NATURA MORTA CON PIATTI,OLIVE
Transcript
NATURA MORTA CON PIATTI,OLIVE
NATURA MORTA CON PIATTI,OLIVE Paolo Antonio Barbieri, olio su tela XVII sec. L’OPERA Paolo Antonio Barbieri (Cento 1603 – Bologna 1649) era fratello del più noto Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Si dedicò alla pittura sotto la guida del fratello e dalla scuola del Guercino trasse il gusto del chiaroscuro e la vivacità del colore. Seguendo una naturale inclinazione, si dedicò al genere "minore" della pittura naturalistica, ritraendo dal vero paesaggi, oggetti di vita comune, animali, fiori, frutta e nature morte, con spiccato gusto della composizione e del colore. Il tratto delicato e l'impressionante vivezza della pittura fruttarono al Barbieri notevole fama e la fioritura di numerosi aneddoti, quale quello delle ciliege, che aggiunse a un quadro del fratello raffigurante una donna con un canestro di frutta, e che per la loro veridicità attrassero un fanciullo. Il Guercino ne pianse la prematura morte, avvenuta a Bologna a soli 46 anni. LE OLIVE ASCOLANE Secondo alcune fonti la nascita della ricetta delle olive all'ascolana ripiene e fritte risalirebbe nell'anno 1800. Al tempo, i cuochi che prestavano servizio presso le famiglie della locale nobiltà, accordandosi tra loro, inventarono il ripieno delle olive per consumare le notevoli quantità e varietà di carni che avevano a disposizione, dovute alla maggiorazione delle reg alie che gravavano sui contadini verso i loro padroni. Le olive verdi utilizzate per la preparazione delle olive all'ascolana appartengono alla varietà "Ascolana Tenera" conosciuta anche in epoca romana, detta anche Liva da Concia, Liva Ascolana o Liva di San Francesco. Le olive, dopo essere state raccolte dalla pianta prima che abbiano raggiunto lo stato di piena maturazione, vengono immerse in un bagno di soluzione potassica che ne estrae il sapore amaro. Trascorso il tempo necessario, sono sottoposte ad alcuni lavaggi con sola acqua e successivamente messe in salamoia, soluzione di conservazione cui si aggiungono anche piccole quantità di finocchietto selvatico. Delle Ascolane Tenere scrissero Catone, Varrone, Marziale, Petronio Arbitro che racconta, nel Satyricon, di come fossero sempre presenti sulla tavola di Trimalcione. Sisto V le menziona in una lettera di ringraziamento indirizzata agli Anziani di Ascoli. Dopo aver snocciolato le olive, eseguendo un taglio della polpa a spirale, la cavità lasciata dal nocciolo viene riempita dalla carne macinata, precedentemente cotta e sfumata con vino bianco e odori cui si aggiungono noce moscata, rossi d'uovo e parmigiano reggiano grattugiato; sono inoltre ammessi piccole quantità di buccia di limone grattugiata e chiodi di garofano. Sono utilizzate carni di maiale, di manzo ma si possono aggiungere anche piccole quantità di pollo o tacchino (meglio senza). Le olive, dopo essere state riempite e ricomposte nella loro forma, vanno passate prima nella farina, poi nell'uovo battuto e infine nel pangrattato per una sola volta. Una volta pronte, vanno fritte in abbondante olio extra vergine d'oliva o olio di semi di arachide bollente e servite calde con qualche spicchio di limone. FONTI IMMAGINI http://www.wikigallery.org/wiki/painting_386971/Paolo-Antonio-Barbieri/Still-Life-With-Plates,A-Sack-Filled-With-Olives,-Game,-Pomegranates,-And-Quince BIBLIOGRAFIA http://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-antonio-barbieri_%28Dizionario_Biografico%29/ http://it.wikipedia.org/wiki/Olive_ascolane