scheda tecnica - Barz and Hippo
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scheda tecnica - Barz and Hippo
scheda tecnica durata: 80 minuti nazionalità: Italia anno: 2005 regia: SABINA GUZZANTI sceneggiatura: SABINA GUZZANTI produzione: VALERIO TERENZIO TRIGONA PER STUDIO UNO, SABINA GUZZANTI PER SECOL SUPERBO E SCIOCCO PRODUZIONI fotografia: PAOLO SANTOLINI montaggio: CLELIO BENEVENTO musiche: RICCARDO GIAGNI, MAURIZIO RIZZUTO interventi di: RORY BREMNER, SABINA GUZZANTI, DANIELE LUTTAZZI, MICHELE SANTORO, ENZO BIAGI, FABRIZIO MORRI, VALERIO TERENZIO, ANDREA SALERNO, LUCIA ANNUNZIATA, BEPPE GIULIETTI, CLAUDIO PETRUCCIOLI, DARIO FO, FLAVIO CATTANEO, LUCIANO CANFORA, KARL ZERO, FRANCESCO ALBERONI, MICHELE BONATESTA, DAVIDE CAPARINI, FURIO COLOMBO, FERRUCCIO DE BORTOLI, BILL EMMOTT, CLAUDIO FRACASSI, BRUNO GACCIO, MAURIZIO GASPARRI, UDO GEMPEL, BEPPE GRILLO, ERIC JOZSEF, GIORGIO LAINATI, EZIO MAURO, MARCELLE PADOVANI, ANGELO MARIA PETRONI, ANTONIO POLITO, PAOLO ROSSI, ALEXANDER STILLE, MARCO TRAVAGLIO, ELIO VELTRI, MARCELLO VENEZIANI [email protected] 1 la parola ai protagonisti La lettera di Sabina Guzzanti Ho deciso di realizzare questo documentario quando il giudice ha stabilito che la querela contro Raiot era priva di fondamento. L'ho girato nelle pause della tournée e le idee si sono chiarite mano mano che procedevo con le interviste, grazie anche all'intelligenza e alla grande capacità di comunicare degli intervistati. Quello che più mi affascinava nella realizzazione di questo progetto, era testimoniare in diretta la trasformazione di una democrazia in qualcos'altro. Al di là delle ragioni storiche e politiche, raccontare in che modo la percezione degli avvenimenti cambi gradualmente agli occhi delle persone comuni. Quali sono i meccanismi che rendono possibile questa alterazione. L'idea di intervistare altri colleghi che fanno satira in televisione all'estero è arrivata dopo qualche tempo e direi che è stata una svolta decisiva nella realizzazione del film. E' stato importante verificare che queste restrizioni della libertà d'espressione riguardano solo l'Italia; che certo c'è una tendenza generale in questo senso negli ultimi anni, ma non ha niente a che fare con quello che succede qui da noi. È stato importante anche sperimentare l'Europa, scoprire che qualcosa significa. Che c'è un'appartenenza concreta, che abbiamo principi comuni e che oltre all'unione monetaria è possibile anche un'unione umoristica. Soprattutto direi che grazie al contributo dei colleghi "satiristi", è diventato un film sulla censura ma anche e contemporaneamente sulla libertà: come parla la libertà, qual è il suo sguardo, che sensazione dà. Per quanto si finisca per abituarsi a tutto, quando la incontri - la libertà- è un attimo rinnamorarsene, ricordarsi della propria origine. Immagino che oltre ai diretti interessati molti altri si sentiranno attaccati da "Viva Zapatero!". Tutti quelli che pur occupando posti di potere importanti in questa Italia, pretendono di convincerci d'essere persone libere. Sono sicura che il disagio provocato dal film verrà espresso in modi variopinti che in parte prevedo, in parte ancora una volta mi sorprenderanno. Spero vivamente che "Viva Zapatero!" possa contribuire alle battaglie per la libertà d'espressione e che faccia crescere la consapevolezza di quanto sia importante l'indipendenza dell'informazione dalla politica, nella vita di ciascuno di noi. "Lasciateci dire che 2+2 fa 4 il resto verrà da sé", scriveva Orwell in 1984. È l'autoritarismo la causa dei disastri economici, della corruzione e della depressione di una nazione. La libertà è al contrario la soluzione, l'unica soluzione a questi mali. Quindi riprendiamoci quella che c'era e già che ci siamo prendiamone molta di più, che quella che c'era era comunque poca. Sabina Guzzanti [email protected] 2 Sabina Guzzanti Haav ut odeipr obl eminelr eper i r el ei mmagi nid’ ar chi v i odel l aRai ?Socheul t i mament el at r af i l a nonèt r al epi ùsempl i ci … Mentre un tempo si doveva solo avanzare una richiesta formale ed eseguire il pagamento peraver e ac cesso al l ’ ar chi vi o,oggil e cos e sono mol t o pi ù compl i cat e.E’di venut o praticamente impossibile ottenere delle immagini soprattutto su Berlusconi, il materiale risulta infatti vincolato ed alle nostre richieste formali hanno sempre risposto in modo negativo. Ho tentato persino di acquisirli sotto false spoglie, dichiarando che erano per un document ar i osu" Medi aecr i st i ani t à" ,manoncihannoc r edut o.Poi ,dur ant el ’ i nt er r egnodi Alessandro Curzi alla presi denz a,hopr ovat oachi eder gl iai ut oel ui mel ’ hadat o.Nonèun segreto che siamo riusciti ad ottenere gli spezzoni grazie a lui. Comunque credo che sia del tutto legittimo, non capisco perché non sia possibile avere le riprese di Berlusconi e del l ’ edi t to di Sofia. La stampa spagnola prima che a Venezia si vedesse il film, pensava fosse un documento sul loro presidente ed erano molto eccitati. In realtà, tu hai scelto questo titolo perché... Perché effettivamente volevo fare un omaggio a un politico che, una volta eletto, ha fatto alcune delle cose che aveva promesso in campagna elettorale. Forse è il caso di ereditare questa bella usanza dalla nuova Spagna. Zapatero appena è andato al governo ha fatto tutto quello che aveva promesso: ha ritirato le truppe dall'Iraq, ha fatto in modo che l'informazione fosse sottratta al controllo politico, ha fatto quello per cui gli elettori lo hanno votato. Cosa che in Italia non è mai accaduta. Il titolo è anche una provocazione perché Zapatero è un incubo anche a sinistra perché hanno paura che noi pretendiamo che si facciano le stesse cose. I politici sono i nostri dipendenti, siamo noi che li stipendiamo, devono andare là a fare quello che gli chiediamo noi, anche perché quello che stanno facendo ora ci sta portando al disastro più totale. Comunque il titolo è un piccolo gioco di parole con un vecchio film con Marlon Brando che si chiamava 'Viva Zapata'. Dalle prime impressioni raccolte in sala, si evince una grande soddisfazione da parte del pubblico nel veder "dissacrati" sullo schermo, non solo i soliti uomini della destra, ma anche qualche intoccabile di sinistra. Tra tutti, Luciano Violante e Claudio Petruccioli. Hai avuto già qualche r i most r anz adal l ’ opposi z i onedigov er no? Non ancora. Ma non è la prima volta che un certo tipo di obiezioni vengono mosse al l ’ opposi z i one.I nr eal t àl a gent e disi ni st r a è gi à mol t ot empo che espr i me i lsuo disappunto. Il problema è che non ha i mezzi per mostrarlo e per parlarne. Ancora nessuno ha avanzato rimostranze, ancheper c héi l f i l m èappenausci t onel l esal e… Il mio giudizio sulla sinistra riassume il pensiero di moltissimi elettori di sinistra. Comeènat oi l pr oget t odi “ Vi v aZapat er o” ,f i ndal l ’ i ni z i oav ev ii nment edi f ar eunf i l m? Io si sinceramente, anchesei lpr oget t oi ni z i al eer api ùor i ent at ov er soun’ usci t ai nDVD piuttosto che nelle sale. Il fatto di non sentire la pressione di realizzare un film per il cinema cihaper mes sodil avor ar econmol t acal mamant enendoal t ol ’ appor t odic r eat i vi t àperi l l avor o. I lf i l m haunr i t momol t os candi t o,pi enament eci nemat ogr af i c o… Sempr edipi ùl ’ aut opr oduz i oneel ’ aut or gani zz az i onef i ni sceconi lt r asf or mar el aper cez i onedi al cuniev ent icheal t r i ment i ,at t r av er soinor mal imedi a,f i ni r ebber oconl ’ essere snaturati come per esempio è accaduto per il G8 di Genova. Anche per la seconda puntata di Raiot, quella avvenuta al l ’ Audi t or i um,mol t eor gani z z az i onial t er nat i v et ihannodat oi l l or osuppor t o. Assolutamente si! Già da tempo ho iniziato a stringere legami con diverse associazioni alternative. Anche per questo film ho chiesto il loro aiuto soprattutto quando ancora non [email protected] 3 sapevo che il film sarebbe stato distribuito nelle sale. La seconda puntata di Raiot è stata una bella esperienza anche perché si è attivato un valido circuito di informazione alternativa. Adesso mi stanno molto aiutando nella diffusione del testo per la raccolta di firme in cui si chiede una legge sul conflitto di interessi. "Viva Zapatero" passerà in prima battuta per un film contro Berlusconi. In realtà i destinatari del messaggio sono altri, è molto più la sinistra e quello che sarà del dopo-Berlusconi. E’così .Non bast a mandar e vi a Ber l usc onie di r e che cosìr i sol vi amo t ut t o.No,pr i ma devono dirci perché hanno permesso a questa persona di devastare il paese. Prima devono rispondere delle loro responsabilità, fare in modo che questo non si possa ripetere e devono ricostruire le fondamenta della nostra democrazia. Cose non scontate. Guardiamo alla Rai... Prima che venisse eletto presidente Petruccioli, Fassino se non sbaglio aveva dichiarato che se si fosse trovato un accordo sulla presidenza, avrebbero lasciato quel Cda anche in caso di vittoria elettorale. Questo vuol dire che non hanno alcuna intenzione di operare dei cambiamenti veri. Il sistema a questo punto può cambiare sol osei nsi st i amonoi ,opi ni onepubbl i ca.I lr est oèi nmanoaun’ ol i gar chi a,c henonsono direttamente i partiti, ma alcune persone, sempre le stesse, quelle che scalano le banche. Tant ononc’ èal cunai nf or mazione in grado di controllarli e di contrastarli. L’ al t r acosachei lt uol av or osugger i scec onf or z aèchenonbast adel egar e.Macheègi unt oi l momento in cui ognuno di noi si deve prendere le proprie responsabilità e agire di conseguenza. Insomma, sembr ir i v ol ger eunmessaggi ochi ar odipr esadicosci enz apr opr i oal l ’ opi ni onepubbl i ca di cui parlavamo. Come scriveva il "New York Tomes" ai tempi delle grandi manifestazioni per la pace " l ’ opi ni one pubbl i ca è l ’ uni ca al t r a gr ande super pot enz a delpi anet a" .E t r al ’ opi ni one pubblica, maggiore responsabilità ha chi può far sentire la propria voce, chi lavora nella stampa e nelle televisioni. Voi giornalisti, per esempio. I giornalisti stranieri che hanno collaborato Marcelle Padovani, che ha partecipat oat t i v ament ea quest opr oget t o,har i cav at oun’ i mmagi ne del l ’ I t al i aancor api ùdi sper ant ediquant ogi ànonsapesse. Alcont r ar i o," Vi vaZapat er o"cihar as si c ur at i .L’ or ol ogi oi t al i anoèf er moal2001edaal l or a tutte le nostre più fosche previsioni si sono avverate. Sabina è partita dal racconto del suo caso e dalla sua indignazione per poi allargare la visione e darci un quadro generale su ciò cheèr i mast odel l al i ber t àdiespr es si onenelvost r opaese." Vi vaZapat er o"r est er àl ’ uni c o atto serio e document at osul l ’ er adel ber l usc oni s moesui guast i chehapr odot t o. Stessa domanda per Udo Gumpel. Non è bello che un osservatore straniero si metta in cattedra e dica ad un altro popolo e ad un altro paese quella che secondo lui è la verità. Posso dire però che quello che si nota in modo abnor me è l a di f f er enz a dil i ber t à diespr es si one i nt vt r al ’ I t al i a e gl ial t r ipaesi d’ Eur opa.I n Ger mani a,ogniser avengono t r as mess e al menodue or e dipr ogr ammidi satira dove si sbeffeggiano pesantemente sia governantichepol i t i cidel l ’ opposi z i one.Una cosa molto sana, che permette al pubblico di prendere la corretta distanza dalle enfatiche dichiarazioni dei politici. [email protected] 4 Raiot –armi di distrazione di massa: i fatti 13 novembre 2003 Conferenza stampa per la presentazione del programma satirico RaiOt. Paolo Ruffini, il direttore di Rai3, ha parole di grande elogio per il lavoro svolto dagli autori. Autori del programma, oltre a Sabina Guzzanti, Curzio Maltese, Emanuela Imparato e Paolo Santolini. Il programma annunci at opr ev edepunt at emonot emat i chediun’ or a,conunmonol ogodi venti minuti in cui Sabina Guzzanti appare senza trucchi e senza maschere e sketch con la partecipazione di Francesco Paolantoni, Roberto Herlitzka, Rosalia Porcaro, David Riondino, Stefano Vigilante, Corinna Di Castro e Sabrina Impacciatorek, ecc. 16 novembre, ore 17.00 circa Paolo Ruffini telefona a Sabina Guzzanti per comunicare la sua decisione di sopprimere il programma. 16 novembre, ore 19.00 Dopo la convocazione di una conferenza stampa nella saletta del Teatro Ambra Jovinelli, il direttore Paolo Ruffini torna sulla sua decisione. 16 novembre, ore 23.30 Lapr i mapunt at aRai ot ,dedi cat aal l al i ber t àd’ espr essi one,v ai nonda:Ner iMar c or ér i por t asul l o schermo il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, mentre Sabina Guzzanti interpreta Bar bar aPal ombel l i ,Si l v i oBer l usconi ,Br unoVespa,Massi moD’ Al emaeLuci aAnnunz i at a( al l or a Presidente della Rai). Il successo è straordinario: il programma viene visto da 1.834.000 telespettatori, con il 18.37% di share e picchi del 25% (oltre due milioni di spettatori). Un risultato chepor t aRaiTr e,dopol amez z anot t e,adi v ent ar epr i mar et enaz i onal eperol t r emez z ’ or a.Un record! Nei giorni successivi: - Mediaset cita in giudizio RaiOt perdi f f amaz i one e chi ede 20 mi l i onididanni .L’ az i one legale è rivolta contro Rai, Studio Uno (La società di produzione del programma), Sabina Guzzanti, gli altri autori del programma e Paolo Ruffini. - Il CdA della Rai decide di sospendere la trasmissione - I lgi udi ce ar chi v i ai lcaso t r ov ando l a quer el a diMedi aseti nf ondat a:Non c’ è st at a diffamazione; primo: perché RaiOt era un programma satirico a tutti gli effetti e si può quindi avvalere del paradosso; secondo perché le cose dette sono oltretutto vere nella sostanza - Nel l ’ i mpossi bi l i t à diandar ei n onda,l o spet t acol o diSabi na Guzz ant iv i ene al l est i t o al l ’ Audi t or i um diRoma,i nsegnodipr ot est a.Spet t acol ogr at ui t of i noadesaur i ment opost i . Sul palco con lei Paolo Rossi, Serena Dandini, Fiorella Mannoia, Dario Fo, Daniele Luttazi.La serata viene proiettata in diretta in diversi teatri italiani e, grazie alle strutture sat el l i t ar i ,è v i si bi l e sulpacchet t o Sk y.Al l ’ est er no del l ’ Audi t or um v i ene al l est i t o un max i schermo. Alcuni siti internet si mobilitano per trasmettere il varietà in moltissime città italiane. L’ Audi t or i um,ben2700post i ,dasegnar ei l t ut t oesaur i t o.Manonbast a:unaf ol l adi15. 000 persone rimane fuori …l eal t r epunt at ediRai Otnonsonomai andat ei nonda [email protected] 5 recensioni Maurizio Porro - Il Corriere della Sera, 16 settembre 2005 Certo, viva. Lo ha gridato il pubblico di Venezia con 15 minuti di plausi. La Guzzanti, una delle «epurate» dal video, proclamandosi la buffona, costruisce sulla linea di Moore un bellissimo documentario sulla censura e la libertà di informazione satirica in Italia. Interroga non solo sé e i suoi «bravi» (Grillo, Rossi, Luttazzi, Fo) ma anche stupefatti comici stranieri. Tra gli intervistati ci sono gaffes storiche di pre-potenti Rai, un Marcorè-Gasparri sublime, Sabina che fa Berlusca, mentre dicono cose belle e intelligenti Biagi, de Bortoli, Santoro, Travaglio. Intervento magistrale di Furio Colombo: non possiamo più dire di non sapere. A cavalcioni tra farsa e tragedia il film è irresistibile sia quando fa ridere, spesso, sia quando fa venire rabbia, spessissimo, e rilancia il potere documentario di controinformazione. Da vedere. VOTO: 8,5 Roberta Bottari - Il Messaggero, 16 settembre 2005 Viva Zapatero!, il film più applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia, esce oggi nella sale italiane in trenta copie, distribuito da Luky Red. Il dirompente documentario di Sabina Guzzanti è stato già venduto in Francia, Spagn a, Svizzera e Olanda e il 2 3 settembre il Festival di San Sebastian potrebbe funzionare da trampolino per il 1ancio internazionale. Sui mercati esteri la distribuzione sarà curata dalla società francese Wilct Bunch, già marchio di Michael Moore e Nanni Moretti. «Ma non ho nessuna fiducia - dice Sabina Guzzanti nella possibilità che questo film possa essere acquista-to dalla Rai, nonostante la proposta di Sandro Curzi». Il documentario di 80 minuti spara a zero sulla libertà di informazione in Italia, iniziando con il ricordare come il suo Raiot fosse stato cancellato, nel novembre 2003, dopo una prima puntata ass aipr omet t ent e( 23perc ent odishar e) .Poil adenunci adelsi st emadipot er edel l ’ i nf or maz i one in mano al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dei danni della Legge Gasparri, dei mille conflitti di interesse che, secondo la Guzzanti, convivono tranquillamente nel nostro Paese. Il tutto fra spezzoni, imitazioni, interventi di Dario Fo, Paolo Rossi, Daniele Luttazzi, Beppe Grillo. e Marco Travaglio, ma anche di giornalisti stranieri che spiegano come nei loro Paesi la satira non sia oggetto di discriminazione. E in Viva Zapatero! non mancano accuse alla sinistra, alla sue connivenze e distrazioni verso un sistema di potere che la Guzzanti non esita a definire: «un regime». Roberto Cotroneo - L’ Uni t à,16set t embr e2005 Onesto. Calzante. Lucido. E dal punto di vista cinematografico: geniale. Viva Zapatero! di Sabina Guzzanti e stato paragonato a Fahrenheit 9/11 di Michael Moore. Ma, con tutto il rispetto per Moore, con Fahrenheit 9/11, nonostante la nobiltà del terna, ti addormenti dalla metà in poi. Con Viva Zapatero rimani incollato sulla sedia e ti accade qualcosa di assolutamente inedito. Per tutto il tempo non sai se ridere o se piangere. Questo film è il più misurato, obbiettivo, tremendo, documento su quello che è diventato questo paese dalla presa del potere di Silvio Berlusconi. È unl documento che non fa demagogia, che non gioca oltre il lecito con le battute facili, che non fa sermoni e morali a nessuno, che non certifica verità giornalistiche buone per una battaglia ideologi ca.Ma most r al e cose come sono.Usa l ’ i nt er v i st a nelmodo i n cuidov r ebbe esser e utilizzata veramente. E mostra soprattutto quanto il nostro paese, in questi ultimi anni sia franato al l ’ i ndi et r or i spet t oalr est odEur opa:sulv er sant edel l ’ i nf or maz i one,su quello della tolleranza, del diritto di espressione, del diritto di satira. Naturalmente la storia del film, è in parte la storia del programma, Raiot, di Rai Tre, chiuso dopo la prima puntata, con un gesto censorio sconcertante, e persino ridicolo. La vicenda dì Raiot ha mostrato quanto il potere in questo paese non sia in grado di sopportare nulla che non sia filtrato, addomesticato, e soprattutto normalizzato. Così Sabina Guzzanti dopo averci raccontato, con filmati di repertorio, quello che avvenne allora, è tornata dai protagonisti di quella vicenda a chiedere conto. Il programma fu cancellato perché Berlusconi, fece arrivare alla Rai quattro querele con la richiesta di danni per4ø miliardi di vecchie li-re. La sentenza ha poi detto che i! reato [email protected] 6 non sussiste, e la Guzzantii è stata assolta soprattutto perché le cose dette nel programma erano sostanzialmente vere. Ma nonostante questo, la Rai non ha rimesso il programma in palinsesto. Le interviste di Sabina sono perfette. Sabina torna dai suoi censori per chiedere perché. E i perché finiscono per esprimere più che una opinione una sottocultura. Una sottocultura verbosa e arrancante, di gente che non riesce neppure ad arrampicarsi sugli specchi. E si mette a fare distinguo tra informazione e satira, e parla di paletti, di misura, di una quantità di cose che sono senza una logica vera. Flavio Cattaneo, già direttore generale Rai che dice, testuale: «se fai i nf or maz i onesiaccet t al er egol edel l ’ i nf or maz i onesesif as at i r asidev eat t ener eal l er egol edella satira, quindi non è contro Sabina Guzzanti la chiusura». E Sabina: «ma le regole della satira dove le ha lette lei mi scusi?». Oppure Gasparri, che dice: «No, vede... questa è una questione seria signora Guzzanti. La satira è la satira, il dibattito è il dibattito». E il senatore Lainati di Forza Italia: «Senta io sono un collega di suo padre che è un esponente del centro destra... ho avuto occasione dipar l ar econsuopadr echeèunsenat or edelcent r odest r a. . . ».ESabi na:«chec’ ent r a,houna certa età, non chiedo mica a mio padre quello che devo fare». In queste perle linguistiche che sono la sostanza della malattia ideologica e morale di questo paese, in questo verboso nascondersi dietro parole, in questo tentativo di comunicazione da piazzisti di enci cl opedi a, di v endi t or i di ghi acci ol i agl i eschi mesi , che è l ’ i deol ogi a del berlusconismo più autentico, Si innestano filmati dei programmi dì satira in Francia, e interviste a giornalisti stranieri che vivono in ItaIia: Udo Gumpel e Marcelle Padovani. Entrambi spiegano che è impossibile raccontare queste cose agli stranieri. Entrambi dicono che in nessun paese la satira può essere censurata. In Francia, in una parodia tarantiniana di Pulp Fiction, hanno inscenato per si noun’ esecuz i onediChi r ac.Danoi, ma ormai si sa da tempo, tutto questo è impossibile. Ma seVi v aZapat er osil i mi t asseaquest o,sar ebbeun’ ut i l ef i l m suquel l icheal cunidef i ni sconouna anomalia di questo paese, e noi potremmo definire meglio come una forma di barbarie: il potere assoluto di un uomo su tutti i mezzi di informazione, e che caccia dal video attori e giornalisti scomodi. Ma Viva Zapatero è la dimostrazione di un nodo ancora peggiore. Il rapporto tra media e potere che vige in Italia, e che sarebbe riduttivo leggere solo in chiave politica. La sudditanza di buona parte dei media nei confronti del potere, e lo scarsissimo rispetto de! potere nei confronti dei media. Non si sa bene chi abbia cominciato prima. Ma questo ormai avviene ovunque: nella politica, nella cultura, nello spettacolo, nello sport. Viva Zapatero è una grande lezione di giornalismo proprio perché è fuori dal giornalismo. Ma è di certo giornalismo, di certo suo linguaggio, della sua non volontà di fare domande, di quel suo voler essere a tutti i costi trasversale, cincischiante, assolutorio, spesso persino compromesso, pieno di malizie, privo di schiettezza, capace di traccheggiare ogni qualvolta gli è possibile che parla soprattutto Viva Zapatero. Quel giornalismo che usa il linguaggio dei suoi politici, perché spesso i suoi politici hanno fatto i giornalisti, e ormai nessuno riesce a distinguere i linguaggi: tutti uguali. E proprio questo giornalismo che esce peggio da questo film. E questo farsi da parte, questo lavarsene le mani, che viene fuori con più pr epot ent el uci di t àdal «j ’ accuse»del l aGuzz ant i . Quando chiusero Raiot tutti trovarono una ragione. «Una ragione» con ragione, da parte dei giornali vicini al centrodestra. E «una ragione» per quanto non condivisi-bile, da parte di quelli del centro sinistra. Ma alla fine si capiva comunque un fatto, e va detto senza ipocrisie: che quel pot er econdi v i so,quel l epar ol echepassanodaunaboccaal l ’ al t r anel f i l m del l aGuz z ant i ,par ol edi destra, di centro e anche di sinistra, nella sostanza non dicono cose troppo diverse. E dietro quest epar ol ec’ èunpost ul at o:«icomi cinonpossonof ar eigi or nal i st i ».Chet r adot t osi gni f i ca:una voce che esprime opinioni, e non ha fatto un esame di stato non può esprimersi liberamente. Purtroppo con sfumature diverse si ritrova in tutti gli schieramenti . Il contraltare è quello di Luciano Canfora che pacatamente fa scivolare questo mondo di ignoranza in un limbo del ridicolo: «Aristofane inserisce nelle sue commedie dei comizi interi», spiega alla Guzzanti: «si chiamava parabasi; il corifeo si staccava dagli altri, dal resto del coro, andava in primissima fila, e diceva: “ or apar l oal l aci t t à”edi cev at ut t oquel l ochegl ipassav aperl at est asul l aguer r a,l apol i t i ca,su qualunque argomento». Ora Sabina Guzzanti è disposta a seguire il suo film, che distribuisce Lucky Red, in trenta copie iniziali, in tutte le città dove verrà proiettato. Quelli che hanno voluto, allora, la chiusura di Raiot dovrebbero cominciare a preoccuparsi . La satira, spesso, fa dei brutti scherzi, torna come un [email protected] 7 boomerang, e i boomerang più vengono lanciati lontani più prendono forza e velocità, e fanno molto male. Roberto Nepoti - Vanity Fair, n. 39 6 ottobre 2005 Abbiamo anche noi un Michael Moore? Col suo documentario satirico sul tema della censura, che a Moor e guar da un po’( sopr at t ut t o nel l ei nt er v i st e a per sonaggiche non v ogl i ono saper ne) , Sabina Guzzanti ha ottenuto un successo di pubblico sorprendente: 150 mila euro nel primo fine settimana. Piccoli numeri, si dirà; molto significativi, però, se si considera che Viva Zapatero! è uscito in sole 34 copie (raddoppiate nel secondo weekend) ed è conteso dalle distribuzioni estere, cos ar ar aperundocument ar i oi t al i ano.Un po’comi co unpo’amar o,i lf i l m pr opone spez z oni televisivi, interviste a personaggi censurati (Dario Fo, Enzo Biagi), materiali inediti (il confronto con ipr ogr ammidisat i r a pol i t i ca f r ancesie br i t anni ci ) ,r i f l essi onidel l ’ aut r i ce su “ Rai Ot ” ,i lsuo programma bloccato prima della messa in onda, più imitazioni sue (Berlusconi ,D’ Al ema)ediNer i Marcorè (Gasparri). Divertente il duetto tra Guzzanti-Berlusconi e un comico inglese che impersona Tony Blair. Emanuela Martini - Film Tv n. 39, 27 settembre 2005 Viva Zapatero! di Sabina Guzzanti, che sta raccogliendo un inaspettato successo di pubblico (infatti la compagnia di distribuzione Lucky Red ha deciso di aumentare il numero delle copie in ci r c ol az i one)èun’ i nchi est asul l al i ber t àdisat i r aed’ i nf or maz i onenelnost r opaese,gi r at aconl a cl assi cat ecni cadel l ’ i nchi esta televisiva, mescolando spezzoni della trasmissione e del successivo spet t acol o del l ’ aut r i ceei nt er v i st eadat t or isat i r i ci ,gi or nal i st ieopi ni oni st ipi ùo menoi ncappat i nella nostrana censura televisiva (Beppe Grillo, Paolo Rossi, Dario Fo, Enzo Biagi, Michele Santoro, ecc;), ai politici del centrodestra e del centrosinistra che al momento della sospensione di Raiot ricoprivano ruoli chiave (dal ministero delle Comunicazioni alla Presidenza della Rai e del Consiglio di garanzia), agli osservatori stranieri, ancora giornalisti e autori satirici, sempre più stupefatti davanti alla situazione italiana (che imputano, lucidamente, a entrambi gli schieramenti pol i t i ci ) .Lar egi adel l aGuz z ant inonhal ’ ef f i caci ae“ l ’ ar i a”deif i l m diMi chaelMoor eet i enepoco conto del contesto esterno (come sa fare Moore nelle opere migliori). La sua naturale destinazione sarebbe la televisione. Ma, qui e oggi, questa è una contraddizione in termini. Perciò ben venga nelle sale e poi in dvd perché, non fosse altro che come promemoria, va visto. Max Stèfani - Il Mucchio Selvaggio , ottobre 2005 Anche se duramente criticato dai celoduristi della Lega, il film documentario satirico della Guzzanti hascos sounpo’l eacquenel l ’ assonnat ocl i madel l aMost r adiVenez i a.Bel l a, ma come al solito con pochi spazi per il cinema italiano non firmato dai soliti Medusa, Istituto Luce, Rai, Fandango. È st at oi l f i l m pol i t i cochemancav aal l aMost r a.LaGuz z ant i ,pr endendospunt odal l ’ oscur ament odel suo programma Raiot, mette a nudo la censura brutale, perversa che si è abbattuta in questi anni sulla nostra penisola e sui mezzi di comunicazione. pubblici e privati che siano; e non si è limitata adespr i mer el asuar abbi a:hapr esoal v ol ol ’ occasi oneperandar eav er i f i car e,i nmodoserio ma conmol t o senso del l ’ umor i smo,l o st at o del l a democr az i ai nI t al i a.I lr i sul t at o è dr ammat i co.I l documentario è una sfilata di zombie ignavi, paralizzati dalla paura o semplicemente cinici e fieri della loro indegnità. Si ride spesso per gli sketch e le imitazioni della Guzzanti, ma Viva Zapatero è al tempo stesso angosciante e deprimente. Quando Grillo supplica in giornalisti di ribellarsi o almeno di scrivere quello che pensano e parlare di quello che vedono, è imbarazzante per la nostra categoria, come emozionante è il pianto di Alfredo Pieroni, quasi distrutto dal subdolo r i pul i st if at t oal l ’ i nt er nodel “ Cor r i er eDel l aSer a” .Nonsi r i spar mi ano,gi ust ament e,cr i t i cheal cent r o sinistra che nulla ha fatto, quando addirittura non ha aiutato, per far sì che Berlusconi non ar r i v as se alpot er e.L’ at t eggi ament ot enut o dal l a si ni st r a ait empidel t a sospensi one del pr ogr ammaèancor aoggidav er gognaper chéhadi most r at oche“ t ut t a”l apol i t i canongr adi scel a “ sat i r a”eche pur t r oppo,se come sembr al a sinistra vincerà le elezioni il prossimo anno, non cambi er à ni ent e.Ri mar r emo sempr e alsessant esi mo post o perl ’ Osser v at or i o mondi al e del l e libertà civili. Il film esce con la distribuzione indipendente della Lucky Red, a dimostrazione che in Italia si possono fare film o libri anche senza passare per forza dalla Medusa o da Mondadori. [email protected] 8 Kataweb.it cinema Il presidente Chirac è seduto alla scrivania del suo studio, quando due tipi armati fino ai denti e conci at icomeJohnTr av ol t aeSamuelJack soni n’ Pul pf i ct i on’gl ipunt ano l epi st ol eal l at est a, elencandogli tutte le promesse elettorali non mantenute. La scena non è presa da un video eversivo in circolazione su internet, ma da una popolare trasmissione satirica regolarmente in onda sul l at vf r ancese,’ LesGui gnol sdel ’ i nf o’ . Di’ Vi v aZapat er o! ’ ,i ldocument ar i ocher i cost r ui scel ev i cende delpr ogr amma’ Rai ot ’ ,sospeso dalla Rai dopo una sola puntata, una delle cose che fanno più effetto è la finestra che spalanca sul l ’ Eur opadel l asat i r a.Tr ai mmagi nidi repertorio e interviste a più o meno imbarazzati esponenti digov er no,opposi z i oneedel l ’ i nf or maz i onei t al i ana,Sabi naGuz z ant imet t ei nf at t il esuei ncur si oni in alcune delle più popolari trasmissioni satiriche estere: come quando, truccata da Berlusconi, affianca in una rocambolesca conferenza stampa congiunta un altrettanto mascherato comico britannico che imita - in tutta libertà - il premier Tony Blair. E che definisce "inconcepiblie" che nel suo paese possa accadere ciò che è successo a Raiot. Sospesoconl ’ accusadinonf ar esat i r amadiusar ei l ser v i z i opubbl i coperf ar epol i t i ca,’ Rai ot ’non è mai più andato in onda. Neanche dopo che il giudice ha stabilito che la querela fosse priva di fondamento e che i fatti di cui parlava fossero veri. E proprio in quel momento Sabina Guzzanti ha deciso di intraprendere questo viaggio nella censura, con testimonianze di Dario Fo, Paolo Rossi, Beppe Grillo, Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e molti altri. I lv i aggi odi’ Vi v aZapat er o! ’ ,passat oancheperl aMost r adi Venezia, dove è stato accolto da 12 minuti di applausi, continua adesso in trenta sale italiane. Un numero (per ora) ridotto di copie per consentire a Sabina Guzzanti di accompagnare il suo film in giro per il paese, nella speranza che l ’ ef f et t o’ Fahr enhei t9/ 11’( l a casa didi st r i buz i one è l a st essa)coi nv ol ga i lmaggi ornumer o di per sone." Lav ogl i adiconoscer ec’ è,enonl odi most r asol oi l successodeidocument ar ial ci nema ma anche la sommossa popolare che ci fu quando Raiot fu sospeso. Andammo in onda dal l ’ Audi t or i um diRomai ncol l egament ov i asat el l i t e,ef uor ic’ er ano15mi l aper soneasegui r cisul maxischermo." " I lt i t ol o’ Vi v aZapat er o! ’- spiega la Guzzanti - oltre ad essere la citazione di un film con Marlon Br andoi nt i t ol at o’ Vi v aZapat a! ’ ,vuole essere un omaggio al premier spagnolo. Appena è stato eletto, ha cominciato a mettere in pratica ciò che aveva promesso. In particolare, sta facendo in modochenonsi api ùi lpot er epol i t i coagest i r el ’ i nf or maz i onepubbl i ca.Per chél al i ber t ànonèun lusso, anche se vogliono farci abituare a questa idea." Aspet t ando l ar i spost a delpubbl i co i t al i ano,’ Vi v a Zapat er o’ha nelf r at t empo gi à conv i nt oi distributori francesi, spagnoli e svizzeri, che hanno acquistato il documentario, presentato fuori concor soal f est i v aldiSanSebast i an.Epr opr i ooggi ,i lquot i di anobr i t anni co’ Thei ndependent ’ha dedi cat oduepagi nealf i l m.Chi ssàchedav v er o,comeauspi caSabi na,ol t r eal l ’ uni onemonet ar i a nonesi st ai nEur opaancheun’ uni oneumor i st i ca. Claudia Gorgoglione –la repubblica 9 settembre 2005 Irrompe tra i fasti e rituali della Mostra, conquistando tutta la ribalta. Così, in una giornata che dov ev aesser eal l ’ i nsegnadelci nemai t al i ano" i st i t uz i onal e"- dal film di Pupi Avati al premio alla carriera per Stefania Sandrelli - Sabina Guzzanti sconvolge ogni cosa, infiammando la platea come non mai: il suo documentario "Viva Zapatero", evento a sorpresa di oggi, strappa ben dodici mi nut idiappl ausi .Con l ’ aut r i ce e isuoicompagnid’ av v ent ur a - da Michele Santoro a Marco Travaglio - accolti come eroi. Ei lmer i t ononèt ant odel l ’ oper ai nséepersé,quant odel l acar i ca" ev er si v a"chepor t aal f est i v al : r i per cor r ei nf at t i ,conl ’ ai ut odinumer oset est i moni anz e,l ast or i adelpr ogr ammat vdel l aGuz z ant i , Raiot, prima voluto e poi censurato da RaiTre. Svelando anche - attraverso incontri coi principali autori europei di satira televisiva - l ’ anomal i ai t al i ana:uni copaesechemet t ei lbav agl i oaicomi ci . Gov er nat odaunuomo,Si l v i oBer l usconi ,cheèl ’ i ncar nazione vivente di un incredibile conflitto di interessi. E in cui gente presente sul piccolo schermo da una vita - Santoro, Enzo Biagi - ne è stata al l ont anat abr uscament e,dopol ’ " anat ema"l anci at odal pr emi er . At t enz i one,per ò:come l ’ aut r i ce t i ene a sot t ol i near e," ’ Vi v a Zapat er o"non è un f i l m cont r o [email protected] 9 Berlusconi. Non penso affatto che lui sia un genio del male... diciamo che sicuramente non è un geni o.E’sempl i cement e un’ oper a suunsi st ema mar ci o" .E i nef f et t il a pel l i col a nonf as cont i soprattutto a chi, almeno in teoria, dovrebbe fare opposizione: non a caso, i momenti più esilaranti, che hanno strappato più applausi anche in sala, sono quelli in cui vediamo gli imbarazzi e le esitazioni di esponenti del centrosinistra, di fronte alla censura. Come si vede, ad esempio, nel l ’ i nt er v i st a al l ’ at t ual e pr esi dent e Rai , Cl audi o Pet r ucci ol i , al l ’ epoca numer o uno del l a commissione di Vigilanza: commentando la sua performance, la Guzzanti - qui al Lido - la definisce "esilarante". Insomma: niente propaganda anti-premier e basta. Anche perché, come ricorda Santoro, "la censur ac’ er agi àpr i madil ui ,ei npar t esempr ecisar à.Mai nI t al i aèsuccessoqual cosadipi ù: una malattia profonda, una degenerazione. In questo senso, il film non è contro Berlusconi, ma parla invece del dopo Berlusconi. Rivolgendosi alla nostra parte: ai politici che avrebbero dovuto bat t er si ,i nt er pr et andol av ol ont àdei ci t t adi ni ,enonl ’ hannof at t o" . E’quest a,i nsomma,l av er adenunci apr esent enelf i l m.Chei nt er pr et agl iumor inonsol odei suoi protagonisti, ma anche di una fetta di opinione pubblica. Come mostra il trionfo ottenuto in questa edi z i onenumer o62del l aMost r a.Fest i v alche,r i cor di amol o,sièaper t ocolsuccess odiun’ al t r a pellicola centrata sulla libertà di stampa: "Good night, and good luck" di George Clooney, dedicata a un giornalista che si battè come un leone contro il maccartismo. E in cui si colgono analoghi timori sul tema della libertà di espressione. Certo, guardando il documentario di Sabina, vediamo come in Italia la situazione sia più grave rispetto a qualsiasi altro paese civile. Ma per lei, bandita dalla tv pubblica, una consolazione comunquec’ è:i l suof i l m,di st r i bui t odal l eLuckyRed,usci r àneici nemai l 16set t embr e.Equal che giorno prima, il 12, sarà proiettato davanti al Parlamento europeo. Quanto alla Rai, il consigliere d’ ammi ni st r az i oneSandr oCur z i ,pr esent equiaVenez i a,assi cur a:" Cer cher òdiconv i ncer ei lcda a mandarlo in onda". E la Guzzanti, scuotendo la testa, replica: "Sì, come noooo...". Claudio Zappoli - Mymovies.it Questo film-document ar i or i per cor r e con l ’ ai ut o dinumer ose t est i moni anz e, l a st or i a del programma tv della Guzzanti, Raiot, prima voluto e poi censurato da RaiTre. Più che un film ’ cont r oBer l usconi ’èunf i l m chesii nt er roga su quale sia la definizione di satira e sulla effettiva libertà di informazione nel nostro Paese. Sgombriamo subito il campo da un equivoco: proprio chi sost i enei l gov er nodel Pol odov r ebbegi oi r ediundocument ar i o’ al l aMi chael Moor e’comequest o. Infatti con la sua libera circolazione nelle sale porta acqua al mulino di chi sostiene che l ’ al l ont anament odiBi agidal l at vpubbl i caèst at osol ounamessaar i posoperr aggi unt il i mi t id’ et à e che in Italia non esiste alcuna censura preventiva. Di fatto la Guzzanti (che si compiace non pocodelsuo’ caso’enonr i nunci amaif i noal l af i near i t or nar v ianchequandosembr apr ont aad allargare lo sguardo sul complesso della situazione della comunicazione in Italia) non lesina critiche neppure alla sinistra. Colpevole, a suo dire, di eccessiva compiacenza nei confronti del Cavaliere. Quello che Moore aveva solo accennato riguardo alla debolezza dei Democratici amer i caniquiemer gei nmodopal eseet r ov aunasuai conanelv ol t odel l ’ at t ual ePr esi dent edi garanz i adel l aRaiPet r ucci ol ienel suoannaspar eal l ar i cer c adir i spost epl ausi bi l i ." Di ’qual cosadi sinistra" gli urlerebbe un passionale Moretti. La Guzzanti, in questo caso, sembra invece più compi aci ut adel suoest empor aneo’ Bl ob’i nquel l ocher est acomunque un documento che stimola la discussione e il confronto. Castlerock CinemaZone Dopo l ’ i noppor t una e pr et est uosa soppr essi one dalpal i nsest o not t ur no diRai t r e delsuo programma (più o meno) satirico, Sabina Guzzanti opta per armi più fini (se così si possono definire), dedicandosi al cinema, e scrivendo un film di denuncia sulla sua trasmissione di denunci a.Un’ i nv ol uz i one digener ie espr essi onicomuni cat i v e paur osa,che dà per òv i t a al frizzante Viva Zapatero!, film/documentario di accusa/propaganda che di tutto tratta tranne che degli spagnoli e del loro primo ministro. La Guzzanti si rifà agli ormai celeberrimi film a tesi di Michael Moore, costruendo il documentario permet à con i nt er v i st er eal i zz at e ad hoc,perl ’ al t r a con sk et ch e par odi er i pr esi dai suoi [email protected] 10 programmi o da programmi di satira internazionali. La tesi che enuncia si distingue in modo netto nel f i l m dal ( br ut t o)ci nemadiMoor eperduepr i nci pal imot i v i :i lpr i mo,noni ndi f f er ent e,l ’ af f er enz a della Guzzanti al mondo della satira infor mat i v a,t ut t ’ al t r a cosa r i spet t o aldocument ar i smo d’ i nchi est a.I lsecondo,non meno i mpor t ant e( anz i )delpr ecedent e,è l ’ aut or ef er enz i al i t à del l a costruzione del prodotto cinematografico. Sono questi i due aspetti fondamentali che segnano Viva Zapatero! ,al dil àdel l ’ enunci at odel l at esiche,r i spol v er andoar goment iet eor i eunpo’l i seadi r ei l vero, si concentra sulla possibilità di far televisione e sul limbo di confine tra satira e informazione nel servizio di Stato. Il primo punto su cui la Guzzanti costruisce (non si sa quanto consapevolmente) la sua identità di ci neast a,smar candosidaf aci l ianal ogi econuncer t ot i podidocument ar i smod’ assal t o,èl asua identità pubblica di show-womandelmondodel l asat i r ai mpegnat a.Edèdunquesul l ’ i mpegnoche la regista (o si dovrebbe dire montatrice, o protagonista?) fonda il suo film, creando una dissonanza tra il tono con il quale affronta - in voice off - la vicenda, con la relativa costruzione del l ’ i mpi ant omusi cal eesonor o,ei lmat er i al echef ungeda contenuto vero del film, materiale che, raccogliendo in gran parte spezzoni di programmi satirici (di casa Guzzanti e non), non si presta agevolmente ad un tipo di lettura seriosamente militante. Non si capisce se sia una dicotomia cercata, ma si avverteun’ i nadeguat ez z adelr i t model l ei mmagi nir i spet t oalt ent at i v or i cer cadiun tono pacato e incedente. Secondopunt oi nt er essant enel l ’ anal i sidel l acost r uz i onedel f i l m èl ’ aut or ef er enz i al i t àdel r accont o a tesi portato avanti dalla pellicola. Essendo parte in causa, la Guzzanti non esita ad affiancare alla sua tutte le situazioni di "precarietà del posto di lavoro", chiamiamole così, del mondo televisivo, ma nonsol o.Fi ni sce addi r i t t ur a perav ocar eal l a cat egor i a degl iemar gi nat idalpot er el ’ ot t i mo Fer r ucci odeBor t ol i .Esempi odicomel ’ anal i sidel l aGuz z ant isi ai ndi v er sipunt if umosa,senz a uno scopo preciso, pur venendo aiutata da interviste imbarazzanti (per gli intervistati) del l ’ est abl i shmentpol i t i coi t al i ano.Lasequenz a( ?)f i nal eèpar adi gmatica di questi due grandi vizi (?) da cui il film trae linfa, presentando in maniera drammaticamente partecipe e accorata quella che è st at al a gr ande f est a del l ’ Audi t or i um r omano nel l a ser at a del l a seconda punt at a del programma. Un buon film di propaganda, che sarà duro terreno di scontro fra le parti, ma che non aggiunge nul l adinuov onédideci si v onel l ’ aut unnoci nemat ogr af i co,s enonperun’ ecocheconi lci nemaanche quello veramente politico - nonc’ ent r anul l a. Cristina Piccino - Il Manifesto Trionfo al Lido per il documentario di Sabina Guzzanti inserito a sorpresa tra le proiezioni e accompagnato da una tavola rotonda con Michele Santoro, Marco Travaglio e Sandro Curzi. Si par l adel l ’ I t al i a,del l acl assepol i t i ca,del l al i ber t àd’ espr essi onenegata I l t i t ol oèunpo’unapr ov ocaz i one,v er si oneaggi or nat adel «dìqual cosadi si ni st r a»mor et t i anocon l ost essodest i nat ar i o,l ì( Apr i l e)D’ Al emai nt v,quil anost r aopposi z i one,l a«si ni st r a»pol i t i cae cul t ur al e del l ei st i t uz i oninel l ’ er a Ber l usconi. Viva Zapatero, a ricordare che il leader spagnolo eletto ha fatto ciò che aveva promesso, la cosa più semplice e normale che in Italia suona come un’ enor mi t à.«Ipol i t i cidov r ebber of ar eci òpercuil iabbi amoel et t i ,comeappunt ohadi most r at o Zapatero, altrimenti sono le oligarchie che decidono. La classe politica al governo che vediamo nel f i l m nonsaneppur epar l ar e.Oggil asol av i ad’ usci t aaldi sast r odelnost r opaeseèl af unz i one del l al i ber t à,enonc’ èal t r af or z asenonl ’ opi ni onepubbl i caagarantirla. Chi si domanda quale può essere il leader vincente sbaglia. Non è questione di aspettare il tipo strafico che ti risolve i pr obl emi ,nonèdemocr az i a.Lademocr az i ai nf at t isif ondasul l ’ opi ni one».Vi v aZapat er oèar r i v at o al Lido a sorpresa nel giorno di furiosa tempesta (metereologica) che ha spazzato via tendoni e st r ut t ur e,ospi t edel l eGi or nat edegl i aut or i escel t odal l ’ Anac.Unt r i onf o.Sal ast r acol ma,appl ausi a «scena aperta», e quello lunghissimo finale come finora non si era mai visto - Polanski uscendo dalla sala accende una sigaretta con sospiro. Qualcuno piange a dirotto (dirà in conferenza st ampaungi or nal i st a:«hopi ant operi lmi opaese») .Sipar l ai nf at t idel l ’ I t al i adioggi ,i lpunt odi partenza è la chiusura di Raiot, il programma che Guzzanti aveva realizzato per Raitre dopo una puntata, che diventa «pretesto» per denunciare censura, informazione controllata, «epurazioni» ( l ’ edi t t odiSof i ac ont r oSant or o,Lut t az z i ,Bi agi ) ,l egamet r apol i t i caemedi a- in Rai dicono alcuni [email protected] 11 gi or nal i st ic’ èsempr est at omaoggièdi v enut odi kt at- l ’ ar r oganz adiunacl assepol i t i cachenon acc et t adir i sponder eal l edomandediGuzz ant i .Maanchel adebol ezz aches f i or al ’ oppor t uni smo delcent r o si ni st r a,un’ opposi z i one pi at t a,che r i schi a dif i nr eanch’ essa nel l a maci na diquest o meccanismo. Insieme a Guzzanti, ci sono Michele Santori, Marco Travaglio, Bruno Guacca autore di Le Grand Guignol, programma quotidiano di satira francese. È arrivato Sandro Curzi che promette: «proporrò al consiglio di amministrazione Rai di trasmettere il film». Per ora Viva Zapatero arriva in sala (il 16), ce lo porta la Lucky Red (Occhipinti si è subito innamorato del lavoro), davanti ai cinema ci saranno dei tavolini per firmare un appello che chiede al prossimo gover no diabol i r el al egge Gaspar r i ,disot t ar r el e nomi ne Raie l ’ i nf or mazi one al cont r ol l opol i t i co,eun’ i mmedi at al eggesul conf l i t t odii nt er essi .«Met t er emoanchedel l epost az i oni conv i deocamer e,unpo’t i poi lv ecchi oaudi oboxdiRai t r edov el agent epuò dire cosa ne pensa. Lapr i mav ol t ami sonof at t at r ov ar ei mpr epar at amaor al ’ hopensat abene». Non solo. Il 12 Viva Zapatero viene proiettato al parlamento europeo - i l13c’ èl aconf er enz adi Venezia che spiegherà perché la Gasparri e la Frattini sono liberticide - che purtroppo non può fare mol t o ma che l al i ber t à d’ i nf or maz i one i nI t al i a si at r abal l ant e al l ’ est er o sene sono ac cor t ida tempo. Commentatori, giornalisti - come spiegare in Francia Porta a porta? è impossibile commenta Marcelle Padovani - osservatori che mettono il nostro paese dopo il 2002 al 77° posto nel l acl assi f i caperl i ber t àdeipaesi .Guaccadi ce:«Por t aapor t a?Unasat i r adel l ’ i nt el l i genz a». Torniamo a Sabina. «Non volevo fare politica, il mio lavoro è la satira. Non credo che Berlusconi sia il genio del male, anzi non credo proprio che sia un genio. Il problema è altrove. Siamo in un sistema marcio che permette oggi a lui, domani a un altro, di fare ciò che vuole. La mia critica è alla degenerazione del potere». Interviene Sant or o:«l acensur ac’ èsempr est at aesempr ecisar annot ent at i v ii nquest osenso.È un conflitto eterno ma ciò a cui stiamo assistendo in Italia è altro, mostra una malattia della politica, della cultura, della morale. Il film di Sabina più che su Berlusconièsuquel` dopo’chei nqual che modo è già cominciato. E parla a noi, alla sinistra, ai nostri politici per fargli capire che dovrebbero mettersi al servizio dei cittadini più che in passato». La storia di Viva Zapatero comincia quando i giudici danno ragione a Guzzanti smontando la querela miliardaria di Mediaset usata da servizio pubblico come giustificazione alla chiusura del programma. A questo punto Raiot dovrebbe tornare in onda e invece no. Perché? Lo chiede a tutti Sabina (con tecnica alla Michael Moore), commissione di vigilanza, Petruccioli allora responsabile, che è esilarante nel suo arrampicarsi sugli specchi, e dice la regista negli extra del dvd sarà ancora meglio, Gasparri, Cattaneo, esponenti del governo, del cda Rai Alberoni o Veneziani che rifiutano di rispondere. L’ i nchi est asulsensoel anat ur adel l asat i r aar r i v ai nOl anda,Fr anci a,I nghi l t er r apers copr i r el a nostra «unicità». «Ci è voluto un anno per girarlo, e se il punto di partenza è stata la sentenza su Raiot che ci dava ragione, il discorso si è subito allargato. La Rai non ci ha voluto dare i materiali, dicevano che erano sotto sequestro. Mi sono pure spacciata per una regista che stava preparando un film sul rapporto tra media e cristianitrà ma non mi hanno creduto». E gli int er v i st at i ,c’ èanche chi oltre a non rispondere si è rifiutato di incontrarla? «Tutta la commissione di vigilanza non ha acc et t at odif ar sii nt er v i st ar e,sonodov ut aandar l iacer car econunst i l eunpo’’ d’ assal t o’ .L’ uni co che si è preso la sua responsabi l i t àèst at oCat t aneo,anchesepur el uial l ’ i ni z i oscappav adat ut t e l epar t i .Poic’ èi lcasodiPaol oRuf f i ni ,chei nquant odi r et t or eRai t r ehav ol ut oi lpr ogr ammael o haanchechi uso.Mal uinonhoneppur ecer cat odii ncont r ar l o` d’ ass al t o’ .È st at o così vile che sono felice non sia nel film. Mi ha chiesto per tre volte di fare qualcosaa per Raitre e io rifiutavo, tanto, gli dicevo, me lo censureranno. Per Raiot mi aveva dato assicurazioni di ogni tipo e quando lo ha bloccato non ha avuto neppure il coraggio di dirmelo. E pensare che è in quota a sinistra». [email protected] 12 [email protected] 13