l`italia dei sapori
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[L’ITALIA DEI SAPORI] DI TONI SÀRCINA ([email protected]) Le ricette del mese A rrivare in Sardegna in questa stagione provoca intense emozioni a ogni viaggiatore del continente. I colori e i profumi sono diversi da quelli più noti del periodo estivo. L’atmosfera è più “sarda” e , per i fortunati che se lo possono permettere, è il momento per respirarla appieno entrando con discrezione nella plurimillenaria storia di quest’isola. Da Alghero percorriamo in 45 minuti una bella strada che porta in una delle perle del Nord della Sardegna, Castelsardo. L’attrattiva, o meglio, l’alibi per la visita è la triglia di scoglio di Castelsardo. In realtà, si tratta di coniugare in modo perfetto ambiente e gastronomia in uno splendido borgo medievale perfettamente conservato e curato. A CASTELSARDO PER TRIGLIE E ARAGOSTE Lo splendido borgo medievale è accogliente anche d’inverno con le sue primizie marinare All’inizio della salita verso il centro storico, incontriamo la nostra guida, il castellanese Renato Pinna, titolare di uno dei più rinomati ristoranti di Castelsardo, il Cormorano dove gusteremo un piatto con le celebri triglie e, insieme, percorriamo i vicoli che si inerpicano verso la cima della collina presidiata dal maestoso e imponente castello con le mura integrate nella parte esterna dalla stessa parete rocciosa nella quale sono pure inserite le finestre. Si cammina lentamente, non a causa della salita, ma per potersi soffermare in ogni angolo presi dalla bellezza delle costruzioni rimaste intatte e ben curate così come le facciate delle chiese, fino al castello dal quale si gode un grandioso panorama su buona parte della costa. Visitiamo, all’interno del castello, un interessante museo dell’intreccio, dedicato agli oggetti che da tempo immemorabile i sardi riescono a ottenere intrecciando steli vegetali. Mentre percorriamo le viuzze del borgo antico e le ripide scalinate, osservando donne che, come secoli orsono, intrecciano cesti con colori variopinti e inserti di figurine emblematiche del passato, la nostra guida traccia una breve storia del paese e del suo nome: «La fondazione risale al XII secolo per opera della famiglia Doria di Genova che battezzò la città col nome di Castelgenovese, facendolo diventare in breve uno dei porti e roccaforti più importanti per i genovesi. Nel 1448, il territorio passò agli Aragonesi che mutarono il nome della città in Castell’Aragonese e ciò fino al 1769, con i Savoia, quando, finalmente, diventò Castelsardo». Oggi la cittadina è nota quale importante centro di vendita per tutto l’artigianato caratteristico sardo ma, soprattutto, per i cestini denominati ovunque come i “famosi cestini di Castelsardo”. Ma qui non c’è solo artigianato e, venendo al primario oggetto del mio viaggio, chiediamo a Renato cosa c’è di vero sulla particolare bontà delle triglie di scoglio che si pescano da queste parti e anche qualcosa sulle rinomatissime aragoste, la cui pesca ricomincerà nel prossimo marzo. Pinna dice che in effetti le triglie sono di taglia medio-grande e hanno gusto saporito ma molto elegante. Per le aragoste, altro van- TRIGLIE AL POMODORO E BASILICO Ingredienti per quattro persone: 8-12 triglie di scoglio di Castelsardo; 300 g di pomodori maturi e sodi o 200 g di pomodori pelati; un mazzetto di basilico; un dl d’olio extravergine; uno spicchio d’aglio; sale e pepe. Tempo di esecuzione: 35 minuti 1 Squamare le triglie, pulirle, ricavarne i filetti e lavarli. 2 Scottare i pomodori in acqua in ebollizione, scolarli in acqua fredda, privarli della buccia, dei semi e tritare grossolanamente la polpa. 3 Porre sul fuoco una teglia da forno con l’olio e l’aglio leggermente schiacciato, farli scaldare, aggiungervi la polpa di pomodoro tritata e un pizzico di sale e pepe; cuocere la salsa per 8-10 minuti a fuoco vivace; aggiungere il basilico spezzettato e adagiarvi le triglie preparate. 4 Porre la teglia in forno preriscaldato a 180˚C e cuocere le triglie per 4-5 minuti circa, coprendole con un foglio di carta vegetale. 5 Togliere dal forno la teglia, sistemare le triglie con la salsa sul piatto di portata e servirle calde. to della pesca locale, vale lo stesso discorso. Pare che a un palato attento non sfugga la differenza di aragoste pescate vicino alle scogliere del territorio di Castelsardo, rispetto ad altre pescate in territori abbastanza vicini. Purtroppo, la stagione non consente di assaggiare le aragoste ma ci accontentiamo volentieri di un piatto con filetti di eccellenti triglie presentate con pomodoro e basilico e, per non farci mancare alcunché, le facciamo precedere da linguine ai ricci di mare di cui è ricca la raccolta in questo periodo. Qualche altra notizia utile: da non perdere la seicentesca cattedrale di Sant’Antonio Abate col bellissimo campanile con la cupola ricoperta in maiolica e dalla quale ci si affaccia, dal piccolo sagrato, sullo stupendo 씮 CLUB3 149 GENNAIO 2006 [L’ITALIA DEI SAPORI] A TAV O L A C O N I C O R D O N S B L E U S ASTICE O ARAGOSTA, MAZZANCOLLE E GAMBERI, IMPARIAMO A RICONOSCERLI I CROSTACEI (PRIMA PARTE) Ci è già capitato di parlare di alcune varietà di pesci. Questa volta trattiamo un argomento di interesse generale, oggetto di alcuni importanti incontri tra Cordons Bleus. I crostacei non sono veri e propri pesci anche se generalmente vengono indicati come tali. Dai pesci si differenziano anche per il valore nutritivo (hanno una maggiore quantità di sodio e contengono anche colesterolo) e per la digeribilità (sono ricchi di tessuto connettivo e sono, quindi, meno digeribili). Vivono in genere lungo i litorali, fra i sassi, le rocce e la sabbia. La loro principale caratteristica è di essere rivestiti da una struttura rigida calcarea, il carapace o carapazio che protegge la testa o la parte superiore del corpo. Sono tra i cibi preferiti dai golosi, ma godono anche del favore generale per il gusto dolciastro e gradevole delle loro carni, e per la completa assenza di lische. Ne fanno parte celebri qualità come l’aragosta e l’astice (quest’ultimo si distingue dall’aragosta per le grosse chele dal gustosissimo contenuto), gli scampi, i gamberi di mare e d’acqua dolce, i granchi, le grancevole e le mazzancolle. Caratteristiche Tranne i granchi, che hanno forma tondeggiante, gli altri crostacei, sia quelli più grandi, come aragoste e astici, sia i gamberi di ogni tipo e dimensione, hanno il corpo allungato, protetto nella parte anteriore dal carapace, nel quale sono situati 씮 panorama verso il mare. All’interno, da visitare, il bellissimo coro ligneo della prima metà del Settecento e, sull’altare, la cinquecentesca Madonna del Maestro di Castelsardo. Quasi sotto il castello medievale dei Doria, c’è la bella chiesa di Santa Maria, all’origine di epoca medievale e poi modificata. Nell’interno vi sono begli altari lignei e una cappelletta che custodisce un raro e molto antico Crocifisso del Cristo Nero. Per chi ha la possibilità di essere a Castelsardo nella settimana di Pasqua, c’è la possibilità di partecipare alla cerimonia medievale del Lunissanti, introdotta dai monaci benedettini della vicina basilica di Tergu. Durante la solenne processione vengono spente tutte le luci e l’illuminazione è costituita dalle suggestive fiaccole dei fedeli che assistono o seguono il corteo. 왎 150 GENNAIO 2006 CLUB3 i visceri e sul quale si trovano gli occhi, le antenne e cinque coppie di zampe. Di queste ultime, le più vicine alla bocca sono dotate di pinze (chele) che servono ad afferrare le prede, o come difesa. A volte, nel corso di qualche battaglia, può accadere a un crostaceo di perderne una. La parte terminale dei crostacei, che nel linguaggio culinario si definisce coda, è in realtà l’addome; è la più carnosa, protetta da una corazza che si articola in diversi segmenti. La vera coda è quella che si apre a ventaglio, completando la straordinaria forma di questi animali. Il carapace delle aragoste è di colore rosso rosato, quello degli astici può essere, a seconda della LINGUINE AI RICCI DI MARE varietà, blu verdastra tendente al nero oppure rosso bruno o marrone scuro, quasi nero. Anche i gamberi possono avere colori che variano dal rosso del gambero mediterraneo al rosa o al grigio screziato delle mazzancolle. Una volta cotti, però, diventano tutti di colore rosso. Gli astici sono i giganti fra i crostacei: possono raggiungere, infatti, anche i 60 centimetri di lunghezza, superando di una decina Ingredienti per quattro persone: 350 g di linguine; un chilo di ricci di mare; un mazzetto d’erba cipollina; un mazzetto di prezzemolo; un decilitro d’olio extravergine; sale. Tempo di esecuzione 20 minuti. Lavare l’erba cipollina e il prezzemolo, asciugarli delicatamente, tagliare l’erba cipollina a rondelline e tritare il prezzemolo. Aprire i ricci di mare e, con un cucchiaino estrarre la polpa; metterla in una ciotolina e tenerla da parte. Porre sul fuoco una pentola con abbondante acqua; portarla a ebollizione, salarla e farvi cuocere le linguine. Nel frattempo, in una padella intiepidire l’olio con un pizzico d’erba cipollina e prezzemolo, unirvi la polpa di ricci di mare tenuta da parte, le linguine scolate al dente e tre cucchiai della loro acqua di cottura; fare insaporire per un minuto mescolando delicatamente e sollevando le linguine con un forchettone. Togliere la padella dal fuoco, unire alla pasta le rondelle d’erba cipollina e il prezzemolo tritato rimasti, mescolare delicatamente e servire le linguine calde. di centimetri una grande aragosta. Sono caratterizzati anche da enormi chele. 씰 Nel prossimo numero: Come riconoscere la freschezza nei crostacei; le varietà più note; come congelare i crostacei. CLUB3 151 GENNAIO 2006