La chiesa Romanica La chiesa romanica presenta un articolazione

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La chiesa Romanica La chiesa romanica presenta un articolazione
La chiesa Romanica
La chiesa romanica presenta un articolazione spaziale complessa; lo spazio non è unitario come nelle
basiliche paleocristiane ma si sviluppa generalmente su quattro livelli: navate, cripta, presbiterio e
matroneo. I costruttori introducono la novità fondamentale delle coperture in pietra, per limitare i danni in
caso d’incendio. Questa scelta determina una serie di modifiche strutturali, rispetto alle chiese precedenti:
dato il maggior peso del soffitto si rinforzano i muri perimetrali e si riduce l’ampiezza delle finestre. Inoltre,
per coprire la vastità dello spazio interno, robusti pilastri polistili portanti, collegati ad archi a tutto sesto (a
semicerchio) sostengono una successione di volte a crociera. Ogni crociera scarica il suo peso su quattro
pilastri polistili: lo spazio compreso i quattro pilastri polistili è detto campata. Sopra l’ultima campata,
ovvero all’incrocio tra navata e transetto, in alcune chiese viene eretta una cupola che a volte è racchiusa in
una muratura poligonale: il tiburio. La pianta della chiesa romanica può essere basilicale (rettangolare) o a
croce latina (il braccio orizzontale della croce è detto transetto) con tre o cinque navate. La zona dell’altare
riservata ai sacerdoti, il presbiterio, è sopraelevata rispetto alle navate e, al di sotto, si trova un ambiente
sotterraneo, la cripta, in cui sono conservate le reliquie dei santi. A volte la cripta può diventare una vera
chiesa sotterranea, con un proprio altare. Sopra le navate laterali sono spesso costruiti matronei (da
matrona₌ signora), che si affacciano sulla navata maggiore .
La facciata della cattedrale suggerisce la divisione interna in navate, per ognuna delle quali, generalmente,
c’è un portale d’accesso. La navata maggiore, più alta e larga delle altre, ha un portale più grande, che può
essere reso ancor più monumentale da un piccolo portico su colonne: il protiro. Le colonne del protiro
poggiano a volte su leoni o altri animali, detti stilofori (dal greco stilos ₌ “colonna” e fero ₌ “portatore,
sostenere”). Sopra il portale maggiore, all’altezza del matroneo, si aprono le finestre che illuminano la
navata centrale (monofore, bifore, trifore); a volte c’è una sola grande finestra circolare, il rosone. Il tetto
può essere a due falde continue e la facciata in questo caso è detta facciata a capanna, oppure con falde di
altezza diversa e la facciata è detta facciata a salienti.
Oltre le caratteristiche ricorrenti, sopra citate, le chiese romaniche presentano numerose varianti, in base
ai materiali e alle tradizioni artistiche e costruttive locali e in base a differenti influssi culturali, dovuti anche
alla circolazione delle maestranze sul territorio della penisola e oltre i suoi confini. Generalmente le chiese
vengono costruite in pietra, ma in Lombardia, per esempio, è frequente l’uso del cotto. Nel Veneto è
caratteristico l’uso della pietra alternata al mattone. In particolare a Venezia l’arte romanica si fonde con la
tradizione bizantina. In toscana è diffuso l’utilizzo di marmi bianchi e colorati in fasce alternate. Nell’Italia
meridionale, le grandi cattedrali del Romanico pugliese sono caratterizzate da volumi imponenti, con
superfici murarie in pietra che si sviluppano compatte e omogenee. In Sicilia i caratteri dell’architettura
romanica si fondono con elementi arabi, normanni e bizantini. Rispetto alle cattedrali italiane, le chiese
dell’Europa del Nord appaiono molto più slanciate (es: Saint Etienne a Caen). A questo tipo di facciata si
ispirano le chiese romaniche in Sicilia, dove, però i torrioni hanno un’altezza molto minore. Nel Romanico
d’Oltralpe sono già contenuti alcuni tratti distintivi dell’architettura gotica, che fiorirà nel XII secolo.
Struttura della chiesa Romanica
Chiesa di Saint Etienne1067-1077
volta a botte, (sotto) a crociera