma di Prodi saranno a carico delle aziende o dei lavoratori, il segretario del Prc da un lato chiarisce che in una coalizione si sta con posizioni e idee differenti ma con la volontà di confrontarsi e trovare i nessi comuni, dall’altro precisa i punti decisivi. Primo: la riforma delle pensioni dovrà ripartire dal ripristino dell’uscita dal lavoro per anzianità a 57 anni con 35 anni di contributi, eliminando il gradino del 2008 che porta a 60 anni l’anzianità minima. Secondo: la riforma del mercato del lavoro dovrà essere interamente ripensata, abrogando tutte le forme di lavoro precario e finto autonomo introdotte dalla cosiddetta legge Biagi, privilegiando il lavoro dipendente a tempo indeterminato, regolato anche nelle forme a tempo determinati richieste da specifici processi produttivi, come quelli stagionali, dai contratti collettivi. Terzo: i cinque punti di cuneo fiscale - contestati da Maroni, da Vespa e dai due giornalisti “spalla” - che pesano all’in- Unione, intesa quasi fatta di Castalda Musacchio NICOLÒ ADDARIO circa dai 20 ai 25 miliardi di euro, dovranno essere trovati, per il segretario del Prc, «dentro una prospettiva di crescita» tassando le rendite parassitarie e i grandi patrimoni speculativi finanziari e immobiliari, «almeno applicando le percentuali europee» (il 24, 5% contro l’attuale 12,5 e contro una media del 37% sui redditi da lavoro, ndr) con una rigorosa lotta finora mai praticata all’evasione fiscale e contributiva e all’economia nera, sommersa e illegale. Un solo dato per chiarirne la dimensione: su 8.500 imprese edili censite 3.500 sono risultate in nero. Per contro, in un disegno di equidistribuzione della ricchezza, Bertinotti sostiene che andranno salvaguardati e detassati i redditi più bassi, le pensioni minime, la prima casa, il piccolo risparmio, reintroducendo una soglia di non applicazione dell’Ici sulle case di abi- tazione e con una progressione su seconde e terze case e sulle grandi proprietà immobiliari. E’ quasi un interrogatorio a un capo di governo. Più due note finali “fuorigioco”. Una: l’affermazione di Maroni che se la coalizione di centrodestra non sosterrà il federalismo anche al referendum, la Lega e i suoi fedeli potrebbero uscire per fondare assieme al siciliano Raffaele Lombardo un “terzo polo delle autonomie”, né di destra né di sinistra. Due: una chiamata in causa del “comunismo” nella tragedia delle foibe che, dice la voce fuori campo di un servizio inaudito, come l’Olocausto degli ebrei deve essere ricordata. Finale a sorpresa, ma non tanto: un ricordo di una jam session di Romano Mussolini, jazzista di rilievo morto pochi giorni fa e tumulato con contorno di saluti romani. «A proposito di memoria - sussurra Bertinotti li ho trovati molto irritanti». I movimenti, l’Unione e l’esempio dimenticato della Tobin tax uelli che sanno dire solo “no” perché contestano l’alta velocità e le olimpiadi sono ancora sulla graticola mediatica bipartisan. Eppure, prima dell’avvio di una campagna elettorale velenosa centrata sulle apparizioni e i duelli in tv, l’Unione e Prodi ritenevano la spinta dal basso messa in campo dai movimenti in questi anni uno stimolo e un’occasione. Il candidato premier parlava di “scelte radicali”, di necessità di cambiamento per far ripartire il paese. Adesso si parla solo della candidatura di Francesco Caruso come indipendente nelle liste del Prc o delle contestazioni alla fiaccola. Vale la pena ricordare, allora, una proposta dei movimenti studiata e fatta propria dai politici. Si chiama Tassazione delle transizioni finanziarie (Ttf ), più nota come Tobin Tax. Non è la tassazione delle rendite finan- Q ziarie, ma quella di tutte (proprio tutte) le compravendite finanziarie con una piccola aliquota, lo 0,01% nella proposta originaria dello scomparso premio Nobel James Tobin, che non scoraggi investimenti e acquisti in beni e servizi, ma colpisca i miliardi di euro al giorno di speculazione su Lo scopo è di scoraggiare la pura speculazione, monitorare i paradisi fiscali e la criminalità finanziaria e rafforzare il ruolo di controllo e gestione delle Banche centrali valute, derivati e titoli che dominano da un ventennio l’economia mondiale. Scopo della Tobin Tax è scoraggiare la pura speculazione, monitorare i mercati finanziari, i paradisi fiscali e la criminalità finanziaria, rafforzare il ruolo di controllo e gestione delle Banche centrali e raccogliere risorse da destinare alla redistribuzione e al sostegno ai paesi del Sud del mondo. Si parla di globalizzazione da regolare, ecco una proposta al centro del dibattito internazionale e dell’accademia, adottata come legge da Francia e Belgio, in discussione in Finlandia, Austria e Spagna (e fuori dall’Europa in Canada, Uruguay, Brasile). Peccato che della Ttf nel programma dell’Unione non ci sia traccia. Strano. Eppure la Tobin è stata adottata da un cartello che comprende tutte le reti di movimento, tante realtà dell’associazionismo cattolico, del Terzo Settore e del mondo no-profit, del commercio equo e solidale e della finanza etica, diverse rappresentanze sindacali di base e confederali. Insomma, come dire che la cittadinanza attiva, la società civile, quella con cui il Prof. aveva inteso dialogare molto nella sua campagna per le primarie dell’Unione è tutta lì, schierata. Non solo ma c’è anche Con 271 sì e 190 no passa a Montecitorio il decreto sulla droga Spinelli ed eroina, l’unica par condicio che piace al centrodestra di Delfina Santoro hi coltiva una piantina di marijuana sul terrazzo di casa o fuma uno spinello tra amici è avvisato, non c’è più distinzione tra droghe pesanti e leggere. Ieri con 271 sì e 190 no Montecitorio ha detto sì, sotto la morsa della fiducia richiesta dal governo, al provvedimento sulle droghe firmato An e contenuto nel decreto legge sul rifinanziamento delle Olimpiadi di Torino. Pene dai 6 ai 20 anni e multe dai 26mila ai 260mila euro per chi importa, esporta, riceve, acquista o detiene, una sostanza tra quelle elencate in apposite tabelle. Chi deterrà la quantità considerata “uso personale” verrà comunque punito con sanzioni amministrative. Dure le reazioni del mondo degli operatori. Riccardo De Facci, il coordinatore del Cartello Nazionale non Incarcerate il Nostro Crescere ci riferisce: «Si è C svelata la falsità del governo su questo decreto, lontano dal mondo degli operatori nel settore. Gli unici che lo condividono sono Don Gelmini e S. Patrignano che rappresentano appena il 5-10% del settore. C’è poco da festeggiare - ci spiega su 60000 segnalazioni per droga nelle prefetture, circa 40000 sono per uso di spinelli e queste persone ora rischiano di rientrare nel circuito duro della segnalazione penale. Per questo lanciamo un appello a tutte le Regioni e all’opposizione perché si mobilitino per cancellare la legge». Le regioni infatti sarebbero state esautorate dei loro poteri. Luigi Neri, assessore al Bilancio della regione Lazio, precisa: «Siamo vincolati a concedere l’accreditamento alle comunità terapeutiche private e non sono mai stati interpellate durante l’iter del decreto per questo valuteremo se non sia il caso di sollevare un conflitto di attribuzione presso la Corte Costituzionale». Anche Sergio Segio del Gruppo Abele di Milano ha espresso parere contrario: «E’ una drammatica mazzata per la situazione delle carceri. Entreranno in carcere semplici consumatori, non narcotrafficanti». Unanime il coro sdegnato dell’opposizione. Paolo Cento dei Verdi: «o la legge verrà annullata dall’Unione nei primi cento giorni di governo o referendum». Fausto Bertinotti, segretario di Rc, ha parlato di legge terribile e commenta: «è urtante l’accanimento contro il mondo giovanile». Anche per l’Arci: «si indeboliscono le strutture pubbliche, omologando i Sert pubblici ai centri privati per la certificazione e la cura delle tossicodipendenze, destinando ingenti risorse a privati “amici” - ha detto il presidente Paolo Beni - Da parte nostra all’Unione chiediamo l’impegno a cancellarla una volta al governo» una proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Attac nel 2002 con 178mila firme raccolte in nome del famoso “granello di sabbia” negli ingranaggi della finanziarizzazione dell’economia, passata da otto audizioni in commissione congiunta Finanze ed Esteri della Camera, con l’audizione di oltre 25 esperti italiani ed esteri (l’ultimo è stato Jean Pierre Landau, Ispettore generale delle Finanze francesi e Consigliere economico del Presidente Chirac). Sulla Ttf, i parlamentari dell’Unione in Commissione hanno fatto convergere le quattro proposte di legge esistenti (a firma Crucianelli, Violante, Benvenuto, Calzolaio, Realacci, Grandi, Chiaromonte, Nesi, Cossutta, Diliberto, Pistone, Rizzo, Bianchi, Castagnetti) su quella di Attac redatta dall’economista Emiliano Brancaccio. Non solo, le Commissioni parlamentari l’hanno adottata come testo base, nonostante il voto contrario della maggioranza su intervento ul programma? L’intesa è “quasi” fatta. Il quasi è d’obbligo a due giorni dalla presentazione ufficiale dei prossimi obiettivi politici dell’Unione. Sabato la presentazione all’Eliseo, e, nonostante non si sappia ancora se si concluderà il tutto in un abbraccio o in una firma collettiva, le questioni ancora aperte sul tavolo tecnico sembrano definitivamente chiuse. A quanto pare la quadra è stata trovata. Il programma in definitiva è pronto. Si tratta solo di formalizzarlo. Anche quel nodo che nel corso di questi ultimi giorni ha mandato in subbuglio l’intera coalizione dovrebbe essere definitivamente sciolto: si sta parlando dei pacs o delle “unioni civili” che dir si voglia. La sostanza non cambia. Le nuove norme a tutela dei diritti per tutti e tutte dovrebbero essere definitivamente accolte tra gli obiettivi della coalizione, nonostante le riserve dei Dl. Ieri, all’ultima riunione tecnica, secondo quanto riferiscono i partecipanti, proprio sulle unioni sono state presentate tre proposte: una formulata dal responsabile del tavolo Andrea Papini, una della Margherita e una della Rosa nel pugno. L’ultima parola spetterà ai segretari ma pare proprio che sulla questione si siano fatti dei sostanziali passi avanti. Il grosso dovrebbe essere definito. Del resto è stato lo stesso Prodi a confermarlo. A far capire che le questioni ancora aperte sono di fatto superate. «Unioni civili o pacs?». «Si chiamano unioni civili...» ha replicato ancora ieri il professore ai cronisti prima di andare a cena con Kohl. Sul programma dall’Unione non mi aspetto nessuna sorpresa - ha ammesso Prodi - «anche se poi sorprese nella vita ce ne sono sempre...». Lo aveva già precisato a “Porta a porta” che i nodi da sciogliere restavano il «nucleare e i Pacs» ma su questi ultimi la questione alla fine - non manca di sottolineare - è «solo di terminologia». E anche sulla legge Biagi che crea uno sventagliamento di rapporti di lavoro e favorisce la precarizzazione, ammette ancora il professore, «avremo una soluzione». Il contratto atipico è meglio della disoccupazione solo «in funzione dell'apprendimento o di necessità particolari di una impresa». Non deve dunque essere «un modo sistemico S Una proposta dal basso, assunta dal centrosinistra, fuori programma. Si tratta della tassazione non delle rendite finanziarie, ma di tutte (proprio tutte) le compravendite finanziarie con una piccola aliquota di Claudio Jampaglia Milano [nostro corrispondente] del comitato direttivo centrale che si terrà a Firenze, a margine di un convegno organizzato dall’Anm sull’ordinamento giudiziario. «Ci sarà un documento formale che invieremo a tutte le istituzioni per chiedere che la magistratura sia tenuta al di sopra delle polemiche». diretto del ministro Tremonti. Ora Il Comitato Italiano per la Tobin tax europea chiede all’Unione nazionale di adottare il testo nel proprio programma, di portarlo in votazione nei primi 100 giorni di un eventuale governo e di farsi promotore nella Ue di una benedetta Una proposta al centro del dibattito internazionale, adottata come legge da Francia e Belgio, in discussione in Finlandia, Austria e Spagna (e fuori dall’Europa in Canada, Uruguay, Brasile) area Tobin legata all’euro. Inutile dire che Rifondazione che ha sostenuto la proposta dei movimenti dall’inizio è d’accordo e che Alfiero Grandi (Ds), gran tessitore dell’unità nel centrosinistra sulla proposta, con Alfonso Gianni (Prc) hanno sottolineato la rilevanza ➦ INSERZIONE PUBBLICITARIA delle dimenticanza al tavolo dell’Unione. Questo è il contributo dei movimento: proposte dal basso, partecipate, quattro anni di lavoro politico e analitico e poi l’unione. Non solo conflitto, quindi. Ma interessa all’Unione e a Prodi? Tanto più che si tratterebbe di un atto di coerenza e non di una rivoluzione, perché la Ttf nella sola Italia farebbe fatica a funzionare e c’è bisogno di tutta l’area dell’euro per cominciare a poterla applicare davvero. Volete parlare di sviluppo, ripresa e crescita? Questa è una buona occasione, per di più sempre alla moda viste le proposte in sintonia di Chirac per finanziare la lotta alla povertà o quelle di Blair di tassare il gasolio degli aerei per dare risorse agli obiettivi traditi del Millennium Round dell’Onu. La politica italiana ha qualcosa da dire e dare a questo dibattito internazionale che anima il Forum sociale mondiale come quello dei big dell’economia di Davos? di assunzione». E quindi la trasformazione della legge Biagi «sarà uno dei primi provvedimenti del nostro governo». «Il programma conferma ancora il segretario di Rifondazione ieri ospite di “Porta a porta” dovrebbe essere concluso. «E per noi - sottolinea - si tratta di un impegno di serietà. Sarà di circa 300 pagine, in modo che ogni cittadino possa trovarvi la soluzione ai suoi dubbi e ai suoi problemi». Al di là di quello che ne pensa il premier che a ogni piè sospinto ormai è pronto al “blitz” televisivo. Tranne a quello con il candidato premier dell’Unione che in viaggio verso Berlino ha opposto le sue condizio- Prodi annuncia: «Dal tavolo dell’Unione non mi aspetto sorprese». E al premier: «Nessun confronto tv senza “tridente”». Ma Berlusconi non ci sta e se la prende con D’Alema: «E’ lui il presidente della Rai» ni al confronto televisivo. «Io - ha precisato ancora ieri Prodi - il confronto sia chiaro lo faccio solo con le tre punte». Tanto è bastato per mandare il Cavaliere su tutte le furie e per farlo arrivare a prendersela con D’Alema «il vero presidente della Rai» ha tuonato. Pronto ad essere ancora presente a ogni performance televisiva, il premier della Cdl non demorde e annuncia una battaglia su tutti i fronti. La riduzione di cinque punti di cuneo fiscale promessa da Prodi in caso di vittoria elettorale? «Un’avventatezza». Poi rincara: «Volevo annunciare il sorpasso della Cdl sull’Unione, ma non lo posso fare per colpa della decisione del leader del Partito dei pensionati, Fatuzzo, che è passato con il centrosinistra». Tutto rinviato «di 12 giorni». Chissà perché. Sta di fatto che nei sondaggi la Casa delle libertà continua a perdere punti e su tutti i fronti. Per l’Unione il vantaggio è ancora netto. L’auspicio per molti è che sabato a quella cerimonia ci si arrivi con una firma collettiva invece di un abbraccio. E che l’Unione «non tergiversi ancora - come commenta Titti De Simone (Prc) - sui Pacs». Oggi si attendono a quel programma le limature finali. E sabato la cerimonia che formalizzerà gli impegni presi. Il più comunque sembra fatto, sempre che Rutelli non cambi idea. ➦ INSERZIONE PUBBLICITARIA