Quando si parla di dare carico allo sci quasi tutti pensano di

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Quando si parla di dare carico allo sci quasi tutti pensano di
I CHECK POINT
I tecnica
I
a c u r a d i V a l e r i o M a l f a t t o e d e l l o S t a f f Te c n i c o J a m s e s s i o n L e s 2 A l p e s
Quando si parla
di dare carico allo
sci quasi tutti
pensano di dover
schiacciare
con la tibia sulla
linguetta… e se
non fosse proprio
così? Proviamo ad
uscire da questa
idea considerata un
obbligo, eviteremo
per lo meno lividi,
rossori, vesciche…
VALERIO MALFATTO
CO-FONDATORE DELLA
JAM SESSION E AUTORE
DEGLI ARTICOLI CHECK
POINT
PAOLO MALFATTO
CO-FONDATORE DI JAM
SESSION E DIRETTORE DELLA DELLA SCUOLA DI SCI
ORIANO RIGAMONTI
COLLABORATORE JAM
SESSION, ISTRUTTORE
NAZIONALE DEL DEMO
TEAM ITALIA
I
l Check Point del numero scorso cominciava con una domanda: ci chiedevamo se fosse una distensione quella che vedevamo nella foto di apertura che ritraeva Oriano Rigamonti durante la fase di cambio, in atteggiamento raccolto e non certo di
allungamento del corpo verso l’alto. L’intenzione era quella di
comunicare un concetto, un’esortazione: non pensiamo più alla
distensione come ad uno scatto verso l’alto, intenzionale, obbligatorio ed intenso, ma proviamo a considerarla semplicemente
come una fase di relax muscolare per passare in proiezione da
una curva all’altra, da un’angolazione all’altra; diamo importanza alla fluidità del cambio di angolazione più che alla quantità di
allungamento degli arti inferiori, cercando di tenere sotto controllo questo allungamento, in modo che il cambio da una curva
all’altra non sia un rimbalzo verso l’alto. In questo numero ancora una domanda: è piegamento quello che vediamo nella prima foto, per la chiusura di una curva verso sinistra? La risposta
è no! La gamba esterna cerca di mantenersi lunga e resistente ai
carichi, sulla base di un buon assetto di equilibrio che coinvolge
il lato destro del corpo, dal piede-spigolo al ginocchio, all’anca,
alla spalla. L’esecuzione da parte mia non è un gran che, sto sciacchiando in relax, a bassa velocità, senza troppa attenzione a voler dimostrare chissà quale perfezione del gesto tecnico. Ma questa foto, nella sua nonchalance (noncuranza, fiacchezza, svogliatezza) mi serve per far notare che lo sci può girare e chiudere una
curva anche senza quell’accanimento a schiacciare sulla linguetta che quasi tutti gli sciatori pensano sia necessario per «dare carico» allo sci esterno. L’idea di carico, continua infatti e purtroppo anche in sciatori di livello avanzato, ad essere legata a quella
dello «schiacciare» sul piede esterno alla curva per mezzo di un
piegamento della caviglia, che fa premere esageratamente la tibia sulla lingua dello scarpone e quindi… «carica». L’intenzione di questo articolo è semplice: far sì che l’idea di piegamento
inteso come «dover schiacciare sulla linguetta» per caricare lo
sci si trasformi nell’idea di creare un vincolo efficace a livello di
piede-spigolo e di resistere ai carichi con la gamba piuttosto «lunga», muscolarmente «presente e tosta» senza cedimenti a livello di caviglia-ginocchio-anca e con il piede ben appoggiato in
tutta la sua lunghezza sullo spigolo. Il corpo si avvicina al terreno inclinandosi gradualmente verso l’interno della curva già dall’inizio della stessa e non comprimendosi verticalmente. Per ottenere buoni risultati è d’obbligo sviluppare l’equilibrio in angolazione per mezzo di un migliore contatto piede-spigolo-neve,
che sappia chiedere stabilità laterale alla caviglia garantendo l’in-
È piegamento?
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In assoluto relax possiamo concentrarci sulla solidità di tutto l’arto inferiore esterno alla curva anziché accanirci nella ricerca di un piegamento sulla
linguetta dello scarpone; capiremo ben presto che i carichi si trasmettono allo sci non schiacciando sul piede dall’alto al basso, bensì concentrandoci
sull’inclinazione laterale del blocco piede-caviglia-spigolo e sulla crescente necessaria contrazione muscolare, quasi senza quasi chiudere gli angoli
di caviglia e ginocchio.
La vista laterale in fase di chiusura curva evidenzia la non eccessiva chiusura degli angoli di caviglia e ginocchio. Molto meglio di un ostinato forte
appoggio sulla linguetta dello scarpone, questo atteggiamento permette di modulare i carichi in modo ottimale mediando l’inclinazione laterale con
l’azione resistente/ammortizzante lungo l’asse dell’arto inferiore esterno alla curva. L’apparente immobilismo nasconde una fine e continua regolazione
della tensione muscolare.
I CHECK POINT
I tecnica
I
Un eccessivo schiacciamento sulla linguetta dello scarpone limita
il controllo dello spigolo, ritarda la fase di tenuta, provoca una
distensione troppo verticale. L’attenzione deve essere 90% piedespigolo, 10% appoggio sulla linguetta non 90% linguetta e 10% piede
Classico errore di busto-spalle-bacino in chiusura curva, la massa
superiore ruota e non collabora a stabilizzare l’equilibrio sul piede
esterno, l’arto inferiore destro è forte ma troppo rigido e teso,
impossibile modulare i carichi, è uno sci di pura sopravvivenza
cidenza della lamina e sollecitare la muscolatura dell’arto inferiore esterno ad esprimere in curva una forza crescente. Il lato
del corpo esterno alla curva diventa così un tutto solidale, che
crea e allo stesso tempo sopporta i carichi.
Schiacciare sulla linguetta sarebbe come premere ulteriormente su un ammortizzatore già soggetto a forze ingenti, un controsenso… Qualcuno taglia corto e conclude che «quindi è cambiato tutto, distensione e piegamento non esistono più, tutto ciò
che si è imparato non serve a niente». Non sarei così drastico e
insisto nel sostenere che nonostante l’apparenza, nella sostanza
non è cambiato nulla. Lo svolgersi dell’azione dello sciatore è rimasto quello di sempre. Teniamo quindi buono il concetto che
per il cambio-inizio curva serve una fase di relax muscolare (rappresentata in passato dalla marcata distensione) e che in curva
serve una crescente azione muscolare per gestire i carichi (rappresentata in passato dal piegamento). Ancora oggi e sicuramente anche domani, relax nel cambio e crescente azione muscolare nello sviluppo della curva sono e rimarranno elementi fondamentali della ritmicità necessaria allo sciatore. Non è quindi cambiato nulla nei tempi-base del gesto, nell’alternanza di relax e di
sforzo crescente. Non è cambiato nulla nel succedersi di angolazioni da una parte e dall’altra, nulla nell’alternanza di equilibrio sul lato destro e sul lato sinistro del corpo. Sfruttare bene gli
sci di oggi non è quindi questione di stravolgere i fondamentali
dell’azione, ma di attuare adattamenti motori che se per certi versi possono non essere semplici da automatizzare, restano pur
sempre degli adattamenti. C’è «solo» molto meno bisogno di
marcati movimenti alto-basso; c’è «solo» molto più bisogno di
acquisire dimestichezza con quelle inclinazioni laterali del corpo che gli sci carving permettono di accentuare fino all’estremo.
È intorno alla ricerca di questo estremo che devono svilupparsi
le abilità dello sciatore per mezzo di esercizi finalizzati a miglio-
rare la finezza del nostro equilibrio in angolazione e la capacità di gestire muscolarmente spigoli e carichi. Questione di dedicarsi molto alla scioltezza ed all’ampiezza dei movimenti laterali, ad educare il piede alla ricerca dello spigolo, alla lettura del
terreno, alla percezione e al dosaggio dei carichi; è importante
dare importanza alla collaborazione tra piede e spalla esterni alla curva per l’ottimizzazione dell’equilibrio, capire-programmare-sentire come e quanto i muscoli devono lavorare o mantenersi rilassati; capire e fare propri i buoni tempismi esecutivi. E, sopra ogni cosa, imparare ad osservare una sciata mettendo in relazione tra loro gli aspetti fondamentali, sapendoli riconoscere
tralasciando i particolari ininfluenti. Orientando la nostra mente
in questa direzione riusciremo a staccarci dal concetto di distensione e piegamento come movimenti «obbligatori», marcati e
prevalenti. Una loro presenza più discreta, non invadente e non
prevalente, permetterà di cercare con maggiore libertà ed efficacia i nuovi automatismi, trasformando gli impulsi verticali in fluidi movimenti laterali.
Ci sarà una serie infinita di interessanti scoperte tecniche e
di nuove esaltanti sensazioni. Probabilmente ci renderemo conto che quello che sapevamo era solo una parte del tutto, forse non
avevamo capito bene fino in fondo ma, in ogni caso, non era poi
tutto da buttare.
Ci renderemo conto che l’apprendimento è un percorso a tappe, divertente e senza fine. E, mano a mano che impareremo, capiremo dalle immagini dei campioni di un tempo che loro già
sciavano moderno (gli mancavano solo i carving sotto ai piedi)
senza che noi ce ne rendessimo conto. E che ora più che mai la
nostra sciata può avvicinarsi nella vera sostanza tecnica a quella
dei campioni di ieri e di oggi. Basterà un po’di impegno per scoprire un nuovo mondo di divertimento, fare progressi enormi e
godersi mille speciali soddisfazioni!
III
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SOPRATTUTTO AD ALTA VELOCITÀ IL COLLEGAMENTO TRA LA PRIMA E SECONDA PARTE
DELLA CURVA È UNA FASE DELICATA IN CUI SI VEDONO SPESSO CEDIMENTI IMPROVVISI
E DISCONTINUITÀ NEL MOVIMENTO E NEI CARICHI; PER ESSERE CONTINUI ED EFFICACI
BISOGNA TRASFORMARE L’IDEA «SCHIACCIO-PER-CARICARE» IN «RESISTO-AI-CARICHI-E-LIGESTISCO-A-GAMBA-LUNGA-E-SPIGOLO-FORTE» AVVICINANDOSI AL TERRENO PER EFFETTO
DELLA FORTE INCLINAZIONE E NON DELLO SCHIACCIAMENTO VERSO IL BASSO
Jam Session
rganizzazione al 100% italiana, Jam Session svolge la sua attività a Les 2 Alpes (Francia), in estate come in inverno. Scelta da Sciare Magazine per parlarvi di tecnica, è il punto di riferimento per i moltissimi sciatori italiani che frequentano la nota località francese. Specialità della casa sono i corsi di sci in formula «Full Immersion», programmi intensivi e molto ben strutturati dedicati agli sciatori decisi a migliorare in modo significativo la propria tecnica. Il gruppo tecnico Jam Session di maestri italiani, allenatori federali, istruttori nazionali, sviluppa ogni anno i propri programmi introducendo le ultime novità tecniche e innovando costantemente la didattica. Jam
Session propone agli appassionati anche la sistemazione alberghiera alle 2 Alpes in hotel a gestione diretta, con cucina italiana e personale italiano. I Corsi Full Immersion Jam - INVERNO: (Les 2 Alpes) Ponte 8 dicembre; periodo 6 gennaio - 7 febbraio; periodo 21 marzo 4 aprile; periodo 18-25 aprile; (Ovindoli) 2 corsi Full Immersion il 23-24-25 ed il 26-27-28 febbraio; (Piancavallo) 2 corsi Full Immersion
il 16-17-18 marzo ed il 19-20-21 marzo. ESTATE: (Les 2 Alpes) dal 13 giugno al 29 agosto; (Stelvio) dal 7 al 18 ottobre; (Stubai) dal 28 ottobre al 1° novembre
Informazioni settimane bianche estive/invernali e corsi full immersion [email protected] - [email protected] I T 019 555.130 o
0033 4 76 79 05 01 I www.jamsession.it. Potete richiedere l’invio gratuito in formato pdf dei precedenti articoli Check Point all’indirizzo
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