Working paper - ALTEMS - Università Cattolica del Sacro Cuore
Transcript
Working paper - ALTEMS - Università Cattolica del Sacro Cuore
IL VALUE FOR MONEY DEI PROGRAMMI DI PREVENZIONE RUGGERI M1, CORETTI S1, CICCHETTI A2 1 Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma. 2 Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma. EXECUTIVE SUMMARY Introduzione. L’assetto istituzionale dei sistemi sanitari moderni rispecchia in maniera più o meno diretta l’accezione di salute sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, nella Carta di Ottawa del 1986, definisce la promozione della stessa come “il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla”. In questo scenario, dunque, la prevenzione delle patologie rappresenta lo strumento più valido per migliorare il controllo che gli individui hanno sulla propria salute. Obiettivi. Il presente lavoro si propone di fornire evidenze sulla costoefficacia dei programmi di prevenzione finanziati in Italia, focalizzandosi sui programmi di vaccinazione e di screening, utilizzando tali evidenze per creare uno strumento predittivo per la valutazione dell’efficienza allocativa della spesa in prevenzione in Italia. Metodi. È stata condotta una revisione della letteratura al fine di sintetizzare le evidenze relative alla costo-efficacia degli interventi per la profilassi delle patologie. Il motore di ricerca utilizzato è PuMed. Successivamente è stata stimata una curva di Accettabilità del Rapporto Costo Efficacia ( CEAC) popolata con i rapporti costo efficacia incrementali (ICER) di tutti i lavori inclusi. L’analisi è stata condotta sia a livello generale che per sottogruppo, popolando delle CEAC specifiche per programmi di prevenzione relativi a specifiche aree patologiche. Nell’analisi sono state considerate tre soglie di accettabilità: (a) € 35.000/QALY, implicitamente considerata dal National Insititute for Clinical Excellence (NICE) per stabilire il value for money dei nuovi programmi sanitari; (b) l’ICER medio, corrispondente; (c) l’ICER medio dei trattamenti afferenti alla stessa area. Risultati. La probabilità per un programma di prevenzione di avere un rapporto costo-efficacia inferiore alla al valore soglia è risultata pari al 90%. L’ICER medio dei programmi di prevenzione è emerso essere pari a € 17.000/QALY contro l’ICER medio dei trattamenti per le aree cliniche considerate, pari a € 23.000/QALY. Considerando quest’ultima soglia come threshold di disponibilità a pagare per un QALY ottenibile tramite un intervento di prevenzione, quest’ultimo rappresenterebbe un buon investimento in salute con una probabilità del 70%. Nel 15% dei casi, inoltre, un programma di prevenzione risulterebbe dominante. INTRODUZIONE L’assetto istituzionale dei sistemi sanitari moderni rispecchia in maniera più o meno diretta l’accezione di salute sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che, enfatizzando il carattere multidimensionale (e non solo fisico) della salute, nella Carta di Ottawa del 1986, definisce la promozione della stessa come “il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla”. Ed è proprio in virtù di tale multidimensionalità che la promozione della salute così come intesa dall’OMS, passa attraverso numerose azioni congiunte che includono la costruzione di politiche pubbliche per la salute che vadano oltre la mera assistenza sanitaria, la creazione di ambienti di vita favorevoli e l’assiduo monitoraggio dell’impatto sulla salute dei mutamenti ambientali, il rafforzamento dell’azione della comunità, lo sviluppo delle attività personali, il riorientamento dei servizi sanitari verso un approccio proattivo alla tutela della salute. [1] In questo scenario, dunque, la prevenzione delle patologie, intesa in senso ampio, rappresenta lo strumento più valido per migliorare il controllo che gli individui hanno sulla propria salute. Ciò nonostante, i Paesi OCSE, anche i più virtuosi, destinano in media il 6% della spesa sanitaria alle attività di prevenzione e mostrano una allocazione delle risorse fortemente sbilanciata in favore dell’assistenza ospedaliera e ambulatoriale. [2] Secondo il rapporto Ocse-Ue, Health at a Glance: Europe 2012, l’Italia si trova all’ultimo posto tra i partner comunitari per la spesa destinata alla salute collettiva e alle campagne di prevenzione. destinando solo lo 0,5% della spesa sanitaria totale a tali finalità, mentre la media UE si attesta attorno al 2,9 per cento. [2] Questi dati, se pur preoccupanti, sono molto diversi da quelli forniti da Age.Na.S, secondo cui le attività di prevenzione rivolte alla persona, quali vaccinazioni e screening, la tutela della collettività e dei singoli dai rischi sanitari negli ambienti di vita e dai rischi infortunistici e sanitari connessi con gli ambienti di lavoro, la sanità pubblica veterinaria e la tutela igienicosanitaria degli alimenti assorbono 4,2% della spesa sanitaria, a fronte della quota del 5% stabilita dal Patto per la Salute 2010-2012. [3] Le discrepanze tra le comparazioni internazionali riportate dalle diverse fonti sono da attribuirsi soprattutto all’eterogeneità dei sistemi contabili e, in particolare, alle diverse voci che i bilanci nazionali dei singoli paesi includono nel capitolo “Prevenzione”. A tal proposito, risulta paradigmatico l’esempio dei vaccini per l’immunizzazione di routine. I dati raccolti dall’OMS nel 2013 rivelano che solo 10 su 36 paesi censiti, hanno all’interno del loro bilancio nazionale una voce dedicata all’acquisto di vaccini per l’immunizzazione di routine e una espressamente dedicata agli altri materiali impiegati nell’ambito di tali programmi. Difatti, sebbene la maggior parte dei paesi censiti sia stata in grado di comunicare quale sia la quota di copertura pubblica di queste voci di spesa, pochissimi hanno potuto fornire indicazioni sull’ammontare di queste voci di spesa nell’anno 2013. [4] RAZIONALE E OBIETTIVI DELLO STUDIO Le evidenze riportare sinora dovrebbero far riflettere, anche a livello nazionale, sulla necessità di istituire un sistema di valutazione degli interventi sanitari che possa tener conto delle risorse effettivamente assorbite dai diversi comparti della spesa sanitaria anche al fine di monitorare nel lungo periodo gli esiti degli interventi in prevenzione che tipicamente richiedono un investimento immediato promettendo benefici futuri in termini di salute prodotta. Prendere atto di questa caratteristica peculiare degli investimenti in prevenzione significa adottare un orizzonte di lungo periodo. In quest’ottica il mancato raggiungimento della soglia del 5% della spesa sanitaria, sarebbe da intendersi come una forma di razionamento, ma non di razionalizzazione delle risorse destinate alla salute. La valutazione economica dei programmi sanitari, nell’ambito del più ampio processo di Health Technology Assessment, si è affermata negli ultimi anni come uno dei più preziosi strumenti di supporto al decision making, fornendo indicazioni sul valore dei programmi sanitari da inserire nell’agenda del terzo pagante e contribuendo a migliorare l’efficienza del sistema nel suo insieme. Obiettivo del presente lavoro è fornire evidenze sulla costoefficacia dei programmi di prevenzione finanziati in Italia, con un focus sui programmi di vaccinazione e di screening, utilizzando tali evidenze per creare uno strumento predittivo per la valutazione dell’efficienza allocativa della spesa in prevenzione in Italia. METODI Strategia di ricerca Una revisione della letteratura è stata condotta al fine di sintetizzare le evidenze relative alla costo-efficacia degli interventi per la profilassi delle patologie. A tal fine è stato utilizzato il motore di ricerca PuMed mediante le seguenti parole chiave: ("Ita*") AND ("Markov model" OR "economic model" OR "economic evaluation" OR "cost studies" OR "cost effectiveness" OR "utility cost" OR "cost benefit "OR" costs "OR" pharmacoeconomic "OR" decision model "OR" QALY). Alla stringa di ricerca sono stati applicati due filtri: la lingua (inglese ed italiano) e la data di pubblicazione (1995-2013). Selezione ed analisi degli studi Criteri di inclusione: 1. Valutazioni economiche basate su trial e modelli decisionali; 2. Studi condotti in Italia; 3. Valutazioni economiche piene (confronto tra costi ed efficacia di due o più tecnologie o programmi) 4. Che conducono analisi incrementali (ICER) Studi di costo-utilità dei programmi di prevenzione (vaccinazioni e/o screening) selezionati, tra gli studi eleggibili secondo i criteri 1-4. In seguito, a partire dai risultati in termini di ICER espressi nei lavori inclusi nella revisione, è stata stimata una funzione di costo-efficacia dei programmi di prevenzione. Tale funzione è stata presentata tramite una Cost-Effectiveness Acceptability Curve (CEAC), strumento che, assumendo una distribuzione probabilistica a priori [5,6], a partire dalla media e dalla deviazione standard dei valori di costo efficacia reperiti, mediante un processo iterativo condotto con una simulazione Monte Carlo, restituisce la probabilità per l’ICER di un ipotetico programma di prevenzione, di essere al di sotto di una soglia prestabilita. In questa analisi sono state considerate tre soglie: (a) € 35.000/QALY che è quella implicitamente considerata dal National Insititute for Clinical Excellence (NICE) per stabilire il value for money dei nuovi programmi sanitari; (b) l’ICER medio, corrispondente al 50 esimo percentile della distribuzione; (c) l’ICER medio dei trattamenti afferenti alla stessa area. Per stimare l’ICER di cui al punto (c si è fatto riferimento ad un precedente lavoro di revisione che includeva tutte le valutazioni economiche basate su trials e modelli condotte in Italia fra il 1990 ed il 2014), indexate su Pubmed. [7] Inoltre, la stringa di ricerca è stata rilanciata per poter rintracciare gli studi condotti tra il 2014 e il primo quadrimestre del 2015. L’analisi è stata condotta sia a livello pooled, stimando cioè una CEAC popolata con i rapporti costo efficacia di tutti i lavori inclusi, che per sottogruppo, popolando delle CEAC specifiche per programmi di prevenzione afferenti a specifiche aree patologiche, in particolare: - epatiti; - malattie cardiovascolari e metaboliche; - tumori; - malattie infettive e respiratorie. Infine, sono state differenziate le CEAC relative a programmi di vaccinazione e a quelli di screening. In tutte le analisi condotte la distribuzione a priori ipotizzata è stata una Inversa-Normale. [6] RISULTATI Il processo di selezioni degli studi, che ha previsto un primo screening dei record sulla base del titolo e dell’abstract e una successiva selezione sulla base dei full text, ha portato all’identificazione di 16 lavori utili. La Tabella 1. alla fine di questo documento riassume le caratteristiche principali degli studi selezionati, alcuni studi sono stati riportati più volte perché riportavano più di una comparazione. Figura 1. Funzione di costo-efficacia per i programmi di prevenzione (pooled). La Figura 1. presenta la CEAC popolata con tutti i risultati dei lavori inclusi nella revisione. Considerando il threshold ricavabile dalle pregresse decisioni del NICE, la curva di accettabilità mostra che, tenendo conto dei programmi con cui è stata popolata, la probabilità per un programma di prevenzione di avere un rapporto costo-efficacia inferiore alla al soglia è del 90%. L’ICER medio dei programmi di prevenzione risulta essere di € 17.000/QALY contro l’ICER medio dei trattamenti per le aree cliniche considerate che è di € 23.000/QALY. Considerando quest’ultima soglia come threshold di disponibilità a pagare per un intervento di prevenzione, quest’ultimo rappresenterebbe un buon investimento in salute con una probabilità del 70%. Nel 15% dei casi, inoltre, un programma di prevenzione risulterebbe dominante, comportando, oltre che un guadagno di salute, anche un risparmio di risorse. Figura 2. Funzione di costo-efficacia per i programmi di prevenzione – area epatiti. La Figura 2. Presenta il sottogruppo di programmi di prevenzione relativi alle epatiti. In questo caso, considerando la soglia di accettabilità di € 35.000/QALY, la CEAC stimata restituisce una probabilità di essere costo efficace per un programma di prevenzione nell’area delle epatiti, pari al 100%. Del resto, l’ICER medio dei programmi di prevenzione in tale area è di € 12.000/QALY. Anche se come soglia di accettabilità fosse considerato l’ICER medio dei trattamenti nella stessa area (€ 30.000/QALY) i programmi di prevenzione per le epatiti sarebbero un buon investimento in salute nel 100% dei casi. Figura 3. Funzione di costo-efficacia per i programmi di prevenzione – area malattie metaboliche e cardiovascolari. Nel caso delle malattie cardiovascolari e metaboliche (Figura 3.), la probabilità per un programma di prevenzione di collocarsi al di sotto della soglia di costo-efficacia di € 35.000/QALY è del 68%. Il rapporto costo-efficacia medio per i programmi di prevenzione è di € 17.000/QALY mentre per i trattamenti di € 45.000/QALY. Se considerassimo quest’ultima soglia di accettabilità, i programmi di prevenzione rappresenterebbero un buon investimento in salute nell’80% dei casi. Per quanto riguarda l’area oncologica (Figura 4.) invece, i programmi di prevenzione risultano avere una probabilità di avere un ICER inferiore a € 35.000/QALY del 100%, con un ICER medio di € 14.000/QALY contro il threshold medio dei trattamenti della stessa area pari a €40.000/QALY. Figura 4. Funzione di costo efficacia per i programmi di prevenzione – area oncologica. Figura 5. Funzione di costo-efficacia per i programmi di prevenzione – area malattie infettive e respiratorie. Anche nel caso dell’area infettivologica/respiratoria (Figura 5.), i programmi di prevenzione sono costo-efficaci con una probabilità del 100%. In questo caso, l’ICER medio è di € 16.000/QALY contro l’ICER medio riguardante i trattamenti pari a €20.000/QALY. Considerando quest’ultimo valore come soglia, i programmi di prevenzione in quest’area sarebbero costo efficaci nel 67% dei casi. Figura 6. Funzione di costo-efficacia per i programmi di prevenzione – screening. La Figura 6. rappresenta la funzione di costo-efficacia stimata per i programmi di screening. In questo caso la funzione restituisce valori dell’ICER inferiori al threshold di € 35.000/QALY nell’80% dei casi. L’ICER medio è di €12.000/QALY contro l’ICER medio dei trattamenti afferenti alle stesse aree di €28.000/QALY. Assumendo quest’ultimo valore come threshold, la funzione di costo-efficacia restituisce valori inferiori nel 70% dei casi. E’ da notare come nel 22% dei casi la funzione costo-efficacia restituisca valori dominanti (con costi inferiori e guadagni di salute superiori rispetto ai comparatori). Infine, la Figura 7. presenta i risultati della funzione di costo-efficacia per i vaccini. In questo caso il 100% delle iterazioni genera un ICER inferiore alla soglia di €35.000/QALY, a fronte di un ICER medio di €12.000/QALY. L’ICER medio dei trattamenti delle stesse aree è invece di € 25.000/QALY. Se fosse utilizzato quest’ultimo valore come threshold, l’80% delle simulazioni restituirebbe ICER inferiori. Figura 7. Funzione di costo efficacia per i programmi di prevenzione – vaccini DISCUSSIONE E CONCLUSIONI Obiettivo del presente lavoro era fornire evidenze sulla costoefficacia dei programmi di prevenzione finanziati in Italia, con un focus sui programmi di vaccinazione e di screening, utilizzando tali evidenze per creare uno strumento predittivo per la valutazione dell’efficienza allocativa della spesa in prevenzione in Italia. L’analisi è stata condotta a partire dalle evidenze di costo-efficacia degli interventi di prevenzione raccolte nell’ambito di un precedente lavoro. [7] Attribuendo agli ICER dei diversi interventi una distribuzione di probabilità sono state ipotizzate delle curve di accettabilità del rapporto costo-efficacia incrementale, indicative della probabilità che un intervento di prevenzione sia ritenuto costo-efficace per ogni possibile valore della soglia di accettabilità. La probabilità per un programma di prevenzione di avere un rapporto costo-efficacia inferiore alla al valore soglia è risultata pari al 90%. L’ICER medio dei programmi di prevenzione risulta essere di € 17.000/QALY contro l’ICER medio dei trattamenti per le aree cliniche considerate che è di € 23.000/QALY. Considerando quest’ultima soglia come threshold di disponibilità a pagare per un QALY ottenibile tramite un intervento di prevenzione, quest’ultimo rappresenterebbe un buon investimento in salute con una probabilità del 70%. Nel 15% dei casi, inoltre, un programma di prevenzione risulterebbe dominante. L’ICER medio degli interventi di prevenzione è sempre inferiore alla soglia degli €45.000/QALY guadagnato. Nell’area delle malattie cardiovascolari e metaboliche, così come nell’area delle epatiti virali, il 100% delle realizzazioni da origine ad un ICER inferiore a € 35.000/QALY. Quest’ultimo risultato dovrebbe comunque essere riconsiderato alla luce degli ultimi sviluppi nell’ambito del trattamento dell’epatite C. [24] A prescindere dall’area clinica considerata, l’ICER medio sia dei vaccini che degli screening si attesta a €12.000/QALY guadagnato, ma tale risultato appare più robusto per i vaccini che presentano un ICER minore di €35.000/QALY nella totalità degli scenari. Questi risultati dimostrano che gli investimenti in prevenzione spesso rappresentano un buon value for money e che esistono ampi margini di miglioramento dell’efficienza complessiva del sistema. In tale ottica, il raggiungimento del tetto del 5% del fondo, se non addirittura un suo innalzamento, dovrebbe essere considerato come una priorità dai policy makers. Al di là dei risultati ottenuti in quest’analisi, la revisione degli studi ha offerto due importanti spunti di riflessione dei quali sarà opportuno tener conto nelle future attività di ricerca. In primo luogo, sembra che gli interventi di prevenzione siano sottoposti a valutazione economica in maniera molto più sporadica rispetto agli interventi per la cura delle patologie; difatti, solo una piccola quota degli studi selezionati nella precedente review [7] si soffermano su strategie di prevenzione primaria o screening. In secondo luogo, negli studi sui programmi di prevenzione (e soprattutto dei programmi di screening) la valutazione economica viene condotta quando il programma è già stato implementato al fine di apprezzarne gli esiti sulla base di dati di real practice, mentre nel caso dei trattamenti (e in particolar modo nel caso dei farmaci) la valutazione economica si basa spesso su dati raccolti nell’ambito di studi registrativi prima dell’effettiva immissione nella pratica clinica; tali valutazioni hanno generalmente l’obiettivo di fornire una previsione dell’impatto dell’introduzione della nuova tecnologia sull’efficienza del sistema e di orientare le decisioni di adozione. Dunque, nell’interpretazione di questi risultati si dovrebbe tener conto del fatto che spesso sono state paragonate evidenze di cost-effectiveness con evidenze di cost-efficacy e che quindi le stime prodotte, sebbene siano senz’altro basate su alcune semplificazioni, sono certamente conservative. REFERENCES [1] Organizzazione Mondiale della Sanità. La carta di Ottawa per la Promozione della salute. Ottawa (Ontario, Canada) 17-21 novembre 1986). [2] Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD). Health at a Glance: Europe 2014. [Online source; available for download on : ec.europa.eu/health/reports/docs/health_glance_2014_en.pdf. Last access: May 2015]. [3 Meridiano Sanità. Le coordinate della salute. Rapporto 2013. The European House–Ambrosetti. [Online source; available for download on : http://www.ambrosetti.eu/it/notizie/2013/meridiano-sanita-2013. Last access: May 2015]. [4] WHO, National Programmes and systems, databases and indicators. [Online source; available for consultation on : http://www.who.int/immunization/programmes_systems/financing/data_indic ators/en/. Last access: May 2015] [5] Drummond MF. (2005). Methods for the economic evaluation of health care programmes. Oxford university press. [6] Briggs A, Sculpher M, Claxton K. (2006). Decision modelling for health economic evaluation. Oxford university press. [7] Ruggeri M, Manca A, Coretti S, Codella P, Iacopino V, Romano F, Orlando V, Mascia D, Cicchetti A. Investigating the generalizability of Economic Evaluations conducted in Italy. Investigating the generalizability of Economic Evaluations conducted in Italy. Value in Health. Forthcoming. [8] Tramarin A, Gennaro N, Compostella FA, Gallo C, Wendelaar Bonga LJ, Postma MJ. HCV screening to enable early treatment of hepatitis C: a mathematical model to analyse costs and outcomes in two populations. Curr Pharm Des.2008;14(17):1655-60. [9] Ruggeri M, Coretti S, Gasbarrini A, Cicchetti A. Economic assessment of an anti-HCV screening program in Italy. Value Health. 2013 Sep-Oct;16(6):965-72. [10] Ruggeri M, Cicchetti A, Gasbarrini A. The cost-effectiveness of alternative strategies against HBV in Italy. Health Policy. 2011 Sep;102(1):72-80. [11] Bona M, Santini F, Rivolta G, Grossi E, Grilli R. Cost effectiveness of screening for 779 subclinical hypothyroidism in the elderly. A decisionanalyticalmodel. Pharmacoeconomics. 1998 780 Aug;14(2):209-16. [12] Marchetti M, Pistorio A, Barosi G. Extended anticoagulation for prevention of recurrent 788 venous thromboembolism in carriers of factor V Leiden--cost-effectiveness analysis. Thromb 789 Haemost. 2000 Nov;84(5):752-7. [13] Marchetti M, Quaglini S, Barosi G. Cost-effectiveness of screening and extended 791 anticoagulation for carriers of both factor V Leiden and prothrombin G20210A. QJM. 2001 792 Jul;94(7):365-72. [14] Compagni A, Melegaro A, Tarricone R. Genetic screening for the predisposition to venous 939 thromboembolism: a cost-utility analysis of clinical practice in the Italian health care system. Value 940 Health. 2013 Sep-Oct;16(6):909-21. [15] Accetta G, Biggeri A, Carreras G, Lippi G, Carozzi FM, Confortini M, Zappa M, Paci E. Is 866 human papillomavirus screening preferable to current policies in vaccinated and unvaccinated 867 women? A costeffectiveness analysis. J Med Screen. 2010;17(4):181-9. [16] Mennini FS, Giorgi Rossi P, Palazzo F, Largeron N. Health and economic impact associated 860 with a quadrivalent HPV vaccine in Italy. Gynecol Oncol. 2009 Feb;112(2):370-6. [17] Favato G, Baio G, Capone A, Marcellusi A, Costa S, Garganese G, Picardo M, Drummond M, Jonsson B, Scambia G, Zweifel P, Mennini FS. Novel health economic evaluation of a vaccination strategy to prevent HPVrelated diseases: the BEST study. Med Care. 2012 Dec;50(12):1076-85. [18] Vitale F, Barbieri M, Dirodi B, Vitali Rosati G, Franco E. [A full economic evaluation of extensive vaccination against rotavirus with RIX4414 vaccine at National and Regional level in Italy]. Ann Ig. 2013 JanFeb;25(1):43-56. [19] Ruggeri M, Oradei M, Frati F, Puccinelli P, Romao C, Dell'Albani I, Incorvaia C, Cicchetti A. 957 Economic evaluation of 5-grass pollen tablets versus placebo in the treatment of allergic rhinitis in 958 adults. Clin Drug Investig. 2013 May;33(5):343-9 [20] Marchetti M, Kühnel UM, Colombo GL, Esposito S, Principi N. Cost-effectiveness of 817 adjuvanted influenza vaccination of healthy children 6 to 60 months of age. Hum Vaccin. 2007 Jan-818 Feb;3(1):14-22 [21] Boccalini S, Bechini A, Levi M, Tiscione E, Gasparini R, Bonanni P. Cost-effectiveness of new adult pneumococcal vaccination strategies in Italy. HumVaccin Immunother. 2013 Mar;9(3):699-706. [22] Panatto D, Amicizia D, Ansaldi F, Marocco A, Marchetti F, Bamfi F, Giacchino R, Tacchella A, Del Buono S, Gasparini R. Burden of rotavirus disease and cost-effectiveness of universal vaccination in the Province of Genoa (Northern Italy). Vaccine. 2009 May 26;27(25-26):3450-3 [23] Tirani M, Meregaglia M, Melegaro A. Health and economic outcomes of introducing the new MenB vaccine (Bexsero) into the Italian routine infant immunisation programme. PLoS One. 2015 Apr 13;10(4):e0123383. [24] Coretti S, Romano F, Orlando V, Codella P, Prete S, Di Brino E, Ruggeri M. Economic evaluation of screening programs for hepatitis C virus infection: evidence from literature. Risk Manag Healthc Policy. 2015 Apr 21;8:45-54. APPENDICE Tabella A1. Lista degli ICER riportati nei lavori inclusi nella revisione MALATTIE CARDIOVASCOLARI E METABOLICHE EPATITI VIRALI PATOLOGIA AUTORE E ANNO Tramarin A, 2008 [8] Ruggeri M, 2013 [9] Tramarin A, 2008 [8] Ruggeri M, 2011 [10] Bona M, 1998 [11] Bona M, 1998 [11] Marchetti M, 2000 [12] Marchetti M, 2001 [13] Compagni A, 2013 [14] Accetta G, 2010 [15] TUMORI Mennini FS, 2009 [16] Favato G, 2012 [17] Favato G, 2012 [17] Favato G, 2012 [17] Favato G, 2012 [17] Accetta G, 2010 [15] Vitale F, 2013 [18] MALATTIE INFETTIVE E RESPIRATORIE Ruggeri M, 2013 [19] Marchetti M, 2007 [20] Marchetti M, 2007 [20] Boccalini S, 2013 [21] Boccalini S, 2013 [21] Boccalini S, 2013 [21] Boccalini S, 2013 [21] Boccalini S, 2013 [21] Boccalini S, 2013 [21] Panatto D, 2009 [22] Tirani M, 2015 [23] INTERVENTO VS COMPARATORE Screening HCV vs No screening tossicodipendenti gen 1-4 Screening anti-HCV per la popolazione a rischio vs No screening Screening HCV vs No screening tossicodipendenti gen 2-3 ICER Dominante € 5.171 € 9.659 Screening anti-HBV vs No screening €18.255 Screeening per ipotiroidismo subclinico vs No screening uomini Screeening per ipotiroidismo subclinico vs No screening donne Screening del fattore V Lideina vs Terapia standard Screening del fattore V Lideina e protrombina G20210A vs Terapia standard Screening per tromboembolismo venoso profondo vs no screening Test del papilloma virus umano (HPV) vs No screening Vaccino quadrivalente del papilloma virus umano (HPV) + screening del cancro cervicale vs Screening Programma di immunizzazione HPV vs No immunizzazione (12 anni) Programma di immunizzazione HPV vs No immunizzazione (12 e 15 anni) Programma di immunizzazione HPV vs No immunizzazione (12, 15 e 18 anni) Programma di immunizzazione HPV vs No immunizzazione (12, 15, 18 e 21anni) Vaccino + screening vs no vaccino e no screening Vaccinazione di tutti i bambini sani contro i rotavirus (RV) vs No vaccino in una coorte di 555.791 nati nel 2011 in Italia €140 Compresse per rinite vs Placebo Vaccino influenzale adiuvato vs Attuale pratica di immunizzazione (6-60 mesi del bambino) Vaccino influenzale adiuvato vs Attuale pratica di immunizzazione (6-24 mesi del bambino) Programma vaccinale PCV 13 vs No vaccino in coorte di 65 anni Programma vaccinale PCV 13 vs No vaccino in coorte di 65 e 70 anni Programma vaccinale PCV13+PPV23 vs No vaccino in coorte di 65 anni Programma vaccinale PCV 13 vs No vaccino in coorte di 65, 70 e 75 anni Programma vaccinale PCV13+PPV23 vs No vaccino in coorte di 65 e 70 anni Programma vaccinale PCV13+PPV23 vs No vaccino in coorte di 65, 70 e 75 anni Programma di vaccinazione contro il rotavirus vs No vaccino in una popolazione di 39,176 bambini di età 0-5 anni Introduzione del vaccino Men B (meningococco) nel programma di vaccinazione italiano vs no vaccino € 345 €13.622 € 15.377 € 72.412 € 5.753 € 9.569 € 10.955 € 12.013 €13.232 €15.890 € 23.951 € 0.0014 € 1.035 € 10,000.00 € 13,333.00 € 16,987.00 € 19,289.34 € 21,493.32 € 22,109.42 € 24,443.04 € 27,865.63 € 41,114.00 € 376.04