14 Novembre 2010

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14 Novembre 2010
Comunità in Missione
PARROCCHIA S. ANTONIO DI PADOVA (RE)
FRATI MINORI
Anno 27- Numero 36 Anno Liturgico c - 14 Novembre 2010
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21, 5-19)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e
di doni votivi, Gesù disse: «Verranno
giorni nei quali, di quello che vedete,
non sarà lasciata pietra su pietra
che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque
accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno
per accadere?». Rispose: «Badate di
non lasciarvi ingannare. Molti infatti
verranno nel mio nome dicendo:
“Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non
andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate,
perché prima devono avvenire queste cose, ma
non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà
nazione contro nazione e regno contro regno, e vi
saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti
e segni grandiosi dal cielo. Ma prima di
tutto questo metteranno le mani su di voi
e vi perseguiteranno, consegnandovi alle
sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi
davanti a re e governatori, a causa del
mio nome. Avrete allora occasione di dare
testimonianza. Mettetevi dunque in mente
di non preparare prima la vostra difesa; io
vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i
vostri avversari non potranno resistere né
controbattere. Sarete traditi perfino dai
genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da
tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra
perseveranza salverete la vostra vita».
COMMENTO
SOMMARIO
I discepoli ammirano l’architettura del tempio. Gli occhi di Gesù
si spingono più in là: egli vede la distruzione di Gerusalemme, i
cataclismi naturali, i segni dal cielo, le persecuzioni della Chiesa
e l’apparizione di falsi profeti. Sono manifestazioni della decomposizione del vecchio mondo segnato dal peccato e dalle doglie
del parto di nuovi cieli e di una terra nuova. In tutte le pressioni
e le estorsioni esercitate sulla Chiesa, noi non dovremmo vedere
qualche cupa tragedia, perché esse purificano la nostra fede e
confortano la nostra speranza. Esse sono altrettante occasioni
per testimoniare Cristo. Altrimenti il mondo non conoscerebbe il
suo Vangelo né la forza del suo amore. Ma un pericolo più grande incombe su di noi: si tratta dei falsi profeti che si fanno passare per Cristo o che parlano in suo nome. Approfittando delle inquietudini e dei rivolgimenti causati dalla storia, i falsi profeti
guadagnano alle loro ideologie, alle loro idee pseudoscientifiche sul mondo e alle loro pseudo-religioni. La vera venuta di Cristo sarà invece così evidente che nessuno ne dubiterà.
Gesù incoraggia i suoi discepoli di ogni tempo a rimanere al suo
fianco sino alla fine. Egli trasformerà tutte le infelicità, tutti i fallimenti e persino la morte del martire in risurrezione gloriosa e
in adorazione.
pag. 1
Vangelo della Domenica
Commento
pag 2
Dare testimonianza
Notizie da ricordare
pag. 3
pag. 4
Esortazione apostolica “Verbum Dei”
sulla Parola di Dio
PAGINA 2
Vita Parrocchiale
DARE TESTIMONIANZA
Questa frase di Gesù, tratta dal brano evangelico odierno, si addice bene alla conclusione delle celebrazioni per ricordare il cinquantesimo della Parrocchia. La missione che abbiamo avuto la grazia di vivere ci ha ricordato che la nostra vocazione cristiana consiste nel rivolgere il cuore al Signore per amarlo sopra ogni cosa e nell’accostarci ai fratelli con l’atteggiamento e il comportamento del buon samaritano, che è
quello dell’attenzione e del prendersi cura.In queste due dimensioni della vita cristiana consiste la testimonianza che, come ci ha ricordato don Erio Castellucci nel suo intervento mercoledì 10 novembre,come parrocchia, siamo chiamati ad offrire anzitutto
nel territorio in cui viviamo. Nello specifico la nostra testimonianza deve partire dalla
Parola di Dio, passare attraverso i Sacramenti che ci comunicano la vita divina e diventare amore fraterno all’interno della Parrocchia, che è una famiglia di famiglie, per
sfociare nel servizio ai fratelli, specialmente i più piccoli e bisognosi. Che il Signore ci
aiuti ad avere lo spirito della gratuità e dell’umiltà per prestare il nostro servizio come
servi inutili, senza ricercare il potere o il riconoscimento umano, ma impegnarci a crescere nella conoscenza e nella stime vicendevole. Infine preghiamo il Signore perché
tutti i fedeli sappiano superare l’atteggiamento, pur buono, di chi si sente collaboratore, per diventare corresponsabili della vita e della missione della parrocchia e che noi
pastori sappiamo fare loro spazio.
Il Parroco, fra Francesco Marchesi
NOTIZIE DA RICORDARE
Giovedì 18 Novembre.
Ore 19,00-22,30 adorazione
eucaristica in chiesa..
Sabato 20 Novembre
Siamo di turno nel servizio alla
mensa della Caritas. Ricordarsi di portare i piatti preparati
in sagrestia.
Dalle ore 16,30 alle 21,30 in
parrocchia: II ritiro per tutti i
catechisti e gli educatori, guidato da P. Maurizio Piazza.
Celebriamo la giornata missionaria francescana con raccol- RINGRAZIAMO I MEMBRI DEL
ta di offerte per le missioni
COMITATO CHE HA ORGANIZaffidate ai frati minori.
ZATO LE CELEBRAZIONI PER IL
Ore 17,00 in chiesa: “le madri CINQUANTESIMO DELLA PARDomenica 21 Novembre
della fede”, rappresentazione ROCCHIA PER TUTTO IL LAVONella S. Messa delle ore 1sacra a cura dell’O.F.S. Tutti
RO SVOLTO IN QUESTI MESI.
0,00: presentazione dei cresi- sono invitati a partecipare.
RINGRAZIAMO I CANTORI, I
mandi alla comunità
Ore 18,00: incontro del grup- MINISTRANTI E TUTTI COLORO
CHE HANNO PRESTATO LA LOOre 11,30-17,00: giornata in- po delle giovani coppie.
RO OPERA PER LA BUONA RIUsieme cresimandi e padrini nei
Sabato 27 Novembre
SCITA DI QUESTO IMPORTANlocali dell’oratorio.
TE AVVENIMENTO.
Ore 16,30: momento di festa
in palestra per i ragazzi che
hanno partecipato al campo
estivo di Smarano.
Vita parrocchiale
PAGINA 3
PINNACOLO E MISSIONE
Tavoli di formica. Odore di sigarette e di patatine Pai. Anziani che leggono il giornale, anziani che parlano
un dialetto incomprensibile. La suora ci spiega le regole del pinnacolo, dimenticate tanti anni fa tra gli ombrelloni di Lido Adriano. Si tratta di una partita agguerrita, a colpi di tris e scale, interrotta solo da qualche
sorso ad un’aranciata che funge da aperitivo. Si tratta di una mattina durante la settimana della missione
popolare, una mattina tranquilla, in cui ci si può concedere una pausa dalle visite alle famiglie e dai centri
d’ascolto. Così decidiamo di trascorrere questa pausa al circolo “Rosebud”, e in quattro e quattr’otto ci ritroviamo seduti a giocare a carte, tra lo sguardo un po’ incredulo di un pubblico canuto. “Perché? Frati e
suore non possono giocare a pinnacolo?”, penso io. Certo, deve sembrare strano, visto da fuori. Voglio dire, vi immaginate la scena? Tre frati e una suora alle undici e mezza di un venerdì mattina di novembre,
seduti al tavolo di un circolo di periferia, che giocano a pinnacolo. Giocano e litigano per i punti. Deve
sembrare abbastanza strano, visto da fuori. Me ne rendo conto.
Eppure, il senso di una missione popolare potrebbe essere riassunto tutto qui. Durante una missione popolare, quello che si annuncia assomiglia molto ad un messaggio del tipo: “Ehi, ragazzi, il Vangelo si può vivere! E non è niente male, sapete?”. Detta così, può sembrare una frase banale. Anche la scena del circolo,
descritta così, può sembrare una scena banale. Senza contare il fatto che durante questa settimana di missione, i frati e le suore hanno incontrato tante persone e vissuto molte situazioni che meriterebbero tutte di
essere raccontate. Eppure, più ci pensiamo, e più realizziamo che proprio fuori dagli orari e dagli appuntamenti programmati, la missione semplicemente “accade”. La missione, per esempio, accade mentre un frate
si arrabbia un po’, che gli sembra ridicolo doverti spiegare quanto vale un asso in una scala, ed intanto un
anziano si avvicina al tavolo e dice: “Scusate se vi disturbo mentre giocate, ma vi volevo dire che quando
vi vedo, io sono proprio contento. Ecco, solo questo vi volevo dire. Buona giornata.”
La missione accade così.
Non è mica un cosa dei frati e delle suore, la missione. La missione è di tutti, ce lo diciamo in continuazione. Eppure il continuare a dircelo non dovrebbe sminuire il senso di questa verità profonda: la missione è di
tutti, perché, in fondo, non è di nessuno. La missione non appartiene a nessuno, nessuno ne conosce precisamente gli esiti o può programmarne con esattezza le premesse. La missione accade.
Così, in una giornata assolata della Palestina del primo secolo, ti trovi dentro un assembramento di gente
che non vedi niente, perché sei anche piccolo di statura. Allora ti arrampichi su un albero per provare a gettare lo sguardo lontano, e la missione accade. Così, in una mattina fredda della Reggio post-moderna, ti
trovi dentro ad un circolo ricreativo, in periferia, che sei un po’ stanco e vuoi fare una pausa. Allora proponi di bere qualcosa e di fare una partitina a carte, e la missione accade.
Per questo, al grande “grazie” che ci sentiamo di dirvi per la bella accoglienza e i tanti incontri che in questi giorni abbiamo fatto con voi e tra voi, speriamo che la Parrocchia di Sant’Antonio, la comunità tutta, dai
più assidui frequentatori a quelli che si vedono solo la notte di Natale, sia sempre aperta all’imprevedibile
presenza del Signore, che passa e si ferma con i suoi amici.
Sarebbe questa disponibilità all’inconsueto, un bel segno di una missione che accade, sempre e di nuovo.
I vostri “missionari”
Vita ecclesiale
PAGINA 4
ESORTAZIONE APOSTOLICA “VERBUM DEI” SULLA PAROLA DI DIO
“Riscoprire la centralità della Parola di Dio” nella vita personale e della Chiesa e, al tempo stesso, “l’urgenza e
la bellezza” di annunciarla. Questo, in sintesi, il messaggio di Benedetto XVI nell’Esortazione apostolica postsinodale “Verbum Domini” che raccoglie le riflessioni e le proposte emerse dal Sinodo dei vescovi “La parola di
Dio nella vita e nella missione della Chiesa” tenutosi dal 5 al 26 ottobre 2008 in Vaticano. Il documento – quasi 200 pagine suddivise in tre parti secondo la struttura del tema dell’assise sinodale - è stato presentato l’11
novembre in sala stampa vaticana. Qui di seguito una sintesi.
Verbum Dei. “In un mondo che spesso sente Dio come superfluo o estraneo” afferma Benedetto XVI, “non esiste priorità più grande di questa: riaprire all’uomo di oggi l’accesso a Dio” che “parla e interviene nella storia a
favore dell’uomo”. “Nella nostra epoca purtroppo – constata il Pontefice – si è diffusa, soprattutto in Occidente,
l’idea che Dio sia estraneo alla vita e ai problemi dell’uomo”, mentre “la Parola di Dio non si contrappone all’uomo, non mortifica i suoi desideri autentici, anzi li illumina, purificandoli e portandoli a compimento”. Nell’analizzare lo stato attuale degli studi biblici, il Papa segnala il rischio di “un dualismo” tra esegesi e teologia e auspica “l’unità dei due livelli” interpretativi, che presuppone “una armonia tra fede e ragione” cosicché la fede “non
degeneri mai in fideismo” e la ragione “si mostri aperta e non rifiuti aprioristicamente tutto ciò che eccede la
propria misura”. Ribadendo che “la radice del cristianesimo si trova nell’Antico Testamento e il cristianesimo si
nutre sempre di questa radice”, Benedetto XVI richiama il “legame peculiare” tra cristiani ed ebrei, “un legame
che non dovrebbe mai essere dimenticato”. “Desidero riaffermare ancora una volta – le parole del Papa –
quanto prezioso sia per la Chiesa il dialogo con gli ebrei”. Nel documento anche la sottolineatura della
“centralità degli studi biblici nel dialogo ecumenico”.
Verbum in ecclesia. “Una maggior cura della proclamazione della Parola di Dio” ad opera di lettori “idonei e
preparati con impegno”, e una migliore “qualità” delle omelie è la richiesta in ambito liturgico di Benedetto XVI
che ribadisce al riguardo l’opportunità di un Direttorio omiletico, il valore del silenzio nelle celebrazioni e la
“importanza del canto gregoriano”. Indispensabile, secondo il Pontefice, incrementare la “pastorale biblica”.
Verbum mundo. Dal Papa anche l’esortazione a “rinvigorire nella Chiesa la coscienza missionaria”. “In nessun
modo la Chiesa può limitarsi ad una pastorale di ‘mantenimento’”; essa “deve andare verso tutti” e “continuare
a difendere il diritto e la libertà delle persone di ascoltare la Parola di Dio, cercando i messi più efficaci per proclamarla, anche a rischio della persecuzione”. Di qui il pensiero ai perseguitati a causa di Cristo: “Ci stringiamo
con profondo e solidale affetto ai fedeli di tutte quelle comunità cristiane, in Asia e in Africa... che in questo
tempo rischiano la vita o l’emarginazione sociale a causa della fede” scrive il Papa. “Nel contempo non cessiamo di alzare la nostra voce perché i governi delle Nazioni garantiscano a tutti libertà di coscienza e di religione,
anche di poter testimoniare la propria fede pubblicamente”. Per Benedetto XVI l’ascolto della Parola stimola
l’impegno a “rendere il mondo più giusto”. “Certo – precisa il Pontefice - non è compito diretto della Chiesa creare una società più giusta, anche se a lei spetta il diritto e il dovere di intervenire sulle questioni etiche e morali
che riguardano il bene delle persone e dei popoli. E’ soprattutto compito dei fedeli laici” intervenire
“direttamente nell’azione sociale e politica”. Il documento afferma inoltre che per i giovani occorre “il coraggio
di un annuncio chiaro” e sottolinea l’importanza di diffondere la Parola di Dio anche tra i migranti, i sofferenti e
i poveri. Dal Papa pure l’appello a un “rinnovato incontro tra Bibbia e culture”. “Vorrei ribadire a tutti gli operatori culturali – assicura Benedetto XVI – che non hanno nulla da temere dall’aprirsi alla Parola di Dio; essa non
distrugge mai la vera cultura ma costituisce un importante stimolo per la ricerca di espressioni umane sempre
più appropriate e significative”. Secondo il Pontefice occorre inoltre recuperare “il senso della Bibbia come
grande codice per le culture”. Quanto all’inculturazione il documento avverte che “non va scambiata con processi di adattamento superficiale e nemmeno con la confusione sincretista che diluisce l’originalità del Vangelo”. Essenziale peraltro “l’incontro, il dialogo e la collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà”. Ribadendo che la Chiesa vede “con stima” i musulmani, il Sinodo auspica lo sviluppo di in dialogo basato sull’approfondimento di valori quali “il rispetto della vita”, i diritti inalienabili e la pari dignità dell’uomo e della donna, e l’apporto delle religioni al bene comune pur nella “distinzione tra l’ordine sociale e l’ordine religioso”.
PARROCCHIA S. ANTONIO DI PADOVA
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