CONVEGNO IMMIGRAZIONE LAVORO INTEGRAZIONE

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CONVEGNO IMMIGRAZIONE LAVORO INTEGRAZIONE
CONVEGNO IMMIGRAZIONE LAVORO INTEGRAZIONE Milano, 16 aprile 2009 Evento organizzato dalla Fim‐Cisl nazionale E’ stata un’intensa e bella giornata di riflessione il convegno della Fim Cisl nazionale sul tema Immigrazione, lavoro, integrazione svoltosi a Milano il 16 aprile scorso. Una tappa di avvicinamento al Congresso nazionale che si terrà a Lèvico Terme dal 5 al 7 maggio prossimo e che ha come slogan Riconoscere le differenze, unire le persone, contrattare. Il convegno è stata l’occasione per lanciare il Progetto “Immigrazione” della Fim, che si colloca nell’ambito di una più ampia strategia di innovazione della rappresentanza per renderla più plurale e perciò aperta alle nuove soggettività sociali e professionali, tra le quali oggi irrompono gli immigrati, che al sindacato chiedono partecipazione attiva e, più in generale, alla politica, il diritto ad una cittadinanza piena. Un percorso irto di ostacoli, tra i rischi di un approccio tradizionale, assistenzialistico, del sindacato e i rischi di un approccio sbagliato della politica, che, con il governo Berlusconi, alla questione dell’integrazione ha risposto con il «pacchetto sicurezza»! L’immigrazione non è un tema popolare, spesso neanche tra i lavoratori; un dato negativo che tuttavia non sorprende quando i mass‐media e persino la politica producono sulla questione un «pensiero unico» carico di pregiudizi e stereotipi e quando scarseggiano i luoghi di confronto e di formazione. Per questo è necessario un grosso investimento etico e culturale da parte del sindacato, una cura più puntuale della «dimensione educativa» della sua azione, per dare radici più solide alla rappresentanza e contribuire allo sviluppo della cittadinanza e della democrazia. L’impegno della Fim va in questa direzione, come ha sottolineato, concludendo i lavori del convegno, il Segretario Generale Giuseppe Farina, rilanciando la prospettiva di un sindacato adulto, capace di assumere le nuove sfide sociali, che sappia perciò integrare l’azione contrattuale – che è il suo specifico – con l’azione educativa, ma che per essere all’altezza di questo compito ha, a sua volta, l’esigenza di «educarsi». Parole che riassumono il percorso metodologico del convegno che è stato scandito su due tempi. Il primo, guidato da Rosario Iaccarino della Fim nazionale, dedicato al rapporto tra immigrazione, lavoro, e sindacato attraverso: a)l’analisi del sociologo Maurizio Ambrosini; b) l’ascolto di esperienze di migranti e del loro percorso (ad ostacoli) di integrazione, sviluppatosi anche attraverso l’impegno sindacale: da Frank Patta, segretario generale della IG Metal di Volskburg, figlio di un italiano emigrato in Germania, a Zouzoua Touapiri e Okunuga Olumide Suraju, delegati della Fim rispettivamente a Torino e a Modena; c) il recupero della memoria, con la proiezione del film Memoria, Parole e immagini dell’emigrazione italiana in Belgio; un film di Giovanni Panozzo, prodotto dalla Fim, che presenta la testimonianza di padre Bruno Ducoli, tra i maggiori artefici del modello di integrazione degli immigrati in Belgio. Il primo tempo del convegno si è concluso con gli interventi di Ermanno Cova, responsabile Fim del Progetto “Immigrazione” e Isilda Armando, operatrice Fim, che hanno messo a fuoco la sfida culturale e organizzativa che attende la Fim, rimarcando la necessità, sulla base di una serie di esperienze‐pilota fin qui realizzate, che il progetto parta dal territorio e non dall’alto; che punti alla partecipazione attiva degli immigrati e favorisca il loro accesso a ruoli dirigenti; che sia accompagnato da percorsi culturali e formativi che attraversino l’insieme dell’organizzazione. Non è un impegno «per» ma «con» gli immigrati – hanno ribadito ‐ che trasformi i disagi ed i bisogni in opportunità di mobilitazione e valorizzazione collettiva tramite la costituzione di gruppi misti (partecipati cioè anche da italiani) che in qualche modo siano in sé palestra di integrazione e accrescano il capitale sociale dell’organizzazione. A partire da queste riflessioni, ha preso corpo il secondo tempo del convegno dedicato alle questioni macro concernenti il rapporto tra immigrazione, integrazione e cittadinanza, anche in chiave europea. Il dibattito, guidato dal direttore del Diario, Massimo Rebotti, è stato denso e vivace, grazie agli autorevoli contributi di Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia, Gad Lerner, opinionista di Repubblica e La7, Franco Pittau, coordinatore del Dossier emigrazione redatto da Caritas/Migrantes, e Mario Sepi, Presidente del Comitato economico e sociale europeo. Guardando alla prospettiva che una società come la nostra «condannata» ad essere multiculturale scelga e si prepari a diventare «interculturale», il confronto ha toccato diversi nodi importanti, tra i quali: il ritorno sotto forma culturale della xenofobia, la scarsa consapevolezza della strutturalità del fenomeno migratorio e delle problematiche e opportunità connesse, la miopia e il cinismo di un approccio politico orientato dalla ricerca del consenso elettorale; la scarsità di risorse a disposizione degli enti locali e dell’associazionismo per favorire l’accoglienza e l’integrazione; la necessità di un forte impegno culturale che faccia da diga alla xenofobia e favorisca l’incontro e lo scambio tra etiche e culture differenti, influenzando positivamente l’opinione pubblica; la questione del voto agli immigrati. Tema quest’ultimo che la Fim ha intenzione di rilanciare al prossimo congresso nazionale. [Roma, 17 aprile 2009 ‐ servizio curato dalla Fim nazionale]