Decadentismo - iismarianoquartodarborea.gov.it

Transcript

Decadentismo - iismarianoquartodarborea.gov.it
Decadentismo
Decadentismo
“Sono
l’Impero alla fine della decadenza” Languore, 1883; Paul Verlaine
Con questo verso il poeta vuole mettere in evidenza il suo
stato d’animo: come l’impero romano, prima del suo
completo disfacimento, è incapace di fronteggiare le
invasioni barbariche (rappresentano la vitalità) e di
difendere i suoi valori e la sua raffinatissima cultura, così il
poeta si sente spossato, debole, incapace di partecipare
alla vita reale della sua epoca (dominata dai valori della
borghesia trionfante) che per lui non ha più alcun fascino
ma che anzi disprezza e rifiuta.
Il Decadentismo si sviluppa
più o meno
contemporaneamente al
Realismo/Naturalismo
rispetto al quale si mette in
netta opposizione
Naturalismo/Verismo<
Positivismo
• Razionalità
Decadentismo
• Irrazionalità/fascino per
l’occulto e l’esoterismo
• Fiducia nel progresso e
nella scienza> leggi
universali in base alle
quali l’uomo può
controllare la realtà
• Crollo delle certezze:
l’uomo non può
controllare la natura
• La realtà presentata in
maniera oggettiva
• Forte soggettività
• Impersonalità
• Il poeta al centro della
sua opera/
inconscio<Freud
1857
Madame Bovary
(Flaubert)
I fiori del male
(Baudelaire )
Per Baudelaire e i poeti decadenti:
• la poesia è una forma di conoscenza (conoscenza
intuitiva, non razionale); ciò che si vuole conoscere non è la
realtà visiva, apparente, “di superficie”, ma una realtà
“altra”, nascosta sotto l’apparenza. Perciò la “foresta di
simboli”, attraverso la quale il poeta cammina, rimanda ad
un’altra realtà , quella che il poeta considera come “vera”
che non si conosce tramite la ragione ma l’intuizione/ sensi
esasperati uso di droghe e alcool. Con l’intuizione e i
sensi si colgono le “ corrispondenze” (legami) tra le cose e
l’anima. Questa forma di conoscenza, che è propria del
poeta, sfugge all’uomo comune che rimane alla realtà “di
superficie” da conoscere attraverso la ragione.
Corrispondenze
La Natura è un tempio dove incerte parole
mormorano pilastri che sono vivi,
una foresta di simboli che l'uomo
attraversa nei raggi dei loro sguardi familiari.
Come echi che a lungo e da lontano
tendono a un'unità profonda e buia
grande come le tenebre o la luce
i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.
Profumi freschi come la pelle d'un bambino
vellutati come l'oboe e verdi come i prati,
altri d'una corrotta, trionfante ricchezza
che tende a propagarsi senza fine- così
l'ambra e il muschio, l'incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi.
Charles Baudelaire
Per esprimere questa nuova forma di conoscenza, il poeta deve
utilizzare un nuovo linguaggio, adatto:
• a rendere l’intuizione di un attimo,
• a suscitare emozioni,
• a tradurre in parole e musicalità le sensazioni del poeta
Indipendentemente dalla logicità della frase
Questo linguaggio è perciò non logico, oscuro, evocativo,
incomprensibile alla massa da cui il poeta si vuole distinguere
Il poeta fugge la massa ma è, a sua volta, rifiutato, divenendo
un disadattato
L’albatro
di Charles Baudelaire
Spesso, per divertirsi, i marinai
Prendono degli albatri, grandi uccelli di mare
che seguono, compagni indolenti di viaggio,
le navi in volo sugli abissi amari.
L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, goffo e vergognoso,
pietosamente accanto a sé strascina
come fossero remi le ali grandi e bianche.
Com'è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi zoppicando, fa il verso allo storpio che volava!
Il poeta è come lui, principe dei nembi
Che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
fra le grida di scherno esule in terra,
con le sue ali da gigante non riesce a camminare.
Chi è l’artista decadente? Egli ha molteplici volti:
• poeta “maledetto” ( Verlaine, Rimbaud, Mallarmè) vive ai
margini della società borghese che rifiuta ed è da essa rifiutato;
spesso fa uso di alcool e droga; la sua poesia è piena di simboli
(simbolismo) oltre i quali si cela la vera realtà
• esteta ( Wilde, D’Annunzio, Huysmans) rifiuta la banalità e la
bruttezza della società borghese; ama circondarsi di oggetti belli e
raffinati, spesso legati a culture lontane; interpreta la vita come
un’opera d’arte; la sua arte non ha alcuna finalità sociale (arte per
l’arte)
• poeta “fanciullino” (Pascoli) regressione all’infanzia per
cogliere la vera realtà delle cose
• inetto (Svevo)
si vede vivere
incapace di immergersi nel flusso della vita reale,