Rassegna Stampa 13 Ottobre 2016

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Rassegna Stampa 13 Ottobre 2016
Cod.: IL.1-Mod.1
Rev. 1
MODULO
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RASSEGNA STAMPA
Ufficio per le Relazioni
con il Pubblico
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Data: 24/05/2016
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rassegna stampa
13 Ottobre 2016
IL CITTADINO
•
Dopo l’abuso nostra figlia stava peggio
•
Scala mobile, cade e resta invalida
•
Tumori, spuntano i dati del 2014: a Lodi più malati e più
decessi
•
Ospedale, muore giovane dipendente
•
Quando la cura passa dal colore, dalla musica e dallo psicologo
•
Sono 500 i lodigiani colpiti da sclerosi multipla
•
Allarme incendio in ospedale, evacuata una stanza
IL GIORNO
•
Convegni ma anche shiatsu contro la sclerosi multipla
Responsabile del procedimento:
Referente del procedimento:
Dott. Davide Archi
Maurizio Pancerasa
℡
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2145
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Dopo l’abuso nostra figlia stava peggio
«Dopo la violenza subita durante il ricovero in psichiatria a Codogno,
nostra figlia aveva cominciato a tenere comportamenti autolesionistici
pericolosi. Prima di allora, ritenevamo fossero solo gesti
dimostrativi»: è stato uno dei passaggi del drammatico
“controinterrogatorio“ da parte degli avvocati difensori dei medici, cui
è stata sottoposta ieri la mamma della 19enne, che nell’ottobre del
2010 si gettò dal centro riabilitativo psichiatrico di via Mosè Bianchi,
spegnendosi poi dopo alcuni giorni. Il processo è ancora agli inizi e si
preannuncia non breve, anche se il giudice Lidia Castellucci appare
intenzionata a fissare un preciso calendario a partire da gennaio.
Cinque medici sono imputati di omicidio colposo per omissione e, a
meno di una rivoluzione dell’ordinamento giudiziario, l’esito più
probabile del procedimento sarà la prescrizione. «Ma andiamo avanti
per dare una giustizia a nostra figlia - trova il coraggio di spiegare il
padre - e anche perché qui in procura abbiamo trovato quell’umanità
che altrove, in questo dramma, secondo noi è mancata». La giovane
aveva disturbi alimentari, l’ossessione di pesarsi. «Nelle cure
psichiatriche non si può scegliere a quale struttura affidarsi, deve
decidere il servizio territoriale», spiega ancora il padre. E così il
servizio di psichiatria di Lodi affidò la ragazza, via via, a diversi
percorsi: un ospedale a Milano, una comunità in Piemonte e,
nell’estate del 2010, al reparto psichiatrico di Codogno. Dove subì
violenza da un altro paziente. Per il pm Sara Mantovani, già da
quell’episodio in poi alcuni medici avrebbero dovuto fare di più.
Invece i genitori sarebbero stati invitati a non sporgere denuncia,
«nell’interesse della figlia», che poi nel reparto, un paio di mesi dopo,
si trovò ancora faccia a faccia con il suo violentatore. Poi nella
struttura comunitaria di Lodi, anche dopo aver assistito a un
convegno in cui si parlò di abusi e Guarda il video su: suicidi, il
tragico gesto.
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L’episodio 3 anni fa, adesso il cambio ao - asst blocca la causa
Scala mobile, cade e resta invalida
di Carlo Catena
Non solo le visite all’ospedale Maggiore di Lodi,ma anche la causa che
ha intentato dopo essere caduta dalla scala mobile di viale Savoia si
stanno rivelando un percorso a ostacoli per una pensionata lodigiana.
Perché dal dicembre scorso l’Azienda ospedaliera di Lodi non esiste
più, e al suo posto è stata istituita l’Asst. E il giudice ieri ha quindi
dovuto dichiarare estinta la causa, e la donna, tramite i suoi legali,
dovrà intentarne un’altra. Questa volta contro l’Asst. Il 22marzo del
2013, la signora, all’epoca 75enne, si trovava in ospedale per
eseguire una visita e assieme al figlio era salita su una delle scale
mobili dell’ospedale Maggiore. All’improvviso però aveva perso
l’equilibrio ed era caduta all’indietro .Riportando una serie di lesioni
che l’avevano costretta a lunghe cure, con le sue condizioni generali
di salute che erano precipitate, con tanto di complicanze degli esiti
del trauma, e che ora, stima un medico legale, la rendono invalida al
10 per cento. Invalidità che prima di cadere dalla scala mobile,
sostiene nella sua richiesta di danni all’ospedale, non c’era. La causa
civile, in tribunale a Lodi, era già arrivata a buon punto: una
consulenza tecnica d’ufficio ha accertato che, quando si era verificato
l’incidente, quella scala mobile andava a una velocità di 0,50 al
secondo, un valore che rientra nella norma Uni - En 115 (anche se è
il massimo) e che, successivamente, l’impianto era stato rallentato, a
0,35metri al secondo, pari al 30 per cento in meno. Nei primi mesi di
attività degli impianti, che sembra abbiano alcune componenti
prodotte in Cina, erano state segnalate decine di cadute, soprattutto
di anziani, e poi il 22 gennaio del 2014 c’era stato il gravissimo
episodio del bambino di 5 anni che aveva subito l’amputazione
traumatica di alcune dita di un piede, rimasto incastrato alla base
della scala mobile. Incidente che, tra sequestro e adeguamenti
tecnici, aveva fermato le scale per circa 400 giorni. Ora la pensionata
ha tre mesi di tempo per ripartire con la causa,ma le attività finora
svolte dal tribunale non dovrebbero essere ripetute. Ora le scale
mobili del Maggiore funzionano regolarmente, anche se c’è chi
segnala che a volte il corrimano tende a scivolare verso il basso,
circostanza che, se confermata, potrebbe ancora una volta tradire chi
non ha il passo più che fermo
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Tassi di mortalità femminili superiori a quelli di melegnano e milano
Tumori, spuntano i dati del 2014: a Lodi più malati e più decessi
di CRISTINA VERCELLONE
I numeri pubblicati dall’Ats della Città metropolitana testimoniano la triste realtà: le
neoplasie si confermano uno dei principali problemi sanitari del territorio
N Tumori, anche i dati del 2014 confermano la triste realtà. Nel
Lodigiano ci si ammala e si muore di più. La “fotografia” con i nuovi
numeri è quella scattata dall’Ats della Città metropolitana guidata dal
direttore generale Marco Bosio. Il Piano organizzativo aziendale in
corso di stesura snocciola una serie di dati che destano
preoccupazione. L’Ats ha preso in considerazione i tassi standardizzati
di
mortalità
per
rendere
i
dati
scientificamente
inattaccabili
e
confrontabili con quelli delle altre realtà,
dal
punto
di
vista
statistico.
A
spaventare di più, nel Lodigiano, è il
tasso di mortalità per tumore nelle
donne. Nel 2014, infatti, abbiamo avuto
un tasso del 128,52. A Melegnano,
invece, il tasso supera di poco il 100,
idem nel Rho dense e a Milano ovest. A
Milano città, il tasso è fermo all’83,49, a
Milano nord all’88,94. Il 128,52 di Lodi
supera anche il tasso del 118,07 di tutta
l’Ats. Anche gli uomini dell’ex Asl di Lodi
non se la passano così bene. Il tasso di mortalità per tumore è del
91,20, mentre il dato dell’Ats è dell’83,13.A fare peggio di Lodi, nella
tabella dei dati maschili, è solo la realtà di Milano ovest con un tasso
del 95,69. UN SISTEMA NERVOSO “A PEZZI” Un’altra voce che spicca
nella fotografia in rosa è quella delle patologie nervose. Nel 2014, il
tasso di mortalità a causa di malattie del sistema nervoso, nelle
donne lodigiane, è stato del 9,18,mentre a Melegnano il dato è fermo
al 3,73. Per quanto riguarda le malattie dell’apparato respiratorio,
invece, a fare peggio di Lodi, è stata solo la realtà Rho dense. A Lodi
il tasso è stato del 6,99 e a Melegnano del 6,63,mentre il tasso di
tutta l’Ats è di 5,50. UNA VALANGA DI MALATI Nel lodigiano i morti di
tumore, nel 2014, sono stati il 5,9 per cento di tutti i morti, contro il
5,4 per cento di Melegnano. I lodigiani sono anche quelli che si
ammalano di più per patologie gastroenteriche (il 4,6 per cento è
morto per una patologia di questo tipo). A preoccupare i lodigiani,
come sempre, è lo stato di salute del loro cuore. Il 19,8 per cento dei
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lodigiani è deceduto a causa di una patologia cardiovascolare. POCHE
STRUTTURE Le cosiddette unità d’offerta sociosanitarie nel Lodigiano
sono 76 su un totale di 716. A Melegnano le strutture sono 129.
Nell’area anziani abbiamo 17 strutture e 1418 posti abilitati. Nelle Rsa
quelli accreditati sono 1369 contro i 2566diMelegnano. I posti per
Alzheimer sono 52 contro i 131 di Melegnano. I centri diurni nel
Lodigiano sono 5,mentre a Melegnano sono 11, 140 contro 247 i posti
accreditati. Nell’area disabili, invece, il Lodigiano ha 13 strutture
contro le 26 diMelegnano. I posti accreditati sono 337 a Lodi e 495 a
Melegnano. Per le cure intermedie, Lodi ha 60 posti e Melegnano 255.
Bene, invece, i servizi dell’area minori: le comunità famiglia, nel
Lodigiano sono 10,mentre Melegnano è ferma a zero.
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Sabrina Boggi
Ospedale, muore giovane dipendente
di C. V.
Una voglia di vivere e di guarire incredibile. Un esempio per tutti.
Sabrina Boggi, 35 anni compiuti lo scorso agosto, se n’è andata
martedì pomeriggio, intorno alle 17.30, dopo una lunga malattia
contro la quale non ha mai smesso di lottare. Boggi lavorava come
tecnica di laboratorio, sia al centro trasfusionale che al laboratorio
analisi dell’ospedale Maggiore. Se n’è andata lasciando i suoi genitori,
la famiglia,ma anche tantissimi amici. In ospedale era conosciuta da
tutti. Lavorava al Maggiore fin dai tempi dell’Università. Il primario
del trasfusionale Giuseppe Cambiè è stato sempre vicino alla sua
collaboratrice, dandole una mano ad affrontare la malattia. «Era una
donna con una grande e buona volontà, intelligente e gratificata dal
lavoro che svolgeva - annota Cambiè -. Era una donna con una
grande dignità. Era molto desiderosa di vivere, esprimeva una gioia
incredibile. Questa era la cosa che ci trasmetteva di più standole
vicini». Boggi aveva subito già diversi interventi, la malattia però
aveva galoppato in modo esponenziale. E lei non lo dava a vedere.
«Non si è mai lamentata una volta - racconta la sua grande amica S.
C. -. Era una delle persone più legate alla vita che io conoscessi. Era
proprio felice. Aveva una voglia di fare incredibile. Un elemento
questo che davvero ti dava la misura di cosa conti e cosa no, sotto
questo cielo. Credo che non ci sia una persona che possa avere
qualcosa di negativo da dire sul suo conto. Nonostante tutto il dolore
e la sofferenza, lei il 30 settembre, cioè 12 giorni fa, era al lavoro. Ed
era lei che dava conforto agli altri. È stata un esempio per tutti. “È
dura vedersi a 35 anni così - si era confidata qualche giorno fa -. Ho
solo voglia di guarire”». «Ha lottato fine alla fine - commentano le
colleghe del trasfusionale -. Le voleva molto bene. Era un persona
estremamente positiva che ha lasciato a tutti la sensazione di una
forza interiore incredibile. È morta lottando fine alla fine». L’ultimo
saluto alla 35enne sarà oggi, alle 14, nella chiesa di San Rocco, in
Borgo, a Lodi.
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Crescono le terapie complementari
Quando la cura passa dal colore, dalla musica e dallo psicologo
A Lodi la cura dei tumori passa anche attraverso le terapie
complementari. Questo grazie alle equipe ospedaliere e alle
associazioni di volontariato che collaborano con l’Azienda socio
sanitaria territoriale guidata dal direttore generale Giuseppe Rossi. In
campo, infatti, ci sono l’Associazione lodigiana amici di oncologia, il
Samaritano, l’Incontro e Pallium. «Riusciamo a garantire - spiega la
presidente dell’Alao Carla Bertani Allegri - 800 ore all’anno di
supporto psicologico, in day hospital, a Lodi. Ogni volta che le donne
lo chiedono procuriamo loro l’incontro psicologico. Nel 2015 abbiamo
seguito con la terapia del colore, in oncologia, 60 donne e altre 36,
nei gruppi allestiti nella sede di via Cavour. Dieci sono le persone che
hanno fatto yoga, 20 hanno seguito il gruppo di auto aiuto e 10
famigliari quello per l’elaborazione del lutto. Trenta persone hanno
partecipato alle giornate del make up e 50 hanno incontrato la
dietista Fulvia Mercantini per studiare un tipo di alimentazione
personalizzata. Abbiamo donato anche 60 parrucche perché siamo
centro accreditato per questo a livello regionale». A queste attività si
aggiungono l’arte terapia e la musicoterapia nel reparto e nell’hospice
di Casale. In quest’ultima struttura è attiva anche la terapia
occupazionale e a breve partirà la pet therapy. A coordinare le attività
psicologiche dell’Asst è lo psicologo Giulio Costa, esperto in
problematiche oncologiche. «Nel 2017 - spiegano Costa e il
responsabile della senologia Matteo Passamonti - la presenza dello
psicologo sarà ancora più capillare, a partire dall’inizio del percorso di
assistenza. Ora, nell’arco di 5 anni, seguiamo ben 700 donne. Più le
associazioni di volontariato sono radicate da anni nel territorio,
meglio si riesce a collaborare e a garantire l’assistenza».
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Al verri, il 15 ottobre, pazienti e famigliari chiamati a raccolta dall’aism
provinciale
Sono 500 i lodigiani colpiti da sclerosi multipla
di Cri. Ver.
Sclerosi multipla, 500 gli ammalati nel Lodigiano. E il numero, come
annota il primario del reparto di neurologia di Lodi Maurizio Riva «è in
aumento». Soprattutto tra i giovani. La sezione provinciale dell’Aism
(Associazione italiana sclerosi multipla), guidata dalla professoressa
Silvana Allegri,ha promosso un convegno per fare il punto sulle nuove
terapie. L’iniziativa si svolgerà, nell’aula magna del liceo classico
Pietro Verri, in via San Francesco, a Lodi, il 15 ottobre, a partire dalle
9. «Il convegno è rivolto a tutte le persone, ai pazienti e ai loro
famigliari, non è per gli specialisti - annota Allegri -. I neurologi si
sono mostrati molto disponibili a partecipare gratuitamente alla
mattinata. Ad aprire i lavori sarà la neurologa Silvia Fermi dell’equipe
di Riva. La dottoressa porterà la sua «significativa esperienza sul
campo». A partecipare poi sarà il direttore del dipartimento
neurologico del San Raffaele di Milano Giancarlo Comi. «Vogliamo
sentire da lui -spiega Allegri - quali sono le ultime novità della ricerca
scientifica. È difficile contattarlo normalmente perché è spesso in
America, quindi è bello che invece abbia deciso di venire a Lodi. A
trattare delle più recenti terapie orali, il teriflunomide e il
dimeitilfumarato sarà la neurologa dell’istituto Mondino di Pavia Giulia
Mallucci. Maria Teresa Ferrò, invece, responsabile del centro neuro
immunologico di Crema parlerà delle cure personalizzate». L’Aism,
aggiunge la presidente, «è una delle principali organizzazioni che
porta avanti il discorso della ricerca scientifica, aiutando i neurologi,
con una raccolta fondi. La sezione di Lodi ogni tanto chiede agli
studiosi a che punto sono con le ricerche. È importante per vedere se
ci sono stati dei progressi. L’associazione provinciale di Lodi, punto di
riferimento quindi per tutto il territorio, raccoglie 40 soci». Il sostegno
all’associazione èmolto importante e la speranza è che i malati non
abbiano timore di bussare alle porte dell’associazione per chiedere
aiuto.«Quest’anno –spiega Allegri – abbiamo diverse attività nella
nostra sede di via Vistarini 13. Intanto la psicologa Claudia
Castiglioni, una volta alla settimana, incontra le persone con la
sclerosi multipla per garantire loro il sostegno necessario.
Quest’anno, poi, inizia il progetto “Allena la mente”. La memoria,
infatti, nelle persone con sclerosi multipla, si affievolisce. È
importante quindi esercitarla e tenerla sempre viva. Quest’anno,
inoltre, proponiamo corsi di tai chi e shiatsu. L’obiettivo è arrecare
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benessere alle persone, grazie alla terapista Annelisa Addolorato. La
nostra difficoltà è riuscire a contattare le persone ammalate. Queste,
infatti, tendono a isolarsi,non vogliono parlare della loro patologia.
Non è facile avere un dialogo con loro. Si nascondono e anche i
famigliari stanno in silenzio. Speriamo che questo convegno, invece,
sia un motivo per avvicinare le persone, far sì che prendano contatti
con noi». Due volte all’anno l’Aism organizza la raccolta fondi per la
ricerca con varie iniziative. Le prossime saranno la vendita di stelle di
Natale a dicembre e di gardenie a marzo. Per informazioni telefonare
al 333/1653738; 335/5875790, oppure mandare una mail a
[email protected]. SILVANA ALLEGRI Aism di Lodi
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Allarme incendio in ospedale, evacuata una stanza
di D. C.
Simulato un allarme incendio, con tanto di evacuazione di una stanza,
al reparto di ginecologia dell’ospedale. I vigili del fuoco ieri hanno
dato una dimostrazione diretta di come avviene un intervento di
emergenza, nell’ambito di un corso di formazione rivolto a ingegneri e
architetti sul tema della prevenzione antincendio in particolare nei
locali pubblici con la presenza di persone con disabilità. Di mattina si
è
svolto
quindi
un
convegno al comando dei
vigili del fuoco in viale
Piacenza,
mentre
nel
pomeriggio il gruppo, di
circa 50 persone, si è
spostato in ospedale per
vedere nel concreto come
viene attuato il sistema di
prevenzione. A un certo
punto è suonato l’allarme.
Due letti (con altrettante
infermiere a far la parte dei
pazienti) sono stati portati fuori dal reparto e posizionati nella zona
“filtro”, pensata proprio per gestire queste emergenze. I vigili del
fuoco, con maschere e respiratori, sono entrati nel reparto, mentre il
personale della Croce rossa ha spostato i pazienti sulle barelle e li ha
portati giù dalle scale. «Si decide in tempo reale come gestire
l’emergenza - ha spiegato il responsabile della sicurezza dell’Ao
Sergio Beccarini -. Noi preferiamo una evacuazione “orizzontale”, cioè
lo spostamento dei pazienti in altri settori dello stesso piano, isolando
la parte interessata dall’incendio, ma se questo non è possibile si
ricorre alle scale». L’allarme, ha spiegato, arriva anche al centralino,
che avverte subito i vigili del fuoco e gli addetti interni all’antincendio.
Alla dimostrazione erano presenti il comandante dei vigili del fuoco
Massimo Stucchi, il progettista dell’antincendio dell’ospedale Angelo
Maggiori e il responsabile tecnico dell’Ao.
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Convegni ma anche shiatsu contro la sclerosi multipla
Di Laura De Benedetti
UN IMPORTANTE convegno informativo sulla sclerosi multipla, rivolto
a malati e famiglie, ma anche incontri psicologici, di ‘allenamento’
mentale, di tai chi e shiatsu per aiutare le persone colpite da questa
malattia degenerativa, circa 500 nel Lodigiano, a promuovere il
proprio benessere. Il programma di iniziative dell’Aism (Associazione
Italiana Sclerosi Multipla) provinciale di Lodi, presieduta da Silvana
Allegri, per le prossime settimane, è alquanto denso. Proprio oggi
prende il via il corso ‘Allena la mente’, rivolto agli associati,
attualmente una quarantina: «Lo promuoviamo – spiega Allegri –
perché questa malattia tende a far affievolire anche la memoria e
imparare delle tecniche può essere utile per contrastare il fenomeno».
L’appuntamento più importante, però, è previsto per sabato, alle 9,
nell’aula magna del Verri, sul tema ‘Le terapie per la Sclerosi multipla
tra presente e futuro’. «Siamo riusciti a far venire a Lodi Giancarlo
Comi, direttore del dipartimento neurologico dell’ospedale San
Raffaele, e spesso all’estero per lavoro, a cui sono dovute tra le
scoperte più interessanti sulla malattia – spiega Allegri –. Parlerà
proprio delle terapie tra presente e futuro, aggiornandoci sulle ultime
novità. Anche un’altra ricercatrice, Giulia Manciulli, del centro di
ricerca interdipartimentale per la sclerosi multipla all’istituto Mondino
di Pavia, spiegherà effetti positivi e negativi delle ultime terapie orali.
Per malati e famiglie sarà anche occasione per conoscere le
specialiste che operano presso l’Asst di Lodi, ovvero la neurologa
Silvia Fermi, e di Crema, cioè la responsabile del Centro
Neuroimmunologico, Maria Teresa Ferrò che interverrà in particolare
sulle ‘cure personalizzate’».
AL TERMINE è previsto un dibattito, seguito da aperitivo. Se la
psicoterapia di gruppo con la psicologa Claudia Castiglione è già
attiva da tempo all’Aism di Lodi, a breve ci sarà invece un incontro
con Annelisa Addolorato che illustrerà i benefici di tai chi e shiatsu,
per poi stabilire un calendario di incontri (per info Aism via Vistarini
13 a Lodi; [email protected]; telefono 3331653738, 3355875790).
Aism Lodi promuove anche iniziative di raccolta fondi: fiori a marzo,
mele a inizio ottobre, stelle natalizie per le feste: «Chi scopre di
essere malato tende a vergognarsi e a chiudersi in se stesso –
conclude Allegri –; l’invito è invece a venire a condividere le nostre
iniziative».
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